Sotto il vestito niente

di
genere
masturbazione

“Domani mattina devi andare a lavoro senza intimo, a te la scelta degli abiti, basta non mettere il perizoma”. Tua mail.

Questo è un gioco vecchio come il mondo ma la sensazione, la conoscete tutte? Una situazione normale, nulla di apparentemente strano ma con un pizzico di malizia rende euforia.

Decido il mio outifit: gonna a metà coscia, camicia chiara con bralette nera in pizzo, autoreggenti e decolté. La giacca su per il freddo della mattina. Raggiungo il bar per far colazione. Ad ogni passo sento il venticello fresco tra le cosce, immagino la tua mano accarezzarmi.

-Buongiorno Sara il solito?- la cameriera ormai mi conosce, sorride ignara, le sorrido e annuisco andando a sedermi ad un tavolo nella saletta. Ti scrivo. Mi sento così in ansia, maledettamente sporca, stringo le gambe, mi liscio la gonna. Nel bar ci sono quasi tutti conoscenti e la mia tensione si taglia con il coltello, le guance arrossate, il labbro che cerco di non mordere di continuo e i miei occhi espressivi nascondono a stento il disagio.

-Sara ciao, da quanto tempo come stai?- sollevo il viso e gli occhi turbati e sorpresi si posano sulla figura di un vecchio amico di lunga data. Ci salutiamo con un abbraccio e baci sulla guancia. Lui ignaro del mio disagio, ignaro della mia eccitazione che inizia a farsi sentire. Sono nuda mentalmente davanti conoscenti amici, sconosciuti. Cosi maledettamente vulnerabile e sensibile.

"Non avrai l’intimo per tutta la fottuta giornata, datti un contegno!” pensieri affollano la testa. La mia mente da te . Un gioco, un meraviglioso gioco e io non riesco a dir di no! Dannata me!
In negozio mi tranquillizzo, ho una mezz'ora di pulizie. Ogni piccolo movimento mi ricorda di avere il sesso fuori, depilate le labbra incastrano alla perfezione nella loro linea il clitoride. Spesso mi trovo a sospirare mentre mi concentro sulle poche mansioni da svolgere leggendo te.
“Sei un porco, ecco cosa sei!” mi piace fottutamente lasciarmi guidare da te , mi piace fottutamente darti il potere della mia eccitazione, delle mie emozioni e sensazioni.
Tutto pronto per accogliere la gente. Accoglierla con il profumo di femmina nell'aria. Lo posso davvero sentire o è solo una mia soggezione? La mia mente si sente nuda, bella, erotica, trasgressiva e puttana. Mi ritrovo spesso a soffermarmi allo specchio, mi guardo, mi aggiusto il tessuto della gonna avendo paura che potesse lasciar trapelare il pizzo delle autoreggenti, guardo le mie natiche nude coperte solo da quel tessuto aderente e nulla più, sollevo lo sguardo sulla camicia, sul pizzo del intimo e sale sul collo sottile e sul mio viso ovale, sulle labbra schiuse colorate naturalmente, sugli occhi che esprimono la passione, la tensione, la voglia felina e selvaggia. Mi sento come se fossi una corda di violino tesa e tu il maestro che la suona, mi sento come una circense in equilibrio su un filo di corda a metri e metri di altezza. L'adrenalina, l'euforia. Il cervello rilascia una quantità elevata di endorfine. Drogata di piacere, drogata di eccitazione.

“Sei bellissima, sei troia" mi esalti, mi guidi, mi vezzeggi.

“Voglio essere la tua puttana!”
Il cuore perde e accelera i battiti, sento il clitoride gonfiarsi e bagnare le labbra, bagnare l'interno coscia, scivolare giù. “Voglio essere asciugata". Sto impazzendo! Mi destreggio tra la gente, cammino nel mio regno come a danzare emanando energia lussuriosa. Sorrido, mi nascondo con lo sguardo. Ma non resisto, non resisto più. Quella sensazione di tensione inizia a farmi soffrire mentre tu mi scrivi oscenità che voglio fare, oscenità che mi danno un piacere mentale nel immaginario. Mi sento fottutamente rapita, mi piace e voglio godere, godere fino a svenire.

“Ti è solo permesso toccarti i capezzoli, stringili, tirali, provocati dolore e pensa che sono io a farlo.”

Quando mi ritrovo da sola in negozio mi accingo a raggiungere la zona più nascosta dov’è posto lo specchio, lontano dalla vetrata e dalla porta. Lontano da occhi indiscreti sbottono la camicetta, abbassò le coppe della bralette e espongo i seni grandi e rotondi che sembrano ancora più gonfi con il ferretto della lingerie, li tira su. Carezzo le morbide curve, sfioro i capezzoli con le dita. Appoggio la schiena alla parete opposta e i miei occhi sono sui miei seni riflessi. Immagino le tue grandi mani, stringere i capezzoli, entrambe le mie dita incastrano il cicciolo di carne e lo strofinano forte. Mordo il labbro e tiro mugolando tra piacere e dolore. Una scossa di libito parte dal collo e si irradia lungo la schiena scaricandosi tra le cosce. Lascio i seni e sollevo la gonna mostrando il riflesso del mio sesso nudo a me stessa. Carezzo il monte di Venere decorato da un sottile triangolo di peli neri, passo un dito sul clitoride bagnato e ho un sussulto, strofino le labbra e infilo prima un dito e poi l'altro dentro a fondo. Socchiudo gli occhi e combatto contro la voglia di godere. Quando sfilo le dita da dentro me le guardo colare di umori vischiosi e appiccicosi. Infilo le dita in bocca e le succhio, il sapore denso, dolce e a tratti acre si sprigiona contro il mio palato colando sulla mia lingua. Le ripulisco bene come una gatta vogliosa del suo latte. Mi ricompongo e come una ladra mi siedo alla scrivania mandando l'ennesima mail.

“Il mio sapore… il mio sapore… com'è il mio sapore? Devo succhiare ancora le dita…si ecco il mio sapore è...”.

“Dolce con un retrogusto acre. Mi sto ancora succhiando le dita. E ho il sapore della mia figa in bocca. Non resisto voglio godere”.

“Deve essere la mente a masturbarti”.

Com'è soffrire dolcemente?

Il gioco sta iniziando a sopraffarmi e quando capisci che io stia soffrendo troppo mi dai l'ordine, il permesso di poter godere. Chiudo il negozio, è ora di pranzo, nessuno avrà l'idea di venire ora! Mi reco sul retro. Con la mente a te, mi spoglio dei miei vestiti restando solo in autoreggenti e tacchi. Mi stendo a terra. Le miei mani scivolano dai seni fin tra le cosce, le apro oscenamente e a occhi chiusi penso a te, mi scopo con due dita e mi inarco stringendo un capezzolo mentre i miei gemiti diventano più intensi fino a raggiungere l'apice godendo di te. Per te.

“Devi restare tutta la giornata senza intimo, Sara…”
di
scritto il
2023-04-08
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