Che cazzo faccio?: 10) I nuovi colleghi della vacca tettona
di
Federico&Sabina
genere
dominazione
Passo la mattina li intorno, non riesco ad allontanarmi, trattengo a malapena la mia voglia di entrare dentro e portarla via …
decido di andare a pranzo nella pizzeria a fianco dei suoi nuovi uffici,
magari scende a pranzare li e posso parlarle …
Ho appena ordinato una margherita, non ho fame ma qualcosa devo pur ordinare per stare qui dentro, che una quindicina, forse più, di uomini in completo nero, camicia bianca e cravatta,
in gruppetti di due o tre entrano a breve distanza l’uno dall’altro … sono evidentemente colleghi di Sabina, di cui però non vi è traccia … noto che non c’è nessuna donna con loro …
Si mettono tutti insieme unendo più tavoli tranne 3 che si mettono da soli in un tavolo vicino al mio.
E non posso fare a meno di ascoltare i loro discorsi:
– “Eh, hai visto che vacca”
– “Minchia che tettone da paura che c’ha, sta vacca porta almeno una sesta, e i capezzoli, avete visto come li ha grossi e duri”
– “Quando ci spiegava che cazzo dovevamo fare non c’ho capito nulla, guardavo solo quelle zinne, quella latteria ambulante”
– “Si minchia non c’ho capito un cazzo, ho capito solamente che questa me la devo fottere”
– “Si e come cazzo te la fotti? Questa è anche sposata, hai visto che ha la fede”
– “Si sposata con un gran cornutone, questa se va in giro vestita così è una gran troia … chissà quanti cazzi l’hanno già sfondata”
– “Una grande vacca si ma avete sentito come parla, questa è di classe mica va con bestie come noi. Mica puoi dirle hey usciamo stasera che devo prosciugarmi la pompa.”
– “State a sentire a me, questa puttana va fottuta con forza, non stiamo a perder tempo in chiacchiere, che poi noi le chiacchiere non le sappiamo fare … la prendiamo e ce la
sbattiamo come minchia vogliamo …”
– “Eh, la fai facile tu, e se il capo poi si incazza?”
– “Eh minchia ma cosa si incazza? Se la fa venire vestita così un motivo ci sarà, no? E poi quando il mio capozona l’altro giorno mi ha chiamato per mandarmi qua mi ha detto – Gennaro,
sei tu quello che ti piacciono le tettone formose non è vero? – e mi ritrovo proprio con una vacca da mungere … minchia io questa me la sbatto sino a ridurla a brandelli
… minchia i nostri capi secondo me che minchia possono volere se non che ce la sbattiamo? A te Ciro chi ti piacciono? E a te Ivan?”
– “Ora che ci penso anche il mio capo mi chiese una cosa del genere … cazzo”
– “Vedete allora che c’è una volontà … noi questa ce la sbattiamo a nostro piacimento senza chiedere nulla a nessuno”
– “E il capo?”
– “Beh lo facciamo quando non c’è, ci inventiamo na scusa, del lavoro fuori orario che ci siamo solo noi e la vacca e la sfondiamo per bene …”
– “Mi piace il tuo piano, per me ok”
– “Anche per me, e cosa farei a quelle tettone”
– “Si mentre tu le distruggi le tettone io le spacco il culo alla vacca”
– “ihihih minchia parliamo bene di lei, è la nostra capoufficio … ihihihih”
– “ahahaha, na mucca per capoufficio, ahahahah … Signora capo ufficio, mi permette di mungerla un attimo? ahahahah”
– “aggià chiavà a zoccola”
– “Secondo me il capo se la sbatte prima di noi, avete visto come se la guardava oggi?”
– “Beh io ho visto, voi dovevate ancora arrivare, come le ha strizzato le poppe con la scusa di verificare se aveva il reggiseno … ihihih si vedeva benissimo che la troia non lo aveva
…lei è diventata tutta rossa ma non ha detto nulla e lo ha lasciato fare, e mi è sembrato pure che i capezzoli siano diventati capezzoloni dopo …
e poi le ha infilato la mano in mezzo alle gambe per vedere se teneva le mutadine …
eheheh la ha tenuta un po’ li … e lei stava immobile e ogni tanto sussultava … poi l’ha tolta e si è fatto leccare le dita infilandogliele una ad una in bocca e le ha detto – brava!-“
– “Vuoi vedere che se la sta chiavando proprio adesso? Mica sono scesi a mangiare …”
A sentire questo non resisto più, basta, che vadano affanculo i soldi, ora entro e me la porto via la mia donna, mi sembra un incubo.
Mi alzo, lascio la margherita che non ho neanche toccato, ho lo stomaco chiuso, pago, corro fuori ed entro nell’azienda.
Alla reception c’è un ragazzo di colore, sempre in completo nero, camicia bianca e cravatta, che mi dice:
– “Desidera?”
– “Sono Antonio Rossi il marito di Sabina Vaccarezza, devo urgentemente parlare con lei”
– “Attenda un attimo, prego”
Alza la cornetta e lo sento dire
– “C’è qui il marito della segretaria,…bene…”
Mette giù e mi dice:
– “Attenda un attimo, ora vengono a prenderla e la accompagnano di sopra”
Dopo poco si apre la porta dell’ascensore ed escono due tizi, vestiti sempre come tutti gli altri; vengono verso di me e il più anziano dei due mi dice:
– “E’ lei il marito?”
– “Si, sono io”
– “Venga, ci segua”
Entriamo in ascensore, quarto piano, usciamo, mi accompagnano in una sala riunioni dove ci sono due signori che stanno discutendo tra loro seduti; uno dei due non è vestito come
tutti gli altri ma con dei pantaloni beige ed una polo azzurra. Avrà almeno 50 anni, grassoccio, molto peloso, un po’ sudaticcio vedendo le chiazze sulla polo, stempiato;
mi squadra, guardandomi dritto negli occhi, e dice ad alta voce con chiaro accento napoletano:
– “Dunque lei è il cornuto, il fortunato marito della vacca popputa, che cazzo vuole?”
Rimango completamente basito. Con difficoltà, a bassa voce e inghiottendo la saliva rispondo
– “Non le permetto di parlare così, chi si crede di essere. Voglio vedere immediatamente mia moglie”
– “Ah non mi devo permettere…però…ma lo sa, cornutone, che quando ho accarezzato le poppe di quella vacca i capezzoli si sono tutti inturgiditi? E lo sa che era tutta bagnata?
Non è che a quella troia di sua moglie tutto questo piace? Eh cornutone? Ah non mi devo permettere…Ciro porta qua la vacca da monta”
Nel mentre diceva questo si era alzato in piedi e si era avvicinato a me.
Stavo per ribattere quando, in modo del tutto inatteso per me, mi sputa in faccia e mi colpisce violentemente sulla bocca con un cazzotto…cado a terra e vengo colpito sul fianco da
un calcione…mi toglie il fiato, non riesco a respirare…sento il sapore del sangue in bocca…
– “Rimani li a terra cornutone se non vuoi prenderne altre che ora arriva la tua mucca, anzi la tua ex mucca perchè adesso la facciamo diventare la nostra mucca”
Con gli occhi velati dal dolore la vedo trascinata nella stanza da due uomini, vestita così oscenamente e provocante, con i mammelloni sobbalzanti
Appena i nostri occhi si incrociano li vedo lucidi, sto per dire qualcosa ma vengo colpito da un calcio alla pancia che nuovamente mi toglie il respiro.
Sabina inizia a urlare
– “Noooooo fermiiiii”
– “Zitta, taci baldracca”
sento dire dall’uomo grassoccio che evidentemente sembra il capo.
Lo vedo che guarda Sabina senza pudore, accarezzandone con lo
sguardo le forme procaci.
– “Qui si pensava di ammazzare di botte il tuo cornutone, ma se vuoi potremmo anche non farlo, penso che tu sappia cosa voglio dire. Vero?”
Sabina sussulta e arrossisce, mi guarda con le lacrime agli occhi, e poi abbassa lo sguardo.
Il capo rimane ad attendere la risposta continuando ad osservarla in modo evidentemente volgare.
– “Sai cosa voglio dire, vacca tettona?”
e mi rifila un altro calcione nello stomaco, che mi fa piegare in due.
– “Si”
mormora infine la mia Sabina.
Il capo sorride, fa un cenno ai due che mi avevano accompagnato i quali mi tirano su per le braccia e mi trascinano ad una sedia
– “Tu cornutone siediti li’, da bravo. E fai silenzio. Non ti vogliamo
sentire fiatare”.
Oltre al capo grassoccio gli altri 4 uomini presenti sembrano tutti fra i venticinque e i trentacinque anni, uno alto e longilineo, gli altri con spalle larghe e muscolosi.
Il piu’ grosso mi si avvicina, estrae un paio di manette e me le mette ai polsi, bloccandomi così le braccia dietro lo schienale della sedia.
Sussulto, ma rimango in silenzio con la bocca che mi fa sempre più male.
[PS: per commenti federicoesabina@hotmail.it oppure federicoesabina.wixsite.com/sabina]
decido di andare a pranzo nella pizzeria a fianco dei suoi nuovi uffici,
magari scende a pranzare li e posso parlarle …
Ho appena ordinato una margherita, non ho fame ma qualcosa devo pur ordinare per stare qui dentro, che una quindicina, forse più, di uomini in completo nero, camicia bianca e cravatta,
in gruppetti di due o tre entrano a breve distanza l’uno dall’altro … sono evidentemente colleghi di Sabina, di cui però non vi è traccia … noto che non c’è nessuna donna con loro …
Si mettono tutti insieme unendo più tavoli tranne 3 che si mettono da soli in un tavolo vicino al mio.
E non posso fare a meno di ascoltare i loro discorsi:
– “Eh, hai visto che vacca”
– “Minchia che tettone da paura che c’ha, sta vacca porta almeno una sesta, e i capezzoli, avete visto come li ha grossi e duri”
– “Quando ci spiegava che cazzo dovevamo fare non c’ho capito nulla, guardavo solo quelle zinne, quella latteria ambulante”
– “Si minchia non c’ho capito un cazzo, ho capito solamente che questa me la devo fottere”
– “Si e come cazzo te la fotti? Questa è anche sposata, hai visto che ha la fede”
– “Si sposata con un gran cornutone, questa se va in giro vestita così è una gran troia … chissà quanti cazzi l’hanno già sfondata”
– “Una grande vacca si ma avete sentito come parla, questa è di classe mica va con bestie come noi. Mica puoi dirle hey usciamo stasera che devo prosciugarmi la pompa.”
– “State a sentire a me, questa puttana va fottuta con forza, non stiamo a perder tempo in chiacchiere, che poi noi le chiacchiere non le sappiamo fare … la prendiamo e ce la
sbattiamo come minchia vogliamo …”
– “Eh, la fai facile tu, e se il capo poi si incazza?”
– “Eh minchia ma cosa si incazza? Se la fa venire vestita così un motivo ci sarà, no? E poi quando il mio capozona l’altro giorno mi ha chiamato per mandarmi qua mi ha detto – Gennaro,
sei tu quello che ti piacciono le tettone formose non è vero? – e mi ritrovo proprio con una vacca da mungere … minchia io questa me la sbatto sino a ridurla a brandelli
… minchia i nostri capi secondo me che minchia possono volere se non che ce la sbattiamo? A te Ciro chi ti piacciono? E a te Ivan?”
– “Ora che ci penso anche il mio capo mi chiese una cosa del genere … cazzo”
– “Vedete allora che c’è una volontà … noi questa ce la sbattiamo a nostro piacimento senza chiedere nulla a nessuno”
– “E il capo?”
– “Beh lo facciamo quando non c’è, ci inventiamo na scusa, del lavoro fuori orario che ci siamo solo noi e la vacca e la sfondiamo per bene …”
– “Mi piace il tuo piano, per me ok”
– “Anche per me, e cosa farei a quelle tettone”
– “Si mentre tu le distruggi le tettone io le spacco il culo alla vacca”
– “ihihih minchia parliamo bene di lei, è la nostra capoufficio … ihihihih”
– “ahahaha, na mucca per capoufficio, ahahahah … Signora capo ufficio, mi permette di mungerla un attimo? ahahahah”
– “aggià chiavà a zoccola”
– “Secondo me il capo se la sbatte prima di noi, avete visto come se la guardava oggi?”
– “Beh io ho visto, voi dovevate ancora arrivare, come le ha strizzato le poppe con la scusa di verificare se aveva il reggiseno … ihihih si vedeva benissimo che la troia non lo aveva
…lei è diventata tutta rossa ma non ha detto nulla e lo ha lasciato fare, e mi è sembrato pure che i capezzoli siano diventati capezzoloni dopo …
e poi le ha infilato la mano in mezzo alle gambe per vedere se teneva le mutadine …
eheheh la ha tenuta un po’ li … e lei stava immobile e ogni tanto sussultava … poi l’ha tolta e si è fatto leccare le dita infilandogliele una ad una in bocca e le ha detto – brava!-“
– “Vuoi vedere che se la sta chiavando proprio adesso? Mica sono scesi a mangiare …”
A sentire questo non resisto più, basta, che vadano affanculo i soldi, ora entro e me la porto via la mia donna, mi sembra un incubo.
Mi alzo, lascio la margherita che non ho neanche toccato, ho lo stomaco chiuso, pago, corro fuori ed entro nell’azienda.
Alla reception c’è un ragazzo di colore, sempre in completo nero, camicia bianca e cravatta, che mi dice:
– “Desidera?”
– “Sono Antonio Rossi il marito di Sabina Vaccarezza, devo urgentemente parlare con lei”
– “Attenda un attimo, prego”
Alza la cornetta e lo sento dire
– “C’è qui il marito della segretaria,…bene…”
Mette giù e mi dice:
– “Attenda un attimo, ora vengono a prenderla e la accompagnano di sopra”
Dopo poco si apre la porta dell’ascensore ed escono due tizi, vestiti sempre come tutti gli altri; vengono verso di me e il più anziano dei due mi dice:
– “E’ lei il marito?”
– “Si, sono io”
– “Venga, ci segua”
Entriamo in ascensore, quarto piano, usciamo, mi accompagnano in una sala riunioni dove ci sono due signori che stanno discutendo tra loro seduti; uno dei due non è vestito come
tutti gli altri ma con dei pantaloni beige ed una polo azzurra. Avrà almeno 50 anni, grassoccio, molto peloso, un po’ sudaticcio vedendo le chiazze sulla polo, stempiato;
mi squadra, guardandomi dritto negli occhi, e dice ad alta voce con chiaro accento napoletano:
– “Dunque lei è il cornuto, il fortunato marito della vacca popputa, che cazzo vuole?”
Rimango completamente basito. Con difficoltà, a bassa voce e inghiottendo la saliva rispondo
– “Non le permetto di parlare così, chi si crede di essere. Voglio vedere immediatamente mia moglie”
– “Ah non mi devo permettere…però…ma lo sa, cornutone, che quando ho accarezzato le poppe di quella vacca i capezzoli si sono tutti inturgiditi? E lo sa che era tutta bagnata?
Non è che a quella troia di sua moglie tutto questo piace? Eh cornutone? Ah non mi devo permettere…Ciro porta qua la vacca da monta”
Nel mentre diceva questo si era alzato in piedi e si era avvicinato a me.
Stavo per ribattere quando, in modo del tutto inatteso per me, mi sputa in faccia e mi colpisce violentemente sulla bocca con un cazzotto…cado a terra e vengo colpito sul fianco da
un calcione…mi toglie il fiato, non riesco a respirare…sento il sapore del sangue in bocca…
– “Rimani li a terra cornutone se non vuoi prenderne altre che ora arriva la tua mucca, anzi la tua ex mucca perchè adesso la facciamo diventare la nostra mucca”
Con gli occhi velati dal dolore la vedo trascinata nella stanza da due uomini, vestita così oscenamente e provocante, con i mammelloni sobbalzanti
Appena i nostri occhi si incrociano li vedo lucidi, sto per dire qualcosa ma vengo colpito da un calcio alla pancia che nuovamente mi toglie il respiro.
Sabina inizia a urlare
– “Noooooo fermiiiii”
– “Zitta, taci baldracca”
sento dire dall’uomo grassoccio che evidentemente sembra il capo.
Lo vedo che guarda Sabina senza pudore, accarezzandone con lo
sguardo le forme procaci.
– “Qui si pensava di ammazzare di botte il tuo cornutone, ma se vuoi potremmo anche non farlo, penso che tu sappia cosa voglio dire. Vero?”
Sabina sussulta e arrossisce, mi guarda con le lacrime agli occhi, e poi abbassa lo sguardo.
Il capo rimane ad attendere la risposta continuando ad osservarla in modo evidentemente volgare.
– “Sai cosa voglio dire, vacca tettona?”
e mi rifila un altro calcione nello stomaco, che mi fa piegare in due.
– “Si”
mormora infine la mia Sabina.
Il capo sorride, fa un cenno ai due che mi avevano accompagnato i quali mi tirano su per le braccia e mi trascinano ad una sedia
– “Tu cornutone siediti li’, da bravo. E fai silenzio. Non ti vogliamo
sentire fiatare”.
Oltre al capo grassoccio gli altri 4 uomini presenti sembrano tutti fra i venticinque e i trentacinque anni, uno alto e longilineo, gli altri con spalle larghe e muscolosi.
Il piu’ grosso mi si avvicina, estrae un paio di manette e me le mette ai polsi, bloccandomi così le braccia dietro lo schienale della sedia.
Sussulto, ma rimango in silenzio con la bocca che mi fa sempre più male.
[PS: per commenti federicoesabina@hotmail.it oppure federicoesabina.wixsite.com/sabina]
2
3
voti
voti
valutazione
7.3
7.3
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Che cazzo faccio?: 9) Il nuovo capo della vacca tettonaracconto sucessivo
Che cazzo faccio?: 11) La vacca tettona stuprata in ufficio
Commenti dei lettori al racconto erotico