A proposito di Erica.
di
gfranco
genere
sentimentali
Oggi, di mattina presto sono andato al bar Sport della Erica. Dopo quella sera che l'ho accompagnata a casa e mi ha risposto bruscamente, al suo bar ci vado di meno e me ne stò più riservato. Pierino mi ha chiesto perchè non faccio più tanta comaria con coscia lunga. Non gli ho detto che forse la colpa è sua che mi ha raccontato tante fregnacce e facendomi credere che la Erica, da come si comportava con me, era pronta a darmela. Infatti mi ha dato qualcosa: una pacca sui denti, dura da digerire. Ho raccontato la cosa al mio amico inglese, il quale si è incuriosito e ha cominciato a frequentare il bar, specialmente di sera, prima della chiusura. L'inglese è un vero e proprio personaggio, il suo pene e talmente grande e grosso che potrebbe fare concorrenza ad un cavallo. Ha perso qualche punteggio perchè ha mandato una ragazza all'ospedale a farsi cucire l'ano ed ora con il passaparola, anche quelle che godevano dei suoi servizi stanno attente a non fare la stessa fine.
Io e l'inglese ci siamo trovati al bar Alle Fornaci e mi ha raccontato di quella sera che ha accompagnato la Erica, momentaneamente senza auto.
Le sue parole: "Ho fatto confidenza con la tua barista Erica. E' vero non è tanto bella, ma passabile. Però il suo corpo risuscita anche i morti. Dopo diverso appostamento finalmente la ragazza mi ha detto di darle un passaggio. La prima volta niente, ma si era accorta che le guardavo le coscie e quasi si divertiva a stuzzicarmi. Quell'imbeccile di Pierino aveva detto alla ragazza che io ero superdotato, quasi da espormi al circo Orfei, sentendolo l'ho rimproverato. La sera dopo l'ho riaccompagnata, sempre poco vestita, roba da sballo. Mi ha chiesto se volevo bere qualcosa su da lei. Sono salito, abbiamo bevuto entrambi e mentre stavo per andarmene mi ha fermato con la scusa di farmi vedere la sua tartaruga d'acqua.
Come si è chinata, le ho messo le mani sulle natiche. Mi ha detto di stare fermo, ma le muoveva come per invitarmi a proseguire. Le ho tolto la gonna e gli slip e sempre da dietro l'ho penetrata con il preservativo. Si è subito spaventata e si è ritirata. Girandosi ha guardato il mio pisello e mi ha detto che era grande, aveva paura di soffrire. Allora io l'ho tranquillizzata ed il mio palo si è perso nella sua vagina. Non riuscivo a farlo entrare tutto, ma ci provavo. Ho dovuto chiuderle la bocca, altrimenti avrebbe urlato per gli orgasmi che provava. Cinque, dieci, quindi minuti. La ragazza sudava ed io la pompavo in continuazione. Poi l'ho estratto, tolto il preservativo e le sono venuto in bocca. Parte dello sperma è colato, perchè la bocca faceva fatica a contenere il pisello. Abbiamo fatto l'amore e di tutt'altro per quasi due ore. Non la finiva più di prenderlo e come le piaceva".
Visto che a me era andata buca e che a lui gliela aveva data, ho provato un pò di invidia. Sarà un bell'uomo, ma con la scusa dell'uccello grande, molte donne che ne sono a conosenza lo cercano. Mi ha detto che una volta si era fatto una bella settantacinquenne, bella per modo di dire e questa aveva preso il suo pene senza lamentarsi, anzi lui aveva avuto la sensazione che il proprio pisello dentro quella vagina stesse un pò largo. Incuriosito le aveva fatto delle domande e sembra che la donna nella sua vita abbia fatto l'amore con un centinaio di uomini diversi e che molti le avevano messo dentro anche la mano, pur di farle provare piacere. Intanto io guardo la Erica e mi chiedo se le farebbe più male una mano dentro o il pisello dell'inglese, spesso sfruttato dalle donne italiane che non si accontentano di noi normali, ma super trapanatori.
Io e l'inglese ci siamo trovati al bar Alle Fornaci e mi ha raccontato di quella sera che ha accompagnato la Erica, momentaneamente senza auto.
Le sue parole: "Ho fatto confidenza con la tua barista Erica. E' vero non è tanto bella, ma passabile. Però il suo corpo risuscita anche i morti. Dopo diverso appostamento finalmente la ragazza mi ha detto di darle un passaggio. La prima volta niente, ma si era accorta che le guardavo le coscie e quasi si divertiva a stuzzicarmi. Quell'imbeccile di Pierino aveva detto alla ragazza che io ero superdotato, quasi da espormi al circo Orfei, sentendolo l'ho rimproverato. La sera dopo l'ho riaccompagnata, sempre poco vestita, roba da sballo. Mi ha chiesto se volevo bere qualcosa su da lei. Sono salito, abbiamo bevuto entrambi e mentre stavo per andarmene mi ha fermato con la scusa di farmi vedere la sua tartaruga d'acqua.
Come si è chinata, le ho messo le mani sulle natiche. Mi ha detto di stare fermo, ma le muoveva come per invitarmi a proseguire. Le ho tolto la gonna e gli slip e sempre da dietro l'ho penetrata con il preservativo. Si è subito spaventata e si è ritirata. Girandosi ha guardato il mio pisello e mi ha detto che era grande, aveva paura di soffrire. Allora io l'ho tranquillizzata ed il mio palo si è perso nella sua vagina. Non riuscivo a farlo entrare tutto, ma ci provavo. Ho dovuto chiuderle la bocca, altrimenti avrebbe urlato per gli orgasmi che provava. Cinque, dieci, quindi minuti. La ragazza sudava ed io la pompavo in continuazione. Poi l'ho estratto, tolto il preservativo e le sono venuto in bocca. Parte dello sperma è colato, perchè la bocca faceva fatica a contenere il pisello. Abbiamo fatto l'amore e di tutt'altro per quasi due ore. Non la finiva più di prenderlo e come le piaceva".
Visto che a me era andata buca e che a lui gliela aveva data, ho provato un pò di invidia. Sarà un bell'uomo, ma con la scusa dell'uccello grande, molte donne che ne sono a conosenza lo cercano. Mi ha detto che una volta si era fatto una bella settantacinquenne, bella per modo di dire e questa aveva preso il suo pene senza lamentarsi, anzi lui aveva avuto la sensazione che il proprio pisello dentro quella vagina stesse un pò largo. Incuriosito le aveva fatto delle domande e sembra che la donna nella sua vita abbia fatto l'amore con un centinaio di uomini diversi e che molti le avevano messo dentro anche la mano, pur di farle provare piacere. Intanto io guardo la Erica e mi chiedo se le farebbe più male una mano dentro o il pisello dell'inglese, spesso sfruttato dalle donne italiane che non si accontentano di noi normali, ma super trapanatori.
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