Amore di una mamma
di
onilad54
genere
incesti
Faceva un caldo incredibile, l’afa era insopportabile ed il tasso di umidità era altissimo. In quel periodo dell’anno, in piena pianura padana, quel tipo di fenomeno era una costante.
Mia madre, Luisa, nonostante quel clima, mi aveva imposto di aiutarla a togliere le erbacce dall’orto.
Mio padre se ne era andato da tre anni, lasciandoci da soli, non lo avevamo più visto, sapevamo solo che si era trasferito in un paesino dell’Agrigentino e che abitava lì con un’altra donna.
Fortunatamente mia madre lavorava come direttrice di un grosso supermercato della zone e guadagnava bene.
Non la avevo mai vista con un altro uomo, usciva raramente, se avesse voluto avrebbe potuto avere tutti i maschi che voleva.
Infatti, nonostante i suoi cinquantaquattro anni che portava, dimostrandone almeno dieci di meno, era una donna bellissima: Dei capelli biondi e arricciolati le arrivavano alle spalle ed incorniciavano il suo viso. I suoi stupendi occhi verdi si illuminavano quando sul volto le si dipingeva il suo fantastico ed accattivante sorriso. La sua carnagione scura naturale le donava un fascino leggermente selvaggio e sensuale. Le sue gambe nonostante fossero leggermente muscolose erano perfette e davano il meglio quando indossava le minigonne. Nel complesso il fisico era minuto, arricchito da due abbondanti seni ed un culo a mandolino perfetto ed armonioso.
I miei amici erano tutti innamorati di lei e sinceramente lo ero un po anch’io.
del giorno vestiva con una gonnellina corta e lisa, ed una canotta bianca senza reggiseno, era l’abbigliamento che di solito usava per quel tipo di lavori.
Io ero a petto nudo e pantaloncini.
Ci recammo nell’orto. Iniziai a lavorare di zappa, mentre lei strappava l’ erba tra gli ortaggi aiutandosi con le mani. Già dopo pochi minuti di lavoro grondavo sudore, mi girai verso mia madre per fargli le mie rimostranze in merito, rimasi a bocca aperta: Era accucciata a gambe larghe, le minuscole mutandine che indossava, erano finite in mezzo al culo ed anche buona parte della sua figa era esposta, sbuffi di lunghi e biondi peli incolti uscivano dai lati dell’indumento. La maglietta era resa quasi trasparente dal sudore, si intravedevano le sue aureole sormontate da due vistosi capezzoli che risaltavano contro l’indumento. il mio cazzo si inalberò all’istante.
Non mi era mai successo di pensare a mia madre in quella maniera.
Intenta nel suo lavoro e non si era accorta che la stavo guardando.
Non sentendo più alcun rumore, alzò gli occhi per capire cos’era successo, mi vide che guardavo allupato tra le sue cosce, il suo viso sbiancò:-“Cosa guardi…Ti sei rimbecillito?!….Brutto porco pervertito, Guardi tra le gambe di tua madre!?….Maiale che non sei altro, invece di guardare me vai avanti a lavorare!” Distolsi immediatamente lo sguardo imbarazzato, lei aggiunse:-“Ho un figlio Maniaco depravato….Guarda le ragazzine, non tua madre!Brutto porco!!” Sentii il mio viso avvampare per la vergogna, distolsi immediatamente lo sguardo, mi vennero le lacrime agli occhi per l’imbarazzo, mi scusai sommessamente:-“Scusami mamma….Mi dispiace….Ma sei così bella….Scusa!” Mia madre mi guardò, il suo viso si distese:-“ Franco, non puoi guardare tua mamma in quella maniera…Non sta bene!…Capisco che i maschietti, quando hanno la tua età, pensano solo ad una cosa, ma non puoi spogliare tua mamma con gli occhi in quella maniera.” Poi sorrise, e quasi parlando tra se disse:-“Va be che non c’è molto da spogliare!”
Riprendemmo lavoro, il caldo era insopportabile, grondavo di sudore, tutti i vestiti mi si appiccicavano addosso.
Mia madre si allontanò per andare in bagno e per prendere un po d’acqua fresca, io approfittai della sua assenza per cercare un po di refrigerio tra le alte piante dei pomodori, all’ombra di un albero di pesche.
Mi accorsi di un minuscolo pezzo di stoffa appeso ad uno dei rami dell’albero, mi avvicinai curioso. Cazzo!! Era il tanga di mia madre, le presi in mano, erano umide, sicuramente se le era tolte perché erano bagnate di sudore, mi guardai attorno, mi portai il pezzo di stoffa al naso: Fantastico!! L’odore di sudore della sua figa e quello dei suoi umori era incredibilmente lussurioso, un vago odore di urina impregnava la stoffa, sniffai a lungo, le aprii, notai che dove il minuscolo indumento era stato a contatto con la sua patata c’era un alone color crema a cui c’erano appiccicati alcuni peli. Misi, prima il mio naso e poi la mia lingua a contatto con quella sgommata, l’odore di figa, sudore e urina era molto più intenso in quel punto, il sapore era acidulo, ma tremendamente libidinoso, chiusi gli occhi e cercai di imprimermi bene in mente il sapido sapore e il fantastico odore della bella patata di mia madre.
Non era la prima volta che annusavo una passera, mi era già successo con qualche ragazzina, ma il loro odore era quasi asettico, senza personalità, magari adulterato da profumi o peggio, da borotalco!
Quell’odore così forte mi era entrato dentro!
Avevo il cazzo che mi tirava da pazzi.
Mi sentii chiamare, mi affrettai ad appendere di nuovo le mutandine dove le avevo trovate, cercando di ricordare a quale ramo erano appese e lesto mi sbrigai ad uscire dalle file degli alti ortaggi, speravo che non si accorgesse della mia prepotente erezione. Mia madre mi accolse con la brocca dell’ acqua fresca, con un bonario sorriso mi rimproverò:-“Quando il gatto non c’è i topi ballano….Dov’eri andato scansafatiche!? ” Le sorrisi con un leggero imbarazzo, mia madre mi riempì un bicchiere di liquida frescura e mentre bevevo mi fece una amorevole carezza:-“Dai che abbiamo quasi finito, quando avevo diciannove anni come te adesso, ero instancabile.” Continuammo il nostro lavoro.
Io senza farmi notare, cercavo di sbirciare per capire se mia madre indossava o meno l’intimo, ma memore dell’involontaria esibizione di poco prima, stava attenta a come si muoveva, solo verso la fine del nostro lavoro, si chinò in avanti senza abbassarsi sulle ginocchia, lo spacco che aveva dietro, sulla gonna, si aprì mostrandomi la sua topa semi celata da un paio di mutandine rosa di pizzo trasparente, probabilmente se le era messe pulite quando era andata in bagno. Rimasi deluso, speravo tanto di vedere la fonte di quegli aromi che ancora avevo ben fissati in mente!
Finalmente finimmo il lavoro, mia madre si diresse verso l’albero di pesche per recuperare l’intimo che vi era appeso, quando uscì dai filari di pomodori, mi guardò con un sorriso divertito, alzò la mano con cui teneva le mutandine con due dita e le scosse nella mia direzione e mi disse:-“Ti piaccio proprio piccolo depravato!” Diventai rosso come un peperone, feci finta di cadere dalle nuvole, lei sempre sorridendo continuò:-“beh…Tu puoi mentire, ma quello lì…” Indicò verso la mia patta:-“Quello no non può mentire!” Mi guardò sorridendo nuovamente e con un’espressione da finto rimprovero, mi disse:-“Sei proprio un maialino!”
Rientrammo in casa, prima io e poi mia madre ci facemmo la doccia.
Mentre mi lavavo pensavo alle bellezze di mia madre al profumo della sua figa, a quanto era arrappante con le gambe larghe. il cazzo mi si inalberò stimolato dai miei lubrici pensieri, me lo presi in mano il ed iniziai a masturbarmi, non ci misi molto a sborrare. Proprio quando stavo schizzando contro il vetro del box doccia, si aprì la porta del bagno, mia madre mise dentro la testa, mi vide con il cazzo in mano ed il vetro inzaccherato.
Dopo il primo attimo di stupore, fece qualcosa che non mi sarei mai aspettato: Iniziò a ridere scompisciandosi, tra le risate mi disse:-“Sei proprio un gran porco!….ho un figlio maiale!…Pensavo che tu fossi già uscito…. Sbrigati a finire quello che stai facendo che devo lavarmi anch’io!…E pulisci il vetro, maialino!”
Restai allibito dalla sua reazione, mi sarei aspettato una furibonda sfuriata!
Mi risciacquai, lavai via dal vetro il risultato del mio orgasmo.
Uscii dal bagno in accappatoio e mentre mi dirigevo verso la camera incrociai mia madre che indossava il corto grembiule di raso che metteva di solito quando doveva lavarsi, mi sorrise e mi chiese spiritosa:-“Meglio adesso?…Ti sei rilassato?” Feci finta di niente e proseguii verso la mia stanza da letto.
Mi misi solo un paio di pantaloncini senza indossare l’intimo, a volte quando faceva molto caldo lo facevo.
Mia madre uscì dalla doccia poco dopo, indossava il grembiule di prima e si diresse in cucina senza passare dalla camera per cambiarsi, come faceva di solito.
Mise a bollire dell’acqua per cuocere delle verdure per la sera.
Si sedette su una sedia e guardandomi mi disse:-“Avrei bisogno di un massaggino alle gambe, mi dolgono le ginocchia” Naturalmente presi la palla al balzo:-“Se vuoi te lo faccio io.” Lei si mise a ridere divertita e intuendo quali fossero i miei pensieri, mi chiese ironicamente:-“ Ti sacrificheresti sul serio per la tua mamma” Feci finta di non cogliere il tono sarcastico:-“Lo faccio volentieri mamma.”
Lei mi disse.-“Ok andiamo in soggiorno e vediamo quello che sai fare!”
Si sedette sul divano e mi sollecitò:-“Dai prendi una sedia e siediti davanti a me!” La sedia era leggermente più alta del divano, lei mi mise le gambe in grembo, il grembiule scivolò ai lati delle cosce scoprendole l’inguine, per poco non mi ribaltavo dalla sedia: Indossava un paio di mutandine rosa completamente trasparenti, così minuscole che non coprivano neanche metà della folta peluria della sua figa e quello che copriva si vedeva in trasparenza, le grandi labbra erano completamente esposte, divise al centro dalla fettuccina triangolare del minuscolo indumento.
Non riuscivo a muovermi, avevo messo le mani sulle sue ginocchia, per iniziare il massaggio, ma ero rimasto immobile, paralizzato dallo spettacolo che vedevo tra le sue cosce.
Il comportamento che stava tenendo era alquanto inusuale, non l’avevo mai vista così discinta.
Le sue parole mi scossero:-“Ehi…Ti sei addormentato?…Dai datti da fare con quelle mani!” Mi ripresi da quel momentaneo stato di disorientamento, mi scusai ed iniziai il mio massaggio, cercando di distogliere lo sguardo dalla sua passera senza riuscirci, gli occhi mi cadevano sempre lì.
La mia erezione toccava i suoi piedi ed il movimento delle mie mani sulle sue gambe me lo facevano strofinare sulle sue estremità, procurandomi un intenso piacere che faticavo a celare. Sicuramente sentiva il mio cazzo duro contro i suoi talloni, ma non diceva niente.
Alzai lo sguardo a guardarla: Sulla sua faccia aleggiava un sorriso divertito, che si trasformò in una risata quando incontrò il mio sguardo allupato!
Le mie mani tremanti continuavano a massaggiare, o forse è meglio dire, accarezzare le ginocchia di mia madre, mi spinsi un più in su sulle cosce, mia madre non disse niente, quindi fui incoraggiato a risalire le sue gambe fino a sfiorarle il pelo riccioluto che sbordava ai lati del suo intimo.
Lei mi prese la mano e sorridendomi, la allontanò dalle sue minuscole mutandine:-“Accontentati di guardare maialino…E’ quello che volevi no?!…Allora guarda senza allungare le mani!…Consideralo un premio per il massaggio!” Continuai a massaggiarla senza sconfinare, le sorrisi a mia volta e scusandomi le dissi:-“Scusami…E’ che sei così bella mamma” Un radioso e civettuolo sorriso le illuminò il volto :-“Sei un piccolo adulatore…Ma io sono la mamma e con mamma non si può!” Accompagnò le parole con un movimento ammonitore del dito, Le sorrisi, corrisposto da lei.
Avevo scoperto il suo punto debole: I complimenti!… Se giocavo bene le mie carte, forse avrei ricavato qualcosa di interessante da quella nuova situazione che si stava creando!
Osai:_”Mamma hai proprio delle bellissime gambe e le tue cosce sono perfette, senza il minimo segno di cellulite!”
Mi sorrise lusingata:-“Grazie amore!…Mi fanno molto piacere i tuoi complimenti.” Si prese i lembi del grembiule e li aprì ulteriormente:-“Pensi davvero che la mamma abbia delle belle gambe?” Cazzo!…Era la via giusta!
Osai di più:-“Certo!..Te l’ho già detto…Sei bellissima…Ed anche le mutandine che indossi sono molto carine!…Ti stanno proprio bene.” Si guardò in mezzo alle gambe:-“ Si…E’ vero…Forse un po troppo trasparenti perché le veda il mio bambino.” Tornai a spingermi con le mani verso il suo inguine, sfiorai nuovamente il suo intimo, lei mi lasciò fare:-“Sei stato gentile con la mamma…Se vuoi ti lascio toccare un pochino.” Stentavo a credere a quello che mi stava succedendo.
Ero al massimo dell’eccitazione, il cazzo mi sgusciò fuori dai pantaloncini, lei se ne accorse e mi toccò con la punta del piede, sospirai di piacere, lei me lo strofinò con le dita delle estremità:-“Ti piace vero maiale!…E’ brava la tua mamma a darti piacere, vero?” Senza risponderle, infilai le dita sotto all’esiguo tessuto del suo intimo, scivolai in mezzo alle labbra del suo sesso, aiutato dalle abbondanti secrezioni della figa eccitata, il suo viso si trasformò: I suoi dolci lineamenti si trasformarono in un ghigno di lussuria, mosse il bacino verso l’alto, in cerca del piacere che le davano le dita che la stavano esplorando, come la peggiore delle baccanti, mi disse:-“Oh, si! …Bravo…Tocca la mamma che si lascia palpare!…Dimmi che sono una troia!!…Dimmelo ti prego!…Dimmi che sono la tua vacca!…Dimmi che sono la puttana di mio figlio!!!” Era impazzita dalla libidine, esponenzialmente eccitata dalle sue stesse azioni e parole.
Allargò le gambe, si prese le mutande e se le spostò di lato:-“Guarda la figa della tua mamma…Guarda il buco da dove sei uscito…Riempimì…Mettimi dentro il tuo cazzo!!…Sfondami!”
Non avrei mai sospettato che mia madre, così computa e morigerata come sembrava, in realtà fosse così porca!
Mi tolsi i pantaloncini e la penetrai infilandole il cazzo ben in fondo alla figa, le presi le gambe, le alzai infilandole sotto le mie braccia, in quella maniera era completamente esposta e slargata! La sbattevo con forza il cazzo in figa. Lei urlava, incitandomi sconvolta dal piacere:-“Si…Spaccami…Fottiti la mamma…Si….Si….Cosi!…Bravo!…Sbattimi per bene!…Dimmi che sono una puttana!” Accompagnava le parole con sussulti e scossoni che accompagnavano il mio fare, mi graffiava la schiena e mi mordeva il petto:-“Ho bisogno di cazzo!!…E’ da tanto che non lo prendo…Sono la tua vacca!…Ti prego dimmi che sono una vacca!…Dimmelo!!!”
Voleva che la insultassi:- Sei una gran bagascia troia e vacca, che si fa scopare dal proprio figlio…Sei una lurida puttana!” A quelle parole la sentii godere da impazzire, la sentivo spingere contro di me, cecando il massimo del piacere dalle mie spinte:- Dimmi ancora quanto sono troia….Dai…Spingi!…Mettimi incinta!….Fammi diventare madre e nonna allo stesso tempo!…Montami bastardo!” Sempre stando dentro di lei la stesi sul divano, lei mi allacciò le gambe con le proprie, tenendosi ben premuto il cazzo in figa.
Portai una mano sul suo culo e le infilai due dita nel retto che scoprii essere bello largo. Lei urlò il suo compiacimento:- Oh…Si!…Incula la tua mamma troia….Scopami il culo con le dita” urlava, gemeva e mi incitava ad insultarla e a fotterla con maggiore energia. Le presi una tetta con la bocca, mi impadronii del capezzolo grosso e turgido, lo morsi e lo stuzzicai con la lingua, mentre le tenevo ben dentro nel culo le dita e la pistonavo con forza. Mi prese per i capelli e mi spinse la faccia contro il suo seno:- “ Dai.… Mordimi…. Dai che mi fai godere!” Strinsi leggermente il capezzolo tra i denti, la sentii spingere verso di me:- “Dai…Ti prego….Sbattimi che sto venendo…Qh, si!….Vengo!…Vemgo…Oh, Dio….Sto godendooo!!!”
Sentivo il mio cazzo inondato dagli abbondanti succhi secreti dalla sua figa eccitata. La sua vagina si contraeva spasmodicamente, il suo bacino era scosso dai sussulti dell’orgasmo.
La riempii di sborra stimolato e travolto dal suo perverso piacere, sentivo i getti di sperma farcire il condotto vaginale.
I suoi fremiti si stavano diradando. Il piacere piano stava scemando.
Il volto di mia madre si rilassò e come d’incanto il suo sguardo lussurioso scomparve dalla sua faccia, sostituito dal viso bellissimo e dolce che conoscevo. Mentre ero ancora dentro di lei, con profondo amore le baciai il viso ed i suoi occhi ancora chiusi. Lei mi abbracciò stringendomi forte a sé e la sentii sussurrare: -“Ti amo!”
Mi alzai, lei rimase distesa a gambe aperte: Era stupenda, potevo finalmente, con calma, riempirmi gli occhi con le sue bellezze. I suoi seni sodi e piuttosto voluminosi erano impreziositi da due belle aureole rosa, al centro facevano bella mostra due pronunciati capezzoli ancora turgidi dall’eccitazione. Sotto un suo gentile accenno di pancetta, il biondo pelo riccioluto adornava il suo sesso prominente, dalle labbra belle spesse, ancora gonfie dall’orgasmo che la aveva appena squassata. I fluidi del suo piacere colavano oscenamente dall’apertura della sua figa mescolati al mio sperma e gocciolavano sul divano.
Era una scena di una libidine e bellezza infinita.
Le guardai il viso sorridente e disteso, le guardai poi il sesso, le chiesi:-“Posso?”
Mi guardò in maniera dolce e mi rispose:-“Puoi fare quello che vuoi…Non devi chiedere!…Se non ti fa schifo così sporca, fallo!” Le risposi che di lei non mi faceva schifo niente. Mi sorrise e nuovamente mi disse:-“Ti amo amore mio…Vieni e saziati della mamma!” Mi stesi con la faccia tra le sue cosce, il mio naso sfiorava il suo pelo dorato, annusai la sua bellissima figa, l’odore del suo piacere era intenso, che sommato a quello del mio sperma creava un mix estremamente afrodisiaco.
Passai la lingua in mezzo alle sue labbra per raccogliere tutti i liquidi che le irroravano la passera, il sapore era estasiante. Sentii le sue mani sulla testa premere la mia faccia contro di sé, il suo bacino si contrasse verso l’alto, la sentii gemere di piacere ed aspirare l’aria tra i denti, in un inequivocabile esternazione di piacere. Con voce tremante mi incitò:-“Bravo il mio bambino…Lecca bene tutto quanto…Pulisci bene la topa della mamma!”
Stimolato dalle sue parole affondai la lingua in profondità, salendo leggermente verso l’alto, andando a stimolarle il suo punto di massimo piacere, prendendolo e torcendolo tra le labbra e lappandolo con la lingua. Urlò forte il suo piacere, mentre con il movimento di bacino accompagnava il mio fare.
La sentii venire di nuovo:-“Amore mio…Mi stai facendo morire…E’ bellissimo…Oh Dio…Sto venendo ancora” La sentii fremere mentre si bloccava, tenendomi la testa premuta contro la sua figa, urlando e tremando dalla goduria. Sentii il suo miele inondarmi la bocca, mi saziai del suo piacere.
Mi alzai con le labbra lorde dei suoi liquidi, lei si sedette sul divano e mi tirò verso di se, unendomi a lei in un goloso bacio alla ricerca del nostro piacere spalmato sulle mie labbra. In breve il bacio si trasformò da osceno in passionale, con lei che cercava la mia lingua con la sua e mi abbracciava, stringendomi forte a sé.
Mi prese in mano il cazzo turgido, mi disse:-“Fammelo assaggiare”
Le misi il membro davanti alle labbra, lei prima lo annusò a lungo, se lo strofinò sul viso e finalmente me lo prese in bocca. Sentii la sua lingua sul glande a suggere le gocce di nettare che preludevano il mio piacere, la presi per i suoi biondi capelli e la costrinsi al movimento che più mi dava piacere, lei sentendosi costretta mugolava il suo apprezzamento e mi succhiava in maniera sublime. In pochissimo tempo mi fece venire, Quando sentì che stavo per sborrare mi cinse i fianchi con le braccia impedendomi di uscire dalla sua bocca, anche se era l’ultima cosa che avrei fatto!
Le riempii la cavità orale, la sentii deglutire con calma, gustandosi il mio nettare con piacere, saggiandolo bene. Mi pulì alla perfezione e mi spremette il cazzo per svuotarlo da tutti i residui.
Si mise in piedi e mi baciò con trasporto, la sua bocca sapeva di mé.
Mi disse:-“Il tuo sapore è buonissimo” Mi baciò di nuovo con molta dolcezza:-“Non so se succederà ancora ma è stato fantastico…Credo di essermi innamorata di tè…Forse lo sono sempre stata.” Mi guardò con gli occhi lucidi, dai quali traspariva una dolcezza infinita, le passai le mani tra i suoi morbidissimi capelli, le baciai piano il viso, lambendo le lacrime che stavano bagnandole le gote:-“Sei bellissima mamma, sei la più bella donna che conosca, e puoi stare sicura che ti amerò tutte le volte che tu lo vorrai.”
Era ora di cena, mangiammo nudi, senza andare a lavarci per non deturpare gli odori di sesso che avevamo addosso.
Stavamo bevendo il caffè, quando mia madre mi disse:-“Ho ancora voglia!”
Mia madre, Luisa, nonostante quel clima, mi aveva imposto di aiutarla a togliere le erbacce dall’orto.
Mio padre se ne era andato da tre anni, lasciandoci da soli, non lo avevamo più visto, sapevamo solo che si era trasferito in un paesino dell’Agrigentino e che abitava lì con un’altra donna.
Fortunatamente mia madre lavorava come direttrice di un grosso supermercato della zone e guadagnava bene.
Non la avevo mai vista con un altro uomo, usciva raramente, se avesse voluto avrebbe potuto avere tutti i maschi che voleva.
Infatti, nonostante i suoi cinquantaquattro anni che portava, dimostrandone almeno dieci di meno, era una donna bellissima: Dei capelli biondi e arricciolati le arrivavano alle spalle ed incorniciavano il suo viso. I suoi stupendi occhi verdi si illuminavano quando sul volto le si dipingeva il suo fantastico ed accattivante sorriso. La sua carnagione scura naturale le donava un fascino leggermente selvaggio e sensuale. Le sue gambe nonostante fossero leggermente muscolose erano perfette e davano il meglio quando indossava le minigonne. Nel complesso il fisico era minuto, arricchito da due abbondanti seni ed un culo a mandolino perfetto ed armonioso.
I miei amici erano tutti innamorati di lei e sinceramente lo ero un po anch’io.
del giorno vestiva con una gonnellina corta e lisa, ed una canotta bianca senza reggiseno, era l’abbigliamento che di solito usava per quel tipo di lavori.
Io ero a petto nudo e pantaloncini.
Ci recammo nell’orto. Iniziai a lavorare di zappa, mentre lei strappava l’ erba tra gli ortaggi aiutandosi con le mani. Già dopo pochi minuti di lavoro grondavo sudore, mi girai verso mia madre per fargli le mie rimostranze in merito, rimasi a bocca aperta: Era accucciata a gambe larghe, le minuscole mutandine che indossava, erano finite in mezzo al culo ed anche buona parte della sua figa era esposta, sbuffi di lunghi e biondi peli incolti uscivano dai lati dell’indumento. La maglietta era resa quasi trasparente dal sudore, si intravedevano le sue aureole sormontate da due vistosi capezzoli che risaltavano contro l’indumento. il mio cazzo si inalberò all’istante.
Non mi era mai successo di pensare a mia madre in quella maniera.
Intenta nel suo lavoro e non si era accorta che la stavo guardando.
Non sentendo più alcun rumore, alzò gli occhi per capire cos’era successo, mi vide che guardavo allupato tra le sue cosce, il suo viso sbiancò:-“Cosa guardi…Ti sei rimbecillito?!….Brutto porco pervertito, Guardi tra le gambe di tua madre!?….Maiale che non sei altro, invece di guardare me vai avanti a lavorare!” Distolsi immediatamente lo sguardo imbarazzato, lei aggiunse:-“Ho un figlio Maniaco depravato….Guarda le ragazzine, non tua madre!Brutto porco!!” Sentii il mio viso avvampare per la vergogna, distolsi immediatamente lo sguardo, mi vennero le lacrime agli occhi per l’imbarazzo, mi scusai sommessamente:-“Scusami mamma….Mi dispiace….Ma sei così bella….Scusa!” Mia madre mi guardò, il suo viso si distese:-“ Franco, non puoi guardare tua mamma in quella maniera…Non sta bene!…Capisco che i maschietti, quando hanno la tua età, pensano solo ad una cosa, ma non puoi spogliare tua mamma con gli occhi in quella maniera.” Poi sorrise, e quasi parlando tra se disse:-“Va be che non c’è molto da spogliare!”
Riprendemmo lavoro, il caldo era insopportabile, grondavo di sudore, tutti i vestiti mi si appiccicavano addosso.
Mia madre si allontanò per andare in bagno e per prendere un po d’acqua fresca, io approfittai della sua assenza per cercare un po di refrigerio tra le alte piante dei pomodori, all’ombra di un albero di pesche.
Mi accorsi di un minuscolo pezzo di stoffa appeso ad uno dei rami dell’albero, mi avvicinai curioso. Cazzo!! Era il tanga di mia madre, le presi in mano, erano umide, sicuramente se le era tolte perché erano bagnate di sudore, mi guardai attorno, mi portai il pezzo di stoffa al naso: Fantastico!! L’odore di sudore della sua figa e quello dei suoi umori era incredibilmente lussurioso, un vago odore di urina impregnava la stoffa, sniffai a lungo, le aprii, notai che dove il minuscolo indumento era stato a contatto con la sua patata c’era un alone color crema a cui c’erano appiccicati alcuni peli. Misi, prima il mio naso e poi la mia lingua a contatto con quella sgommata, l’odore di figa, sudore e urina era molto più intenso in quel punto, il sapore era acidulo, ma tremendamente libidinoso, chiusi gli occhi e cercai di imprimermi bene in mente il sapido sapore e il fantastico odore della bella patata di mia madre.
Non era la prima volta che annusavo una passera, mi era già successo con qualche ragazzina, ma il loro odore era quasi asettico, senza personalità, magari adulterato da profumi o peggio, da borotalco!
Quell’odore così forte mi era entrato dentro!
Avevo il cazzo che mi tirava da pazzi.
Mi sentii chiamare, mi affrettai ad appendere di nuovo le mutandine dove le avevo trovate, cercando di ricordare a quale ramo erano appese e lesto mi sbrigai ad uscire dalle file degli alti ortaggi, speravo che non si accorgesse della mia prepotente erezione. Mia madre mi accolse con la brocca dell’ acqua fresca, con un bonario sorriso mi rimproverò:-“Quando il gatto non c’è i topi ballano….Dov’eri andato scansafatiche!? ” Le sorrisi con un leggero imbarazzo, mia madre mi riempì un bicchiere di liquida frescura e mentre bevevo mi fece una amorevole carezza:-“Dai che abbiamo quasi finito, quando avevo diciannove anni come te adesso, ero instancabile.” Continuammo il nostro lavoro.
Io senza farmi notare, cercavo di sbirciare per capire se mia madre indossava o meno l’intimo, ma memore dell’involontaria esibizione di poco prima, stava attenta a come si muoveva, solo verso la fine del nostro lavoro, si chinò in avanti senza abbassarsi sulle ginocchia, lo spacco che aveva dietro, sulla gonna, si aprì mostrandomi la sua topa semi celata da un paio di mutandine rosa di pizzo trasparente, probabilmente se le era messe pulite quando era andata in bagno. Rimasi deluso, speravo tanto di vedere la fonte di quegli aromi che ancora avevo ben fissati in mente!
Finalmente finimmo il lavoro, mia madre si diresse verso l’albero di pesche per recuperare l’intimo che vi era appeso, quando uscì dai filari di pomodori, mi guardò con un sorriso divertito, alzò la mano con cui teneva le mutandine con due dita e le scosse nella mia direzione e mi disse:-“Ti piaccio proprio piccolo depravato!” Diventai rosso come un peperone, feci finta di cadere dalle nuvole, lei sempre sorridendo continuò:-“beh…Tu puoi mentire, ma quello lì…” Indicò verso la mia patta:-“Quello no non può mentire!” Mi guardò sorridendo nuovamente e con un’espressione da finto rimprovero, mi disse:-“Sei proprio un maialino!”
Rientrammo in casa, prima io e poi mia madre ci facemmo la doccia.
Mentre mi lavavo pensavo alle bellezze di mia madre al profumo della sua figa, a quanto era arrappante con le gambe larghe. il cazzo mi si inalberò stimolato dai miei lubrici pensieri, me lo presi in mano il ed iniziai a masturbarmi, non ci misi molto a sborrare. Proprio quando stavo schizzando contro il vetro del box doccia, si aprì la porta del bagno, mia madre mise dentro la testa, mi vide con il cazzo in mano ed il vetro inzaccherato.
Dopo il primo attimo di stupore, fece qualcosa che non mi sarei mai aspettato: Iniziò a ridere scompisciandosi, tra le risate mi disse:-“Sei proprio un gran porco!….ho un figlio maiale!…Pensavo che tu fossi già uscito…. Sbrigati a finire quello che stai facendo che devo lavarmi anch’io!…E pulisci il vetro, maialino!”
Restai allibito dalla sua reazione, mi sarei aspettato una furibonda sfuriata!
Mi risciacquai, lavai via dal vetro il risultato del mio orgasmo.
Uscii dal bagno in accappatoio e mentre mi dirigevo verso la camera incrociai mia madre che indossava il corto grembiule di raso che metteva di solito quando doveva lavarsi, mi sorrise e mi chiese spiritosa:-“Meglio adesso?…Ti sei rilassato?” Feci finta di niente e proseguii verso la mia stanza da letto.
Mi misi solo un paio di pantaloncini senza indossare l’intimo, a volte quando faceva molto caldo lo facevo.
Mia madre uscì dalla doccia poco dopo, indossava il grembiule di prima e si diresse in cucina senza passare dalla camera per cambiarsi, come faceva di solito.
Mise a bollire dell’acqua per cuocere delle verdure per la sera.
Si sedette su una sedia e guardandomi mi disse:-“Avrei bisogno di un massaggino alle gambe, mi dolgono le ginocchia” Naturalmente presi la palla al balzo:-“Se vuoi te lo faccio io.” Lei si mise a ridere divertita e intuendo quali fossero i miei pensieri, mi chiese ironicamente:-“ Ti sacrificheresti sul serio per la tua mamma” Feci finta di non cogliere il tono sarcastico:-“Lo faccio volentieri mamma.”
Lei mi disse.-“Ok andiamo in soggiorno e vediamo quello che sai fare!”
Si sedette sul divano e mi sollecitò:-“Dai prendi una sedia e siediti davanti a me!” La sedia era leggermente più alta del divano, lei mi mise le gambe in grembo, il grembiule scivolò ai lati delle cosce scoprendole l’inguine, per poco non mi ribaltavo dalla sedia: Indossava un paio di mutandine rosa completamente trasparenti, così minuscole che non coprivano neanche metà della folta peluria della sua figa e quello che copriva si vedeva in trasparenza, le grandi labbra erano completamente esposte, divise al centro dalla fettuccina triangolare del minuscolo indumento.
Non riuscivo a muovermi, avevo messo le mani sulle sue ginocchia, per iniziare il massaggio, ma ero rimasto immobile, paralizzato dallo spettacolo che vedevo tra le sue cosce.
Il comportamento che stava tenendo era alquanto inusuale, non l’avevo mai vista così discinta.
Le sue parole mi scossero:-“Ehi…Ti sei addormentato?…Dai datti da fare con quelle mani!” Mi ripresi da quel momentaneo stato di disorientamento, mi scusai ed iniziai il mio massaggio, cercando di distogliere lo sguardo dalla sua passera senza riuscirci, gli occhi mi cadevano sempre lì.
La mia erezione toccava i suoi piedi ed il movimento delle mie mani sulle sue gambe me lo facevano strofinare sulle sue estremità, procurandomi un intenso piacere che faticavo a celare. Sicuramente sentiva il mio cazzo duro contro i suoi talloni, ma non diceva niente.
Alzai lo sguardo a guardarla: Sulla sua faccia aleggiava un sorriso divertito, che si trasformò in una risata quando incontrò il mio sguardo allupato!
Le mie mani tremanti continuavano a massaggiare, o forse è meglio dire, accarezzare le ginocchia di mia madre, mi spinsi un più in su sulle cosce, mia madre non disse niente, quindi fui incoraggiato a risalire le sue gambe fino a sfiorarle il pelo riccioluto che sbordava ai lati del suo intimo.
Lei mi prese la mano e sorridendomi, la allontanò dalle sue minuscole mutandine:-“Accontentati di guardare maialino…E’ quello che volevi no?!…Allora guarda senza allungare le mani!…Consideralo un premio per il massaggio!” Continuai a massaggiarla senza sconfinare, le sorrisi a mia volta e scusandomi le dissi:-“Scusami…E’ che sei così bella mamma” Un radioso e civettuolo sorriso le illuminò il volto :-“Sei un piccolo adulatore…Ma io sono la mamma e con mamma non si può!” Accompagnò le parole con un movimento ammonitore del dito, Le sorrisi, corrisposto da lei.
Avevo scoperto il suo punto debole: I complimenti!… Se giocavo bene le mie carte, forse avrei ricavato qualcosa di interessante da quella nuova situazione che si stava creando!
Osai:_”Mamma hai proprio delle bellissime gambe e le tue cosce sono perfette, senza il minimo segno di cellulite!”
Mi sorrise lusingata:-“Grazie amore!…Mi fanno molto piacere i tuoi complimenti.” Si prese i lembi del grembiule e li aprì ulteriormente:-“Pensi davvero che la mamma abbia delle belle gambe?” Cazzo!…Era la via giusta!
Osai di più:-“Certo!..Te l’ho già detto…Sei bellissima…Ed anche le mutandine che indossi sono molto carine!…Ti stanno proprio bene.” Si guardò in mezzo alle gambe:-“ Si…E’ vero…Forse un po troppo trasparenti perché le veda il mio bambino.” Tornai a spingermi con le mani verso il suo inguine, sfiorai nuovamente il suo intimo, lei mi lasciò fare:-“Sei stato gentile con la mamma…Se vuoi ti lascio toccare un pochino.” Stentavo a credere a quello che mi stava succedendo.
Ero al massimo dell’eccitazione, il cazzo mi sgusciò fuori dai pantaloncini, lei se ne accorse e mi toccò con la punta del piede, sospirai di piacere, lei me lo strofinò con le dita delle estremità:-“Ti piace vero maiale!…E’ brava la tua mamma a darti piacere, vero?” Senza risponderle, infilai le dita sotto all’esiguo tessuto del suo intimo, scivolai in mezzo alle labbra del suo sesso, aiutato dalle abbondanti secrezioni della figa eccitata, il suo viso si trasformò: I suoi dolci lineamenti si trasformarono in un ghigno di lussuria, mosse il bacino verso l’alto, in cerca del piacere che le davano le dita che la stavano esplorando, come la peggiore delle baccanti, mi disse:-“Oh, si! …Bravo…Tocca la mamma che si lascia palpare!…Dimmi che sono una troia!!…Dimmelo ti prego!…Dimmi che sono la tua vacca!…Dimmi che sono la puttana di mio figlio!!!” Era impazzita dalla libidine, esponenzialmente eccitata dalle sue stesse azioni e parole.
Allargò le gambe, si prese le mutande e se le spostò di lato:-“Guarda la figa della tua mamma…Guarda il buco da dove sei uscito…Riempimì…Mettimi dentro il tuo cazzo!!…Sfondami!”
Non avrei mai sospettato che mia madre, così computa e morigerata come sembrava, in realtà fosse così porca!
Mi tolsi i pantaloncini e la penetrai infilandole il cazzo ben in fondo alla figa, le presi le gambe, le alzai infilandole sotto le mie braccia, in quella maniera era completamente esposta e slargata! La sbattevo con forza il cazzo in figa. Lei urlava, incitandomi sconvolta dal piacere:-“Si…Spaccami…Fottiti la mamma…Si….Si….Cosi!…Bravo!…Sbattimi per bene!…Dimmi che sono una puttana!” Accompagnava le parole con sussulti e scossoni che accompagnavano il mio fare, mi graffiava la schiena e mi mordeva il petto:-“Ho bisogno di cazzo!!…E’ da tanto che non lo prendo…Sono la tua vacca!…Ti prego dimmi che sono una vacca!…Dimmelo!!!”
Voleva che la insultassi:- Sei una gran bagascia troia e vacca, che si fa scopare dal proprio figlio…Sei una lurida puttana!” A quelle parole la sentii godere da impazzire, la sentivo spingere contro di me, cecando il massimo del piacere dalle mie spinte:- Dimmi ancora quanto sono troia….Dai…Spingi!…Mettimi incinta!….Fammi diventare madre e nonna allo stesso tempo!…Montami bastardo!” Sempre stando dentro di lei la stesi sul divano, lei mi allacciò le gambe con le proprie, tenendosi ben premuto il cazzo in figa.
Portai una mano sul suo culo e le infilai due dita nel retto che scoprii essere bello largo. Lei urlò il suo compiacimento:- Oh…Si!…Incula la tua mamma troia….Scopami il culo con le dita” urlava, gemeva e mi incitava ad insultarla e a fotterla con maggiore energia. Le presi una tetta con la bocca, mi impadronii del capezzolo grosso e turgido, lo morsi e lo stuzzicai con la lingua, mentre le tenevo ben dentro nel culo le dita e la pistonavo con forza. Mi prese per i capelli e mi spinse la faccia contro il suo seno:- “ Dai.… Mordimi…. Dai che mi fai godere!” Strinsi leggermente il capezzolo tra i denti, la sentii spingere verso di me:- “Dai…Ti prego….Sbattimi che sto venendo…Qh, si!….Vengo!…Vemgo…Oh, Dio….Sto godendooo!!!”
Sentivo il mio cazzo inondato dagli abbondanti succhi secreti dalla sua figa eccitata. La sua vagina si contraeva spasmodicamente, il suo bacino era scosso dai sussulti dell’orgasmo.
La riempii di sborra stimolato e travolto dal suo perverso piacere, sentivo i getti di sperma farcire il condotto vaginale.
I suoi fremiti si stavano diradando. Il piacere piano stava scemando.
Il volto di mia madre si rilassò e come d’incanto il suo sguardo lussurioso scomparve dalla sua faccia, sostituito dal viso bellissimo e dolce che conoscevo. Mentre ero ancora dentro di lei, con profondo amore le baciai il viso ed i suoi occhi ancora chiusi. Lei mi abbracciò stringendomi forte a sé e la sentii sussurrare: -“Ti amo!”
Mi alzai, lei rimase distesa a gambe aperte: Era stupenda, potevo finalmente, con calma, riempirmi gli occhi con le sue bellezze. I suoi seni sodi e piuttosto voluminosi erano impreziositi da due belle aureole rosa, al centro facevano bella mostra due pronunciati capezzoli ancora turgidi dall’eccitazione. Sotto un suo gentile accenno di pancetta, il biondo pelo riccioluto adornava il suo sesso prominente, dalle labbra belle spesse, ancora gonfie dall’orgasmo che la aveva appena squassata. I fluidi del suo piacere colavano oscenamente dall’apertura della sua figa mescolati al mio sperma e gocciolavano sul divano.
Era una scena di una libidine e bellezza infinita.
Le guardai il viso sorridente e disteso, le guardai poi il sesso, le chiesi:-“Posso?”
Mi guardò in maniera dolce e mi rispose:-“Puoi fare quello che vuoi…Non devi chiedere!…Se non ti fa schifo così sporca, fallo!” Le risposi che di lei non mi faceva schifo niente. Mi sorrise e nuovamente mi disse:-“Ti amo amore mio…Vieni e saziati della mamma!” Mi stesi con la faccia tra le sue cosce, il mio naso sfiorava il suo pelo dorato, annusai la sua bellissima figa, l’odore del suo piacere era intenso, che sommato a quello del mio sperma creava un mix estremamente afrodisiaco.
Passai la lingua in mezzo alle sue labbra per raccogliere tutti i liquidi che le irroravano la passera, il sapore era estasiante. Sentii le sue mani sulla testa premere la mia faccia contro di sé, il suo bacino si contrasse verso l’alto, la sentii gemere di piacere ed aspirare l’aria tra i denti, in un inequivocabile esternazione di piacere. Con voce tremante mi incitò:-“Bravo il mio bambino…Lecca bene tutto quanto…Pulisci bene la topa della mamma!”
Stimolato dalle sue parole affondai la lingua in profondità, salendo leggermente verso l’alto, andando a stimolarle il suo punto di massimo piacere, prendendolo e torcendolo tra le labbra e lappandolo con la lingua. Urlò forte il suo piacere, mentre con il movimento di bacino accompagnava il mio fare.
La sentii venire di nuovo:-“Amore mio…Mi stai facendo morire…E’ bellissimo…Oh Dio…Sto venendo ancora” La sentii fremere mentre si bloccava, tenendomi la testa premuta contro la sua figa, urlando e tremando dalla goduria. Sentii il suo miele inondarmi la bocca, mi saziai del suo piacere.
Mi alzai con le labbra lorde dei suoi liquidi, lei si sedette sul divano e mi tirò verso di se, unendomi a lei in un goloso bacio alla ricerca del nostro piacere spalmato sulle mie labbra. In breve il bacio si trasformò da osceno in passionale, con lei che cercava la mia lingua con la sua e mi abbracciava, stringendomi forte a sé.
Mi prese in mano il cazzo turgido, mi disse:-“Fammelo assaggiare”
Le misi il membro davanti alle labbra, lei prima lo annusò a lungo, se lo strofinò sul viso e finalmente me lo prese in bocca. Sentii la sua lingua sul glande a suggere le gocce di nettare che preludevano il mio piacere, la presi per i suoi biondi capelli e la costrinsi al movimento che più mi dava piacere, lei sentendosi costretta mugolava il suo apprezzamento e mi succhiava in maniera sublime. In pochissimo tempo mi fece venire, Quando sentì che stavo per sborrare mi cinse i fianchi con le braccia impedendomi di uscire dalla sua bocca, anche se era l’ultima cosa che avrei fatto!
Le riempii la cavità orale, la sentii deglutire con calma, gustandosi il mio nettare con piacere, saggiandolo bene. Mi pulì alla perfezione e mi spremette il cazzo per svuotarlo da tutti i residui.
Si mise in piedi e mi baciò con trasporto, la sua bocca sapeva di mé.
Mi disse:-“Il tuo sapore è buonissimo” Mi baciò di nuovo con molta dolcezza:-“Non so se succederà ancora ma è stato fantastico…Credo di essermi innamorata di tè…Forse lo sono sempre stata.” Mi guardò con gli occhi lucidi, dai quali traspariva una dolcezza infinita, le passai le mani tra i suoi morbidissimi capelli, le baciai piano il viso, lambendo le lacrime che stavano bagnandole le gote:-“Sei bellissima mamma, sei la più bella donna che conosca, e puoi stare sicura che ti amerò tutte le volte che tu lo vorrai.”
Era ora di cena, mangiammo nudi, senza andare a lavarci per non deturpare gli odori di sesso che avevamo addosso.
Stavamo bevendo il caffè, quando mia madre mi disse:-“Ho ancora voglia!”
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