Catwoman
di
XXX - Comics
genere
trans
Alla festa volevo assolutamente fare scintille, dovevo essere strafiga! Ma più ci pensavo e più mi deprimevo, non mi veniva alcuna idea per il costume. Roba da piangere!
Poi ad un mercatino ho trovato dei pantaloni elasticizzati di ecopelle che m'hanno illuminato la vita: neri e lucidi, aderenti perfetti che mi facevano un culo da favola. Catwoman!
Per tre giorni sono andata a caccia di guanti al gomito, mascherina con orecchie a punta, cinghie e borchie. Un amico m'ha prestato la frusta da tenere al fianco; cinturone e stivali tacco dieci li avevo già.
Per il seno ho barato vergognosamente con un reggipetto nero... imbottito. Darei due anni di vita per le tette di Halle Berry, ma davanti allo specchio m'è mancato il fiato, ero da schianto. Spalle tornite, ventre piatto e muscoloso il giusto, l'ombelico affossato sotto l'incrocio delle cinghie, i fianchi stretti e le gambe vertiginose.
Devo farmi veder da Erica, lei ha stile. “Vieni Erica, devo farti vedere una cosa.” È la mia vicina di pianerottolo, siamo amiche, ci aiutiamo in tutto, anche per trucco e ceretta. “No, vieni adesso, ho trovato il costume per carnevale”
Erica si blocca alla porta, bocca aperta e i bellissimi occhi spalancati. Scoppio a ridere, è un amore.
“Cazzo Pam, sei... sei stre-pi-to-sa! La cosa più eccitante mai vista. Li stenderai tutti!!!” Mi gira intorno, io alzo i glutei e gonfio il petto. Mi sistema le cinghie incrociate sull'ombelico. “Ma a Venezia farà un freddo del cazzo, sei mezza nuda, ti beccherai una polmonite.”
“Conto di beccarmi ben altro, ahah!... Tranquilla, la festa è al chiuso, in albergo cinque stelle super lusso più stella cometa: una favola! Una notte, colazioni e festa inclusa.” Le faccio vedere al cellulare le foto dell'albergo. "Hai mai visto una sciccheria cosi?"
“Ma come puoi? Costerà una paccata... E poi ci vorrà un invito, come l'hai avuto?!”
“Per te non ho segreti, Erica, ahah! Ho dato il culo a quello giusto.”
“A chi? Ci vai con lui?”
“Ma il servizio fotografico del mese scorso, t'ho già detto, possibile che non ricordi?” Mi pento subito, in quel periodo Erica era in crisi totale con Mirko e non le ho detto quasi nulla, non era certo dell'umore giusto per ascoltare le mie cazzate. “Poi ti racconto meglio, è nel mondo della moda, non puoi immaginarti chi conosce!... Ha la passione del travestimento, ha dato in villa una festicciola in costume, poca gente ma buona, tema Impero Romano e, indovina un po', io ero Messalina! Ahahah!”
“...! Hai fatto la put...Ti sei divertita?”
“Ci ho dato, ci ho dato! Divertimento totale, da novanta a trecentosessanta gradi! Ti racconto dopo, se no mi muori adesso... Beh, m'ha regalato questo weekend a Venezia, ma ieri m'ha chiamata, lui non può venirci, è all'estero, in Corea. È già tutto pagato, ha detto di portarci chi voglio.”
“Non è che ti ha scaricata?”
“Non esiste chi scarica la Pam.” Non la guardo. “E se anche fosse? Chissefrega! Io ci vado e tu vieni con me.”
“Io?! Ma dai Pam, non esiste! E poi non ho uno straccio di costume!”
“Ti vestirai da Lara Croft, ho già fermato il vestito, è della tua taglia, devi solo venire a provarlo.”
“Catwoman e Lara Croft? Tu sei tutta scema! Quello è un posto strafico, maschere del settecento, ci cacceranno fuori.”
“Non dire cazzate, sbaveranno tutti... Sarai fighissima, ti vedo già nella tutina argento con le natiche di marmo e le bocce che scoppiano... e, dannazione a te, non devi nemmeno imbottirle!”
Se le lascia toccare. È senza reggiseno e le tette, morbide e piene, tengono sollevata la felpina. “Forse un giorno anch'io...”
“Che cazzo stai dicendo? Tu sei bellissimo così... non pensarci nemmeno per scherzo di farti le tette!”
“Non so piccola, mi piacerebbero da morire.”
“Ma dai Pam, perderesti tutto il tuo fascino... Sei perfetta così.”
Mi dà un bacetto che mi elettrizza le labbra. Quasi piango dietro la mascherina. “Mi rovini il trucco.”
“Sei una scema!”
Ha sentito anche lei la scossa, lo vedo negli occhi stupiti e preoccupati mentre sorride. S'allontana nella stanza, solleva la confezione della mascherina per fingere di leggere qualcosa, la molla e va verso lo specchio verticale. Prima una sbirciata per controllare com'è messa, poi s'appoggia alla cornice col braccio teso e si mette a riposo, un piede di punta dietro l'altro ed il fianco in fuori. “Non so se è una bella idea venire con te... forse è meglio rimanere amici. E non so, non so quale tuo lato preferire: il ragazzo più dolce di un'amica o la Pam, la figa esagerata e... cazzuta.” Ride fissandomi nello specchio.
Io la vedo a tre quarti, davanti e dietro. Sembra una ballerina dopo l'allenamento, indossa pantalonacci di felpa che le cadono larghi dal vitino ed accennano appena le due lunette del culetto. Ha un fisichino perfetto, non è secca come me, le tette e le natiche sono piene e morbide, Erica è burrosa il giusto.
“Ne dici di cazzate, Erica! A te io non interesso certo, sbavi solo per i maschi testosteronati di ottanta chili con tre neuroni: calcio, auto e figa!”
S'è offesa. “Ancora con 'sta storia? Cazzo vuol dire, forse che non piacciono anche a te?”
“Ovvio, ma solo per farmi sbattere... io non ci vivrei.”
“L'ho mollato, lo sai.”
“...e sei a digiuno, vieni con me a divertirti, non fare la scema.”
“E chi ti dice che sono a digiuno?” Mi viene incontro, addosso, mi stringei forte in vita. Non respiro. “Mica ti racconto tutti quelli che scopo!”
“Abiti allo stesso piano, quando scopi lo sa tutto il palazzo.”
“Non è vero!”
“Allora se lo dici tu non è vero, però ti sentono anche in portineria... Vieni o no?”
“Non so, abbiamo una sola stanza, vero? Non è che mi tocca dormire in corridoio mentre scopi col più figo della festa?” Mi si struscia da gattina.
“Ci si organizza... E poi non è detto che cucco prima io... Ma hai ragione, sono proprio scemo: mi porto dietro una figa che mi farà il vuoto attorno!”
“Hai detto scemo.”
“Scemo, scema... cazzo cambia, sono Pam e basta.”
“Cambia molto invece... ha il suo significato.” Mi dice sorridendo furba.
“E sarebbe? Sentiamo 'sta tua nuova stronzata.”
“Hai detto scemo e non scema, perché ti si è rizzato.”
Erica mi carezza dove non dovrebbe. E mi ribacia con un'altra scossa.
L'allontano. “Non farmi gonfiare, non si deve vedere nel costume.”
“E tu non farmi bagnare.” Mi fissa negli occhi mentre mi soppesa i coglioni. Li massaggia e infila la mano fra le cosce per palparmi il culo. “Sei eccitante Pam... la più eccitante delle Catwoman.”
Mi sfrega avanti e indietro il polso contro i coglioni. Una stretta alla chiappa dietro e torna a sfiorarmelo con la punta delle dita, per tutta la lunghezza, seguendo il rigonfiamento.
Ormai ce l'ho incazzato perso, mi pulsa sotto i pants. ”Sei una stronza Erica, io non devo...” Mi bacia l'ombelico e poi lecca i pantaloni. Porcaputtana, io esplodo. La risollevo e le caccio la lingua in bocca.
Erica limona da dio, stringendomi forte le natiche.
“Uh Uh, cosa tocchi, a te non interessano solo i cazzi?”
Mi morde il labbro, mi sbava, chi se ne frega più del rossetto?
“Mi piace da morire il tuo culetto, Pam, fammelo toccare... e poi dobbiamo esser riconoscenti con lui, no? Questo meraviglioso culetto ci ha procurato un week end a Venezia” Mi palpa come si deve, con la mano che preme sotto. "Ucciderebbero per un culo così, tu fai impazzire maschietti e femminucce."
È una bugiarda da internare, il suo quando passa fa voltare anche i cartelli stradali.
Ricambio il favore e glielo carezzo. Adoro i suoi pantalonacci di felpa; scivolano sulle sue chiappe, che sento lisce e nude e le artiglio da gatta. Poi indovino il filo del perizoma e lo seguo nel solco, fra le natiche rilassate. Erica si eccita, lo sento nel suo respiro, tende il culetto in alto ed io premo due dita contro l'ano, come desidera ogni troia in calore.
“Cosa tocchi?”
“A me non interessa la tua fighetta.” Spingo da cacciarle il tessuto in culo.
É sudata, mi alita in viso. “Non puoi, io certe cose non le faccio.”
“E allora perché ululavi con Mirko?”
“No, con te no. Mi fai morire Pam, è più grosso del suo.”
“Non direi, forse più largo.”
“E tu come lo sai?!”
“Hai fatto bene a scaricarlo, Mirko non sa tenere il cazzo nei pantaloni.”
“Che stronza!!! E io che ti credevo un'amica!”
“Le amiche si dividono tutto.” La violento in bocca con un bacio. “Non fare la santerellina, tu sei peggio di me, ci hai vissuto sei mesi con quel coglione solo perché scopa da animale.”
“Sono una puttana... Dimmelo.”
“Puttana.”
“Mmmm, mi piace Pam, ancora...”
Le soffio nell'orecchio “Puttana, cagna, leccacazzi, succhiasborra, turbotroia, figagratis, culetto per negri...” e ad ogni parola infilo la punta della lingua nell'orecchio. “Tu devi dimenticarti di MirKo.”
“E come faccio?... ce l'hai peggio di lui?” Ridacchia.
Io di questa troietta rischio d'innamorarmi.
“Sei una cagnetta in calore.”
“Sì, sì... e tu cosa sei?” Domanda schiacciando le tette addosso.
“Catwoman!.. No?”
“La mia Catwoman col cazzo di Batman!” La maledetta me lo palpa da schizzarmelo. È sudata marcia e ansima. Io peggio, ho anche il cazzo in pressione.
“Allora se ho l'uccello di Batman, tu sei il mio Robin” Spingo più forte le dita fra le sue chiappette. “Senti che culetto morbido ha il mio Robin!.”
“Scordatelo, ce l'hai troppo grosso.” La sua testa scivola in basso: mi lecca l'ombelico e il pacco. “Hai un profumo buonissimo.”
Fa un movimento felino, da gatta. Non dovevo essere io la gattina? Cade sulle ginocchia e mi s'infila sotto, fra le gambe. Mi rispunta dietro, sempre aggrappata al mio pacco m'affonda il viso sotto il sedere. Svengo.
Risale lentamente alle mie spalle, leccandomi la schiena nuda e mordicchiandomi alla nuca, una mano premuta sull'inguine, l'altra che mi cerca tutta.
Mi gira verso lo specchio. “Guardati, sei bellissima.”
È vero, siamo troppo fighe! Mi sento una tigre. Butto in fuori il fianco ed Erica ci accavalla sopra la gamba, cingendomi in vita; mi bacia la spalla e ci poggia il mento per fissarci allo specchio. M'innamoro dei suoi occhi. Le sue mani sottili mi sfiorano i fianchi ed il ventre nudi. “Dimmi se non sei figa con 'sto cazzone!” Ride. “Mi sa che dobbiamo ringraziare anche lui per Venezia!” Infila la mano sotto il cinturone.
“Gli antichi romani erano porci.” Dico. E non dico che alla festa c'erano anche matrone affamate.
Ruoto la testa di lato, senza staccare l'occhio dallo specchio, e le lecco la guancia. Trova le mia labbra sotto la mascherine e le lingue slinguazzano da porche.
Poi, sempre da dietro, mi slaccia la cintura ed apre la zip.
Per me è una liberazione! Esplode fuori.
Se lo fa ciondolare pesante in mano e si sposta di fianco per poterlo vedere allo specchio: “Pam, Pam... tu fai felici donne e uomini... senti com'è pesante!”
La micetta ci sa fare coi cazzi, me lo lecca e poppa da vera esperta, ma con la passione di una verginella al primo cazzo in bocca e, lo ammetto, sa come gratificarmi: “Perché lo tieni nascosto? Ahaha, mi fa dimenticare quello di Mirko, giuro.”, mi dice dal basso, con le lacrime sui suoi occhioni lucidi per il pompino impegnativo.
“Dici troppe cazzate.” Glielo spingo in gola.
Lo fa facilmente, inclinando un poco il capo indietro. Le tasto la gola per sentire fin dove le arriva. Non c'è che dire, Mirko l'ha svezzata per benino.
Poi mi scappa.
S'è inginocchiata sul divano, mi dà le spalle e mi offre il culetto alto. M'avvicino.
“Sei pazzesca Pam, fai paura!” Dice guardandomi da sopra la spalla.
Poggio la mano sulla frusta che ho appesa alla cintura. Ho un capogiro, l'istinto di darle una frustata.
Con una graffiata le abbasso i pantaloni.
Un attimo d'esitazione, devo prendere un condom le dico, ma Erica inzuppa di saliva due dita e se le infila. Ci lascio cadere una bava di saliva nel buchetto rosa infossato fra le chiappe rotonde e perfette, lisce che sto male.
Sono ipnotizzata.
Le innesto il cazzo in culo, una goduria lunga ventidue centimetri, uno dopo l'altro me li godo tutti, la sento cedere ed allargarsi, io le scorro dentro e la riempio. Arrivata alle palle gliele schiaccio contro per farle sentire che è tutto dentro e m'accorgo che sta urlando. Fa' piano, è grosso, ti prego!
Cazzo frega?, tra poco miagolerà.
Poi ad un mercatino ho trovato dei pantaloni elasticizzati di ecopelle che m'hanno illuminato la vita: neri e lucidi, aderenti perfetti che mi facevano un culo da favola. Catwoman!
Per tre giorni sono andata a caccia di guanti al gomito, mascherina con orecchie a punta, cinghie e borchie. Un amico m'ha prestato la frusta da tenere al fianco; cinturone e stivali tacco dieci li avevo già.
Per il seno ho barato vergognosamente con un reggipetto nero... imbottito. Darei due anni di vita per le tette di Halle Berry, ma davanti allo specchio m'è mancato il fiato, ero da schianto. Spalle tornite, ventre piatto e muscoloso il giusto, l'ombelico affossato sotto l'incrocio delle cinghie, i fianchi stretti e le gambe vertiginose.
Devo farmi veder da Erica, lei ha stile. “Vieni Erica, devo farti vedere una cosa.” È la mia vicina di pianerottolo, siamo amiche, ci aiutiamo in tutto, anche per trucco e ceretta. “No, vieni adesso, ho trovato il costume per carnevale”
Erica si blocca alla porta, bocca aperta e i bellissimi occhi spalancati. Scoppio a ridere, è un amore.
“Cazzo Pam, sei... sei stre-pi-to-sa! La cosa più eccitante mai vista. Li stenderai tutti!!!” Mi gira intorno, io alzo i glutei e gonfio il petto. Mi sistema le cinghie incrociate sull'ombelico. “Ma a Venezia farà un freddo del cazzo, sei mezza nuda, ti beccherai una polmonite.”
“Conto di beccarmi ben altro, ahah!... Tranquilla, la festa è al chiuso, in albergo cinque stelle super lusso più stella cometa: una favola! Una notte, colazioni e festa inclusa.” Le faccio vedere al cellulare le foto dell'albergo. "Hai mai visto una sciccheria cosi?"
“Ma come puoi? Costerà una paccata... E poi ci vorrà un invito, come l'hai avuto?!”
“Per te non ho segreti, Erica, ahah! Ho dato il culo a quello giusto.”
“A chi? Ci vai con lui?”
“Ma il servizio fotografico del mese scorso, t'ho già detto, possibile che non ricordi?” Mi pento subito, in quel periodo Erica era in crisi totale con Mirko e non le ho detto quasi nulla, non era certo dell'umore giusto per ascoltare le mie cazzate. “Poi ti racconto meglio, è nel mondo della moda, non puoi immaginarti chi conosce!... Ha la passione del travestimento, ha dato in villa una festicciola in costume, poca gente ma buona, tema Impero Romano e, indovina un po', io ero Messalina! Ahahah!”
“...! Hai fatto la put...Ti sei divertita?”
“Ci ho dato, ci ho dato! Divertimento totale, da novanta a trecentosessanta gradi! Ti racconto dopo, se no mi muori adesso... Beh, m'ha regalato questo weekend a Venezia, ma ieri m'ha chiamata, lui non può venirci, è all'estero, in Corea. È già tutto pagato, ha detto di portarci chi voglio.”
“Non è che ti ha scaricata?”
“Non esiste chi scarica la Pam.” Non la guardo. “E se anche fosse? Chissefrega! Io ci vado e tu vieni con me.”
“Io?! Ma dai Pam, non esiste! E poi non ho uno straccio di costume!”
“Ti vestirai da Lara Croft, ho già fermato il vestito, è della tua taglia, devi solo venire a provarlo.”
“Catwoman e Lara Croft? Tu sei tutta scema! Quello è un posto strafico, maschere del settecento, ci cacceranno fuori.”
“Non dire cazzate, sbaveranno tutti... Sarai fighissima, ti vedo già nella tutina argento con le natiche di marmo e le bocce che scoppiano... e, dannazione a te, non devi nemmeno imbottirle!”
Se le lascia toccare. È senza reggiseno e le tette, morbide e piene, tengono sollevata la felpina. “Forse un giorno anch'io...”
“Che cazzo stai dicendo? Tu sei bellissimo così... non pensarci nemmeno per scherzo di farti le tette!”
“Non so piccola, mi piacerebbero da morire.”
“Ma dai Pam, perderesti tutto il tuo fascino... Sei perfetta così.”
Mi dà un bacetto che mi elettrizza le labbra. Quasi piango dietro la mascherina. “Mi rovini il trucco.”
“Sei una scema!”
Ha sentito anche lei la scossa, lo vedo negli occhi stupiti e preoccupati mentre sorride. S'allontana nella stanza, solleva la confezione della mascherina per fingere di leggere qualcosa, la molla e va verso lo specchio verticale. Prima una sbirciata per controllare com'è messa, poi s'appoggia alla cornice col braccio teso e si mette a riposo, un piede di punta dietro l'altro ed il fianco in fuori. “Non so se è una bella idea venire con te... forse è meglio rimanere amici. E non so, non so quale tuo lato preferire: il ragazzo più dolce di un'amica o la Pam, la figa esagerata e... cazzuta.” Ride fissandomi nello specchio.
Io la vedo a tre quarti, davanti e dietro. Sembra una ballerina dopo l'allenamento, indossa pantalonacci di felpa che le cadono larghi dal vitino ed accennano appena le due lunette del culetto. Ha un fisichino perfetto, non è secca come me, le tette e le natiche sono piene e morbide, Erica è burrosa il giusto.
“Ne dici di cazzate, Erica! A te io non interesso certo, sbavi solo per i maschi testosteronati di ottanta chili con tre neuroni: calcio, auto e figa!”
S'è offesa. “Ancora con 'sta storia? Cazzo vuol dire, forse che non piacciono anche a te?”
“Ovvio, ma solo per farmi sbattere... io non ci vivrei.”
“L'ho mollato, lo sai.”
“...e sei a digiuno, vieni con me a divertirti, non fare la scema.”
“E chi ti dice che sono a digiuno?” Mi viene incontro, addosso, mi stringei forte in vita. Non respiro. “Mica ti racconto tutti quelli che scopo!”
“Abiti allo stesso piano, quando scopi lo sa tutto il palazzo.”
“Non è vero!”
“Allora se lo dici tu non è vero, però ti sentono anche in portineria... Vieni o no?”
“Non so, abbiamo una sola stanza, vero? Non è che mi tocca dormire in corridoio mentre scopi col più figo della festa?” Mi si struscia da gattina.
“Ci si organizza... E poi non è detto che cucco prima io... Ma hai ragione, sono proprio scemo: mi porto dietro una figa che mi farà il vuoto attorno!”
“Hai detto scemo.”
“Scemo, scema... cazzo cambia, sono Pam e basta.”
“Cambia molto invece... ha il suo significato.” Mi dice sorridendo furba.
“E sarebbe? Sentiamo 'sta tua nuova stronzata.”
“Hai detto scemo e non scema, perché ti si è rizzato.”
Erica mi carezza dove non dovrebbe. E mi ribacia con un'altra scossa.
L'allontano. “Non farmi gonfiare, non si deve vedere nel costume.”
“E tu non farmi bagnare.” Mi fissa negli occhi mentre mi soppesa i coglioni. Li massaggia e infila la mano fra le cosce per palparmi il culo. “Sei eccitante Pam... la più eccitante delle Catwoman.”
Mi sfrega avanti e indietro il polso contro i coglioni. Una stretta alla chiappa dietro e torna a sfiorarmelo con la punta delle dita, per tutta la lunghezza, seguendo il rigonfiamento.
Ormai ce l'ho incazzato perso, mi pulsa sotto i pants. ”Sei una stronza Erica, io non devo...” Mi bacia l'ombelico e poi lecca i pantaloni. Porcaputtana, io esplodo. La risollevo e le caccio la lingua in bocca.
Erica limona da dio, stringendomi forte le natiche.
“Uh Uh, cosa tocchi, a te non interessano solo i cazzi?”
Mi morde il labbro, mi sbava, chi se ne frega più del rossetto?
“Mi piace da morire il tuo culetto, Pam, fammelo toccare... e poi dobbiamo esser riconoscenti con lui, no? Questo meraviglioso culetto ci ha procurato un week end a Venezia” Mi palpa come si deve, con la mano che preme sotto. "Ucciderebbero per un culo così, tu fai impazzire maschietti e femminucce."
È una bugiarda da internare, il suo quando passa fa voltare anche i cartelli stradali.
Ricambio il favore e glielo carezzo. Adoro i suoi pantalonacci di felpa; scivolano sulle sue chiappe, che sento lisce e nude e le artiglio da gatta. Poi indovino il filo del perizoma e lo seguo nel solco, fra le natiche rilassate. Erica si eccita, lo sento nel suo respiro, tende il culetto in alto ed io premo due dita contro l'ano, come desidera ogni troia in calore.
“Cosa tocchi?”
“A me non interessa la tua fighetta.” Spingo da cacciarle il tessuto in culo.
É sudata, mi alita in viso. “Non puoi, io certe cose non le faccio.”
“E allora perché ululavi con Mirko?”
“No, con te no. Mi fai morire Pam, è più grosso del suo.”
“Non direi, forse più largo.”
“E tu come lo sai?!”
“Hai fatto bene a scaricarlo, Mirko non sa tenere il cazzo nei pantaloni.”
“Che stronza!!! E io che ti credevo un'amica!”
“Le amiche si dividono tutto.” La violento in bocca con un bacio. “Non fare la santerellina, tu sei peggio di me, ci hai vissuto sei mesi con quel coglione solo perché scopa da animale.”
“Sono una puttana... Dimmelo.”
“Puttana.”
“Mmmm, mi piace Pam, ancora...”
Le soffio nell'orecchio “Puttana, cagna, leccacazzi, succhiasborra, turbotroia, figagratis, culetto per negri...” e ad ogni parola infilo la punta della lingua nell'orecchio. “Tu devi dimenticarti di MirKo.”
“E come faccio?... ce l'hai peggio di lui?” Ridacchia.
Io di questa troietta rischio d'innamorarmi.
“Sei una cagnetta in calore.”
“Sì, sì... e tu cosa sei?” Domanda schiacciando le tette addosso.
“Catwoman!.. No?”
“La mia Catwoman col cazzo di Batman!” La maledetta me lo palpa da schizzarmelo. È sudata marcia e ansima. Io peggio, ho anche il cazzo in pressione.
“Allora se ho l'uccello di Batman, tu sei il mio Robin” Spingo più forte le dita fra le sue chiappette. “Senti che culetto morbido ha il mio Robin!.”
“Scordatelo, ce l'hai troppo grosso.” La sua testa scivola in basso: mi lecca l'ombelico e il pacco. “Hai un profumo buonissimo.”
Fa un movimento felino, da gatta. Non dovevo essere io la gattina? Cade sulle ginocchia e mi s'infila sotto, fra le gambe. Mi rispunta dietro, sempre aggrappata al mio pacco m'affonda il viso sotto il sedere. Svengo.
Risale lentamente alle mie spalle, leccandomi la schiena nuda e mordicchiandomi alla nuca, una mano premuta sull'inguine, l'altra che mi cerca tutta.
Mi gira verso lo specchio. “Guardati, sei bellissima.”
È vero, siamo troppo fighe! Mi sento una tigre. Butto in fuori il fianco ed Erica ci accavalla sopra la gamba, cingendomi in vita; mi bacia la spalla e ci poggia il mento per fissarci allo specchio. M'innamoro dei suoi occhi. Le sue mani sottili mi sfiorano i fianchi ed il ventre nudi. “Dimmi se non sei figa con 'sto cazzone!” Ride. “Mi sa che dobbiamo ringraziare anche lui per Venezia!” Infila la mano sotto il cinturone.
“Gli antichi romani erano porci.” Dico. E non dico che alla festa c'erano anche matrone affamate.
Ruoto la testa di lato, senza staccare l'occhio dallo specchio, e le lecco la guancia. Trova le mia labbra sotto la mascherine e le lingue slinguazzano da porche.
Poi, sempre da dietro, mi slaccia la cintura ed apre la zip.
Per me è una liberazione! Esplode fuori.
Se lo fa ciondolare pesante in mano e si sposta di fianco per poterlo vedere allo specchio: “Pam, Pam... tu fai felici donne e uomini... senti com'è pesante!”
La micetta ci sa fare coi cazzi, me lo lecca e poppa da vera esperta, ma con la passione di una verginella al primo cazzo in bocca e, lo ammetto, sa come gratificarmi: “Perché lo tieni nascosto? Ahaha, mi fa dimenticare quello di Mirko, giuro.”, mi dice dal basso, con le lacrime sui suoi occhioni lucidi per il pompino impegnativo.
“Dici troppe cazzate.” Glielo spingo in gola.
Lo fa facilmente, inclinando un poco il capo indietro. Le tasto la gola per sentire fin dove le arriva. Non c'è che dire, Mirko l'ha svezzata per benino.
Poi mi scappa.
S'è inginocchiata sul divano, mi dà le spalle e mi offre il culetto alto. M'avvicino.
“Sei pazzesca Pam, fai paura!” Dice guardandomi da sopra la spalla.
Poggio la mano sulla frusta che ho appesa alla cintura. Ho un capogiro, l'istinto di darle una frustata.
Con una graffiata le abbasso i pantaloni.
Un attimo d'esitazione, devo prendere un condom le dico, ma Erica inzuppa di saliva due dita e se le infila. Ci lascio cadere una bava di saliva nel buchetto rosa infossato fra le chiappe rotonde e perfette, lisce che sto male.
Sono ipnotizzata.
Le innesto il cazzo in culo, una goduria lunga ventidue centimetri, uno dopo l'altro me li godo tutti, la sento cedere ed allargarsi, io le scorro dentro e la riempio. Arrivata alle palle gliele schiaccio contro per farle sentire che è tutto dentro e m'accorgo che sta urlando. Fa' piano, è grosso, ti prego!
Cazzo frega?, tra poco miagolerà.
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