Tra i due litiganti, il terzo ... gode

di
genere
prime esperienze

Il racconto è per me un lontano ricordo, però ogni volta che mi torna alla mente, lo rivivo con le stesse sensazioni di allora. Era il lontano mese di giugno del millenovecentosettantacinque, avevo quasi quindici anni e vivevo con i miei genitori in una cittadina in provincia di Milano. Il rione era composto di case nuove con cortile e orto, perlopiù costruite dai singoli proprietari con enormi sacrifici. La nostra era una casa di un piano terreno dove vivevamo, ed uno soprastante ancora da completare e che nelle intenzioni dei miei genitori sarebbe servito a me quando mi sarei fatto una famiglia. In quel quartiere, a cento metri da casa mia, vi era un negozio di commestibili e giornali, situato al piano terreno di una casetta simile alla mia ma che nel cortile anzichè orto o giardino, aveva il deposito di bombole del gas, a quei tempi i supermercati erano rari. Era gestito dalla signora Franca, una bella donna molto appariscente, sempre truccata a puntino, con discrete scollature che lasciavano intravedere un rigoglioso seno intorno alla quarta misura e dal marito Mauro, un signore piuttosto volgare, che oltre ad aiutare la moglie nelle consegne, faceva i turni in fabbrica. Tra i due non regnava un buon accordo, spesso litigavano anche davanti ai clienti. Il loro figlio ventenne aveva scelto l'università di Perugia e viveva laggiù con i nonni materni, proprio a causa del clima poco sereno della famiglia. Una mattina avevo sentito il campanello , mi ero alzato ma mia madre era già uscita in cortile e parlava con il Mauro che doveva consegnarci la bombola e una cassetta di acqua minerale, lui era a torso nudo come sempre, i peli le coprivano il petto, le spalle e finanche la schiena, sembrava uno scimmione. Si erano diretti in garage che era affiancato alla casa e che, (non so il perchè) mio padre lo aveva reso comunicante con una finestra con serranda sempre abbassata, ad eccezione delle stecche che ci davano modo di guardare l'interno della rimessa. Sentivo Mauro parlare a bassa voce e mia madre ridere, mi ero messo alla finestra e dalle stecche sollevate mi ero messo a guardare e ad ascoltare i discorsi che divertivano mia madre, lei ridendo aveva chiesto: "Allora Mauro, quanto ti devo ?"Lui si era avvicinato alle orecchie e a bassa voce aveva risposto: "Dipende, paghi in contanti o in natura ?" Mia madre anzichè offendersi aveva riso sguaiata:"Come è il pagamento in natura? Se intendi venire a letto con te per una bombola e una cassetta di acqua, mi pare un po' poco ahahah..." Lui non si era scomposto, le aveva messo una mano sul sedere e aveva risposto: "Puoi farmi una pompa, se è ancora troppo mi fai una sega e siamo pari, senti come mi viene duro solo a guardarti..." Le aveva preso una mano e se la era portata sopra ai pantaloni facendole sentire il cazzo, lei anzichè reagire con un ceffone si era messa a ridere: "Uuuuhhh... ma sei proprio un porco... un maiale..." Mauro vedendo che lei la prendeva sul ridere aveva tirato fuori il cazzo e le aveva ripreso la mano facendoglielo impugnare e l'aveva baciata, lei aveva iniziato a segarlo. Ero scosso, non osavo fiatare, pensavo a mio padre al lavoro, pensavo che mia madre era una poco di buono, ero scosso e turbato, non potevo credere di avere una madre puttana, non avrei neanche potuto dirlo a mio padre perchè sarebbe successo un dramma, ero anche eccitato però. Lui aveva eiaculato sul pavimento, erano rimasti con le bocche unite ancora alcuni istanti mentre mia madre continuava a roteare la mano impiastricciata di sperma su quel cazzo duro, infine si erano staccati ridendo come scemi. Lei aveva preso uno straccio, si era asciugata la mano ed aveva asciugato il pavimento da quelle tracce, lui si era ricomposto, lei lo aveva guardato ridendo ed aveva esclamato a bassa voce: "Sei un porco... siamo pari..." lui aveva riso e risposto: "Si bella troiona, però una volta ti voglio chiavare." e se ne era andato. Ero tornato in camera mia sconvolto, chissà da quanto durava quella situazione, mia madre era rientrata in casa e si era chiusa in bagno a lavare le tracce del suo tradimento verso mio padre, ora sapevo di avere una madre puttana che aveva tradito mio padre per diecimila lire.
Nei giorni seguenti, vedevo mia madre con occhi diversi e le stavo sempre vicino per impedirle di ripetere il tradimento, era passato un mese e mi aveva detto: "Pino, vado al negozio a ordinare la bombola e la cassetta di acqua." Mi ero affrettato a togliere la bombola e presa la cassetta delle bottiglie vuote avevo detto: "Ci penso io a prenderle non è necessario farle consegnare da Mauro." Eravamo entrati in negozio e mia madre aveva acquistato alcune cose dalla Franca, Mauro era uscito dal retrobottega, ci aveva salutati e mi aveva chiesto: "Pino, capiti a fagiolo, mi puoi dare una mano a spostare degli scaffali ? Ho dato bianco alle pareti e ho dovuto ammucchiare tuttin centro del magazzino, ora devo rimetterli a posto ma sono pesanti e mia moglie non ce la fa, anzi, ti puoi fermare tutto il giorno quì ad aiutarci? Ti pago, oggi devo andare a lavorare e tu potresti aiutare mia moglie a risistemare la merce sugli scaffali." Era intervenuta la moglie e rivolgendosi a mia madre aveva detto: "Che bello sarebbe, me lo lasci tuo figlio? Mangia con noi e così oggi posso finire." Mia madre aveva risposto che lei al pomeriggio doveva lavorare ed io non avevo impegni, potevo rimanere, la bombola e l'acqua avrei potuto portarle a casa a sera. Ero entrato nel retro bottega, uno stanzone di circa cinquanta metri quadri e lo spettacolo era disastroso, mi ero tolto la maglietta rimanendo in pantaloncini a torso nudo come Mauro e mi ero subito messo al lavoro. Gli scaffali in legno molto alti, larghi circa due metri, erano pesantissimi, li avvicinavamo al muro, poi io li tenevo e Mauro il tassellava alla parete imbiancata. Franca tra un cliente e l'altro passava ed entrava nella piccola cucina adiacente per preparare il pranzo, Mauro aveva lavorato fino a mezzogiorno, poi aveva detto che sarebbe andato a lavarsi e cambiarsi perchè alle tredici e trenta doveva partire per il turno in fabbrica, mi aveva dato le disposizioni su come continuare il lavoro ed era uscito. Alle tredici la moglie aveva chiuso il cancello ed abbassato la serranda del negozio, Mauro era arrivato con maglietta e pantaloni lunghi, ci eravamo seduti nella piccola cucina e avevamo cominciato a pranzare, Mauro aveva iniziato a discorrere della sistemazione della merce sugli scaffali e a dare istruzioni come il capo ai dipendenti, poi mi aveva detto: "Ah Pino, ho già portato la bombola e l'acqua a tua madre, così questa sera ti risparmi la fatica." Era come aver ricevuto una doccia gelata, era andato da mia madre e chissà cosa avevano fatto, forse avevano anche scopato, ero incazzatissimo ma non avrei potuto parlare neanche questa volta. Poco dopo il pranzo era finito e Franca si era messa a lavare le stoviglie, Mauro aveva detto insolente: "Il caffè ?" Lei aveva osato a chiederle di farlo lui che lei doveva finire di lavare i piatti, la reazione era stata esagerata, lui aveva dato in escandescenza urlando:" E' da questa mattina alle cinque che lavoro, tra poco inizio un turno di altre nove ore, ma che cazzo di rispetto hai di me ? Vaffanculo cretina, stronza, vado a prenderlo al bar, imbecille, stupida puttana, troia, vaffanculo." Era uscito sbattendo la porta e avevamo sentito la vespa partire rabbiosamente. Il silenzio era calato in quella piccola cucina, Gli occhi di Franca si erano riempiti di lacrime mute. Fine primo episodio.
scritto il
2023-06-23
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