5 - La vita di Anna - Il falò

di
genere
orge

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Partimmo un sabato, nel primo pomeriggio, con una sola auto perché la mia banda era dimezzata causa impegni.
Andammo in macchina fino ad un porticciolo, dove incontrammo gli altri quattro ragazzi.
Il mio capo banda, mi aveva organizzato una nottata sotto le stelle con questi nuovi amici che avevano la barca e il posto giusto, così attraversammo una lingua di mare per raggiungere una spiaggia non frequentata.
Con noi avevamo alcune piccole tende, le cose necessarie alla persona per un giorno fuori casa ed uno scatolone di birra, alcolici e carne da arrostire.
Dopo aver sistemato le cose e preparato la legna per il falò, i miei amici montarono le tende e per far conoscenza con i nuovi venuti, facemmo un bel bagno fino al tramonto.
Avevo un due pezzi rosso, corredato da dei piccoli gancetti di plastica che tenevano tutto insieme.
Mentre eravamo nell'acqua, giocando, cominciammo a spintonarci l'un l'altro, loro cercavano sempre di posarmi le mani addosso e devo dire che ci riuscivano spesso.
Passando, sott'acqua, tra le loro gambe, cercavo di rifarmi dalle loro palpate, così "casualmente" toccavo il loro pacco ed a volte aggrappandomi al costume mi ci strusciavo.
Erano contenti di quelle carezze, così me lo fecero fare molte volte finché, vedendomi ormai senza fiato, si avvicinarono a me tenendomi per non farmi andare giù ed in quell'occasione mi appiccicarono i pacchi sulle gambe e sul culo.
Notai che avevano gli sguardi alquanto eccitati e che mi toccavano sempre di più così chiesi, con un'aria da timida santarellina, che cosa avessero in mente.
Sorridendo dissero che potevo immaginare cosa volessero e che non me la sarei cavata con una strusciatina di culo.
Feci uno scatto per allontanarmi da loro (dato che la poca confidenza non mi aveva ancora fatta entrare nel personaggio, e più che altro facevo la mia parte), ma quasi una decina di mani cercarono di afferrarmi intrigandosi però nello slip ed il reggiseno staccandoli con i gancetti che cedettero sotto lo strattone, così rimasi nuda nell'acqua mentre con un'aria un pò intimorita li guardavo risalire.
Visto che stava calando la sera e che non potevo rimanere in acqua per sempre, mi decisi a risalire anch'io rimanendo sotto i loro sguardi finché non entrai in tenda per mettermi qualcosa addosso.
Dopo un pò mi chiesero di scusarli, per ciò che avevano fatto dicendomi che era solo perché una bella ragazza come me non gli era indifferente.
Accettai le scuse richiamandoli all'ordine e cominciammo a preparare l'occorrente per la cena.
Accendemmo un fuoco sulla spiaggia, e ci sedemmo vicino a mangiare come si fa nei falò tra amici: qualche salsiccia, qualche costina e poi cominciarono a tirare fuori birra, vodka ed altri alcolici.
Conoscevo benissimo le intenzioni di tutti e non ero certo andata in quel posto sperduto con loro per sottrarmi all'ultimo momento.
Sapendo di essere protetta, bevvi quello che mi offrivano e brindai a tutte le proposte fattemi.
Alla fine ero sufficientemente brilla, mi sentivo in preda all'euforia e non riuscivo a controllarmi, ma capivo ancora qualcosa di quello che stavo facendo.
I ragazzi cominciarono a togliersi le magliette, cantando ed incitando anche me a farlo.
Volevano che fossi io a prendere l'iniziativa, così cercarono di indirizzarmi convincendomi di fare la cosa giusta per tutti e nello quello stato in cui ero per loro era più facile.
Cominciai a ballare attorno al fuoco con uno di loro, poi improvvisai uno spogliarello che i ragazzi gradirono molto, togliendomi la maglietta e restando mezza nuda.
Sempre cantando, mentre ci rincorrevamo, uno di loro si aggrappò sfilandomi i pantaloncini.
Perdendo l'equilibrio caddi addosso ad un altro e con lui finii a terra fermandomi con la testa sulla sua pancia e con una mano sul costume.
Io ridevo molto, ad occhi chiusi, per quella caduta e qualcuno approfittando di quella posizione gli sfilò il costume lasciandomi la mano sul cazzo che era davanti a me.
Loro continuavano a cantare ed io a ridere finché, quasi automaticamente, con la mano afferrai la fava del ragazzo e me la misi in bocca succhiandogliela.
Cantavano strane canzoni, forse inventate sul momento, per farmi succhiare e bere.
Anche gli altri si spogliarono completamente e ci raggiunsero inginocchiandosi accanto a me, mentre io sempre ridendo passavo dal succhiare ora l'uno ora l'altro.
Ad un certo punto mi scapparono incitandomi a raggiungerli, di sicuro per gasarmi sempre di più.
E ci riuscirono, io corsi loro dietro cercando di placcarli e ce la feci quando si fermarono in una zona di penombra dal fuoco.
Sempre in tono giocoso mi chiesero dove volevo prendere i salamotti ed io, in preda all'euforia della sbronza mi misi alla pecorina sulla sabbia e ridendo mi sculacciai il sedere.
Uno di loro mi venne dietro, mi unse il secondo canale con qualcosa, mi schiaffeggiò le natiche con il suo tarello e poi lo infilò lentamente facendomi il solletico per non farmi smettere di ridere.
Ricordo che dopo qualche minuto che mi stava facendo il culo, gli scappai andando a gattoni per la spiaggia continuando a fare "Beee, beee..." (ma te lo immagini?).
Vagai un pò da sola finché un altro non mi fermò prendendomi per i fianchi e cominciò lo stesso trattamento di poco prima.
Durai qualche altro minuto, ma fuggii ancora perché volevo accontentare tutti (come sono buona eh?).
Mentre da dietro mi stavano fottendo, chiesi al mio ragazzo cosa stesse aspettando e lui mi rispose che il suo amico non voleva farlo giocare.
Dissi che l'avrei fatto giocare io così, un pò a tentoni, mi ribaltai finendo coricata a terra sopra l'altro che non voleva smettere di stantuffare e lo invitai a braccia aperte.
Non si fece attendere e mi infilzò in fica, scopandomi e dandomi da bere, cose che non rifiutavo di certo.
Mi muovevo come un'affamata e loro gradivano molto la cosa facendomi sentire i loro affanni e le loro carni che continuavano a muoversi dentro di me.
Ad un certo punto, volli buttare legna sul fuoco, visto che non volevo cambiare idea loro mi assecondarono pensando di riprendermi dopo.
Mi avvicinai al fuoco, gli buttai sopra qualche pezzo di legno e mi scolai una mezza bottiglia di birra che era rimasta a terra (calda è una vera schifezza, ma a quel punto non ci si fa molto caso).
Subito dopo corsi verso la riva ed entrai in acqua chiamandoli tutti con me.
Tutti mi seguirono e mi si avvicinarono sostenendomi come qualche ora prima, ma in quel momento avevo un altro atteggiamento nei loro confronti.
Sentivo quei corpi e quelle mani avvolgermi tutta per non farmi andare giù (adoro essere accarezzata da molte mani assieme), adesso le mie mani erano sott'acqua a cercare tra le loro gambe per maneggiare un pò.
Avvolsi le gambe attorno al ragazzo che avevo davanti infilandomi il tarello in fica e tirandolo a me per farmelo entrare tutto.
L'acqua glielo aveva raffreddato superficialmente così che entrando mi procurò uno strano brivido.
Gli altri mi tenevano distesa per le braccia mentre quello si sfogava.
Io mi godevo il massaggio delle piccole onde ad occhi chiusi, intanto che loro si davano il cambio, credo, per non venire subito.
Aprii gli occhi quando mi riportarono a riva e per farmi correre mi diedero una paio di sculacciate.
Mi diressi verso il fuoco perché la leggera brezza mi stava rinfrescando.
I ragazzi mi raggiunsero e quando il primo mi fu vicino lo spinsi a terra, gli andai sopra e mi infilai a spegni-candela cavalcando e chiedendo all'altro da bere.
Arrivò con una bottiglia, ma ricordo di avergli detto che non volevo bere dalla bottiglia, ma da altro, cosi lo tirai verso di me e cominciai a menarglielo e a fargli un pompino appassionato.
Non tardò a venirmi in gola, ed io ingoiai tutto quel liquido caldo continuando a succhiare e dicendo che d'ora in poi avrei voluto solo quello.
Feci avvicinare un altro e prima che mi venisse in bocca mi fermai a guardare la sua cappella che mi schizzò sperma sulle labbra socchiuse e sulle guance.
Accolsi la sborrata degli altri sul petto e continuai a cavalcare la nerchia che avevo tra le gambe mentre spalmavo le tette e la pancia con gli umori che avevo addosso.
Il mattino dopo, mi svegliai nuda sulla spiaggia con un mal di testa che non ti dico e la sabbia appiccicata un pò dappertutto.
Mi ci volle un po’ per ripercorrere col pensiero la nottata, ma un sorriso di soddisfazione e i nuovi amici incontrati mi lasciavano buoni propositi per il futuro.
scritto il
2024-09-10
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