Sulla 94, a Milano

di
genere
dominazione

Sola, davanti allo specchio in camera da letto. In casa nessuno. Il marito al lavoro in ufficio, i figli a scuola. Ignari tutti del turbine di emozioni che vivo da qualche mese nel timore che qualcosa traspaia all’esterno.. Il turbine ha un nome, Giada.
L’ho conosciuta in un blog di racconti erotici, uno dei tanti che senza fatica si possono trovare in rete.. L’ho conosciuta mentre leggevo i commenti a un racconto che avevo scritto per vincere la noia di tutti i giorni, per vedere se ancora riuscivo a vivere qualche emozione, almeno nella mia fantasia, per cercare di ricordare cosa vuol dire essere amate come donna e non come madre, per riportare alla mente il desiderio letto negli sguardi di uomini in tempi non ancora lontani…
Il suo commento, primo di molti seguiti a miei nuovi racconti, brillava come stella polare nella miseria morale di altri messaggi…
Il commento di una donna mi emozionava come mai avrei supposto…
I commenti di una donna mi eccitavano in misura imprevedibile…
I commenti di quella donna erano il motivo per cui continuavo a scrivere racconti sul quel blog zeppo di oscene fantasie, spesso descritte facendo ricorso a un improbabile uso della lingua italiana…
Che emozione ricevere la sua prima mail: non so nemmeno ora (mai me l’ha rivelato!) come fosse entrata in possesso di quel mio indirizzo segreto.. Ma ho riconosciuto subito lei in quelle parole in cui si raccontava a me… Era come se la conoscessi da sempre.
Sono davanti allo specchio e mi sto preparando per Giada, per obbedire ai suoi desideri, per sottomettermi a lei, finalmente non più solo a parole, per non più resistere alla morbida tela di seta con cui ha imprigionato la mia anima prima ancora del corpo…
A quella prima mail ne sono seguite decine, frequenti nella stessa giornata… lunghe quando ero sola, brevissime quando sottratta alla vista di sguardi curiosi le scrivevo le mie emozioni o leggevo le sue…
Poi, inevitabile, la sua voce al telefono…una voce giovane, leggermente roca e per questo così sensuale, melodiava al mio orecchio quelle parole che avevo letto e riletto in decine di e-mail…
Il primo incontro, un aperitivo e l’inutile e prevista conferma che io ero sua e che lei mi voleva condurre per mano in un posto segreto e nascosto nella penombra…
La luce degli occhi e i racconti, il viso e il giovane corpo mi hanno in breve sedotta e mutata in donna innamorata e offerta ai suoi sensuali e sconosciuti desideri, in donna pronta a donarsi pur di compiacere quella che nel tempo è diventata la Domina amata, colei che tutto può chiedere perché sa che nulla le è precluso in questo lento, inesorabile e atteso cammino nel paradiso dei sensi, nel mondo, finora a me ignoto, della sottomissione…
Sono davanti allo specchio e mi vesto per Giada, oggi è il giorno del primo gradino della scala che sale verso il piacere più intenso. Un perizoma minimale che copre a stento il pube nudo lasciando scoperti i glutei, un morbido jeans, aderente ed elastico, che sembra disegnato sulle mie cosce, una camicia di lino che scivola morbida sul ventre e sui seni lasciati liberi dall’abituale reggiseno, ai piedi un paio di scarpe a tacco alto.. Sono pronta, il trucco leggero fa risaltare gli occhi nocciola e le morbide labbra. Il cielo è sereno, c’è il sole, fa caldo…
Obbedisco ai voleri di Giada e slaccio i due primi bottoni della camicia, mi guardo allo specchio… si nota il solco tra i seni, i capezzoli non ancora destati si indovinano sotto il sottile tessuto… so che se mi chino in avanti poco rimarrà di segreto. Mi chiedo se sarò in grado di andare fino in fondo e di salire decisa questo primo gradino.
Sono le 17, l’ora di punta, l’appuntamento con lei è alla fermata della 94 in via Moscova, direzione piazzale Cadorna… Eccola, è lì… mi guarda con l’ombra di un sorriso sulle labbra, finge di non conoscermi, questo è il patto, ma non mi perde di vista nemmeno un istante! Vedo nei suoi occhi approvazione per il mio aspetto e per come mi sono vestita… Il cuore mi balza in petto frenetico, lei è contenta di me e io sono felice… Ora non ho più paura e salgo sul bus…
Il bus è affollato, impiegate che tornano a casa, studenti universitari, uomini di tutte le età e le estrazioni sociali, la maggior parte destinata a scendere in Cadorna per i treni delle Ferrovie Nord.... E’ questo il programma…
Guardo Giada con la coda dell’occhio, ha trovato posto a sedere vicino a me e mi guarda senza imbarazzo.
Fa caldo, troppo. Ho il viso arrossato, quasi congestionato. Sudo, il cotone della camicia comincia ad aderire alla pelle nuda, temo che i capezzoli liberi, e che cominciano a destarsi, diventino troppo evidenti.. Ma non è forse questo che vuole lei…?? Quello che entrambe abbiamo auspicato lascive nelle nostre conversazioni…?? Quando ci stringevamo la mano nascosta sotto un tavolino del bar consapevoli del percorso e della destinazione dei nostri discorsi..??
Non so bene che fare, cosa attendere, in che posizione mettermi… abbasso lo sguardo e vedo l’attaccatura dei seni e il solco che li divide, ben evidente l’assenza del reggiseno nello scollo della camicia aperta per i primi due bottoni, come ordinato da lei…
Mi chiedo se i jeans attillati e sottili evidenziano i glutei liberi da oppressione di slip…
Ti guardo in mezzo alla gente, mi stai spogliando con gli occhi, sei eccitata anche tu, sei contenta della mia obbedienza e mi osservi con ansiosa attenzione.
Molto traffico, è l’ora di punta.. il bus avanza a scossoni sbalzando di continuo la gente ammassata..
Ecco, qualcosa può succedere ora…la guardo, paura ed emozione al contempo… Ma obbedisco tremante ai suoi desideri..
Qualcuno sta appoggiandosi a me, un inequivocabile contatto. Una sorpresa, due persone, un uomo maturo ma anche una giovane donna che guardo un poco stupita.
L’uomo, dietro di me, appoggia la mano sul culo coperto dai jeans leggeri, la mano si fa più insistente quando lui si accorge che non mi sto sottraendo, sembra quasi sorpreso dall’assenza di reazioni…prende a palparmi con più decisione, poi la mano scivola in mezzo alle cosce avviando un lento e continuo movimento tra culo e figa che già comincia a bagnarsi di umori copiosi… Obbediente al suo desiderio e all’ordine del tuo sguardo allargo la cosce per facilitargli il compito e per apprezzare di più quella mano che sta facendo ingigantire la mia eccitazione e mi guida, con sapiente abitudine, verso l’esplosione dei sensi…
Mi sento una troia, è quello che vuoi, è quello che voglio…
Per un attimo vedo con gli occhi della mente meraviglia e dolore mescolati ad eccitazione sul viso di mio marito che guarda stupito sua moglie lasciarsi palpare e abbandonarsi alla lasciva carezza…
Con occhi socchiusi, incurante delle strade fuori di qui, del traffico intenso e caotico nell’ora di punta che precede la sera, guardo la giovane donna appoggiata al mio fianco, sono belli i suoi occhi resi ancora più luminosi dallo scuro mascara, corrono dalle mie labbra dischiuse nel piacere che cresce al solco dei seni offerto al suo sguardo eccitato..
E’ morbido il profumo leggero che colgo, sento sul collo il suo caldo respiro, vorrei le sue labbra sulla mia pelle….
I miei occhi tornano a te, ora sorridi, ti piace quello che vedi… anche tu riveli un lieve rossore sulle tue guance, sei eccitata per la mia obbediente sottomissione..
Un’ennesima brusca frenata del bus suscita diffuse proteste tra la gente ammassata nello stretto corridoio ma non nel piccolo spazio che ospita me e i miei improvvisati ammiratori… La frenata sollecita la mano dell’uomo tra le mie cosce a un più ravvicinato contatto con la mia figa ormai poco protetta dal piccolo perizoma bagnato.. Incerta la donna appoggia il palmo della sua mano sul mio seno coperto dal leggero tessuto della camicia…
Inconsapevole mi passo la lingua sulle labbra dischiuse… mi muovo un poco, so che questo ti aspetti, e offro la curva del seno alla mano di lei che mi guarda in viso con muta domanda… Incurvo le labbra in un lieve sorriso, sono inerme, coinvolta nel doppio gioco che stanno facendo sotto il tuo vigile sguardo.. Vorrei la mano di lei tra le mie cosce, vorrei chinarmi a baciare le sue morbide labbra, sentire il sapore della sua bocca.. I suoi occhi mi parlano del suo desiderio che ora è anche mio..
Il bus è sempre più pieno, le dita dell’uomo scivolano sul mio sesso bagnato e coperto dal leggero tessuto dei jeans, le dita di lei accarezzano il capezzolo ridestato e puntuto..
Ho voglia di nuove brusche frenate..ho voglia che il viaggio non abbia più fine..
Le dita della giovane donna slacciano con decisione un terzo bottone e scivolano lievi sotto il tessuto della camicia, accarezzano senza timore il capezzolo eretto, lo stringono con dolce violenza, mi strappano un gemito incontrollato mentre la guardo con la bocca socchiusa sperando che non interrompa la sua dolce tortura… Impossibile che nessuno, oltre a te, veda ciò che succede, che nessuno commenti… Ma ho superato quei timori iniziali…
Sono pronta a cadere nel lussurioso abisso dove mi stanno portando quelle due mani sconosciute, stringo le cosce, serro la mano di lui, mi mordo il labbro per soffocare un nuovo gemito.. La donna ora ha pieno possesso del mio seno quasi scoperto, lo stringe con forza mentre mi guarda cogliendo il piacere che inarrestabile mi invade il ventre e il cervello…
Sono in balia di due sconosciuti che insieme concorrono per trarre e darmi piacere. Sono in balia del tuo sguardo che mi domina complice…
Troppo presto quelle mani mi abbandonano e mi lasciano vuota. Gente nuova che sale, gente che scende…
Mi chiudo un bottone della camicia con dita tremanti. Scendo alla fermata successiva con le cosce irrorate da umori caldi e copiosi.
Tu scendi con me, mi sorridi.. non facciamo più finta di essere due sconosciute…
Mi prendi per mano e mi guidi per strade che non conosco nella sera che nasce…
scritto il
2023-05-12
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