Il regalo
di
WabiSabi
genere
etero
Furono delle vacanze di Natale decisamente strane quelle del 2020. Dopo tutto quello che era accaduto nel mondo, ognuno sperava in cuor suo che l’anno nuovo avrebbe portato un po’ di pace e di serenità. Ce n’era davvero bisogno. Era il 31 dicembre e io e mio marito avremmo cenato a casa con sua sorella e il marito. In tutto quattro persone, come avevano consigliato tutti; mi sembrava assurdo dover limitare i festeggiamenti ma, purtroppo, era andata così e comunque bisognava rispettare le regole che l’avvento del covid ci aveva imposto, sperando che tutto sarebbe finito il più presto possibile. Del resto, io e mio marito Luca vivevamo lontani dalle nostre famiglie d’origine. C’eravamo trasferiti appena dopo la laurea e avevamo iniziato a lavorare in un’altra città, entrambi assunti da due aziende importanti. Di conseguenza, vista anche l’emergenza che stavamo vivendo, non eravamo potuti tornare a trovare i nostri genitori. fortunatamente, mia cognata e il marito vivendo non lontano da noi, decisero di trascorrere la vigilia di capodanno insieme, almeno per stare in compagnia e avere una parvenza di normalità.
Quella mattina io e Luca uscimmo per fare la pesa e acquistare tutto il necessario per la cena del 31 sera. Sua sorella e il marito sarebbero giunti durante il pomeriggio e, dopo il classico brindisi di mezzanotte, avrebbero dormito da noi sistemandosi nella camera degli ospiti che, spesso, fungeva da studio per il nostro lavoro, specialmente nel periodo dello smart-working.
Quando tornammo dalle commissioni trovai sotto l’albero di natale un pacchetto rosso con sopra scritto il mio nome. “Cos’è?” chiesi a Luca. “E’ un regalo per te” “per me?” chiesi stupita. “Ma natale non è già passato? Oggi è l’ultimo giorno dell’anno”
“E’ solo un piccolo pensiero. L’ho comprato on-line”
Luca non era nuovo a quelle sorprese. Capitava spesso che mi facesse regali senza nessuna occasione particolare. Sapeva sempre come stupirmi.
“E’ solo un semplice pensiero” disse.
Incuriosita, scartai il regalo davanti a lui. era un piccolo pacchetto e, inizialmente, non capii cosa contenesse. Sembrava la confezione di un cellulare, ma non ne aveva l’aspetto. Sopra il piccolo pacco c’era il logo di un’azienda che non avevo mai sentito nominare. Lo aprii. All’interno vi era un piccolo perizoma unito a un aggeggio in plastica morbida, il foglietto delle istruzioni e tutto il resto. Guardai Luca senza capire.
“E’ una mutandina vibrante”, disse.
“Una cosa?” chiesi interdetta.
Luca afferrò il perizoma e iniziò a leggere le istruzioni. Sembrava un bambino che cercava di capire come funzionasse il regalo che gli aveva appena consegnato babbo natale.
“Vedi” disse tirando fuori dalla piccola scatola tutti gli accessori. “Questa è una semplice mutandina che puoi indossare, mentre questo piccolo pezzo in plastica, devi metterlo… vabbè hai capito dove devi metterlo” disse con un tono ironico nella voce.
“Oddio…” dissi guardandolo armeggiare con quel gioco diabolico.
“E poi? Come funziona?” chiesi curiosa.
“L’aggeggio in plastica ha un sensore al suo interno collegato allo smartphone e, ogni volta che si preme un tasto sul cellulare, questo emette una vibrazione di intensità e durata che preferisci”
“Ma sei matto?” dissi. “E’ un sex toy?”
“Sì, esatto” disse lui divertito. Non capivo se l’avesse comprato per prendermi in giro, conoscendo quanto ero pudica riguardo a quelle cose, oppure se volesse davvero che lo provassi.
“Dai, sarà divertente” disse “e poi… non sarà mica la cosa più strana accaduta durante quest’anno” disse ridendo.
“Dai provalo. Io intanto configuro il cellulare”. Iniziò a leggere le istruzioni e armeggiava con il suo smartphone, cercando di capire come funzionasse il tutto.
Io ero presa dall’imbarazzo ma anche dalla curiosità. Non avevamo mai fatto giochi di quel tipo. Non avevamo mai parlato di comprare sex-toys e adesso, dal nulla, Luca mi aveva fatto dono di quell’oggetto stranamente tecnologico.
Andai in bagno e provai le mutandine. Erano di colore rosso, perfettamente in tema con il capodanno. Il pezzo in plastica morbida aveva un piccolo pulsante che bisognava attivare prima di inserirlo. Lo premetti e si accese un piccolo led luminoso. Lo misi a contatto con le labbra della vagina e tirai su le mutandine facendolo aderire perfettamente. Ad un primo contatto sentii freddo ma mi abituai subito a tenerlo, come se non rappresentasse un copro estraneo. Infilai dei leggings sopra e uscii dal bagno. Trovai Luca ancora con il capo chinato sulle istruzioni del giocattolo; stava capendo come configurare il suo cellulare. Quando ci riuscì, alzò la testa trionfante e sorrise.
“L’hai messo?” mi chiese.
“Sì, ci sono riuscita, o almeno credo” dissi muovendo le gambe e cercando di fare aderire al meglio il giocattolo erotico che avevo inserito tra le labbra della vagina.
“E ora che succede? Come funziona?” chiesi. Senza dire nulla Luca pigiò alcuni tasti sul suo smartphone. “Aspetta, dimmi se senti qualcosa” disse puntando il cellulare nella mia direzione.
“Non sento nulla. Secondo me ti hanno fregato”. Iniziammo a ridere come due idioti, consapevoli che quel regalo fosse stato un flop colossale, anche se l’idea era stata simpatica, dovevo dargliene atto.
“Prova ora” disse Luca e spinse un altro tasto che, contro ogni mia previsione, attivò la vibrazione.
Sentii come una scossa elettrica sulla vagina, seguita da una sensazione molto piacevole.
“Oddio mio” dissi e mi piegai sulle ginocchia arrivando quasi a toccare il pavimento con le natiche. Luca premette altre due volte il tasto del suo cellulare e altre due intense vibrazioni invasero le labbra della mia vagina che aveva cominciato a lubrificarsi. Non riuscivo a parlare, presa da un’irrefrenabile risata isterica per quel gioco che cominciava a piacermi.
“Ba… basta amore, altrimenti mi fai venire” dicevo con la voce soffocata dagli spasmi che ricevevo al basso ventre.
“Divertente, vero?”, diceva mentre continuava a premere il tasto inviandomi impulsi vibranti.
Passato quel momento di ilarità che ci aveva presi, andai in bagno, tolsi le mutandine e il vibratore. Avevo le labbra della vagina completamente bagnate e gonfie, c’era mancato poco perché raggiungessi l’orgasmo. Sistemai tutto in un cassetto del mio armadio, compreso lo scatolo del sex toy con le istruzioni, lontano da occhi indiscreti. Mi sarei vergognata come una ladra se qualcuno avesse trovato quell’oggetto in giro per casa e avesse capito cosa fosse. Una cosa era giocare con il mio partner, un’altra dirlo al mondo intero.
Per il resto del pomeriggio rimasi eccitata al pensiero del gioco che avevamo fatto insieme. Era come se fossi arrivata sul ciglio di un burrone e la sensazione del vuoto nello stomaco mi avesse invaso senza la possibilità di provare l’emozione finale.
Cercai di non pensarci e, insieme a Luca preparammo la cena, e quando venne sera accogliemmo sua sorella con il marito. Per l’occasione della cena indossai una gonna, collant neri velati e una camicetta, Luca invece mise un pantalone e una camicia rosa. Durante la cena con mia cognata e il marito, avevo ancora in mente il giocattolo sexy che mi aveva regalato Luca e un’idea malsana mi stava cominciando a frullare nella testa. Circa un quarto d’ora prima della fatidica mezzanotte, forse un po’ diversa dagli altri anni, andai in camera da letto e presi il sex toy dal cassetto dove l’avevo nascosto. Loro rimasero in salotto a chiacchierare e bere vino, attendendo che le lancette decretassero l’arrivo dell’anno nuovo. Luca aveva preparato sulla tavola dolci e bottiglie di spumante che avremmo stappato insieme. Presi il sex toy dal cassetto, chiusi la porta della camera da letto, mi abbassai i lcollant, poi le mutandine, mettendo le mani sotto la gonna. Azionai il pulsante del piccolo vibratore e lo feci quasi scomparire tra le labbra della vagina; il contatto della plastica fredda mi diede la stessa sensazione che avevo provato nel pomeriggio e la cosa mi piaceva. Tirai su le mutandine e il collant facendolo aderire perfettamente al vibratore, pressando la stoffa contro la vagina.
Mi ricomposi sistemando la gonna e tornai da loro. Il cuore mi batteva forte.
“Dove sei stata?” mi chiese Luca quando mi vide ritornare al tavolo.
“Ero un attimo in bagno” risposi.
“Mancano dieci minuti alla mezzanotte” disse mia cognata. Suo marito stava sistemando i bicchieri mettendoli in fila ordinatamente sul tavolo e aveva scartato la bottiglia di spumante.
Mi avvicinai all’orecchio di Luca. “Ho messo il tuo giocattolo” gli dissi. Lui mi guardò come se non credesse alle mie parole e fece un sorriso che in poco tempo si trasformò in una sonora risata, complice anche il vino che aveva bevuto a tavola. Mia cognata e il marito non capirono bene il motivo della nostra ilarità, ma la presero per buona e iniziarono a ridere anche loro. Avere quell’oggetto freddo a contatto con la vagina mi eccitava e cominciai a bagnarmi quando vidi Luca prendere lo smartphone dalla tasca posteriore del pantalone e guardarmi con uno sguardo complice ed eccitato. Ormai mancavano pochi minuti al nuovo anno; mia cognata e il marito si abbracciarono scambiandosi baci affettuosi, come se volessero scacciare a tutti i costi i fantasmi del 2020. Si sussurravano frasi dolci alle orecchie. Erano una bellissima coppia e ci volevano molto bene.
Quando Luca azionò il pulsante del vibratore sentii una scossa percorrermi la vagina. Fu stupendo. Questa volta ero di fronte ad altre persone, non eravamo soli e la possibilità di essere scoperta rese tutto ancora più eccitante. Le vibrazioni si susseguirono; Luca continuava a pigiare i tasti per trasmettermi vibrazioni che invadevano le mie terminazioni nervose. Iniziai a sudare. Ormai mancavano due minuti alla mezzanotte. Mi avvicinai di nuovo all’orecchio di Luca, lo abbracciai stretto. “Oddio amore, continua” gli sussurrai. Non se lo fece ripetere e continuò a premere il pulsante sul cellulare, questa volta in maniera ritmica, quasi come se stesse componendo una sinfonia. Cercai di darmi un contegno, mi sedetti e accavallai le gambe, ma peggiorai solo la situazione. Il vibratore aderì ancora di più alle pareti interne della vagina e quando Luca premette il tasto la vibrazione fu talmente forte che quasi venni; riuscii solo a contenermi perche davanti a noi c’erano mia cognata e il marito. Mancava un minuto e, come sempre, io e Luca concludemmo gli ultimi secondi dell’anno abbracciati; lo facevamo sempre. Era una sorta di codice tra noi due. Attraversare il passaggio da un anno all’altro abbracciati era per noi di buon auspicio: voleva dire che non ci saremmo mai lasciati, che il tempo non avrebbe mai scalfito il nostro legame. Ci stringemmo ancora di più stavolta. Mancavano quindici secondi, avevo il viso stretto nell’incavo del suo collo. Sentivo il conto alla rovescia degli ultimi secondi dell’anno arrivare alle mie orecchie come ovattato, come se mi trovassi sul fondo di una bottiglia. Luca premette il pulsante del cellulare molte volte e le vibrazioni che arrivarono furono devastanti. Mia cognata afferrò la bottiglia di spumante e stava per stapparla, io ero ancora legata nell’abbraccio di Luca.
Cedetti.
L’orgasmo arrivò fortissimo dalle pareti della mia vagina e dal clitoride che ormai chiedeva pietà. Sentii quasi cedere le gambe; il tutto durò pochi secondi; ansimai nelle sue orecchie tutto il mio piacere, con mia cognata e il marito che si scambiavano un tenero bacio per augurarsi che l’anno appena entrato rappresentasse quello della rinascita per tutti noi. “Sono venuta”, gli sussurrai alle orecchie. “Vedo che hai gradito il regalo” disse Luca. “Buon anno amore mio. Ti amo”
Quella mattina io e Luca uscimmo per fare la pesa e acquistare tutto il necessario per la cena del 31 sera. Sua sorella e il marito sarebbero giunti durante il pomeriggio e, dopo il classico brindisi di mezzanotte, avrebbero dormito da noi sistemandosi nella camera degli ospiti che, spesso, fungeva da studio per il nostro lavoro, specialmente nel periodo dello smart-working.
Quando tornammo dalle commissioni trovai sotto l’albero di natale un pacchetto rosso con sopra scritto il mio nome. “Cos’è?” chiesi a Luca. “E’ un regalo per te” “per me?” chiesi stupita. “Ma natale non è già passato? Oggi è l’ultimo giorno dell’anno”
“E’ solo un piccolo pensiero. L’ho comprato on-line”
Luca non era nuovo a quelle sorprese. Capitava spesso che mi facesse regali senza nessuna occasione particolare. Sapeva sempre come stupirmi.
“E’ solo un semplice pensiero” disse.
Incuriosita, scartai il regalo davanti a lui. era un piccolo pacchetto e, inizialmente, non capii cosa contenesse. Sembrava la confezione di un cellulare, ma non ne aveva l’aspetto. Sopra il piccolo pacco c’era il logo di un’azienda che non avevo mai sentito nominare. Lo aprii. All’interno vi era un piccolo perizoma unito a un aggeggio in plastica morbida, il foglietto delle istruzioni e tutto il resto. Guardai Luca senza capire.
“E’ una mutandina vibrante”, disse.
“Una cosa?” chiesi interdetta.
Luca afferrò il perizoma e iniziò a leggere le istruzioni. Sembrava un bambino che cercava di capire come funzionasse il regalo che gli aveva appena consegnato babbo natale.
“Vedi” disse tirando fuori dalla piccola scatola tutti gli accessori. “Questa è una semplice mutandina che puoi indossare, mentre questo piccolo pezzo in plastica, devi metterlo… vabbè hai capito dove devi metterlo” disse con un tono ironico nella voce.
“Oddio…” dissi guardandolo armeggiare con quel gioco diabolico.
“E poi? Come funziona?” chiesi curiosa.
“L’aggeggio in plastica ha un sensore al suo interno collegato allo smartphone e, ogni volta che si preme un tasto sul cellulare, questo emette una vibrazione di intensità e durata che preferisci”
“Ma sei matto?” dissi. “E’ un sex toy?”
“Sì, esatto” disse lui divertito. Non capivo se l’avesse comprato per prendermi in giro, conoscendo quanto ero pudica riguardo a quelle cose, oppure se volesse davvero che lo provassi.
“Dai, sarà divertente” disse “e poi… non sarà mica la cosa più strana accaduta durante quest’anno” disse ridendo.
“Dai provalo. Io intanto configuro il cellulare”. Iniziò a leggere le istruzioni e armeggiava con il suo smartphone, cercando di capire come funzionasse il tutto.
Io ero presa dall’imbarazzo ma anche dalla curiosità. Non avevamo mai fatto giochi di quel tipo. Non avevamo mai parlato di comprare sex-toys e adesso, dal nulla, Luca mi aveva fatto dono di quell’oggetto stranamente tecnologico.
Andai in bagno e provai le mutandine. Erano di colore rosso, perfettamente in tema con il capodanno. Il pezzo in plastica morbida aveva un piccolo pulsante che bisognava attivare prima di inserirlo. Lo premetti e si accese un piccolo led luminoso. Lo misi a contatto con le labbra della vagina e tirai su le mutandine facendolo aderire perfettamente. Ad un primo contatto sentii freddo ma mi abituai subito a tenerlo, come se non rappresentasse un copro estraneo. Infilai dei leggings sopra e uscii dal bagno. Trovai Luca ancora con il capo chinato sulle istruzioni del giocattolo; stava capendo come configurare il suo cellulare. Quando ci riuscì, alzò la testa trionfante e sorrise.
“L’hai messo?” mi chiese.
“Sì, ci sono riuscita, o almeno credo” dissi muovendo le gambe e cercando di fare aderire al meglio il giocattolo erotico che avevo inserito tra le labbra della vagina.
“E ora che succede? Come funziona?” chiesi. Senza dire nulla Luca pigiò alcuni tasti sul suo smartphone. “Aspetta, dimmi se senti qualcosa” disse puntando il cellulare nella mia direzione.
“Non sento nulla. Secondo me ti hanno fregato”. Iniziammo a ridere come due idioti, consapevoli che quel regalo fosse stato un flop colossale, anche se l’idea era stata simpatica, dovevo dargliene atto.
“Prova ora” disse Luca e spinse un altro tasto che, contro ogni mia previsione, attivò la vibrazione.
Sentii come una scossa elettrica sulla vagina, seguita da una sensazione molto piacevole.
“Oddio mio” dissi e mi piegai sulle ginocchia arrivando quasi a toccare il pavimento con le natiche. Luca premette altre due volte il tasto del suo cellulare e altre due intense vibrazioni invasero le labbra della mia vagina che aveva cominciato a lubrificarsi. Non riuscivo a parlare, presa da un’irrefrenabile risata isterica per quel gioco che cominciava a piacermi.
“Ba… basta amore, altrimenti mi fai venire” dicevo con la voce soffocata dagli spasmi che ricevevo al basso ventre.
“Divertente, vero?”, diceva mentre continuava a premere il tasto inviandomi impulsi vibranti.
Passato quel momento di ilarità che ci aveva presi, andai in bagno, tolsi le mutandine e il vibratore. Avevo le labbra della vagina completamente bagnate e gonfie, c’era mancato poco perché raggiungessi l’orgasmo. Sistemai tutto in un cassetto del mio armadio, compreso lo scatolo del sex toy con le istruzioni, lontano da occhi indiscreti. Mi sarei vergognata come una ladra se qualcuno avesse trovato quell’oggetto in giro per casa e avesse capito cosa fosse. Una cosa era giocare con il mio partner, un’altra dirlo al mondo intero.
Per il resto del pomeriggio rimasi eccitata al pensiero del gioco che avevamo fatto insieme. Era come se fossi arrivata sul ciglio di un burrone e la sensazione del vuoto nello stomaco mi avesse invaso senza la possibilità di provare l’emozione finale.
Cercai di non pensarci e, insieme a Luca preparammo la cena, e quando venne sera accogliemmo sua sorella con il marito. Per l’occasione della cena indossai una gonna, collant neri velati e una camicetta, Luca invece mise un pantalone e una camicia rosa. Durante la cena con mia cognata e il marito, avevo ancora in mente il giocattolo sexy che mi aveva regalato Luca e un’idea malsana mi stava cominciando a frullare nella testa. Circa un quarto d’ora prima della fatidica mezzanotte, forse un po’ diversa dagli altri anni, andai in camera da letto e presi il sex toy dal cassetto dove l’avevo nascosto. Loro rimasero in salotto a chiacchierare e bere vino, attendendo che le lancette decretassero l’arrivo dell’anno nuovo. Luca aveva preparato sulla tavola dolci e bottiglie di spumante che avremmo stappato insieme. Presi il sex toy dal cassetto, chiusi la porta della camera da letto, mi abbassai i lcollant, poi le mutandine, mettendo le mani sotto la gonna. Azionai il pulsante del piccolo vibratore e lo feci quasi scomparire tra le labbra della vagina; il contatto della plastica fredda mi diede la stessa sensazione che avevo provato nel pomeriggio e la cosa mi piaceva. Tirai su le mutandine e il collant facendolo aderire perfettamente al vibratore, pressando la stoffa contro la vagina.
Mi ricomposi sistemando la gonna e tornai da loro. Il cuore mi batteva forte.
“Dove sei stata?” mi chiese Luca quando mi vide ritornare al tavolo.
“Ero un attimo in bagno” risposi.
“Mancano dieci minuti alla mezzanotte” disse mia cognata. Suo marito stava sistemando i bicchieri mettendoli in fila ordinatamente sul tavolo e aveva scartato la bottiglia di spumante.
Mi avvicinai all’orecchio di Luca. “Ho messo il tuo giocattolo” gli dissi. Lui mi guardò come se non credesse alle mie parole e fece un sorriso che in poco tempo si trasformò in una sonora risata, complice anche il vino che aveva bevuto a tavola. Mia cognata e il marito non capirono bene il motivo della nostra ilarità, ma la presero per buona e iniziarono a ridere anche loro. Avere quell’oggetto freddo a contatto con la vagina mi eccitava e cominciai a bagnarmi quando vidi Luca prendere lo smartphone dalla tasca posteriore del pantalone e guardarmi con uno sguardo complice ed eccitato. Ormai mancavano pochi minuti al nuovo anno; mia cognata e il marito si abbracciarono scambiandosi baci affettuosi, come se volessero scacciare a tutti i costi i fantasmi del 2020. Si sussurravano frasi dolci alle orecchie. Erano una bellissima coppia e ci volevano molto bene.
Quando Luca azionò il pulsante del vibratore sentii una scossa percorrermi la vagina. Fu stupendo. Questa volta ero di fronte ad altre persone, non eravamo soli e la possibilità di essere scoperta rese tutto ancora più eccitante. Le vibrazioni si susseguirono; Luca continuava a pigiare i tasti per trasmettermi vibrazioni che invadevano le mie terminazioni nervose. Iniziai a sudare. Ormai mancavano due minuti alla mezzanotte. Mi avvicinai di nuovo all’orecchio di Luca, lo abbracciai stretto. “Oddio amore, continua” gli sussurrai. Non se lo fece ripetere e continuò a premere il pulsante sul cellulare, questa volta in maniera ritmica, quasi come se stesse componendo una sinfonia. Cercai di darmi un contegno, mi sedetti e accavallai le gambe, ma peggiorai solo la situazione. Il vibratore aderì ancora di più alle pareti interne della vagina e quando Luca premette il tasto la vibrazione fu talmente forte che quasi venni; riuscii solo a contenermi perche davanti a noi c’erano mia cognata e il marito. Mancava un minuto e, come sempre, io e Luca concludemmo gli ultimi secondi dell’anno abbracciati; lo facevamo sempre. Era una sorta di codice tra noi due. Attraversare il passaggio da un anno all’altro abbracciati era per noi di buon auspicio: voleva dire che non ci saremmo mai lasciati, che il tempo non avrebbe mai scalfito il nostro legame. Ci stringemmo ancora di più stavolta. Mancavano quindici secondi, avevo il viso stretto nell’incavo del suo collo. Sentivo il conto alla rovescia degli ultimi secondi dell’anno arrivare alle mie orecchie come ovattato, come se mi trovassi sul fondo di una bottiglia. Luca premette il pulsante del cellulare molte volte e le vibrazioni che arrivarono furono devastanti. Mia cognata afferrò la bottiglia di spumante e stava per stapparla, io ero ancora legata nell’abbraccio di Luca.
Cedetti.
L’orgasmo arrivò fortissimo dalle pareti della mia vagina e dal clitoride che ormai chiedeva pietà. Sentii quasi cedere le gambe; il tutto durò pochi secondi; ansimai nelle sue orecchie tutto il mio piacere, con mia cognata e il marito che si scambiavano un tenero bacio per augurarsi che l’anno appena entrato rappresentasse quello della rinascita per tutti noi. “Sono venuta”, gli sussurrai alle orecchie. “Vedo che hai gradito il regalo” disse Luca. “Buon anno amore mio. Ti amo”
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