Carla l’imperatrice

di
genere
dominazione

CARLA AUGUSTA GIULI,
è una ricca e bellissima ereditiera di circa trent’anni (suo padre avrebbe voluto chiamarla ‘CESARA AUGUSTA’ perché credeva fermamente che la sua famiglia discendesse addirittura da GIULIO CESARE, la gens julia, per fortuna sua madre si era opposta, e aveva imposto CARLA.)
Rimasta orfana di entrambi i genitori a causa di un incidente stradale durante il primo anno di università, si laurea con il massimo dei voti più lode in economia.
Vive in una grande città, (possiede due interi isolati composti da 12 palazzi per un totale di più di 300 appartamenti e circa 80 negozi, sono divisi in due complessi con al centro un grande giardino per i suoi inquilini, sotto al quale sono stati costruiti i garage.) In un attico su due livelli in uno dei suoi palazzi, il piano superiore è occupato dalla sua camera, rivestita con pannelli di legno e con pavimento in parquet, alcuni tappeti persiani, un enorme letto a baldacchino fatto su misura, dal guardaroba, dal bagno e da un grande terrazzo dove d’estate consuma i suoi pasti, in un angolo del quale c’è una mini piscina con idromassaggio che può contenere comodamente quattro persone, a CARLA piace fare colazione in camera appena sveglia, Il tavolo dove consuma la colazione comodamente seduta in poltrona è vicino alla grande finestra che da sul terrazzo, al piano inferiore, nell’ingresso si trovava un altro guardaroba dove CARLA tiene tutti i suoi soprabiti dai più leggeri ai più pesanti comprese le sue pellicce, un grande salotto, la cucina, un altro bagno, la camera della domestica, uno sgabuzzino di servizio, e la lavanderia, Il personale di servizio è pochissimo, a CARLA non piace avere troppa gente per casa, una cuoca e una donna delle pulizie a ore, le sono più che sufficienti e una domestica fissa, che al momento non ha perché l’ultima l’ha dovuta licenziare.
CARLA è single, non desidera una relazione stabile, gli uomini li usa e poi li butta e non li porta mai a casa.
Di carattere volitivo, dotata di molto carisma ha la tendenza innata a imporsi su gli altri, ed ottenere sempre tutto quello che vuole con la forza della sua personalità, non solo dagli uomini ma anche dalle altre donne, è il punto di riferimento della sua compagnia di amici, una leader nata, riesce sempre a imporre il proprio punto di vista, l’ultima parola è sempre la sua, decide sempre lei tutto quello che fanno insieme.
Mora, capelli lunghi ondulati, occhi verdi smeraldo (che alcuni definiscono magnetici),1.75 atletica (cavalca almeno due ore al giorno) pratica il krav-maga di cui è una vera esperta, almeno quattro volte a settimana, sensuale, una terza di reggiseno, gambe lunghe affusolate e ben tornite, una vera passione per le scarpe soprattutto con i tacchi alti minimo 10 cm ne possiede almeno
200 paia, fra décolleté, stivali, sandali gioiello, ma anche tutti gli altri tipi di scarpe, ha pure la predilezione per tutti i modelli di calze, reggicalze, autoreggenti e collant, ma soprattutto dei PIEDINI, numero 37, (il numero di cenerentola) veramente bellissimi, con le dita a scalare a partire dall’alluce con una perfezione quasi soprannaturale, l’assenza di qualsiasi ispessimento fa si che la pelle dei PIEDINI di CARLA è morbida come la seta, le unghie sempre smaltate, spesso rosso fuoco, ma le piace cambiare, ha provato praticamente tutti i colori, i PIEDINI sono la parte del proprio corpo che le piace di più, (soprattutto quando sono velati dai collant di naylon o dalle calze di seta,) di cui va più fiera, che cura tantissimo, In modo quasi maniacale, ogni quindici giorni ha appuntamento fisso dalla pedicure.
CARLA ha quasi tutto ciò che un essere umano può desiderare, ma non si sente completamente realizzata, ha un sogno da molto tempo, un sogno che le viene dal più profondo del suo essere, che è insito nella sua personalità, un sogno che vuole e deve assolutamente realizzare, per sentirsi completa, vuole essere servita e adorata da uno stuolo di schiavi come e più delle imperatrici romane, ( dai quali suo padre credeva di discendere) non sarà facile trovare le persone giuste con cui realizzare il suo sogno, ma si impegnerà al massimo per trovarle.
CARLA, doveva trovare una domestica, stava perdendo le speranze di trovarne una all’altezza delle sue aspettative, dopo aver scartato 4 o 5 candidate, finalmente si presentò Maria una ragazza di 25 anni, di estrazione sociale molto umile, proveniente dalla campagna, con un fisico piuttosto robusto e una buona esperienza di lavori domestici, la ricevette in salotto seduta sulla sua poltrona preferita che sembrava un trono, le illustrò i suoi compiti e doveri.
Maria stette tutto il tempo a occhi bassi e quasi inchinata, CARLA la assunse subito non se la fece sfuggire, le piacque soprattutto l’atteggiamento che aveva avuto durante il colloquio la nuova domestica, sentiva come un formicolio in tutto il corpo, forse aveva trovato la persona giusta per realizzare il suo sogno.
Dopo un paio di settimane Maria si era ambientata bene e svolgeva i suoi compiti con solerzia e precisione, CARLA era soddisfatta, eseguiva subito tutto quello che le chiedeva, e anche di più, quando le parlava stava sempre ad occhi bassi, e come il primo giorno quasi inchinata,
CARLA aveva cominciato a darle ordini in modo più autoritario per vedere come reagiva, Maria rispondeva sempre umilmente chinando la testa e impegnandosi di più.
Anche Maria era soddisfatta, aveva trovato un buon lavoro, molto ben pagato, una bellissima casa, una datrice di lavoro ancora più bella della casa, per la quale provava dei sentimenti contrastanti che non sapeva ancora decifrare, quando le chiedeva di fare qualcosa sentiva il bisogno non solo di accontentarla ma di fare di più soltanto per il piacere di vedere l’espressione soddisfatta di CARLA, gli dava un godimento fisico, sentiva un rimescolamento al basso ventre e le farfalle nello stomaco, non aveva nessuna intenzione di rinunciare a questo lavoro per nessun motivo, anche se CARLA, le metteva molta soggezione, quando la guardava con i suoi occhi verdi, si sentiva totalmente svuotata, come se le annullasse completamente la volontà, non riusciva a dirle di no qualsiasi cosa le chiedesse, anzi faceva di più e meglio solo per un suo cenno di approvazione o un apprezzamento,
Alcune notti prima aveva sognato di stare in ginocchio davanti a alla sua datrice di lavoro, si era svegliata bagnata tra le gambe e quando si era toccata aveva raggiunto l’orgasmo quasi immediatamente.

Una mattina portò come al solito il vassoio con la colazione in camera, la colazione era composta da caffè, latte, pane tostato, burro, marmellata, miele, succo d’arancia fresco, prosciutto crudo e cotto, formaggio fresco, qualche gheriglio di noce e alcuni cornetti caldi con vari ripieni.
CARLA voleva avere la possibilità di scegliere tra dolce e salato.
“Signorina, la colazione è servita.”
CARLA che dormiva praticamente nuda con solo le mutandine fece per alzarsi ma poi decise di vedere se poteva realizzare il suo sogno, chiamò,
“Maria vieni qui.”
Maria si avvicinò al letto, CARLA la guardò negli occhi, fino a quando non li abbassò e chinò la testa, quindi con voce imperiosa le disse,
“inginocchiati e infilami le pantofole.”
Maria resto’ come impietrita per parecchi secondi, ma CARLA con voce ancora più imperiosa e schioccando le dita le disse,
“MUOVITI.”
Maria, era come paralizzata non muoveva neanche un muscolo, diventò tutta rossa, allora
CARLA schioccò di nuovo le dita e con voce dura e tagliente le disse,
“Allora, ti decidi ad eseguire l’ordine che ti ho dato?”
Maria guardò CARLA che la guardava con sguardo algido e senza tradire emozioni,
Abbassò di nuovo la testa, poi finalmente si inginocchiò e le infilò le pantofole,
CARLA non credeva di poter realizzare il suo sogno così facilmente, aveva potuto costatare nei giorni precedenti il carattere remissivo, umile e molto servizievole di Maria, ed era quasi sicura di essere in grado di poterla soggiogare ai propri desideri,
si infilò la vestaglia da camera di seta pura e mentre andava verso il tavolo pensò,

Si sedette al tavolo per fare colazione, con tono di voce imperioso chiamò Maria che era rimasta come imbambolata in ginocchio vicino al letto,
“MARIA!!!! VIENI SUBITO QUI!”
quando Maria si avvicinò,
CARLA schioccò le dita e indicando il pavimento ordinò,
“IN GINOCCHIO”
Maria guardò ancora CARLA, che la guardava con espressione fredda e distaccata continuando a indicare con il dito indice il pavimento.
Abbassò la testa, arrossì se possibile ancora di più e si inginocchiò.
Quando CARLA la vide in ginocchio vicino alla poltrona dove era seduta si sentì come una vera IMPERATRICE ROMANA, si accinse a farle il discorso che dentro di se aveva provato e sognato per tanto tempo, e che non pensava di pronunciare mai,
“ Avere una domestica non mi basta più, voglio qualcosa in più, non mi posso più accontentare di una semplice domestica, sono troppo raffinata, troppo elegante, ho troppo stile, sono troppo importante, troppo signorile per accontentarmi di una semplice domestica, tutti hanno una domestica, io voglio e merito di più, non mi sento un semplice essere umano, sento di essere iventerò la sua schiava se è questo che vuole, ma non mi mandi via la prego.”
“Molto bene, giura di ubbidire a qualsiasi ordine ti darò anche il più strano, senza mai ribellarti, di ubbidire sempre e comunque, giura sulla tua vita.”
“Giuro sulla mia vita, di ubbidire a qualsiasi ordine mi darà mai senza discutere.”
“Molto bene, voglio farti firmare un contratto che ti impegna per tutta la vita, te la senti?”
Maria guardò di nuovo CARLA che la fissava con i suoi risplendenti occhi verdi e rispose con un flebile,
“Si.”
CARLA, la apostrofo’ “non ho sentito”
Maria deglutì più volte quindi rispose con voce un po’ più chiara,
“Si”
“Eccellente, d’ora in poi ti rivolgerai a me chiamandomi DIVINA PADRONA, e dandomi del voi, di fronte a me starai sempre in ginocchio fronte a terra, camminerai sempre in ginocchio, starai in piedi solo se i miei ordini ti obbligheranno ad alzarti, parlerai soltanto se espressamente interpellata, o per ringraziare la tua DIVINA PADRONA quando con la sua infinita magnanimità ti farà, se te lo meriterai, un complimento, accetterai con gratitudine qualsiasi punizione la tua DIVINA PADRONA ti vorrà infliggere per correggere le tue inadempienze, e obbedirai a qualsiasi ordine ti darò con gioia e riconoscenza e senza nessuna esitazione rispondendo,
: SI DIVINA PADRONA:
Mi adorerai e mi venererai come tua unica divinità, accetti di diventare la mia schiava?”
Maria aveva la gola secca, deglutì più volte poi con voce roca e quasi piangendo rispose,
“Si accetto”
CARLA con voce imperiosa e battendo il DIVINO PIEDINO per terra, la riprese,
“SI ACCETTO COSA, SCHIAVA”
Maria appoggiò la fronte a terra e rispose, “SI accetto DIVINA PADRONA”
“Ecco è così che ti devi rivolgere alla tua DIVINA PADRONA, con umiltà, e ringraziandomi per la possibilità che ti ho voluto concedere, quale essere inferiore, di diventare la mia schiava devota.
“Ripeti, DIVINA PADRONA l’unico scopo della mia vita è adorarvi come mia unica DIVINITÀ, poter baciare dove voi posate i vostri DIVINI PIEDINI è tutto ciò cui aspiro, vi imploro di permettermi di servirvi con umiltà e devozione fino a quando non vi stancherete della vostra schiava.”
La schiava ripete’ parola per parola, alla fine DIVINA CARLA le disse,
“Molto bene schiava, è naturale che tu mi adori come unica tua DIVINITÀ, ti sono troppo superiore perché questo non avvenga, al mio cospetto sei una nullità, la tua massima aspirazione, tutti i tuoi sforzi devono avere il solo scopo di procurarmi il massimo della comodità e del benessere, per te avere la possibilità di baciare dove poso i miei DIVINI PIEDINI deve essere la tua sola e unica ambizione, nient’altro deve essere più importante per te, l’unico scopo che ti devi prefiggere d’ora in poi è ADORARMI e SERVIRMI oltre il massimo delle tue possibilità, affinché,
la tua DIVINA PADRONA possa goderne a proprio piacimento, pertanto da questo momento il tuo compito mentre consumo i pasti è stare sotto il tavolo e baciarmi i DIVINI PIEDINI, quindi sfilami le pantofole stenditi sotto il tavolo e comincia immediatamente, intanto la tua DIVINA PADRONA si gode questa magnifica colazione.”
“Si DIVINA PADRONA.”
La schiava sfilò le pantofole a DIVINA CARLA, si sdraiò sotto il tavolo e cominciò baciarle i
DIVINI PIEDINI,
A DIVINA CARLA la sensazione delle labbra calde su i DIVINI PIEDINI provocò quasi un orgasmo, si crogiolò godendosi questa fantastica sensazione, dopo un po’ cominciò a darle degli ordini,
“Schiava annusa profondamente il paradisiaco profumo dei miei DIVINI PIEDINI, devi essere in grado di riconoscerlo tra mille altri, continua a baciare i miei DIVINI PIEDINI, alla tua DIVINA PADRONA piace moltissimo sentire le tue labbra sui suoi DIVINI PIEDINI, non smettere e annusa bene.”
Dopo qualche minuto DIVINA CARLA era al settimo cielo, farsi baciare i DIVINI PIEDINI era un’esperienza magnifica molto più piacevole di quello che pensava, e, a cui non voleva rinunciare mai più, continuò a godersi la piacevolissima sensazione ancora per diversi minuti poi,
Schioccò le dita e diede alla sua schiava un ordine che non credeva di poter mai dare, e che d’ora in poi voleva dare spesso.
“Schiava, Tira fuori la lingua e leccami i DIVINI PIEDINI, lentamente parti dal tallone e arriva fino alle dita, lentamente prima al centro, poi di lato, e ora l’altro lato, fallo lentamente piano piano, assapora il prezioso gusto del mio DIVINO PIEDINO, fammi sentire la lingua, voglio che te la consumi leccandomi i DIVINI PIEDINI, così continua non ti fermare, ancora e ancora e ancora.”
Dopo che la sua schiava le aveva leccato a lungo il DIVINO PIEDINO, DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Adesso lecca l’altro DIVINO PIEDINO, schiava.”
“Farsi leccare i DIVINI PIEDINI è veramente un’esperienza magnifica, non credevo fosse così bello, è anche rilassante, continua schiava, lecca ancora, continua, lecca i miei DIVINI PIEDINI, non ti fermare, alla tua divina padrona piace sentire la tua lingua che le accarezza i DIVINI PIEDINI, schiava, ricorda ti devi impegnare al massimo con ogni fibra del tuo corpo per accontentare la tua divina padrona,
l’unica tua aspirazione deve essere questa, non conta altro per te.”

“ora succhiami le dita una per una, sempre Molto lentamente, passa bene la lingua tra le dita, piano, fallo lentamente, gusta il raffinato, elegante e sofisticato sapore dei miei DIVINI PIEDINI,
La schiava continuò a succhiare e a leccare le dita e tra gli spazi interdigitali a lungo, poi
DIVINA CARLA le offrì l’altro DIVINO PIEDINO ordinandogli,
“Schiava, continua a succhiare e leccare, come hai fatto con l’altro DIVINO PIEDINO!”
Dopo qualche minuto DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiava, apri bene la bocca che ti infilo il mio DIVINO PIEDINO fino in gola, la schiava con il PIEDINO della sua DIVINA PADRONA tutto in bocca non riusciva quasi a respirare, DIVINA CARLA poteva concretizzare tutto quello che sognava da praticamente tutta la vita, cominciò a muovere le dita, come sognava di fare da sempre.
Maria pensò di soffocare, le venne pure un conato, poi per fortuna della schiava, DIVINA CARLA ritirò il DIVINO PIEDINO, ma solo per sentirsi ordinare di aprire di più la bocca, così che la DIVINA PADRONA potesse infilare l’altro, che spinse ancora più a fondo nella sua gola, Maria non riuscì a trattenersi e cominciò ad avere conati continui, DIVINA CARLA continuò a tenere il
DIVINO PIEDINO nella bocca della sua schiava ancora per parecchi secondi spingendo sempre più a fondo, quasi godendo della sofferenza della sua schiava, (finalmente poteva dire queste parole.) constatando di aver visto giusto riguardo al carattere di Maria,( d’ora in poi il nome non contava più, sarebbe stata chiamata solo, schiava.) pur essendo sicuramente la prima volta in vita sua che veniva trattata come stava facendo lei, non si ribellava ma anzi cercava di eseguire i suoi ordini come meglio poteva, quando pensò che stesse per soffocare tolse il suo DIVINO PIEDINO dalla sua bocca, guardò la sua schiava che aveva quasi gli occhi fuori dalle orbite e quasi con compassione, le disse,
“schiava, sei stata brava per essere la prima volta, sembri nata apposta soltanto per consumarti la lingua per leccare i miei DIVINI PIEDINI, come prima volta può andare, ma per accontentarmi d’ora in poi dovrai esserlo molto di più, ti devi impegnare al massimo delle tue possibilità, devi imparare a tenere i miei DIVINI PIEDINI in bocca anche per ore senza farti venire conati e continuare a leccarli fino a quando non ti dico di smettere, chiaro schiava.”
“ Si DIVINA PADRONA ”
“Schiava quando la tua DIVINA PADRONA ti fa un complimento devi ringraziare “
“Grazie DIVINA PADRONA “
“Bene così, ti devi rivolgere alla tua DIVINA PADRONA con umiltà e gratitudine, devi ringraziare sempre la tua DIVINA PADRONA, per te è in privilegio avere l’immenso onore e l’enorme piacere di baciarmi e leccarmi i DIVINI PIEDINI, anzi devi essere tu a meritarti e a implorare la tua DIVINA PADRONA per avere il permesso, la possibilità e il fervore religioso di baciarmi e consumarti la lingua per leccarmi i DIVINI PIEDINI, ti devi impegnare al massimo delle tue possibilità per cercare di accontentare la tua DIVINA PADRONA, capito schiava”
“Si DIVINA PADRONA”
DIVINA CARLA Schioccò le dita “schiava ho finito di fare colazione, vado in bagno, voglio che tu mi segui baciando per terra dove poso i miei DIVINI PIEDINI e porta le mie pantofole,
DIVINA CARLA si alzò e si avviò, controllando che la sua schiava eseguisse i suoi ordini e baciasse il pavimento dove lei posava i DIVINI PIEDINI, arrivata in bagno DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“ schiava, baciami i DIVINI PIEDINI e infilami le pantofole.”
La schiava eseguì l’ordine.
Poi DIVINA CARLA schioccò di nuovo le dita e ordinò,
“mentre mi preparo, tu predisponi il mio completo da equitazione dopo mi aiuterai a vestirmi.”
Uscita dal bagno DIVINA CARLA si risedette sulla poltrona e schioccò le dita e ordinò
“Schiava, bacia e levami le pantofole, baciami i DIVINI PIEDINI e infilami i calzettoni poi aiutami a indossare i pantaloni e infilami gli stivali.”
La schiava esegui’ gli ordini, quando stava per far calzare gli stivali,
DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiava, quando mi metti o mi levi qualsiasi calzatura devi baciarle, capito schiava.”
“Si DIVINA PADRONA”
“Tienilo bene in mente non voglio ripeterlo più, chiaro schiava.”
“Si DIVINA PADRONA.”
“Adesso vado a cavalcare quando torno voglio che sia tutto pulito e in ordine, controllerò attentamente, schiava, per pranzo, di alla cuoca che voglio una cosa leggera, un insalata di pollo andrà bene e che da oggi consumerò i pasti qui in camera, quando torno ti voglio trovare vicino a questa poltrona in ginocchio e fronte a terra, capito schiava.”
“Si DIVINA PADRONA”
Detto ciò se ne andò soddisfatta aveva ciò che voleva, finalmente dopo tanto sognare possedeva una schiava, avrebbe potuto dare corpo a tutte le sue fantasie.
Quando rientro’ DIVINA CARLA trovò la sua schiava esattamente come le aveva ordinato
“schiava adesso controllo se hai fatto anche il resto, trovò tutto perfetto si sedette in poltrona schioccò le dita e ordinò,
“schiava, d’ora in poi quando rientro dalla mia cavalcata giornaliera il tuo compito è quello di spogliarmi, comincia sfilandomi gli stivali.”
La schiava bacio’ gli stivali poi li sfilò,
DIVINA CARLA schioccò le dita e le ordinò,
“Schiava, annusa gli stivali, quando mi togli qualsiasi calzatura devi annusarle bene, così ti imprimerai il profumo celestiale dei miei DIVINI PIEDINI profondamente nel naso.”
“ si, DIVINA PADRONA.”
La schiava annusò profondamente e a lungo gli stivali che aveva appena tolto poi spogliò la sua DIVINA PADRONA, quando DIVINA CARLA fu’ completamente nuda mandò la schiava a prepararle il bagno.
Maria tornò dalla sua DIVINA PADRONA in ginocchio.
DIVINA CARLA schioccò le dita e le ordinò,
“Schiava quando ti presenti al mio DIVINO COSPETTO dopo che hai eseguito un ordine mi devi baciare i DIVINI PIEDINI, se come in questo momento sono scalza, altrimenti mi baci le scarpe o quello che indosso, capito schiava.”
“Si DIVINA PADRONA.”
La schiava baciò i DIVINI PIEDINI,
“ il vostro bagno è pronto DIVINA PADRONA”.
“Molto bene schiava, prendi e infilami le pantofole.”
La schiava, prese baciò e infilò le pantofole poi mentre si alzava a DIVINA CARLA venne un idea, costatando il fisico piuttosto robusto della sua schiava, dovuto probabilmente da anni di lavori in campagna, (voglio provare ad usarla come cavalcatura, dovrebbe reggere il mio peso, speriamo.)
Schioccò le dita e ordinò,
“schiava, mettiti a quattro zampe”
La schiava ubbidì all’istante DIVINA CARLA si sedette sulla sua schiena e le ordinò
“portami in bagno cavallina”.
La schiava faticava tantissimo ma DIVINA CARLA la incitava,
“su schiava, non vorrai deludere la tua DIVINA PADRONA, ancora un ultimo sforzo, forza, dai.”
ma la schiava arrivata sulla porta del bagno crollò a terra sotto il peso della sua
DIVINA PADRONA.
DIVINA CARLA era un po’ indispettita, ma poi pensò che era la prima volta che la sua schiava portava sulla schiena qualcuno.
“Schiava per questa volta non ti punirò, per questa grave mancanza, non hai eseguito un ordine della DIVINA PADRONA, che non succeda mai più, hai capito, miserabile schiava.
“Si DIVINA PADRONA, perdonatemi non succederà più”.
“Lo spero per te schiava, la prossima volta ti aspettano dieci frustate con il mio frustino da equitazione, si sedette sul bordo della vasca,
“Schiava, bacia e sfilami le pantofole, baciami i DIVINI PIEDINI.”
Detto questo si immerse nella vasca schioccò le dita e ordinò
“schiava prendi la spugna e lavami”
Finito il bagno DIVINA CARLA, schioccò le dita e ordinò,
“Schiava, prendi l’accappatoio.”
Si avvolse nell’accappatoio che la sua schiava le fece indossare,
Si sedette di nuovo sul bordo della vasca e ordinò “schiava asciugami i DIVINI PIEDINI, poi baciali e infilami le pantofole”.
La schiava esegui’ l’ordine poi DIVINA CARLA schioccò di nuovo le dita e ordinò,
“Schiava, rimettiti a quattro zampe.”
La schiava obbedì immediatamente, DIVINA CARLA si sedette sulla sua schiena e si fece riportare in camera, arrivata vicino alla sua poltrona scese dalla sua schiava schioccò le dita e ordinò,
“Schiava, prendi la vestaglia da camera, che mi cambio questo accappatoio bagnato.”
La schiava prese la vestaglia, la fece indossare alla sua DIVINA PADRONA, che intanto aveva buttato per terra l’accappatoio, si sedette sulla poltrona e schioccò le dita e ordinò,
” schiava, servimi il pranzo.”
La schiava baciò le pantofole, e si precipitò in cucina a prendere il vassoio da portare alla sua DIVINA PADRONA, tornata in camera servi’ il pranzo quindi baciò e sfilò le pantofole, si stese sotto il tavolo e cominciò a baciarle i DIVINI PIEDINI.
DIVINA CARLA era al settimo cielo la sua schiava eseguiva i suoi compiti senza bisogno di ordini.
Finito il più bel pranzo della sua vita DIVINA CARLA schioccò le dita ,
“schiava ho finito. “
La schiava rimise le pantofole alla sua DIVINA PADRONA uscì da sotto il tavolo ma
DIVINA CARLA la bloccò,
“ Ferma lì schiava , quando finisco di mangiare mi devi chiedere se desidero altro.
schioccò le dita e ordinò,
“fronte a terra.”
La schiava con la fronte a terra
“Desiderate altro, DIVINA PADRONA “
“Si, portami un caffè, schiava “
La schiava baciò ancora le pantofole e corse in cucina, portando via il vassoio del pranzo, tornò poco dopo con il caffè lo servi’ poi non sapendo cosa fare si inginocchiò con la fronte a terra.
DIVINA CARLA si arrabbiò,
“schiava cosa devi fare mentre la tua DIVINA PADRONA consuma il pasto?”
Le domandò sarcastica.
La schiava rispose “devo baciarvi i DIVINI PIEDINI, DIVINA PADRONA “
“Lo stai facendo?”
le chiese con ironia.
“No DIVINA PADRONA “
“È la seconda volta che manchi a un tuo dovere schiava, la punizione che ti meriti, è di cinque frustate, ringraziami per la mia infinita magnanimità!”
La schiava rispose,
“Grazie, DIVINA PADRONA, non sono degna della vostra infinita magnanimità, ho mancato al mio sacro dovere nei vostri confronti, merito qualsiasi punizione che con la vostra immensa bontà mi vorrete infliggere, grazie DIVINA PADRONA.”
“Perfetto schiava, la tua risposta mi fa capire che sei quasi degna di essere la mia schiava devota, ma ti devi impegnare di più, molto di più, ora prendi il mio frustino da equitazione, portamelo con la bocca, adesso.”
La schiava prese il frustino con la bocca e lo consegnò alla DIVINA PADRONA .
DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiava, girati con il sedere verso di me, fronte a terra, terrai il conto delle frustate che ti sei meritata, se sbaglierai ricomincerò da capo dopo ogni colpo mi ringrazierai e alla fine mi bacerai le pantofole, capito schiava.”
“Si DIVINA PADRONA “
“Molto bene “ e fece partire il primo colpo
Maria senti’ un dolore fortissimo e le sfuggi’ un grido, ma riuscì a trovare la forza per ringraziare la sua DIVINA PADRONA.
“1, Grazie DIVINA PADRONA”
Allora DIVINA CARLA colpi’ ancora più forte a ogni colpo in un crescendo parossistico di eccitazione sadica e sessuale si sentiva bagnata tra le gambe, nel vedere la sua schiava cercare di soddisfare gli ordini che le dava, arrivata al quinto colpo la sua schiava la ringraziò, si girò, DIVINA CARLA vide che aveva le lacrime agli occhi, ma le bacio’ le pantofole e si mise fronte a terra in attesa di ordini.
DIVINA CARLA non poteva credere che un essere umano potesse annullarsi così, ma non le dispiacque affatto, anzi, visto che la sua schiava obbediva a qualsiasi ordine e lei era molto eccitata, si aprì la vestaglia, si sedette meglio sulla poltrona schioccò le dita e ordinò,
“schiava leccami il SACRO FIORE in mezzo alle gambe, assapora il nettare DIVINO della tua
DIVINA PADRONA, fammi godere altrimenti ti levo la pelle a frustate “
La schiava rimase sgomenta, mai avrebbe pensato di fare una cosa del genere, ma
DIVINA CARLA la prese per i capelli e le sbatte’ la faccia sul proprio sesso che era bagnatissimo intimandole,
“Lecca schiava, lecca la tua DIVINA PADRONA, fammi godere.”
La schiava era molto inesperta, DIVINA CARLA dovette insegnarle a farlo e, a farlo come piaceva a lei, dopo pochi minuti venne abbondantemente, l’orgasmo più bello della sua vita, continuò a farsi leccare ancora per qualche minuto poi soddisfatta allontanò la sua schiava schioccò le dita e le ordinò,
“schiava sistema tutto, porta via il vassoio , poi torna qui subito.”
la schiava baciò le pantofole e esegui’ l’ordine,
Tornò dalla sua DIVINA PADRONA in ginocchio, baciò ancora le pantofole poi appoggiò la fronte a terra in attesa di ordini.
DIVINA CARLA le disse,
“schiava voglio rilassarmi, penso che leggerò un po’, prendi il libro sul mio comodino.”
La schiava sempre in ginocchio andò a prendere il libro e lo portò alla sua DIVINA PADRONA.
“Schiava mentre leggo e mi rilasso, mi farai da poggiapiedi, bacia e levami le pantofole, baciami i DIVINI PIEDINI e mettiti a quattro zampe che appoggio i miei DIVINI PIEDINI sulla tua schiena.”
Quando DIVINA CARLA fu comoda cominciò a leggere, ogni tanto metteva un DIVINO PIEDINO davanti alla bocca della sua schiava perché lo baciasse, dopo un po’ si addormentò, quando si svegliò dopo una mezz’ora la schiava era rimasta immobile per non disturbarla.
“Schiava sei stata molto brava.”
“Grazie, DIVINA PADRONA.”
Schioccò le dita e ordinò,
“ti sei meritata un premio, anzi il premio più grande, leccami i DIVINI PIEDINI.”
DIVINA CARLA tolse i DIVINI PIEDINI dalla schiena della sua schiava, la schiava dalla posizione a quattro zampe si mise in ginocchio, DIVINA CARLA le offri’ il suo DIVINO PIEDINO da leccare, mentre l’altro lo appoggiò sulla coscia della schiava, che subito cominciò a leccare il
DIVINO PIEDINO della sua DIVINA PADRONA.
A DIVINA CARLA farsi leccare i PIEDINI piaceva sempre di più, soprattutto adesso che possedeva una schiava e lo poteva ordinare quando voleva semplicemente schioccando le dita.
Come al mattino DIVINA CARLA dava il ritmo delle leccate alla sua schiava.
“Schiava, lecca lentamente dal tallone alle dita, piano piano, fammi sentire la tua lingua che mi accarezza i DIVINI PIEDINI, non tralasciare neanche un millimetro, lecca bene, succhiami le dita una per una, ingoia il mio DIVINO PIEDINO fino in gola più profondamente che puoi, continua schiava lecca i DIVINI PIEDINI finché non ti dico di smettere.”
dopo un po’ DIVINA CARLA schioccò di nuovo le dita e ordinò,
“Schiava adesso lecca l’altro DIVINO PIEDINO, esattamente come hai fatto fino ad ora.”
Mentre si gode la piacevolissima sensazione della lingua della sua schiava che le accarezza i DIVINI PIEDINI, DIVINA CARLA pensa di apportare delle modifiche all’arredamento della sua camera, quando ritiene che la sua schiava le avesse leccato i DIVINI PIEDINI a sufficienza, tanto da essersi meritata il suo premio, decise di fermarla perché doveva uscire a fare shopping con la sua amica Angelica.
Schioccò le dita e ordinò,
“Basta schiava, prendi un catino e lavami i DIVINI PIEDINI, non vorrai mica che vado in giro con la tua saliva che mi impiastriccia i DIVINI PIEDINI, vero?”
“No DIVINA PADRONA”
“Bene muoviti allora che devo uscire”
Lavati i DIVINI PIEDINI, DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò alla schiava di prenderle un reggiseno, le mutandine ,un paio di jeans, dei collant color carne, una camicia e, un paio di ballerine dalla cabina armadio che era grande quasi quanto una stanza.
Quando fu vestita aiutata dalla sua schiava che le bacio’ più volte i DIVINI PIEDINI,
DIVINA CARLA le disse
“Schiava adesso esco, ho degli ordini per te, preparati un giaciglio ai piedi del mio letto da oggi dormirai qui, ti voglio a mia disposizione sempre giorno e notte, metti un cuscino da parte al letto così ci appoggio i miei DIVINI PIEDINI quando mi alzo la mattina prima che mi infili le pantofole poi porta la poltrona del salotto qui che è molto più adatta al mio nuovo STATUS Di DIVINITÀ,
al posto di questa, questa portala in bagno così starò molto più comoda quando mi asciugherai i DIVINI PIEDINI dopo il bagno, avverti la cuoca che stasera non ceno a casa, quindi può andare via quando anche subito se vuole, tu pulisci le mie scarpe quelle con il tacco alto quando rientro deciderò quali mettere per uscire stasera, hai capito gli ordini, schiava”
“Si DIVINA PADRONA, buon pomeriggio DIVINA PADRONA”
Quando DIVINA CARLA rientrò aveva dei pacchi con gli acquisti del pomeriggio vide con piacere che i suoi ordini erano stati eseguiti alla lettera, si sedette sulla poltrona che era stata portata dal salotto che sembrava un trono, la sua schiava si precipitò in ginocchio a baciarle le scarpe,
“Ben tornata DIVINA PADRONA “
DIVINA CARLA fu piacevolmente colpita da come la sua schiava fosse già così sottomessa da non avere bisogno di ordini per eseguire il suo dovere.
“schiava adesso spogliami che faccio una doccia veloce.”
“Subito DIVINA PADRONA “
Quando fu nuda DIVINA CARLA si fece portare in bagno dalla sua schiava comodamente seduta sulla sua schiena, questa volta la schiava riuscì a non crollare sotto il peso della sua
DIVINA PADRONA, arrivate in bagno DIVINA CARLA si complimentò,
“ schiava, sei stata molto brava, d’ora in poi mi sposterò sempre in questo modo,”
“Grazie DIVINA PADRONA.”
“mentre faccio la doccia tu aspetta qui in ginocchio e stai pronta con l’accappatoio pulito, quando esco.”
Finita la doccia la schiava fece indossare l’accappatoio a DIVINA CARLA che si sedette sulla poltrona avvolta nell’accappatoio pulito e si fece asciugare i DIVINI PIEDINI dalla sua schiava, che lo fece con molta delicatezza e dolcezza e le bacio’ i DIVINI PIEDINI con profonda devozione e amore.
DIVINA CARLA si stupì di come si era trasformata in una vera schiava in così poco tempo.
“Schiava, forse sbaglio, anche se la possibilità che io mi sbagli non va presa neanche in considerazione, ma mi sembra che essere diventata la mia schiava devota, ti abbia completato come persona, anche se inferiore, quasi fosse naturale per te adorarmi con ogni fibra del tuo essere, come è giusto che sia, vero?”
“Si è vero, DIVINA PADRONA, fino a stamattina sentivo che la mia vita era come vuota, non capivo perché, solo adesso mi sento veramente realizzata, essere diventata la vostra schiava devota mi ha fatto capire che la mia vita prima non era vita, ma solo un trascinarmi giorno dopo giorno senza scopo, ma adesso so che la mia vita è davvero viva solo servendo una persona bella e DIVINA come voi, il mio posto è in ginocchio ai vostri DIVINI PIEDINI pronta a servirvi ad un vostro cenno, solo in questo modo mi sento realizzata e veramente viva, essendo io un essere inferiore, aspetto che voi schioccate le dita per eseguire i vostri DIVINI ordini immediatamente, quando mi ordinate di baciarvi o leccarvi i DIVINI PIEDINI provo dei brividi di piacere, anche quando vi ho leccato il fiore in mezzo alle gambe ho provato un intenso brivido di piacere, non avrei mai pensato di provare un sentimento così intenso per una donna, seppur DIVINA come voi, penso, anzi sono sicura di amarvi con tutta me stessa DIVINA PADRONA, vi ringrazierò per sempre di avermi permesso di scoprire la mia vera natura e di permettermi di servirvi con umiltà e devozione come è giusto che sia, perché voi siete la mia unica DIVINITÀ, perdonatemi se mi sono permessa di esprimere il mio stato d’animo, con così tante parole.”
“Schiava ma tu mi devi amare con tutta te stessa, per te l’unica persona che conta sono io e nessun’altra, mi devi servire con amore, mi devi baciare e leccare i DIVINI PIEDINI con amore quando mi porti sulla schiena lo devi fare con amore, quando ti dò un ordine lo devi eseguire anche se va a scapito della tua vita, il tuo amore per me deve essere totale, niente per te è più importante di qualsiasi mio capriccio, qualsiasi mio desiderio deve essere da te esaudito immediatamente e senza esitare, anche se ubbidirmi ti potrebbe far rischiare la vita, che non vale nemmeno una mia calza bucata, capito schiava.”
“Si DIVINA PADRONA, vedrete che non vi deluderò mai.”
Continua…….
scritto il
2023-12-30
2 . 8 K
visite
1
voti
valutazione
10
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Caterina

racconto sucessivo

Carla l’imperatrice (2)
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.