L'intervista

di
genere
confessioni

Bene, sono pronto, o meglio pronta, il Giornalista ariverà a poco, io mi sono preparata per benino, ben truccata, ho indossato il mio miglior intimo, con reggicalze e calze, ai piedi un decoltè nero tacco dieci, e sopra, un vestito trasparente, lungo con spacchi ai fianchi, che lascino ben vedere il miointimo.
Mia moglie, camicetta bianca, aperta sul solco dei suoi seni stupendi, ha una quarta abbondante, senza reggiseno, in modo da mostrare i capezzoli duri, una gonna con spacco alla coscia, un paio di autoreggenti, e un sandalo tacco alto, finemente truccata.
I nostri figli sono usciti, sono andati a trovare i rispettivi morosi, cos' possiamo parlare in santa pace, non è che si sia mai nascosto nulla, anzi, sanno benissimo della mia natura, visto che sono anni che vivo al femminile, e hanno conosciuto, i miei compagni negli anni, come hanno conosciuto quelli della madre, è solo, che vorrei che fosse una sorpresa, e che leggano poi l'articolo che verrà pubblicato su di una rivista omosessuale.
Suona, e Gabriella và ad aprire al giornalista, Franco il suo nome, un bel ragazzo sulla trentina, alto, ben vestito, barba ben curata, indossa un pantalone sportivo, una camicia e una giacca, nell'insieme, un bell'uomo, scrive da alcuni anni su questa rivista del genere omo, mi sono informata su di lui, è sposato con il direttore, uomo sulla cinquantina, persona di polso, e quindi, Franco è la femmina della coppia, bene, partiamo dalla stessa posizione.
Ci salutiamo, un abbraccio, e sento che è eccitato, non sono più giovane, ma sono ancora una bella donna, o dio, donna tranne che nel mezzo delle mie gambe.
Poi dopo i soliti convenevoli, iniziamo l'intervista, mia moglie si siede al mio fianco, e mostra abbondantemente il seno, poco coperto, e fà notare la mancanza di slip, ma Franco, sembra non badarle, daltronde, siamo omosessuali, le donne non rientrano nel nostro mondo, e lo fà capire bene a mia moglie, che sembra un pò indispettita.
Bene Paola iniziamo, i nostri lettori vorrebbero conoscere intanto l'inizio della sua vita, diciamo femminile:
Bene, rispondo, ho iniziato prestissimo, sin da giovanissima, ero attratta dagli indumenti di mamma, ammiravo le sue calze, le mutandine, tutto quello che era il mondo femminile, e spesso ci giocavo, indossavo quello che riuscivo a sottrarle.
Poi un giorno, il marito di una vicina, da qui mi recavo spesso, visto che mamma lavorava, si è accorto di questo mio interesse, mi sorprese in bagno, intenta a provarmi degli slip della moglie, entrò, ii mi spaventai, ma lui mi rassicurò, si sedette sul bordo della vasca, e mi disse di continuare, e mi propose di andare in camera, dove nel cassettone potevo trovare altri indumenti, e giocarci.
Accettai, e nuda, mi accampagnò nella loro camera, dove mi porse degli slip, che indossai, dei reggiseni, la moglie era minuta quasi come mè, quindi i calzavano benino, poi misi delle calze, mi aiutò ad agganciarle al reggicalze, e infine misi un paio di scarpe col tacco, ero eccitatissima.
E lo era anche lui, si vedeva bene il suo cazzo spingere dalla tuta, mi fece giraresù mè stessa più volte, per ammirarmi, e poi mi scattò delle foto con la sua macchina fotografica, mi sentivo al settimo cielo, poi si avvicinò, e mi strinse a lui, e mi baciò.
Sentire la sua lingua nella mia bocca, che giocherellava con la mia, mi fece sciogliere, mi abbandonai nelle sue braccia.
Aldo, nel mentre scese trà le mie gambe, e scostate le mutandine, prese nella sua mao il mio turgido cazzo, e iniziò a segarmi, lentamente mentre mi baciava, dopo pochi minuti venni nella sua mano, gemendo dal piacere.
Brava Paoletta mi disse, ora vestiti, che la prossima volta giocheremo ancora, rimasi un pò delusa, avrei voluto continuare, anche se non sapevo cosa fare, e così, passarino alcuni giorni, e un martedì, la moglie si assentò, per fare le pulizie al piano superiore, e riprendemmo il nostro gioco, mi trvestii, e trovai Aldo nudo sul letto, era bellissimo, un bel fisico asciutto e un cazo da urlo, e anche se non ne avessi mai visto uno bene, intravedevo papà nudo, ma a distanza, mi sembrava di conoscerlo da sempre.
Mi avvicinai, e lo toccai, era caldo, pulsante, durissimo, Aldo mi attirò a sè, mi baciò, e mi toccò trà le cosce, brava la mia bambina, oggi ti farò giocare con il miocazo,e cos', mi ritrovai a leccarlo,e a succhiarlo, eseguendo le sue indicazioni.
Mi servirono circa venti minuti, per sentirlo venire nella mia bocca, era il primo sperma che bevevo, e lo inghiottii a fatica, era tanto, caldo e saporito, lo ripulii mentre Aldo ansimava, e mi accarezzava la testa.
Poi fù il mio turno, mi fece venire nella sua bocca e poi mi baciò, facendomi scoprire il gusto del mio seme.
Non passava settimana che i nostri incontri procedevano con nuovi giochi, e poi un sabato pmeriggio, con la scusa di andare alla casa al lago, mi portò con lui, e arrivati, tolse da una borsa l'occorrente per travestirmi, e così, mi presentai in sala, da lui.
Indossavo un reggicalze nero, calze nere, sandali neri, un poco di rossetto, e rimasi l' in piedi, davanti alla vetrata che dava sul lago, il gioco di chiaroscuro, donava un senso di sensuale alla mia figura giovanissima e magrissima, mi scattò delle foto, e poi mi attirò a sè.
Il tappeto era morbido, le sue braccia forti, il suo corpo caldo, la sua bocca una droga.
Ad un tratto mi chiese se volessi essere la sua donna, accennai di sì, ero troppo felice ed eccitata, allora, amore, mi disse, dovrò avere la tua verginità, annuii, anche se non capivo esattamente cosa significasse, mi accarezzò, vedi Paoletta, introdurrò in tè, il mio cazzo, nel tuo culetto, e ti scoperò, lo guardai stupita, e chiesi come fosse possibile ricevere un coso così grosso, mi tranquillizzò, e chiaramente accettai, il mio istinto, mi diceve che dovevo farlo.
Mi sollevò le gambe, e iniziò a leccarmi l'ano, lo fece a lungo, provocandomi piacere, e poi introdusse la lingua e poi il dito, giocò l mio interno roteandolo, e poi divennero due dita, mi allargò un pochino.
Poi mi mise della crema, e cosparse il suo cazzo, e appoggiò la sua cappella al mio ano, che si chiudeva ed apriva ritmicamente.
Sentii una leggera spinta, ed entrò, sentii bruciore e dolore, lui si fermò, emisi un urlo, lui mi baciò, e poi lentamente scivolò con forza nel mio intestino.
Lo pregai di smettere, di uscire, ma non lo fece, mi rassicurò che era normale, e mi tranquillizzò, mi disse che anche mamma, qunado papà la rese donna le procurò dolore, ma che ora godeva quando scopava, ed in effetti era così, sentivo mamma gemere quando papà la scopava.
Il dolore si attenuava, e Aldo iniziò a scoparmi, un lento dentrofuori, e il piacere iniziò ad insinuarsi nel mio cervella, mi sollevò un poco di più, e affondò il suo cazzo fino alle palle, era tutto dentro di mè.
Lo abbracciai, le lacrime solcavano le mie guance, lacrime d'amore per lui, mi resi conto solo allora che miero innamorata di lui.
Mi scopò per una mezz'ora, e mi riempì di caldo sperma, sentii il suo sperma schizzare violentemente in mè, e così, piansi, piansi di felicità, ero donna, mi aveva resa donna.
Rimase in mè a lungo, mentre mi accarezzava e baciava, e poi andammo in bagno, dove mi fece una doccia e mi mise della crema nel culetto, il mio cazzo era duro, lui allora mi chiese se avessi mai scopato, sapendo che era una domanda stupida, non ne avevo mai avuto l'opportunità, vista anche la mia età, bene mi disse, sarò il primo allora, mi portò sul tappeto, si mise a pecora, mi insegnò a leccargli l'ano, e poi mi disse di penetrarlo, io dissi che dovevo usare la crema, lui rise, amore tranquilla, ho preso cazzi da urlo, il tuo non mi farà nulla, mi appoggiai a lui afferrai e suoi fianchi, e introdussi il mio cazzo nel suo capiente culo, scivolai dentro senza alcun ostacolo, era la mia prima volta, e stavo scopando il mio amore.
Resistetti pochissimo, forse un minuto, e sborrai il poco seme che avevo, la natira come mi accorgerò in futuro, mi aveva dapo poca resistenza e poco sperma.
Poi mi baciò, brava Paola, ora sei mia, e sei una donna, complimenti, sei bellissima, sei stupenda, lo abbracciai, e poi ritornammo a casa.
Sospendo il racconto, per bere qualcosa in compagnia di Gabriella e di Franco, che sembra rapito dal mio racconto, fatico a tenere negli slip il mio cazzo che nel frattempo si è indurito, lui se ne accorge, tranquilla Paola, toglilo pure dallo slip, tanto poi ti scatterò delle foto, no me lofeci dire due volte, e me lo ritrovai a penzoloni tra le gambe.
Bene, il seguito a presto, spero sia piaciuto.
scritto il
2024-04-24
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