La Maestra (capitolo 2)
di
Amelie
genere
saffico
L'indomani Lidia entrò nella camera di Claudia e guardò nel cassetto della biancheria intima alla ricerca di perizoma. Non ne trovò, allora ne prese due dei suoi e le disse che nei giorni seguenti avrebbe dovuto indossarli al contrario. Il filo sottile indossato davanti le avrebbe stimolato il clitoride e le avrebbe creato una piacevole tensione per tutto il giorno.
Poi prese un paio di vecchi slip dell'amica e con un paio di forbici le praticò un taglio davanti chiedendo di indossarle così. In quel modo avrebbe avuto il clitoride scoperto e avrebbe dovuto toccarsi nel bagno dell'università. Anche masturbarsi in luoghi inediti faceva parte della sperimentazione. "Vedrai che con questi piccoli dettagli inizierai a sentirti più sensuale".
Dopo qualche giorno Lidia propose a Claudia di uscire senza slip e reggiseno.
Le fece indossare un top che le lasciava scoperta parte della schiena e davanti due triangoli di stoffa le coprivano i piccoli seni. La stoffa sottile era in grado di rivelare l'eccitazione dei capezzoli appena questi sarebbero diventati duri. Poi le disse di andare in bagno e depilarsi completamente la figa. Claudia aveva una sottile peluria chiara e con pochi passaggi di lametta si rese completamente liscia.
Le fece indossare una gonna morbida che le arrivava sopra il ginocchio. Il colore blu scuro mascherava perfettamente la sua nudità e la morbidezza del tessuto le regalava una sensazione di maliziosa libertà. Le propose di andare al centro commerciale e le disse di giocare un po' con il fatto di non indossare la biancheria.
L'idea di essere nuda rese Lidia audace nei movimenti. Quando presero le scale mobili per salire al piano superiore si guardò intorno, puntò un uomo che era poco sotto di loro e allargò le gambe. Non poteva essere sicura se il gioco della prospettiva rivelasse all'uomo la sua nudità, ma le bastava il brivido del rischio per sentire che si stava eccitando.
Lidia le propose di sedersi ad un bar che aveva dei tavolini alti con degli sgabelli. Claudia si accomodò accavallando le gambe. Poi, quando vide un uomo seduto su una panchina poco distante, iniziò ad aprire le gambe indugiando qualche secondo a gambe aperte prima di tornare ad accavallarle cambiando gamba. Erano gesti che apparentemente potevano sembrare casuali mentre nella sua testa in realtà cresceva il desiderio di mostrarsi a quello sconosciuto. Per un attimo lui in effetti la fissò in mezzo alle gambe, probabilmente aveva scoperto la sua nudità. Lidia, dagli occhi dell'amica, intuì il gioco e capì che la ragazza stava iniziando a lasciarsi andare e ad apprezzare quei giochi maliziosi.
Quando l'uomo si alzò e lentamente camminò verso di loro Lidia ne approfittò per far cadere il suo portafoglio a terra. Claudia capì all'istante, e mentre l'uomo si chinò per raccogliere il portafoglio aprì le gambe. Luì le fissò l'apertura con desiderio. A quel punto tutti e tre capirono che ci si poteva ancora divertire in qualche modo.
Lidia disse all'amica ad alta voce, in modo da farsi sentire anche da lui, di fare un giro nel negozio di intimo. Claudia le rispose di sì. Anche l'uomo entrò nel negozio.
A quel punto Lidia prese alcuni completini sexy ed entrò nel camerino con l'amica. Nel chiudere la tenda lasciò uno spiraglio aperto, quel tanto che bastava per far sembrare la tenda chiusa con noncuranza e intanto permettere una buona visuale ad occhi indiscreti.
L'uomo infatti si era messo in modo da fingere interesse per dei boxer e tshirt mentre in realtà guardava il loro camerino con golosità.
Lidia si sfilò la maglia e il reggiseno, giocò con i capezzoli che divennero duri dopo pochi istanti e indossò il reggiseno di uno dei completini. Aveva preso apposta una taglia in meno per strizzare le sue tette in un effetto push up stratosferico. Prima si mise di fronte allo specchio per farsi ammirare dallo sconosciuto che dal riflesso nello specchio riusciva a vedere le sue forme generose. Poi si tolse i jeans e restò con un microperizoma di tulle nero. Infilò due dita nel perizoma, raccolse i suoi umori e se le portò alla bocca. A quel punto si girò verso Claudia, che deglutì per la bellezza dell'amica e l'eccitazione che sentiva colarle tra le gambe. Lidia le disse "ora tocca a te".
Claudia tornò con l'attenzione al gioco con lo sconosciuto. Si sfilò il top mostrando i piccoli seni con i capezzoli già eretti. Poi si sedette sullo sgabello, si sfilò la gonna e spalancò le gambe. Si massaggiò il clitoride fissando lo sconosciuto attraverso lo specchio. L'uomo si portò una mano sul pacco. Prese alcune magliette ed entrò nel camerino accanto al loro. Fu a quel punto che Lidia entrò nel camerino dell'uomo e stette lì alcuni minuti. Claudia sentì dei rumori e gemiti soffocati. Dopo poco Lidia rientrò con un sorriso malizioso nello spogliatoio dove l'aspettava l'amica.
Poi prese un paio di vecchi slip dell'amica e con un paio di forbici le praticò un taglio davanti chiedendo di indossarle così. In quel modo avrebbe avuto il clitoride scoperto e avrebbe dovuto toccarsi nel bagno dell'università. Anche masturbarsi in luoghi inediti faceva parte della sperimentazione. "Vedrai che con questi piccoli dettagli inizierai a sentirti più sensuale".
Dopo qualche giorno Lidia propose a Claudia di uscire senza slip e reggiseno.
Le fece indossare un top che le lasciava scoperta parte della schiena e davanti due triangoli di stoffa le coprivano i piccoli seni. La stoffa sottile era in grado di rivelare l'eccitazione dei capezzoli appena questi sarebbero diventati duri. Poi le disse di andare in bagno e depilarsi completamente la figa. Claudia aveva una sottile peluria chiara e con pochi passaggi di lametta si rese completamente liscia.
Le fece indossare una gonna morbida che le arrivava sopra il ginocchio. Il colore blu scuro mascherava perfettamente la sua nudità e la morbidezza del tessuto le regalava una sensazione di maliziosa libertà. Le propose di andare al centro commerciale e le disse di giocare un po' con il fatto di non indossare la biancheria.
L'idea di essere nuda rese Lidia audace nei movimenti. Quando presero le scale mobili per salire al piano superiore si guardò intorno, puntò un uomo che era poco sotto di loro e allargò le gambe. Non poteva essere sicura se il gioco della prospettiva rivelasse all'uomo la sua nudità, ma le bastava il brivido del rischio per sentire che si stava eccitando.
Lidia le propose di sedersi ad un bar che aveva dei tavolini alti con degli sgabelli. Claudia si accomodò accavallando le gambe. Poi, quando vide un uomo seduto su una panchina poco distante, iniziò ad aprire le gambe indugiando qualche secondo a gambe aperte prima di tornare ad accavallarle cambiando gamba. Erano gesti che apparentemente potevano sembrare casuali mentre nella sua testa in realtà cresceva il desiderio di mostrarsi a quello sconosciuto. Per un attimo lui in effetti la fissò in mezzo alle gambe, probabilmente aveva scoperto la sua nudità. Lidia, dagli occhi dell'amica, intuì il gioco e capì che la ragazza stava iniziando a lasciarsi andare e ad apprezzare quei giochi maliziosi.
Quando l'uomo si alzò e lentamente camminò verso di loro Lidia ne approfittò per far cadere il suo portafoglio a terra. Claudia capì all'istante, e mentre l'uomo si chinò per raccogliere il portafoglio aprì le gambe. Luì le fissò l'apertura con desiderio. A quel punto tutti e tre capirono che ci si poteva ancora divertire in qualche modo.
Lidia disse all'amica ad alta voce, in modo da farsi sentire anche da lui, di fare un giro nel negozio di intimo. Claudia le rispose di sì. Anche l'uomo entrò nel negozio.
A quel punto Lidia prese alcuni completini sexy ed entrò nel camerino con l'amica. Nel chiudere la tenda lasciò uno spiraglio aperto, quel tanto che bastava per far sembrare la tenda chiusa con noncuranza e intanto permettere una buona visuale ad occhi indiscreti.
L'uomo infatti si era messo in modo da fingere interesse per dei boxer e tshirt mentre in realtà guardava il loro camerino con golosità.
Lidia si sfilò la maglia e il reggiseno, giocò con i capezzoli che divennero duri dopo pochi istanti e indossò il reggiseno di uno dei completini. Aveva preso apposta una taglia in meno per strizzare le sue tette in un effetto push up stratosferico. Prima si mise di fronte allo specchio per farsi ammirare dallo sconosciuto che dal riflesso nello specchio riusciva a vedere le sue forme generose. Poi si tolse i jeans e restò con un microperizoma di tulle nero. Infilò due dita nel perizoma, raccolse i suoi umori e se le portò alla bocca. A quel punto si girò verso Claudia, che deglutì per la bellezza dell'amica e l'eccitazione che sentiva colarle tra le gambe. Lidia le disse "ora tocca a te".
Claudia tornò con l'attenzione al gioco con lo sconosciuto. Si sfilò il top mostrando i piccoli seni con i capezzoli già eretti. Poi si sedette sullo sgabello, si sfilò la gonna e spalancò le gambe. Si massaggiò il clitoride fissando lo sconosciuto attraverso lo specchio. L'uomo si portò una mano sul pacco. Prese alcune magliette ed entrò nel camerino accanto al loro. Fu a quel punto che Lidia entrò nel camerino dell'uomo e stette lì alcuni minuti. Claudia sentì dei rumori e gemiti soffocati. Dopo poco Lidia rientrò con un sorriso malizioso nello spogliatoio dove l'aspettava l'amica.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La Maestra (capitolo 1)racconto sucessivo
La Maestra (capitolo 3)
Commenti dei lettori al racconto erotico