La mamma di Beppe

di
genere
prime esperienze

Alle soglie dei sessant'anni, spesso mi ritrovo a pensare alla vita passata, in particolare i ricordi della mia gioventù. I miei genitori si erano trasferiti dalla Sicilia nella Milano del boom economico, poichè però gli affitti in città erano molto salati, avevano optato per una città dell'interland dove poi avevano potuto acquistare una casetta. La mia infanzia era trascorsa veloce, avevo frequentato le scuole elementari e medie in quella cittadina dove si conoscevano un po' tutti, a scuola dalla prima elementare avevo stretto amicizia con Beppe, un coetaneo che abitava a circa un chilometro da casa mia. Eravamo molto amici, ed era successo che molte volte, lui aveva mangiato e dormito da me, come spesso io avevo mangiato e dormito da lui dopo la telefonata tra le nostre mamme. La vita correva tranquilla, ma il millenovecentosettantacinque, per me era stato l'anno che non avrei mai dimenticato. Era il mese di giugno ed era il tempo degli esami della terza media, in classe gli insegnanti avevano stabilito il calendario degli orali, si sarebbero svolti per ordine alfabetico. Il sabato mattina sarebbe toccato al mio amico mentre io sarei passato il lunedì seguente. Avevamo passato il venerdì pomeriggio a studiare a casa di Beppe, la sera avevo cenato a casa sua, poi dopo la solita telefonata tra le mamme, mi ero fermato a dormire da loro, la sua camera aveva un lettino in più che serviva alla nonna che ogni tanto passava alcuni giorni da loro. Mi sentivo come a casa, al padre piaceva scherzare ed era molto simpatico, la madre Clelia, era molto affettuosa e mi trattava come un figlio. In corridoio, capeggiava una grande foto della coppia nel giorno delle nozze avvenute quindici anni prima. Mi ero chiesto spesso, come una stupenda ragazza come Clelia, aveva potuto peggiorare e trasformarsi nella donna attuale. Era diventata grassa, forse intorno al quintale, e il suo viso si era gonfiato con due guance paffute che rendevano la faccia rubiconda, una donna che difficilmente avrebbe potuto aspirare ad avere un amante. Avevamo spento la luce molto presto perchè Beppe l'indomani si sarebbe alzato di buon mattino e il padre lo aveva accompagnato alle sette e mezza prima di andare in fabbrica. Io ero rimasto a letto e nelle intenzioni, mi sarei alzato verso le nove ed avrei atteso l'arrivo del mio amico. Prima di partire, Beppe mi aveva dato un paio di riviste porno, Le Ore e La coppia moderna, a quei tempi erano molto diffuse e suo padre ne aveva alcune nel suo comodino, molto spesso le avevamo lette e ci eravamo masturbati in camera sua. Avevo l'abat jour accesa, stavo leggendo quella rivista e dopo aver tolto il lenzuolo, mi stavo menando l'uccello, all'improvviso la Clelia aveva aperto la porta e mi aveva visto. Mi ero coperto subito ed avevo messo le riviste sotto le coperte, ma purtroppo ero stato scoperto con il cazzo in mano, mi aveva chiesto:" Pino, vuoi fare colazione? altrimenti vado a fare il bagno e te le preparo quando esco dal bagno." Ero impacciato ed avevo risposto:" Dopo, grazie, ma posso andare a casa e la faccio da me." Lei era stata risoluta, con naturalezza come non avesse visto niente, mi aveva risposto:" No, no devi aspettare Beppe, te la preparo io dopo il bagno, stai comodo lì." Avevo sentito l'acqua scrosciare nella vasca, quando avevo sentito chiudere il rubinetto, mi ero alzato silenziosamente ed ero andato a spiare Clelia dalla toppa della settatura. Avevo una visione di lei seduta in vasca che si lavava accuratamente, vedevo le sue tettone che venivano insaponate, poi l'avevo vista mettersi in ginocchio ed insaponarsi la figa ed il culo, il cazzo mi stava scoppiando per l'eccitazione, mi ero fermato finchè lei era uscita dalla vasca e si era asciugata, quando aveva indossato l'accappatoio, quatto quatto ero tornato a letto menandomi l'uccello ma facendo attenzione a non venire per non sporcare le lenzuola. Poco dopo, era venuta in camera da me, io mi ero coperto e avevo nascosto le riviste sotto il letto, lei si era seduta sul bordo e mi aveva detto sorridendo:" Sei venuto a spiarmi mentre mi lavavo... bricconcello, non negare perchè ti ho visto dal vetro che guardavi dal buco della serratura, anche se i
l vetro è opaco, si vede benissimo l'ombra di chi si avvicina... comunque non importa, sono una mamma moderna e capisco i pruriti di un giovane." Avevo balbettato:" Nooo... sono rimasto a letto... " Ma lei mi aveva carezzato la spalla e aveva ripreso:"Ah ah ah aha allora era qualcun altro, ma mi pare che siamo soli in casa, quindi... e poi ti ho visto che questa mattina sei eccitato... ti ho visto con il tuo cazzone in mano... sai che ce l'hai molto grosso? Ma devi stare tranquillo, rimane un segreto tra noi, da parte mia non lo saprà mai nessuno... anche tu manterrai il segreto???" Avevo risposto seriamente:" Certo Clelia, sicuro, non lo farò mai più." Lei aveva spostato lentamente il lenzuolo sul mio petto, aveva accarezzato la mia pelle nuda e lentamente era scesa con la mano sulla pancia, avrei voluto che andasse più sotto, lei poteva aver letto nei miei pensieri perchè era arrivata al cazzo che era quasi in erezione, lo aveva impugnato dolcemente e aveva accarezzato lo scroto, si era aperta l'accappatoio e mi aveva preso una mano e se la era appoggiata sul suo grosso seno. Il mio uccello pareva di pietra, guardavo quel viso e mi pareva bello, avevo solo voglia di provare a fare l'amore, tutto il resto era sparito dalla mia mente. Mi aveva preso la mano e se la era portata nella figa, la sentivo bagnata ma mi davo la spiegazione del bagno. Mi aveva fatto alzare e mi aveva condotto nella sua camera, ci eravamo coricati nudi limonando come due ragazzini, era il mio primo bacio, e lo davo ad una donna di quarantasei anni, io ne avevo quattordici. Aveva allargato quelle grosse cosce e mi aveva tirato su di lei, ero scivolato in quella figa viscida limonando quella bocca voluttuosa. Avevo letto nei giornali porno che l'uomo che vuole accontentare una donna deve durare a lungo, mi concentravo ma il piacere stava montando, pochi minuti ed avevo eiaculato dentro quella donna che poteva essere mia madre. Era stato un piacere molto più intenso della masturbazione. Ero sceso da quel corpo e mi ero coricato di fianco a lei mano nella mano. Accarezzavo le tette e le cosce, in pochi minuti il cazzo mi era tornato durissimo, lei aveva riso e era salita su di me impalandosi. Con la sua mano aveva cominciato a sditalinarsi mentre io mi spingevo dentro lei sempre più a fondo, ad un certo punto, aveva urlato come una isterica ed aveva cominciato a tremare, era la prima volta che vedevo godere una donna, non capivo se godeva o aveva qualche problema, mi ero tranquillizzato quando aveva gridato:" Uuuuuuhhhhhh..... come goooodooooo..... avevo paura che qualche vicino di casa si allarmasse, ma poi pensavo che quello era il suo modo di godere. Avevamo scopato altre due volte, poi eravamo andati in cucina e mi aveva preparato una colazione squisita, ridendo aveva detto:" Devi recuperare le energie che hai perso... mi hai spompata... lo sai che hai un bel cazzone?" Non lo sapevo, però pensandoci il cazzo di Beppe era più piccolo. Alle dodici, il mio amico era arrivato, aveva detto che l'orale era stato facile, io avevo il pensiero fisso sulla mattinata con sua madre. Da quel giorno, nonostante la giovane età, ho cominciato a frequentare assiduamente Clelia, è diventata la mia amante fissa e l'ho frequentata per sette anni, fino a quando il marito ha deciso di tornare nella sua Basilicata, in quei sette anni, le ragazze non mi attraevano perchè avevo la tranquillità sessuale con la madre del mio migliore amico.
scritto il
2024-07-03
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