Carla l'imperatrice (10)
di
Parrucchiere
genere
dominazione
Lo schiavo si mise a quattro zampe, DIVINA CARLA si sedette sulla sua schiena e come al solito si aggrappò ai capelli, e lo incitò con pacche e tallonate ad andare più veloce possibile, arrivata in bagno DIVINA CARLA scese dalla schiena dello schiavo schioccò le dita e ordinò,
“Schiavo, stamattina voglio prendere la Maserati, vai a prepararla muoviti!”
Lo schiavo le baciò le pantofole rispondendo,
“Si DIVINA PADRONA.”
Quando DIVINA CARLA fu pronta, scese in garage trovò lo schiavo in ginocchio fronte a terra vicino alla macchina che aveva scelto, si avvicinò, lo schiavo baciò gli stivali poi aprì lo sportello, DIVINA CARLA salì lo schiavo richiuse lo sportello, quindi si mise al posto di guida,
DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiavo, al maneggio veloce!”
“Si DIVINA PADRONA.”
Arrivata al maneggio DIVINA CARLA aspetta che lo schiavo le apra la portiera, quindi scende dalla macchina come una regina e si avvia verso le scuderie seguita dal suo schiavo, coccola un po’ il suo cavallo poi si siede su una balla di fieno, schiocca le dita e ordina ,
“Schiavo prepara il mio cavallo per la mia cavalcata giornaliera, muoviti!”
Lo schiavo le baciò gli stivali rispondendo,
“Si DIVINA PADRONA.”
Tornata a casa trovò la cuoca che la stava aspettando, per dirle che si doveva licenziare per motivi personali, DIVINA CARLA la salutò con molto dispiacere e le disse che le avrebbe mandato tutto quello che le spettava appena il suo commercialista avesse fatto i conti, quindi salì in camera, si sedette sul suo trono lo schiavo baciò gli stivali e si mise a quattro zampe, anche la schiava baciò gli stivali, DIVINA CARLA appoggiò i DIVINI PIEDINI sulla schiena dello schiavo, la schiava le sfilò gli stivali, li annusò bene poi levò i calzettoni e baciò i DIVINI PIEDINI,
DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiava fammi un bel massaggio ai DIVINI PIEDINI!”
Mentre si godeva il massaggio della sua schiava devota DIVINA CARLA le disse,
“Schiava, la cuoca si è dovuta licenziare, d’ora in poi cucinerai tu, così mi servirai in modo più completo, chiaro schiava!”
“Si DIVINA PADRONA, non vedo l’ora di servirvi di più e meglio, grazie DIVINA PADRONA.”
“Ottimo, adesso vai a prepararmi il bagno, muoviti!”
“Si DIVINA PADRONA.”
Il sabato sera DIVINA CARLA si stava preparando per uscire, dopo un pomeriggio di shopping con Angelica, servita come al solito dalla sua schiava, schioccò le dita e ordinò allo schiavo,
“Schiavo questa sera voglio prendere la Ferrari, vai a prepararla veloce!”
“Si DIVINA PADRONA.”
Quando fu pronta DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiava prendi un paio di ballerine, non guido con i tacchi, e accompagnami in garage!”
In ascensore si sedette sulla schiena della schiava, arrivata in garage trovò come al solito
lo schiavo in ginocchio fronte a terra vicino alla macchina che aveva scelto pronto ad aprirle lo sportello, si avvicinò e lo schiavo baciò le scarpe quindi aprì lo sportello, DIVINA CARLA si sedette sul morbido sedile di pelle schioccò le dita e ordinò,
“Schiava toglimi le scarpe e infilami le ballerine, veloce!”
La schiava baciò le scarpe le sfilò, baciò i DIVINI PIEDINI e infilò le ballerine, DIVINA CARLA si fece consegnare le scarpe appena tolte, si mise al volante, lo schiavo richiuse lo sportello,
DIVINA CARLA accese la potente automobile, che prese vita con un rombo fragoroso e se ne andò.
Giunta al locale dove aveva appuntamento con i suoi amici, scelto perché aveva il parcheggio privato, parcheggiò vicino ad un’altra Ferrari da cui stava scendendo un uomo, spense la macchina e aprì lo sportello, si stava cambiando le scarpe quando notò che l’uomo dell’altra macchina aveva fatto il giro e la stava fissando, lo guardò fisso anche lei, apostrofandolo,
“Mi ha guardato abbastanza?”
allora l’uomo si avvicinò, un po’ esitante,
“Mi perdoni, ma ero curioso di sapere chi guidasse questa splendida auto.”
DIVINA CARLA gli rispose accigliata,
“Ma anche lei guida una Ferrari!”
“Si è vero, ma la sua ha un colore particolare, bellissimo, poi gli interni bianco panna sono veramente eccezionali, lei è bellissima e ha dei piedi favolosi.”
DIVINA CARLA lo guardò stupita,
“Come?”
“La prego di perdonare la mia sfacciataggine, sono un estimatore e un appassionato delle dolci estremità femminili e quando ho visto i suoi ne sono rimasto affascinato.”
“Solo a parole o, fa anche fatti!”
L’uomo rimase basito, per qualche secondo non riuscì a parlare, poi si schiarì la gola diventando rosso porpora,
“Che cosa intende per fatti?”
“Il suo interesse per le dolci estremità femminili, come le ha chiamate lei, è solo per dare aria ai denti, o intende dare concretezza alle sue parole?”
“Magari potessi dare seguito alle mie fantasie.” rispose sorvolando sull’evidente tono provocatorio di DIVINA CARLA.
“Quali sono le sue fantasie?”
“Vorrei avere la possibilità di adorare una donna bella e autoritaria come credo sia lei, che mi faccia sentire una nullità, stare in ginocchio ai suoi PIEDINI per esaudire qualsiasi suo desiderio, mia moglie mi ha lasciato perché mi accusava di essere più innamorato dei suoi piedi che di lei.”
“È sicuro di quello che dice, la potrei accontentare!”
“Magari.”
“Quindi lei vorrebbe diventare mio schiavo?”
“Si.”
“Sono molto esigente con i miei schiavi, dai quali pretendo devozione assoluta, i miei ordini devono essere eseguiti immediatamente senza esitazione, lasciare la tua vita e vivere solo per venerarmi e servirmi quale tua unica DIVINITÀ, pensi di riuscire a diventare mio schiavo?”
“Voglio diventare il suo più umile schiavo, la mia non è vita, sono solo un semplice impiegato bancario, passo le serate da solo, stasera ho fatto una mattata, ho preso questa Ferrari a noleggio perché volevo passare un sabato sera in un locale raffinato tra gente con i soldi e dare una svolta alla mia inutile esistenza, ho avuto la fortuna di incontrare lei e potrò finalmente realizzare i miei sogni.”
DIVINA CARLA schioccò le dita e indicando con il dito indice per terra gli ordinò,
“Schiavo, d’ora in poi quando sei al mio divino cospetto la tua sola posizione è in ginocchio, muoviti!”
L’uomo si inginocchiò immediatamente, DIVINA CARLA schioccò ancora le dita e ordinò,
“Baciami le scarpe, schiavo!”
Mentre le baciava le scarpe DIVINA CARLA scrisse su un foglietto il suo indirizzo, quando fu soddisfatta del lavoro del suo nuovo schiavo schioccò di nuovo le dita e ordinò,
“Schiavo, vai a restituire la Ferrari e fatti trovare a questo indirizzo quando rientro, adesso mi vado a divertire, tu aspettami!”
E se ne andò senza più degnarlo di uno sguardo.
Dentro il locale la stava aspettando Angelica, la raggiunse e le raccontò quello che le era appena successo, Angelica rimase stupita dicendole,
“Ma come fai attiri schiavi come una calamita.”
“Guarda non lo so nemmeno io, stasera sono uscita con l’intenzione di divertirmi insieme a te, non pensavo lontanamente di cercare un’altro schiavo ma mi si è presentata questa occasione e l’ho colta al volo, comunque non so se lo troverò ad aspettarmi, chissà se avrà il coraggio di diventare mio schiavo?”
Quando rientrò a casa verso le tre di notte, DIVINA CARLA vide il suo nuovo schiavo che la aspettava fuori dal portone, portò la macchina in garage poi apri il portone appena il suo nuovo schiavo entrò e richiuse schioccò le dita e ordinò,
“In ginocchio schiavo!”
Ubbidì all’istante allora DIVINA CARLA gli ordinò,
“Baciami le scarpe!”
Lo schiavo eseguì l’ordine immediatamente, dopo pochi baci DIVINA CARLA si avviò verso l’ascensore facendo segno allo schiavo di seguirla, gli ordinò di chiamarlo, si fece aprire le porte e gli disse quale pulsante premere, quindi gli ordinò di mettersi a quattro zampe si sedette sulla sua schiena e gli ordinò di tenere in bocca le scarpe che aveva usato per guidare, arrivata al suo piano, DIVINA CARLA si alzò dalla schiena del suo nuovo schiavo gli ordinò di aprirle le porte dell’ascensore,
gli consegnò le chiavi di casa e gli ordinò di aprire, appena lo schiavo richiuse la porta
DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“In ginocchio schiavo, seguimi!”
Lo portò in salotto e si sedette sulla poltrona che era uguale al suo trono, lo schiavo la seguì, aveva ancora le sue scarpe in bocca allora DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiavo posa le mie scarpe delicatamente a terra senza usare le mani, poi vieni qui al mio divino cospetto, veloce!”
Quando lo schiavo fu ai suoi DIVINI PIEDINI, DIVINA CARLA schioccò ancora le dita e ordinò,
“Fronte a terra schiavo!”
Lo schiavo eseguì l’ordine immediatamente, DIVINA CARLA appoggiò il suo DIVINO PIEDINO sulla sua nuca, accavallò l’altra facendogli sentire tutto il suo peso e il suo potere,
“Schiavo d’ora in poi sarai mio schiavo per sempre, essere mio schiavo non è un gioco che fai quando ne hai voglia, pretendo devozione assoluta, d’ora in poi la tua esistenza avrà un solo scopo, adorarmi e servirmi ventiquattr’ore su ventiquattro, sette giorni su sette, tutti i tuoi sforzi devono avere un unico obiettivo, il mio benessere e la mia comodità, se te lo meriterai avrai l’onore di baciarmi i DIVINI PIEDINI, verrai severamente punito per qualsiasi mancanza, mi dovrai venerare quale tua sola e unica DIVINITÀ, ti rivolgerai a me dandomi del voi e chiamandomi DIVINA PADRONA, al mio cospetto starai sempre in ginocchio fronte a terra, ti alzerai soltanto se i miei ordini ti obbligheranno, parlerai solo se espressamente interpellato, obbedirai a qualsiasi mio ordine immediatamente e senza neanche un nano secondo di esitazione, pensi di essere in grado di venerarmi e servirmi come pretendo dai miei schiavi?”
“Si PADRONA.”
“Schiavo, allora non mi hai ascoltato, ti ho detto di rivolgerti a me chiamandomi,
DIVINA PADRONA, per queste gravissime mancanze ti meriti quindici frustate che con la mia infinita magnanimità ti infliggerò appena salirò di sopra, chiedi perdono e ringraziami,
schiavo incapace!”
Nonostante il peso della sua DIVINA PADRONA lo schiacciasse e il tacco della scarpa rischiasse di bucargli la nuca riuscì a implorare,
“DIVINA PADRONA, il vostro umile schiavo vi chiede umilmente perdono non sono ancora capace di venerarvi come voi pretendete, ma vi giuro che passerò il resto della mia vita a cercare di impararlo, vi ringrazio per qualsiasi punizione che con la vostra infinita magnanimità vorrete infliggermi, per correggere le mie inevitabili mancanze, grazie DIVINA PADRONA.”
“Bene schiavo, adesso vediamo di assegnarti i tuoi compiti, dovrai pulire e tenere in ordine questo piano della mia casa, meno la cucina alla quale pensa la schiava, la mattina prima di andare al lavoro, soprattutto il guardaroba con i miei soprabiti voglio che sia sempre perfettamente pulito e in ordine, devi stare sempre a torso nudo, dormirai nella stanza che c’è qui, hai detto che lavori in banca giusto?”
“Si DIVINA PADRONA.”
“Molto bene, puoi continuare a lavorare, il resto del tuo tempo lo passerai a servirmi, lo stipendio lo terrai per te, qui avrai vitto e alloggio, la casa dove abiti ora è tua?”
“Si DIVINA PADRONA.”
“Bene, la intesterai a me, a te non servirà più, chiaro schiavo?”
“Si DIVINA PADRONA.”
“Hai altre proprietà?”
“Si DIVINA PADRONA, un casale ristrutturato in collina con vista sul lago, isolato, con circa due ettari di terreno intorno.”
“Bellissimo, intesterai anche questo a me, chiaro schiavo!”
“Si DIVINA PADRONA.”
“Descrivilo!”
“È una villa padronale di circa 400 metri quadrati, che risale alla fine del secolo scorso, in alto senza altre costruzioni vicino, con un muro di cinta alto due metri e mezzo in cui si apre il cancello in ferro battuto, dal cancello parte il viale che costeggia il muro e arriva davanti alla casa e al garage poi prosegue per ritornare al cancello, il garage è a tre posti, la casa è due piani, davanti c’è un portico al quale si accede salendo tre scalini, la porta è quella originale in legno massiccio, entrando c’è un grande vestibolo con in fondo la scala che porta al piano superiore, a destra c’è una grande cucina, un bagno, la dispensa, e la porta della cantina, a sinistra un salone con sala da pranzo, la biblioteca con un tavolo da biliardo, al piano superiore sopra la sala da pranzo c’è la camera padronale con bagno privato, e la terrazza, due camere con un altro bagno, al centro del cerchio creato dal viale d’accesso c’è un grande giardino con piante di alto fusto cespugli di rose e altri fiori, e una piscina 25 per 10 metri.”
“Benissimo, sembra sufficiente per accogliere la mia DIVINA persona!”
“Si DIVINA PADRONA.”
“Non ho ancora finito schiavo, quando sarai qui e rientro mi dovrai accogliere baciandomi le scarpe e sfilandomi il soprabito, se esco mi farai indossare il soprabito che avrò scelto poi mi bacerai le scarpe, chiaro schiavo!”
“Si DIVINA PADRONA.”
“Ottimo, adesso riprendi le mie scarpe in bocca e seguimi camminando a quattro zampe!”
DIVINA CARLA tolse i DIVINI PIEDINI dalla sua nuca e si diresse verso le scale per andare in camera sua, seguita dal duo nuovo schiavo, entrò e si avviò verso suo trono, i suoi schiavi la aspettavano come sempre in ginocchio fronte a terra, appena si accomodò il suo schiavo le baciò le scarpe e si mise a quattro zampe per farle da poggiapiedi, DIVINA CARLA Poggio’ i
DIVINI PIEDINI sulla sua schiena, schioccò le dita e ordinò alla sua schiava,
“Schiava toglimi le scarpe e massaggiami i DIVINI PIEDINI, muoviti!”
La schiava le baciò le suole e con la bocca sfilò con delicatezza le scarpe, le posò a terra le annusò bene e cominciò a massaggiare i DIVINI PIEDINI della DIVINA PADRONA, mentre si godeva il massaggio della sua schiava devota DIVINA CARLA schioccò le dita e annunciò,
“Schiavi, abbiamo un nuovo acquisto, indicando il suo nuovo schiavo che l’aveva seguita sempre in ginocchio fino al suo trono e aveva ancora le sue scarpe in bocca, il suo nome sarà schiavo numero due, d’ora in poi mi adorerete e mi servirete in tre, faremo dei cambiamenti voi schiavi maschi dormirete di sotto qui rimarrà soltanto la mia schiava devota, lo schiavo numero due si occuperà di tenere pulito e in ordine il piano di sotto, tu schiava oltre a pulire la mia camera ti occuperai della cucina e cucinerai per la tua DIVINA PADRONA, tu schiavo numero uno continuerai a occuparti amorevolmente delle mie macchine e del terrazzo, tutto chiaro schiavi?”
La schiava e lo schiavo numero uno risposero,
“Si DIVINA PADRONA.”
Mentre lo schiavo numero due annuì perché aveva in bocca le scarpe della DIVINA PADRONA, constatato che i suoi schiavi avessero capito le sue disposizioni DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò
“Schiavo numero due, devi subire la punizione che con la mia infinita magnanimità ti ho inflitto per due gravi mancanze, posa a terra delicatamente le mie scarpe e mettiti a torso nudo, tu schiavo numero uno spostati!”
I suoi ordini furono eseguiti immediatamente, allora DIVINA CARLA schioccò ancora le dita e ordinò,
“Schiavo numero due, vieni qui ai miei DIVINI PIEDINI fronte a terra!”
Quando lo schiavo numero due fu nella posizione desiderata, DIVINA CARLA gli mise un
DIVINO PIEDINO sulla nuca quindi schioccò di nuovo le dita e ordinò,
“Schiava prendi la frusta di pelle intrecciata, veloce!”
La schiava prese come sempre con la bocca quanto ordinato e la consegnò alla sua
DIVINA PADRONA, con la frusta in mano DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiavo numero due, la tua punizione è di quindici frustate, dopo ogni frustata mi ringrazierai e alla fine bacerai le scarpe che tenevi in bocca, quindi ti rimetterai in questa posizione,
chiaro schiavo?”
La risposta fu a malapena udibile perché lo schiavo aveva la faccia schiacciata nel folto tappeto dal DIVINO PIEDINO della DIVINA PADRONA,
Ma DIVINA CARLA schiacciandolo ancora di più gli disse,
“Non ho sentito schiavo!”
“Si DIVINA PADRONA.”
Quasi urlò lo schiavo
“Ottimo, mentre frusto il mio nuovo schiavo tu schiavo numero uno bacia il mio DIVINO PIEDINO!”
Lo schiavo numero uno prese tra le mani con delicatezza il DIVINO PIEDINO che gli veniva offerto e cominciò a baciarlo con passione, mentre l’altro era sempre sulla nuca dello schiavo numero due, DIVINA CARLA cominciò a frustare il suo nuovo schiavo che dopo ogni colpo urlava di dolore ma la ringraziava e alla quindicesima frustata quando DIVINA CARLA tolse il suo DIVINO PIEDINO dalla sua nuca baciò le scarpe che aveva tenuto in bocca, quindi si rimise nella posizione di prima, DIVINA CARLA ammirò con soddisfazione il suo lavoro, lo schiavo aveva la schiena tutta rigata e in alcuni punti c’erano delle gocce di sangue schioccò le dita e ordinò allo schiavo numero uno,
“Schiavo numero uno, basta!”
Lo schiavo smise di baciarle il DIVINO PIEDINO, DIVINA CARLA appoggiò i DIVINI PIEDINI sulla schiena dello schiavo numero due godendo della sua evidente sofferenza quando gli strusciava i DIVINI PIEDINI sui segni che gli aveva fatto con la sua frusta, assaporò per qualche minuto la meravigliosa sensazione, che le dava constatare il potere che aveva scoperto di avere sulle altre persone che le portava a soffrire per il suo diletto, quindi schioccò le dita e ordinò,
“Schiava porta a posto le mie scarpe e prendi le pantofole, veloce!”
Quando la schiava tornò con le pantofole, DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiava spogliami!”
La schiava le baciò i DIVINI PIEDINI e cominciò a spogliarla sganciando il reggicalze, le sfilò delicatamente le calze, poi le tolse il vestito lasciando DIVINA CARLA in reggiseno e mutandine,
che schioccò le dita e ordinò,
“Schiavo numero uno portami in bagno, veloce!”
Lo schiavo numero uno si mise a quattro zampe, DIVINA CARLA si accomodò sulla sua schiena e come al solito si aggrappò ai capelli con una mano mentre con l’altra gli diede una fortissima pacca sul sedere dicendogli,
“Veloce cavallino, muoviti!”
Lo schiavo partì più veloce possibile come pretendeva la DIVINA PADRONA arrivata in bagno DIVINA CARLA scese dalla sua cavalcatura e gli ordinò,
“Fronte a terra schiavo!”
Lo schiavo ubbidì all’istante, DIVINA CARLA fece pipì, la schiava l’asciugo’ con la lingua come sempre quindi DIVINA CARLA si riaccomodò sulla schiena dello schiavo schioccò le dita e ordinò,
“Riportami al mio trono schiavo!”
Lo schiavo ripartì sempre più velocemente possibile e riportò la DIVINA PADRONA al suo trono,
Quando giunse al suo trono DIVINA CARLA scese dalla sua cavalcatura e si sedette e ordinò,
“Schiavo numero uno prendi il tuo giaciglio e insieme allo schiavo numero due andatevene di sotto a dormire, schiavo numero uno ti aspetto domattina, schiavo numero due tu pulisci di sotto controllerò molto attentamente, avete capito gli ordini schiavi?”
Gli schiavi risposero,
“Si DIVINA PADRONA.”
“Eccellente, adesso andatevene!”
Gli schiavi le baciarono le pantofole e se ne andarono, quando furono sole DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò alla sua schiava devota,
“Schiava vieni qui e fammi godere, lecca il mio SACRO FIORE!”
La schiava le sfilò le mutandine DIVINA CARLA come sempre la prese per i capelli e le sbatté la faccia sul proprio sesso e con voce roca ed eccitata le ordinò,
“Lecca schiava soddisfa la tua DIVINA PADRONA assapora il SACRO NETTARE, finché non ti ordino di smettere!”
La schiava cominciò a leccare il SACRO FIORE della DIVINA PADRONA, le piaceva sempre di più leccare il SACRO FIORE della DIVINA PADRONA e farla godere più volte, le dava un senso di appagamento che non aveva mai provato.
La mattina dopo, quando DIVINA CARLA scese per andare al maneggio, trovò lo schiavo numero due intento a pulire il guardaroba, appena si accorse della sua presenza si inginocchiò e le baciò gli stivali, DIVINA CARLA scelse il soprabito che voleva mettere, lo schiavo l’aiuto’ ad indossarlo, si inginocchiò di nuovo e le baciò gli stivali, DIVINA CARLA schioccò le dita e gli ordinò,
“Schiavo, quando torno voglio trovare il mio guardaroba pulito e splendente, fai un buon lavoro!”
“Si DIVINA PADRONA.”
Quando tornò dalla sua cavalcata giornaliera, seguita dallo schiavo numero uno, trovò lo schiavo numero due in ginocchio fronte a terra, appena entrò lo schiavo baciò gli stivali, sfilò il soprabito lo rimise al suo posto quindi baciò di nuovo gli stivali e si inginocchiò fronte a terra in attesa di ordini, DIVINA CARLA controllò attentamente il guardaroba per vedere come lo schiavo aveva eseguito il compito che gli aveva assegnato, lo trovò veramente splendente si complimentò,
“Schiavo numero due sei stato abbastanza bravo, ma puoi migliorare chiaro!”
Lo schiavo baciò di nuovo gli stivali,
“Grazie DIVINA PADRONA, la prossima volta farò ancora meglio, sperando di accontentarvi.”
continua…….. .
“Schiavo, stamattina voglio prendere la Maserati, vai a prepararla muoviti!”
Lo schiavo le baciò le pantofole rispondendo,
“Si DIVINA PADRONA.”
Quando DIVINA CARLA fu pronta, scese in garage trovò lo schiavo in ginocchio fronte a terra vicino alla macchina che aveva scelto, si avvicinò, lo schiavo baciò gli stivali poi aprì lo sportello, DIVINA CARLA salì lo schiavo richiuse lo sportello, quindi si mise al posto di guida,
DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiavo, al maneggio veloce!”
“Si DIVINA PADRONA.”
Arrivata al maneggio DIVINA CARLA aspetta che lo schiavo le apra la portiera, quindi scende dalla macchina come una regina e si avvia verso le scuderie seguita dal suo schiavo, coccola un po’ il suo cavallo poi si siede su una balla di fieno, schiocca le dita e ordina ,
“Schiavo prepara il mio cavallo per la mia cavalcata giornaliera, muoviti!”
Lo schiavo le baciò gli stivali rispondendo,
“Si DIVINA PADRONA.”
Tornata a casa trovò la cuoca che la stava aspettando, per dirle che si doveva licenziare per motivi personali, DIVINA CARLA la salutò con molto dispiacere e le disse che le avrebbe mandato tutto quello che le spettava appena il suo commercialista avesse fatto i conti, quindi salì in camera, si sedette sul suo trono lo schiavo baciò gli stivali e si mise a quattro zampe, anche la schiava baciò gli stivali, DIVINA CARLA appoggiò i DIVINI PIEDINI sulla schiena dello schiavo, la schiava le sfilò gli stivali, li annusò bene poi levò i calzettoni e baciò i DIVINI PIEDINI,
DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiava fammi un bel massaggio ai DIVINI PIEDINI!”
Mentre si godeva il massaggio della sua schiava devota DIVINA CARLA le disse,
“Schiava, la cuoca si è dovuta licenziare, d’ora in poi cucinerai tu, così mi servirai in modo più completo, chiaro schiava!”
“Si DIVINA PADRONA, non vedo l’ora di servirvi di più e meglio, grazie DIVINA PADRONA.”
“Ottimo, adesso vai a prepararmi il bagno, muoviti!”
“Si DIVINA PADRONA.”
Il sabato sera DIVINA CARLA si stava preparando per uscire, dopo un pomeriggio di shopping con Angelica, servita come al solito dalla sua schiava, schioccò le dita e ordinò allo schiavo,
“Schiavo questa sera voglio prendere la Ferrari, vai a prepararla veloce!”
“Si DIVINA PADRONA.”
Quando fu pronta DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiava prendi un paio di ballerine, non guido con i tacchi, e accompagnami in garage!”
In ascensore si sedette sulla schiena della schiava, arrivata in garage trovò come al solito
lo schiavo in ginocchio fronte a terra vicino alla macchina che aveva scelto pronto ad aprirle lo sportello, si avvicinò e lo schiavo baciò le scarpe quindi aprì lo sportello, DIVINA CARLA si sedette sul morbido sedile di pelle schioccò le dita e ordinò,
“Schiava toglimi le scarpe e infilami le ballerine, veloce!”
La schiava baciò le scarpe le sfilò, baciò i DIVINI PIEDINI e infilò le ballerine, DIVINA CARLA si fece consegnare le scarpe appena tolte, si mise al volante, lo schiavo richiuse lo sportello,
DIVINA CARLA accese la potente automobile, che prese vita con un rombo fragoroso e se ne andò.
Giunta al locale dove aveva appuntamento con i suoi amici, scelto perché aveva il parcheggio privato, parcheggiò vicino ad un’altra Ferrari da cui stava scendendo un uomo, spense la macchina e aprì lo sportello, si stava cambiando le scarpe quando notò che l’uomo dell’altra macchina aveva fatto il giro e la stava fissando, lo guardò fisso anche lei, apostrofandolo,
“Mi ha guardato abbastanza?”
allora l’uomo si avvicinò, un po’ esitante,
“Mi perdoni, ma ero curioso di sapere chi guidasse questa splendida auto.”
DIVINA CARLA gli rispose accigliata,
“Ma anche lei guida una Ferrari!”
“Si è vero, ma la sua ha un colore particolare, bellissimo, poi gli interni bianco panna sono veramente eccezionali, lei è bellissima e ha dei piedi favolosi.”
DIVINA CARLA lo guardò stupita,
“Come?”
“La prego di perdonare la mia sfacciataggine, sono un estimatore e un appassionato delle dolci estremità femminili e quando ho visto i suoi ne sono rimasto affascinato.”
“Solo a parole o, fa anche fatti!”
L’uomo rimase basito, per qualche secondo non riuscì a parlare, poi si schiarì la gola diventando rosso porpora,
“Che cosa intende per fatti?”
“Il suo interesse per le dolci estremità femminili, come le ha chiamate lei, è solo per dare aria ai denti, o intende dare concretezza alle sue parole?”
“Magari potessi dare seguito alle mie fantasie.” rispose sorvolando sull’evidente tono provocatorio di DIVINA CARLA.
“Quali sono le sue fantasie?”
“Vorrei avere la possibilità di adorare una donna bella e autoritaria come credo sia lei, che mi faccia sentire una nullità, stare in ginocchio ai suoi PIEDINI per esaudire qualsiasi suo desiderio, mia moglie mi ha lasciato perché mi accusava di essere più innamorato dei suoi piedi che di lei.”
“È sicuro di quello che dice, la potrei accontentare!”
“Magari.”
“Quindi lei vorrebbe diventare mio schiavo?”
“Si.”
“Sono molto esigente con i miei schiavi, dai quali pretendo devozione assoluta, i miei ordini devono essere eseguiti immediatamente senza esitazione, lasciare la tua vita e vivere solo per venerarmi e servirmi quale tua unica DIVINITÀ, pensi di riuscire a diventare mio schiavo?”
“Voglio diventare il suo più umile schiavo, la mia non è vita, sono solo un semplice impiegato bancario, passo le serate da solo, stasera ho fatto una mattata, ho preso questa Ferrari a noleggio perché volevo passare un sabato sera in un locale raffinato tra gente con i soldi e dare una svolta alla mia inutile esistenza, ho avuto la fortuna di incontrare lei e potrò finalmente realizzare i miei sogni.”
DIVINA CARLA schioccò le dita e indicando con il dito indice per terra gli ordinò,
“Schiavo, d’ora in poi quando sei al mio divino cospetto la tua sola posizione è in ginocchio, muoviti!”
L’uomo si inginocchiò immediatamente, DIVINA CARLA schioccò ancora le dita e ordinò,
“Baciami le scarpe, schiavo!”
Mentre le baciava le scarpe DIVINA CARLA scrisse su un foglietto il suo indirizzo, quando fu soddisfatta del lavoro del suo nuovo schiavo schioccò di nuovo le dita e ordinò,
“Schiavo, vai a restituire la Ferrari e fatti trovare a questo indirizzo quando rientro, adesso mi vado a divertire, tu aspettami!”
E se ne andò senza più degnarlo di uno sguardo.
Dentro il locale la stava aspettando Angelica, la raggiunse e le raccontò quello che le era appena successo, Angelica rimase stupita dicendole,
“Ma come fai attiri schiavi come una calamita.”
“Guarda non lo so nemmeno io, stasera sono uscita con l’intenzione di divertirmi insieme a te, non pensavo lontanamente di cercare un’altro schiavo ma mi si è presentata questa occasione e l’ho colta al volo, comunque non so se lo troverò ad aspettarmi, chissà se avrà il coraggio di diventare mio schiavo?”
Quando rientrò a casa verso le tre di notte, DIVINA CARLA vide il suo nuovo schiavo che la aspettava fuori dal portone, portò la macchina in garage poi apri il portone appena il suo nuovo schiavo entrò e richiuse schioccò le dita e ordinò,
“In ginocchio schiavo!”
Ubbidì all’istante allora DIVINA CARLA gli ordinò,
“Baciami le scarpe!”
Lo schiavo eseguì l’ordine immediatamente, dopo pochi baci DIVINA CARLA si avviò verso l’ascensore facendo segno allo schiavo di seguirla, gli ordinò di chiamarlo, si fece aprire le porte e gli disse quale pulsante premere, quindi gli ordinò di mettersi a quattro zampe si sedette sulla sua schiena e gli ordinò di tenere in bocca le scarpe che aveva usato per guidare, arrivata al suo piano, DIVINA CARLA si alzò dalla schiena del suo nuovo schiavo gli ordinò di aprirle le porte dell’ascensore,
gli consegnò le chiavi di casa e gli ordinò di aprire, appena lo schiavo richiuse la porta
DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“In ginocchio schiavo, seguimi!”
Lo portò in salotto e si sedette sulla poltrona che era uguale al suo trono, lo schiavo la seguì, aveva ancora le sue scarpe in bocca allora DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiavo posa le mie scarpe delicatamente a terra senza usare le mani, poi vieni qui al mio divino cospetto, veloce!”
Quando lo schiavo fu ai suoi DIVINI PIEDINI, DIVINA CARLA schioccò ancora le dita e ordinò,
“Fronte a terra schiavo!”
Lo schiavo eseguì l’ordine immediatamente, DIVINA CARLA appoggiò il suo DIVINO PIEDINO sulla sua nuca, accavallò l’altra facendogli sentire tutto il suo peso e il suo potere,
“Schiavo d’ora in poi sarai mio schiavo per sempre, essere mio schiavo non è un gioco che fai quando ne hai voglia, pretendo devozione assoluta, d’ora in poi la tua esistenza avrà un solo scopo, adorarmi e servirmi ventiquattr’ore su ventiquattro, sette giorni su sette, tutti i tuoi sforzi devono avere un unico obiettivo, il mio benessere e la mia comodità, se te lo meriterai avrai l’onore di baciarmi i DIVINI PIEDINI, verrai severamente punito per qualsiasi mancanza, mi dovrai venerare quale tua sola e unica DIVINITÀ, ti rivolgerai a me dandomi del voi e chiamandomi DIVINA PADRONA, al mio cospetto starai sempre in ginocchio fronte a terra, ti alzerai soltanto se i miei ordini ti obbligheranno, parlerai solo se espressamente interpellato, obbedirai a qualsiasi mio ordine immediatamente e senza neanche un nano secondo di esitazione, pensi di essere in grado di venerarmi e servirmi come pretendo dai miei schiavi?”
“Si PADRONA.”
“Schiavo, allora non mi hai ascoltato, ti ho detto di rivolgerti a me chiamandomi,
DIVINA PADRONA, per queste gravissime mancanze ti meriti quindici frustate che con la mia infinita magnanimità ti infliggerò appena salirò di sopra, chiedi perdono e ringraziami,
schiavo incapace!”
Nonostante il peso della sua DIVINA PADRONA lo schiacciasse e il tacco della scarpa rischiasse di bucargli la nuca riuscì a implorare,
“DIVINA PADRONA, il vostro umile schiavo vi chiede umilmente perdono non sono ancora capace di venerarvi come voi pretendete, ma vi giuro che passerò il resto della mia vita a cercare di impararlo, vi ringrazio per qualsiasi punizione che con la vostra infinita magnanimità vorrete infliggermi, per correggere le mie inevitabili mancanze, grazie DIVINA PADRONA.”
“Bene schiavo, adesso vediamo di assegnarti i tuoi compiti, dovrai pulire e tenere in ordine questo piano della mia casa, meno la cucina alla quale pensa la schiava, la mattina prima di andare al lavoro, soprattutto il guardaroba con i miei soprabiti voglio che sia sempre perfettamente pulito e in ordine, devi stare sempre a torso nudo, dormirai nella stanza che c’è qui, hai detto che lavori in banca giusto?”
“Si DIVINA PADRONA.”
“Molto bene, puoi continuare a lavorare, il resto del tuo tempo lo passerai a servirmi, lo stipendio lo terrai per te, qui avrai vitto e alloggio, la casa dove abiti ora è tua?”
“Si DIVINA PADRONA.”
“Bene, la intesterai a me, a te non servirà più, chiaro schiavo?”
“Si DIVINA PADRONA.”
“Hai altre proprietà?”
“Si DIVINA PADRONA, un casale ristrutturato in collina con vista sul lago, isolato, con circa due ettari di terreno intorno.”
“Bellissimo, intesterai anche questo a me, chiaro schiavo!”
“Si DIVINA PADRONA.”
“Descrivilo!”
“È una villa padronale di circa 400 metri quadrati, che risale alla fine del secolo scorso, in alto senza altre costruzioni vicino, con un muro di cinta alto due metri e mezzo in cui si apre il cancello in ferro battuto, dal cancello parte il viale che costeggia il muro e arriva davanti alla casa e al garage poi prosegue per ritornare al cancello, il garage è a tre posti, la casa è due piani, davanti c’è un portico al quale si accede salendo tre scalini, la porta è quella originale in legno massiccio, entrando c’è un grande vestibolo con in fondo la scala che porta al piano superiore, a destra c’è una grande cucina, un bagno, la dispensa, e la porta della cantina, a sinistra un salone con sala da pranzo, la biblioteca con un tavolo da biliardo, al piano superiore sopra la sala da pranzo c’è la camera padronale con bagno privato, e la terrazza, due camere con un altro bagno, al centro del cerchio creato dal viale d’accesso c’è un grande giardino con piante di alto fusto cespugli di rose e altri fiori, e una piscina 25 per 10 metri.”
“Benissimo, sembra sufficiente per accogliere la mia DIVINA persona!”
“Si DIVINA PADRONA.”
“Non ho ancora finito schiavo, quando sarai qui e rientro mi dovrai accogliere baciandomi le scarpe e sfilandomi il soprabito, se esco mi farai indossare il soprabito che avrò scelto poi mi bacerai le scarpe, chiaro schiavo!”
“Si DIVINA PADRONA.”
“Ottimo, adesso riprendi le mie scarpe in bocca e seguimi camminando a quattro zampe!”
DIVINA CARLA tolse i DIVINI PIEDINI dalla sua nuca e si diresse verso le scale per andare in camera sua, seguita dal duo nuovo schiavo, entrò e si avviò verso suo trono, i suoi schiavi la aspettavano come sempre in ginocchio fronte a terra, appena si accomodò il suo schiavo le baciò le scarpe e si mise a quattro zampe per farle da poggiapiedi, DIVINA CARLA Poggio’ i
DIVINI PIEDINI sulla sua schiena, schioccò le dita e ordinò alla sua schiava,
“Schiava toglimi le scarpe e massaggiami i DIVINI PIEDINI, muoviti!”
La schiava le baciò le suole e con la bocca sfilò con delicatezza le scarpe, le posò a terra le annusò bene e cominciò a massaggiare i DIVINI PIEDINI della DIVINA PADRONA, mentre si godeva il massaggio della sua schiava devota DIVINA CARLA schioccò le dita e annunciò,
“Schiavi, abbiamo un nuovo acquisto, indicando il suo nuovo schiavo che l’aveva seguita sempre in ginocchio fino al suo trono e aveva ancora le sue scarpe in bocca, il suo nome sarà schiavo numero due, d’ora in poi mi adorerete e mi servirete in tre, faremo dei cambiamenti voi schiavi maschi dormirete di sotto qui rimarrà soltanto la mia schiava devota, lo schiavo numero due si occuperà di tenere pulito e in ordine il piano di sotto, tu schiava oltre a pulire la mia camera ti occuperai della cucina e cucinerai per la tua DIVINA PADRONA, tu schiavo numero uno continuerai a occuparti amorevolmente delle mie macchine e del terrazzo, tutto chiaro schiavi?”
La schiava e lo schiavo numero uno risposero,
“Si DIVINA PADRONA.”
Mentre lo schiavo numero due annuì perché aveva in bocca le scarpe della DIVINA PADRONA, constatato che i suoi schiavi avessero capito le sue disposizioni DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò
“Schiavo numero due, devi subire la punizione che con la mia infinita magnanimità ti ho inflitto per due gravi mancanze, posa a terra delicatamente le mie scarpe e mettiti a torso nudo, tu schiavo numero uno spostati!”
I suoi ordini furono eseguiti immediatamente, allora DIVINA CARLA schioccò ancora le dita e ordinò,
“Schiavo numero due, vieni qui ai miei DIVINI PIEDINI fronte a terra!”
Quando lo schiavo numero due fu nella posizione desiderata, DIVINA CARLA gli mise un
DIVINO PIEDINO sulla nuca quindi schioccò di nuovo le dita e ordinò,
“Schiava prendi la frusta di pelle intrecciata, veloce!”
La schiava prese come sempre con la bocca quanto ordinato e la consegnò alla sua
DIVINA PADRONA, con la frusta in mano DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiavo numero due, la tua punizione è di quindici frustate, dopo ogni frustata mi ringrazierai e alla fine bacerai le scarpe che tenevi in bocca, quindi ti rimetterai in questa posizione,
chiaro schiavo?”
La risposta fu a malapena udibile perché lo schiavo aveva la faccia schiacciata nel folto tappeto dal DIVINO PIEDINO della DIVINA PADRONA,
Ma DIVINA CARLA schiacciandolo ancora di più gli disse,
“Non ho sentito schiavo!”
“Si DIVINA PADRONA.”
Quasi urlò lo schiavo
“Ottimo, mentre frusto il mio nuovo schiavo tu schiavo numero uno bacia il mio DIVINO PIEDINO!”
Lo schiavo numero uno prese tra le mani con delicatezza il DIVINO PIEDINO che gli veniva offerto e cominciò a baciarlo con passione, mentre l’altro era sempre sulla nuca dello schiavo numero due, DIVINA CARLA cominciò a frustare il suo nuovo schiavo che dopo ogni colpo urlava di dolore ma la ringraziava e alla quindicesima frustata quando DIVINA CARLA tolse il suo DIVINO PIEDINO dalla sua nuca baciò le scarpe che aveva tenuto in bocca, quindi si rimise nella posizione di prima, DIVINA CARLA ammirò con soddisfazione il suo lavoro, lo schiavo aveva la schiena tutta rigata e in alcuni punti c’erano delle gocce di sangue schioccò le dita e ordinò allo schiavo numero uno,
“Schiavo numero uno, basta!”
Lo schiavo smise di baciarle il DIVINO PIEDINO, DIVINA CARLA appoggiò i DIVINI PIEDINI sulla schiena dello schiavo numero due godendo della sua evidente sofferenza quando gli strusciava i DIVINI PIEDINI sui segni che gli aveva fatto con la sua frusta, assaporò per qualche minuto la meravigliosa sensazione, che le dava constatare il potere che aveva scoperto di avere sulle altre persone che le portava a soffrire per il suo diletto, quindi schioccò le dita e ordinò,
“Schiava porta a posto le mie scarpe e prendi le pantofole, veloce!”
Quando la schiava tornò con le pantofole, DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò,
“Schiava spogliami!”
La schiava le baciò i DIVINI PIEDINI e cominciò a spogliarla sganciando il reggicalze, le sfilò delicatamente le calze, poi le tolse il vestito lasciando DIVINA CARLA in reggiseno e mutandine,
che schioccò le dita e ordinò,
“Schiavo numero uno portami in bagno, veloce!”
Lo schiavo numero uno si mise a quattro zampe, DIVINA CARLA si accomodò sulla sua schiena e come al solito si aggrappò ai capelli con una mano mentre con l’altra gli diede una fortissima pacca sul sedere dicendogli,
“Veloce cavallino, muoviti!”
Lo schiavo partì più veloce possibile come pretendeva la DIVINA PADRONA arrivata in bagno DIVINA CARLA scese dalla sua cavalcatura e gli ordinò,
“Fronte a terra schiavo!”
Lo schiavo ubbidì all’istante, DIVINA CARLA fece pipì, la schiava l’asciugo’ con la lingua come sempre quindi DIVINA CARLA si riaccomodò sulla schiena dello schiavo schioccò le dita e ordinò,
“Riportami al mio trono schiavo!”
Lo schiavo ripartì sempre più velocemente possibile e riportò la DIVINA PADRONA al suo trono,
Quando giunse al suo trono DIVINA CARLA scese dalla sua cavalcatura e si sedette e ordinò,
“Schiavo numero uno prendi il tuo giaciglio e insieme allo schiavo numero due andatevene di sotto a dormire, schiavo numero uno ti aspetto domattina, schiavo numero due tu pulisci di sotto controllerò molto attentamente, avete capito gli ordini schiavi?”
Gli schiavi risposero,
“Si DIVINA PADRONA.”
“Eccellente, adesso andatevene!”
Gli schiavi le baciarono le pantofole e se ne andarono, quando furono sole DIVINA CARLA schioccò le dita e ordinò alla sua schiava devota,
“Schiava vieni qui e fammi godere, lecca il mio SACRO FIORE!”
La schiava le sfilò le mutandine DIVINA CARLA come sempre la prese per i capelli e le sbatté la faccia sul proprio sesso e con voce roca ed eccitata le ordinò,
“Lecca schiava soddisfa la tua DIVINA PADRONA assapora il SACRO NETTARE, finché non ti ordino di smettere!”
La schiava cominciò a leccare il SACRO FIORE della DIVINA PADRONA, le piaceva sempre di più leccare il SACRO FIORE della DIVINA PADRONA e farla godere più volte, le dava un senso di appagamento che non aveva mai provato.
La mattina dopo, quando DIVINA CARLA scese per andare al maneggio, trovò lo schiavo numero due intento a pulire il guardaroba, appena si accorse della sua presenza si inginocchiò e le baciò gli stivali, DIVINA CARLA scelse il soprabito che voleva mettere, lo schiavo l’aiuto’ ad indossarlo, si inginocchiò di nuovo e le baciò gli stivali, DIVINA CARLA schioccò le dita e gli ordinò,
“Schiavo, quando torno voglio trovare il mio guardaroba pulito e splendente, fai un buon lavoro!”
“Si DIVINA PADRONA.”
Quando tornò dalla sua cavalcata giornaliera, seguita dallo schiavo numero uno, trovò lo schiavo numero due in ginocchio fronte a terra, appena entrò lo schiavo baciò gli stivali, sfilò il soprabito lo rimise al suo posto quindi baciò di nuovo gli stivali e si inginocchiò fronte a terra in attesa di ordini, DIVINA CARLA controllò attentamente il guardaroba per vedere come lo schiavo aveva eseguito il compito che gli aveva assegnato, lo trovò veramente splendente si complimentò,
“Schiavo numero due sei stato abbastanza bravo, ma puoi migliorare chiaro!”
Lo schiavo baciò di nuovo gli stivali,
“Grazie DIVINA PADRONA, la prossima volta farò ancora meglio, sperando di accontentarvi.”
continua…….. .
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