Vacanza alle isole Greche

di
genere
incesti

Il sole era basso sull’orizzonte. Le onde del mare, leggermente mosso, facevano rullare il piccolo cabinato.
Mia moglie, nuda, era stesa sul ponte a godersi gli ultimi raggi di sole della giornata a fianco di sua madre che indossava un costume semplice, non particolarmente sexy, ma comunque minimal.
Mentre manovravo in direzione del porto, mi gustavo la vista delle loro suadenti curve, nel caso di mia suocera piuttosto procaci.
Erano tutte e due girate verso di me con le gambe aperte, Il panorama che mostrava mia moglie non era da meno di quello che esibiva mia suocera, che se pur vestita dalla mutandine ed il reggiseno era tremendamente arrapante. Beh… Vestita non proprio: Le mutandine dietro sparivano sequestrate dalle adipose natiche, davanti non riuscivano a coprire completamente la sua patonza grassa e pelosa, sembrava quasi avere il cazzo, invece che la figa, da tanto era gonfio il davanti della mutandina. Dei folti peli ricci, grigi e ribelli spuntavano dai lati dell’indumento, alcuni si allungavano verso l’ombelico disegnando sul basso ventre una strisciolina piuttosto intrigante. La pancia era piuttosto pronunciata. Le tette di una bella quarta abbondante erano piuttosto cadenti e straripanti, il reggiseno, uno di quelli legati con un laccetto al collo e sulla schiena, aveva le coppe ridotte a due miseri triangolini che affondavano in tanta abbondanza. Doveva essere almeno di una taglia più piccola del necessario e a stento riusciva a celare la presenza di due grossi capezzoli che sembravano voler bucare l’indumento iperteso.
Il viso, solcato da alcune rughe che ne rivelavano l’età, sessantatré anni che dimostrava tutti, era dolce ma dallo sguardo provocante, i suoi occhi di un fantastico verde chiaro erano curiosi e quando mi guardava, rivelavano il suo animo malizioso, le labbra sicuramente ricche di esperienza, grosse e morbide, erano foriere di lussuriose promesse.
Solo a guardarla mi si rizzava il cazzo, praticamente sprizzava sesso da tutti i pori. In quella mise, adatta ad una quindicenne, più che ad una donna attempata della sua età, era semplicemente oscena, una vacca da monta.
Sembrava non essersi accorta che il seno destro era quasi sgusciato fuori dallo striminzito reggiseno e che parte dell’aureola, larga e scura, faceva capolino da un lato dell’indumento.
Mia moglie, una bella mora di quarantun anni, era stesa al suo fianco, non era grassa, ma comunque piuttosto rotondetta. Aveva gambe robuste, l’inguine peloso non riusciva a celare le piccole labbra, che gonfie e lunghe, sporgevano abbondantemente dalla fessura della figa, che sapevo per esperienza essere sempre molto odorosa per sua consapevole scelta.
La curva della pancetta finiva sotto ad una bella terza abbondante di seno, le aureole erano lunghe e scure, i capezzoli grossi e lunghi, sembravano essere fatti apposta per essere succhiati.
Le curve tonde ed armoniose del suo corpo invitavano a passionali carezze, sopratutto il suo sensuale culo che a me piaceva moltissimo e che attirava i libidinosi e bramosi sguardi di molti maschi, con mio e suo sommo piacere naturalmente. Lei conscia dell’effetto che suscitava non disdegnava provocanti mise e lascivi sculettamenti.
Il viso soave dallo sguardo sensuale, civettuolamente ingenuo, esprimeva la sua indole passionale. Le labbra spesse ed invitanti, sembravano fatte apposta per succhiare cazzi. Quando sorrideva ad un maschio, i suoi occhi scuri e maliziosi bramavano sesso!
Aveva un viso da troia che, del resto, non smentiva ciò che realmente era.
Ma dopotutto era proprio per questo che la avevo sposata, mi aveva colpito, oltre alla sua bellezza e sensualità, la sua assoluta licenziosa spregiudicatezza. Ero rimasto piacevolmente impressionato anche dalla sua onestà nei miei confronti, avvertendomi da subito che io non sarei bastato a placare la sua fame di cazzo e che avrei dovuto accettare dei compromessi sulla sua voluttuosa morale.
Così dopo i primi burrascosi tempi di matrimonio, accettai la mia condizione di cornuto e la sua conclamata condizione di mignotta, con reciproca libidinosa soddisfazione.
Gran parte dei miei amici avevano fatto conoscenza della sua figa e non solo!
Quando rincasava, stanca e scarmigliata, dopo le sue scorribande sessuali, mi chiamava dicendomi che adesso era tutta per me. A volte la scopavo infilando il cazzo che sguazzava nella sorca piena di sperma e godevo al pensiero di quanto fosse troia.
Ma il più delle volte, allargava le gambe si faceva leccare la figa farcita e sborrata dai suoi numerosi amanti. Io mi segavo, intanto che lei mi raccontava le sue avventure, immergevo la faccia tra le pieghe della sua sorca, gustandone i sapori, mentre aspiravo voluttuosamente l’odore dolciastro dei suoi umori e del seme di quelli che la avevano scopata. Se ero fortunato, potevo percepire un certo sentore di piscio, che probabilmente non era solo il suo, dovuto alle varie pisciate della giornata, ma anche dei vari cazzi che la avevano penetrata. Il pensiero di quanto eravamo perversi, ci faceva raggiungere in breve degli appaganti orgasmi. Praticamente eravamo complementari, eravamo fatti l’uno per l’altra: Come dicevo prima, io cornuto e lei puttana
I miei pensieri furono scossi dall’impeto di un’onda che fece impennare la prua dell’imbarcazione, risi allo sguardo allarmato di mia suocera, manovrai per portarmi controvento.
Avevo una discreta esperienza come skipper. Anni addietro avevo avuto un mio cabinato, ben più prestante di quello che stavo pilotando adesso, allora le cose andavano meglio: La mia azienda di import ed export andava a gonfie vele. Purtroppo feci degli importanti investimenti poco prima della crisi del duemila, la quale segnò una brusca frenata della mia impresa proprio nel momento in cui avrei avuto bisogno di lavorare di più. Mi stavo faticosamente riprendendo da quella batosta, quando scoppiò la pandemia del covid che mi fece piombare definitivamente nel baratro.
Attraversai un brutto periodo, dove la mia autostima e la mia azienda andavano di pari passo. In quel periodo la vicinanza di mia moglie si fece fondamentale. Lei fu brava a sopportare la mia depressione ed a aiutarmi ad uscirne.
Grazie anche a lei ripresi in mano le redini della mia vita. Riuscii a tenere in piedi la ditta nonostante tutto, ovviamente ridimensionandola ed adattandola alle ridotte risorse che mi erano rimaste.
Pian piano riacquistai fiducia e con quella la serenità, sopraggiunse anche una nuova consapevolezza di vita, non più improntata solo sull’arrivismo. Le mie priorità cambiarono: Adesso mi bastava un minimo di stabilità economica che mi desse una certa tranquillità, ora la mia piccola azienda andava avanti quasi da sola, mia moglie lavorava con me come mia segretaria.
Lei era sempre una gran troia, si era fatta almeno metà dei miei dipendenti, che erano ben coscienti del fatto che io ero al corrente di tutto. Ma mai come adesso sapevo che era mia, quella brutta esperienza che avevamo superato assieme ci aveva unito come non mai. E poi io godevo delle sue corna, più lei era vacca e più io mi eccitavo e mi sentivo appagato e non me ne fregava niente dei giudizi degli altri!
La barca che pilotavo in quel momento era di un mio vecchio cliente, che per ripagarmi di alcuni importanti favori che gli avevo fatto me la noleggiava quando volevo ad un prezzo agevolatissimo.
Quest’anno il programma vacanze, avrebbe dovuto contemplare una romantica navigazione tra le isole greche del bellissimo arcipelago delle Cicladi, dedicata solamente a me e mia moglie. Una solitaria navigazione per rilassarci dopo di un lungo anno di lavoro.
Purtroppo il diavolo fa le pentole ma non i coperchi: All’ultimo momento abbiamo ricevuto la notizia della visita di mia suocera. A questo punto si trattava di decidere se rinunciare alla vacanza o portarla con noi, visto che la mamma della moglie è sacra! C’erto avrei potuto dirle di venire a trovarci in un altro momento, ma questo solo se avessi voluto rendere invivibile la nostra romantica crociera e non mi sembrava il caso.
Devo dire che alla fine questa soluzione non si era rivelata così malvagia, anzi avevo potuto conoscere la suocera sotto un aspetto diverso. Lei assieme a mio suocero abitavano ad Atrani in provincia di Salerno, tra noi e loro c’erano almeno novecento kilometri, visto che noi abitavamo ad Aurisina nel triestino. Quindi le occasioni in cui ci vedevamo erano veramente poche ed in quelle sporadiche volte ci vedevamo sempre assieme al marito. Lei mi era sempre sembrata austera e scontrosa.
Quest’anno mio suocero non se la era sentita di affrontare il lungo viaggio per incontrare la figlia, un po perché si stava appena riprendendo da un malanno che lo aveva decisamente provato ed un po perché non voleva lasciare incustodita la casa, visto che delle abitazioni nel loro quartiere erano state occupate abusivamente da delle famiglie di Rom, quindi aveva preferito rimanere a difendere il maniero.
Mia suocera, irriconoscibile da come la ricordavo, era loquace, simpatica e direi anche un po troia come del resto lo era la figlia.
Il rumore del mare e del motore da 150 cavalli, mi impediva di sentire quello che si dicevano, le vidi guardarmi e ridere tra loro.
Percorremmo le poche miglia di navigazione che ci separavano dal porto di Livadis sulla piccola isola di Serifos.
Ormeggiammo il natante e sbarcammo avviandoci verso il nostro piccolo appartamento che si trovava a poche centinaia di metri dal punto di approdo.
Ci facemmo la doccia alternandoci, naturalmente io mi lavai per ultimo.
Intanto che attendevo il mio turno, mi misi seduto sul terrazzo con una buona e fresca mythos in mano, avevo quasi finito la spumante bibita quando mia suocera apparse sull’uscio, per avvertirmi che toccava a me. Per poco non mi ribaltavo sulla sedia! Era coperta solo da un corto asciugamano legato con un nodo sopra al seno, in quella maniera i lembi davanti del telo da bagno rimanevano scostati, permettendomi di scorgere la sua figona ad ogni suo minimo movimento. Il cazzo mi venne duro all’istante, il glande vinse la resistenza dell’elastico e spuntò fuori dallo slip da mare.
Lo spettacolo che esibiva era osceno e sconcio ma incredibilmente, lussuriosamente eccitante: Il pelo incolto e folto, si allungava fino alla piega della pancia cadente e rilassata. Potevo scorgere le piccole labbra, nere esternamente e rosse sul lato interno, lunghe e flaccide. Nel mezzo della fessura, che rimaneva semi aperta per la perdita di elasticità causata dall’età, si notava il luccicare dei suoi densi umori, la grossa clitoride scura spuntava, grassa, umida e grinzosa, dal pelo.
Il mio viso sconvolto inebetito da quella visione, provocò nella madre di mia moglie uno scoppio di ilarità che le fece aprire ancora di più l’asciugamano. La mia dolce metà, incuriosita da quelle risate venne a vedere quello che stava succedendo, naturalmente era nuda. Guardò sua madre e percependo il motivo delle risate, rise a sua volta, con la voce alterata dall’ilarità mi disse:-“ Ti piace la mia mammina?…O meglio!… Quello che ha tra le gambe!.. Vero?… Brutto porco che non sei altro!” Poi rivolta alla madre, la riprese bonariamente:-“Certo che anche tu, potevi metterti qualcosa di più decente, o annodarti l’asciugamano in maniera diversa, non ti pare!?” Poi, in maniera più decisa, aggiunse:-“ E poi… Scusa…Potresti anche raderti un po di quella foresta che hai tra le gambe!… O no!?” La mia provocante suocera, sentendosi redarguita dalla figlia, in un moto di pudore, prese i lembi del telo e li accostò con le mani con poco successo, visto che la stoffa era corta. Alterata dal rimprovero si difese rispondendo per le rime:-“ Oh bella!… Potrò vestirmi come accidenti mi pare, no? E poi, cavoli!…Potrei essere sua madre!…Guarda come gli si è inalberato il biscione a quel porco a guardarmi la Bernarda!… Che colpa ne ho io se a quel maiale di tuo marito piacciono le vecchie!… E in quanto alla mia “foresta”, io mi tengo la passera come più mi aggrada, e se a qualcuno non piace, che si giri dall’altra parte!… E poi mi pare che al tuo pervertito di maritino non dispiaccia affatto la mia foresta, come dici tu!”
Finì di parlare avendo un nuovo scoppio di ilarità causato dalle sue stesse parole, che contagiò anche la mia consorte.
Arrossii sentendomi un cretino, con un certo imbarazzo, mi alzai e andai verso il bagno mettendomi una mano davanti a coprirmi il glande che usciva dallo slip, farfugliando qualche parola di scusa.
Entrai in bagno, ero eccitato ma anche scornato per quello che era successo, mi tolsi le mutande e le gettai sulla sacca della biancheria sporca, vidi all’interno del contenitore il tanga di mia suocera, non resistetti: Lo raccolsi, era umido al tatto, lo rivoltai dalla parte della pattina, il tassello bianco era imbrattato da una densa scia cremosa, mi potai il leggerissimo tessuto al naso, sniffai bramoso l’odore che si sprigionava da quel piccolo lembo di stoffa, un insieme di afrori dolciastri che accomunava umori femminili, sudore e piscio, dando origine ad un mix tremendamente afrodisiaco. Gemendo mi strofinai la mutanda sulla faccia, leccai quella striscia di stoffa, intrisa di quella pastosa manteca il cui sapore acre e salato esaltava i miei sensi e la mia libidine, resi ancora più intensi dalla recente vista della sua oscena sorcona. Venni come un ragazzino di quindici anni, menandomi l’uccello mentre assaporavo i prodotti della vecchia patonza di mia suocera.
Dopo essermi docciato uscii dal bagno ancora con il cazzo che mi era tornato in erezione grazie al pensiero degli ultimi eventi. Indossai i larghi pantaloni di una tuta, per non essere nuovamente oggetto di scherno.
Varcai la soglia della sala da pranzo. Silvana indossava un pareo annodato su un fianco, all’altezza del seno, che lasciava un lungo spacco lungo tutto il lato sinistro, potevo vedere, all’altezza del bacino, il sottilissimo laccetto elasticizzato dell’intimo che usava.
Come mi vide, mia suocera, rivolta a Lisa, in maniera scherzosa, disse:- “Ehi… E’ arrivato quel porcellino di tuo marito.” Lisa, vestita più o meno come la madre, solo che non vedevo segno dell’intimo, rise della battuta di sua madre. Io risi a mia volta e rivolto a mia suocera mi difesi dicendo:-“Scusami per prima Silvana, è che mi hai preso alla sprovvista.” Poi adulandola aggiunsi:-“E poi sei una bella donna ed anche molto sensuale devo dire” Scherzando, in maniera sfrontata continuai-“ E’ perché c’è sempre Lisa attorno, altrimenti ci proverei” Mia moglie mi guardò fingendosi spiritosamente gelosa:-“ Voi uomini siete tutti dei porci!… Anche mia madre ti scoperesti!… Brutto maiale!!” Risi della sua ilare uscita. Silvana, tra il serio ed il faceto disse:-“ Grazie Paolo, devo dire che ho un genero veramente gentile. Le tue lusinghe mi fanno molto piacere, non capita tuti i giorni di ricevere dei complimenti così audaci da un uomo alla mia età.”
Le mandai un bacio, lei mi sorrise, si avvicinò e mi disse:-“Meglio così…” Alle sue parole seguirono i fatti, si sporse verso di me e mi diede un bacio sulla guancia, vicinissimo alla bocca. Sentii le sue labbra umide di saliva succhiarmi il labbro superiore sull’angolo della bocca. Lisa non poteva vedere perché io mi trovavo tra lei e Silvana. Ricambiai il bacio e incoraggiato dal suo comportamento, feci scivolare la mano sul suo sedere, potevo sentire le sue generose curve attraverso il leggerissimo tessuto del pareo che aveva indosso, feci scorrere le dita lungo la fessura tra le chiappe. Lei non si scostò, anzi quando mi staccai mi guardò sorridendomi ammiccando. Mi convincevo sempre più che quella donna era troia quanto la figlia, se non di più.
Ci sedemmo a tavola a cenare. Mangiammo del cibo che mia suocera aveva espressamente cotto al mattino, lei detestava andare al ristorante e a me sinceramente non dispiaceva, vista la sua destrezza ai fornelli.
Finita la cena decidemmo di uscire a fare una passeggiata lungo le caratteristiche viuzze del marinaresco paesino.
Loro uscirono com’erano vestite, io indossai un paio di larghi pantaloncini corti ed una maglietta.
Ci dirigemmo verso la spiaggia del porto vecchio, il sole stava avviandosi al tramonto, il cielo ed il mare si tingevano di un tenue rosso pastello. Delle sule stavano facendo spettacolari tuffi in mare, approfittando dell’ultima luce della sera per procurarsi l’ennesimo pasto prima di ritornare alla loro colonia, molto probabilmente dislocata su una delle numerose falesie dell’isola.
A quell’ora della sera, gli ultimi bagnanti stavano raccogliendo le ultime cose, prima di dirigersi verso gli accessi alla spiaggia. Pochi turisti stavano passeggiando sul bagnasciuga, qualcuno faceva jogging.
Cinsi i fianchi di Lisa, Silvana ci guardò forse un po gelosa, Disse:-“E io che faccio?… La terza incomoda?… Potresti abbracciare anche me!… Non ti pare?” Mia moglie mi guardò con occhi vagamente imploranti, Sorrisi, la avvicinai a me e la baciai.
Silvana, scherzosamente scocciata disse:-“Ecco ci mancava solo che faceste i piccioncini!…Preferite che torni in appartamento oppure volete che vi cerchi qualche posto appartato dove copulare?” Ridemmo di gusto della sua battuta, la invitai ad avvicinarsi e le cinsi la vita, come stavo facendo con Lisa, madre e figlia si guardarono felici.
Dal mare tirava una lieve e piacevole brezza che faceva volteggiare e gonfiare i due leggerissimi indumenti delle mie donne.
Mia moglie non aveva l’intimo, a volte delle folate di vento scoprivano ciò che normalmente avrebbe dovuto rimanere celato. Silvana invece aveva le mutandine e reggiseno, ma il tanga era così piccolo che a stento riusciva a coprire la passera e lasciava scoperta la folta peluria, che incolta, sbordava da tutti i lati e quando il vento rivelava le sue opulenze, era uno spettacolo indecente e lussurioso a cui uno non poteva rimanere indifferente.
Ogni tanto incrociavamo altri turisti che passeggiavano, alcuni di loro guardavano inebetiti quello sfrontato show, e se le mangiavano con lo sguardo. Qualche esponente del sesso femminile le guardava con malcelata riprovazione e a volte con qualche insulto che causavano in noi degli accessi di ilarità. Altri ancora, sbirciavano di sottecchi, fingendo indifferenza ed appena ci erano dietro si giravano a gustarsi le due maialine anche dal lato B.
Le mie accompagnatrici del resto non facevano niente per celare le loro grazie e se ne fregavano altamente del giudizio degli altri.
Infilai la mano nello spacco del leggero indumento indossato da mia moglie. Con la mano a cucchiaio, dal davanti, le cercai la figa. I miei sospetti ebbero conferma: Le sue esibizioni la avevano fatta eccitare, infatti le mie dita sguazzavano tra le sue piccole labbra, gonfie del suo desiderio. Lei si girò verso di me sorridendomi libidinosamente, umettandosi le labbra con la lingua, avvicinò la bocca alle mie orecchie e mi sussurrò:- “Cazzo!… Che troia che sono!… Mi piace un casino mostrarla a tutti!… Hai sentito come sono bagnata?” Non potei non portare la mano con cui la avevo palpata al naso per sentire l’odore della sua voglia e con l’altra, momentaneamente tolta dal fianco di mia suocera, mi strizzai l’evidente erezione, cercando di darmi un minimo di sollievo.
Sentii la mano di Silvana sfiorarmi il culo, salì fino ad incontrare l’elastico dei pantaloni, infilò la mano e vincendo l’ostacolo delle mutande, scese a toccarmi il culo direttamente a pelle, sentii le sue dita sfiorarmi l’ano, allarmato guardai mia moglie al mio fianco, lei mi sorrise.
Rassicurato, decisi di ricambiare le sue carezze sollevandole dietro, il leggero capo d’abbigliamento, scansando l’inutile ultimo baluardo della mutandina le infilai le mani tra le chiappe, le sfiorai il buco del culo che percepii oscenamente peloso e continuai la mia strada fino a toccare l’entrata della sua grassa figa, la sentii contrarsi, la vidi alzare il viso verso l’alto, aprire la bocca e trattenere il respiro. Era bello vedere la sua espressione di godimento. Era tremendamente intrigante palpare mia suocera, mentre mia moglie, ignara, camminava al mio fianco, intanto che le cingevo il fianco con un braccio. In condizioni normali, con una donna che non fosse la mamma di mia moglie, non mi sarei fatto tanti problemi, ma in questo caso, non so come la avrebbe presa Lisa.
Palpai la madre di mia moglie ancora per qualche attimo, poi tolsi la mano dalla figa e lasciai ricadere l’indumento, era troppo rischioso continuare, ma ormai avevo capito che ci stava… Eccome che ci stava, quel troione!!
Ormai era quasi buio, decidemmo di tornare indietro, si accesero le lampade notturne lungo la spiaggia.
A metà del percorso di ritorno dovetti fermarmi per una pisciata.
Ero girato verso il mare, Lisa si avvicinò ad un cartello, sul limitare della spiaggia, dove era disegnata la piantina dell’isola, con le varie descrizioni. Mi stava dando le spalle, distava da me una trentina di metri. Sua madre era a poco lontano da me, sbirciai dalla parte di Lisa, era ancora girata intenta a consultare la planigrafia dell’isola, mi girai verso mia suocera mentre ancora gli ultimi schizzi di urina sprizzavano dal mio cazzo, mi guardò bramosa l’uccello, con la voglia dipinta sul viso. Si rassicurò di essere fuori vista dalla figlia, alcune variopinte cabine la celavano alla sua vista. Rassicurata, si aprì lo spacco del pareo e si sfilò le mutandine, allargò le gambe e si aprì la figa con le mani per esibirla alla mia vista, potevo vedere un dito stuzzicare la clitoride, mentre si piegava sulle gambe per sentirsi più esposta, un prepotente getto di urina sgorgò dalla sua bernarda, bagnandole i lunghi peli, alcuni rivoli di caldo liquido paglierino, scivolarono lungo le sue gambe, finendo dentro alle scarpette che portava. Pazzo di libidine mi smanettai il cazzo di nuovo in erezione, bagnandomele con l’urina che inumidiva la cappella, cazzo! Quanto avrei voluto lambire con la lingua quelle grasse cosce cellulitiche intrise di urina! La luce artificiale non mi permetteva di vedere bene, ma la situazione era incredibilmente lussuriosa, con dei risvolti osceni che amplificavano la libidinosità del momento.
Lisa mi chiamò mentre si girava, prima che volgesse lo sguardo verso di me, mi ero già tornato a girare verso il mare, fingendo di aver finito in quel momento di urinare. Silvana, celata alla vista della figlia, dalle strutture balneari, continuò a toccarsi piano la figa lorda di piscio, fino quando non sentì i passi vicini della figlia, frettolosamente si asciugò la passera e le cosce con un lembo del pareo che indossava: Oscena e sconcia fino in fondo!. Si ricompose solo all’ultimo istante, un attimo prima che Lisa girasse l’angolo della fila di cabine che avevano fatto da paravento fino a quel momento. Evidentemente a quella troia piaceva il rischio!
Ritornammo al nostro alloggio, mia suocera si fiondo in camera con la scusa che era stanca, in realtà, molto probabilmente, per placare la sua voglia accumulata durante la passeggiata, facendosi un bel ditalino. Il solo immaginarla mentre si pastrugnava quella vecchia ed incolta sorca mi faceva impazzire.
Presi Lisa per una mano e praticamente la trascinai in camera, la feci cadere sul letto, lei si mise già in posizione a gambe larghe, le strappai il pareo che indossava a coprire le sue nudità, mi slacciai i pantaloni senza toglierli, mentre lei si strizzava i capezzoli e si accarezzava la clitoride, guardandomi in trepidante attesa:-“ E dai!!… Sbrigati!… Vieni a sfondarmi!… Guarda che bella figa pelosa che ho!… O devo chiamare qualcun altro a scoparmi!” Stimolato dalle sue parole, con il cazzo talmente duro da farmi male, la penetrai, spingendo il pene su per la vagina con tutta la forza che disponevo, strappando a mia moglie un urlo di piacere e forse anche un po di dolore, che a lei evidentemente non dispiaceva, visto come inarcava il bacino verso l’alto, spingendo verso il fulcro che la trapanava. Urlava forte il suo godimento muovendosi in maniera spasmodica sotto di me. Con la voce rotta dal piacere, gridava:-“ Dai!… Spingi!… Oooh si!… Dai spingilo tutto nelle figa!… Fammelo uscire dalla bocca!!!… Spaccami tutta!!!… Aaah….Si!…Ancora!… Dammene ancora!!!”
Certo che sua madre, in quell’appartamento dove le pareti erano di carta velina, non poteva non sentire le urla della figlia che godeva!
Le avevo cinto le spalle con un braccio, con l’altra mano la tenevo per i capelli. La baciai, le nostre fameliche lingue si attorcigliarono all’interno del cavo orale, la nostra abbondante saliva fungeva da lubrificante. Le pistonavo la figa con un rapido movimento di entra ed esci. Lei sentendosi imprigionata tra le braccia godeva e urlava senza ritegno, graffiandomi la schiena.
Mentre la scopavo la sentii dire con voce carica di libidine:- “ Ti piace mia madre, vero poco maiale che non sei altro!?… E’ per questo che mi stai sbattendo con tanta foga, vero!?” Mi bloccai all’istante, Lei mi agganciò i fianchi con le gambe, incrociandomele sulla schiena e spingendo il bacino verso di me per ritornare ad impalarsi. Protestò, insultandomi, perche avevo smesso di scoparla:-“No!!… Non fermarti cazzo!!… Stavo per venire bastardo!… Continua a sbattermi porco!” Mi ripresi subito, capii, che contrariamente a quanto pensavo, non era adirata. Ripresi a montarla con rinnovato vigore. Lei con voce arrochita dall’eccitazione, mi disse:-“Maiale, ti ho visto stasera, quando palpavi il culo a mia madre.” Mi prese una mano, se la portò sul culo e continuò:- “Mettimi due dita nel culo, porco!… Fa finta che sia il culo di quella troia!!… Dai… Scopami pensando a lei!… Lo so che ti pace quella vacca!!”
No! Questo era troppo! Cazzo: Mia moglie si stava eccitando ripensando alle effusioni incestose tra me e sua madre. Di cui, tra l’altro, era stata testimone a quanto pareva!
Questo pensiero mi fece capitolare: Sentii la sborra montare. Oltretutto, stimolato dal suo forsennato movimento sotto di me, sentii il cazzo eruttare una ingente quantità di sperma, ero travolto dal piacere.
Le sue mani i presero le natiche e mi tirò verso di se, per farselo entrare più a fondo nella figa, in modo da percepire meglio i fiotti di sborra calda con cui la stavo riempendo. Quando stavo finendo di eiaculare, la sentii fremere e sussultare:-“ Porco!… Sei venuto pensando a quella troia vero!?” La sentii irrigidirsi e graffiandomi ancora la schiena, disse con voce affannosa:-“Vengo!… Oh… Dio… Sborro!… Il pensiero di tu che scopi quella maiala mi fa impazzire!… Cazzo, sto venendo!” La sentii tremare, seguirono delle urla con cui espresse il piacere che la stava squassando, l’orgasmo la travolse come un’onda in piena. Farfugliando disse:-“ Devi scopartela mia madre, spaccala tutta quella vecchia troia bagascia” Finì di venire mentre quelle parole le morivano in bocca.
Il suo corpo si rilassò sotto al mio, la sentii ansimare contro il petto. La abbracciai, cullandola teneramente. Alzò il viso verso di me, le sue labbra cercarono le mie in un dolcissimo bacio. La amavo da impazzire sulla bellissima troiona!
Mi lasciai scivolare al suo fianco. Ci prendemmo un attimo di pausa, mentre le accarezzavo dolcemente la pancia ed il seno, giocherellando piano con i suoi capezzoli, che sapevo resi particolarmente sensibili dal suo recente orgasmo.
Si alzò dal letto, si mise in piedi a gambe larghe, le ginocchia piegate ed il bacino sporto in avanti, in lussuriosa offerta. Vedevo i peli della figa sporchi dalla mia sborra.
Mi disse:-“ Vieni a pulire!” Non me lo feci certo ripetere, mi fiondai tra le sue gambe a leccare il suo ed il mio piacere che le inzaccherava abbondantemente la passera, naturalmente non disdegnai qualche lappata al buco del culo.
Mia moglie era multi orgasmica: Venne di nuovo mentre le mangiavo la figa lorda.
Mi alzai, lei mi cinse i fianchi con una gamba, le misi una mano sul culo e la tirai verso di me, in quella maniera il mio uccello strofinava la sua figa. Lei mi leccò la faccia sporca per assaporare i nostri orgasmi, ci baciammo con passione.
Io mi presi in mano il cazzo nuovamente duro e lo indirizzai verso la sua sorca, lei mi fermò e sorridendo mi disse:-“Eh no! Caro mio!… Il resto lo tieni per quella baldracca di mia madre domani.“ Ci baciammo nuovamente e poi rassegnato mi diressi verso il bagno.
Al mattino ci svegliammo presto per fare colazione, Silvana dormiva ancora.
La mia mogliettina, come sempre, vestiva in una maniera che dire provocante era poco: Indossava una vestaglietta piuttosto trasparente, aperta sui lati per tutta la lunghezza del corpo, fino sotto alle ascelle, stretto in vita da un nastro fatto dello stesso tessuto.
Sotto naturalmente indossava solo un minuscolo perizoma, in trasparenza si vedevano i capezzoli eretti che spingevano sensuali contro l’abbigliamento sexy.
Quando si muoveva si vedeva quasi tutto!
Il trillo del campanello ci avvertì che Giorgio era arrivato, andai ad aprire con l’acquolina in bocca per l’odore delle ottime frittelle che lisa stava friggendo per colazione.
Salutai il nostro amico con una calorosa stretta di mano ed un abbraccio, lui annusò l’aroma che aleggiava nel locale e facendo un gesto di apprezzamento, disse:-“Credo di essere arrivato al momento giusto!” Ridemmo assieme, mentre ci dirigevamo verso la cucina.
Lisa quando lo vide gli corse incontro e lo abbracciò incollando le labbra alle sue, infilandogli la lingua in bocca. Giorgio infilò la mano nello spacco del vestito di mia moglie, andando a strofinarle lo spacco della figa:-“Come sta la mia adorata maialina… Mi sei mancata mia cara Lisa, mi sono slogato il polso a suon di farmi seghe pensandoti!” Lei rise:-“Beh, adesso puoi recuperare il tempo perso.” Si baciarono di nuovo.
Poi mia moglie ci invitò a sederci intanto che preparava la colazione in cucina, lei era una bravissima cuoca. Aspettammo pazienti i suoi manicaretti conversando amabilmente tra di noi.
Giorgio era un mio dipendente che mi seguiva da quando avevo la prima ditta e che non mi aveva abbandonato neanche quando le cose erano andato male, ormai era un’amico di famiglia a cui eravamo molto affezionati.
Lisa si era fatta scopare un sacco di volte da lui, con il mio benestare naturalmente. A volte la avevamo addirittura chiavata assieme .
Ricordo in particolare della prima volta in cui ci aveva deliziati delle sue grazie assieme: La mia consorte aveva l’ufficio adiacente al mio, ricordo che avevo aperto la porta comunicante tra i due locali, vidi mia moglie inginocchiata che stava facendo un pompino a Giorgio. Lei, quando si accorse della mia presenza, mi sorrise e mi fece segno di avvicinarmi, quando ero accanto a loro, lei mi disse:-“Dai, mio bel cornuto, inginocchiati ad aiutarmi a succhiare questo bel cazzone!” Esitai, ero attirato dal farlo, ma era la prima volta che avrei succhiato un uccello, avevo spesso assaggiato lo sperma di altri maschi dalla figa di mia moglie, ma non avevo mai preso in bocca una bella nerchia odorosa, era solo una fantasia condivisa tra di noi. La mia consorte mi incitò:-“Dai, cosa aspetti!… Senti che buono che è.” Guardai Giorgio che mi sorrise, e mi disse:-“Beh, due bocche sono meglio di una.” Mi in ginocchiati accanto a Lisa che girò il cazzo di Giorgio verso di me, mi avvicinai con il naso per sentirne l’odore, percepii un leggero aroma di urina che non mi dispiacque, l’intenso afrore di sperma di cui era impregnato il cazzo mi fece diventare dura la verga. Lambii il glande con la lingua per assaggiarlo, un piacevole sapore salato esaltò il mio palato, me lo lasciai entrare in bocca e per la prima volta succhiai un cazzone duro. Chiusi gli occhi per godermi appieno quel sapore e quel momento.
Mia moglie si mise in piedi a baciare Giorgio e a farsi alzare la micro gonna che indossava per farsi pastrugnare la figa.
Io continuai a succhiargli l’uccello, dopo poco lo sentii mettermi una mano sulla testa e spingermi il cazzo in profondità, capii che stava per venire, non feci niente per sottrarmi, anzi stavo agognando quel momento. Degli schizzi di sperma caldo mi schizzarono direttamente in gola, non riuscii a ingoiare tutto, era troppa, una parte mi colò dalla bocca, lo rincorsi con la lingua per non perderne neanche un goccio, senza riuscire completamente nell’intento.
Dopo averlo pulito bene mi alzai, Giorgio mi attirò a se e mi baciò le labbra lorde del suo denso e pastoso orgasmo, per la prima volta misi la lingua in bocca ad un’uomo, non provai nessun senso di repulsione, anzi mi piaceva. Poi si girò verso Lisa baciandola, facendole colare in bocca saliva mista al suo sperma.
Finimmo mentre io scopavo mia moglie e lui mi leccava il culo tenendomelo ben aperto, era bravo e mi faceva godere, fu un’esperienza favolosa. Seppi in seguito che era bisex da sempre.
Quella fu la mia prima volta, di una lunga serie, in cui succhiai un uccello.
Il buongiorno di mia suocera che entrava dalla porta della cucina mi distolse dai miei ricordi.
La guardai mentre il mio cazzo sussultava: Indossava un nègligè rosa, semi trasparente che arrivava appena a coprire i glutei, sotto in trasparenza si intravedeva un body nero di pizzo. I seni straripanti e le cosce, abbondantemente scoperte, grasse e segnate dalla cellulite, il corpo opulento ed il maquillage pesante, la rendevano di una inverosimile oscenità.
Quella troia che aveva sempre nascosto la sua maialaggine sotto ad un’aura di perbenismo, adesso, lontana dall’occhio vigile di suo marito, si stava lasciando andare a comportamenti degni delle peggiori mignotte. Io avevo sempre pensato che fosse una donna fredda, quasi frigida. Quanto mi sbagliavo!!
Giorgio la guardò esterrefatto, senza parole.
Mia moglie, sbirciando dalla cucina, la riprese:-“Scusa mamma, direi che potevi anche presentarti abbigliata in maniera diversa, non credi?” Silvana rise del riproverò di sua figlia e rispose:-“Scusa ma ti sei guardata?… Ti si vede tutto, e vieni a fare la morale a me?… E poi che ne so io!… Potevi anche avvertirmi che avevamo visitatori!” Poi girandosi verso l’ospite, sorridendogli disse:-“Mi scusi se mi sono presentata vestita in questa maniera, non sapevo che ci fossero estranei. Adesso vado a cambiarmi” Giorgio le sorrise e la rassicurò:-“Ma no signora, non si preoccupi, sta benissimo così.” Con una certa faccia di bronzo continuò:-“E poi è proprio una bella donna, anzi le faccio i miei complimenti!”
Quel maiale se la stava lavorando!
Silvana andò in brodo di giuggiole, sorridendo civettuolamente, disse:-“Oh è molto gentile e galante da parte sua, grazie!” Poi, sculettando provocante, si avvicinò a Giorgio, e chiese:-“Posso darle un bacino di ringraziamento per tanta gentilezza?” Giorgio esclamò:-“Ma certo, signora!…Ci mancherebbe altro!… E’ un piacere!!” Lui, incoraggiato dalla mise e dal comportamento di Silvana, le appoggiò una mano su un fianco che poi, durante quello scambio di cortesi effusioni, fece scivolare fino al culo, lei non si scompose: Anzi rise compiaciuta delle sue avance, lasciandosi accarezzare le chiappe.
Avevo il cazzo duro a vedere quanto fosse troia, quella vecchia maiala.
Madre e figlia si riunirono in cucina per finire di preparare la colazione, mentre io e Giorgio fummo invitati a rimanere in soggiorno e lasciarle lavorare.
Appena varcata la porta della sala da pranzo, Giorgio mi prese per un braccio ed avvicinandosi mi disse:-“Ho il cazzo che sta scoppiando!… Quella baldracca sprizza sesso da tutti i pori!” Gli dissi che anche a me faceva lo stesso effetto. Mi chiese:-“Secondo tè quella troiona di tua suocera si lascia scopare?” Lo guardai come a chiedergli se fosse scemo! Risposi alla sua domanda:-“Lo vedrai da tè che quella non aspetta altro che una bella mazza!… Quella secondo me è ancora più viziosa di Lisa!”
Giorgio, nervosamente, cercò qualcosa in tasca:-“Cazzo ho lasciato le sigarette in macchina!… Vengo subito, scendo un attimo a prenderle.” E si avviò verso l’uscita.
Avevo bisogno dI pisciare, mi avviai verso il disimpegno che mi avrebbe condotto al bagno. passai davanti alla cucina e sentii le donne parlare piano tra di loro, mi fermai ad ascoltare senza essere visto, sbirciando dallo stipite della porta: Mia suocera stava dicendo che suo marito non la scopava più e che lei invece aveva bisogno di sfogare quasi giornalmente le sue voglie e che era stufa di arrangiarsi da sola sgrillettandosela continuamente e infilandosi di tutto nella figa.
La sentii dire:-“Ho bisogno di cazzo!… Prima sarei saltata addosso a Giorgio, me lo sarei mangiato!” Lisa scoppio a ridere e le disse:-“Mi sembra che anche lui fosse interessato a te e mi pare che cercasse di dimostrartelo, in maniera tangibile, toccandoti il culo, quel porco!” Mia madre seria;-“Si!… Infatti ho la passera liquefatta dalla voglia, per le palpate di quel porco!” Lisa rise, la vidi fare qualcosa che non avrei mai pensato di vedere: Si avvicinò a sua madre e le infilò una mano in mezzo alle gambe:-“Fammi sentire!” Silvana allargò le gambe per farsi meglio palpare da sua figlia, Lisa le slacciò la chiusura del body e le accarezzò le gonfie labbra che spuntavano dal folto pelo grigio, poi infilò due dita sulla figa e disse:-“Cazzo, sei un lago!” Fece per togliere la mano, ma Silvana, con la voce strozzata dal piacere, la implorò;-“No!… Ti prego continua, sto già per venire.” Le prese la mano per dettarle il movimento che più le era consono per farla godere, piegandosi sulle gambe e spingendo avanti il bacino offrendosi alle carezze della figlia. Silvana non riuscì a trattenere un intenso gemito, Lisa la ammonì:-“Ssssh!… Piano!” per farla zittire non trovò di meglio che infilarle la lingua in bocca, che venne bramosamente accettata da sua madre. Sentivo l’osceno rumore dello sciabordio degli umori che la mano di mia moglie causava nello strofinamento della figa di Silvana e il suggere delle loro lingue che si intrecciavano salivose.
Silvana venne tremando tutta. L’orgasmo le provocò delle perdite di urina che schizzarono in ogni dove, asperse dalla mano di mia moglie che la stava ancora masturbando.
Mia suocera sussultava scossa dalle ultime onde di piacere, mentre Lisa la accarezzava piano per accompagnare la fine del godimento di sua madre. Rivoli di piscio scivolavano tra le sue dita cadendo a terra, Lisa si portò la mano alla bocca e incrociando lo sguardo di silvana, si leccò le dita roride, ostentando il gesto continuando a guardarla con bramosa lussuria. Infine si baciarono voraci, quasi a voler suggellare la loro incestuosa intesa con il sapido sapore dell’urina.
Potevo sentire l’odore della piscia di mia suocera che saturava il locale, infatti Lisa si affrettò ad aprire la finestra per cambiare l’aria.
Io mi diressi verso il bagno, feci in tempo a vedere Silvana, che china, ancora con il body slacciato si apprestava a pulire le liquide tracce del suo orgasmo. Lisa passandole dietro le accarezzò il culo nudo ed esposto fino sfiorarle l’ano, disse:-“Certo che siamo proprio delle gran vacche!” Le sentii ridere di gusto.
Al ritorno di Giorgio facemmo colazione tutti assieme.
Le donne ridevano sguaiate alle nostre piccanti e sconce battute.
Silvana si alzò per prendere altro caffè, da sotto la vestaglietta vidi spuntare la fettuccina dell’allacciatura del body, evidentemente si era “dimenticata” di allacciarlo.
Giorgio, seduto al mio fianco mi dette una gomitata sul fianco indicandomi mia suocera, assentii leggermente con la testa. Vidi Lisa guardare divertita l’espressione sgomenta delle nostre facce e trattenersi a stento dal ridere facendo finta di niente.
Silvana tornò a sedersi, maldestramente fece cadere una posata sotto al tavolo e stava per chinarsi a raccoglierla, quando Giorgio, prontamente disse:-“Lascia stare Silvana, faccio io.” Spostò la sedia e si abbassò sotto al tavolo per raccattare il cucchiaino che era caduto, naturalmente non senza sbirciare in direzione delle cosce di Silvana. Lei, ben conscia di quello che stava succedendo sotto al tavolo, mi guardò con sguardo torbido e mi sorrise facendomi l’occhiolino. Che puttana, l’aveva fatta cadere apposta la posata!
Giorgio si rialzò rosso in faccia, evidentemente lo spettacolo offertole da mia suocera non lo aveva lasciato indifferente. Con la voce tremante dall’eccitazione porse il cucchiaino a Silvana:-“Ecco!” La madre di mia moglie sorrise cortesemente ringraziando:-“Grazie” Il suo sguardo, da circostanzialesi si trasformò in lascivo, si umettò le labbra con la lingua, in una sensuale promessa e aggiunse:-“Anche se credo che tu sia stato ben ripagato dalla vista dello spettacolo tra le mie gambe, vero?” Vidi che Giorgio era piacevolmente colpito da tanta spregiudicatezza, replicò alla domanda guardandola con uno sguardo di sfida:-“Beh, per dire il vero, non è che l’abbia vista tanto bene… C’era un mucchio di pelo che copriva la visuale!
Le due donne scoppiarono a ridere, dando sfogo all’ilarità che avevano a stento trattenuto.
Pensai a quanto maiala fosse quella vecchia troia, in pochissimo tempo si era rivelata per quello che realmente era.
Silvana, scambiò uno sguardo con la figlia e si sorrisero complici, si alzò guardandoci con uno sguardo foriero di un appetito sessuale che traspariva dai suoi occhi carichi di desiderio e disse:-“Così si vede meglio?” Si alzò la vestaglietta, si tirò il body slacciato sui fianchi, scoprendosi fino a sopra la pancia ed allargò le gambe. Lo spettacolo era indecente: Le piccole labbra gonfie grinzose, pendevano ben oltre il pelo grigio, riccio ed incolto, che si spingeva fino quasi all’ombelico. Sui lati, il folto vello, si allargava così tanto, che nessuna mutandina sarebbe riuscita a nasconderlo completamente! La clitoride, bella in evidenza e ciccia, sembrava un piccolo cazzo eretto e scappucciato. Una figa da infarto insomma!
Lei allargandosela con le dita, chiese nuovamente, questa volta rivolta tutti e due:-“E’ meglio così, vero?… Vi piace la mia pataccona così aperta!?… Vi fa tirare il cazzo, porci che non siete altro!?” Poi diventando più autoritaria, con la voce che tremava eccitata dalla sua stessa oscena esibizione, disse:-“Che cazzo aspettate, maiali imbecilli!… Fate il giro del tavolo e venite ad infilare il naso nella mia bernarda sporca, venite a mangiarmela!… Cosa deve fare una povera vecchia puttana per farsi scopare?… Forza!…Dai!!” Mia moglie ci stimolò:-“Forza!.. Approfittate di questa vacca in calore, mi raccomando solo di lasciare un po di cazzo anche per me!” Quasi intimorito da tanta sfrontatezza mi precipitai a ubbidire alle voglie di quella vecchia troia: Mi chinai tra le sue gambe ed infilai il naso nella sua villosa sorca, fui gratificato da un penetrante odore acre e dolciastro, dominato dall’aroma speziato della recente pisciata. Passai più volte il naso lungo la fessura della figa inebriandomi di quel torbido afrore. Completai quel sordido assaggio estraendo la lingua, infilandola tra le grinzose pieghe delle labbra di quella laida frega: Il sapore salato della sua urina, quello dolce dei suoi umori, assieme al forte odore dei cremosi sedimenti della notte, mi fecero quasi arrivare all’orgasmo senza toccarmi!
Lei urlò il piacere per quel licenzioso bidè, che stimolava le sue più sensibili zone erogene.
Mi teneva stretto per i capelli, tenendomi la faccia premuta contro la sua sorca, Urlò:-“Oh, si!… Quanto tempo!… Lecca, porco!!… Pulisci bene a fondo!… Toglimi le ragnatele!!… Finalmente!!” Poi rivolta sua figlia, che si era scostata il leggero indumento e si stava sgrillettando con fervore, stimolata da quell’osceno spettacolo, gridò:-“Quel cornuto di tuo padre è da una vita che non mi tocca, ma adesso mi rifaccio di tutte quelle mancate scopate, alla sua faccia!… Quel cazzo di impotente di merda!” Mentre parlava, muoveva convulsamente il bacino, per meglio offrirsi al mio fare, i suoi abbondanti umori mi scendevano lungo il mento.
I suoi gemiti e le sue urla si fecero incontenibili: Sentivo il suo piacere raggiungere l’apice, l’orgasmo la stava per travolgere, mentre bestemmiava e lanciava improperi al proprio marito cornuto.
Era decisamente un’altra persona da come la conoscevo, scurrile, impudica e volgare, sicuramente oscena. Non era più la suocera, un po trasandata, che prendeva il sole assieme alla figlia, sul ponte del battello.
Alzai le braccia strizzandole le grosse tette pesanti e flaccide, torcendo tra le dita i suoi grossi, morbidi e rilassati capezzoli.
Venne urlando, sfogando il suo orgasmo.
La sentii fremere per l’intenso piacere che stava pian piano scemando.
Mi alzai in piedi con la faccia imbrattata dei suoi umori.
Mia moglie mi si avvinghiò addosso, allacciandomi i fianchi con una gamba, mi leccò la faccia con lunghe slinguate, per poi infilarmi la lingua in bocca. La sentii dire:-“Cazzo se mi piace il sapore della figa di mia madre!… E come puzza!! Cazzò ma non se la lava, quella troia?”
Giorgio, già con il cazzo di fuori, eccitato come un mandrillo, mi strappò Lisa dalle braccia, la piegò a novanta sul tavolo, le scostò la vestaglietta scoprendole il deretano e tenendola ferma per i capelli, inchiodata al tavolo! Senza esitazioni, infilò il cazzo nel culo della mia dolce consorte. La sentii urlare:-“Oh si!… Cosi, Bravo!… Tu sì che sai trattare le donne!… sfondami il culo!!… Dammelo tutto!”
Intanto, Silvana, con gli occhi stravolti da un’incontenibile voglia di cazzo, sudata e rossa in volto, con la voce rotta dal desiderio, disse:-“Ho voglia di cazzo!… Voglio sentire il sapore del tuo uccello, il tuo odore!” Si inginocchiò ai miei piedi, quasi mi strappò i pantaloni, mentre con frenesia me li slacciava facendomeli scendere fino ai piedi e sfilandomeli. Prima di abbassarmi le mutande, macchiate di presborra in corrispondenza del glande, affondò la faccia nella stoffa e annusò l’indumento impregnato degli odori tipici del cazzo, mugolando dal piacere, mentre la sentivo aspirare forte quegli intensi afrori.
Il suo bramoso impeto me lo fece inturgidire fino all’inverosimile, le pressai ulteriormente la testa verso la mia patta, mentre lei mi abbracciava i fianchi.
La sentii dire:-“Lasciami, che lo voglio in bocca!” Ubbidii, mi prese l’elastico delle mutande e tirò verso il basso, Il cazzo in erezione scattò fuori come una molla, colpendola sul viso, tracciando una scia di filamentosa presborra sulla gota. Lei lo agguantò e se lo strofinò su tutta la faccia, passandoselo sulle labbra a bocca aperta a mo di lucida labbra, per poi infilarselo in bocca con famelica ingordigia, emettendo dei vogliosi versi di apprezzamento. Sembrava impazzita dalla lussuria! Si capiva che era parecchio in arretrato di cazzo!
Già eccitato da prima la voracità con cui mi stava succhiando mi portò i pochi minuti al limite del piacere. Lo ingoiava fino in gola e poi tornava sul glande a suggere il meato, per poi infilare la testa in mezzo alle gambe per leccarmi le palle, per poi dedicarsi nuovamente al cazzo. Quel trattamento, mi fece capitolare: Dopo pochi minuti le riempii la bocca di una colossale sborrata! Mia suocera ingoiò tutto poppando con avidità, senza che neanche un goccio andasse perso.
Si alzò e si girò verso Giorgio, a qualche passo da lei, che stava ancora inculando mia moglie, gli infilò la lingua in bocca in un lubrico bacio condito dalla mia sborra, Lui la saggiò a lungo, cercando i residui del mio sperma nella sua bocca.
Io guardai Lisa che godeva, sodomizzata dal suo amante, con voce ansimante mi disse:-“Vienimi vicino, guardami negli occhi mentre mi faccio sfondare il culo dal tuo amico, guarda come si fa il culo di tua moglie il tuo caro amico del cuore!”
La baciai con trasporto, accarezzandole le tette. Cazzo quanto la amavo quella porca troiona! Lei mi scostò in modo brusco e travolta dalla libidine, urlò:-“No!… Non baciarmi!… Le puttane non si baciano!… Piuttosto guardami negli occhi!… Guarda come godo, cornuto del cazzo!” Venne urlando tutto il suo perverso piacere per il fatto che, io, suo marito, ero rimasto a guardarla mentre lei, da gran troia, si faceva inculare dal suo migliore amico e questo la faceva sentire troia fino al midollo!
Giorgio, continuò a inchiappettarla con rinnovato vigore, senza preoccuparsi del fatto che lei fosse già giunta all’orgasmo. L’acme del godimento la aveva lasciata spossata, ancora riversa sul tavolo nella stessa posizione di prima. Continuò a scoparla nel culo ancora per una decina di minuti, sbattendola come un inerme pupazzo di pezza, dopo di che venne a sua volta, riempiendole l’intestino di una copiosa sborrata. Lisa sfinita, non ancora ripresa del precedente e intenso orgasmo, ma ancora vogliosa, venne di nuovo assieme a lui, gridando nuovamente il suo piacere!
Il suo amante uscì, dal suo culo, producendo un osceno rumore di bottiglia stappata.
Il cazzo di Giorgio era imbrattato da una patina che aveva un odore e un colore di chiara provenienza. Mi lasciai tentare da quella bella mazza, naturalmente non era la prima volta che lo facevo, mi inginocchiai davanti a lui, ingoiando goloso quel bell’uccellone ormai barzotto, lordo di quei odorosi residui anali, gustandomi quell’amaro sapore che tanto mi eccitava. Succhiando e leccando quella bella nerchia dal glande alla radice, lo sentii nuovamente inturgidirsi in bocca. Lui esternava il piacere che riceveva, con ansimi di approvazione, tenendomi la testa con le mani, imponendomi il movimento che più gli era congeniale.
Mi staccai da lui solo dopo averlo ripulito per bene.
Mi alzai con le labbra palesemente sporche, non ci fu bisogno di parole, ci unimmo in un indecente e vorace bacio.
Intanto, dal buco del culo di mia moglie, ancora riversa ansante e inerme sul tavolo, usciva un abbondante rivolo di sborra di un osceno colore di inconfondibile provenienza, che scorreva lungo tutta la fessura della figa, imbrattandole i peli, e gocciolando densa a terra!
Silvana, ormai fuori controllo, non si fece scappare l’occasione, si fiondò tra le gambe larghe di Lisa, e aprendole le chiappe con le mani, ci mise la lingua in mezzo per suggere bramosa quella laida cremina, Dopo essersi occupata del culo, si preoccupò di pulire anche le bave che inzaccheravano il pelo e la figa, affondando la faccia tra le cosce, fino ad intercettare la clitoride con la punta della lingua. Quelle, avide leccatine, risvegliarono le voglie della mia cara mogliettina ninfomane.
Lisa iniziò a gemere, inarcando la schiena per meglio offrirsi alle leccate della madre, la quale lappava la passera della figlia con raddoppiato fervore, stimolata dalla goduria che le veniva dalla voce e dagli inconsulti movimenti della sua giovane amante. Spostò di nuovo le sue attenzioni sul culo di sua figlia, la ripulì di quell’indecente cocktail che continuava ad uscire, infilò bene la lingua su per il buco del culo, alla ricerca degli ultimi residui di quella oscena miscela che ingoiava avida, come fosse la cosa più buona che avesse mai assaggiato!
Gridò alla figlia:-“Spingi troia!… Fai uscire tutta la sborra dal culo,, che te la mangio tutta!” Lisa che si stava riprendendo, le prese la testa da dietro e la spinse contro di sé, dimenando il culo, con la voce strozzata dal piacere, disse:-“Ooh, si!… Mamma, che lingua!… Così!… Brava!… Ti piace leccare il mio culo sporco, vero, troia?!” Mentre mamma si occupava del suo deretano, lei si sditalinava, strapazzandosi la clitoride con le dita.
Non ci volle molto prima che gli effetti di quel trattamento la portassero in paradiso. Ansimando e gemendo dal piacere, disse:-“Cazzo!… Sto venendo di nuovo!… Dai, mamma!..Dai che vengo ancora!… Lecca puttanaaa!!!” Rggiunse un nuovo e intenso orgasmo, provocato dalla lingua di quella vacca della madre!
Silvana si mise in piedi, abbracciò la figlia ancora scossa dagli ultimi spasmi di piacere, si baciarono a lungo, lasciando che le lingue si cercassero. Quando si staccarono, vidi mia suocera accarezzare i capelli di mia moglie e baciarla dolcemente sugli occhi, le chiese:-“Ti è piaciuto amore?…Sono stata brava?” Lisa le sorrise:-“Sei stata fantastica, Mi hai leccato figa e culo divinamente!”Adesso che quelle due troie si erano rivelate l’una all’altra, non avevano più segreti e potevano finalmente lasciarsi andare a tutte le più sordide fantasie!
Stettero ancora un po a coccolarsi l’un l’altra, come brave madre e figlia.
Sentii Lisa dire:-“Però adesso mamma devi fare una cosa per me, ho una voglia pazzesca di vederti scopare con mio marito!… Mi accontenti?” Silvana si lasciò andare ad una fragorosa risata, quando si riprese dall’accesso di ilarità le rispose:-“Accontentarti?… Con quella voglia arretrata di cazzo che ho, altro che scopare con mio genero!… Devono scoparmi tutti e due, uno in figa e uno in culo!!” Poi rivolta a noi disse:-“Ehi bei maschioni, ci state a scoparmi tutti e due assieme e a tappare i buchi di una vecchia vacca del mio stampo?” La domanda non necessitava di risposta.
Mia suocera e sua figlia si presero per mano e si diressero verso la camera matrimoniale, seguite da noi.
Silvana ci guardò con gli occhi carichi di lussuria disse:-“Giorgio, visto che tu hai la passione dei culi me lo sbatti nel deretano. Tu mio caro genero mettiti supino nel letto, che ci penso io a te!” Ben felice di ubbidire, mi stesi sul letto, come da indicazioni.
Lei, grassa e pelosa, con le tette cadenti, oscena alla vista e nei modi. Salì pesantemente sul letto, si mise in piedi sopra di me a gambe larghe. Cazzo! Quella laida figa, dalle lunghe labbra pendule, con i peli fitti e arricciolati, resi appiccicosi dai suoi umori, mi sconvolgeva ogni volta che la vedevo.
Mi guardò vogliosa, si accucciò sopra al mio cazzo, lo prese in mano e se lo puntò sulla figa, scostando la folta peluria e si lasciò scivolare piano verso il basso, impalandosi sulla mazza in erezione.
Sentii il mio cazzo sguazzare all’interno della sua larga vagina, avvolto dal calore degli abbondantissimi umori e dall’inutile lubrificante, vista la larghezza di quel buco spanato: Forse non aveva ricevuto spesso il cazzo del suo consorte, ma credo che si sfondasse con dei sostituti fallici di notevole stazza.
Lei, rimanendo seduta, con l’uccello ben piantato in figa, mentre sospirava dal piacere di sentirsi riempita, si piegò sopra al mio petto, esponendo il culo aperto alla vista degli altri ospiti nella stanza, la sentii mormorare:-“Finalmente!” dopo di chè, a voce più alta, rivolta a Giorgio:-“Vieni, finocchio di merda, ficcamelo in culo!… Mettimelo dentro tutto!” Poi muovendosi forsennatamente sopra di me, continuò:-“Dai, maiale!… Vieni ad incularti anche la madre, oltre alla figlia!” Sentii Giorgio salire sul letto e dire:-“Vecchia troia puttana!… Preparati che adesso ti sfondo l’intestino” Silvana si bloccò in attesa del cazzo. Potevo sentire la sua vagina contrarsi spasmodicamente sul mio uccello, sembrava che me lo succhiasse, procurandomi un nuovo ed inedito godimento.
La lingua di Giorgio mi lambì le palle un paio di volte: Evidentemente stava insalivando il buco del culo della troia, per prepararla all’inculata.
Silvana arcuò la schiena per meglio porsi al fare di Giorgio, la sentii mugolare mentre si godeva la sua lingua.
Sentii Il mio amico dire:-“Vacca!… Sei piena di pelo anche sul culo e puzzi proprio come una vecchia baldracca!” Mia suocera replicò, con la voce rotta dalla libidine disse:-“E pensare che mi sembravi un tipo così a modo! Invece sei un mezzo pederasta testa di cazzo!… Brutto porco lecca culo, cosa aspetti a sfondarmi!… O sei solo parole?!”
Giorgio a quelle parole le urlò:-“Adesso basta!… Troia del cazzo, ti spacco il culo, sporcona di merda!” Lo sentii mettersi precipitosamente in posizione, gli puntò il cazzo sul buco laido e peloso, con un unico colpo, glielo infilò tutto dentro, fino alle palle!
Vidi mia suocera inarcarsi e la sentii urlare dal dolore.
Giorgio, senza aspettare che lei si abituasse alla violenta intrusione, iniziò a pompare con impetuosi affondi. Ci misi un po a sincronizzarmi con il suo ritmo, mi eccitava sentire il suo cazzo che si muoveva contro il mio, diviso solo dalla sottile membrana che divideva il condotto vaginale da quello anale.
Silvana sembrava impazzita, godeva come probabilmente non aveva mai goduto, presa da due cazzi contemporaneamente, urlava il suo piacere con tutta la voce di cui disponeva.
Giorgio la teneva per le spalle perché non si sfilasse dai nostri uccelli durante i suoi convulsi movimenti.
Le sue tette rilassate e flosce ballonzavano sul mio petto, cercai i suoi capezzoli in mezzo a tanta opulente decadenza. Li trovai, turgidi e lunghi. Li pizzicai, torcendoli tra le dita.
Silvana ansimava, emetteva urla e gemiti che non sapevo se classificarli di piacere o di dolore, anche se credo non fosse tanto importante: Stava godendo, in una modo o nell’altro stava provando un piacere smisurato!
La sentii venire almeno un paio di volte di seguito.
Con la voce alterata dalla lascivia urlò in direzione di sua figlia, che si stava menando la figa, eccitata dal licenzioso spettacolo:-“Troia!!… Amore della mamma puttana!… Vieni qui a pisciarmi in bocca, vieni piccola!… Fammi bere la tua piscia!” Lisa, che non attendeva altro che partecipare, salì sul letto e si mise di fronte a sua madre a gambe larghe, si allargò la passera con le dita, e innaffiò me e Silvana con un prepotente getto di urina. Sua madre, sbattuta dal nostro impeto, cercava di intercettare l’osceno e speziato zampillo con la bocca, quando ci riusciva emetteva dei sordidi versi di gradimento per il sapore del paglierino liquido che riusciva ad ingoiare, in buona parte cadeva in faccia a me, che a occhi chiusi e a bocca aperta cercavo di berne e saggiarne il più possibile, il resto andava ad inzuppare lenzuola e coperte.
Silvana godeva così tanto che ormai non riuscivo a capire quante volte fosse venuta. Lisa si sedette con il culo sulla mia faccia, mentre sua madre le ciucciava le tette.
Non saprei dire quanto durò quello sconcio, osceno e godurioso incontro. Eravamo sudati, pisciati e sfiniti. Giorgio era venuto nel culo di mia suocera, ma continuava a scoparla con fervore, sentivo il suo cazzo ridiventare duro nel culo di Silvana, lei era appoggiata, sfinita, contro il petto di sua figlia, con le braccia attorno alle sue anche, io venni mentre avevo la lingua infilata nel culo di mia moglie.
Eravamo tutti sfiniti, Giorgio si sfilò dal culo della vecchia, io la spinsi di lato e mi rilassai steso supino, al suo fianco, che esanime, sfinita e senza forze continuava a farfugliare:-“Ancora!… Bastardi, ancora!.. Ho ancora voglia!” Cazzo! Era insaziabile quella vecchia zoccola!
Guardai mia moglie che si stava sditalinando forsennatamente, a gambe larghe, sopra alla coperta intrisa della sua urina, venne urlando, pensando a sua madre:-“Puttana!… Mamma sei una puttana!… Mi hai fatto morire oggi!”
Distrutti ci addormentammo stretti tra noi, in un grovigli di corpi sudati. Io avevo la faccia contro il cazzo di Giorgio, che puzzava del culo di Silvana. Lei aveva il viso a pochi centimetri dal mio uccello, Lisa aveva la faccia incollata alla frega di sua madre. lorda del mio sperma.
Ci svegliammo che era quasi sera, il puzzo di sesso, sudore e di piscio, nella camera era molto intenso, aprimmo le finestre per cambiare l’aria, coperte, lenzuola e salvamaterasso, finirono in lavatrice. Girammo il materasso sottosopra.
Andammo a lavarci a turno, nell’unico bagno dell’appartamento, mentre aspettavo che lisa finisse, vidi Silvana inginocchiarsi davanti al mio amico per succhiargli il cazzo sporco di lei: Quanto era vacca!
Quando Lisa finì la doccia, prima di approfittare anch’io, vidi mia suocera che ancora continuava a ciucciare speranzosa l’uccello moscio di Giorgio, Lui ancora intrigato da quella maiala baldracca si lasciava ciucciare con gioiosa brama, nonostante il suo spiumato uccellone fosse esausto.
Una volta ripuliti e abbigliati, ci recammo al vicino ristorante, nonostante le proteste di Silvana che avrebbe voluto cucinare per noi.
Mangiammo del buon pesce, innaffiato da ottimo vino locale.
Ritemprati dall’eccellente cena, decidemmo di fare una passeggiata tra le caratteristiche viuzze del piccolo centro marinaresco. l’atmosfera era molto romantica, abbracciai mia moglie, stringendola affettuosamente a me, le diedi un
dolce bacio a fior di labbra.
Mi girai e vidi Giorgio che cingeva la vita di Silvana, mentre lei teneva la testa appoggiata al suo petto, avrebbe potuta essere sua madre, ma la scena era ugualmente molto dolce e come si suol dire l’amore non ha età.
Tra non molto mia suocera avrebbe dovuto rientrare nei suoi panni di moglie integerrima, ma intanto sono sicuro che si sarebbe presa tutto quello che poteva dalla vacanza che ancora che le rimaneva.
D’altronde nella vita, sappiamo bene che ogni lasciata è persa e che dobbiamo approfittare di tutti i bei momenti che ci captano.
scritto il
2024-09-25
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