Il mio vizietto - 2 (continua)
di
LanA
genere
fisting
Credevo che quello fosse il massimo che si potesse vedere quella sera, ma non fu
Così.
Si era messa sopra di schiena al mandingo, e l’altro entrò pure lui nel culo.
Quindi un terzo uomo salì sopra alla donna, e infilò il suo nella figa.
Anche se la scena non durò a lungo, fu molto impressionante.
Era presa da tre uomini insieme, fino al momento che si tolsero e andarono a sborrarle in faccia tutte e tre.
Gli altri che erano stati a guardare iniziarono a coprirla di sborra.
Dopo qualche attimo, quando la doccia di sperma era terminata, a quel punto la voce del dj congedò tutti
mettendo fine alla corrida con una frase in tedesco, alles gut, auf wiedersehen.
A quel punto mio marito mi chiese se mi fosse piaciuta la seratina.
Lo guardai e gli risposi con la mia volontà di andarcene.
Mio marito non capiva cosa gli stessi dicendo, ma poi gli dissi:
Ho la figa in fiamme e non ne posso più, ho bisogno di scopare, se non ci pensi tu mi
trovo il primo che capita.
Salutammo gli italiani conosciuti a cena e ce ne andammo.
Arrivammo in albergo, mi feci scopare immediatamente.
Ero talmente arrapata che non ci volle molto per farmi avere l’orgasmo, poi continuammo la nottata all’insegna del sesso sfrenato.
Il giorno seguente non facemmo nessun accenno alla serata, in particolare perché dovevamo tornare a casa.
Il volo, i bagagli avevamo la priorità del viaggio.
Tornati a casa, tornammo su quanto avevamo visto.
Mio marito mi disse che il tipo gli aveva dato il suo numero di telefono e che ci aveva invitati ad una fiera del sesso, e che se avessimo voluto andarci, di chiamarlo che saremmo stati suoi ospiti.
Confidai come fossi stupita dall’interesse verso di noi; mio marito mi corresse “verso di te” caso mai, e poi mi disse che gli aveva proposto di farmi fare una seratina porno se fossi stata interessata a questo genere di spettacolo.
Fu allora che mio marito mi chiese se volessi farlo, essere presa da più uomini.
Se avessi voluto lo avrebbe organizzato con il tipo, bastava che io lo volessi, e che la
decisione spettava solo a me.
Lo guardai ma non risposi, lasciando la porta aperta a qualsiasi soluzione.
Né sì né no, avevo capito che non finiva lì, che era già tutto programmato.
Mio marito più volte aveva accennato a voler frequentare locali privé, ma non aveva mai forzato la mano.
Io avevo sempre detto che mi sarebbe piaciuto vedere una volta uno di questi locali, ma non se ne era mai fatto niente.
Oggi invece avevo capito che spettava solo a me dire sì o no.
La sera dopo tornò a casa con un video porno dove il tipo era protagonista con altri di una gang bang pantomima da stupro.
La protagonista viene intervistata prima e dopo della performance e naturalmente è consenziente.
Mio marito mi comunicò che se avessi voluto, avrei potuto avere un’esperienza simile a quella, in pratica messa nelle mani del branco.
Pensai, e decisi come la tipa del locale o del video, ragionavo a tutto quello che ne conseguiva.
Dopo qualche giorno però non riuscivo a togliermi dalla testa la tipa impalata da due, tre uomini, e chiesi a mio marito se anche lui era d’accordo, se a lui faceva piacere che provassi quell’esperienza.
Questo discorso glielo feci una sera di inizio settimana, e al venerdì sera arrivò a casa e mi disse di prepararmi che quella sera saremmo andati in una villa privata dove veniva girata una gang bang.
Voleva che potessi avvicinarmi gradualmente alla mia prima gang bang.
Tutto presagiva a una serata eccitante senza particolari sviluppi.
Mi portò a casa un vestito in latex, e mi diede un collare borchiato da mettere al collo. Scarpe con ultra tacchi in plexiglass, e mi disse che sarei stata mascherata per tutto il tempo mentre ero all’interno della villa.
Mi disse anche che la serata era a tema, e che ci si doveva vestire in un certo modo per le riprese, che venivano fatte tutte in presa diretta, per non avere troppo tagli dalle riprese originali.
Mi consegnò una parrucca di colore rosa e la mascherina, così mi sarei sentita meno a disagio, e non sarei stata riconosciuta, anche se avrei avuto un ruolo di comparsa nel film.
Salimmo in macchina e andammo nel luogo dove si sarebbe svolta la serata.
Mi fece scendere dall’auto e mi trovai davanti il porno attore conosciuto a Praga.
Lui mi salutò e mi lasciò con una donna che gli stava vicino. Era sulla quarantina, rossa di capelli, non bella di viso, ma ben fatta.
Pensai fosse lei la protagonista della serata, una tipa che avrei definito pure io faccia da zoccola.
Mi mise un guinzaglio al collare e mi ordinò di seguirla.
Venni portata in una sala dove c’erano solo uomini.
Pensai fosse parte della messa in scena, intravvedevo la scena non del tutto chiaramente da dietro la maschera, ed essendo l’ambiente soffuso, non ero in grado di vedere chiaramente chi fossero gli altri partecipanti di contorno.
Venni fatta fermare al centro del fascio di luce dei faretti che puntavano verso terra, in modo da illuminare quello che sarebbe accaduto sotto i riflettori.
La donna che mi aveva accompagnata mi disse di togliermi la giacca.
Rimasi così con il completo in latex, che era fatto in modo che le parti intime rimanessero accessibili.
Ero cosciente che dovessero essere violate in questa occasione.
La donna mi prese le mani, e me le fece appoggiare sopra una specie di panca, non capivo.
Poi mi fece appoggiare la testa su qualcosa di duro, e sentii chiudere sopra di me un ferro ad arco che non mi permetteva di liberarmi, erano ceppi del tipo in uso in epoca medievale.
In pratica ero stata messa alla gogna, non potevo sottrarmi, e permetteva di essere a completa disposizione di chi volesse fare uso di me.
Così.
Si era messa sopra di schiena al mandingo, e l’altro entrò pure lui nel culo.
Quindi un terzo uomo salì sopra alla donna, e infilò il suo nella figa.
Anche se la scena non durò a lungo, fu molto impressionante.
Era presa da tre uomini insieme, fino al momento che si tolsero e andarono a sborrarle in faccia tutte e tre.
Gli altri che erano stati a guardare iniziarono a coprirla di sborra.
Dopo qualche attimo, quando la doccia di sperma era terminata, a quel punto la voce del dj congedò tutti
mettendo fine alla corrida con una frase in tedesco, alles gut, auf wiedersehen.
A quel punto mio marito mi chiese se mi fosse piaciuta la seratina.
Lo guardai e gli risposi con la mia volontà di andarcene.
Mio marito non capiva cosa gli stessi dicendo, ma poi gli dissi:
Ho la figa in fiamme e non ne posso più, ho bisogno di scopare, se non ci pensi tu mi
trovo il primo che capita.
Salutammo gli italiani conosciuti a cena e ce ne andammo.
Arrivammo in albergo, mi feci scopare immediatamente.
Ero talmente arrapata che non ci volle molto per farmi avere l’orgasmo, poi continuammo la nottata all’insegna del sesso sfrenato.
Il giorno seguente non facemmo nessun accenno alla serata, in particolare perché dovevamo tornare a casa.
Il volo, i bagagli avevamo la priorità del viaggio.
Tornati a casa, tornammo su quanto avevamo visto.
Mio marito mi disse che il tipo gli aveva dato il suo numero di telefono e che ci aveva invitati ad una fiera del sesso, e che se avessimo voluto andarci, di chiamarlo che saremmo stati suoi ospiti.
Confidai come fossi stupita dall’interesse verso di noi; mio marito mi corresse “verso di te” caso mai, e poi mi disse che gli aveva proposto di farmi fare una seratina porno se fossi stata interessata a questo genere di spettacolo.
Fu allora che mio marito mi chiese se volessi farlo, essere presa da più uomini.
Se avessi voluto lo avrebbe organizzato con il tipo, bastava che io lo volessi, e che la
decisione spettava solo a me.
Lo guardai ma non risposi, lasciando la porta aperta a qualsiasi soluzione.
Né sì né no, avevo capito che non finiva lì, che era già tutto programmato.
Mio marito più volte aveva accennato a voler frequentare locali privé, ma non aveva mai forzato la mano.
Io avevo sempre detto che mi sarebbe piaciuto vedere una volta uno di questi locali, ma non se ne era mai fatto niente.
Oggi invece avevo capito che spettava solo a me dire sì o no.
La sera dopo tornò a casa con un video porno dove il tipo era protagonista con altri di una gang bang pantomima da stupro.
La protagonista viene intervistata prima e dopo della performance e naturalmente è consenziente.
Mio marito mi comunicò che se avessi voluto, avrei potuto avere un’esperienza simile a quella, in pratica messa nelle mani del branco.
Pensai, e decisi come la tipa del locale o del video, ragionavo a tutto quello che ne conseguiva.
Dopo qualche giorno però non riuscivo a togliermi dalla testa la tipa impalata da due, tre uomini, e chiesi a mio marito se anche lui era d’accordo, se a lui faceva piacere che provassi quell’esperienza.
Questo discorso glielo feci una sera di inizio settimana, e al venerdì sera arrivò a casa e mi disse di prepararmi che quella sera saremmo andati in una villa privata dove veniva girata una gang bang.
Voleva che potessi avvicinarmi gradualmente alla mia prima gang bang.
Tutto presagiva a una serata eccitante senza particolari sviluppi.
Mi portò a casa un vestito in latex, e mi diede un collare borchiato da mettere al collo. Scarpe con ultra tacchi in plexiglass, e mi disse che sarei stata mascherata per tutto il tempo mentre ero all’interno della villa.
Mi disse anche che la serata era a tema, e che ci si doveva vestire in un certo modo per le riprese, che venivano fatte tutte in presa diretta, per non avere troppo tagli dalle riprese originali.
Mi consegnò una parrucca di colore rosa e la mascherina, così mi sarei sentita meno a disagio, e non sarei stata riconosciuta, anche se avrei avuto un ruolo di comparsa nel film.
Salimmo in macchina e andammo nel luogo dove si sarebbe svolta la serata.
Mi fece scendere dall’auto e mi trovai davanti il porno attore conosciuto a Praga.
Lui mi salutò e mi lasciò con una donna che gli stava vicino. Era sulla quarantina, rossa di capelli, non bella di viso, ma ben fatta.
Pensai fosse lei la protagonista della serata, una tipa che avrei definito pure io faccia da zoccola.
Mi mise un guinzaglio al collare e mi ordinò di seguirla.
Venni portata in una sala dove c’erano solo uomini.
Pensai fosse parte della messa in scena, intravvedevo la scena non del tutto chiaramente da dietro la maschera, ed essendo l’ambiente soffuso, non ero in grado di vedere chiaramente chi fossero gli altri partecipanti di contorno.
Venni fatta fermare al centro del fascio di luce dei faretti che puntavano verso terra, in modo da illuminare quello che sarebbe accaduto sotto i riflettori.
La donna che mi aveva accompagnata mi disse di togliermi la giacca.
Rimasi così con il completo in latex, che era fatto in modo che le parti intime rimanessero accessibili.
Ero cosciente che dovessero essere violate in questa occasione.
La donna mi prese le mani, e me le fece appoggiare sopra una specie di panca, non capivo.
Poi mi fece appoggiare la testa su qualcosa di duro, e sentii chiudere sopra di me un ferro ad arco che non mi permetteva di liberarmi, erano ceppi del tipo in uso in epoca medievale.
In pratica ero stata messa alla gogna, non potevo sottrarmi, e permetteva di essere a completa disposizione di chi volesse fare uso di me.
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