Carla l’imperatrice (8)
di
Parrucchiere
genere
dominazione
Basta, schiava, adesso voglio sentire la tua lingua che mi accarezza i DIVINI PIEDINI, muoviti!”
Appoggiò i DIVINI PIEDINI sul poggiapiedi, la schiava cominciò a leccare anche se aveva la lingua indolenzita, Lecco’ a lungo più di mezz’ora poi finalmente DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Basta schiava, lavami i DIVINI PIEDINI veloce!”
La schiava andò a prendere il catino per lavare i DIVINI PIEDINI, dopo che la sua schiava le ebbe lavato e asciugato i DIVINI PIEDINI, DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiava portami in bagno!”
La schiava si mise a quattro zampe, DIVINA CARLA si accomodò sulla sua schiena e come al solito si aggrappò ai capelli con una mano e le diede una fortissima pacca sul sedere dicendole,
“Muoviti miserabile cavallina veloce!”
La schiava partì più veloce possibile come pretendeva la DIVINA PADRONA, arrivata in bagno
DIVINA CARLA scese dalla sua schiava fece pipì, schioccò le dita e ordinò,
“Miserabile Schiava, asciugami con la lingua, svelta!”
La schiava si prostrò ancora una volta con la fronte a terra e ringraziò la sua DIVINA PADRONA,
“Grazie DIVINA PADRONA.”
Quindi asciugò la DIVINA PADRONA con moltissima cura, poi si mise a quattro zampe e
DIVINA CARLA si accomodò sulla sua schiena e dandole la solita fortissima pacca sul sedere le ordinò,
“Portami a letto miserabile schiava, veloce!”
Giunta lì, scese dalla sua schiava si sedette sul letto, appoggiò i DIVINI PIEDINI sul cuscino, la schiava le baciò le pantofole, le sfilò, baciò i DIVINI PIEDINI quindi DIVINA CARLA si infilò a letto e si mise a dormire.
La mattina dopo, quando DIVINA CARLA arrivò al maneggio trovò il suo cavallo già sellato come aveva ordinato, Antonio lo teneva per le briglie pronto a farlo uscire dal box, senza neanche parlare schioccò le dita e indicò con il dito indice ad Antonio il pavimento, Antonio diventò rosso come al solito e si guardò intorno per vedere se qualcuno potesse vederlo, c’era solo un’altra persona nelle vicinanze, Antonio balbettando disse a DIVINA CARLA,
“C’è un’altra persona.”
DIVINA CARLA guardò chi fosse, vide che era Angelica, che non si voleva perdere la scena, si rivolse ad Antonio,
“Non ti preoccupare, è la mia amica Angelica.”
schioccò di nuovo le dita,
“Muoviti lo sai che non mi piace aspettare, mettiti a quattro zampe voglio salire a cavallo!”
Antonio guardò di nuovo in direzione di Angelica, che faceva finta di essere impegnata con il suo cavallo, quindi si mise a quattro zampe DIVINA CARLA gli salì in piedi sulla schiena, come il giorno prima si infilò con tutta calma i guanti e finalmente montò a cavallo, si rivolse ad Antonio dicendo,
“Al mio ritorno ti voglio trovare qui, chiaro!”
E se ne andò senza aspettare risposta sicura che lo avrebbe trovato ad aspettarla.
Raggiunse Angelica e insieme si avviarono per la loro solita cavalcata, Angelica voleva sapere tutto quello che era successo, DIVINA CARLA le raccontò per filo e per segno quello che aveva fatto il giorno prima, concluse dicendo oggi mi spingerò più in là.
Tornate alle scuderie, dopo più di due ore, trovarono Antonio che come il giorno prima si fingeva indaffarato vicino al box di DIVINA CARLA, Angelica si diresse verso il suo box che era accanto a quello di DIVINA CARLA e sparì al suo interno, DIVINA CARLA invece dopo essersi accertata che nessuno potesse vederla schioccò le dita e indicò con il dito indice prima Antonio, poi il pavimento, Antonio diventò come al solito rosso peperone, ma chinando il capo si mise a quattro zampe, DIVINA CARLA smontò da cavallo e come il giorno prima appoggiò i PIEDINI sulla sua schiena e sempre come il giorno prima ci restò più a lungo possibile, quando scese Antonio si rialzò velocissimo, DIVINA CARLA entrò dentro il box facendogli cenno di seguirla con il cavallo, si sedette come il giorno prima su una balla di fieno, schioccò le dita e gli ordinò,
“Dissella, asciuga e striglia il mio cavallo, veloce!”
Antonio fece quanto gli era stato ordinato quando finì DIVINA CARLA schioccò ancora le dita e ordinò,
“Puliscimi gli stivali, muoviti!”
Antonio prese uno straccio pulito, si inginocchiò e cominciò a pulire gli stivali, mentre era impegnato a pulire DIVINA CARLA lo interrogò,
“Quanti anni hai?”
“25 signora.”
“Da dove vieni?”
“Dalla campagna signora.”
“E come sei capitato qui?”
“Il proprietario del maneggio è del mio stesso paese, ho passato un periodo nero, volevo cambiare ambiente.”
“Sei stato male?”
“No signora, sono stato lasciato dalla mia fidanzata dopo 5 anni.”
“Mi dispiace, come mai ti ha lasciato?”
“Perché secondo lei ero troppo servizievole nei suoi confronti.”
“In che senso troppo servizievole.”
“La aiutavo sempre a indossare il cappotto, le aprivo la portiera della macchina, le aprivo le porte, le versavo sempre qualsiasi bevanda, cose così.”
“Io un uomo così me lo terrei stretto, quindi sai guidare?”
“Certo signora.”
“Dove stai?”
“Ho una piccola stanza qui sopra le scuderie.”
“E quanto guadagni?”
“700 euro al mese, però non pago la stanza.”
“Senti io ho bisogno di un autista tutto fare, vorresti lavorare per me?”
“Ho dei doveri di riconoscenza nei confronti di Francesco non posso.”
“Neanche per 2500 euro al mese?”
Antonio sgranò gli occhi e si bloccò, dopo qualche secondo balbettò,
“Come ha detto, signora.”
“Hai sentito benissimo, ti offro 2500 euro al mese, vitto e alloggio,”
“Per 2500 euro al mese sarò il suo schiavo.”
“Attento ti prendo in parola!”
“Parlo sul serio, per questa cifra può fare di me tutto quello che vuole.”
“Allora siamo d’accordo? Guarda che sono una datrice di lavoro molto esigente, esigo la massima devozione, quando dò un ordine voglio che sia eseguito immediatamente, te la senti?”
“Si signora, ma come faccio a dirlo a Francesco, mi vergogno un po’, è stato buono con me.”
“Non ti preoccupare, ci parlo io, il 25% del maneggio è mio, non farà storie, prepara la tua roba, domani verrai via con me, ti farò firmare un regolare contratto che ti impegnerà per tutta la vita, adesso che hai finito di pulirmi gli stivali, baciali!”
Antonio la guardò stupefatto diventando ancora più rosso,
“Come?”
“Hai detto che saresti stato il mio schiavo, bene comincia, baciami gli stivali muoviti!”
Antonio era come paralizzato non riusciva a muoversi allora DIVINA CARLA schioccò le dita e gli disse,
“Ti decidi, o devo pensare che non sei disposto a diventare mio schiavo?”
Antonio la guardò con un’espressione da cucciolo indifeso che piacque molto a DIVINA CARLA, poi finalmente si chinò e baciò gli stivali di DIVINA CARLA dicendole,
“Grazie, ho aspettato tutta la vita che una donna mi dicesse queste parole, grazie.”
“Eccellente, domani verrai a casa mia e diventerai mio schiavo per sempre!”
“Si signora.”
DIVINA CARLA si avviò verso la sua macchina, venne raggiunta da Angelica che aveva seguito tutta la vicenda dal suo box,
“Accidenti CARLA sei stata bravissima, come hai capito che Antonio aveva la propensione ad essere sottomesso.”
“Non è una cosa su cui devo riflettere, da quando posseggo la mia schiava e ti ho aiutata a scegliere la tua, sono più attenta a certi segnali, e Antonio li ha tutti, ero certa che sarebbe diventato mio schiavo.”
Il giorno dopo quando DIVINA CARLA arrivò al maneggio trovò il suo cavallo come al solito già sellato e Antonio pronto a servirla, schioccò le dita e indicando il pavimento ordinò ad Antonio di mettersi a quattro zampe per farla montare a cavallo, come al solito si infilò i guanti con tutta calma, montò in sella e si avviò per la sua cavalcata senza più degnare di uno sguardo il suo nuovo schiavo, sicura che al suo ritorno lo avrebbe trovato ad attenderla per servirla.
Infatti quando rientrò in compagnia di Angelica, era lì che la aspettava, DIVINA CARLA schioccò le dita e indicando il pavimento senza parlare gli ordinò di mettersi a quattro zampe, Antonio obbedì immediatamente anche in presenza di Angelica, DIVINA CARLA scese e appoggiò i PIEDINI sulla sua schiena e come sempre ci rimase il più a lungo possibile, quindi entrò nel suo box, si sedette su una balla di fieno e schioccando le dita ordinò,
“Schiavo, sistema il mio cavallo, dissellalo, asciugalo e striglialo, veloce!”
“Si signora.”
“Schiavo, ti devi rivolgere alla tua PADRONA dandole del voi e chiamandola DIVINA PADRONA!”
“Si DIVINA PADRONA.”
Quando lo schiavo finì di sistemare il cavallo DIVINA CARLA schioccò di nuovo le dita e gli ordinò,
“Schiavo, puliscimi gli stivali, svelto!”
Lo schiavo prese uno straccio pulito e cominciò a pulire gli stivali, quando DIVINA CARLA si ritenne soddisfatta schioccò di nuovo le dita e ordinò,
“Baciami gli stivali, e ringraziami, schiavo!”
Lo schiavo si chinò e baciò gli stivali,
“Grazie DIVINA PADRONA.”
“Schiavo, prendi la tua roba e seguimi!”
Arrivata alla macchina, DIVINA CARLA consegnò le chiavi allo schiavo dicendo,
“Schiavo, d’ora in poi guiderai tu, aprimi la portiera posteriore, veloce!”
“Subito DIVINA PADRONA.”
DIVINA CARLA riprese lo schiavo,
“Quando ti do un ordine devi rispondere solo, “si DIVINA PADRONA”, perché è ovvio che eseguirai l’ordine immediatamente, senza neanche un nano secondo di esitazione, altrimenti non sarai mai degno di diventare mio umile schiavo!”
Quindi si accomodò sul sedile, lo schiavo si mise alla guida, arrivati a destinazione DIVINA CARLA indicò allo schiavo dove era l’entrata del garage sotterraneo, gli disse di premere il pulsante per aprire e lo guidò verso la parte a lei riservata, gli fece premere un’altro pulsante sul telecomando e davanti allo schiavo si aprì il garage privato della sua divina padrona, rimase a bocca aperta per lo stupore, c’erano macchine da sogno, una Bentley nera, una Ferrari blu elettrico metallizzata con gli interni in pelle bianco panna, una Maserati quattro porte grigio scuro, una BMW x6, una Mercedes, più l’Alfa romeo Stelvio che stava guidando, DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiavo parcheggia, poi vieni ad aprirmi, muoviti!”
Lo schiavo esegui l’ordine, quando apri lo sportello DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiavo, di fronte alla tua DIVINA PADRONA devi stare in ginocchio!”
Lo schiavo si inginocchiò immediatamente,
“Quando salgo o scendo dalla macchina qui in garage mi devi baciare le scarpe, capito schiavo!disse DIVINA CARLA allungando un piede verso lo schiavo che le baciò lo stivale, poi allungò l’altro che venne baciato subito, scese dalla macchina, lo schiavo richiuse lo sportello sempre stando in ginocchio, DIVINA CARLA schioccò le dita e si rivolse allo schiavo dicendogli,
“Schiavo queste sono le macchine che guiderai, meno la Ferrari che guido solo io, sono sotto la tua responsabilità devono essere sempre pulitissime la mattina ti dirò quale voglio usare, quindi prima che mi sveglio verrai qui e le pulirai tutte, chiaro schiavo!”
“Si DIVINA PADRONA.”
“Ottimo, adesso saliamo a casa, devi camminare un metro dietro di me e aprirmi tutte le porte, in ascensore starai a quattro zampe così mi siederò sulla tua schiena, capito schiavo?”
“Si DIVINA PADRONA.”
“Perfetto, andiamo!”
Arrivati all’appartamento, DIVINA CARLA fece posare la roba del suo nuovo schiavo nella stanza che sarebbe dovuta essere della domestica, poi gli indicò di seguirla di sopra, appena varcata la soglia della sua camera DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò al suo nuovo schiavo,
“In ginocchio schiavo, d’ora in poi in mia presenza devi stare sempre in ginocchio fronte a terra solo se i miei ordini ti obbligheranno ti alzerai, chiaro schiavo!”
“Si DIVINA PADRONA.”
DIVINA CARLA si accomodò sul suo trono la schiava era come sempre in ginocchio fronte a terra, appena si sedette la schiava le baciò gli stivali DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò allo schiavo,
Indicando con il dito indice il pavimento vicino al suo trono,
“Schiavo vieni qui!”
Lo schiavo si avvicinò sempre in ginocchio, quando arrivò vicino al suo trono DIVINA CARLA gli disse,
“Schiavo lei è la mia schiava devota, insieme mi adorerete e mi servirete come vostra unica divinità, la mia schiava già lo fa, tu schiavo dovrai imparare, fallo in fretta altrimenti è peggio per te!”
Quindi schioccò di nuovo le dita e ordinò,
“Schiava, spogliami!”
La schiava le sfilò gli stivali, li annusò, poi tolse i calzettoni e baciò i DIVINI PIEDINI, sfilò i pantaloni, DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiava, sposta il poggiapiedi d’ora in poi sarà lo schiavo a fare da poggiapiedi per i miei
DIVINI PIEDINI!”
La schiava esegui l’ordine, DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò allo schiavo,
“Schiavo, mettiti qui, ti concedo l’onore di farmi da poggia DIVINI PIEDINI mentre la schiava mi fa un bel massaggio!”
Dopo mezz’ora DIVINA CARLA si ritenne soddisfatta del massaggio che la sua schiava le aveva fatto, schioccò le dita e ordinò,
“Schiava, vai a prepararmi il bagno, muoviti!”
“Si DIVINA PADRONA.”
Quando la schiava tornò al suo cospetto DIVINA CARLA schioccò di nuovo le dita e ordinò,
“Schiava, finisci di spogliarmi!”
Rimasta nuda DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò allo schiavo,
“Schiavo, d’ora in poi quando siamo qui nel mio regno devi stare a torso nudo, fuori da quella porta ti vestirai, ma qui ti voglio a torso nudo, chiaro schiavo!”
“Si DIVINA PADRONA.”
DIVINA CARLA tolse i DIVINI PIEDINI dalla schiena dello schiavo, lo schiavo si levò la maglietta poi si rimise giù a quattro zampe, la schiava le infilò le pantofole, DIVINA CARLA si sedette sulla schiena dello schiavo e come era abituata a fare si aggrappò ai capelli con una mano mentre con l’altra gli diede una forte pacca sul sedere ordinandogli,
“Schiavo vediamo se sei capace di portare la tua DIVINA PADRONA sulla schiena, ovunque ti ordino, portami in bagno, veloce e tu schiava seguimi!”
Lo schiavo ci mise il massimo impegno, ma per DIVINA CARLA non era abbastanza veloce e lo incitava con forti pacche sul sedere e vigorose calcagnate sui fianchi e sulle cosce, finalmente poteva essere più dura con la sua cavalcatura, con la schiava non poteva, lo spronava dicendogli
“Più veloce schiavo, non mi far perdere tempo, svelto!”
Arrivata in bagno DIVINA CARLA scese dalla sua nuova cavalcatura, schioccò le dita e ordinò allo schiavo,
“Fronte a terra, schiavo!”
Fece pipì, la schiava l‘asciugò con la lingua come sempre, quindi si sedette sulla poltrona la schiava le sfilò le pantofole e le baciò i DIVINI PIEDINI poi si immerse nella vasca, schioccò le dita e ordinò alla schiava,
“Lavami schiava!”
Finito il bagno DIVINA CARLA uscì dalla vasca, la schiava le fece indossare l’accappatoio pulito e caldo, DIVINA CARLA si risedette in poltrona la schiava le asciugò i DIVINI PIEDINI, poi li baciò e le infilò le pantofole, DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò allo schiavo che era rimasto tutto il tempo con la fronte a terra,
“Schiavo, a quattro zampe, svelto!”
Lo schiavo ubbidì all’istante, DIVINA CARLA si accomodò sulla sua schiena e come prima lo sollecitò ad andare più veloce con pacche e calcagnate, arrivata al suo trono DIVINA CARLA scese dal suo cavallino, la schiava le fece indossare la vestaglia da camera, si sedette e schioccò le dita e ordinò alla schiava,
“Togli il cuscino, d’ora in poi sarà lo schiavo a farmi da cuscino, anche quello vicino al letto, tu schiavo sdraiati qui ti concedo l’onore di poggiare i miei DIVINI PIEDINI sul tuo petto mentre consumo i pasti, ringraziami schiavo!”
“Vi ringrazio, DIVINA PADRONA non merito tanto onore.”
DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò alla schiava,
“Schiava servirmi il pranzo!”
Continua……. .
Appoggiò i DIVINI PIEDINI sul poggiapiedi, la schiava cominciò a leccare anche se aveva la lingua indolenzita, Lecco’ a lungo più di mezz’ora poi finalmente DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Basta schiava, lavami i DIVINI PIEDINI veloce!”
La schiava andò a prendere il catino per lavare i DIVINI PIEDINI, dopo che la sua schiava le ebbe lavato e asciugato i DIVINI PIEDINI, DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiava portami in bagno!”
La schiava si mise a quattro zampe, DIVINA CARLA si accomodò sulla sua schiena e come al solito si aggrappò ai capelli con una mano e le diede una fortissima pacca sul sedere dicendole,
“Muoviti miserabile cavallina veloce!”
La schiava partì più veloce possibile come pretendeva la DIVINA PADRONA, arrivata in bagno
DIVINA CARLA scese dalla sua schiava fece pipì, schioccò le dita e ordinò,
“Miserabile Schiava, asciugami con la lingua, svelta!”
La schiava si prostrò ancora una volta con la fronte a terra e ringraziò la sua DIVINA PADRONA,
“Grazie DIVINA PADRONA.”
Quindi asciugò la DIVINA PADRONA con moltissima cura, poi si mise a quattro zampe e
DIVINA CARLA si accomodò sulla sua schiena e dandole la solita fortissima pacca sul sedere le ordinò,
“Portami a letto miserabile schiava, veloce!”
Giunta lì, scese dalla sua schiava si sedette sul letto, appoggiò i DIVINI PIEDINI sul cuscino, la schiava le baciò le pantofole, le sfilò, baciò i DIVINI PIEDINI quindi DIVINA CARLA si infilò a letto e si mise a dormire.
La mattina dopo, quando DIVINA CARLA arrivò al maneggio trovò il suo cavallo già sellato come aveva ordinato, Antonio lo teneva per le briglie pronto a farlo uscire dal box, senza neanche parlare schioccò le dita e indicò con il dito indice ad Antonio il pavimento, Antonio diventò rosso come al solito e si guardò intorno per vedere se qualcuno potesse vederlo, c’era solo un’altra persona nelle vicinanze, Antonio balbettando disse a DIVINA CARLA,
“C’è un’altra persona.”
DIVINA CARLA guardò chi fosse, vide che era Angelica, che non si voleva perdere la scena, si rivolse ad Antonio,
“Non ti preoccupare, è la mia amica Angelica.”
schioccò di nuovo le dita,
“Muoviti lo sai che non mi piace aspettare, mettiti a quattro zampe voglio salire a cavallo!”
Antonio guardò di nuovo in direzione di Angelica, che faceva finta di essere impegnata con il suo cavallo, quindi si mise a quattro zampe DIVINA CARLA gli salì in piedi sulla schiena, come il giorno prima si infilò con tutta calma i guanti e finalmente montò a cavallo, si rivolse ad Antonio dicendo,
“Al mio ritorno ti voglio trovare qui, chiaro!”
E se ne andò senza aspettare risposta sicura che lo avrebbe trovato ad aspettarla.
Raggiunse Angelica e insieme si avviarono per la loro solita cavalcata, Angelica voleva sapere tutto quello che era successo, DIVINA CARLA le raccontò per filo e per segno quello che aveva fatto il giorno prima, concluse dicendo oggi mi spingerò più in là.
Tornate alle scuderie, dopo più di due ore, trovarono Antonio che come il giorno prima si fingeva indaffarato vicino al box di DIVINA CARLA, Angelica si diresse verso il suo box che era accanto a quello di DIVINA CARLA e sparì al suo interno, DIVINA CARLA invece dopo essersi accertata che nessuno potesse vederla schioccò le dita e indicò con il dito indice prima Antonio, poi il pavimento, Antonio diventò come al solito rosso peperone, ma chinando il capo si mise a quattro zampe, DIVINA CARLA smontò da cavallo e come il giorno prima appoggiò i PIEDINI sulla sua schiena e sempre come il giorno prima ci restò più a lungo possibile, quando scese Antonio si rialzò velocissimo, DIVINA CARLA entrò dentro il box facendogli cenno di seguirla con il cavallo, si sedette come il giorno prima su una balla di fieno, schioccò le dita e gli ordinò,
“Dissella, asciuga e striglia il mio cavallo, veloce!”
Antonio fece quanto gli era stato ordinato quando finì DIVINA CARLA schioccò ancora le dita e ordinò,
“Puliscimi gli stivali, muoviti!”
Antonio prese uno straccio pulito, si inginocchiò e cominciò a pulire gli stivali, mentre era impegnato a pulire DIVINA CARLA lo interrogò,
“Quanti anni hai?”
“25 signora.”
“Da dove vieni?”
“Dalla campagna signora.”
“E come sei capitato qui?”
“Il proprietario del maneggio è del mio stesso paese, ho passato un periodo nero, volevo cambiare ambiente.”
“Sei stato male?”
“No signora, sono stato lasciato dalla mia fidanzata dopo 5 anni.”
“Mi dispiace, come mai ti ha lasciato?”
“Perché secondo lei ero troppo servizievole nei suoi confronti.”
“In che senso troppo servizievole.”
“La aiutavo sempre a indossare il cappotto, le aprivo la portiera della macchina, le aprivo le porte, le versavo sempre qualsiasi bevanda, cose così.”
“Io un uomo così me lo terrei stretto, quindi sai guidare?”
“Certo signora.”
“Dove stai?”
“Ho una piccola stanza qui sopra le scuderie.”
“E quanto guadagni?”
“700 euro al mese, però non pago la stanza.”
“Senti io ho bisogno di un autista tutto fare, vorresti lavorare per me?”
“Ho dei doveri di riconoscenza nei confronti di Francesco non posso.”
“Neanche per 2500 euro al mese?”
Antonio sgranò gli occhi e si bloccò, dopo qualche secondo balbettò,
“Come ha detto, signora.”
“Hai sentito benissimo, ti offro 2500 euro al mese, vitto e alloggio,”
“Per 2500 euro al mese sarò il suo schiavo.”
“Attento ti prendo in parola!”
“Parlo sul serio, per questa cifra può fare di me tutto quello che vuole.”
“Allora siamo d’accordo? Guarda che sono una datrice di lavoro molto esigente, esigo la massima devozione, quando dò un ordine voglio che sia eseguito immediatamente, te la senti?”
“Si signora, ma come faccio a dirlo a Francesco, mi vergogno un po’, è stato buono con me.”
“Non ti preoccupare, ci parlo io, il 25% del maneggio è mio, non farà storie, prepara la tua roba, domani verrai via con me, ti farò firmare un regolare contratto che ti impegnerà per tutta la vita, adesso che hai finito di pulirmi gli stivali, baciali!”
Antonio la guardò stupefatto diventando ancora più rosso,
“Come?”
“Hai detto che saresti stato il mio schiavo, bene comincia, baciami gli stivali muoviti!”
Antonio era come paralizzato non riusciva a muoversi allora DIVINA CARLA schioccò le dita e gli disse,
“Ti decidi, o devo pensare che non sei disposto a diventare mio schiavo?”
Antonio la guardò con un’espressione da cucciolo indifeso che piacque molto a DIVINA CARLA, poi finalmente si chinò e baciò gli stivali di DIVINA CARLA dicendole,
“Grazie, ho aspettato tutta la vita che una donna mi dicesse queste parole, grazie.”
“Eccellente, domani verrai a casa mia e diventerai mio schiavo per sempre!”
“Si signora.”
DIVINA CARLA si avviò verso la sua macchina, venne raggiunta da Angelica che aveva seguito tutta la vicenda dal suo box,
“Accidenti CARLA sei stata bravissima, come hai capito che Antonio aveva la propensione ad essere sottomesso.”
“Non è una cosa su cui devo riflettere, da quando posseggo la mia schiava e ti ho aiutata a scegliere la tua, sono più attenta a certi segnali, e Antonio li ha tutti, ero certa che sarebbe diventato mio schiavo.”
Il giorno dopo quando DIVINA CARLA arrivò al maneggio trovò il suo cavallo come al solito già sellato e Antonio pronto a servirla, schioccò le dita e indicando il pavimento ordinò ad Antonio di mettersi a quattro zampe per farla montare a cavallo, come al solito si infilò i guanti con tutta calma, montò in sella e si avviò per la sua cavalcata senza più degnare di uno sguardo il suo nuovo schiavo, sicura che al suo ritorno lo avrebbe trovato ad attenderla per servirla.
Infatti quando rientrò in compagnia di Angelica, era lì che la aspettava, DIVINA CARLA schioccò le dita e indicando il pavimento senza parlare gli ordinò di mettersi a quattro zampe, Antonio obbedì immediatamente anche in presenza di Angelica, DIVINA CARLA scese e appoggiò i PIEDINI sulla sua schiena e come sempre ci rimase il più a lungo possibile, quindi entrò nel suo box, si sedette su una balla di fieno e schioccando le dita ordinò,
“Schiavo, sistema il mio cavallo, dissellalo, asciugalo e striglialo, veloce!”
“Si signora.”
“Schiavo, ti devi rivolgere alla tua PADRONA dandole del voi e chiamandola DIVINA PADRONA!”
“Si DIVINA PADRONA.”
Quando lo schiavo finì di sistemare il cavallo DIVINA CARLA schioccò di nuovo le dita e gli ordinò,
“Schiavo, puliscimi gli stivali, svelto!”
Lo schiavo prese uno straccio pulito e cominciò a pulire gli stivali, quando DIVINA CARLA si ritenne soddisfatta schioccò di nuovo le dita e ordinò,
“Baciami gli stivali, e ringraziami, schiavo!”
Lo schiavo si chinò e baciò gli stivali,
“Grazie DIVINA PADRONA.”
“Schiavo, prendi la tua roba e seguimi!”
Arrivata alla macchina, DIVINA CARLA consegnò le chiavi allo schiavo dicendo,
“Schiavo, d’ora in poi guiderai tu, aprimi la portiera posteriore, veloce!”
“Subito DIVINA PADRONA.”
DIVINA CARLA riprese lo schiavo,
“Quando ti do un ordine devi rispondere solo, “si DIVINA PADRONA”, perché è ovvio che eseguirai l’ordine immediatamente, senza neanche un nano secondo di esitazione, altrimenti non sarai mai degno di diventare mio umile schiavo!”
Quindi si accomodò sul sedile, lo schiavo si mise alla guida, arrivati a destinazione DIVINA CARLA indicò allo schiavo dove era l’entrata del garage sotterraneo, gli disse di premere il pulsante per aprire e lo guidò verso la parte a lei riservata, gli fece premere un’altro pulsante sul telecomando e davanti allo schiavo si aprì il garage privato della sua divina padrona, rimase a bocca aperta per lo stupore, c’erano macchine da sogno, una Bentley nera, una Ferrari blu elettrico metallizzata con gli interni in pelle bianco panna, una Maserati quattro porte grigio scuro, una BMW x6, una Mercedes, più l’Alfa romeo Stelvio che stava guidando, DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiavo parcheggia, poi vieni ad aprirmi, muoviti!”
Lo schiavo esegui l’ordine, quando apri lo sportello DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiavo, di fronte alla tua DIVINA PADRONA devi stare in ginocchio!”
Lo schiavo si inginocchiò immediatamente,
“Quando salgo o scendo dalla macchina qui in garage mi devi baciare le scarpe, capito schiavo!disse DIVINA CARLA allungando un piede verso lo schiavo che le baciò lo stivale, poi allungò l’altro che venne baciato subito, scese dalla macchina, lo schiavo richiuse lo sportello sempre stando in ginocchio, DIVINA CARLA schioccò le dita e si rivolse allo schiavo dicendogli,
“Schiavo queste sono le macchine che guiderai, meno la Ferrari che guido solo io, sono sotto la tua responsabilità devono essere sempre pulitissime la mattina ti dirò quale voglio usare, quindi prima che mi sveglio verrai qui e le pulirai tutte, chiaro schiavo!”
“Si DIVINA PADRONA.”
“Ottimo, adesso saliamo a casa, devi camminare un metro dietro di me e aprirmi tutte le porte, in ascensore starai a quattro zampe così mi siederò sulla tua schiena, capito schiavo?”
“Si DIVINA PADRONA.”
“Perfetto, andiamo!”
Arrivati all’appartamento, DIVINA CARLA fece posare la roba del suo nuovo schiavo nella stanza che sarebbe dovuta essere della domestica, poi gli indicò di seguirla di sopra, appena varcata la soglia della sua camera DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò al suo nuovo schiavo,
“In ginocchio schiavo, d’ora in poi in mia presenza devi stare sempre in ginocchio fronte a terra solo se i miei ordini ti obbligheranno ti alzerai, chiaro schiavo!”
“Si DIVINA PADRONA.”
DIVINA CARLA si accomodò sul suo trono la schiava era come sempre in ginocchio fronte a terra, appena si sedette la schiava le baciò gli stivali DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò allo schiavo,
Indicando con il dito indice il pavimento vicino al suo trono,
“Schiavo vieni qui!”
Lo schiavo si avvicinò sempre in ginocchio, quando arrivò vicino al suo trono DIVINA CARLA gli disse,
“Schiavo lei è la mia schiava devota, insieme mi adorerete e mi servirete come vostra unica divinità, la mia schiava già lo fa, tu schiavo dovrai imparare, fallo in fretta altrimenti è peggio per te!”
Quindi schioccò di nuovo le dita e ordinò,
“Schiava, spogliami!”
La schiava le sfilò gli stivali, li annusò, poi tolse i calzettoni e baciò i DIVINI PIEDINI, sfilò i pantaloni, DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiava, sposta il poggiapiedi d’ora in poi sarà lo schiavo a fare da poggiapiedi per i miei
DIVINI PIEDINI!”
La schiava esegui l’ordine, DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò allo schiavo,
“Schiavo, mettiti qui, ti concedo l’onore di farmi da poggia DIVINI PIEDINI mentre la schiava mi fa un bel massaggio!”
Dopo mezz’ora DIVINA CARLA si ritenne soddisfatta del massaggio che la sua schiava le aveva fatto, schioccò le dita e ordinò,
“Schiava, vai a prepararmi il bagno, muoviti!”
“Si DIVINA PADRONA.”
Quando la schiava tornò al suo cospetto DIVINA CARLA schioccò di nuovo le dita e ordinò,
“Schiava, finisci di spogliarmi!”
Rimasta nuda DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò allo schiavo,
“Schiavo, d’ora in poi quando siamo qui nel mio regno devi stare a torso nudo, fuori da quella porta ti vestirai, ma qui ti voglio a torso nudo, chiaro schiavo!”
“Si DIVINA PADRONA.”
DIVINA CARLA tolse i DIVINI PIEDINI dalla schiena dello schiavo, lo schiavo si levò la maglietta poi si rimise giù a quattro zampe, la schiava le infilò le pantofole, DIVINA CARLA si sedette sulla schiena dello schiavo e come era abituata a fare si aggrappò ai capelli con una mano mentre con l’altra gli diede una forte pacca sul sedere ordinandogli,
“Schiavo vediamo se sei capace di portare la tua DIVINA PADRONA sulla schiena, ovunque ti ordino, portami in bagno, veloce e tu schiava seguimi!”
Lo schiavo ci mise il massimo impegno, ma per DIVINA CARLA non era abbastanza veloce e lo incitava con forti pacche sul sedere e vigorose calcagnate sui fianchi e sulle cosce, finalmente poteva essere più dura con la sua cavalcatura, con la schiava non poteva, lo spronava dicendogli
“Più veloce schiavo, non mi far perdere tempo, svelto!”
Arrivata in bagno DIVINA CARLA scese dalla sua nuova cavalcatura, schioccò le dita e ordinò allo schiavo,
“Fronte a terra, schiavo!”
Fece pipì, la schiava l‘asciugò con la lingua come sempre, quindi si sedette sulla poltrona la schiava le sfilò le pantofole e le baciò i DIVINI PIEDINI poi si immerse nella vasca, schioccò le dita e ordinò alla schiava,
“Lavami schiava!”
Finito il bagno DIVINA CARLA uscì dalla vasca, la schiava le fece indossare l’accappatoio pulito e caldo, DIVINA CARLA si risedette in poltrona la schiava le asciugò i DIVINI PIEDINI, poi li baciò e le infilò le pantofole, DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò allo schiavo che era rimasto tutto il tempo con la fronte a terra,
“Schiavo, a quattro zampe, svelto!”
Lo schiavo ubbidì all’istante, DIVINA CARLA si accomodò sulla sua schiena e come prima lo sollecitò ad andare più veloce con pacche e calcagnate, arrivata al suo trono DIVINA CARLA scese dal suo cavallino, la schiava le fece indossare la vestaglia da camera, si sedette e schioccò le dita e ordinò alla schiava,
“Togli il cuscino, d’ora in poi sarà lo schiavo a farmi da cuscino, anche quello vicino al letto, tu schiavo sdraiati qui ti concedo l’onore di poggiare i miei DIVINI PIEDINI sul tuo petto mentre consumo i pasti, ringraziami schiavo!”
“Vi ringrazio, DIVINA PADRONA non merito tanto onore.”
DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò alla schiava,
“Schiava servirmi il pranzo!”
Continua……. .
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