7 - La vita di Anna - Sogno nero.

di
genere
etero

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Questo racconto è di fantasia, almeno la prima metà.

Era un sabato pomeriggio veramente noioso, i grossi nuvoloni che dal mattino giravano in quella zona, ma che non si decidevano a far piovere, non invogliavano certo ad uscire, così decisi di rimanere in casa anche se non avevo niente da fare.
Provai qualche vecchio vestito, ed alla fine rimasi con il mio amato tanga ed una vestaglia corta semitrasparente, per sentirmi a mio agio tanto non aspettavo nessuno.
Con grande lentezza arrivò quasi la sera, guardando dalla finestra vidi un ambulante con la solita valigia che passava di porta in porta per raggranellare qualche spicciolo.
Tirai le tende pensando che se ne andasse vedendo che in casa non c'era nessuno.
Ma quando il ragazzo suonò il campanello, qualcosa mi fece aprire la porta.
Fui piacevolmente sorpresa di vedere un ragazzone nero, molto alto e ben messo fisicamente.
Non trascurabile la reazione di lui nel vedersi davanti una ragazza appena coperta ed in casa presumibilmente da sola.
Mentre diceva le solite cose non toglieva lo sguardo dalla mia figura, la lampada che illuminava l'ingresso ed anche me da dietro, faceva risaltare tutte le mie forme sotto la vestaglia.
Decisi di provocarlo per divertirmi un pò in quella giornata triste, così lo feci entrare nell'ingresso e, come interessata ai suoi articoli, mi chinai sulla borsa toccando ora i calzini ora i fazzoletti.
Il giovane non disse niente, anche perché la sua attenzione era attirata dalla profonda scollatura della vestaglia che lasciava vedere i miei seni penzolare e sfiorare il tessuto della veste.
Sempre più interessata, mi accovacciai spostando con un gesto la lunga gonna che mi avrebbe intralciata volendo anche favorire l'apertura dello spacco.
Così avvenne: i due soli gancetti sotto il seno che chiudevano la vestaglia consentirono alla gonna di scivolare ai lati delle gambe scoprendola fino all'inguine e mostrando il piccolo triangolino di pizzo che avevo in mezzo.
Continuando a sbirciare nella borsa, per essere più comoda, mi spostai un pò sedendomi sullo sgabellino che avevo li accanto.
Allargai le gambe per potermi abbassare un pò di più, porgendogli di nuovo il seno con i capezzoli inturgiditi ed il tanga che lasciava intravedere quello che aveva sotto.
Trovai un paio di slip bianchi in pizzo, aprii le gambe posandomelo tra le gambe fingendo di vedere come mi stava.
Guardai anche lui per sapere cosa ne pensasse, ma non ebbi altra espressione che due occhi fissi sulle mie mani e qualche goccia di sudore.
Decisi di finire li la mia esibizione avendo notato il grosso gonfiore sotto i pantaloni del ragazzo che non sapeva più come resistere.
Presi qualche fazzoletto e dei calzini e mi alzai per prendere il denaro da un pensile li vicino.
Il tavolino che mi era davanti non mi permise di arrivarci comodamente così dovetti alzarmi sulle punte dei piedi.
Quella posizione allungata e leggermente piegata, portava il mio culo ad aderire interamente alla vestaglia, che lasciava vedere i contorni delle natiche.
Velocemente il giovane prese un paio di foulard dalla sua borsa, si avvicinò da dietro afferrandomi le braccia e piegandole dietro la schiena mi legò i polsi con un foulard, infagottandomi l'altro in bocca per non farmi urlare.
Sbarrai gli occhi per lo stupore e capii di aver giocato un pò troppo con lo stuzzicarlo ed ora ne stavo subendo le conseguenze.
Lui mi sollevò la vestaglia fermandomela sotto le braccia e poi con un gesto secco ruppe lo spago del tanga fermandosi un attimo ad osservarmi il culo ormai senza più veli.
Estrasse il suo cazzo già duro per lo spettacolo precedente e me lo infilò lentamente nella fica, ma spingendolo fino in fondo.
Lo sentivo farsi largo nella carne, era veramente grossa e ad ogni entrata mi faceva venire la pelle d'oca.
Giacevo con la pancia sul tavolino sotto i colpi di quello stallone che teneva i miei polsi stretti sulla schiena e si stava prendendo quello che io gli avevo finora messo davanti agli occhi.
Estrasse il cazzo bagnato e lo appoggiò sul secondo canale, sorridendo mentre lo vedeva entrare con forza tra le mie morbide natiche.
Dopo qualche minuto cambiò ancora buco, penetrandomi nella fica grondante che avvolgeva il membro come una guaina.
Sembrava instancabile ed ogni colpo mi alzava il bacino e mi sentivo distrutta da quel trattamento.
Sentendosi al culmine del piacere, afferrò per i fianchi quel corpo ormai esausto che aveva davanti e lo tirò a se facendomi inginocchiare a terra.
Prese la mia testa, con gli occhi socchiusi vidi l'enorme cazzone nero e lucido che avevo davanti, e dopo avermi liberato la bocca, l’infornò tra le mie labbra scopandomi come aveva fatto finora, finché non mi riversò in gola dei corposi getti di sperma che mi colarono, poi, anche sul seno.
L’ambulante se ne andò con la sua borsa lasciandomi distesa a terra sfinita.
Dopo qualche minuto aprii gli occhi con uno strano sorriso per il piacere che avevo provato e rimasi qualche attimo ad impastare con la lingua lo sperma che avevo ancora in bocca pensando a quello che mi era capitato in quel triste sabato sera.

Questo è quello che avrei voluto fosse successo, ma in realtà le cose sono state un po’ meno complicate.

Stavo oziando in casa con addosso il mio pigiama preferito, quando sentii suonare alla porta.
Non vedendo dallo spioncino, aprii e un ragazzo di colore bello piazzato che girava con la borsa cominciò a elencarmi cosa aveva da vendere o di aiutarlo o di comprare qualcosa...
Era simpatico e sorridente, per un attimo allietava quel sabato noioso, così volli prendere qualche pacchetto di fazzoletti.
Ma lui insisteva, voleva vendermi cose più costose, ma che non mi servono e la trattativa andò avanti per qualche minuto.
Vidi che infondo alla borsa aveva scatoline colorate ed infilai la mano per prenderne una.
Non ci credevo, aveva anche dei preservativi ed una strana scintilla mi illuminò gli occhi.
- “Ti prendo i fazzoletti e questa scatola di preservativi per 10 € e uno lo proviamo subito. Ok?”
Lo vidi impacciato e incredulo, forse credeva di non aver capito.
- “Dai tira fuori il pisello, vediamo come ti sta che poi te lo succhio.”
Ancora titubante si abbassò i pantaloni quando cominciai a slacciare la cintura e mi inginocchiai davanti a lui.
Niente male, anche se serviva una doccia, lo tastai dolcemente e quando fu appena eretto, gli infilai il preservativo alla fragola.
Continuando a menarlo, si stava rinvigorendo il giusto per poterlo accogliere in bocca.
Più succhiavo, più si irrigidiva e pensavo che mi sarebbe piaciuto sentirmelo tra le gambe.
Qualche minuto di maneggio sempre più intenso e alla fine mi prese la testa con le mani, venendomi in bocca.
Per qualche attimo giravo la lingua attorno al sacchettino di liquido caldo e sentivo solo gusto di fragola.
Tolsi il preservativo lo annodai e lo buttai nel cestino, mentre lui si rivestiva.
Gli diedi un fazzolettino, i 10 € e gli dissi: “ Quando passi di qua, vieni a trovarmi.”
Se ne andò sorridente e soddisfatto, spero che non sparga la voce.
scritto il
2024-09-14
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