Quasi incesto - parte 2
di
onilad54
genere
incesti
Avevo accompagnato mia moglie Dolores a fare la spesa settimanale al centro commerciale che si trovava a pochi chilometri da casa, lavoravamo tutti e due e quindi, di solito, approfittavamo del sabato, che avevamo tutti e due libero, per compiere quelle cose che non riuscivamo a fare durante la settimana.
Mia moglie Dolores, era una bella cinquantenne di origine spagnola, molto seducente ed affascinante nonostante l’età, leggermente in sovrappeso. Anzi forse era proprio la sua maturità, che la rendeva così attraente ed interessante. Era una di quelle donne, che a guardarle, ispirano sesso. Era vestita con una corta gonna azzurra che faceva risaltare le sue belle cosce, sopra portava una maglia bianca, piuttosto scollata, che in trasparenza rivelava il colore scuro delle sue larghe aureole, sormontate da due grossi capezzoli che sembravano voler bucare l’indumento e rivelavano l’assenza del reggiseno.
Da poco tempo, si era riscoperta estremamente troia ed esibizionista. Neanche un’ora fa aveva coinvolto un commesso in un suo gioco erotico molto trasgressivo, con me che facevo da spettatore. Una vera maialina!
Mentre caricavo il bagagliaio dell’auto con gli acquisti che c’erano nel carrello, squillò il suo cellulare, era sua sorella Paula che chiedeva se potevamo ospitare lei e suo marito Marco per l’intero giorno, in quanto vicino alla loro abitazione stavano ristrutturando una palazzina ed era tutta la settimana che si sorbivano i rumori delle demolizioni e ci chiedevano se, almeno per un giorno, potevamo salvarli da quel fastidioso frastuono che non riuscivano più a sopportare.
Dolores scoppiò a ridere in quanto sapeva il fastidio di sua sorella per i rumori forti e ripetitivi, sapeva anche di quanto le piaceva esibirsi e la divertiva il pensiero di lei che se la prendeva con gli operai dell’impresa, i quali si ritrovavano a pagare, il piacevole spettacolo di vedere Paula, nuda o seminuda, prendere il sole sul poggiolo adiacente il fabbricato, sopportando le sue rimostranze per i disagi sonori.
Mia moglie disse a sua sorella che eravamo a fare la spesa, ma che fra un quarto d’ora saremmo stati a casa e che loro potevano venire quando volevano, salimmo in auto e avviammo verso il complesso dove abitavamo.
Stavamo aprendo il portoncino d’entrata del nostro alloggio, quando sentimmo il trillo del citofono all’interno dell’appartamento, erano loro.
Li salutammo, scherzammo prendendoci bonariamente gioco del loro disagio, definendoli degli sfollati. Loro si finsero offesi, e dopo qualche altra battuta li invitammo a sederci in soggiorno per uno spritz, che tra l’altro mia moglie sapeva preparare molto bene con delle varianti deliziosamente più alcoliche.
Io e Dolores eravamo seduti sul divano mentre Paula e Marco erano seduti sulle due poltrone che ci fronteggiavano.
Parlammo del più e del meno, scherzando e ridendo, mentre mia cognata guardava stupita il provocante abbigliamento di sua sorella, che tra l’altro era seduta senza minimamente preoccuparsi di quello che mostrava.
A dire il vero Paula non era certo vestita da educanda, visto che indossava una corta minigonna a vita bassa, che da seduta faticava coprirle l’inguine. I suoi sodi e opulenti seni erano coperti da un top che appena le copriva i capezzoli ben evidenti sotto al tessuto, l’indumento nella parte inferiore arrivava giusto all’altezza dell’attaccatura del seno e le lasciava scoperta la pancia. Il bel viso solare, dal carattere ispanico, era incorniciato da dei lunghi capelli corvini, il suo trucco, troppo accentuato, assieme al suo abbigliamento, rivelava il suo ego da troia esibizionista ormai noto a tutta la famiglia.
E certo non era una santarellina visto che un paio d’anni addietro, in occasione della vendemmia nella loro vigna di famiglia, mi aveva fatto un fantastico pompino.
Paula disse a Dolores:-“Sto notando che il tuo look è particolarmente osé” E guardando il marito con finta riprovazione aggiunse:-“ E lo spettacolo sta facendo irretire quel porco del mio sposo” Infatti gli occhi di Marco, fuori dalle orbite, erano rapiti da quelle parti di Dolores che avrebbero dovuto essere celate, infatti mia moglie aveva le cosce abbondantemente scostate e la gonna, che era salita oltre il lecito, lasciava vedere le inesistente mutandine incastrate tra le labbra della sua pelosa figa. Cazzo!! Potevo vederla io di lato, figurarsi loro che erano davanti!
Scoppiammo tutti a ridere per la battuta di mia cognata.
Dolores rispose sorridendo maliziosamente alla sorella:-“Beh…adesso hai la concorrenza di una troia in più in famiglia!!” E per confermare quello che aveva detto, mi prese la mano e se la portò tra le gambe mentre fissava Paula negli occhi con uno sguardo di sfida, io, eccitato oltre ogni limite, rincarai la dose spostando le sue mutandine che erano zuppe della sua voglia ed infilai due dita dentro di lei, in una voragine calda e bagnata. Lei chiuse gli occhi, portando indietro la testa, godendosi i miei palpeggiamenti davanti ai nostri ospiti esterrefatti e a loro volta infoiati. Lei godeva nel mostrare la figa ai suoi parenti e avrebbe potuto raggiungere l’orgasmo solo per questol!
Tolsi le dita visibilmente bagnate dalla bava della sua passera e me le portai al naso, odoravano di piscio, un’ombra di sudore e della sua eccitazione, non riuscii a non assaggiare quei viscosi liquidi dall’aroma così intenso!!
Marco si accarezzava il cazzo sopra ai pantaloni, mentre mia cognata disse, con voce resa roca dall’eccitazione:-“Sei una troia!!……Una vacca da monta!…..Siete due porci!!! ……E visto che tu hai mostrato la figa a mio marito io faccio vedere la mia al tuo!!!” Fece seguire i fatti alle parole: Salì con i piedi sulla poltrona, aprì le gambe, si scostò le mutandine e si toccò la fregna allargandone le labbra. Eccitata come non mai, quasi urlando, disse:-“Guarda Giorgio!….guarda la mia figa!……Ti piace, vero?….Dimmi che ti piace!……Oh Dio guardami!!” Iniziò a sgrillettarsi forsennatamente fregandosene di suo marito, il quale si stava praticamente facendo una sega da sopra i pantaloni! Paula era così eccitata che nel giro di qualche minuto stava già raggiungendo l’orgasmo, continuò:-“Oh si guardatemi!…… Sto sborrando!…….Marco guarda quanto è troia la donna che hai sposato!!……Oh Dio vengo….Sto venendo” Venne urlando il suo piacere mentre si ravanava la passera , sussultando e contorcendosi sotto gli ultimi spasmi di goduria! Vidi che le sue dita erano inondate dai suoi umori, sembrava quasi che avesse squirtato!!
Eravamo rimasti paralizzati dalla sua incredibile esibizione.
Mia cognata si stava tenendo premuta la mano sulla passera, stava assaporando gli ultimi istanti dell’orgasmo.
Marco aveva tutti i pantaloni bagnati sulla patta, era venuto nelle mutande.
Dolores si stava accarezzando piano la figa, portandosi le dita alla bocca e leccandole con mugolii di piacere, assaggiando la sua stessa voglia con voracità.
Mi infilai con la testa tra le cosce di mia cognata, accovacciata sulla poltrona, scostai le sue mutandine zuppe e incollai le labbra a ventosa sulla sua figa, succhiando tutti gli umori di cui era piena, che continuavano a colare dalla sua vagina riversandosi sulla mia bocca.
Il suo odore mi inebriava, era incredibilmente afrodisiaco, odore di figa non asettica, di passera vissuta e non adulterata da profumi o saponi, esattamente come piaceva me!
Di colpo il trillo del campanello ci fece sussultare: Dolores alzandosi in piedi di corsa disse:-“Luigi!….Cazzo nostro figlio è tornato!….Cazzo, cazzo, cazzo…..Me ne ero dimenticata!!”
Ci ricomponemmo il più velocemente possibile, Marco corse in bagno a pulirsi il meglio possibile i pantaloni, Paula cercò di pulire alla bene meglio la poltrona sporca dei propri umori.
Mia moglie si sincerò che tutto fosse in ordine e si affrettò ad aprire la porta d’entrata.
Luigi entrò scusandosi di essersi dimenticato a casa la sua copia di chiavi.
E meno male che se le era dimenticate, sarebbe stato alquanto imbarazzante a farci trovare durante le nostre performance esibizionistiche e non solo!
Mio figlio salutò gli zii, sopratutto abbracciando con calore la zia, stringendola e schiacciandosi i seni contro il petto, tenendole una mano sul culo…Il maiale!! Paula fece finta di niente e lasciò fare. Guardò sua sorella, sorridendole maliziosamente ricambiata da Dolores.
Le due donne si misero ai fornelli per preparare qualcosa di veloce per pranzo.
Luigi si era appartato nella propria camera a giocare con il pc, o forse per farsi una sega per calmare i suoi ardori giovanili, in attesa di essere chiamato a mangiare.
Sentii mia moglie dire a Paula:-“Quel piccolo porco non si limita a guardare quello che la mamma si diverte a mostrare, ma si palpa pure la zia!”
Paula rise di gusto:-“ beh….Mica mi ha disturbato essere palpata dal mio nipotino e poi deve pur iniziare da qualche parte…..Le zie solitamente sono quelle che più solleticano la fantasia, no?” Dolores rispose:-“ Eh…. Certo che se poi la zia è vestita così da maiala in calore!!!” E giù un altra risata.
Io e Marco ci eravamo seduti nuovamente sul divano a finire l’aperitivo che avevamo lasciato a metà. Notai che aveva di nuovo il bozzo che deformava i pantaloni. Lui seguì il mio sguardo e mi disse che al pensiero di quanto fossero troie le loro donne non lo lasciava ammosciare. Mi prese la mano e se la portò sul cazzo!:- “Senti come ce l’ho duro” Sorpreso dal suo fare, senza pensare a quello che stavo facendo, gli strinsi il cazzo tra le dita: Scoprii che mi piaceva sentirlo in mano. Avvertii la mia verga rispondere a sua volta con una bella erezione che venne ispezionata da mia cognato con una bella palpata. Stavamo toccandoci come due adolescenti che sperimentano, avvertendo le loro prime pulsioni sessuali. Ma avevo il sospetto che mio cognato non fosse nuovo a quel tipo di approcci, visto con quanta facilità aveva saputo coinvolgermi in quel sottile gioco omo.
Fummo interrotti da Dolores che ci chiamava a pranzo, ci guardammo, Marco mi ammiccò strizzandomi l’occhio, gli sorrisi leggermente imbarazzato.
Ci sedemmo a tavola, mangiammo con appetito, innaffiando il pasto con dell’ottimo cabernet che le donne non lesinarono, parlammo del più e del meno ma comunque con i discorsi che sconfinavano sempre sl sesso, le due sorelle, forse in conseguenza dell’abbondante libagione, ridevano sguaiatamente.
Mia cognata seduta al mio fianco non si preoccupava di coprirsi le gambe, del resto poco prima avevo la lingua infilata nella sua figa! Non si accorse che il top era sceso fino a scoprirle un capezzolo, sua sorella gli fece notare la cosa, Paula per tutta risposta si scoprì i seni completamente:-“Beh…Le cose belle si devono mostrare, no?” Dolores le disse:-“sei una fantastica maiala ubriaca” Ridemmo tutti. Mia cognata, con calma si ricompose.
Luigi era tutto rosso e si sfregava l’inguine.
Mia moglie si alzò per fare il caffè, Paula sbarazzò il tavolo e dopo aver impilato i piatti sul lavandino, aprì la lavastoviglie per caricarla, si chinò e così facendo la gonnellina salì lasciandogli scoperta l’attaccatura del fondoschiena, Luigi sbottò:- “Che bel culo che hai zia” Mi cognata si girò sorridendoci, alzandosi e coprendosi il culo con una mano e portandosi l’altra mano aperta davanti alle labbra in un gesto di finto pudore:-“Oh..… Si è visto molto?”
Dolores si avvicinò a sua sorella, le alzò la gonna sulla schiena scoprendole totalmente il culo, il filo interdentale del suo perizoma spariva in mezzo ai glutei e più in basso spariva in mezzo al pelo della figa. La mia consorte si rivolse a suo figlio:-“Luigi….dì la verità!!…… chi è che ha il culo più bello?….La mamma o la zia?” Fece seguire i fatti alle parole: Si girò su se stessa ed alzò a sua volta la gonna scoprendosi il sedere e piegandosi novanta dopo aver allargato le gambe!! Paula si mise nella stessa posizione per dare modo a suo nipote di poter giudicare equamente! I loro perizomi, completamente bagnati, non nascondevano quasi niente, si vedevano le loro pelose fighe quasi per intero.
Eravamo tutti infoiati alla vista di tanta porcaggine, potevamo quasi sentire l’odore delle loro fighe in calore. Luigi, con gli occhi fuori dalle orbite e rosso come un peperone rispose:-“ Siete tutte e due delle grandissime….Ehm…. Troie…..avete dei culi stupendi, ma il tuo mamma è quello più grosso e rotondo ed è quello che mi piace di più” Dolores si girò verso Paula facendole una linguaccia, lei rispose con un’espressione di finta contrizione.
Mia moglie si girò verso nostro figlio e le disse:- “Amore ti ringrazio per il complimento” Poi rimproverandolo bonariamente, ridendo:-“Però non devi dire alla mamma che è una troia….E’ una cosa che non si fà!” Difesi Luigi, rispondendo in sua vece:- “Hai perfettamente ragione invece…..Tua mamma è proprio una lurida bagascia esibizionista!!!” Scoppiammo tutti a ridere.
Dopo il caffè ci accomodammo a prendere l’amaro in soggiorno.
Luigi ci disse che doveva recarsi al campo di calcio per la seduta settimanale di allenamento, la zia lo salutò baciandolo in bocca e si lasciò palpare scherzosamente sotto alla gonna, mio figlio uscì dalla porta annusandosi le dita. Certo che eravamo una bella famiglia di pervertiti!!
Il tempo fuori non prometteva niente di buono, decidemmo di rimanere a casa. Decidemmo di passare il pomeriggio con qualche tipo di svago. Io proposi il gioco della verità, che poi non era nient’altro che l’antichissimo gioco della bottiglia.
Ci mettemmo seduti sul tappeto, disposti i cerchio. Non vi dico il panorama tra le gambe delle signore sedute con le gambe incrociate!!
Io avevo proposto il gioco, ed io per primo girai la bottiglia, che si fermò con il tappo in direzione di Paula, lei rise e disse:-“E ti pareva!!….. Dai Giorgio su…fammi sta domanda!!”
Le chiesi se avesse mai fatto sesso con un parente, naturalmente già conoscevo la risposta!
Lei mi guardò infuriata e disse:-“Ma sei scemo?…..Che cazzo di domanda è!” Le dissi:- E’ la domanda a cui devi rispondere e basta!” Gli altri risero e la incoraggiarono:-“Dai…E’ solo un gioco!” Lei guardò suo marito e poi sua sorella:- “Se proprio volete…..Così sia!!…..Poi non dite che non ve la siete cercata!!” Ed iniziò a raccontare:-
“ < Circa due anni fa, nel mese di Ottobre, durante la vendemmia nella nostra vigna di famiglia stavo accompagnando Giorgio nel campo dove tutti gli altri stavano già vendemmiando, lui era arrivato in ritardo per dei problemi di lavoro.
Faceva freddo, al mattino la brina aveva imbiancato il paesaggio, ma io non lo percepivo: Quel giorno ero in calore, avevo una voglia di cazzo pazzesca. Ci incamminando insieme lungo i sentieri campestri che in una mezz’ora ci avrebbe portato nel podere. Sentivo i miei umori bagnarmi le mutandine, parlavo e scherzavo con mio cognato, intanto pensavo al suo cazzo che tanto avrei voluto in bocca ed in figa.
Lui camminando, mi accarezzava la schiena, scivolando spesso giù fino al culo, alimentando il mio desiderio.
Mi venne da pisciare, glielo dissi, Giorgio mi chiese:-“Dai fammi guardare” Fingendo sdegno gli domandai se era impazzito, lui, come speravo insistette, lo guardai sorridendo con uno sguardo carico di libidine. Gli concessi:-“Va bene….. ma solo per questa volta!” Mi tolsi, da sotto la gonnellina, le minuscole mutandine che indossavo, mi accucciai con le gambe larghe dalla sua parte per concedergli la vista migliore sulla mia passera mentre pisciavo. Lui, non contento, si abbassò per avere una visuale ancora migliore. Sentii il liquido sgorgare dalla mia figa, una cascata di liquido paglierino innaffiò l’erba. Il contrasto con il terreno freddo fece condensare parte dell’urina sollevando una nuvola di vapore, percepii l’eccitante odore speziato del mio stesso piscio. Giorgio si stava gustando la scena con gli occhi bramosi di desiderio, non sapevo se era più eccitato lui a guardare o io a mostrarmi! Finii di pisciare guardando mio cognato che era rapito dalla minzione, scossi un pochino il culo per far cadere le ultime gocce.
Gli chiesi se aveva una salvietta per asciugarmi, lui mi rispose negativamente ma mi disse che lui un’idea ce l’aveva! Non chiedevo altro! Mi alzai, tenendo le ginocchia leggermente flesse e le gambe larghe, spinsi avanti il bacino, mi portai le mani nella figa, tra l’altro bagnandomele di urina, mi allargai le labbra e gli dissi:-“Dai…..Lecca maiale!……asciugami bene!……Puliscimi la figa!! ” Si inginocchiò ai miei piedi, con le ginocchia sulla pozza di piscio, affondò la faccia tra i miei peli bagnati, sentii la sua lingua cercare le gocce dell’ambrato liquido aromatico di cui era intrisa la mia peluria. Esplorò in lungo e largo la mia fessura, sentivo le sue labbra succhiarmi la clitoride, continue ondate di piacere mi sconquassavano. Sentii le sue mani infilarsi sotto la maglietta a cercare i miei seni, liberi dalla costrizione del reggiseno, si impadronì dei miei capezzoli pizzicandomeli. Scosse di piacere si sommarono a quelle provocate dalla sua bocca, portando il mio godimento a livelli irraggiungibili.
La sua lingua stava facendo un lavoro egregio, poche volte avevo trovato qualcuno che me la leccava così bene! Mi stava facendo impazzire, sentii il piacere travolgermi come uno tsunami, sfociando in un fantastico orgasmo, alzai la faccia al cielo urlando il mio piacere, gli presi la testa e mi premetti la sua faccia sulla figa, godendomi gli ultimi spasmi di profonda goduria. Avevo troppa voglia ero venuta in un attimo!
Non mi ero ancora ripresa dal devastante orgasmo ancora in fase di affievolimento. Mi fiondai su di lui che si era alzato in piedi, gli slacciai i pantaloni, la sua erezione mi colpì il volto, me lo strofinai alla faccia, me lo passai sulle labbra, le gocce di presborra che imperlavano il suo glande me le bagnarono, estrassi la lingua per assaporare quel liquido che tanto mi piaceva.
Mi portai il cazzo al naso, il suo odore di urina unito ad un lieve sentore di sudore, e ad un fantastico effluvio di sperma, colpì le mie narici, quell’afrodisiaco aroma mi faceva impazzire. Mi portai con la lingua a solleticargli le palle. Gli feci allargare la gambe, mi girai, sotto di lui, portandomi sulla sua rosetta anale, gli allargai le chiappe con le mani, affondai la lingua in profondità, il suo odore intenso mi inebriava. Sentivo che godeva e questo mi stimolava a leccare con maggiore solerzia e trasporto.
Ritornai ad impadronirmi del cazzo ingoiandolo fino a sentirlo in gola, lo pompavo anelando a quel maschio seme che avrebbe premiato il mio fare. Lo sentivo pulsare. Lo estraevo dalla bocca, lo leccavo dalla base dell’asta fino al glande mentre lo guardavo negli occhi, godendo del piacere che traspariva dal suo volto, i suoi gemiti presagivano il suo imminente orgasmo, mi prese la testa tra le mani dettandomi il ritmo del pompino, accompagnai il suo fare succhiando con voracità.
Mi bagnai le dita con la saliva che colava dal suo cazzo, le portai sul suo buco del culo penetrandolo con un dito, ficcandolo più che potevo in profondità. Questo lo fece letteralmente esplodere, mi innondò la bocca con delle fantastiche schizzate di sborra che mi premurai di ingoiare, mentre eiaculava urlava il suo piacere, sentivo quel dolce e pastoso liquido di cui ero ghiotta scendermi in gola, aspettai gli ultimi schizzi per farmelo roteare in bocca gustandomelo bene a fondo, leccai il suo glande dopo avergli spremuto il cazzo per far uscire anche le ultime gocce di sperma.
Alzai la testa e lo guardai, con le labbra sporche di sborra, sorridendo libidinosamente, Gli chiesi:-“ Ti è piaciuto?…..Sono stata brava?”
Giorgio mi guardò sconvolto:-“Sei stata fantastica, mia bella cognatina. Fai dei pompini incredibili…..Da gran troia!!” Gli sorrisi grata dei suoi complimenti, mi piaceva quando mi dicevano che ero una troia, ne ero orgogliosa.
Ricambiai i suoi elogi:-“Anche tu sei stato bravo!……..Mi hai leccato la figa in maniera sublime!…..Potrei essere tentata di usufruire ancora dei tuoi servigi!!” Ci ricomponemmo, presi le mutandine che mi ero tolta e gliele misi in mano:-“Per ricordo!” Mi cinse la vita con un braccio, con l’altra mano mi alzò la gonna e mi infilò un dito nel culo nudo, mi baciò sulle labbra ancora sporche del suo seme, ci slinguammo a lungo con passione, gioii nel sentire il suo cazzo inturgidirsi contro la mia pancia. Gli dissi sorridendo libidinosamente:-“Se vuoi che io senta qualcosa devi infilarmi almeno tre dita su per il culo” Mi prese per i capelli e mi bacio nuovamente, quasi con furia:-“Sei una gran maiala!…..E adesso vieni sulla vigna senza mutande?” Risposi alla sua domanda:-”Certo e dirò a mio marito che me le sono tolte per lui!”
Ci avviammo verso il campo dove stavano vendemmiando, Giorgio continuava ad annusarsi il dito che mi aveva infilato nel culo. Quando fummo così vicini da sentire le voci dei lavoranti, nascosti da pochi cespugli, mi appoggiai ad un albero alzai la gonna, gli presi una mano e me la portai tra le cosce, premendomela sulla figa ancora bagnata e gli dissi:-“Così potrai sentire anche l’odore della mia passera oltre a quello del mio culo” ci baciammo di nuovo. Dopo pochi passi fummo nella vigna, mi avvicinai a mio marito e lo baciai in bocca per salutarlo, mi girai verso Giorgio e gli feci l’occhiolino sorridendo.>”
Quella troia di Paula aveva finito il suo racconto, si stava toccando la figa eccitata dai suoi ricordi.
Mia moglie aveva gli occhi torbidi e si stava toccando a sua volta lentamente, dopo essersi tolta le mutande.
Marco era sconvolto, si stava toccando il cazzo durissimo che aveva fuori dai pantaloni. Prese per i capelli sua moglie e le avvicinò la faccia al cazzo e le disse:- “Puttana succhiamelo!……Sei una grandissima vacca!…..Fammi venire maiala!!” Mia cognata rise di gusto sguaiatamente, diede una leccata al glande del marito, lo guardò negli occhi con uno sguardo carico di libidine:-“Amore….Mio caro maritino cornuto, Vuoi che ti faccia un pompino come quello che ho fatto a Giorgio, vero?” Senza attendere risposta si lasciò scivolare il cazzo del consorte fino in gola.
Mia moglie glielo strappò dalla bocca, disse a Paula:-“E no mia bella troia adesso tocca a me…..Dobbiamo pareggiare i conti!!!” Si ingollò la verga di Mauro con ingordigia, iniziando a spompinarlo con passione, sotto gli occhi della sorella. Marco butto la testa indietro godendosi la bocca di mia moglie.
Io presi mia cognata per le gambe e la tirai verso di mè, affondai la mia faccia tra le sue cosce, con il naso ad annusarle le mutandine madide di umori, L’odore intenso di piscio misto a quello della sua eccitazione mi faceva sbarellare, i suoi peli erano resi appiccicaticci dai liquidi rappresi di cui erano impregnati, le spostai le mutande ed infilai la lingua tra le labbra della figa che ripulii da tutti i suoi eccitanti umori, con suo evidente piacere confermato dai suoi mugolii di goduria.
La feci girare in posizione prona, le allargai le chiappe spostando il filetto del tanga, si sprigionò un odore forte, affondai la lingua nel suo buco del culo, penetrai con la punta in profondità, il suo sapore leggermente amarognolo mi eccitava.
Le salii sopra portando il cazzo a contatto con il suo ano, la penetrai a fondo senza incontrare resistenza, molti cazzi dovevano aver già esplorato il suo antro posteriore spianandomi la strada! Lei urlava:-“Si…..Così…..Spaccami…..Spingi bene fino in fondo….Sfondami”
Cercai le sue labbra per baciarla, le infilai una mano sotto al ventre, le spostai le mutandine ormai lerce, le cercai la clitoride. La sentii urlare dal piacere, il suo bacino si muoveva in cerca delle mie spinte. Ogni colpo di reni che le davo la spingevo leggermente più in sù, in breve venne a trovarsi con la faccia a qualche centimetro dalla figa di sua sorella, la presi per i capelli e gli spinsi il viso contro il sesso di mia moglie la quale allargò le gambe capendo quello che stava succedendo. Paula, senza remore, infilò la lingua tra i peli di Dolores alla ricerca della fessura, vidi il suo capo scuotersi ritmicamente, segno evidente che aveva trovato quello che cercava, La mia consorte mugolava in maniera soffocata per il cazzo di Marco che aveva in bocca.
Mia cognata leccava forsennatamente la passera di mia moglie tenendole le labbra aperte con le mani. Cercai nuovamente la sua bocca, la baciai slinguandola, le sue labbra avevano il sapore di Dolores.
I dimenamenti di bacino di Paula in breve mi portarono all’orgasmo, le riempii il culo con la mia calda sborra. Mentre venivo continuavo a sgrillettargli la clitoride, questo unito al fatto che si era sentita riempire l’intestino dal mio sperma, la fece venire, la sentivo sussultare e mugolare con la bocca affondata nella figa della sorella, la quale per la forsennata leccata che si stava godendo da parte di paula e per la bocca che le venne riempita dal grumoso liquido spermatico del cazzo che stava succhiando, raggiunse l’orgasmo a sua volta premendosi la faccia di Paula sulla figa. Il mio cazzo stava perdendo la sua consistenza all’interno del corpo di mia cognata, mi lasciai scivolare di lato il mio cazzo uscì dal suo culo con un osceno rumore di bottiglia stappata, guardai la sorella di mia moglie sorridendogli, mi sporsi per baciarla a fior di labbra, lei ricambiò il mio sorriso con una lacrima che le scendeva dal viso, mi disse:-“E’ stato bellissimo…..Grazie!” La baciai di nuovo teneramente.
Sentii il mio cazzo avvolto da una calda bocca, abbassai lo sguardo, mio cognato mi aveva preso in bocca il cazzo sporco dei residui fecali di sua moglie e mi stava ripulendo per bene leccando piano, poppando come se fosse stato un poppante al seno, mi piaceva e lo lasciai fare con piacere!
Mia moglie si stava occupando del culo di Paula leccando la sborra mista ad altro che le stava uscendo dal culo. Era stata un’orgia incestuosa fantastica.
L’odore di sesso impregnava la stanza.
Ci ricomponemmo un attimo, nessuno di noi andò a lavarsi, volevamo tutti tenerci addosso quei afrodisiaci odori che ci permeavano, ognuno di noi sapeva dell’altro!
Io e mi moglie proponemmo alla copia ospite di fermarsi per la cena e se volevano, anche per la notte.
Mi sa che ne vedremo delle belle!!!
Mia moglie Dolores, era una bella cinquantenne di origine spagnola, molto seducente ed affascinante nonostante l’età, leggermente in sovrappeso. Anzi forse era proprio la sua maturità, che la rendeva così attraente ed interessante. Era una di quelle donne, che a guardarle, ispirano sesso. Era vestita con una corta gonna azzurra che faceva risaltare le sue belle cosce, sopra portava una maglia bianca, piuttosto scollata, che in trasparenza rivelava il colore scuro delle sue larghe aureole, sormontate da due grossi capezzoli che sembravano voler bucare l’indumento e rivelavano l’assenza del reggiseno.
Da poco tempo, si era riscoperta estremamente troia ed esibizionista. Neanche un’ora fa aveva coinvolto un commesso in un suo gioco erotico molto trasgressivo, con me che facevo da spettatore. Una vera maialina!
Mentre caricavo il bagagliaio dell’auto con gli acquisti che c’erano nel carrello, squillò il suo cellulare, era sua sorella Paula che chiedeva se potevamo ospitare lei e suo marito Marco per l’intero giorno, in quanto vicino alla loro abitazione stavano ristrutturando una palazzina ed era tutta la settimana che si sorbivano i rumori delle demolizioni e ci chiedevano se, almeno per un giorno, potevamo salvarli da quel fastidioso frastuono che non riuscivano più a sopportare.
Dolores scoppiò a ridere in quanto sapeva il fastidio di sua sorella per i rumori forti e ripetitivi, sapeva anche di quanto le piaceva esibirsi e la divertiva il pensiero di lei che se la prendeva con gli operai dell’impresa, i quali si ritrovavano a pagare, il piacevole spettacolo di vedere Paula, nuda o seminuda, prendere il sole sul poggiolo adiacente il fabbricato, sopportando le sue rimostranze per i disagi sonori.
Mia moglie disse a sua sorella che eravamo a fare la spesa, ma che fra un quarto d’ora saremmo stati a casa e che loro potevano venire quando volevano, salimmo in auto e avviammo verso il complesso dove abitavamo.
Stavamo aprendo il portoncino d’entrata del nostro alloggio, quando sentimmo il trillo del citofono all’interno dell’appartamento, erano loro.
Li salutammo, scherzammo prendendoci bonariamente gioco del loro disagio, definendoli degli sfollati. Loro si finsero offesi, e dopo qualche altra battuta li invitammo a sederci in soggiorno per uno spritz, che tra l’altro mia moglie sapeva preparare molto bene con delle varianti deliziosamente più alcoliche.
Io e Dolores eravamo seduti sul divano mentre Paula e Marco erano seduti sulle due poltrone che ci fronteggiavano.
Parlammo del più e del meno, scherzando e ridendo, mentre mia cognata guardava stupita il provocante abbigliamento di sua sorella, che tra l’altro era seduta senza minimamente preoccuparsi di quello che mostrava.
A dire il vero Paula non era certo vestita da educanda, visto che indossava una corta minigonna a vita bassa, che da seduta faticava coprirle l’inguine. I suoi sodi e opulenti seni erano coperti da un top che appena le copriva i capezzoli ben evidenti sotto al tessuto, l’indumento nella parte inferiore arrivava giusto all’altezza dell’attaccatura del seno e le lasciava scoperta la pancia. Il bel viso solare, dal carattere ispanico, era incorniciato da dei lunghi capelli corvini, il suo trucco, troppo accentuato, assieme al suo abbigliamento, rivelava il suo ego da troia esibizionista ormai noto a tutta la famiglia.
E certo non era una santarellina visto che un paio d’anni addietro, in occasione della vendemmia nella loro vigna di famiglia, mi aveva fatto un fantastico pompino.
Paula disse a Dolores:-“Sto notando che il tuo look è particolarmente osé” E guardando il marito con finta riprovazione aggiunse:-“ E lo spettacolo sta facendo irretire quel porco del mio sposo” Infatti gli occhi di Marco, fuori dalle orbite, erano rapiti da quelle parti di Dolores che avrebbero dovuto essere celate, infatti mia moglie aveva le cosce abbondantemente scostate e la gonna, che era salita oltre il lecito, lasciava vedere le inesistente mutandine incastrate tra le labbra della sua pelosa figa. Cazzo!! Potevo vederla io di lato, figurarsi loro che erano davanti!
Scoppiammo tutti a ridere per la battuta di mia cognata.
Dolores rispose sorridendo maliziosamente alla sorella:-“Beh…adesso hai la concorrenza di una troia in più in famiglia!!” E per confermare quello che aveva detto, mi prese la mano e se la portò tra le gambe mentre fissava Paula negli occhi con uno sguardo di sfida, io, eccitato oltre ogni limite, rincarai la dose spostando le sue mutandine che erano zuppe della sua voglia ed infilai due dita dentro di lei, in una voragine calda e bagnata. Lei chiuse gli occhi, portando indietro la testa, godendosi i miei palpeggiamenti davanti ai nostri ospiti esterrefatti e a loro volta infoiati. Lei godeva nel mostrare la figa ai suoi parenti e avrebbe potuto raggiungere l’orgasmo solo per questol!
Tolsi le dita visibilmente bagnate dalla bava della sua passera e me le portai al naso, odoravano di piscio, un’ombra di sudore e della sua eccitazione, non riuscii a non assaggiare quei viscosi liquidi dall’aroma così intenso!!
Marco si accarezzava il cazzo sopra ai pantaloni, mentre mia cognata disse, con voce resa roca dall’eccitazione:-“Sei una troia!!……Una vacca da monta!…..Siete due porci!!! ……E visto che tu hai mostrato la figa a mio marito io faccio vedere la mia al tuo!!!” Fece seguire i fatti alle parole: Salì con i piedi sulla poltrona, aprì le gambe, si scostò le mutandine e si toccò la fregna allargandone le labbra. Eccitata come non mai, quasi urlando, disse:-“Guarda Giorgio!….guarda la mia figa!……Ti piace, vero?….Dimmi che ti piace!……Oh Dio guardami!!” Iniziò a sgrillettarsi forsennatamente fregandosene di suo marito, il quale si stava praticamente facendo una sega da sopra i pantaloni! Paula era così eccitata che nel giro di qualche minuto stava già raggiungendo l’orgasmo, continuò:-“Oh si guardatemi!…… Sto sborrando!…….Marco guarda quanto è troia la donna che hai sposato!!……Oh Dio vengo….Sto venendo” Venne urlando il suo piacere mentre si ravanava la passera , sussultando e contorcendosi sotto gli ultimi spasmi di goduria! Vidi che le sue dita erano inondate dai suoi umori, sembrava quasi che avesse squirtato!!
Eravamo rimasti paralizzati dalla sua incredibile esibizione.
Mia cognata si stava tenendo premuta la mano sulla passera, stava assaporando gli ultimi istanti dell’orgasmo.
Marco aveva tutti i pantaloni bagnati sulla patta, era venuto nelle mutande.
Dolores si stava accarezzando piano la figa, portandosi le dita alla bocca e leccandole con mugolii di piacere, assaggiando la sua stessa voglia con voracità.
Mi infilai con la testa tra le cosce di mia cognata, accovacciata sulla poltrona, scostai le sue mutandine zuppe e incollai le labbra a ventosa sulla sua figa, succhiando tutti gli umori di cui era piena, che continuavano a colare dalla sua vagina riversandosi sulla mia bocca.
Il suo odore mi inebriava, era incredibilmente afrodisiaco, odore di figa non asettica, di passera vissuta e non adulterata da profumi o saponi, esattamente come piaceva me!
Di colpo il trillo del campanello ci fece sussultare: Dolores alzandosi in piedi di corsa disse:-“Luigi!….Cazzo nostro figlio è tornato!….Cazzo, cazzo, cazzo…..Me ne ero dimenticata!!”
Ci ricomponemmo il più velocemente possibile, Marco corse in bagno a pulirsi il meglio possibile i pantaloni, Paula cercò di pulire alla bene meglio la poltrona sporca dei propri umori.
Mia moglie si sincerò che tutto fosse in ordine e si affrettò ad aprire la porta d’entrata.
Luigi entrò scusandosi di essersi dimenticato a casa la sua copia di chiavi.
E meno male che se le era dimenticate, sarebbe stato alquanto imbarazzante a farci trovare durante le nostre performance esibizionistiche e non solo!
Mio figlio salutò gli zii, sopratutto abbracciando con calore la zia, stringendola e schiacciandosi i seni contro il petto, tenendole una mano sul culo…Il maiale!! Paula fece finta di niente e lasciò fare. Guardò sua sorella, sorridendole maliziosamente ricambiata da Dolores.
Le due donne si misero ai fornelli per preparare qualcosa di veloce per pranzo.
Luigi si era appartato nella propria camera a giocare con il pc, o forse per farsi una sega per calmare i suoi ardori giovanili, in attesa di essere chiamato a mangiare.
Sentii mia moglie dire a Paula:-“Quel piccolo porco non si limita a guardare quello che la mamma si diverte a mostrare, ma si palpa pure la zia!”
Paula rise di gusto:-“ beh….Mica mi ha disturbato essere palpata dal mio nipotino e poi deve pur iniziare da qualche parte…..Le zie solitamente sono quelle che più solleticano la fantasia, no?” Dolores rispose:-“ Eh…. Certo che se poi la zia è vestita così da maiala in calore!!!” E giù un altra risata.
Io e Marco ci eravamo seduti nuovamente sul divano a finire l’aperitivo che avevamo lasciato a metà. Notai che aveva di nuovo il bozzo che deformava i pantaloni. Lui seguì il mio sguardo e mi disse che al pensiero di quanto fossero troie le loro donne non lo lasciava ammosciare. Mi prese la mano e se la portò sul cazzo!:- “Senti come ce l’ho duro” Sorpreso dal suo fare, senza pensare a quello che stavo facendo, gli strinsi il cazzo tra le dita: Scoprii che mi piaceva sentirlo in mano. Avvertii la mia verga rispondere a sua volta con una bella erezione che venne ispezionata da mia cognato con una bella palpata. Stavamo toccandoci come due adolescenti che sperimentano, avvertendo le loro prime pulsioni sessuali. Ma avevo il sospetto che mio cognato non fosse nuovo a quel tipo di approcci, visto con quanta facilità aveva saputo coinvolgermi in quel sottile gioco omo.
Fummo interrotti da Dolores che ci chiamava a pranzo, ci guardammo, Marco mi ammiccò strizzandomi l’occhio, gli sorrisi leggermente imbarazzato.
Ci sedemmo a tavola, mangiammo con appetito, innaffiando il pasto con dell’ottimo cabernet che le donne non lesinarono, parlammo del più e del meno ma comunque con i discorsi che sconfinavano sempre sl sesso, le due sorelle, forse in conseguenza dell’abbondante libagione, ridevano sguaiatamente.
Mia cognata seduta al mio fianco non si preoccupava di coprirsi le gambe, del resto poco prima avevo la lingua infilata nella sua figa! Non si accorse che il top era sceso fino a scoprirle un capezzolo, sua sorella gli fece notare la cosa, Paula per tutta risposta si scoprì i seni completamente:-“Beh…Le cose belle si devono mostrare, no?” Dolores le disse:-“sei una fantastica maiala ubriaca” Ridemmo tutti. Mia cognata, con calma si ricompose.
Luigi era tutto rosso e si sfregava l’inguine.
Mia moglie si alzò per fare il caffè, Paula sbarazzò il tavolo e dopo aver impilato i piatti sul lavandino, aprì la lavastoviglie per caricarla, si chinò e così facendo la gonnellina salì lasciandogli scoperta l’attaccatura del fondoschiena, Luigi sbottò:- “Che bel culo che hai zia” Mi cognata si girò sorridendoci, alzandosi e coprendosi il culo con una mano e portandosi l’altra mano aperta davanti alle labbra in un gesto di finto pudore:-“Oh..… Si è visto molto?”
Dolores si avvicinò a sua sorella, le alzò la gonna sulla schiena scoprendole totalmente il culo, il filo interdentale del suo perizoma spariva in mezzo ai glutei e più in basso spariva in mezzo al pelo della figa. La mia consorte si rivolse a suo figlio:-“Luigi….dì la verità!!…… chi è che ha il culo più bello?….La mamma o la zia?” Fece seguire i fatti alle parole: Si girò su se stessa ed alzò a sua volta la gonna scoprendosi il sedere e piegandosi novanta dopo aver allargato le gambe!! Paula si mise nella stessa posizione per dare modo a suo nipote di poter giudicare equamente! I loro perizomi, completamente bagnati, non nascondevano quasi niente, si vedevano le loro pelose fighe quasi per intero.
Eravamo tutti infoiati alla vista di tanta porcaggine, potevamo quasi sentire l’odore delle loro fighe in calore. Luigi, con gli occhi fuori dalle orbite e rosso come un peperone rispose:-“ Siete tutte e due delle grandissime….Ehm…. Troie…..avete dei culi stupendi, ma il tuo mamma è quello più grosso e rotondo ed è quello che mi piace di più” Dolores si girò verso Paula facendole una linguaccia, lei rispose con un’espressione di finta contrizione.
Mia moglie si girò verso nostro figlio e le disse:- “Amore ti ringrazio per il complimento” Poi rimproverandolo bonariamente, ridendo:-“Però non devi dire alla mamma che è una troia….E’ una cosa che non si fà!” Difesi Luigi, rispondendo in sua vece:- “Hai perfettamente ragione invece…..Tua mamma è proprio una lurida bagascia esibizionista!!!” Scoppiammo tutti a ridere.
Dopo il caffè ci accomodammo a prendere l’amaro in soggiorno.
Luigi ci disse che doveva recarsi al campo di calcio per la seduta settimanale di allenamento, la zia lo salutò baciandolo in bocca e si lasciò palpare scherzosamente sotto alla gonna, mio figlio uscì dalla porta annusandosi le dita. Certo che eravamo una bella famiglia di pervertiti!!
Il tempo fuori non prometteva niente di buono, decidemmo di rimanere a casa. Decidemmo di passare il pomeriggio con qualche tipo di svago. Io proposi il gioco della verità, che poi non era nient’altro che l’antichissimo gioco della bottiglia.
Ci mettemmo seduti sul tappeto, disposti i cerchio. Non vi dico il panorama tra le gambe delle signore sedute con le gambe incrociate!!
Io avevo proposto il gioco, ed io per primo girai la bottiglia, che si fermò con il tappo in direzione di Paula, lei rise e disse:-“E ti pareva!!….. Dai Giorgio su…fammi sta domanda!!”
Le chiesi se avesse mai fatto sesso con un parente, naturalmente già conoscevo la risposta!
Lei mi guardò infuriata e disse:-“Ma sei scemo?…..Che cazzo di domanda è!” Le dissi:- E’ la domanda a cui devi rispondere e basta!” Gli altri risero e la incoraggiarono:-“Dai…E’ solo un gioco!” Lei guardò suo marito e poi sua sorella:- “Se proprio volete…..Così sia!!…..Poi non dite che non ve la siete cercata!!” Ed iniziò a raccontare:-
“ < Circa due anni fa, nel mese di Ottobre, durante la vendemmia nella nostra vigna di famiglia stavo accompagnando Giorgio nel campo dove tutti gli altri stavano già vendemmiando, lui era arrivato in ritardo per dei problemi di lavoro.
Faceva freddo, al mattino la brina aveva imbiancato il paesaggio, ma io non lo percepivo: Quel giorno ero in calore, avevo una voglia di cazzo pazzesca. Ci incamminando insieme lungo i sentieri campestri che in una mezz’ora ci avrebbe portato nel podere. Sentivo i miei umori bagnarmi le mutandine, parlavo e scherzavo con mio cognato, intanto pensavo al suo cazzo che tanto avrei voluto in bocca ed in figa.
Lui camminando, mi accarezzava la schiena, scivolando spesso giù fino al culo, alimentando il mio desiderio.
Mi venne da pisciare, glielo dissi, Giorgio mi chiese:-“Dai fammi guardare” Fingendo sdegno gli domandai se era impazzito, lui, come speravo insistette, lo guardai sorridendo con uno sguardo carico di libidine. Gli concessi:-“Va bene….. ma solo per questa volta!” Mi tolsi, da sotto la gonnellina, le minuscole mutandine che indossavo, mi accucciai con le gambe larghe dalla sua parte per concedergli la vista migliore sulla mia passera mentre pisciavo. Lui, non contento, si abbassò per avere una visuale ancora migliore. Sentii il liquido sgorgare dalla mia figa, una cascata di liquido paglierino innaffiò l’erba. Il contrasto con il terreno freddo fece condensare parte dell’urina sollevando una nuvola di vapore, percepii l’eccitante odore speziato del mio stesso piscio. Giorgio si stava gustando la scena con gli occhi bramosi di desiderio, non sapevo se era più eccitato lui a guardare o io a mostrarmi! Finii di pisciare guardando mio cognato che era rapito dalla minzione, scossi un pochino il culo per far cadere le ultime gocce.
Gli chiesi se aveva una salvietta per asciugarmi, lui mi rispose negativamente ma mi disse che lui un’idea ce l’aveva! Non chiedevo altro! Mi alzai, tenendo le ginocchia leggermente flesse e le gambe larghe, spinsi avanti il bacino, mi portai le mani nella figa, tra l’altro bagnandomele di urina, mi allargai le labbra e gli dissi:-“Dai…..Lecca maiale!……asciugami bene!……Puliscimi la figa!! ” Si inginocchiò ai miei piedi, con le ginocchia sulla pozza di piscio, affondò la faccia tra i miei peli bagnati, sentii la sua lingua cercare le gocce dell’ambrato liquido aromatico di cui era intrisa la mia peluria. Esplorò in lungo e largo la mia fessura, sentivo le sue labbra succhiarmi la clitoride, continue ondate di piacere mi sconquassavano. Sentii le sue mani infilarsi sotto la maglietta a cercare i miei seni, liberi dalla costrizione del reggiseno, si impadronì dei miei capezzoli pizzicandomeli. Scosse di piacere si sommarono a quelle provocate dalla sua bocca, portando il mio godimento a livelli irraggiungibili.
La sua lingua stava facendo un lavoro egregio, poche volte avevo trovato qualcuno che me la leccava così bene! Mi stava facendo impazzire, sentii il piacere travolgermi come uno tsunami, sfociando in un fantastico orgasmo, alzai la faccia al cielo urlando il mio piacere, gli presi la testa e mi premetti la sua faccia sulla figa, godendomi gli ultimi spasmi di profonda goduria. Avevo troppa voglia ero venuta in un attimo!
Non mi ero ancora ripresa dal devastante orgasmo ancora in fase di affievolimento. Mi fiondai su di lui che si era alzato in piedi, gli slacciai i pantaloni, la sua erezione mi colpì il volto, me lo strofinai alla faccia, me lo passai sulle labbra, le gocce di presborra che imperlavano il suo glande me le bagnarono, estrassi la lingua per assaporare quel liquido che tanto mi piaceva.
Mi portai il cazzo al naso, il suo odore di urina unito ad un lieve sentore di sudore, e ad un fantastico effluvio di sperma, colpì le mie narici, quell’afrodisiaco aroma mi faceva impazzire. Mi portai con la lingua a solleticargli le palle. Gli feci allargare la gambe, mi girai, sotto di lui, portandomi sulla sua rosetta anale, gli allargai le chiappe con le mani, affondai la lingua in profondità, il suo odore intenso mi inebriava. Sentivo che godeva e questo mi stimolava a leccare con maggiore solerzia e trasporto.
Ritornai ad impadronirmi del cazzo ingoiandolo fino a sentirlo in gola, lo pompavo anelando a quel maschio seme che avrebbe premiato il mio fare. Lo sentivo pulsare. Lo estraevo dalla bocca, lo leccavo dalla base dell’asta fino al glande mentre lo guardavo negli occhi, godendo del piacere che traspariva dal suo volto, i suoi gemiti presagivano il suo imminente orgasmo, mi prese la testa tra le mani dettandomi il ritmo del pompino, accompagnai il suo fare succhiando con voracità.
Mi bagnai le dita con la saliva che colava dal suo cazzo, le portai sul suo buco del culo penetrandolo con un dito, ficcandolo più che potevo in profondità. Questo lo fece letteralmente esplodere, mi innondò la bocca con delle fantastiche schizzate di sborra che mi premurai di ingoiare, mentre eiaculava urlava il suo piacere, sentivo quel dolce e pastoso liquido di cui ero ghiotta scendermi in gola, aspettai gli ultimi schizzi per farmelo roteare in bocca gustandomelo bene a fondo, leccai il suo glande dopo avergli spremuto il cazzo per far uscire anche le ultime gocce di sperma.
Alzai la testa e lo guardai, con le labbra sporche di sborra, sorridendo libidinosamente, Gli chiesi:-“ Ti è piaciuto?…..Sono stata brava?”
Giorgio mi guardò sconvolto:-“Sei stata fantastica, mia bella cognatina. Fai dei pompini incredibili…..Da gran troia!!” Gli sorrisi grata dei suoi complimenti, mi piaceva quando mi dicevano che ero una troia, ne ero orgogliosa.
Ricambiai i suoi elogi:-“Anche tu sei stato bravo!……..Mi hai leccato la figa in maniera sublime!…..Potrei essere tentata di usufruire ancora dei tuoi servigi!!” Ci ricomponemmo, presi le mutandine che mi ero tolta e gliele misi in mano:-“Per ricordo!” Mi cinse la vita con un braccio, con l’altra mano mi alzò la gonna e mi infilò un dito nel culo nudo, mi baciò sulle labbra ancora sporche del suo seme, ci slinguammo a lungo con passione, gioii nel sentire il suo cazzo inturgidirsi contro la mia pancia. Gli dissi sorridendo libidinosamente:-“Se vuoi che io senta qualcosa devi infilarmi almeno tre dita su per il culo” Mi prese per i capelli e mi bacio nuovamente, quasi con furia:-“Sei una gran maiala!…..E adesso vieni sulla vigna senza mutande?” Risposi alla sua domanda:-”Certo e dirò a mio marito che me le sono tolte per lui!”
Ci avviammo verso il campo dove stavano vendemmiando, Giorgio continuava ad annusarsi il dito che mi aveva infilato nel culo. Quando fummo così vicini da sentire le voci dei lavoranti, nascosti da pochi cespugli, mi appoggiai ad un albero alzai la gonna, gli presi una mano e me la portai tra le cosce, premendomela sulla figa ancora bagnata e gli dissi:-“Così potrai sentire anche l’odore della mia passera oltre a quello del mio culo” ci baciammo di nuovo. Dopo pochi passi fummo nella vigna, mi avvicinai a mio marito e lo baciai in bocca per salutarlo, mi girai verso Giorgio e gli feci l’occhiolino sorridendo.>”
Quella troia di Paula aveva finito il suo racconto, si stava toccando la figa eccitata dai suoi ricordi.
Mia moglie aveva gli occhi torbidi e si stava toccando a sua volta lentamente, dopo essersi tolta le mutande.
Marco era sconvolto, si stava toccando il cazzo durissimo che aveva fuori dai pantaloni. Prese per i capelli sua moglie e le avvicinò la faccia al cazzo e le disse:- “Puttana succhiamelo!……Sei una grandissima vacca!…..Fammi venire maiala!!” Mia cognata rise di gusto sguaiatamente, diede una leccata al glande del marito, lo guardò negli occhi con uno sguardo carico di libidine:-“Amore….Mio caro maritino cornuto, Vuoi che ti faccia un pompino come quello che ho fatto a Giorgio, vero?” Senza attendere risposta si lasciò scivolare il cazzo del consorte fino in gola.
Mia moglie glielo strappò dalla bocca, disse a Paula:-“E no mia bella troia adesso tocca a me…..Dobbiamo pareggiare i conti!!!” Si ingollò la verga di Mauro con ingordigia, iniziando a spompinarlo con passione, sotto gli occhi della sorella. Marco butto la testa indietro godendosi la bocca di mia moglie.
Io presi mia cognata per le gambe e la tirai verso di mè, affondai la mia faccia tra le sue cosce, con il naso ad annusarle le mutandine madide di umori, L’odore intenso di piscio misto a quello della sua eccitazione mi faceva sbarellare, i suoi peli erano resi appiccicaticci dai liquidi rappresi di cui erano impregnati, le spostai le mutande ed infilai la lingua tra le labbra della figa che ripulii da tutti i suoi eccitanti umori, con suo evidente piacere confermato dai suoi mugolii di goduria.
La feci girare in posizione prona, le allargai le chiappe spostando il filetto del tanga, si sprigionò un odore forte, affondai la lingua nel suo buco del culo, penetrai con la punta in profondità, il suo sapore leggermente amarognolo mi eccitava.
Le salii sopra portando il cazzo a contatto con il suo ano, la penetrai a fondo senza incontrare resistenza, molti cazzi dovevano aver già esplorato il suo antro posteriore spianandomi la strada! Lei urlava:-“Si…..Così…..Spaccami…..Spingi bene fino in fondo….Sfondami”
Cercai le sue labbra per baciarla, le infilai una mano sotto al ventre, le spostai le mutandine ormai lerce, le cercai la clitoride. La sentii urlare dal piacere, il suo bacino si muoveva in cerca delle mie spinte. Ogni colpo di reni che le davo la spingevo leggermente più in sù, in breve venne a trovarsi con la faccia a qualche centimetro dalla figa di sua sorella, la presi per i capelli e gli spinsi il viso contro il sesso di mia moglie la quale allargò le gambe capendo quello che stava succedendo. Paula, senza remore, infilò la lingua tra i peli di Dolores alla ricerca della fessura, vidi il suo capo scuotersi ritmicamente, segno evidente che aveva trovato quello che cercava, La mia consorte mugolava in maniera soffocata per il cazzo di Marco che aveva in bocca.
Mia cognata leccava forsennatamente la passera di mia moglie tenendole le labbra aperte con le mani. Cercai nuovamente la sua bocca, la baciai slinguandola, le sue labbra avevano il sapore di Dolores.
I dimenamenti di bacino di Paula in breve mi portarono all’orgasmo, le riempii il culo con la mia calda sborra. Mentre venivo continuavo a sgrillettargli la clitoride, questo unito al fatto che si era sentita riempire l’intestino dal mio sperma, la fece venire, la sentivo sussultare e mugolare con la bocca affondata nella figa della sorella, la quale per la forsennata leccata che si stava godendo da parte di paula e per la bocca che le venne riempita dal grumoso liquido spermatico del cazzo che stava succhiando, raggiunse l’orgasmo a sua volta premendosi la faccia di Paula sulla figa. Il mio cazzo stava perdendo la sua consistenza all’interno del corpo di mia cognata, mi lasciai scivolare di lato il mio cazzo uscì dal suo culo con un osceno rumore di bottiglia stappata, guardai la sorella di mia moglie sorridendogli, mi sporsi per baciarla a fior di labbra, lei ricambiò il mio sorriso con una lacrima che le scendeva dal viso, mi disse:-“E’ stato bellissimo…..Grazie!” La baciai di nuovo teneramente.
Sentii il mio cazzo avvolto da una calda bocca, abbassai lo sguardo, mio cognato mi aveva preso in bocca il cazzo sporco dei residui fecali di sua moglie e mi stava ripulendo per bene leccando piano, poppando come se fosse stato un poppante al seno, mi piaceva e lo lasciai fare con piacere!
Mia moglie si stava occupando del culo di Paula leccando la sborra mista ad altro che le stava uscendo dal culo. Era stata un’orgia incestuosa fantastica.
L’odore di sesso impregnava la stanza.
Ci ricomponemmo un attimo, nessuno di noi andò a lavarsi, volevamo tutti tenerci addosso quei afrodisiaci odori che ci permeavano, ognuno di noi sapeva dell’altro!
Io e mi moglie proponemmo alla copia ospite di fermarsi per la cena e se volevano, anche per la notte.
Mi sa che ne vedremo delle belle!!!
2
voti
voti
valutazione
5.5
5.5
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Campeggio nella pinetaracconto sucessivo
La mamma di Dolores
Commenti dei lettori al racconto erotico