Ricordi. Il mio ruolo

di
genere
dominazione

La notte è giovane. La notte è magica. La notte ci rapisce, ci scatena, ci fa essere liberi. Le notti estive aspettando l'alba sulla spiaggia, senza pensieri con la testa che gira per qualche drink in più con il cuore gonfio di emozioni e gli occhi dei sognatori.

-Sei ingiusto- dico.

-Conosco una ragazza simile, guarda caso si chiama Sara, proprio come te, ma lei è un personaggio di un film famoso.-

La mia espressione imbronciata è tutta un dire.

-Trovi ingiusto che io sia il tuo Padrone? Chissà se godi allo stesso modo se io non lo sia…- Mi guarda di sbieco, la luce illumina il suo viso e i suoi capelli facendoli brillare, da questa prospettiva appare ancor più bello di quel che è. Il mare è una tavola azzurra, il sole inizia a spuntare da sotto il pelo dell'acqua a colorare il cielo che via via diventa più luminoso. È l’alba. Io e Giacomo sulla sabbia umida, vicini come due innamorati.

-Non mi rispondi?-

-Uff… penso di.. – ecco non so cosa dire, se da un lato mi sembra ingiusto tutto ciò che sto vivendo dall'altro lato penso che sia la cosa più erotica e eccitante che abbia mai vissuto. -No, non godo allo stesso modo- gli concedo la vincita, inutile arrampicarsi sugli specchi. Il suo sorriso appare come un fulmine nel cielo sereno, qualcosa che non vedi spesso, lascia il segno.

-Andiamo a casa…-

-A dormire?-

-Si a dormire…-

Il mio appartamento è in penombra, accendiamo l'aria condizionata e siamo sul letto ancora sfatto dalla nottata precedente. Spogliata dei miei abiti nella nostra sfera di intimità torniamo a essere il Padrone e la schiava. Adoro il suo modo di guidarmi anche se mi irrita mi fa incazzare. Lo fa abilmente e io lo seguo docile.
-Adoro…-
-Cosa..?-
-Il tuo ruolo…-

Mette su gli Afterhours, la musica è di sottofondo…

-Dove vai?-

-in bagno…-

-No, non devi muoverti!-

Non mi trattengo e ci pensa lui a prendermi per un braccio, esercita una leggera pressione, in fondo mi lascia sempre decidere.

-Voglio vederti pisciare qui davanti a me!-
La frase risuona nella testa e lenta come scariche di pura energia lussuriosa scendono tra le cosce.
I polsini di cuoio tra le mani dondolano davanti ai miei occhi. Vorrei scappare, ma l'unica cosa che faccio è voltarmi per farmi legare. Sono faccia al muro, nuda, con la canzone da sfondo ad un quadro erotico osceno. Mani legate. Il cuore rimbomba nelle orecchie e tempie, la mente piena di pensieri. Sono un involucro di sentimenti contrastanti, erotici, imbarazzanti. Sottilmente intimorita. I seni si muovono a suon del respiro, le spalle sottili seguono lo stesso impercettibile movimento. La schiena snella, flessuosa si incurva alla base dove le natiche rotonde e chiare vengono percosse dalle sue mani ripetute volte. Il bruciore, il dolore sottile, si impadronisce della mia mente seguito da una scarica di brividi piacevoli che avvolge tutto il mio corpo, cullandolo in un dolce e tormentato torpore. Ho gli occhi socchiusi, le labbra aperte e l’impossibilità di muovermi come voglio rendono il tutto ancor più erotico.
Il ventre è caldo, pieno dei miei liquidi, mi trattengo e vorrei stringere le cosce ma questo non mi è possibile, appena lo faccio, le sculacciate partono a raffica, ben assestate e quasi violente, sempre più vicine alle labbra della mia intimità, chiuse, per mio volere, muscoli tesi, per mio volere. Piacere e dolore per nostro volere.
-Non resisti a lungo… hai voglia di farla, sento l'odore nell'aria, sei molto dolce puttanella. Adesso piscia! –
Mi oppongo con tutte le mie forze, sono una ribelle, non sono mai stata brava ad eseguire ordini ma questo piace a entrambi e piace quando lui si impone così. Severo, duro, quasi molesto per la mia mente che cede lentamente a quel supplizio.
Rivoli dorati iniziano a scorrere lungo le cosce, lenti scendono giù a bagnare le scarpe con tacco.
Non riesco più a controllare il mio corpo, il dolore inizia a essere pungente e l'unica via di fuga è quella di abbandonarmi a lui. Abbandonarmi al ruolo che ho scelto.
I rivoli dorati diventano sempre più abbondanti, dalle labbra carnose escono fino a che esse si schiudono e mostrano la fontanella dal color oro scendere copiosa procurando il rumore dello scroscio d'acqua. Butto il capo all'indietro e mi mordo il labbro a occhi socchiusi, mugolo. Il piacere è tale da quasi annientare l’orgoglio ucciso e umiliato per tale atto. L'odore dolce e acre si impadronisce della stanza. Sotto di me la pozzanghera dorata emana effulvi osceni e erotici. Dalle mie labbra dischiuse le ultime gocce scendono ultimando la loro corsa unendosi al laghetto formato.
Chino il capo, umiliata, ferita nel mio orgoglio. Succube. Ed è Giacomo a sorprendermi dopo aver sentito per tutto il tempo i suoi occhi addosso solo ora mi rendo conto di come mi ha fatta realmente sentire. L'umiliazione sale alle guance arrossate e agli occhi lacrimanti. Dietro di me lui afferra i miei capelli e li tira dolcemente facendomi sollevare la testa, mi carezza una guancia.

-È tremendamente dolce la mia puttanella, adesso meriti di essere fottuta a dovere…-

Non ho voglia di piangere anche se due lacrime scendono rigando il viso. Il piacere è più forte del mio orgoglio annientato.

-È il mio ruolo, Sara...-



P.s. Afterhours Il mio ruolo



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scritto il
2023-04-18
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