Nuove dinamiche 2

di
genere
incesti

Uno spiraglio di luce penetrava dalle imposte appena accostate. Il fascio di luce illuminava le particelle in sospensione all’interno della stanza quasi buia, colorandole di sfavillanti colori: Sembrava una minuscola via lattea costellata di stelle.
Il raggio di luce, come il faro spot di un palcoscenico, centrava il culo maturo e scoperto di mia madre, illuminandolo in un osceno spettacolo .
Lei dormiva stesa sulla pancia, con una gamba piegata ed una allungata sul letto, la fessura del sedere, data la posizione, risultava aperta. Nel mezzo la rosetta leggermente pelosa e scura dell’ano sovrastava la fenditura della figa abbondantemente incorniciata da una folta peluria, le cui labbra esterne non riuscivano a celare le trasbordanti ninfe gonfie e scure, dall’apertura vaginale sgorgava un liquido traslucido che colava sul lenzuolo gocciolando lungo i peli riccioluti, dopo aver percorso la fenditura tra le piccole labbra.
Ammirai quella lussuriosa e stupenda patonza, ancora farcita dalla mia sborra, che solo in parte era stata leccata da mia sorella, che si era addormentata con la faccia incollata alla fessa materna, mentre io mi facevo ripulire il cazzo dalla vorace bocca di mamma, dopo che la avevo a lungo scopata.
Ci eravamo addormentati stanchi e provati da quella lunga notte di sesso sfrenato ed incestuoso, dove tutti avevano preso e dato, il sonno ci aveva sopraffatti mentre ancora stavamo scambiandoci piacere vicendevolmente.
Mia sorella aveva dovuto alzarsi presto per andare a lavorare, si era trovata da fare nell’unica pizzeria scalcinata del paese, assumevano personale stagionale per ovviare all’aumento del lavoro a causa dei pochi turisti che approfittavano dei prezzi modici delle camere che affittavano.
Mi ero alzato a mia volta per andare in bagno, lei entrò mentre stavo pisciando, indossava solo una corta maglietta che non arrivava a coprirle la figa, ci guardammo complici sorridendoci a vicenda, puntò gli occhi sul cazzo. Con sguardo sensuale, lambendosi le labbra con la punta della lingua, mi chiese: -“ Posso asciugartelo?”. Stupito da tanta porcaggine, deglutii la saliva che mi si era formata bocca e risposi:- “Accomodati”. Mi girai verso di lei, alcune gocce di urina caddero sulle piastrelle. Si inginocchiò davanti a me, aprì la bocca, estrasse la lingua a cucchiaio e raccolse le gocce che ancora si formavano sulla punta dell’uccello ancora moscio. Mi guardò negli occhi mentre alcune stille di piscio percorrevano l’incavo della lingua per riversarglisi in bocca. Schioccò le labbra ed ingoiò, mi disse:- “ Cazzo come è buono… Peccato che è poco” Mi ripulì bene il cazzo scalpellandolo, mi guardò con uno sguardo carico di libidine, continuò:- “Dai fammene ancora un po… Spingi!”. “ Cazzo ma quanto era troia! Mi sforzai.. Dopo qualche secondo uno schizzo di piscio colpì la lingua di mia sorella che spalancò la bocca per non perderne neanche un goccio.
Mugolò di piacere mentre finiva di ciucciare il cazzo per ripulirlo dagli ultimi residui di quel liquido acre e salato.
Si alzò e mi prese una mano e se la portò sulla passera:- “Senti come mi ha fatto bagnare la porcata che ti ho fatto!”
Era un lago! La frugai tra il pelo, le mie dita sciabordavano nella sua fessura, le trovai la clitoride gonfia di eccitazione, sporse in avanti il bacino, farfugliò parole che faticai a capire:- “
Oh si!… Palpami!… Fammi venire… Dai… Fai presto che devo andare”
Incollò le sue labbra alle mie, le nostre lingue si cercarono, il sapore della mia piscia era forte sulla sua bocca.
Lei mugolava il suo piacere e si contorceva sotto le carezze delle mie mani sulla figa, mentre continuava a giocare con la lingua all’interno della mia bocca, divietava sempre più vorace man mano che il piacere la travolgeva sfociando in un incontenibile orgasmo.
Si abbassò sulle gambe allargandole, si spinse in avanti per ricevere il massimo del piacere possibile, venne soffocando i suoi gemiti sulle mie labbra. Si riprese guardandomi sorridente ed appagata:- “ E’ stato bellissimo bere la tua pipì… Nostra madre ha ragione: Solo la confidenza che c’è all’interno di una famiglia rende il sesso così bello e trasgressivo, qualsiasi perversione diventa naturale… Non l’avevo mai fatto prima… Non avrei mai avuto il coraggio di chiederlo al mio ragazzo!” La baciai dolcemente, lei mi sorrise felice, si avvicinò al lavandino e si lavò sommariamente la faccia, si pettinò in fretta, fece una piroetta su se stessa, corse in camera sua, prese la corta gonnellina che era posata su una sedia e la indossò senza mutande mentre la guardavo, rispose alla mia muta domanda:- “Beh… Con il caldo che fà… Così sto più fresca no?!… E magari faccio felice anche qualche cliente che se ne accorge, ti pare?” La guardai sconvolto dalla lussuria:- “Sei proprio una gran vacca. Mi sorrise felice, mi sfiorò le labbra con un bacio e mi dette una strizzata al cazzo in erezione, si abbassò a baciarlo:- “Sa ancora della figa di mamma!… Mi raccomando non affaticarlo troppo… Cazzo sono in ritardo!”.
Uscì di corsa.
Ero eccitatissimo, andai in camera di mia madre, era ancora stesa nella posizione di prima e continuava a dormire, nell’aria aleggiava un intenso odore di sesso.
Il suo fondoschiena aperto era così invitante. Mi sedetti sul letto al suo fianco, senza esitazioni infilai il viso tra le sue chiappe ad annusare il buco del culo, l’odore penetrante mi eccitò oltre misura, allungai la lingua a ripulire l’ano da residui rappresi sul pelo, l’indecente sapore amaro mi stimolò ad infilare la lingua in profondità, la stavo praticamente inculando oralmente. Praticamente avevo la lingua nel suo culo ed il naso infilato nell’apertura vaginale, dove annusavo la mia sborrata di poche ore prima, oltre ai tipici aromi di figa matura… Molto… come dire… Naturali!
Mia madre, nonostante stesse dormendo, si muoveva leggermente con il bacino. Il suo respiro si faceva più affannoso ogni attimo che passava, la sentivo gemere sommessamente. Scivolai con la testa in mezzo alle sue cosce, passai la lingua tra le piccole labbra fino a lambire l’invitante clitoride grossa e scura, accarezzandola con la punta della lingua. A quel punto il piacere vinse sul sonno e la fece capitolare: Si svegliò urlando il suo piacere, muovendosi convulsamente sulla mia faccia, i suoi umori mi scendevano copiosi in bocca.
La sentii dire, con la voce ancora impastata dal sonno:- E’ bellissimo!… Cazzo questo si che è un risveglio!… Sto già per venire… Lecca maiale… Continua che ti vengo in bocca, i suoi afrodisiaci e saporosi umori mi scendevano in gola.
La sentii venire urlando come un’ossessa, scuotendo spasmodicamente il bacino. Continuai a lappare piano, dolcemente, mentre sentivo il suo piacere scemare lentamente.
Mi girai e la baciai in bocca, ci slinguammo per alcuni secondi, mi allontanò, mi guardò strano e mi disse:- “Sai di piscio… Quella troia di tua sorella ti ha pisciato in bocca!… Vero?” Sorrise divertita:- “E’ proprio una vacca degna di sua madre” Non stetti a sottilizzare, lasciai che pensasse quello che più gradiva.
Le feci notare che ero eccitato come un mandrillo e che un po di sollazzo sarebbe stato grato. Scoppiò in una esilarante risata, mentre mi guardava l’uccello in tiro, mi disse:- “Non c’è problema” Allargò le gambe:- “ Dimmi come e dove preferisci sborrare”
La guardai leggermente imbarazzato:- “Vorrei segarmi sulla tua bocca aperta”. Mi sorrise dolcemente, si stese sulla schiena e mi disse:- “Avvicinnati” Mi misi di lato alla sua testa con il cazzo all’altezza del suo viso, iniziai a segarmi. lei aprì la bocca e protese la lingua, con la punta mi lambì il glande mentre me lo menavo.
Mi chiese:- “Va bene così?” Con la voce alterata dall’eccitazione, le chiesi di smanetarsi la figa. Allargò le gambe ed iniziò a masturbarsi. Le chiesi ancora:- “Toccati le tette.” Mi guardò mentre spingeva il bacino verso l’alto, stimolata dal suo fare, ma sopratutto eccitata dalle mie richieste:- “Sei un porco!” Replicai con fervore:- “Stai zitta troia e tira fuori la lingua!!” mi sorrise lubrica e tornò a lambirmi l’uccello. Me lo stavo menando furiosamente guardando quella vacca dal fisico opimo e leggermente sfatto che se la menava con le dita affondate nel folto pelo trascurato della vecchia e grassa figona, le grosse tette ballonzavano ritmicamente seguendo il movimento della sua masturbazione, si torceva un voluminoso capezzolo con le dita: Era oscena, mi guardava con gli occhi spalancati, consapevole del laido spettacolo che mi stava offrendo, eccitata dalla sua stessa esibizione. La sua eccitazione stimolava la mia alla decima potenza. Sentii la sborra montare, la avvertii che stavo per innaffiarla, lei spalancò la bocca e con la punta della lingua mi stuzzicava il meato uretrale, mentre mi stavo smanettando. Spruzzi di calda sborra traslucida le inzaccherarono la lingua, la faccia ed in parte le si riversò in bocca.
Lei deglutì varie volte e con ingordigia si passò la lingua sulle labbra alla ricerca di residui di seme, mi prese in bocca il cazzo ormai barzotto per strizzarlo e spremere le ultime gocce di sperma, ripulì tutto bene con la lingua, Mi abbassai su di lei a leccare la sborra che ancora le rigava il viso, la raccolsi in bocca e la condivisi con lei, baciandola con bramosia ricambiato con eguale fervore da lei.
Rimanemmo abbracciati nudi mentre mamma mi accarezzava i capelli e mi riempiva il viso di dolci bacini, tra le coccole mi disse:- “Io ho solo te e tua sorella, vi amo tutti e due infinitamente, siete la mia vita… Siete i miei focosi amanti e i miei bambini… Vi amo.” Sentivo in maniera quasi fisica il suo amore ed affetto, mi commossi e per un attimo i miei occhi si riempirono di dolci lacrime.
Ci alzammo, mamma cambiò le lenzuola odorose e macchiate dalle nostre peripezie della notte appena trascorsa.
Ci lavammo velocemente e uscimmo insieme per andare al supermercato a fare la spesa.
Anche quel giorno prometteva un caldo da record. Mia mamma per difendersi dalla calura indossava un leggero coprisole, si indovinavano le larghe aureole scure sul tessuto bianco e semitrasparente, la sagoma delle sue gambe si vedeva fino all’inguine. Era fantastica.
Mi disse che quel giorno avrebbe dovuto telefonare a mio padre per determinare i termini della loro separazione, ma che gli aveva mandato un messaggio dicendogli che voleva prendersi qualche giorno di tranquillità prima di affrontare i nuovi eventi che si erano creati.
Squillò il mio smartphone, era mio cugino che mi disse che il pomeriggio sarebbe passato da casa nostra, gli dissi che poteva venire quando voleva.
Nel negozio molti occhi maschili si mangiavano la mia bella mamma, ero un po geloso ma anche eccitato allo stesso tempo. Glielo feci notare:- “Mamma ti guardano” Mi sorrise:- “Lascia che guardino!” si slacciò qualche bottone sulla scollatura, in modo che di lato si potessero vedere le grosse tette quasi per intero, continuò:- “Ecco… Adesso vedono un po di più… E così avranno anche di che parlare!” Gli ultimi eventi la avevano profondamente cambiata, poco tempo prima sarebbe stata attenta a non farsi sparlare dietro, adesso se ne fregava altamente del giudizio degli altri.
Alla cassa diede spettacolo mentre, china sul carrello, prendeva i prodotti per riporli sul nastro trasportatore. Il cassiere si rifece gli occhi quando un capezzolo fece capolino dalla scollatura. La mia turgida ecctazione mi sformava il davanti dei pantaloncini.
Salimmo in macchina, prima di avviare il motore si sporse verso di me a sfiorarmi le labbra con un bacio non curandosi degli avventori dell’affollato parcheggio.
A casa, visto che mancava poco a mezzogiorno, mamma si mise ai fornelli ed io scaricai l’auto dalla spesa.
Mangiammo vicini , a tratti guardando Forum alla TV, ma più spesso a ridere e parlare tra di noi, era tanto che non la vedevo così felice e spensierata.
Dopo mangiato mi premurai di sparecchiare, mentre mia madre andò a stendersi, sapevo che era stanca e la lasciai riposare da sola.
Io approfittai per dedicarmi allo studio.
Ie mie buone intenzioni furono interrotte dall’arrivo di Antonio, mio cugino mi salutò prendendomi in giro perché stavo studiando, dandomi del secchione.
Mi chiese se Giulia fosse al lavoro, era sempre molto interessato a mia sorella, avevo il sospetto che qualche pompino o qualche sega lei gliel’avesse fatta.
Giocammo un po alla play station in camera mia.
Sentii la voce di mia madre chiamarmi chiedermi se mi andava un gelato, le risposi affermativamente dicendogli che c’era anche Antonio. Ci recammo in cucina, per poco non mi venne un’infarto: Mia madre era abbigliata con una vestaglietta cortissima e semitrasparente legata davanti con solo un cordoncino in vita. Sia io che mio cugino sgranammo gli occhi. Lei, del tutto indifferente ai nostri sguardi stupiti e allupati, salutò Antonio e ci invitò a sederci a tavola dove c’èrano tre belle coppe di gelato che lei aveva già preparato. Ci sedemmo mentre lei prendeva una coppetta e si sedeva sul mobile della cucina davanti a noi, Era seduta di sghimbescio, con una gamba giù, in quella maniera il minuscolo indumento si aprì sulle cosce, mostrandoci la sua figa pelosa, più scoperta che coperta dal paio di inconsistenti mutandine che aveva acquistato quando la avevo accompagnata al centro commerciale.
Mangiava tranquillamente il gelato guardando la coppetta.
Noi la guardavamo esterrefatti, con gli occhi incollati alle sue cosce e con i cucchiaini a mezz’aria che gocciolavano gelato a terra. Lei alzò gli occhi dalla copetta e ci chiese:- “E’ buono il gelato?” Vedendo le nostre facce seguì il nostro sguardo e si guardò in mezzo alle gambe, fingendo stupore disse:- “Ops… Si vede tutto… Va beh… Fa niente… Tanto ne avrete viste ancora no!?” Sorridendo maliziosa ci chiese:- “Vi piace la mia?” Allungai la mano sotto al tavolo, sul cazzo di Antonio che era seduto al mio fianco, gli strizzai la prominente erezione. Mio cugino riuscì a spiaccicare qualche parola:- “Zia sei fantastica… Mi fai impazzire!… Scusa… Ma ti scoperei qua … Subito” Mia madre scoppiò in una risata sguaiata. Scese dal mobile, si alzò la sottoveste, si fece scivolare fino ai piedi la microscopica mutandina, si abbassò a raccoglierla mostrandoci il culo e la mise in mano a mio cugino dicendogli:- “Un piccolo omaggio per i tuoi gentili complimenti… Potete pure ritornare in camera e se vi fate una sega pensandomi, vi raccomando di non sporcare il letto!” Antonio, senza pensare a quello che stava dicendo, disse:- “Se lo sapesse mia mamma” Mia madre lo guardò divertita e un po contrariata:- “Non me ne frega un cazzo se mia sorella lo viene a sapere!… Non è certo quella troia di tua madre che può farmi la morale!… Diglielo pure!” Rimanemmo senza parole, evidentemente c’erano delle cose che noi non sapevamo.
Ritornammo camera, mio cugino si ricordò solo in quel momento che aveva in mano le mutande di sua zia, se le portò al naso, aspirò rumorosamente con il naso per inalare gli aromi vaginali di cui erano intrise le mutandine, tremendamente arrapato da quei si sbottonò i pantaloni e continuando ad annusare l’indumento intimo,i nfoiato da quel licenzioso odore, estrasse il cazzo dai pantaloni e si smanettò con urgenza, io eccitato a mia volta, dal comportamento di mia madre prima e adesso, davanti a quello spettacolo, non resistetti e mi inginocchiai davanti a lui, mi impadronii del suo cazzo scansando la sua mano, me lo portai al naso per annusarlo, l’odore era penetrante, sicuramente il caldo aveva le sue colpe, la punta dell’uccello odorava di pipì e sudore, il pelo era impregnato dell’effluvio di precedenti sborrate. Senza tergiversare gli presi in bocca il cazzo odoroso e gli slinguai per bene la cappella, pulendola dalla cremina depositata sotto alle pieghe del glande, me lo spinsi in gola più volte. Lui esternava il suo piacere con tutta una serie di gemiti, spingendo in avanti il bacino e tenendomi la testa in posizione con le mani, mentre io facevo su e giù lungo la sua asta con la bocca.
Mi aprii la patta e il cazzo saltò fuori come una molla da tanta era la mia eccitazione, mi masturbai mentre facevo un pompino ad Antonio, il suo sapore, la sua eccitazione ed il turgore del suo uccello mi facevano impazzire.
Sentii il mio compagno di sesso irrigidirsi, mi premette la testa contro il suo uccello, lo sentii eruttare abbondantemente nella mia bocca, io ingoiavo il suo latteo e pastoso denso liquido, gli ultimi fiotti di calda sborra me li rigirai in bocca per gustarmi con calma il sapore che ben conoscevo e di cui ero diventato ghiotto, quasi succube. Come ero succube del sapore della figa dopo una afosa giornata estiva, chiusa all’interno di un paio di mutandine.
Eccitato dalla sua sborrata in bocca, venni a mia volta, schizzai alcuni getti sul pavimento in legno. Antonio accorgendosi che stavo venendo, si accucciò a terra, sul mio sperma, e con bramosia si fiondò sul mio cazzo che stava finendo di eiaculare e lo ingollò per gustarsi le ultime gocce di pastosa sborra.
Ci ricomponemmo, mi accorsi che, presi dalla lussuria, non ci eravamo accorti che la porta della camera era rimasta in parte aperta, E quasi sicuramente mia madre ci aveva visti intenti a darci piacere reciprocamente.
Ci guardammo allarmati, uscii dalla stanza per trovare mia madre e sondare il terreno, feci segno ad Antonio di rimanere lì.
Trovai mia madre in uno dei due bagni mentre stava caricando la lavatrice, per arrivare al servizio sicuramente era passata davanti alla nostra camera, mi diressi verso il wc per pisciare, lei mi guardò vagamente divertita e mi disse:- “Te lo sei fatto pulire bene da tuo cugino! Vero maialino!?” Sorridendo continuò:- “Certo che siete due bei porci!… Sospettavo già da un po che ve la intendeste, come del resto me la intendevo io con mia sorella quando avevo più o meno la vostra età” Si avvicinò, mi prese in mano il cazzo che aveva quasi finito di pisciare e me lo sgrullò:- “Altrimenti mi sgoccioli dappertutto!” . Nell’azione di scuotimento, si era bagnata le dita di piscio e se le portò alla bocca per ripulirle, le succhiò e con espressione sensuale e civettuola disse, guardandomi negli occhi:- “Buono!”. Si sporse a baciarmi a fior di labbra e disse:- “Certo che siamo una bella famiglia di depravati!” Si accucciò a finire di caricare la lavatrice, la guardai lavorare a gambe larghe, era veramente un bel vedere! Approfittai per chiederle:- “Ma prima in cucina… Perché hai fatto quella scena?” Scoppiò a ridere:- “Vi è piaciuta vero?… Io sono stata sempre una esibizionista, ma con tuo papà ho sempre avuto poche volte la possibilità di mettere in pratica questa mia… Perversione! Tuo cugino è un pezzo che cerca di sbirciare ed io ho sempre fatto la brava, ma adesso dopo ciò che è successo, ho deciso di accontentarlo e di lasciarmi andare a questa mia voglia” Allargò le gambe e guardandomi con uno sguardo lubrico, puntualizzò:- “Mi piace farla vedere!” Mi guardò divertita e disse:- “Adesso torna da tuo cugino, prima che venga qua e vedendo il panorama che sto facendo vedere a te, si ecciti di nuovo e poi dobbiate di nuovo darvi sollievo tra voi… Maiali! ” Seguendo il suo consiglio ritornai nella mia stanza, dove rassicurai mio cugino.
Dopo poco lui se ne tornò a casa.
Dopo un po rientrò Giulia dal lavoro, come il solito era affamata, ci sedemmo a tavola a mangiare quello che aveva preparato nostra madre e restammo a parlare del più e del meno come qualsiasi altra famiglia.
All’ora di coricarsi mia madre sorridendoci con il suo disarmante sorriso, con uno sguardo che prometteva porcate, disse:- “Venite in camera che vi do la buona notte.” Entrata in camera si slacciò la vestaglietta che portava dal pomeriggio, sotto era nuda. Il cazzo mi si inalberò all’istante alla vista delle grosse tette pendenti e del folto cespuglio di pelo che spuntava da sotto la pancetta: Era semplicemente, fantasticamente oscena.
Lei mi guardò il cazzo che puntava verso l’alto, deformandomi la patta dei pantaloni e chiarì:- “Tu siediti e guarda!… Voglio iniziare con tua sorella poi vediamo.”
Un po deluso, ma pronto allo spettacolo che già pregustavo mi sedetti.
Mia madre si stese sul letto a gambe larghe e disse a Giulia:- “E’ tutto il giorno che sono un lago, vieni a pulirmi la figa e a darmi un po di alleviamento alle mie voglie, vieni bambina mia” Mia sorella, trasfigurata dall’eccitazione e con gli occhi che sprizzavano libidine, acconsentì con una battuta:- “Non chiedo di meglio… Mammina puttana” Si posizionò con la faccia a pochi centimetri dalla figa, annusò, aspirando rumorosamente, passando il naso lungo la fessura della grassa patonza di mamma, scostando il pelo:- “ Mamma hai un odore assurdamente intenso… Non ti sei lavata oggi vero?” Lei rispose:- “Neanche ieri se è per questo!… Voglio che me la lecchi così com’è!… Questo è l’odore di una vacca quale sono!… Leccami!!” Giulia gridò:- “Troia” E si tuffò sulla figa della mamma, con la lingua a lappare tutte le pieghe della sorca a raccogliere la bianca ricottina depositata all’interno. Nostra madre urlava senza remore il suo piacere:- “Brava!… Così!… Mangiamela tutta!… Pulisci troia!” Mia sorella Leccava in maniera forsennata.
Era uno spettacolo di una porcaggine unica, mi aprii i pantaloni a toccarmi il cazzo.
La nostra comune genitrice si prese le gambe all’altezza della fossa dietro al ginocchio e se le portò verso il petto, schiacciandosi le tette, in quella posizione il buco del culo era completamente esposto e le natiche oscenamente allargate a mostrare la riga di pelo che dalla figa si allungava fino all’ano. Urlò:- “Il culo!…Leccami il culo troia di una lesbica!… Pulisci il culo alla tua mammina porca!”
Giulia senza esitazioni, con un gemito di piacere, estrasse del tutto la lingua dalla bocca ed usandola a mo di spatola, la passò più volte sul buco del culo della sua amante, che lussuriosamente, scuoteva la testa a destra e sinistra, gemendo in estasi. Giulia non contenta dell’indecente odore e sapore che sicuramente emanava il culo di nostra madre, infilò la lingua in profondità nel buco.
I sapienti lavori di bocca di mia sorella portarono in breve la sua amante all’orgasmo, che lei annunciò cn intensi gemiti e scuotimenti di bacino sulla bocca di Giulia.
Io mi stavo segando piano, gustandomi quella licenziosa scena, quando sentivo montare l’orgasmo mi fermavo e riprendevo quando mi ero calmato.
Mia sorella risalì il corpo di nostra madre, ancora tremante per il piacere appena sfociato nell’orgasmo, soffermandosi a ciucciare i notevoli capezzoli grossi come un lampone, con cospicuo elargimento di apprezzamenti vocali da parte di mamma, Giulia salì fino ad incontrare la bocca della sua matura amante, si baciarono a lungo, con la famelica lingua di nostra madre che assaggiava se stessa dalla bocca di sua figlia. Su richiesta di mia sorella invertirono le posizioni: Giulia si stese a gambe larghe sul letto e mia madre a leccarle la figa, le bastò alzare la minigonna visto che la mia sorellina era senza mutande dalla mattina.
La nostra genitrice si girò verso di me e disse:- “Dai vieni!… tappami il buco del culo!… Inculami!… Fai il culo alla tua mammina!… Sbattimelo per bene!”
Aspettavo solo quello, gli infilai il tarello duro su per il culo già lubrificato dalla saliva di Giulia, la sodomizzavo con forti spinte, cadenzate dai suoi gemiti che facevano eco ai miei affondi. Dalla posizione in cui mi trovavo vedevo mia sorella a gambe larghe , con i piedi sulle spalle di mamma, con le mani la teneva per i capelli e con il bacino le sfregava la figa sulla faccia.
Io e mia sorella venimmo a pochi minuti l’uno dall’altro, riversai nel culo di mia madre una notevole quantità di sborra calda, nonostante fossi già venuto due volte in quel giorno.
Una volta che ci fummo ripresi dall’estatico momento, nostra madre ci diede i compiti:- “Giulia tu adesso da brava sorellina, pulisci bene il cazzo che tuo fratello mi ha messo in culo, e tu Luca mi pulisci il culo, visto che la sborra ti piace tanto!… Datevi da fare!” Non ce lo facemmo ripetere, Mia sorella mi ripulì il cazzo sporco da residui anali di nostra madre ed io mi dedicai a leccare i liquidi giallognoli che uscivano dal suo culo.
Esausti ci recammo in bagno tutti assieme, mia madre si sedette sul water per pisciare, Giulia la femò:- “Aspetta mamma perché non ce la fai in bocca me e Luca… E’ un peccato sprecarla così” La nostra genitrice si alzò si mise al centro della stanza a gambe larghe e sorridendoci ci disse:- “Siete dei porci pervertiti!… Venite a bere!” Non finì la frase che uno scroscio di piscio si riversò sul pavimento, io e Giulia ci precipitammo a bere tutto quello che riuscivamo, il caldo liquido acre e salato mi scendeva in gola lo ingoiavo con oscena ingordigia, gli ultimi sorsi ce li passammo di bocca in bocca io e mia sorella mentre ci scambiavamo dei lascivi ed impudici baci.
Mia sorella voleva pulire, ma mia madre ci disse di lasciar stare che avrebbe pulito lei il giorno dopo e che eventualmente nel caso di bisogno durante la notte avremmo potuto usare il secondo servizio.
Andammo a dormire nel letto matrimoniale tutti assieme, ancora bagnati di urina, nostra madre disse che avrebbe cambiato di nuovo le lenzuola la mattina dopo. Ci addormentammo abbracciati l’uno all’altro, i nostri odori non ci davano fastidio.
Ci addormentammo come dei bambini.
Da quel giorno il nostro menage continuò come sempre, in una normale quotidianità fatta di lavoro e studio. Ma di notte ci trasformavamo in assetati di perversione e sesso.
Tra me e mio cugino continuavano i nostri sollazzi intimi, lui avrebbe voluto scoparsi le mie donne di casa: Non era scemo, capiva benissimo che c’era qualcosa di sconveniente tra di noi.
Mia madre, da gran zoccola quale era, tutte le volte che veniva da noi si mostrava come una zia non dovrebbe, senza però mai trascendere in altro: In poche parole gliela faceva annusare senza dargliela!
Finché un giorno…..





scritto il
2024-05-20
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