Carla l’imperatrice (4)

di
genere
dominazione

DIVINA CARLA schioccò le dita,
“Schiava ho finito.”
La schiava infilò le pantofole e si mise a quattro zampe per portare la sua padrona in bagno, arrivata in bagno DIVINA CARLA fece pipì e la schiava la asciugò con la lingua come al solito, poi andò a preparare il completo da equitazione, e tornò Subito in bagno per portare la sua
DIVINA PADRONA al suo trono per aiutarla a vestirsi, prima di uscire DIVINA CARLA le ordinò,
“Schiava fai venire qualcuno perché voglio far fare una barriera tutto intorno al terrazzo alta almeno due metri e mezzo, la pagherò con i soldi del miserabile verme, se non sai chi chiamare chiedilo alla cuoca o alla donna delle pulizie , così quando mangerò fuori avremo più privacy, io vado schiava.”
Quando DIVINA CARLA tornò dalla sua cavalcata giornaliera, la schiava aspettava come al solito in ginocchio fronte a terra vicino al suo trono, si sedette e la schiava le baciò gli stivali e li sfilò, li annusò, sfilò anche i calzettoni e le baciò i DIVINI PIEDINI, DIVINA CARLA li appoggiò sul poggiapiedi e ordinò,
“Schiava fammi un bel massaggio ai DIVINI PIEDINI, svelta.”
Mentre si godeva il massaggio le domandò,
“Schiava hai fatto quello che ti ho ordinato?”
“Si DIVINA PADRONA, sono già stati a prendere le misure, sul tavolo ci sono i preventivi sia per la barriera di legno o d’alluminio.”
DIVINA CARLA, lesse i preventivi, ci pensò un po’, poi decise,
“Schiava penso sia meglio in alluminio meno manutenzione e più durata.”
“Benissimo DIVINA PADRONA, hanno detto che fra quindici giorni sarà pronta.”
“Molto bene schiava, diventi sempre più brava, adesso vai a preparami il bagno, muoviti.”
“Subito DIVINA PADRONA.”
Finito il bagno e tornata al suo trono DIVINA CARLA schioccò le dita,
“Servimi il pranzo schiava.”
Finito il pranzo e bevuto anche il caffè DIVINA CARLA disse alla sua schiava,
“Schiava è arrivato il momento del tuo regalo, vieni qui e dammi piacere, leccami fino a quando non ti dico di smettere.”
La schiava prostrata fronte a terra risponde,
“Grazie DIVINA PADRONA non sono degna della vostra magnanimità, servirvi è già un regalo per me.”
“È vero schiava, ma questo è un regalo che voglio farti, così la prossima volta ti impegnerai ancora di più, adesso lecca muoviti.”
Dopo un’ora DIVINA CARLA allontanò la sua schiava,
“Basta schiava, ti è piaciuto il mio regalo?”
“Immensamente, DIVINA PADRONA.”
Appoggiò i piedi sul poggiapiedi,
“Bene adesso leccami i DIVINI PIEDINI che mi rilasso.”
Come al solito DIVINA CARLA si addormentò, quando si svegliò dopo un’oretta la sua schiava le stava ancora leccando i DIVINI PIEDINI, DIVINA CARLA si stiracchiò come una gatta schioccò le dita,
“Basta così schiava, lavami i DIVINI PIEDINI, svelta.”
Qualche giorno dopo, quando rientrò dopo cena e mentre la sua schiava le toglieva le scarpe con la bocca, DIVINA CARLA le disse,
“Sai schiava, angelica ha insistito talmente tanto per tornare a cena qui, che ho dovuto cedere, quindi domani sera ceneremo a casa, preparati.”
Il giorno dopo prima di uscire dopo pranzo DIVINA CARLA ordinò alla sua schiava,
“Schiava, stasera vogliamo mangiare pizza quindi ordina sempre per le 20 e trenta, una capricciosa per me e una prosciutto e funghi con pomodorini per Angelica e vogliamo bere birra capito schiava.”
“Si DIVINA PADRONA.”
“ Molto bene schiava a dopo.”
Quando rientrò con Angelica, DIVINA CARLA trovò apparecchiato come la volta prima, ma nel secchiello del ghiaccio c’erano due bottiglie di birra e sopra i piatti due cupole d’argento per tenere le pizze in caldo la schiava aspettava come al solito in ginocchio fronte a terra vicino al trono ,
DIVINA CARLA si sedette la sua schiava le baciò le scarpe,
“Ben tornata DIVINA PADRONA.”
DIVINA CARLA appoggiò i PIEDINI sul poggiapiedi schioccò le dita,
“Schiava, toglimi le scarpe.”
La schiava come al solito baciò le suole e con la bocca sfilò le scarpe alla sua DIVINA PADRONA, che appoggiò i piedi sul cuscino sotto il tavolo.
Angelica intanto meno stupita della volta precedente si era seduta in poltrona, la schiava sempre in ginocchio andò da lei, le levo’ le scarpe, le baciò i piedi, e le fece appoggiare i piedi sul cuscino che aveva preparato per lei.
“Grazie.” le disse Angelica istintivamente
Ma DIVINA CARLA le riprese,
“No Angelica, non sei tu che devi ringraziare, ma la schiava che deve ringraziare te per avere l’immenso onore e il piacere di baciarti i PIEDINI.”
“Ah va bene.”
Schioccò le dita e ordinò,
“Schiava, puoi scoprire le pizze e stappare la birra!”
“Subito DIVINA PADRONA.”
Fatto tutto quello che la sua DIVINA PADRONA gli aveva ordinato la schiava si sdraiò sotto il tavolo e cominciò a baciare i DIVINI PIEDINI alla sua padrona e Angelica appoggiò i piedi sulla sua schiena.
Dopo cena mentre si rilassavano DIVINA CARLA con i piedi sul poggiapiedi e la schiava che li baciava, e Angelica in poltrona li vicino, a DIVINA CARLA venne voglia di stupire ancora la sua amica, schioccò le dita e ordinò,
“Schiava portami in bagno.”
La schiava si mise a quattro zampe, DIVINA CARLA si accomodò sulla sua schiena, si aggrappò ai capelli le diede una pacca sul sedere e le disse,
“Muoviti cavallina svelta.”
La schiava si avviò verso il bagno, Angelica guardava a bocca aperta la sua amica che seduta sulla schiena di un’altra persona si faceva portare in bagno, da dove era seduta si vedeva benissimo dentro il bagno, arrivata in bagno la vide sedersi sul water e fare pipì, poi sentì la sua amica dire,
“Schiava asciugami con la lingua.”
Rimase sbalordita e, quando DIVINA CARLA tornò al suo trono, sempre seduta sulla schiena della schiava, era ancora a bocca aperta.
DIVINA CARLA invitò la sua amica ad appoggiare anche lei i piedi sul poggiapiedi, le fece spazio e Angelica appoggiò i suoi PIEDINI vicino a quelli dell’amica,
a quel punto DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiava lecca i PIEDINI alla mia amica, adesso.”
la schiava ebbe un attimo di esitazione, e diventò tutta rossa ma cominciò a leccare i PIEDINI di Angelica, che spalancò gli occhi e la bocca, incredula di quanto stava succedendo,
“Accidenti è bellissimo, una sensazione indescrivibile, no bellissimo, molto di più.”
“Sono contenta che ti piaccia, a me da brividi di piacere ogni volta che sento la lingua della mia schiava accarezzarmi i DIVINI PIEDINI, è una sensazione senza pari, ma dimmi hai trovato casa?”
Angelica non riusciva neanche a rispondere era in estasi, ma con uno sforzo rimise a fuoco CARLA e le rispose,
“Penso di si, ma ci devo fare dei lavori, la casa vecchia l’ho praticamente venduta c’era un imprenditore che mi stava dietro da tempo, con i soldi della vecchia casa ci compro quella nuova la metto a posto e ci avanzano pure.”
“Visto che avevo ragione io.”
“Eh si mi hai dato un ottimo consiglio, solo che c’è un problema quello vuole la casa subito e per i lavori ci vuole almeno un mese se non di più.”
“E dov’è il problema vieni a stare qui.”
“Davvero mi ospiteresti tu?”
“Certo non c’è nessun problema, abbiamo quasi la stessa taglia quindi non dovrai portarti troppi vestiti, le scarpe si perché hai un numero di più, il mio letto è talmente grande che non ci daremo fastidio e abbiamo una schiava che servirà tutte e due.”
Indicando la schiava che non aveva smesso un secondo di leccare i PIEDINI ad Angelica
“Allora è deciso, dopodomani è troppo presto.”
“ No vieni quando vuoi questa sarà casa tua per il prossimo mese.”
DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiava lecca i DIVINI PIEDINI a tutte e due, una leccata a me e una leccata a padrona Angelica.”
La schiava ubbidì all’istante, allora le due amiche si guardarono e si sorrisero complici.
CARLA chiese ad Angelica,
“Per l’altra questione ti sei data da fare.”
“No non ho avuto tempo con la casa e tutto il resto, poi se adesso vengo ad abitare qui non credo che ci riuscirò.”
“Perché, anzi ti posso aiutare io, dai appuntamento alle candidate dalle quattro alle sei di pomeriggio, e vedrai che prima o poi troveremo la persona giusta.”
“Va bene, grazie, CARLA sei proprio un’amica incredibile.”
Due giorni dopo Angelica arrivò a casa di DIVINA CARLA con la sua roba, DIVINA CARLA aveva fatto mettere, dalla schiava, nella cabina armadio un appendiabiti a stendino per i suoi vestiti, fatto portare dal salotto un’altra poltrona simile alla sua e sistemato l’angolo dove consumava i pasti in modo diverso, adesso avrebbero potuto appoggiare i DIVINI PIEDINI tutte e due sul poggiapiedi girando le loro poltrone, dopo aver fatto portare tutti i bagagli di Angelica di sopra, DIVINA CARLA ordinò alla sua schiava di togliere le scarpe e baciare i PIEDINI ad Angelica, la schiava le sfilò le scarpe e le baciò i PIEDINI, poi la mandò a sistemare tutta la roba che aveva portato Angelica, mentre loro si rilassavano chiacchierando con i DIVINI PIEDINI appoggiati sul poggiapiedi, appena fini’ di sistemare i vestiti e le scarpe di Angelica la schiava tornò al cospetto della sua DIVINA PADRONA , baciò i DIVINI PIEDINI e si mise in ginocchio fronte a terra come al solito in attesa di ordini, DIVINA CARLA appoggiò un DIVINO PIEDINO sulla nuca della sua schiava, schioccò le dita, e ordinò,
“Schiava da questo momento servirai la mia amica Angelica esattamente come servi me, ti rivolgerai a lei chiamandola “PADRONA ANGELICA” e eseguirai qualsiasi ordine ti darà come se fossi io a dartelo, chiaro schiava.”
“Si DIVINA PADRONA.”
“Molto bene, allora comincia subito, massaggia i PIEDINI a PADRONA ANGELICA.”
Dopo dieci minuti PADRONA ANGELICA disse
“Basta schiava, adesso massaggia i DIVINI PIEDINI della tua DIVINA PADRONA.”
DIVINA CARLA si complimentò
“Brava, ma devi essere più autoritaria, schiocca le dita e ordina.”
“Va bene, mi devo ancora abituare a comandare così qualcuno.”
“Vedrai ci si abitua in fretta ed è bellissimo, vero schiava.”
“Si DIVINA PADRONA.”
I giorni passavano, per la schiava il lavoro era raddoppiato ora aveva due PADRONE da servire,
La mattina svegliava per prima PADRONA ANGELICA le baciava i PIEDINI le infilava le pantofole e la portava al tavolo per la colazione, poi andava a svegliare la sua DIVINA PADRONA e faceva la stessa cosa con lei, si sdraiava sotto il tavolo e baciava i DIVINI PIEDINI a tutte e due, che facevano a gara per farseli baciare una più dell’altra e si divertivano tantissimo a piazzarle i
DIVINI PIEDINI in faccia e dirle,
“Bacia il mio, no bacia prima il mio, questo non l’hai baciato bene bacialo ancora schiava.”
Una mattina Angelica disse a CARLA,
“Oggi pomeriggio ho convocato 5 o 6 candidate, ti va di aiutarmi a riceverle.”
“Certo non vedo l’ora di trovare una schiava anche per te.”
“Grazie, CARLA come farei senza di te, sei una vera amica.”
“Per carità lo sai che per me è un piacere, adesso andiamo a cavalcare poi ci prepariamo per oggi pomeriggio, anzi sai che facciamo, pranziamo fuori così la schiava prepara il salotto per bene.”
Schioccò le dita e ordinò
“Schiava, di alla cuoca che non pranzeremo a casa e che lei e la donna delle pulizie possono andare via subito, poi sposta il divano in modo che sia il più lontano possibile dalla porta così le vedremo bene mentre si avvicinano, chiaro schiava.”
“Si DIVINA PADRONA.”
Quando rientrarono alle due, controllarono subito il salotto, la schiava aveva eseguito gli ordini perfettamente , andarono di sopra, la schiava aspettava come al solito in ginocchio fronte a terra, si sedettero ognuna al proprio trono, la schiava baciò loro gli stivali li sfilò li annusò e tolse i calzettoni, baciò i DIVINI PIEDINI e le aiutò a spogliarsi, quando furono nude si fecero portare una alla volta in bagno, DIVINA CARLA fece pipì e si fece asciugare dalla lingua della schiava poi si immerse nella vasca, anche Angelica fece pipì, allora DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiava asciuga PADRONA ANGELICA come fai con me, muoviti.”
Angelica che non aveva mai pensato di fare una cosa del genere, si sentì come una dea.
Mentre DIVINA CARLA si faceva lavare dalla schiava, Angelica fece la doccia, quando uscì trovò la schiava pronta con l’accappatoio, lo indossò, si sedette sulla poltrona e la schiava le asciugò i PIEDINI, li baciò e le infilò le pantofole poi la portò sulla schiena al suo trono, e tornò in bagno per fare la stessa cosa alla sua DIVINA PADRONA.
Quando furono tutte e due sedute PADRONA ANGELICA schioccò le dita e ordinò,
“Schiava toglici le pantofole.”
La schiava ubbidì immediatamente sfilò le pantofole e baciò ancora una volta loro i PIEDINI.
DIVINA CARLA si complimentò, con Angelica,
“Bravissima un ordine perfetto.”
E appoggiarono i DIVINI PIEDINI sul poggiapiedi
“Grazie CARLA devo cominciare ad abituarmi a dare ordini, se oggi pomeriggio trovo una schiava.”
“Vedrai che la troveremo.”
Schioccò le dita e ordinò
“Schiava massaggiaci i DIVINI PIEDINI che ci dobbiamo rilassare.”
“Si DIVINA PADRONA.”
Quando arrivò l’ora di prepararsi, si vestirono in modo semplice, jeans felpa e ballerine e scesero in salotto, alla schiava DIVINA CARLA disse,
“Tu schiava comportati come fossi una domestica normale, apri la porta e falle entrare in salotto.”
Purtroppo quel pomeriggio nessuna delle persone che si presentarono era adatta e neanche le volte dopo, Angelica cominciava a perdere le speranze, CARLA la consolava dicendole,
“Su Angelica non ti abbattere, anche io c’ho messo quasi un mese prima di trovare la mia schiava.”
Indicando la schiava che stava in quel momento come al solito in ginocchio a leccare i loro
DIVINI PIEDINI,
“Vedrai che la troveremo presto.”
“Speriamo fra un po’ casa mia sarà pronta, volevo andarci già con la mia schiava.”
“Ci riusciremo te lo prometto.”
Dopo una settimana finalmente si presentò la persona giusta, Teresa, forse ancora più umile di Maria, appena si presentò divenne tutta rossa, a testa china rispondeva a monosillabi e a voce Molto bassa alle domande che le venivano rivolte,
Angelica la assunse Subito e le chiese quando poteva prendere servizio.
Teresa rispose sempre tenendo gli occhi bassi “quando desidera signorina”
“Molto Bene, adesso voglio vedere come esegue i suoi compiti.”
Gli diede una serie di cose da fare, Teresa esegui tutto alla perfezione, e come Maria prima di lei fece anche di più, sotto la supervisione costante di Angelica.
Angelica fu molto soddisfatta, propose alla sua nuova domestica uno stipendio secondo lei adeguato.
Teresa rimase impressionata non poteva credere a tanta fortuna era uno stipendio che non si aspettava molto più di quello che sperava.
Anche Angelica era soddisfatta prima di congedarla le disse,
“Dunque, Dopodomani, si presenti la mattina alle nove così mi servirà la colazione.”
Teresa sempre ad occhi bassi “come desidera signorina.”
“Può andare adesso, ci vediamo dopodomani.”
“Si signorina.”
Dopo che Teresa se ne fu’ andata tornarono di sopra, Angelica non stava più nella pelle, forse aveva trovato la sua schiava, si sedette sul suo trono schioccò le dita e ordinò,
“Schiava levami le scarpe e baciami i PIEDINI, adesso.”
DIVINA CARLA la guardò con un sopracciglio alzato interrogativa, Angelica le disse,
“Scusa CARLA ma sono talmente emozionata che ho scordato le buone maniere.”
“Capisco, anzi ti devi abituare a dare ordini in modo autoritario e farti ubbidire ciecamente.”
Dopo un po’ Angelica chiese a CARLA ,
“Posso usare la tua schiava per farmi leccare in mezzo alle gambe come ti ho visto fare tante volte, sono eccitatissima.”
“Certo non devi neanche chiederlo ordini e basta.”
Allora Angelica si slacciò i pantaloni, schioccò le dita e ordinò,
“Schiava toglimi i pantaloni, le calze e fammi godere.”
DIVINA CARLA la corresse,
“Finché non ti dico di smettere.”
“Finché non ti dico di smettere, schiava.”
La schiava cominciò a leccare Angelica che era bagnatissima e venne quasi subito, ma la fece continuare per una mezz’ora e venne ancora due volte, a quel punto anche DIVINA CARLA si era eccitata e le ordinò,
“Schiava adesso fai godere anche me, muoviti.”
DIVINA CARLA si fece leccare fino a quando sentì che la schiava non riusciva più a muovere la lingua, soddisfatta l’allontano’ e le ordinò,
“Schiava portami al bagno svelta.”
Due giorni dopo cinque minuti prima delle 9, Teresa suonò al campanello, mentre aspettava si disse che aveva proprio bisogno di questo lavoro, ancora un paio di giorni e per mangiare sarebbe dovuta andare alla mensa della Caritas e per dormire non sapeva dove, non vedeva l’ora di cominciare, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non perderlo, soprattutto perché lo stipendio era veramente ottimo, gli apri’ la porta l’altra domestica la fece entrare,
“Vieni posa la tua roba in questa stanza, dobbiamo portare la colazione alle signorine.”
Presero un vassoio per uno e salirono di sopra, le trovò sedute al tavolo su due poltrone che sembravano troni, sembravano due regine in attesa di essere servite da i propri servi e quando si avvicinò vide che avevano i PIEDINI appoggiati su un cuscino con le pantofole di fianco, posò il vassoio davanti a quella che lei credeva la sua nuova datrice di lavoro e le disse con educazione e umiltà diventando come al solito rossa come un pomodoro,
“Buongiorno signorina.”
Angelica la guardò negli occhi finché lei non li abbassò e chinò la testa, a quel punto schioccò le dita e indicando il pavimento le ordinò,
“In ginocchio.”
Teresa rimase impietrita senza capire cosa stava succedendo,
allora Angelica con voce tagliente le disse,
“Sto aspettando.”
Teresa ancora più rossa, lentamente si inginocchiò sempre a testa bassa, allora Angelica le disse,
“Quando ti ho assunta non stavo cercando solo una domestica ma una schiava che ubbidisse ad ogni mio ordine senza discutere e immediatamente, e per sempre, credo di averla trovata in te, ma se non ti sta bene la porta è quella e addio.”
Teresa non poteva credere a quello che sentiva, e rispose,
“Ma io sono venuta per lavorare, ho bisogno di lavorare.”
Angelica le rispose,
“Decidi, o resti alle mie condizioni o te ne vai, ma deciditi in fretta non ho tempo da perdere.”
Passarono circa due minuti Teresa sempre a testa bassa e sempre più rossa in faccia si mordeva l’interno delle guance senza saper decidere cosa fare.
Angelica stufa di aspettare gli si rivolse con durezza,
“Allora ti decidi, non ho tutto il giorno, sto aspettando e non mi piace aspettare la decisione di una schiava.”
Teresa a voce Molto bassa rispose,
“Accetto.”
Angelica ribatté,
“Non ho sentito, schiava.”
Teresa sentiva la gola stretta e non riusciva quasi a parlare, tossì e con voce più alta
“Accetto di diventare la sua schiava.”
“Eccellente, dopo ti farò firmare un regolare contratto che ti impegnerà per tutta la vita, da adesso ti rivolgerai a me chiamandomi MIA DEA, mi darai del voi, davanti a me starai sempre in ginocchio fronte a terra, mi dovrai venerare come tua sola e unica divinità, accetterai con gratitudine qualsiasi punizione che con magnanimità ti infliggerò per correggere i tuoi errori, dormirai ai piedi del mio letto e mi ubbidirai all’istante sempre e comunque, chiaro schiava.”
“Si.”
Angelica con voce imperiosa la corresse,
“Si, e poi cosa schiava .”
Continua….. .
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2024-01-02
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