1 - La vita di Anna - L'inizio
di
Anna S.
genere
trio
Mi chiamo Anna, e ora ho 30anni.
Per caso, sotto l’ombrellone ho scoperto questo sito, e qualcosa mi ha eccitato.
Al contrario di tutte quelle che ho letto io non mi reputo un figone da paura.
Sono 1,68 m, porto una seconda, non proprio magrissima, ma essendo soda e carina faccio la mia porca figura lo stesso.
Voglio raccontare anch’io una decina di anni e più della mia vita, costellata di esperienze piacevoli e meno, ma comunque cercate ed accettate.
Mi ritengo una ragazza con la testa sulle spalle, vivo da sola, ho un lavoro che mi piace e soprattutto mi sono creata una squadra di amici che mi guardano le spalle, in tutti i sensi .
Come li ho incontrati lo racconterò più avanti.
Personalmente ho cominciato a cercare situazioni particolari alla fine della maturità.
Ero al mare, non lontano da casa, e passavo un paio di settimane con i miei genitori in una nostra casetta per le vacanze.
Il mio primo ragazzo, che si chiamava Paolo e che era più grande di me, veniva a trovarmi qualche sera, io dicevo ai miei che andavo a ballare con una ragazza che avevo conosciuto, invece andavo con lui e qualche volta anche in pineta a pomiciare ed a fare quelle cose che mi aveva insegnato.
Sapevo che non era l’uomo della mia vita, ma era il primo, a lui piaceva avere una ragazza per divertirsi e io ne approfittavo per imparare un po’ di cose che mi piacevano sempre più.
Un martedì sera, venne con un suo amico dicendomi che gli scocciava fare il viaggio ed aspettarmi da solo, anche perché non c’era nessun evento in piazza, così andammo in centro tutti assieme a bere qualcosa.
Passammo la serata chiacchierando e passeggiando in riva al mare, praticamente deserta.
Verso l'una quando non c'era più nessuno in giro decidemmo di andare a fare il bagno, dato anche che c'era una luna quasi piena che ci permetteva di vedere agevolmente.
Rimanemmo in mutande ed io anche in maglietta ed entrammo in acqua cominciando a sguazzarci l'un con l'altro.
Paolo mi abbracciava e mi baciava, toccandomi e facendomi sentire la sua eccitazione.
Avendo il terzo incomodo, non riuscivo a sbloccarmi e far finta di niente.
Dopo un po’ tornammo verso riva, ma quando eravamo con l'acqua alle caviglie, il mio ragazzo mi abbracciò e cominciò a baciarmi come facevamo di solito, io mi vergognavo un po' per la presenza del suo amico, ma a lui non interessava ed andava avanti per la sua strada.
Continuava a dirmi di rilassarmi e mentre mi baciava e mi teneva stretta a se, il suo amico da dietro, mi tolse la maglietta e poi mi abbassò gli slip.
Ero nuda davanti a loro, io per il panico continuavo a baciare Paolo, come a non voler accorgermi di quello che mi stava succedendo attorno, finché lui stesso mi appoggiò le mani sulle spalle e mi spinse in basso dicendomi di succhiarglielo.
Ero come annebbiata, ubbidii inginocchiandomi, glielo tirai fuori e cominciai a fargli un pompino, ma ignorando l'altro come volessi che non esistesse.
Paolo si inginocchiò a sua volta costringendomi, per continuare a succhiarglielo, a mettermi alla pecorina.
Fu allora che sentii le mani del suo amico accarezzarmi, da dietro, il culo e le cosce.
Mi bagnò il buco con un bel po' di saliva e mi spinse nel culo il suo cazzo fin dove poteva.
Io ero in confusione, tremavo, ma non reagivo, chiusi gli occhi e sentii una verga che entrava ed usciva tra le mie natiche assieme ad un'altra che si muoveva in bocca.
Erano molto teneri con me, non mi stavano certo scopando con la forza, ma capivo che non mi consideravano molto e che mi stavano usando solo per il loro divertimento.
Le mani di quell'estraneo continuavano a palparmi dappertutto, la fica e specialmente le tette che aveva in buona posizione.
A mano a mano che passava il tempo, sentivo crescere sempre di più il piacere e scomparire la vergogna, cominciavo ad accennare qualche movimento per sentire quei cazzi fino in fondo.
Quando mi sentii sborrare in culo, succhiai con più foga il cazzo che avevo tra le labbra per riceverne il succo e quando mi venne in bocca, passai qualche attimo a mescolarlo con la lingua prima di ingoiarlo.
Mi salutarono e se ne andarono ridendo, lasciandomi sulla riva a ricompormi.
Credo ancora di aver sentito dire che la scommessa era stata pagata e che erano pari.
Naturalmente da quella volta non ho più voluto vedere Paolo, ma ho cominciato ad avere fantasie sessuali diverse dalla semplice coppia, mi piacevano le situazioni inusuali ed ho imparato ad avere incontri per un mio piacere personale, un po’ come avevano fatto loro.
Ci pensai tutto il giorno successivo e la sera andai in discoteca con la mia amica.
C’era il pienone, mentre ci spostavamo tra le sale sentivo continuamente mani di ragazzi palparmi il sedere, e mi piaceva.
Vincendo la mia iniziale timidezza, provai anch’io ad allungare le mani tra le gambe dei ragazzi per palpargli il pacco, e mi piaceva.
Mentre eravamo in fila per uscire, avevo le mani incrociate dietro, e quando sentii qualcuno strusciarmi, riuscii ad infilare le mani nei pantaloncini e ad afferrargli il pisello già turgido, mentre lui non smetteva di toccarmi il culo, poi mi sono dileguata perché in quel momento ero già a posto.
Volevo fare cose strane si, ma in sicurezza e prima volevo capire come.
Per caso, sotto l’ombrellone ho scoperto questo sito, e qualcosa mi ha eccitato.
Al contrario di tutte quelle che ho letto io non mi reputo un figone da paura.
Sono 1,68 m, porto una seconda, non proprio magrissima, ma essendo soda e carina faccio la mia porca figura lo stesso.
Voglio raccontare anch’io una decina di anni e più della mia vita, costellata di esperienze piacevoli e meno, ma comunque cercate ed accettate.
Mi ritengo una ragazza con la testa sulle spalle, vivo da sola, ho un lavoro che mi piace e soprattutto mi sono creata una squadra di amici che mi guardano le spalle, in tutti i sensi .
Come li ho incontrati lo racconterò più avanti.
Personalmente ho cominciato a cercare situazioni particolari alla fine della maturità.
Ero al mare, non lontano da casa, e passavo un paio di settimane con i miei genitori in una nostra casetta per le vacanze.
Il mio primo ragazzo, che si chiamava Paolo e che era più grande di me, veniva a trovarmi qualche sera, io dicevo ai miei che andavo a ballare con una ragazza che avevo conosciuto, invece andavo con lui e qualche volta anche in pineta a pomiciare ed a fare quelle cose che mi aveva insegnato.
Sapevo che non era l’uomo della mia vita, ma era il primo, a lui piaceva avere una ragazza per divertirsi e io ne approfittavo per imparare un po’ di cose che mi piacevano sempre più.
Un martedì sera, venne con un suo amico dicendomi che gli scocciava fare il viaggio ed aspettarmi da solo, anche perché non c’era nessun evento in piazza, così andammo in centro tutti assieme a bere qualcosa.
Passammo la serata chiacchierando e passeggiando in riva al mare, praticamente deserta.
Verso l'una quando non c'era più nessuno in giro decidemmo di andare a fare il bagno, dato anche che c'era una luna quasi piena che ci permetteva di vedere agevolmente.
Rimanemmo in mutande ed io anche in maglietta ed entrammo in acqua cominciando a sguazzarci l'un con l'altro.
Paolo mi abbracciava e mi baciava, toccandomi e facendomi sentire la sua eccitazione.
Avendo il terzo incomodo, non riuscivo a sbloccarmi e far finta di niente.
Dopo un po’ tornammo verso riva, ma quando eravamo con l'acqua alle caviglie, il mio ragazzo mi abbracciò e cominciò a baciarmi come facevamo di solito, io mi vergognavo un po' per la presenza del suo amico, ma a lui non interessava ed andava avanti per la sua strada.
Continuava a dirmi di rilassarmi e mentre mi baciava e mi teneva stretta a se, il suo amico da dietro, mi tolse la maglietta e poi mi abbassò gli slip.
Ero nuda davanti a loro, io per il panico continuavo a baciare Paolo, come a non voler accorgermi di quello che mi stava succedendo attorno, finché lui stesso mi appoggiò le mani sulle spalle e mi spinse in basso dicendomi di succhiarglielo.
Ero come annebbiata, ubbidii inginocchiandomi, glielo tirai fuori e cominciai a fargli un pompino, ma ignorando l'altro come volessi che non esistesse.
Paolo si inginocchiò a sua volta costringendomi, per continuare a succhiarglielo, a mettermi alla pecorina.
Fu allora che sentii le mani del suo amico accarezzarmi, da dietro, il culo e le cosce.
Mi bagnò il buco con un bel po' di saliva e mi spinse nel culo il suo cazzo fin dove poteva.
Io ero in confusione, tremavo, ma non reagivo, chiusi gli occhi e sentii una verga che entrava ed usciva tra le mie natiche assieme ad un'altra che si muoveva in bocca.
Erano molto teneri con me, non mi stavano certo scopando con la forza, ma capivo che non mi consideravano molto e che mi stavano usando solo per il loro divertimento.
Le mani di quell'estraneo continuavano a palparmi dappertutto, la fica e specialmente le tette che aveva in buona posizione.
A mano a mano che passava il tempo, sentivo crescere sempre di più il piacere e scomparire la vergogna, cominciavo ad accennare qualche movimento per sentire quei cazzi fino in fondo.
Quando mi sentii sborrare in culo, succhiai con più foga il cazzo che avevo tra le labbra per riceverne il succo e quando mi venne in bocca, passai qualche attimo a mescolarlo con la lingua prima di ingoiarlo.
Mi salutarono e se ne andarono ridendo, lasciandomi sulla riva a ricompormi.
Credo ancora di aver sentito dire che la scommessa era stata pagata e che erano pari.
Naturalmente da quella volta non ho più voluto vedere Paolo, ma ho cominciato ad avere fantasie sessuali diverse dalla semplice coppia, mi piacevano le situazioni inusuali ed ho imparato ad avere incontri per un mio piacere personale, un po’ come avevano fatto loro.
Ci pensai tutto il giorno successivo e la sera andai in discoteca con la mia amica.
C’era il pienone, mentre ci spostavamo tra le sale sentivo continuamente mani di ragazzi palparmi il sedere, e mi piaceva.
Vincendo la mia iniziale timidezza, provai anch’io ad allungare le mani tra le gambe dei ragazzi per palpargli il pacco, e mi piaceva.
Mentre eravamo in fila per uscire, avevo le mani incrociate dietro, e quando sentii qualcuno strusciarmi, riuscii ad infilare le mani nei pantaloncini e ad afferrargli il pisello già turgido, mentre lui non smetteva di toccarmi il culo, poi mi sono dileguata perché in quel momento ero già a posto.
Volevo fare cose strane si, ma in sicurezza e prima volevo capire come.
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