Tra suocera e cognata non mettere il dito Pt.1

di
genere
esibizionismo

[Questa serie di puntate si svolgono successivamente agli eventi narrati nella prima pentalogia di racconti "Una cognata esuberante". La lettura di questi racconti è fortemente consigliata per capire fino in fondo la trama. Potete trovarli in archivio]

Da quando la storia con Meredith e Lucy era finita , io ero sprofondato nella più cupa depressione .
Uscivo raramente e quelle poche volte tentavo in ogni modo di rimanere fuori casa il meno possibile.
Stare in giro mi terrorizzava, avevo perso la mia autostima per via dell' isolamento protratto ed ormai facevo anche faticare a provare pulsioni sessuali quelle poche volte che incontravo ragazze per strada .

Un martedì mattina , intorno alle 11:00, dovetti necessariamente uscire di casa. Una commissione urgente all'ufficio postale mi attendeva e con mio profondo rammarico quell'operazione non poteva essere effettuata da remoto.
Mi feci coraggio ed uscì di casa.
Arrivato di fronte all'ufficio postale notai che , in fila allo sportello , c'era la mamma di Meredith e Lucy. Con i suoi genitori non c' eravamo più visti dai giorni antecedenti l'inghippo .
Inizialmente feci finta di non vederla, distogliendo lo sguardo ma , mentre ero quasi in procinto di oltrepassare la porta dell'ufficio postale , sentii chiamare .
Era appunto la mia ex suocera , Josephine.
“Ciao Klaus , da quanto tempo … come stai “ . mi chiese gentilmente con un'espressione facciale in parte sorpresa ed in parte dispiaciuta.
“Così così signora Josephine , provo ad andare avanti” , risposi , con gli occhi fissi verso un punto indefinito del marciapiedi limitrofo , in quanto non avevo il coraggio di guardarla negli occhi dopo quello che avevo fatto alle figlie.
“Quante volte ti ho detto di non chiamarmi signora ! Mi fai sentire vecchia così … e comunque mi dispiace molto per quello che è accaduto , tutti possono sbagliare ma è giusto pagare le conseguenze delle proprie azioni”.
In realtà , sorvolando sul sermone , la signora Josephine non mi sembrò poi così turbata o delusa dalle mie azioni di qualche mese prima . Avevo ferito Meredith e deflorato la figlia più piccola nel divano di casa , eppure le sue parole e la sua espressione avevano un non so che di dolce e comprensivo .
“Comunque Klaus , ti vedo poco in giro , stare a casa non ti fa di certo bene , magari qualche volte vieni a prenderti un caffè a casa mia , così almeno potrai parlare un po' con qualcuno , sai , io rimango pur sempre una psicologa “.
In effetti a volte lo dimenticavo , ma la signora Josephine era laureata in psicologia , nonostante non avesse mai esercitato la professione .
“Ti aspetto domani pomeriggio , così ti faccio trovare un buon caffè , amaro se non ricordo male!”
In quel momento non sapevo proprio come rispondere , avrei rifiutato volentieri l'invito anche perchè non avevo idea se a casa fosse presente anche Lucy. Di certo sarebbe stato alquanto riprovevole la mia presenza dopo tutto quello che era successo.
Nonostante il preambolo non riuscì a rifiutare : “certo signora Josephine , verrò volentieri”.
“Non chiamarmi signora , Klaus!” , rispose sorridendo .
“ A domani allora “ , e si diresse presso lo sportello automatico che ormai si era liberato.

Il pomeriggio del giorno seguente andai a casa della mia ex , senza neanche avvisare.
La mia ex suocera mi attendeva ma sarebbe stato galante annunciare con un messaggio il mio arrivo , considerando che anche lei usava spesso i social (non avendo il suo numero in rubrica l'avrei potuta contattare li ).
Prima di suonare il campanello un'intensa fitta al cuore sopraggiunse . Ripensai ai momenti di qualche mese prima . Ripensai a Lucy , ai suoi seni , alla sua candida vagina , al suo orifizio anale . Ma nella mia mente riaffiorarono anche i ricordi del pianto di Meredith , delle sue urla di dolore dopo avermi visto possedere sul divano la sorella.
Per un attimo esitai ma poi una strana forza interiore mi spinse a procedere.
Non appena suonai sua mamma corse subito ad aprirmi .
“Ciao Klaus , alla fine sei venuto davvero , non c' avrei scommesso” , e mi abbracciò in maniera molto calorosa . Un gesto decisamente inusuale .
Con la signora Josephine avevamo sempre avuto un buon rapporto . Era una donna in gamba che , nonostante l'età poco sopra i 40 possedeva un fisico da far invidia ad una ventenne , con seni prosperosi , sulla falsa riga di quelli di Lucy , snella e slanciata e con dei glutei abbastanza pronunciati , il tutto nonostante due gravidanze sulle spalle .
“Sali , ti preparo subito il caffè”, mi disse .
Entrare nuovamente nel salotto al primo piano mi fece raggelare il sangue. Il divano nel quale avevo usurpato per la seconda volta Lucy era ancora li , nella stessa posizione in cui lo avevo lasciato . Mi parve ancora di sentire il profumo di Lucy in quella stanza .
“ E' sola signora Josephine ?” , le chiesi , per capire se anche Lucy fosse in casa in quel momento.
“No Klaus , mio marito è al lavoro come al solito , Meredith si è trasferita a Milano mentre Lucy è andata a studiare letteratura a Firenze”.
Tramite quella frase capii finalmente perchè non ero più riuscito ad aver più notizie di Lucy.

In quell'ammasso di ricordi che mi frastornavano da quando avevo messo piede in quella casa non avevo notato che la signora Josephine indossava un seducente maglione di cotone molto sottile ,con una scollatura pronunciata . Considerando che eravamo ancora a febbraio e che i riscaldamenti in casa erano spenti , mi sembrò un abbigliamento fin troppo primaverile per il periodo .
Non appena il caffè fu pronto mi fu servito in un elegante vassoio di ceramica . Io ero seduto sul tavolo adiacente la cucina , in quell'enorme open space che comprendeva anche il salottino dei miei passati ricordi.
Il tavolo era abbastanza basso e Josephine relativamente alta , fu costretta a chinarsi più del dovuto per porgermi la tazzina di caffè . A pochi centimetri da me si stagliarono i suoi possenti seni che , spinti dalla forza di gravità , ballonzolarono lievemente verso il basso lasciando intravedere più di quanto la scollatura non mostrasse già.
In quel momento mi ricordai i seni di Lucy , molto simili a quelli della madre . In realtà ad essere simile era anche lo sguardo , sguardo di Josephine che rimase fisso su di me per tutto il tempo , anche quando stavo serenamente sorseggiando uno dei caffè più buoni che io avessi mai bevuto .
Josephine nel mentre si era seduta su un altro piccolo divanetto posto vicinissimo al tavolo dove ero seduto e accavallando le gambe , intravedi tra la fessura della gonna corta ed aderente che indossava , i suoi slip , seppur per pochi istanti. Slip neri che , a prima vista , mi sembrarono vagamente trasparenti . Ma forse era la mia immaginazione ad avermi tirato un brutto scherzo . E poi , anche se fosse stato così , che male c'era ad indossare quell'intimo , pensai ...peccato che , come al solito , la mia ingenuità non mi aiutò a comprendere bene la situazione, almeno inizialmente .

Terminato il caffè Josephine mi invitò a sedermi vicino a lei , con la scusa di propinarmi una consulenza psicologica gratuita .
“Immagino che saranno stati mesi duri anche per te “ , raccontami , io sono qui per aiutarti .
In realtà non riuscivo proprio a parlare dell'accaduto dinanzi alla madre della mia ex , non dopo tutto quello che era successo ma lei , notando la mia refrattarietà nel parlarne , mi appoggiò una mano sulla gamba , strofinandola delicatamente .
In un primo momento pensai che lo stesse facendo solo per mettermi a mio agio ma la mia deduzione si rilevò del tutto inesatta quando lei , con l'altra mano , tirò su leggermente una parte di gonna mostrando il merletto superiore delle sue calze , anch'esse rigorosamente nere .
A parte la mia prima esperienza con Maria , la milf della palestra, avvenuta 8 anni prima , non avevo più avuto rapporti con una donna matura e neanche avevo mai più pensato di averne, ma, in quel momento , le sue cosce , unite al merletto delle calze decisamente sexy ed ai seni prosperosi che non facevano di certo nulla per non attirare l'attenzione , mi provocarono un brivido che percosse la mia schiena . Il cuore cominciò a battermi forte e le mie guance iniziarono a vascolarizzarsi . Peccato che insieme alle guance qualcos'altro si vascolarizzò .
Nonostante avessi dei jeans abbastanza spessi un bozzo evidente fece capolino in mezzo alle gambe .
Fu incredibile come l'espressione di Josephine , accorgendosi dell'accaduto , emulò alla perfezione quella di sua figlia Lucy la prima volta che mi vide eccitato in spiaggia .
“Buon sangue non mente” , pensai .
Mentre Josephine farfugliava concetti sulla terapia più adatta a superare momenti tristi la sua mano , che ancora teneva saldamente sulla mia coscia, inizio lenta ed inesorabile ad avvicinarsi al mio inguine , proprio in direzione del bozzo causato dal pene che si agitava come un forsennato .
Una sensazione erotica che non provavo da mesi inondò i miei sensi ed in quel momento ripensai a come mi sentii la volta in cui deflorai sua figlia Lucy .
Il leone in me era pronto a destarsi nuovamente .
Non riuscivo ancora a credere che Josephine stesse davvero provando anche lei a sedurmi ma , ancora immerso nei miei pensieri e con lo sguardo perso nel vuoto , sentii afferrare prepotentemente il pene dalla mano di Josephine .
“Bisogna prendere il toro dalle corna , solo così potrai destarti dalla situazione in cui ti trovi”, disse Josephine con gli occhi sbarrati e fissi su di me , mentre la sua mano stringeva il mio pene da sopra i jeans .
Neanche il tempo di reagire che immediatamente afferrò la mia mano e la getto in mezzo ai suoi seni .
“ Tu non lo sai , ma ho invidiato tante vole mia figlia Meredith ed ancora di più mia figlia Lucy . Ma adesso tocca finalmente a me” . Dopo queste parole gli afferrai con forza il seno destro e lo strinsi di prepotenza scostando il maglione insieme al reggiseno , anch'esso nero e con bordi merlati. Il suo seno era un perfetto connubio tra quello di Meredith e quello di Lucy. Grosso , prorompente e con un capezzolo della giusta dimensione , scuro al punto giusto e con rientranze pronunciate , ma inaspettatamente turgido e liscio nonostante avesse allattato più volte .
Non feci in tempo a scostarle anche l'altro lato del reggiseno che subito mi sbottonò i jeans e con un'aggressività inaudita si alzò dal divano e me li sfilò insieme ai boxer .
Quando vitte il mio pene disteso lungo la pancia la sua espressione facciale fu inequivocabile . Era come una leonessa intenta a fissare la gazzella , immaginando già il lauto pasto .
Si tuffò su di me e come una forsennata afferrò il mio pene con entrambe le mani iniziando a baciarlo con foga lungo tutta l'asta .
Era come se non vedesse un cazzo da decenni , eppure era una donna fantastica , nel pieno della sua sessualità . Forse il marito non l'apprezzava più per via della solita monotonia di coppia e non era riuscita a trovare un degno rimpiazzo per assecondare le sue voglie .
Non dovetti attendere più di tanto prima che la sua bocca si fiondasse sul mio glande , già rigoglioso e gonfio come non mai .
Il fallacio che ricevetti fu qualcosa di unico , quasi migliore di quello che ricevetti da Maria . Con entrambe le mani esercitava un movimento di torsione e rotazione sull'asta del pene mentre con la bocca succhiava la punta rilasciandola di quando in quando rpvocandone un rumore sordo , simile al tappo di uno spumante quando viene tirato via con forza .
Stavolta a tremare fui io .
L'addome mi si era contratto a causa della forte pressione esercita dalla sua bocca sul pube e le gambe , che sorreggevano parte del suo corpo ,iniziarono a vacillare.
Capendolo , Josephine si alzò lasciando cadere il mio pene grondante di saliva sulla mia pancia .
In un istante tirò giù la gonna e tolse quel poco che rimaneva del suo maglione insieme al reggiseno .
Con mio stupore notai che Josephine non era completamente priva di peli pubici ma presentava , a ridosso della sua vagina, una striscia verticale di peluria curata con minuzia .
Quella striscia di pelo rendeva il tutto decisamente più adulto e selvaggio .

Stavo quasi per prostrarmi in avanti nell'intento di assaporare la sua vagina che , in un nanosecondo, Josephine balzo nuovamente su di me ed appoggio entrambi i piedi sul divano , uno alla mia sinistra e l'altro alla mia destra . Afferrò con la mano il mio pene , lo issò e con estrema goduria si sedette sopra di esso introducendolo nel suo caldo orifizio .
Incredibilmente la sua vagina era già bagnata , forse l'eccitamento le si era palesato mentre ancora preparava il caffè , pregustando già atti erotici nei miei confronti.
Stavolta fui io ad essere scopato .
Josephine sembrava una valchiria , cavalcava il mio pene in maniera magistrale , reggendo un ritmo pauroso e gemendo ad ogni affondo . I forti gemiti erano contornati dal rumore di carne umida che sbatteva .
Io intanto , nella foga più assoluta , cercavo invano di mordicchiarle gli enormi seni ma la cosa si rivelò più ardua del previsto visto che , il continuo sobbalzare non faceva altro che farli sbattere ripetutamente su ogni parte del mio viso.
Per una volta mi piacque essere dominato , ma nella mia indole la dominazione era un qualcosa da effettuare attivamente .
In quei mesi di solitudine mi ero allenato tanto a casa , avendo a disposizione una piccola home gym , quindi per me fu relativamente facile ad una certa afferrarla per le cosce e sollevarla dal divano senza interrompere la penetrazione .
Mi issai con la sua vagina ancorata saldamente al mio pene , mentre lei mi stringeva le mani sul collo e le sue gambe intorno ai glutei .
Volevo in parte rivivere il passato , da perfetto nostalgico quale sono .
Così , con lei in groppa , mi diressi verso il divano , lo stesso divano in cui avevo praticato l'anale a sua figlia Lucy .
L'appoggiai li e spostai le sue gambe sopra le mie spalle . In questa posizione avrei potuto affondare colpi ben assestati, vigorosi e profondi .
Il rumore di carne che sbatteva divenne incessante e le sue urla di piacere riecheggiarono per tutta la stanza .
“Continua , continua , non fermarti , fammi sentire donna“ diceva incessantemente tra un urlo ed il successivo .

Dopo un bel po' di minuti capii che il tempo era giunto . I miei testicoli erano ormai gonfi come angurie e non aspettavano altro che rilasciare il proprio contenuto dentro il caldo corpo di Josephine .
Anche se desideravo ardentemente venirle in vagina , avvicinandomi al suo orecchio le chiesi comunque dove volesse che io concludessi .
Senza avere una risposta verbale lei si scostò e gettandomi sul divano si inginocchiò dinanzi a me , con in primo piano la vista del mio pene eretto , con il glande che , nonostante le forti percussioni , era rimasto di un rosa candido .
Con entrambe le mani afferrò l'asta del mio pene ed iniziò a masturbarmi in maniera violenta . Nessuno mai mi aveva mai trastullato in quel modo , neanche sua figlia Meredith che , quando si parlava di seghe, era davvero in gamba . Ma adesso era stata spodestata , sua madre era la nuova regina .
Bastarono pochi minuti e all'improvviso , sentii il mio pene contrarsi .Riuscii a stento ad emettere un gemito e dal prepuzio schizzarono in alto quattro schizzi ripetuti di caldo sperma che Josephine non si lasciò scappare e ,prostrandosi verso la punta , riuscì ad accogliere dentro la sua calda bocca .
Dopo gli schizzi un lungo serpentone di eiaculato continuò a scorrere dal mio pene che Josephine , forse ancora non del tutto sazia , premurosamente spalmò tra le sue labbra a mò di rossetto .

Mentre ero ancora frastornato per il sesso sfrenato appena effettuato , Josephine si avvicinò a me , appoggio i suoi caldi seni sul mio petto e mi sussurrò all'orecchio : “Sono stata bava?”.
“Signora Josephine , lei è stata magnifica “ , risposi .
“Stronzo , ti ho detto mille volte di non chiamarmi signora” , e diresse un allegro e candido ceffone in direzione dei miei testicoli ancora caldi e sudaticci .
scritto il
2023-03-21
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