Un'avventura - cap. 4
di
Amelie
genere
tradimenti
Rientrò in camera. Il compagno la stava aspettando in piedi. Accarezzò con lo sguardo le sue forme sinuose. La guardò negli occhi e le disse "sei stupenda". Si avvicinò, le fece scivolare una bretellina del vestito, ammirando e baciando il suo seno. Fece scivolare anche l'altra, le accarezzò e le strinse i seni. Le leccò i capezzoli. Fece scivolare il vestito a terra. Notò che non aveva indossato l'intimo e gli occhi gli brillarono eccitati, credendo fosse per stuzzicare lui. Lei intuì, si sentì in colpa, ma quell'ombra svanì subito. In quel momento desiderava soltanto essere scopata. Lui tirò fuori il suo pene già eretto, la fece sdraiare sul letto e la penetrò con un ritmo che partì lento e poi divenne forsennato. Lei iniziò ad ansimare come non aveva mai fatto. Sapeva che l'altro uomo era nella stanza confinante e avrebbe potuto sentirla. Voleva fargli sentire i suoi gemiti. Sperava che si masturbasse sentendola godere.
Lui era rimasto sveglio. Con l'orecchio teso per sentire i rumori provenienti dall'altra stanza. Sì, il compagno la stava scopando, e lei stava godendo. Udire quei gemiti, da un lato lo fecero andare fuori di testa di gelosia, e dall'altro lo fecero eccitare terribilmente.
Sì segò con foga.
Dopo l'orgasmo il compagno si girò dall'altra parte. Lei con una mano gli accarezzò il pacco facendogli capire che avrebbe voluto continuare. Lui le rispose dandole qualche distratta carezza sulla sua figa e poi si girò dandole le spalle per dormire.
Quell'orgasmo l'aveva lasciata insoddisfatta.
Non le bastava. Desiderava essere scopata ancora. Si promise che avrebbe fatto di tutto per essere scopata da quello sconosciuto.
Andò in bagno, fece scorrere l'acqua calda della doccia sul suo corpo. Si accarezzò fino a godere. Tornò a letto. Il compagno dormiva profondamente, notò con irritazione. Avrebbe voluto farsi possedere ancora. Sentiva che quel tradimento aveva acceso dentro di lei un bisogno di sesso che doveva essere saziato.
L'indomani a colazione si erano fissati a lungo. Lei era quasi certa che lui quella notte avesse udito i suoi gemiti. Per lui averla sentita godere con il suo uomo gli aveva fatto crescere il desiderio di possederla. Di possederla al più presto.
Dopo colazione erano andati tutti in spiaggia.
Mentre il compagno sarebbe andato a farsi un tuffo, lei gli aveva detto che nel frattempo sarebbe tornata in camera per andare in bagno con un po' di tranquillità. Dopo qualche istante l'uomo la seguì. Camminarono verso le proprie stanze ignorandosi per non destare sospetti, lei un po' più avanti, lui un poco più indietro.
Arrivati di fronte alla porta delle camere lui aprì la sua e entrarono dentro.
Le tolse il costume, la fece appoggiare con la schiena sulla porta che aveva appena chiuso e le infilò due dita dentro. La masturbò fino a sentirla piena di umori, sfilò le dita e inserì il suo pene. Le allargò le braccia sulla porta fermandole con le sue mani, come in segno di resa. E infatti lei si stava arrendendo.
Si arrendeva alla voglia di essere di essere presa con forza.
Si arrendeva alla voglia di essere scopata da un semi sconosciuto.
Si arrendeva al fatto di tradire il suo compagno con il quale anche la sera prima non aveva sentito quella passione dirompente che invece stava sentendo in quel momento.
L'orgasmo arrivò potente per entrambi.
I loro corpi non avevano ancora esaurito la voglia di godere. Lui la prese per mano e la condusse in bagno, la fece chinare sul lavandino e la penetrò da dietro. Entrambi potevano guardare i loro corpi riflessi nello specchio perdersi nelle spinte sempre più intense di lui fino a culminare in un nuovo orgasmo.
Si stesero sul letto, giusto il tempo di lasciar decantare quella sensazione di benessere e appagamento che li pervadeva. Questa volta prese lei l'iniziativa. Si mise a cavalcioni su di lui e fece affondare il pene dentro di lei. Quella posizione le dava la sensazione di essere riempita ancora più profondamente e le procurò intensi brividi di godimento. Afferrò i suoi fianchi e iniziò a far ondeggiare il suo bacino su di lui, alternando movimenti rotatori ad altri su e giù, assecondando le sensazioni di piacere.
Era uscito dall'acqua dopo un bagno che gli era sembrato abbastanza lungo. Lei non era ancora tornata e aveva deciso di raggiungerla in camera. L'idea era replicare la piacevolissima ginnastica della sera prima. Entrò in camera ma era vuota. Ad un tratto sentì dei gemiti provenire dall'altra stanza. Ci stavano dando dentro.
Non riuscì a smettere di ascoltarli, sempre più eccitato, e fece scendere una mano sul suo pacco.
Erano venuti insieme. Dopo qualche istante lui si era messo sopra di lei e aveva ripreso a scoparla. Le spinte erano sempre più profonde e veloci. Anche lui aveva iniziato a gemere.
Nella stanza a fianco, l'uomo, sempre più eccitato, si stava masturbando.
Eiaculò copiosamente quando ad un tratto sentì una voce femminile che nell'altra stanza tra i gemiti implorava "continua ti prego... continua ti prego... così..." . Per un attimo gli sembrò la voce della sua compagna ma cacciò subito via quel pensiero, si ripulì e uscì di fretta dalla camera. I gemiti di quella coppia riecheggiavano nel corridoio e nella sua testa.
Tornò in spiaggia, si sdraiò sul lettino e dopo poco giunse anche lei.
Lui era rimasto sveglio. Con l'orecchio teso per sentire i rumori provenienti dall'altra stanza. Sì, il compagno la stava scopando, e lei stava godendo. Udire quei gemiti, da un lato lo fecero andare fuori di testa di gelosia, e dall'altro lo fecero eccitare terribilmente.
Sì segò con foga.
Dopo l'orgasmo il compagno si girò dall'altra parte. Lei con una mano gli accarezzò il pacco facendogli capire che avrebbe voluto continuare. Lui le rispose dandole qualche distratta carezza sulla sua figa e poi si girò dandole le spalle per dormire.
Quell'orgasmo l'aveva lasciata insoddisfatta.
Non le bastava. Desiderava essere scopata ancora. Si promise che avrebbe fatto di tutto per essere scopata da quello sconosciuto.
Andò in bagno, fece scorrere l'acqua calda della doccia sul suo corpo. Si accarezzò fino a godere. Tornò a letto. Il compagno dormiva profondamente, notò con irritazione. Avrebbe voluto farsi possedere ancora. Sentiva che quel tradimento aveva acceso dentro di lei un bisogno di sesso che doveva essere saziato.
L'indomani a colazione si erano fissati a lungo. Lei era quasi certa che lui quella notte avesse udito i suoi gemiti. Per lui averla sentita godere con il suo uomo gli aveva fatto crescere il desiderio di possederla. Di possederla al più presto.
Dopo colazione erano andati tutti in spiaggia.
Mentre il compagno sarebbe andato a farsi un tuffo, lei gli aveva detto che nel frattempo sarebbe tornata in camera per andare in bagno con un po' di tranquillità. Dopo qualche istante l'uomo la seguì. Camminarono verso le proprie stanze ignorandosi per non destare sospetti, lei un po' più avanti, lui un poco più indietro.
Arrivati di fronte alla porta delle camere lui aprì la sua e entrarono dentro.
Le tolse il costume, la fece appoggiare con la schiena sulla porta che aveva appena chiuso e le infilò due dita dentro. La masturbò fino a sentirla piena di umori, sfilò le dita e inserì il suo pene. Le allargò le braccia sulla porta fermandole con le sue mani, come in segno di resa. E infatti lei si stava arrendendo.
Si arrendeva alla voglia di essere di essere presa con forza.
Si arrendeva alla voglia di essere scopata da un semi sconosciuto.
Si arrendeva al fatto di tradire il suo compagno con il quale anche la sera prima non aveva sentito quella passione dirompente che invece stava sentendo in quel momento.
L'orgasmo arrivò potente per entrambi.
I loro corpi non avevano ancora esaurito la voglia di godere. Lui la prese per mano e la condusse in bagno, la fece chinare sul lavandino e la penetrò da dietro. Entrambi potevano guardare i loro corpi riflessi nello specchio perdersi nelle spinte sempre più intense di lui fino a culminare in un nuovo orgasmo.
Si stesero sul letto, giusto il tempo di lasciar decantare quella sensazione di benessere e appagamento che li pervadeva. Questa volta prese lei l'iniziativa. Si mise a cavalcioni su di lui e fece affondare il pene dentro di lei. Quella posizione le dava la sensazione di essere riempita ancora più profondamente e le procurò intensi brividi di godimento. Afferrò i suoi fianchi e iniziò a far ondeggiare il suo bacino su di lui, alternando movimenti rotatori ad altri su e giù, assecondando le sensazioni di piacere.
Era uscito dall'acqua dopo un bagno che gli era sembrato abbastanza lungo. Lei non era ancora tornata e aveva deciso di raggiungerla in camera. L'idea era replicare la piacevolissima ginnastica della sera prima. Entrò in camera ma era vuota. Ad un tratto sentì dei gemiti provenire dall'altra stanza. Ci stavano dando dentro.
Non riuscì a smettere di ascoltarli, sempre più eccitato, e fece scendere una mano sul suo pacco.
Erano venuti insieme. Dopo qualche istante lui si era messo sopra di lei e aveva ripreso a scoparla. Le spinte erano sempre più profonde e veloci. Anche lui aveva iniziato a gemere.
Nella stanza a fianco, l'uomo, sempre più eccitato, si stava masturbando.
Eiaculò copiosamente quando ad un tratto sentì una voce femminile che nell'altra stanza tra i gemiti implorava "continua ti prego... continua ti prego... così..." . Per un attimo gli sembrò la voce della sua compagna ma cacciò subito via quel pensiero, si ripulì e uscì di fretta dalla camera. I gemiti di quella coppia riecheggiavano nel corridoio e nella sua testa.
Tornò in spiaggia, si sdraiò sul lettino e dopo poco giunse anche lei.
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