La telefonata

di
genere
esibizionismo

Sono rientrato da poco, sono le 19, ho tardato al lavoro, in settimana abito in un piccolo appartamento della mia azienda, abito molto lontano dalla mia famiglia, rientro il venerdì sera e riparto il lunedì mattina.
Sono fortunato, perchè così posso dare libero sfogo alla mia passione, il travestimento.
Pur essendo sposato, sono da molti anni omosessuale, ho scoperto, grazie ad un collega, che mi piacciono i maschi, ne sono attratto sia sessualmente, che mentalmente.
Mi sono scoperta femmina, e così, ho iniziato a travestirmi, e a soddisfare i maschi, adoro il loro cazzo, lo gusto in bocca, amo il sapore del loro caldo sperma, e la cosa che più mi soddisfa, è essere scopata.
Ma col tempo, i soli incontri a casa o al motel, non mi sono più bastati, ho cercato, e trovato, nuove esperienze, sempre più forti, e spesso un tantino pericolose.
Poi la svolta, un anno fà ho conosciuto Walter, un uomo sulla settantina, un corpo massiccio, muscoloso, con barba e baffi, un fisico, nonostante l'età ben messo, e cosa dire del suo cazzo, un paletto di carne, appena conosciuto, una volta nudo, mi ha attratta e spaventata, mai avrei pensato di riuscire a riceverlo nel culetto.
Ma con persuasione e decisione, , tanta pazienza e crema, è riuscito a infilarmelo tutto dentro, e a pomparmi a dovere, facendomi godere, trà il piacere e il dolore.
Dopo il suo cazzo, devo dire, che gli altri mi sembravano piccoli, e meno goduriosi, così, ho iniziato a frequentarlo.
Ma dopo un mesetto, mi ha dettato delle condizioni, a lui non serviva uno, o una da scopare, ne aveva quanti ne voleva di frocette come mè, lui richiedeva la mia totale sottomissione.
Era un giovedì sera, quando si è presentato da mè, io ero già pronta, reggicalze calze e tacchi, ero impaziente di farmi massacrare il buco del culo dal suo uccello, anche se sapevo, che avrei avuto difficoltà il giorno dopo a sedermi.
Ma una volta in sala, mi ha porto un foglio, e mi dice di leggerlo con calma, e se ero d'accordo, di firmarlo e portaglielo in camera da letto, dove mi avrebbe atteso, se sì, avremmo continuato la nostra relazione, se nò, sarebbe stata l'ultima sera.
Mi siedo e inizio a leggere, da subito ho capito che era un contratto di cessione della mia persona, a livello fisico e mentale, scorsi tutti i punti, praticamente cedevo mè stessa a Walter, mi avrebbe ceduta ad altri, avrebbe usato il mio corpo per ogni sua voglia, specialmente il mio buco, mi avrebbe fatta uscire en femme trà la gente, e molte altre cose, e per ultimo, l paragrafo finale, spiegava, che quello che non era stato scritto, ma che nel tempo fosse interessato a lui, lo avrei comunque accettato.
Mentre leggevo, il cazzo si era indurito, fino a farmi ale, ero eccitatissima, firmai, sia come richiesto con il mio nome e cognome, sia con il mio pseudonimo, e entrai in camera, e in ginocchio gli chiesi di accettare il mio contratto firmato.
Per prima cosa mi scattò una serie di foto con in mano la mia carta d'identità, poi registrò un video dove leggevo e accettavole sue condizioni, e poi mi infilò il suo cazzo nel culo.
Sentirmi aprire e svangare a colpi decisi, mi fece sborrare senza toccarmi, e dopo essersi soddisfatto sessualmente, mi disse di infilarmi un vestitino, e la parrucca che saremmo andati a fare un giro.
Uscimmo in strada, dal mio culo devastato fuoriusciva il suo sperma che colava sulle cosce fino alle scarpe, il vestito scelto non copriva il bordo delle calze, e mostrava i ganci del reggicalze, il più non avendo le mutandine, a volte il mio cazzo moscio faceva capolino dal vestito, ero oscena.
Mi portò in auto in un bar in periferia, frequentato da loschi individui, mi fece sedere al tavolio accavallando le gambe e mostrando le scosce, mi sentivo gli sguardi dei presenti spogliarmi, mi stavo eccitando.
Faticavo a reprimere l'erezione imminente, Walter lo cpì immediatamente, e mi impose di sedermi a gambe larghe, in un attimo il mio cazzo svettò sollevando il vestitino e uscendo allo scoperto.
Il primo che si avvicinò fù il titolare del bar, mi disse, vieni frocio seguimi, io guardai Walter che fece cenno di sì, mi alzai e lo seguii.
Mi portò in un retrobottega, dove vidi un divanetto, sporco e pieno di macchie biancastre, doveva essere sperma secco, quindi lì, si consumava del sesso.
Mi fece spogliare, poi mi baciò, e mi palpò per bene il cazzo, poi si inginocchiò, e mifece un pompino da urlo, poi si tolse i pantaloni, e la camicia, rimanendo in autoreggenti, si appoggiò al divanetto, allargò le gambe e mi chiese di incularlo.
Non me lo feci ripetere, lo sfondai a colpi di cazzo, lo feci godere, e poi lo riempii di sperma.
Mi baciò, e poi fù il mio turno, mi scopò a lungo facendomi godere, era irreale, ma piacevole, poi una volta venuto si rivestì, impedendomi di farlo a mia volta, mi prese per mano e mi portò nuda nel bar.
Walter mi mise in piedi davanti a lui, mi guardò in faccia e mi disse: trè sere a settimana ti porterò quì, sarai a disposizione di chiunque, e non userai mai il preservativo, ingoierai il loro sperma, lo accoglierai nella tua vagina, che sarà sempre più allargata, srvirai ai tavoli con vestiti, gonne e camicette sempre più succinte, sarai fotografata e filmata, il tutto poi pubblicato in internet, e vedrai che qualcuno ti riconoscerà, faremo in modo che accada, poi si alzo, e appese alla bacheca il contratto da mè firato, con ben in evidenza il mio numero di cellulare.
Cominciò così, il mio calvario, meraviglioso calvario, ricevevo chiamate a tutte le ore, e se era di sera, mi dovevo presipitare dove ero richiesta.
Passarone i mesi, e io ero sempre più disponibile, presi anche dei giorni di permesso, e inizia ad accampare scuse per non rientrare a casa i fine settimana, passando cos' i sabati e le domeniche a soddisfare maschi.
Poi un martedì sera, squillò il telefono, era un uomo che non conoscevo, che richiedeva la mia prestazione sessuale, e che si era già messo d'accordo con Walter, la voce mi sembrava conosciuta ma era un poco mascherata, e quindi non cifeci caso, gli diedi l'indirizzo e mi preparai.
Ghepierr nera, calze nere, scarpe con tacco dieci, trucco pesante parrucca, e un babydol cortissimo, e appena suonò aprii la porta, e sorridendo gli diedi il benvenuto, cazzo era mio suocero.
Rimasi impietrita, bloccata, lui mi sorrise, e mi salutò chiamandomi per nome, e chiuse la porta.
Ma bene sei un frocio allora, le voci non mentono, e mi girà attorno, e che frocio, mi toccò il culo, io ero impietrita, non sapevo come comportarmi, e che bel cazzo, lo palpò, con questo coso scopi mia figlia? mi chiese, io annuii, scopare, parola grossa, erano alcuni mesi che non la toccavo.
Poi ebbi il coraggio di chiedere come fosse venuto a conoscenza della mia doppia vita, internete esclamò, specialmente in certi siti, dob
ve hai una bella nomea, tante foto e video, sia trav che normale, e poi, dai, la carta d'identità, il numero di cellulare, hai un padrone sadico.
Mia cara aggiunse, sei sputtanata da noi, da alcune settimane tutti sanno di tè, tua moglie mi manda a dirti di non presentarti più a casa, e che ha un avvocato per il divorzio, e sorrise, ma ora andiamo in camera da letto Paoletta, che voglio gustarti per bene.
Una volta nudo vidi il suo bel cazzo, mio suocero è un bell'uomo, e ben atrezzato, volle prima un pompino con ingoio, e poi dopo varir effusioni, mi inculò.
Rimase a dormire e il giorno dopo presi delle ferie, e chiamai Walter, che conobbe mio suocero, gli fece vedere il contratto, e si accordarono per noleggiarmi tutto il fine settimana, che passai a scopare con mio suocero.
scritto il
2024-09-05
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