Nuove dinamiche 3

di
genere
bisex

Il caldo di quell’estate era uno dei peggiore degli ultimi anni, ma quello che più preoccupava, era che non dava segno di cedimento. Si… Certo… Il sole picchiava tremendamente, ma era l’afa che la faceva da padroneI Si sudava anche a stare fermi.
Io e mio cugino Antonio entrammo nello spogliatoio tutti sudati e ansimanti, avevamo giocato a calcio, avevamo formato delle squadre improvvisate tra ragazzi del paese.
Io e Antonio ci eravamo attardati a mettere via i palloni, a chiudere il cancello del campetto e a raccogliere le lattine di coca vuote, che maleducatamente alcuni nostri compagni di gioco avevano sparso ai bordi dell’area di gioco. Pensavamo di essere gli ultimi ad usufruire delle docce, invece Paolo, un nostro compagno di liceo, si stava spogliando per entrarci in quel momento.
Si stava togliendo i boxer, rimase con il cazzone moscio in bella vista. Notai Antonio guardargli l’uccello con desiderio: Per esperienza diretta sapevo che gli piaceva il cazzo oltre alla figa, come anche a me del resto, ma io riuscivo a dissimulare il mio interesse, nonostante la nudità del nostro compagno.
Paolo si fermò a chiacchierare con mio cugino mentre si spogliava a sua volta. Quando Antonio si tolse le mutande, vidi che aveva il cazzo in tiro, si era eccitato a vedere la nudità del nostro amico. A Paolo non sfuggì la cosa e lo vidi guardargli l’erezione con interesse, senza preoccuparsi di celare la direzione del suo sguardo, ridendo disse:- “Ehi!… Ma sei in tiro maiale!” Provocando, buttò lì:- “Magari ti è venuto duro guardando il mio culetto!” E sculettò scherzosamente. Poi, sondando il terreno e avvicinandosi per guardarlo meglio disse:- “Però…Così a occhio e croce… Direi che il mio è più lungo del tuo” Antonio rise, mi guardò complice, eravamo consci che stava succedendo qualcosa, gli feci un cenno per invitarlo a proseguire.
Mi diressi verso l’entrata e girai la chiave, a quell’ora non sarebbe venuto nessuno a disturbarci, ma era meglio essere previdenti.
Toccandosi e strizzandosi, con ostentazione, il cazzo, mio cugino rispose a Paolo:- “Non penso proprio!… D’altronde se il tuo è un lumacone moscio, come facciamo a confrontarli?” L’interpellato si prese in mano l’uccello, che stava iniziando a inturgidirsi e lo scosse a mo di scampanata:-“ Guarda che bel cazzone…. Ti piace vero?… Vedrai che tra qualche attimo vedremo chi ce l’ha più lungo!” Antonio rise, continuando a toccarsi la verga, ormai era talmente eccitato che dei argentei fili di presborra pendevano dal glande, scendendo lentamente verso il pavimento. Avrei voluto prenderglielo in bocca e assaporare quelle fantastiche e dolci scie bavose che ben conoscevo. Avrei dovuto aspettare.
Ormai il pene di Paolo era in tiro: Non aveva dovuto menarselo molto perché succedesse, eravamo tutti in attesa degli eventi, la stanza era pregna di un eccitante clima di tensione. Nel frattempo mi ero denudato anch’io e me lo stavo menando lentamente, senza curarmi dei giudizi del nostro comune amico, avevo intercettato spesso i suoi sguardi che si posavano sul mio cazzo e poi sondava la voglia espressa dai miei occhi.
Paolo, con voce alterata dall’eccitazione, si rivolse a me e disse:-“Dai vieni qua a fare da giudice” Non aspettavo altro, Dissi:-“Mettetevi l’uno di fronte all’altro… Dai che adesso vediamo!” Si misero con i cazzi a qualche centimetro di distanza, quasi si toccavano, se li tenevano in posizione orizzontale con le mani.
Mi portai vicinissimo a loro, guardai in basso verso i loro sessi e dissi:- Mah non so… Mi sembrano uguali…Forse se mi abbasso….” Finii la frase inginocchiandomi a terra, i loro cazzi fremettero davanti ai miei occhi, a pochi centimetri dal mio viso, potevo sentire il penetrante odore dei loro sudati uccelli sbavanti presborra. Avrei tanto voluto cedere alla tentazione di succhiarli, ma l’attesa era quasi più eccitante dell’azione, ormai era palese come sarebbe andata a finire, stavamo recitando una parte, eravamo degli attori in fremente attesa del momento in cui sarebbero entrati in scena.
Calato nel mio ruolo, guardai con attenzione le loro turgide mazze odorose, dissi:- “Non riesco a scegliere… Sembrano così simili… Mi dispiace non mi so decidere!” Paolo, contrariato, si girò leggermente dalla mia parte, la punta del suo uccello mi toccò appena sopra al labbro superiore, vicino al naso, lasciandomi una scia umida e gelatinosa sulla pelle. Il suo intenso afrore colpì il mio olfatto con veemenza, Chiusi gli occhi per meglio concentrarmi su quel connubio di afrodisiaci aromi. Un fantastico, osceno mix di urina stantia, di recenti sborrate, e di maschio e virile sudore. Allungai la lingua ad intercettare quella scia di gelatinosa essenza depositata sul mio viso dal suo glande, come un sommelier la saggiai con attenzione per percepirne il bouquet, la gustai con calma per assaporare pienamente quel libidinoso assaggino, preludio degli eventi che a breve si sarebbero succeduti.
Ritornando in me, da quell’estatico momento, dissi:- “Forse prendendoli in bocca potrei giudicare meglio” I miei amici mi guardarono con fremente desiderio. Antonio, facendomi l’occhiolino disse:- “Potrebbe essere un’idea… Anzi… Una buonissima idea”
Non attesi oltre, il cazzo di mio cugino già lo conoscevo, presi in bocca la verga di Paolo. Il sapore salaticcio del suo glande si sposava divinamente con l’odore dolciastro di solitari orgasmi e sudore di cui era impregnato il suo pelo. La partita a calcio di prima ed l’asfissiante temperatura estiva, avevano avuto un ruolo importante sull’intensità degli aromi di quei due bei cazzoni.
Paolo, lasciandosi andare, stava gemendo e ansimando:- “Oh si!… Prendimi le misure… Bravo… Fammi sentire la lingua… Che bello!!”
Li sentii mugolare, alzai gli occhi e vidi i miei due amanti baciarsi tra loro. Ormai la scusa di confrontare la lunghezza dei loro peni, non era più necessaria. Agguantai l’uccello di Antonio, e mentre succhiavo Paolo, gli feci una lenta sega passandogli il pollice sul glande lubrificato dall’abbondante precum che continuava ad uscire abbondante dal meato urinario.
Passai da un cazzo all’altro più volte, accarezzando il buco del culo ora ad uno ora all’altro. Li sentivo gemere mentre continuavano a limonarsi o a succhiarsi i capezzoli reciprocamente.
Le loro mani sulla mia testa mi dettavano il ritmo che più li appagava.
Il loro piacere ed il sapore dei loro cazzi mi gratificava del mio impegno solo in parte! Decisi che volevo do più: Mi infilai tra le gambe di Paolo a leccargli i coglioni tesi dall’eccitazione, Lo scroto odorava del sublime e tipico afrore di sudore che solo quella parte del corpo maschile emana.
Mi spostai di pochi centimetri, andando ad infilare la lingua tra le chiappe passandola lungo tutta la fessura, che tenevo aperta con tutte e due le mani. L’odore penetrante, i convulsi movimenti che accompagnavano i suoi gemiti ed ansimi, mi fecero quasi raggiungere l’orgasmo senza toccarmi.
Lo sentii dire, con la voce alterata dall’eccitazione:- “Ti piace leccarmi il culo!…Vero maiale!?… Ti piace l’odore vero!?” Non potevo rispondere, avevo la punta della lingua infilata nel suo buco del culo” Mio cugino, che era inginocchiato davanti a lui e lo stava spompinando, si staccò un attimo dalla sua poppata e rispose per me:- “Leccare culi è quello per cui è nato!… Lo fa divinamente!… Ma gli piace leccare tutto… Figa, culo, cazzo!… E’ un gran porco” Risi della sua uscita con la lingua ancora in esplorazione sul culo di Paolo.
Il nostro comune amico, al culmine del piacere, riversò in bocca ad Antonio una incredibile quantità di calda e densa sborrata, Lui era pronto a riceverlo, avvertito dai movimenti di bacino di Paolo e dalle sue sconnesse frasi:- “Vengo!… Oh Dio sto venendo!… Ti sborro in bocca!… Ciuccia maiale!… Ingoia.” Mio cugino non aveva bisogno di esortazioni, era abituato con me, e del resto era ghiotto di quella dolce e pastosa crema montata! Continuò ad ingoiare e a passare la lingua sul glande del suo amante mentre stava schizzando sborra. Io continuavo a dedicarmi al suo culo con la passione rinnovata dalle sue parole.”
Antonio urlava il suo piacere, si sentiva attaccato su tutti i fronti.
Mi sentii toccare una spalla, Antonio era al mio fianco, scie di gelatinoso e traslucido sperma colava dal suo mento. Mi indicò la sua bocca piena, si sporse verso di me, ci unimmo in un osceno bacio in bocca! Ci passavamo lo sperma da una bocca all’altra, Ia mia bocca sapeva del culo di Paolo e mio cugino del suo cazzo! Continuammo a slinguarci e a scambiarci quella dolce crema fino a terminarla, Poi io pulii con a lingua anche il mento lordo di Antonio.
Io e mio cugino, ormai eravamo al limite dell’orgasmo, sentivo il mio sperma che quasi usciva dal glande. Ci mettemmo nella posizione del sessantanove. Appena la bocca di Antonio mi toccò il cazzo, esplosi in un orgasmo a lungo trattenuto, il suo viso si trasformò in una maschera di sborra, riuscì a ingoiare il mio seme solo in parte. Eccitato dalla mia colossale venuta, eiaculò a sua volta riempiendomi la bocca di calda crema saporita. non ne lasciai uscire dalla bocca neanche un goccio, prevenivo i suoi schizzi di densa sborra succhiando a mo di ventosa, quasi succhiando lo sperma dalle sue palle!
Antonio non ancora contento si precipitò a leccare il viso di Antonio, imbrattato dalla mia sborra. Stettero poi a baciarsi e a palparsi reciprocamente.
Io Contagiato dalla loro voglia, mi ripresi in fretta, avevo di nuovo il cazzo duro, mi misi dietro ad Antonio a cucchiaio, sapevo che era bello largo ed abituato al mio uccello e lo impalai di brutto, lui spinse il suo culo verso di me per riceverlo fino in fondo, Gli tenevo in mano il cazzo perché non era semplice non scivolare sulle piastrelle ed avevo bisogno di un appiglio. Paolo si mise in ginocchio, con il cazzo a pochi centimetri dalla bocca di mio cugino il quale non si fece pregare per succhiarglielo ancora. Sentii il nostro compagno dire:- “Vorrei essere al tuo posto… Maiale!… Un cazzo in culo ed uno in bocca!… Cosa vuoi di più!… Finocchio di merda!” Nel giro di una decina di minuti venimmo tutti e tre di nuovo: Io nel culo di Antonio, lui mentre lo palpavo con la mano e Paolo nella sua bocca.
Eravamo esausti, ci riposammo stesi sul pavimento, io avevo ancora il cazzo nel culo di mio cugino e sentivo la sua sborra colarmi dalla mano.
Si alzò per primo Paolo dicendo che doveva pisciare, Io uscii dal culo di Antonio e dissi che anche io avevo lo stimolo di urinare. Feci per entrare nel primo dei tre bagni disponibili, quando Paolo mi disse:- “Aspetta entro con tè.” Me lo aspettavo! Avevo capito che era un gran porco. Si inginocchiò davanti a me e mi disse:- “dai… Piscia!” Non mi feci pregare, svuotai la vescica sulla sua faccia, lo vidi aprire la bocca ed inseguire il getto per farsela riempire ingoiando con evidente piacere. Alle mie spalle entrò Antonio a quella vista esclamò:- “Siete veramente dei porci!.” Io e Paolo, che si era rimesso in piedi, scoppiammo a ridere. Mio cugino mi guardò in faccia sorridendo e mi disse:- “Cazzo ridi, adesso tocca a tè!..” Mi inginocchiai e risposi:- “Non c’è problema!… Vai quando vuoi!” Antonio guardò Paolo e gli disse:- “Tu!… Porco maiale pieno di piscio, mettimi dietro di me e puliscimi dalla sborra di mio cugino che mi sta colando dal culo” L’interpellato non si premurò di rispondere ma si fiondò tra le sue chiappe ad infilargli la lingua in culo per ripulirlo di tutti i vari composti che gli stavano uscendo dal buco.
Io inginocchiato davanti a lui, nella mia piscia di prima, ricevetti il suo dorato zampillo in faccia, mi premurai di ingoiarne alcune sorsate, il sapore era acre e salato, ma era tremendamente libidinoso sentirsi scendere in gola quel caldo liquido speziato.
Mentre mi facevo la doccia, pensai che anche quella sera, come da programma, avrei dovuto scopare sia mia sorella che mia madre, che mi stavano aspettando a casa per un focoso dopo cena, guardai in basso, verso il mio stanco amichetto: Potevo contare solo sulla mia giovane virilità e sulle arti amatorie delle mie dolci amanti per farlo resuscitare!


scritto il
2024-05-24
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