Dorotea... tutto in una notte. Il mio ex... San Valentino, il frustino e ... due bastardi!

di
genere
dominazione

“Tradita da due bastardi! … Frustini, lacrime, follia allo stato puro… sesso, animalesco, romantico… Una sfida a suon di orgasmi e finalmente, addio alla verginità anale! Tutto in una notte, tutto incredibilmente fuori da ogni regola! E’ la notte di San Valentino, quella annunciata nei giorni scorsi, dove avrei messo in atto la mia vendetta contro il mio ex marito Manuel Spina. Ho impiegato un po’ di tempo a scrivere quanto è realmente successo, pensando anche di non farlo pubblicamente, perché certe cose si fondono nel profondo dell’anima e lì dovrebbero restare… Ma ormai mi sono esposta pubblicamente, ho creato aspettative… e dopo averci pensato per notti intere, eccomi ancora una volta tra voi... ancora eccitata, dubbiosa e imbarazzata, pronta alla gogna… ma decisa più che mai! Buona lettura!”

Era già tutto programmato, ho lanciato una sfida, doveva essere una punizione esemplare per lui, il mio ex marito, avevo in mente qualcosa di crudele e cinico, volevo dimostrare a me stessa che non ho più bisogno di un uomo che nella vita mi ha solo fatto soffrire, tradita e umiliata. Ma forse non sono ancora pronta, forse io non sono ciò che in questo periodo ho cercato di essere, e forse lui… non è così come si è sempre dimostrato, come l’ho disegnato e raccontato.
Qualche giorno fa ho parlato a Rita della mia folle idea, costringere Manuel a cercarmi nella notte di San Valentino tra i frequentatori di un club per scambisti, lo volevo umiliare, fargli provare la rabbia e il dolore che ho provato io, volevo che mi vedesse scopare con estranei, godere tra le braccia di stalloni in calore. Sognavo di sottometterlo per una volta nella mia vita al mio volere, renderlo schiavo dei sensi nella notte degli innamorati, e proprio in quella notte, a lui volevo regalare, come premio finale la verginità del mio orifizio anale, ma non come moglie, non come due innamorati, ma come una vera puttana, così come lui era abituato a fare con le sue donnine.
« Tu sei pazza Dory, non è da te fare una cosa del genere! Secondo me stai esagerando, potresti fare qualcosa del quale sono certa te ne pentirai. Credimi sorellina, ormai le tue soddisfazioni te le sei prese, ti sei guadagnata la libertà, l’indipendenza e ha i scoperto le tue incredibili attitudini sessuali… Ma io lo so, tu lo ami ancora, e il tuo progetto potrebbe lasciarti ferite inguaribili!»
Era solo un consiglio, la mia cara amica, che mi conosce molto bene, ha cercato di convincermi, ha letto nella mia anima la verità; bastarda, ma non fino al punto di diventare una serpe. Ma io, per orgoglio, e forse anche per una questione personale, ho insistito, l’ho convinta a chiamare i due tori da monta Ciro e Alby, e ad organizzare una nottata speciale al PiKante, sulla collina torinese…
Forse mi costerà cara, ma questa vendetta chiuderà un cerchio, dentro al quale tutto il mio rancore brucerà e si dissolverà per sempre…

14 Febbraio 2023
Sono le ventuno e venti. Ho trascorso le mie ultime tre ore tra il bagno e la camera da letto, Ho fatto una doccia rigenerante, ho dato una ripassata di rasoio a gambe e braccia, (alla mia vulva ci ha già pensato la mia estetista personale) e mi sono truccata.
Niente fondotinta, solo un correttore, fard, e un meraviglioso rossetto color rosso scuro per rendere le mie labbra ancora più appetibili e carnose. Davanti allo specchio della camera ho sfilato come una vera modella curvy, indossando a più riprese una decina di completini intimi, un paio di vestitini, gonne, minigonne osè, e camicette varie. Alla fine ho scelto un fantastico perizomino nero con filo interdentale di perline sul retro , calze autoreggenti per rendere le mie gambe ancora più attraenti, e come ciliegina sulla torta ho indossato un tubino nero e cortissimo, sexi per eccellenza, in pizzo con spalle scoperte.
Immancabili le mie scarpette con tacco alto, che comunque danno sempre quel tocco di sensualità in più. Mi sento bella più che mai, allo specchio mi trovo anche ringiovanita, e perché no, attraente e infoiata come una vacca da monta!
Suona il cellulare, è Rita, mi dice di scendere che è arrivata e mi aspetta sotto casa; dunque a quanto pare è giunto il momento, indietro non si torna, e la notte è già tutto un programma. Ho una voglia pazza di divertirmi e lasciarmi andare, di trasgredire, di dare e ricevere piacere…
E lui? Manuel Spina ci sarà? Avrà accettato la mia sfida lanciata sul suo blog preferito?
Ultimi ritocchi con accessori glamour, indosso la giacchetta, e scendo velocemente le scale, ansiosa, eccitata… elettrizzata.
In strada ad aspettarmi non trovo la solita Audi 6 nera del brizzolato e noto commercialista Alby, al suo posto c’è il Rover Evoque bianco di Rita, la cosa mi sembra strana, e qualcosa mi dice che questa sera il mio bel tenerone mi ha dato pacco.
Salgo sull’auto, e subito noto che siamo in tre, io, Rita, e Ciro.
«Ciao ragazzi… che fine ha fatto Alby? Come mai siamo solo noi tre?»
E Rita « Uau! Come siamo combinate questa sera, così si che sembri una vera milf acchiappacazzi! E comunque Alby questa sera non c’è, dimentichi che è San Valentino, e che il nostro amico ha una moglie. Non è riuscito a inventare una scusa, e questa notte mi sa che se la deve trombare… sei gelosa?»
«Che cazzo dici Rita! Me lo sono scopato una volta e quasi non mi ricordo la sua faccia!»
E Ciro, sghignazzando «La faccia no, ma il cazzo te lo ricordi, di la verità che ci sei rimasta male… questa sera vi dovete accontentare dell’unico stallone presente, e se non vi basto raccattiamo qualche toro al PiKante.»
« Smettetela di fare gli spiritosi, un cazzo vale l’altro, ho solo voglia di divertirmi e non pensare a nulla… se poi ci trovo anche Manuel, allora si che facciamo bingo!»
E Ciro sarcastico «…e ti rompiamo il culo! Perché un uccellino mi ha detto che questa sera hai deciso di farti aprire il tuo buchetto, e se vuoi, io ci sono!»
«Ti piacerebbe ragazzino, mettermelo tra le chiappe per primo! Forse per secondo potrebbe essere, ma solo se fai il bravo, perché io ho già un programma mio caro !»
Mentre l’auto sfreccia tra le strade poco trafficate di una Torino mezza sorniona, le battute e le risate riempiono il vuoto che inizio a sentire nel petto. E’ la solita ansia, i pensieri che si aggrovigliano nello stomaco, che bruciano e martellano la mia mente, perché se in questi ultimi mesi ho sfoggiato il mio inconsueto abito da donnina dai facili costumi, ciò non significa che nel mio intimo lo sia veramente… potrebbe essere solo una maschera, un modo per nascondere qualcosa di più profondo, un disagio personale.
Improvvisamente mi accorgo che la direzione presa della nostra auto non è la collina torinese, ci stiamo avviando verso la periferia, qualcosa non mi torna…
«Scusa Rita, ma non è che hai sbagliato strada? Dove cazzo stiamo andando? Siamo dalla parte opposta…»
«Hei piccola, che fai, non ti fidi più della tua sorellina? Da questo momento in poi, ti consiglio di non fare più domande, diciamo che c’è un piccolo cambio di programma.»
«Cambio di programma? Dove mi porti bimba? Che scherzo è questo? Non facciamo minchiate! Io questa sera ho un appuntamento!»
«Calma Dory, stai calma! Ti ho detto che ti devi fidare. Abbiamo preparato una sorpresa per te… ti ho detto di non fare domande Baby! Ti ho mai delusa? Hai detto che ti vuoi divertire, e noi ti faremo divertire!»
«Ditemi almeno dove volete andare, siete due stronzi! Perché non mi avete avvisata?»
«Perché ti ho detto che è una sorpresa cazzo! Mettiamola così. Da questo momento in poi, tu sei di nostra proprietà, consideralo un rapimento, un gioco che sicuramente ti piacerà, ma dovrai fare tutto quello che ti diciamo, e non fare più domande o opposizione ai nostri ordini… dai Dory, non rovinare tutto, vedrai che sarà una serata indimenticabile!»
«Dai Rita, non farmi ridere, ancora con la storia del rapimento! Ci risiamo? Chi hai corrotto questa volta, una squadra intera di rugby? Indimenticabile un cazzo! E Manuel? Ma che figura di merda mi fate fare?»
E Ciro con voce autoritaria:
«Bella, smettila di fare i capricci! Sempre a pensare a quel coglione del tuo ex! Ci stai, si o no? Se è si, da questo momento taci, e obbedisci! Lasciaci fare, è un gioco di ruolo, dai che ci divertiamo!»

Certo ho fatto un po’ di capricci, ma devo ammettere che nonostante il rammarico per dover rinunciare alla folle sfida con il mio ex, questo gioco mi eccita. Non so dove mi vogliono portare, cosa e chi incontrerò, non so cosa hanno in testa, ma l’incognito, il fatto di sentirmi ancora una volta schiava sottomessa, e nelle mani di due furbastri come Ciro e Rita, mi da veramente i brividi.
Dopo circa un quarto d’ora di macchina, imbocchiamo Corso Allamano, appena fuori Torino, poi si devia su una parallela, e li capisco tutto. Siamo sulla strada che porta dritta ad un Motel frequentato da coppie in cerca di emozioni forti. Lo conosco bene, (ometterò il nome per non fare pubblicità occulta), è un posto dove si trovano camere a tema, suite o semplici stanze. Ci puoi arrivare in anonimato, nella piena riservatezza, ogni stanza ha il suo parcheggio privato, con saracinesca che occulterà la tua auto da sguardi indiscreti, dallo stesso parcheggio accedi direttamente nella camera, senza mai incontrare nessuno. Le suite a tema sono ciò che più occorre a due amanti per concedersi qualche ora di coccole romantiche, nella vasca idromassaggio, e fare sesso sfrenato tra scenografie e arredi da sogno.
Vi chiederete come faccio a conoscere questo Motel? Semplice, nel periodo in cui già eravamo separati, mi sono incontrata proprio con lui, il mio caro ex marito Manuel Spina.
E questo particolare non può che essere un forte indizio di cosa stia succedendo.
Il bastardo probabilmente questa notte ha giocato di anticipo… e mi ha fottuta.
Decido comunque di stare in silenzio, sto al gioco dei miei “rapitori” senza chiedere più spiegazione, questo era nei patti, e a questo punto la curiosità mi spinge a restare in attesa degli eventi.
Non mi sbagliavo, siamo a destinazione, il luogo è ciò che ho immaginato, abbiamo fatto il check-in, la prenotazione è a nome del signor Spina, (il cuore inizia a battere a mille), ci indicano la suite Londra. Se prima avevo dubbi, adesso ne ho la certezza, tutti hanno complottato alle mie spalle, e adesso non so cosa mi aspetta, conosco la mente diabolica di quell’uomo, è capace di tutto, ma santo Dio, come mi eccita l’idea di rivederlo dopo tanto tempo!
Rita parcheggia l’auto, tira giù il finestrino, schiaccia un pulsante e la tenda si abbassa. Adesso siamo soli ancora sull’auto, di fronte all’ingresso della suite, guardo i due traditori, sorrido e scuoto la testa.
«Bastardi! Siete due bastardi, schiavi di un pervertito, vi siete venduti per due denari come Giuda!»
E Rita con lo sguardo beffardo «Ma stai zitta, come se non ti conoscessi! Scommetto che la tua fighetta è già tutta bagnata vero? Di la verità che non vedi l’ora di entrare in quella stanza e farti trapanare il culo dal tuo caro ex! Ma credi che sarà tutto facile? Il piacere va guadagnato mia cara porcella!»
Estrae una sciarpa in cashmere bianca dalla borsetta, poi gliela passa a Ciro, ancora seduto sul sedile posteriore, e gli ordina di bendarmi gli occhi.
«E no cazzo! Un’altra volta! Ma siete seri? Mi volete chiudere gli occhi come la notte di capodanno in crociera? Ma che originalità ragazzi! Spero almeno di trovare Mark e Christien dentro (per chi si fosse perso l’episodio della crociera in cui Rita ed io siamo state rapite, Mark e Krhistien sono due bronzi di Riace superdotati di colore, tra i protagonisti di un orgia indimenticabile), almeno mi faccio scopare che ne vale la pena!»
E Ciro «Ma quanto parli Dory, vuoi tacere! Anche noi obbediamo agli ordini del capo, facciamo quello che ci ha chiesto. Adesso è arrivato il momento che tutti aspettiamo, il divertimento, fatti accompagnare tesoro.»
Scendiamo finalmente dalla macchina, qualcuno bussa alla porta, sento l’uscio che si apre, mi tengono per un braccio e mi trascinano all’interno. La porta si chiude alle nostra spalle, una musica di sottofondo copre i bisbigli che riesco a malapena sentire, abbiamo fatto solo qualche passo, sento il rumore dell’acqua che scorre, sicuramente è la vasca idromassaggio, è in funzione, qualcuno l’ha già attivata, qualcuno che probabilmente conosco molto bene.
Sento risatine sommesse, poi ancora vociare, infine, una voce familiare:
«Buonasera signora Dorotea! Finalmente ci incontriamo. Come vede io le sfide le accetto, ma soprattutto le vinco… sognava di umiliarmi ridicolizzandomi davanti a gente estranea, ma non ha fatto i conti con la mia astuzia, e adesso la sua insolenza si è trasformata in una lama a doppio taglio.»
Ed io con voce supponente:« Come sempre le piace giocare sporco signor Spina vero? Il solito arrogante e antipatico, incapace di giocare ad armi pari, lei vuole sempre partire in anticipo, gli piace vincere facile! Ma come vede nonostante tutto io sono qui… e non ho intenzione di fuggire come ha fatto lei!»
Improvvisamente sento un tepore sul collo, è il fiato di Manuel che si è avvicinato al mio orecchio. Con voce roca e rabbiosa mi sussurra:
«Io non sono fuggito piccola stronzetta! Tu mi hai provocato, ti sei scopata mezzo mondo in questo periodo e hai iniziato a scrivere sul mio blog preferito le tue avventure solo per avere la certezza che io ne fossi al corrente. Mi hai voluto sputtanare sfidandomi e raccontando i cazzi nostri, facendomi passare per una merda di uomo, egoista cattivo e anche pervertito. Mi hai invitato in un bordello con la promessa di farti sfondare il culo che a quanto pare è ancora inviolato; come se io fossi un miserabile schiavo da trattare come una pezza da piedi, al quale dare il dolcino come segno di disprezzo. Hai detto che ti saresti fatta fottere da me, ma non come ex moglie, ma come una puttana, un’estranea conosciuta per caso durante una gang bang di depravati pronti a scaricare il succo dei loro coglioni tra le tue labbra… Cosa ti aspettavi signora Dorotea, un agnellino pronto ad essere sacrificato in onore della tua insaziabile sete di vendetta? E adesso dimmi cosa cazzo vuoi da me… I tuoi amici sono ancora qui, se lo desideri ti faccio riaccompagnare al PiKante, ma se decidi di restare, allora sappi che lo farai a tuo rischio e pericolo. Questa notte comando io mia cara, potrei essere cattivo, perverso, crudele, ma potrei anche essere dolce, romantico, rude come piace a te, e perché no, tutto ciò che ho detto in una sola volta per regalarti il piacere che tu desideri. Ma non saremo soli, Rita e Ciro resteranno con noi, giocheranno con noi, così non penserai che io abbia organizzato tutto ciò solo per cercare di riconquistarti, perché questa notte, se resti, ricordati una cosa; faremo solo sesso, l’hai detto tu ricordi? “Noi non faremo l’amore, sarà solo sesso!»
La voce di Rita interrompe la nostra conversazione, sembra preoccupata, la sento lontana, probabilmente lei e Ciro sono già stesi o seduti sul letto, che è al centro della suite.
«Hei ragazzi, tutto bene?» esclama lei cercando di sdrammatizzare il momento.
Ed io «Tutto benissimo sorellina, anzi, mai stata così bene… Lo conosco bene il tipo, ringhia ma non morde. Ma se mi togliete questa sciarpa dagli occhi è meglio…»
La voce di Spina alterata «Allora non hai capito mia cara, questa notte si gioca a modo mio, volevi essere trattata come una puttana? Ti accontento subito! … adesso girati tesoro, che io so come si trattano le puttane, ci vuole esperienza con certe cose baby!»
Ed io «Mmmmm, come siamo cattivi signor Spina, pensi di farmi paura?... al contrario, non sai quanto mi ecciti quando fai l’uomo vero…»
E lui, con voce sprezzante «Stronza! Continua a sfottere, e vedrai che alla fine chiederai pietà!»
Preferisco non rispondere, lo ammetto, mi sto divertendo, sono sempre più a mio agio nella parte della vittima, non ho mai negato di avere più volte sognato nel mio intimo di trovarmi tra le mani di un uomo rude e capace di dominarmi con la forza. La situazione inizia ad essere inebriante, cerco di immaginare l’ambientazione, e i nostri due spettatori, incuriositi ed eccitati nell’assistere alla scena.
…Due mani si appoggiano sulle mie spalle, e mi costringono a girarmi a su me stessa, con pochi movimenti mi sfila la giacchetta, poi improvvisamente sento il freddo del metallo avvolgere un polso, seguito da un clak, stessa cosa con l’altro polso, e capisco che lo stronzo mi ha bloccato le mani dietro alla schiena con un paio di manette. Chissà quante volte le avrà usate con le sue troiette, conoscendolo, sicuramente non vedeva l’ora di vedermi immobilizzata a sua completa disposizione.
Sento nuovamente le sue mani, questa volta sfiorano le spalle nude, sono bollenti, un brivido attraversa la mia schiena. Lentamente scendono lungo la colonna vertebrale, avverto una scarica elettrica che attraversa il mio corpo, una mano si insinua nella lunga scollatura del vestito, fino ad insinuarsi nello spacco dei glutei, supera l’esile filo di perle del perizoma, e con le dita arriva proprio sul mio sfintere anale, che improvvisamente si contrae, quasi imprigionando le dita che lo deliziano con una morbida carezza.
«Cos’è, hai paura che stringi le chiappe? Eppure mi sembra che laggiù faccia molto caldo. Come mai sei così umida? Di la verità signora Dorotea, quanto desideri un cazzo che ti apra finalmente questo culo vergine?»
«Davvero crede che io desideri essere sfondata dal suo cazzo, signor Spina? Dimentica che qui comanda lei questa sera, ma con chi scopare lo decido io mio caro, e non è detto che sarà lei ad avere questo privilegio… Potrei anche dare a Ciro l’onore di scoparmi, il suo cazzo l’ho già provato, e le assicuro che in bocca è molto più consistente del suo… immagini ficcato nel mio culo quanto può essere piacevole!»
E lui «Puttana! Ecco cosa sei, una puttana che merita di essere trattata come tale… Ti accontenterò mia cara, fidati che ti accontenterò.»
Poi le sue dita di colpo affondano tra le mia carne, con l’indice quasi a secco riesce a penetrare per qualche centimetro il mio orifizio . Ho un sussulto, sollevo la testa, sento un leggero bruciore invadere la zona perianale, che subito si trasforma in un tenue piacere, il suo fiato è corto, ansima, lo sento eccitato e questo mi fa impazzire ancora di più. Le mie guance sono roventi, cerco di non trasmettere la mia eccitazione, ma la mia vulva inevitabilmente continua a sprigionare umori…
Così come si è insinuata, la sua mano si ritrae, con la stessa velocità, e con lo stesso risultato, un secondo sussulto, ancora più violento, ancora più devastante per il mio cervello.
Mi sento prendere per un braccio, mi trascina facendomi fare qualche passo verso il centro della stanza, dalla sciarpa che copre i miei occhi vedo filtrare una luce che mi pare più intensa, probabilmente siamo vicini al letto. Non sento più né Rita, Né Ciro, non capisco dove sono, in quale punto della suite si siano posizionati.
Lui è ancora di fronte a me, lo percepisco dal suo respiro intenso, si riavvicina, le sue labbra si posano sul mio collo, mi irrigidisco per qualche secondo, poi mi rilasso, scendono giù verso il mio seno, i suoi baci schioccano sulla mia pelle, ho i brividi per l’ennesima volta, adesso mi sfiora il volto, con un dito strofina le mie labbra carnose… quasi mi sento svenire per la tensione, adesso sono io ad ansimare…
«Inginocchiati! Signora Dorotea, mettiti in ginocchio e succhiamelo! Fai come ti dico, vediamo cosa hai imparato in questi mesi, fammi vedere quanto sei diventata troia…»
Una mano si posa sulla mia testa, e preme, cerco di resistere, più per orgoglio che per volontà… Ecco cosa mi fa perdere la testa, sapere che lui, adesso mi vuole sottomettere, e magari umiliarmi, avere la certezza che sia eccitato, che mi desidera, che si finge un duro, un rozzo padrone solo per soddisfare le mie tendenze masochiste. Ma anche per lui non sarà facile…
«E perché mi dovrei inginocchiare? Signor Spina, dimentichi che tra te e me le cose sono cambiate… Vuoi che mi inginocchio? Mi devi supplicare!»
«Fai la stronza, piccola cagna in calore… non mi costringere a piegarti con le cattive maniere, hai voluto giocare? Siamo qui per questo… Ti ho detto inginocchiati e succhiami il cazzo baby!»
Ancora una volta la sua mano preme sulla mia testa, io mi tiro indietro e mi libero dalla presa, lui mi afferra per i capelli, ma non tira, impugna le ciocche usandole come appiglio, poi riprende a spingere verso il basso. Mi lascio scappare un mugolio, cerco nuovamente di liberarmi, ma lui stringe ancora di più. In verità tento di nascondere una risatina che goffamente sto cercando di mimetizzare con delle smorfie, la sua finta violenza non mi fa rabbia, mi fa solo tenerezza, e quindi lo assecondo, pur apostrofandolo con insulti di ogni genere decido di lasciarmi andare, e mi inginocchio ai suoi piedi, sono su qualcosa di morbido, probabilmente un cuscino. Sento il rumore della sua lampo, lui mi tiene ancora per i capelli, manovra nella sua patta, e qualche istante dopo, avverto un leggero tepore sulle labbra. E’ la sua cappella, la strofina con forza tra i due cuscinetti carnosi, ma io stringo i denti, e mi volto da un lato.
«Signora Dorotea, non faccia la difficile! Apri la bocca, dai piccola stronzetta, apri la bocca e mostrami come si pompa un bel cazzo come il mio… Qui non ci sono i tuoi amici di colore, ti devi accontentare… apri la bocca!»
Non mollo, vuole fare il duro, ed io amo questa sua irruenza, sotto sono fradicia, sento il mio sesso pulsare, muoio dalla voglia di succhiare quel bastone, percepisco la sua durezza, è in grande forma, così com’è palpabile la folle smania di ficcarmelo in gola del mio aguzzino, ma non voglio dare questa soddisfazione a quel porco… non adesso.
Lui finalmente mi libera i capelli, alle mie spalle sento un leggero vociare, ma non riesco a capire cosa dicono, poi delle mani mi afferrano i polsi ancora legati dietro alla schiena, mi lascio guidare e improvvisamente mi ritrovo a faccia in giù, appoggiata con il petto sul materasso del letto, con le ginocchia ancora appoggiate in terra, praticamente la posizione è quella della pecorina, con il sedere in aria, messo alla gogna per il piacere dei due maschi presenti in camera.
«Non ricordavo che tu avessi un culo così appetibile, mi sembra ancora più marmoreo, più liscio e più invitante… le docce di sborra dei tuoi amanti ti hanno fatto bene mia cara, e quanto sei eccitante con quelle calze autoreggenti, così si che sei una vera puttana… a lui ci penseremo dopo, ma adesso ti devo punire piccola stronzetta, sei solo una insolente, e se ho detto che ti piegherò, vedrai che sarà così.»
Il mio vestito adesso mi viene tirato su fin sulla schiena, il culo è completamente scoperto, una mano lo accarezza, con movimenti circolari va a tastare ogni punto della mia pelle, si sofferma nel solco, e si insinua tra le mie grandi labbra. Istintivamente mi viene da spalancare ancora di più le cosce, un lungo sospiro mi esce dalla gola… Lui ride, si è reso conto di quanto io sia eccitata, di come la mia vagina sia dilatata e piena di umori, ma non commenta, è taciturno, non capisco cosa abbia in mente. Ad un tratto lo sento rialzarsi, poi il silenzio, preludio a qualcosa di inaspettato.
Un sibilo nell’aria, e contemporaneamente sulle mie natiche si sente il rumore inconfondibile di un colpo di un frustino…
« haa cazzo! ma siete impazziti!»
Protesto animatamente, ma nessuno risponde.
Un altro colpo, ancora più forte, questa volta si scarica nella parte bassa del sedere, lo sento tra lo sfintere anale e la vagina. Il mio urlo echeggia nella stanza.
«Haaaaa, bastardo! Mi hai fatto male! Porca puttana, brucia! Aiuto Rita fai qualcosa, questo è pazzo! Mi brucia il culo!»
La voce di Manuel, in tono divertito:
«Sapessi quanto ha bruciato a me leggere delle tue performance mentre ti facevi sfondare dai tuoi amici neri! Ti piace provocare piccola…vero? Volevi emozioni forti? Il frustino ci vuole per domare una troietta indisciplinata come te!»

Fine prima parte.

Nella seconda parte succederà davvero di tutto, tutto ciò che non potete immaginare, sesso animalesco, colpi di scena e qualcosa che non posso anticipare… Come finirà tra me e Manuel? …ancora oggi non mi sembra vero, ma è successo.
scritto il
2023-02-20
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