Il parcheggio
di
TATONE2
genere
esibizionismo
Sapersi frocio è un conto, molti lo sono, ti accorgi che sei attratto dai maschi, e inizi a frequentarli, i primi pompini, e poi ti sverginano, loprendi la prima, la seconda, e via via ti piace sempre di più, e poi ti accorgi, che preferisci farti scopare, che scopare.
Ma poi non mi bastava più, dentro di mè, si faceva strada la femmina che non ero, ma che mi sentivo di di essere, e così, iniziai a indossare intimo e collant di mia moglie, di nascosto ovviamente.
Mi eccitava a tal punto, di venire negli slip senza toccarmi, devo dire che non ho mai avuto molta resistenza, mia moglie apriva le gambe, io entravo, pochi colpi e sborravo, senza darle alcun piacere.
Il massimo po provai, un pomeriggio, indossando reggicalze e calze, lì, esplose la donna che celavo in mè, mi infilai nel culo una grossa zucchina, e iniziai a sborrare come mai in vita mia, decisi così il mio futuro.
Iniziai ad acquistare intimo, reggicalze calze, con la scusa di regalarle a mia moglie, trovai un negoziante compiacene, dove acquistai delle scarpe stupende con tacco, e in un negozio di abiti usati delle gonne delle camicette, e un paio di vestitini, ero pronta.
Mi addestrai nel trucco, migliorando di volta in volta, e così, in pochi mesi divenni Paola.
Avevo la fortuna che mia moglie, spesso si assentasse per lavoro durante la settimana, scoprii poi, che di giorno lavorava, e di notte scopava col suo capo, la capisco, con mè non ha mai goduto.
E così, iniziai a tarda sera ad uscire travestita, passeggivo per il centro città, non davo dell'occhio, e godevo a mostrarmi donna.
Poi grazie ad alcuni siti, conobbi dei maschi, disposti ad accompagnarmi trav per la città, come una coppia normale, mano nella mano, a braccetto, lunghi baci, carezze e palpeggiamenti, come una coppia come si deve, e poi, appartati, un succulento pompino con ingoio, o se il posto lo permettevam una bella scopata con i fiocchi.
E poi, un bel giorno, rientro, sfatta e stanca, con lo sperma che mi colava sulle cosce, e mi trovi mia moglie ad attendermi, panico, ma lei ride, lo sapevo che eri frocio, da tempo, ma che ti travestissi no, complimenti, sei carina, un pò troia dall'abigliamento, ma ci stà.
Restiamo sveglie fino a tardi a raccontarci le nostre vite segrete, come due amiche, ora sappiamo tutto di noi ragazze.
Da quel giorno non devo nascondere le mie cose, e nemmeno la mia femminilità, inizio a vivere in casa come Paola, amica di Gabriella, mia moglie, conosco finalmente il suo stallone, lo porta in casa e a letto, e io esco ogni qualvonta ne sento la necessità, che cresce di settimana in settimana, la mia omosessualità, esplode, e io no la freno.
Casualmente una sera, aspetto invano un ragazzo conosciuto in rete, in un parcheggio alle porte di Milano, e mentre sono in auto, ben vestita e truccata, noto del viavai di auto, gente che sale e scende dalle macchine parcheggiate, e incuriosita, accendo i fari, e poco dopo, mi si avvicna un'utilitaria con a bordo due uomini, sulla sessantina, carini, e ben vestiti, attaccano bottone, e poi mi invitano sulla loro auto, accetto.
Salgo dietro, e mi raggiungono tutti e due, stiamo strettini, mi baciano, e mi palpano il seno, e giù fino al mio cazzo duro, ma cavolo sei un culo esclama uno dei due, e ride, fatco a muovermi, così consiglio di parcheggiare nell'angolo infondo al parchegio, e una volta lì, apriamo le porte, e mentre spompino uno, l'altro, mi scopa a pecora, ha un bel cazzo duro e lungo, mentre l'altro, grosso e tozzo, mi riempiono poco dopo culo e bocca di sperma.
Mi ricompongo, li saluto, e mi incammino sculettando verso la mia auto, a metà strada, salgo su l'auto di un ragazzo, ritorniamo all'angolo del parcheggio, mi spoglio, e mi faccio scopae, è bello grosso, lo sento mi piace, e mi faccio riempire di sperma.
E' TARDI E SONO STANCA, PIENA DI SBORRA, RINCASO, e a letto mia mogie mi chiede come fosse andata, le racconto tutto, ho il cazzo duro, non sono venuta durante gli amplessi, le allarga le gambe è bagnata e eccitata, dai frocio chiavami, sono un paio d'anni che non la scopo, entro, è calda, larga, più larga di quanto mi ricordassi, la scopo, e stranamente resisto, forse grazie alla caverna che ora ha, la pompo, mi piace, e lei inizia a godere, mi implora di spingere, e io spingo, le succhio i capezzoli, poi ci baciamo e le sborro in figa.
Grazie amore mi dice, la accarezzo, sei sempre stupenda Gabriella, lei mi bacia, e tù sempre più donna, e ci addormentiamo.
Poche sere dopo ritorno al parcheggio, e inizio a frequentare gli abituè del posto, intanto la stagione viene al bello, e i miei abiti sono sempre più corti e leggeri, nan manca mai il reggicalze e i tacchi, e così, divento la passeggiatrice del parking.
Una sera, vengo fermata da una pattuglia di polizia, e condotta in caserma, dove vengo interrogata e denunciata per prostituzione, cosa che non stavo affatto facendo, cercai di spiegarlo, ma non ci fù modo.
Così fui segnalata, come omosessuale travestito, e dedito alla prostituzione, fù un casino visto il lavoro che svolgevo, fui così costretta a licenziarmi.
Pochi mesi dopo, iniziai veramente a prostituirmi, visto che ormai ero sputtanata, e lo feci con piacere.
Fui fermata altre volte, ma ormai era prassi, e poi guadagnavo bene, e mi divertivo, e così il parcheggio divenne il mio luogo di lavoro.
Ma poi non mi bastava più, dentro di mè, si faceva strada la femmina che non ero, ma che mi sentivo di di essere, e così, iniziai a indossare intimo e collant di mia moglie, di nascosto ovviamente.
Mi eccitava a tal punto, di venire negli slip senza toccarmi, devo dire che non ho mai avuto molta resistenza, mia moglie apriva le gambe, io entravo, pochi colpi e sborravo, senza darle alcun piacere.
Il massimo po provai, un pomeriggio, indossando reggicalze e calze, lì, esplose la donna che celavo in mè, mi infilai nel culo una grossa zucchina, e iniziai a sborrare come mai in vita mia, decisi così il mio futuro.
Iniziai ad acquistare intimo, reggicalze calze, con la scusa di regalarle a mia moglie, trovai un negoziante compiacene, dove acquistai delle scarpe stupende con tacco, e in un negozio di abiti usati delle gonne delle camicette, e un paio di vestitini, ero pronta.
Mi addestrai nel trucco, migliorando di volta in volta, e così, in pochi mesi divenni Paola.
Avevo la fortuna che mia moglie, spesso si assentasse per lavoro durante la settimana, scoprii poi, che di giorno lavorava, e di notte scopava col suo capo, la capisco, con mè non ha mai goduto.
E così, iniziai a tarda sera ad uscire travestita, passeggivo per il centro città, non davo dell'occhio, e godevo a mostrarmi donna.
Poi grazie ad alcuni siti, conobbi dei maschi, disposti ad accompagnarmi trav per la città, come una coppia normale, mano nella mano, a braccetto, lunghi baci, carezze e palpeggiamenti, come una coppia come si deve, e poi, appartati, un succulento pompino con ingoio, o se il posto lo permettevam una bella scopata con i fiocchi.
E poi, un bel giorno, rientro, sfatta e stanca, con lo sperma che mi colava sulle cosce, e mi trovi mia moglie ad attendermi, panico, ma lei ride, lo sapevo che eri frocio, da tempo, ma che ti travestissi no, complimenti, sei carina, un pò troia dall'abigliamento, ma ci stà.
Restiamo sveglie fino a tardi a raccontarci le nostre vite segrete, come due amiche, ora sappiamo tutto di noi ragazze.
Da quel giorno non devo nascondere le mie cose, e nemmeno la mia femminilità, inizio a vivere in casa come Paola, amica di Gabriella, mia moglie, conosco finalmente il suo stallone, lo porta in casa e a letto, e io esco ogni qualvonta ne sento la necessità, che cresce di settimana in settimana, la mia omosessualità, esplode, e io no la freno.
Casualmente una sera, aspetto invano un ragazzo conosciuto in rete, in un parcheggio alle porte di Milano, e mentre sono in auto, ben vestita e truccata, noto del viavai di auto, gente che sale e scende dalle macchine parcheggiate, e incuriosita, accendo i fari, e poco dopo, mi si avvicna un'utilitaria con a bordo due uomini, sulla sessantina, carini, e ben vestiti, attaccano bottone, e poi mi invitano sulla loro auto, accetto.
Salgo dietro, e mi raggiungono tutti e due, stiamo strettini, mi baciano, e mi palpano il seno, e giù fino al mio cazzo duro, ma cavolo sei un culo esclama uno dei due, e ride, fatco a muovermi, così consiglio di parcheggiare nell'angolo infondo al parchegio, e una volta lì, apriamo le porte, e mentre spompino uno, l'altro, mi scopa a pecora, ha un bel cazzo duro e lungo, mentre l'altro, grosso e tozzo, mi riempiono poco dopo culo e bocca di sperma.
Mi ricompongo, li saluto, e mi incammino sculettando verso la mia auto, a metà strada, salgo su l'auto di un ragazzo, ritorniamo all'angolo del parcheggio, mi spoglio, e mi faccio scopae, è bello grosso, lo sento mi piace, e mi faccio riempire di sperma.
E' TARDI E SONO STANCA, PIENA DI SBORRA, RINCASO, e a letto mia mogie mi chiede come fosse andata, le racconto tutto, ho il cazzo duro, non sono venuta durante gli amplessi, le allarga le gambe è bagnata e eccitata, dai frocio chiavami, sono un paio d'anni che non la scopo, entro, è calda, larga, più larga di quanto mi ricordassi, la scopo, e stranamente resisto, forse grazie alla caverna che ora ha, la pompo, mi piace, e lei inizia a godere, mi implora di spingere, e io spingo, le succhio i capezzoli, poi ci baciamo e le sborro in figa.
Grazie amore mi dice, la accarezzo, sei sempre stupenda Gabriella, lei mi bacia, e tù sempre più donna, e ci addormentiamo.
Poche sere dopo ritorno al parcheggio, e inizio a frequentare gli abituè del posto, intanto la stagione viene al bello, e i miei abiti sono sempre più corti e leggeri, nan manca mai il reggicalze e i tacchi, e così, divento la passeggiatrice del parking.
Una sera, vengo fermata da una pattuglia di polizia, e condotta in caserma, dove vengo interrogata e denunciata per prostituzione, cosa che non stavo affatto facendo, cercai di spiegarlo, ma non ci fù modo.
Così fui segnalata, come omosessuale travestito, e dedito alla prostituzione, fù un casino visto il lavoro che svolgevo, fui così costretta a licenziarmi.
Pochi mesi dopo, iniziai veramente a prostituirmi, visto che ormai ero sputtanata, e lo feci con piacere.
Fui fermata altre volte, ma ormai era prassi, e poi guadagnavo bene, e mi divertivo, e così il parcheggio divenne il mio luogo di lavoro.
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