Un'avventura - cap. 5
di
Amelie
genere
tradimenti
Quella sera mentre si preparavano per andare a cena le disse di non indossare gli slip.
Lei aveva scelto un miniabito a fascia senza spalline, piuttosto corto. Riconobbe nello sguardo del suo compagno il desiderio di scoparla. Si chinò ai suoi piedi, glielo prese in bocca, e gli fece un pompino applicando tutta la sua maestria. Forse per mettere a tacere i sensi di colpa verso di lui. O forse semplicemente perchè ne aveva voglia. Ingoiò il suo sperma e tornò ai preparativi.
Giunsero nella sala e al tavolo lei fece in modo di sedersi di fronte all'amante. Allargò le sue gambe noncurante della sua nudità intima e distese i piedi un po' avanti verso di lui. Lui mise i suoi piedi accanto a quelli di lei, cingendoli dall'esterno come con un senso di possesso, lasciando che si toccassero. Le loro bocche dissero qualche parola di banale conversazione mentre i loro occhi e i loro pensieri si stavano scopando. Lei fece cadere una posata verso di lui e lui si abbassò per raccoglierla. Nel mentre lei spalancò le gambe. Lui vide la sua nudità e si eccitò terribilmente. Poi lei portò un dito alle labbra, lo sfiorò con la lingua e scese giù per toccarsi. All'improvviso il compagno, che fino ad allora era rimasto impegnato in una conversazione con altri ospiti, la chiamò, facendola trasalire. Le sorrise, allungò una mano sul suo ventre e sfiorò il suo sesso. Sentì che era bagnata e si illuse fosse per lui. Ritirò la mano, pregustandosi le scintille al loro ritorno in camera.
D'un tratto lei disse che doveva andare un attimo alla toilette. Non sapeva chi dei due l'avrebbe seguita. Probabilmente tutti e due.
Quella mossa era stata azzardata e pericolosa.
Il compagno avrebbe voluto seguirla ma fu fermato dalle chiacchiere dell'ospite più logorroica del villaggio che l'aveva trattenuto in una delle sue conversazioni. Lui per educazione non l'aveva stoppata subito e ora era rimasto costretto a sorbirsi quella valanga di parole futili. L'amante aveva sfruttato quell'incredibile colpo di fortuna per seguirla. Dopo qualche istante lei vide l'amante fare capolino dalla porta del bagno e farle segno di seguirlo. Lei lo seguì. Le loro stanze erano lì vicino, e lui la stava conducendo proprio lì, lontani da occhi indiscreti. Entrarono nella stanza di lui e si chiusero a chiave. Si baciarono con tutta l'urgenza che sentivano montare dentro di loro. Le sollevò il vestito, si inginocchiò e la leccò avidamente fino a farla venire. Tirò fuori dai pantaloni il suo pene già durissimo e la scopò. Lei venne subito. Sfilò il suo membro dal sesso di lei e prese a massaggiarselo. Lei si inginocchiò ai suoi piedi, gli afferrò le palle per massaggiarle e leccarle, per poi risalire con la sua lingua sull'asta. Gli leccò la cappella con movimenti che lo fecero impazzire di piacere e quando sentì l'eiaculazione ormai vicina lo fece affondare nella sua bocca.
Intanto il compagno non vedendola tornare si era insospettito. Andò in bagno per cercarla, ma entrambi i bagni erano liberi. Andò in camera ma era vuota. Nell'altra stanza c'era di nuovo qualcuno che ci stava dando dentro. Decise di uscire nel terrazzo per sbirciare. Da lì non riusciva a vedere nulla e decise di scavalcare la piccola staccionata per curiosare. La finestra era spalancata, la luce era spenta, si avvicinò silenziosamente e vide due sagome, individuò la donna per i capelli lunghi sciolti, ma non riusciva a riconoscerne i lineamenti. Era inginocchiata e stava facendo un pompino all'uomo. Poi si erano adagiati sul letto.
Nel mentre la luna in cielo si liberò dalle nuvole e illuminò meglio la scena.
Gli parve di riconoscere quel ragazzo atletico che faceva parte del loro gruppo. Non aveva notato che fossero vicini di stanza. Ripensò alla mattina precedente quando aveva sentito quella donna gemere e implorare di continuare. Gli venne di nuovo quel pensiero della somiglianza con il modo che aveva la sua donna di gemere e ansimare.
Lei si adagiò sopra di lui e iniziò a cavalcarlo.
Lui si era aggrappato ai suoi seni e continuava a palparli, a stringerli forte nelle sue mani, a strizzarle i capezzoli procurandole scosse di dolore misto a piacere. Entrambi gli uomini, da angolazioni diverse, la videro inarcare all'indietro la schiena al culmine dell'orgasmo.
Quando lei risalì con la testa, vide per un istante una sagoma fuori dalla finestra. Ebbe un sussulto, le parve di aver visto il compagno. Le piombò addosso una forte angoscia che la fece correre in bagno per nascondere le lacrime e lavarle via con acqua fresca. Quando sentì di essersi ripresa, si rivestì e tornò al tavolo.
Lui non c'era. Arrivò poco dopo.
"Dov'eri finita? Ti ho cercato in bagno e in camera ma tu non c'eri. Si può sapere dove diavolo eri finita?". Era visibilmente alterato per non dire incazzato nero.
Lei rispose "mi sono ricordata che volevo sempre chiedere un secondo stendino per il nostro terrazzo e ne ho approfittato per fare un salto alla reception. Pensavo di metterci un attimo e invece mi sono fatta prendere dalle chiacchiere."
Non voleva che lui la scoprisse. Il terrore che aveva sentito scorrere dentro di lei all'idea di essere vista dal compagno mentre si scopava un altro uomo la faceva stare male.
Lui decise di crederle. Il sospetto che lei lo tradisse con un'altro uomo lo faceva andare fuori di testa.
Decisero di tornare in camera.
Erano silenziosi mentre camminavano l'uno di fianco all'altra.
Entrarono in stanza e si chiusero la porta alle loro spalle.
Lei aveva scelto un miniabito a fascia senza spalline, piuttosto corto. Riconobbe nello sguardo del suo compagno il desiderio di scoparla. Si chinò ai suoi piedi, glielo prese in bocca, e gli fece un pompino applicando tutta la sua maestria. Forse per mettere a tacere i sensi di colpa verso di lui. O forse semplicemente perchè ne aveva voglia. Ingoiò il suo sperma e tornò ai preparativi.
Giunsero nella sala e al tavolo lei fece in modo di sedersi di fronte all'amante. Allargò le sue gambe noncurante della sua nudità intima e distese i piedi un po' avanti verso di lui. Lui mise i suoi piedi accanto a quelli di lei, cingendoli dall'esterno come con un senso di possesso, lasciando che si toccassero. Le loro bocche dissero qualche parola di banale conversazione mentre i loro occhi e i loro pensieri si stavano scopando. Lei fece cadere una posata verso di lui e lui si abbassò per raccoglierla. Nel mentre lei spalancò le gambe. Lui vide la sua nudità e si eccitò terribilmente. Poi lei portò un dito alle labbra, lo sfiorò con la lingua e scese giù per toccarsi. All'improvviso il compagno, che fino ad allora era rimasto impegnato in una conversazione con altri ospiti, la chiamò, facendola trasalire. Le sorrise, allungò una mano sul suo ventre e sfiorò il suo sesso. Sentì che era bagnata e si illuse fosse per lui. Ritirò la mano, pregustandosi le scintille al loro ritorno in camera.
D'un tratto lei disse che doveva andare un attimo alla toilette. Non sapeva chi dei due l'avrebbe seguita. Probabilmente tutti e due.
Quella mossa era stata azzardata e pericolosa.
Il compagno avrebbe voluto seguirla ma fu fermato dalle chiacchiere dell'ospite più logorroica del villaggio che l'aveva trattenuto in una delle sue conversazioni. Lui per educazione non l'aveva stoppata subito e ora era rimasto costretto a sorbirsi quella valanga di parole futili. L'amante aveva sfruttato quell'incredibile colpo di fortuna per seguirla. Dopo qualche istante lei vide l'amante fare capolino dalla porta del bagno e farle segno di seguirlo. Lei lo seguì. Le loro stanze erano lì vicino, e lui la stava conducendo proprio lì, lontani da occhi indiscreti. Entrarono nella stanza di lui e si chiusero a chiave. Si baciarono con tutta l'urgenza che sentivano montare dentro di loro. Le sollevò il vestito, si inginocchiò e la leccò avidamente fino a farla venire. Tirò fuori dai pantaloni il suo pene già durissimo e la scopò. Lei venne subito. Sfilò il suo membro dal sesso di lei e prese a massaggiarselo. Lei si inginocchiò ai suoi piedi, gli afferrò le palle per massaggiarle e leccarle, per poi risalire con la sua lingua sull'asta. Gli leccò la cappella con movimenti che lo fecero impazzire di piacere e quando sentì l'eiaculazione ormai vicina lo fece affondare nella sua bocca.
Intanto il compagno non vedendola tornare si era insospettito. Andò in bagno per cercarla, ma entrambi i bagni erano liberi. Andò in camera ma era vuota. Nell'altra stanza c'era di nuovo qualcuno che ci stava dando dentro. Decise di uscire nel terrazzo per sbirciare. Da lì non riusciva a vedere nulla e decise di scavalcare la piccola staccionata per curiosare. La finestra era spalancata, la luce era spenta, si avvicinò silenziosamente e vide due sagome, individuò la donna per i capelli lunghi sciolti, ma non riusciva a riconoscerne i lineamenti. Era inginocchiata e stava facendo un pompino all'uomo. Poi si erano adagiati sul letto.
Nel mentre la luna in cielo si liberò dalle nuvole e illuminò meglio la scena.
Gli parve di riconoscere quel ragazzo atletico che faceva parte del loro gruppo. Non aveva notato che fossero vicini di stanza. Ripensò alla mattina precedente quando aveva sentito quella donna gemere e implorare di continuare. Gli venne di nuovo quel pensiero della somiglianza con il modo che aveva la sua donna di gemere e ansimare.
Lei si adagiò sopra di lui e iniziò a cavalcarlo.
Lui si era aggrappato ai suoi seni e continuava a palparli, a stringerli forte nelle sue mani, a strizzarle i capezzoli procurandole scosse di dolore misto a piacere. Entrambi gli uomini, da angolazioni diverse, la videro inarcare all'indietro la schiena al culmine dell'orgasmo.
Quando lei risalì con la testa, vide per un istante una sagoma fuori dalla finestra. Ebbe un sussulto, le parve di aver visto il compagno. Le piombò addosso una forte angoscia che la fece correre in bagno per nascondere le lacrime e lavarle via con acqua fresca. Quando sentì di essersi ripresa, si rivestì e tornò al tavolo.
Lui non c'era. Arrivò poco dopo.
"Dov'eri finita? Ti ho cercato in bagno e in camera ma tu non c'eri. Si può sapere dove diavolo eri finita?". Era visibilmente alterato per non dire incazzato nero.
Lei rispose "mi sono ricordata che volevo sempre chiedere un secondo stendino per il nostro terrazzo e ne ho approfittato per fare un salto alla reception. Pensavo di metterci un attimo e invece mi sono fatta prendere dalle chiacchiere."
Non voleva che lui la scoprisse. Il terrore che aveva sentito scorrere dentro di lei all'idea di essere vista dal compagno mentre si scopava un altro uomo la faceva stare male.
Lui decise di crederle. Il sospetto che lei lo tradisse con un'altro uomo lo faceva andare fuori di testa.
Decisero di tornare in camera.
Erano silenziosi mentre camminavano l'uno di fianco all'altra.
Entrarono in stanza e si chiusero la porta alle loro spalle.
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