10 - La vita di Anna - Il ritorno dei miei cugini
di
Anna S.
genere
trio
Anche se ci eravamo incontrati durante qualche occasione di riunione parentale, fui molto felice di rivedere i miei zii e cugini che dalla città vollero passare qualche giorno qui da noi.
Adesso di spazio ce n’era in abbondanza, ma qualcuno volle tornare alla configurazione iniziale, cioè i miei zii ospitati dai miei genitori e dato che io abitavo da sola poco distante, un “distaccamento giovani” con i gemelli a stare da me.
Ero felicissima di averli con me, e dato che era passato qualche anno e loro erano cresciuti, mi sarei divertita diversamente con loro.
Dell’ultimo soggiorno a casa mia, avevano tutti i ricordi stampati in testa e di sicuro si aspettavano qualcos’altro di divertente.
Arrivarono di prima mattina, dopo aver viaggiato tutta la notte, così dopo una colazione veloce, se ne andarono a riposare un paio d’ore.
Un pranzo veloce soprattutto per raccontarci le cose successe dall’ultimo incontro di Natale e poi a fare programmi per un paio di giorni.
Data la stanchezza e le scuole appena finite, optammo per una pomeriggio leggero.
Quindi, su mia proposta, svuotamento valigie, una fiction e poi sul terrazzo a prendere un po’ di sole.
Le curiosità reciproche si fecero più definite, e di conseguenza le spiegazioni.
- “E’ quasi ora di patente? Avete la fidanzata? Ci avete già concluso qualcosa? E ci sapete fare?”
Alle mie domande sempre più indiscrete, seguirono le loro altrettanto intime.
- “ No, no ho un fidanzato, ma sempre alcuni amici che mi curano. Nel senso che mi vedo con più di un ragazzo, li avete anche conosciuti. Come perché? Mi piace divertirmi, e siccome sono molto esigente, ho bisogno di due o tre insieme, per poter dire che me la sono spassata.”
I ragazzi si fecero via via più interessati alla mia vita, chiedendomi qualche particolare, ma riuscivo a lasciarli col dubbio e a far crescere l’interesse.
Era ora di salire sul terrazzo, gli dissi che nessuno lo usava mai e quindi potevo usarlo per prendere il sole indisturbata.
- “Ma guarda che se qualcun altro prende il sole, mica ti disturba.”
- “A me non piacciono i segni del costume” rispondo e mi stendo sul lettino.
- “Ma se non ti piacciono i segni del costume, non dovresti toglierlo?” mi chiese uno di loro pensando di mettermi in imbarazzo.
- “Giusto! Tanto resta tutto in famiglia” e così dicendo mi slacciai reggiseno e slip.
Non credevano ai loro occhi, una venticinquenne nuda e stesa davanti a loro, e per di più volontariamente.
Mentre stavo stesa ad occhi chiusi, sbirciando, li vedevo gasati ed eccitati, così decisi di regalare loro una speranza.
- “Ragazzi, mi fa molto piacere avervi qui, ma mi avete fatto saltare il programma di stasera e domani con i miei amici. Quindi in qualche maniera bisogna che rimediate”
Nelle loro teste, poteva significare che avrei dovuto avere incontri con i miei amici e che loro dovevano prendere il loro posto.
Giusto! Ma li lasciai col dubbio di aver capito bene.
Un’oretta e mezza passò in fretta, mentre ci raccontavamo cose diverse e visto che si avvicinava ora di cena, proposi di scendere e di ordinare delle pizze.
Indossai solo un pareo e scendemmo per fare una doccia.
Prima uno poi l’altro si sciacquarono, e porsi loro un paio di accappatoi, tanto li avevo avvertiti che d’estate giravo spesso nuda per casa, per ora una vestaglia poteva bastare.
Suonarono per la pizza e cercai il portafoglio.
- “Dai, fagli vedere le tette, se hai il coraggio!” mi incitarono.
Aprii la porta.
- “Ciao Rocco! Ti presento i miei cugini” e continuai “pensano che non ti abbia mai fatto vedere le tette” e così dicendo, dandogli i soldi slacciai la fascia del pareo lasciandolo aprire.
- “Ragazzi! Anche toccate! Diglielo Anna. Ah ah ah. Buon divertimento!”
Portai in tavola le pizze di fronte a due ragazzi gasatissimi e mangiammo continuando con gli aneddoti.
Dopo cena dissi: - “Ragazzi, vado a lavarmi, ma come vi ho detto, mi aspetto di divertirmi almeno una parte di quello che mi spetta. Quindi vedete di non addormentarvi.”
Feci una doccia con calma, per farmi desiderare e poi uscii anch’io con l’accappatoio.
Li raggiunsi sul divano per mangiare un gelato e poi guardandoli negli occhi, dissi: - “Adesso vediamo se anche in città sapete scopare!”
Non credevano alle loro orecchie, erano allo stesso tempo imbarazzati ed eccitati.
- “Dopo il sole di oggi, mi ci vuole una bella spalmata di crema.”
Mi avviai verso la mia camera, lasciando cadere l’accappatoio sulla sedia e sdraiandomi sul letto.
Entrando dalla porta videro il mio sedere che li stava aspettando, e dopo aver indicato la crema sul comodino, li invitai a spalmarmela su tutto il corpo.
Un filo freddo di crema sulla schiena, mi fece rabbrividire, e lo sentivo scendere sulle natiche e sulle gambe.
Subito dopo, quattro mani imbarazzate cominciavano a toccarmi dalle caviglie e sempre più su.
Con l’esercizio, fecero pratica, una natica a testa era palpata stirata ed allargata, per scoprire la sorpresa.
Poi ancora più su sulle spalle, ma subito ancora giù sul sedere.
Quando sentii che la crema era stata assorbita, mi girai a pancia in su, chiedendo di ripetere l’operazione.
Un ulteriore freddo filo di crema che esitava sul seno, fece inturgidire i capezzoli, regalandomi piacevoli sensazioni.
Come quelle del successivo massaggio.
Tentennavano sulle spalle e sul petto, fino a decidersi di coccolare un seno a testa e scivolando sul ventre, arrivare alle cosce.
Poi ancora un altro passaggio, e un altro ancora.
- “Ok, avete fatto bene, ora arriviamo al sodo: chi vuol cominciare?”
Vedendoli un po’ imbranati, mi inginocchiai su un piccolo cuscino e li feci posizionare davanti a me.
Una accarezzatina dal petto in giù e arrivata alla cintura, prima uno poi l’altro slacciai ed aprii l’accappatoio.
Erano imbarazzati, ma eccitati e si vedeva , i loro piselli puntavano dritti verso di me.
Alzando la mano verso il primo, accolsi lo scroto per poi afferrare l’asta e maneggiarla avanti e indietro, stessa cosa al fratello.
- “Naturalmente… questa cosa rimane tra di noi, giusto?”
Alla loro risposta affermativa, accennai un sorriso e appoggiai le labbra sul primo cazzo leccandolo dolcemente.
Alternavo a succhiare prima uno e poi l’altro, sempre segandoli e che mi potevo aspettare da dei ragazzini…
Il primo mi venne in bocca, e mentre ingoiavo, l’altro mi schizzò sulla guancia.
Mi fecero tenerezza, erano soddisfatti, ma temevano di avermi delusa.
- “Fa niente, non abbiamo mica fretta… adesso tocca voi leccare.”
Mi sdraiai a bordo letto aprendo bene le gambe.
- “Cominci uno a leccarmi la fichetta che poi, se serve, darò istruzioni.”
Così fu, una lingua si addentrò tra le mie grandi labbra, mentre l’altra girava su un capezzolo.
Era chiaramente piacevole, anche se andava a tentoni, gli indicai col dito la clitoride con cui doveva giocare, e sembrava aver capito.
Qualche minuto e poi cambio postazione, stesso trattamento delicato e piacevole.
Il fatto che fossero giovani ed inesperti, portava ad un rapporto veloce e impacciato, ma allo stesso tempo una ricarica delle forze più rapida.
In breve tempo erano tornati al turgore originale, presi la testa che avevo tra le gambe e la tirai a me, afferrandogli il membro ed infilandomelo tra le cosce.
Il movimento era istintivo, incredulo pompava come meglio poteva, feci avvicinare l’altro prendendolo tra le labbra.
Anche stavolta un paio di cambi per evitare la monotonia e successivamente mi riversarono i loro schizzi nel ventre.
- “Ok, siamo agli inizi, sono sicura che si farà sempre meglio.”
Restarono a fissarmi mentre andavo in bagno a ripulirmi e poi tutti nel proprio letto.
Ero soddisfatta più di testa che di corpo, ma infondo era stata una bella serata.
Per domani penserò a come far evolvere la situazione.
https://www.eroticiracconti.it/racconto/95886-presentazione
Mi farebbe piacere se mi scriveste qualche riga su un'ipotetica situazione insolita, da creare o da far creare ai miei ragazzi a:
scarti@libero.it
Adesso di spazio ce n’era in abbondanza, ma qualcuno volle tornare alla configurazione iniziale, cioè i miei zii ospitati dai miei genitori e dato che io abitavo da sola poco distante, un “distaccamento giovani” con i gemelli a stare da me.
Ero felicissima di averli con me, e dato che era passato qualche anno e loro erano cresciuti, mi sarei divertita diversamente con loro.
Dell’ultimo soggiorno a casa mia, avevano tutti i ricordi stampati in testa e di sicuro si aspettavano qualcos’altro di divertente.
Arrivarono di prima mattina, dopo aver viaggiato tutta la notte, così dopo una colazione veloce, se ne andarono a riposare un paio d’ore.
Un pranzo veloce soprattutto per raccontarci le cose successe dall’ultimo incontro di Natale e poi a fare programmi per un paio di giorni.
Data la stanchezza e le scuole appena finite, optammo per una pomeriggio leggero.
Quindi, su mia proposta, svuotamento valigie, una fiction e poi sul terrazzo a prendere un po’ di sole.
Le curiosità reciproche si fecero più definite, e di conseguenza le spiegazioni.
- “E’ quasi ora di patente? Avete la fidanzata? Ci avete già concluso qualcosa? E ci sapete fare?”
Alle mie domande sempre più indiscrete, seguirono le loro altrettanto intime.
- “ No, no ho un fidanzato, ma sempre alcuni amici che mi curano. Nel senso che mi vedo con più di un ragazzo, li avete anche conosciuti. Come perché? Mi piace divertirmi, e siccome sono molto esigente, ho bisogno di due o tre insieme, per poter dire che me la sono spassata.”
I ragazzi si fecero via via più interessati alla mia vita, chiedendomi qualche particolare, ma riuscivo a lasciarli col dubbio e a far crescere l’interesse.
Era ora di salire sul terrazzo, gli dissi che nessuno lo usava mai e quindi potevo usarlo per prendere il sole indisturbata.
- “Ma guarda che se qualcun altro prende il sole, mica ti disturba.”
- “A me non piacciono i segni del costume” rispondo e mi stendo sul lettino.
- “Ma se non ti piacciono i segni del costume, non dovresti toglierlo?” mi chiese uno di loro pensando di mettermi in imbarazzo.
- “Giusto! Tanto resta tutto in famiglia” e così dicendo mi slacciai reggiseno e slip.
Non credevano ai loro occhi, una venticinquenne nuda e stesa davanti a loro, e per di più volontariamente.
Mentre stavo stesa ad occhi chiusi, sbirciando, li vedevo gasati ed eccitati, così decisi di regalare loro una speranza.
- “Ragazzi, mi fa molto piacere avervi qui, ma mi avete fatto saltare il programma di stasera e domani con i miei amici. Quindi in qualche maniera bisogna che rimediate”
Nelle loro teste, poteva significare che avrei dovuto avere incontri con i miei amici e che loro dovevano prendere il loro posto.
Giusto! Ma li lasciai col dubbio di aver capito bene.
Un’oretta e mezza passò in fretta, mentre ci raccontavamo cose diverse e visto che si avvicinava ora di cena, proposi di scendere e di ordinare delle pizze.
Indossai solo un pareo e scendemmo per fare una doccia.
Prima uno poi l’altro si sciacquarono, e porsi loro un paio di accappatoi, tanto li avevo avvertiti che d’estate giravo spesso nuda per casa, per ora una vestaglia poteva bastare.
Suonarono per la pizza e cercai il portafoglio.
- “Dai, fagli vedere le tette, se hai il coraggio!” mi incitarono.
Aprii la porta.
- “Ciao Rocco! Ti presento i miei cugini” e continuai “pensano che non ti abbia mai fatto vedere le tette” e così dicendo, dandogli i soldi slacciai la fascia del pareo lasciandolo aprire.
- “Ragazzi! Anche toccate! Diglielo Anna. Ah ah ah. Buon divertimento!”
Portai in tavola le pizze di fronte a due ragazzi gasatissimi e mangiammo continuando con gli aneddoti.
Dopo cena dissi: - “Ragazzi, vado a lavarmi, ma come vi ho detto, mi aspetto di divertirmi almeno una parte di quello che mi spetta. Quindi vedete di non addormentarvi.”
Feci una doccia con calma, per farmi desiderare e poi uscii anch’io con l’accappatoio.
Li raggiunsi sul divano per mangiare un gelato e poi guardandoli negli occhi, dissi: - “Adesso vediamo se anche in città sapete scopare!”
Non credevano alle loro orecchie, erano allo stesso tempo imbarazzati ed eccitati.
- “Dopo il sole di oggi, mi ci vuole una bella spalmata di crema.”
Mi avviai verso la mia camera, lasciando cadere l’accappatoio sulla sedia e sdraiandomi sul letto.
Entrando dalla porta videro il mio sedere che li stava aspettando, e dopo aver indicato la crema sul comodino, li invitai a spalmarmela su tutto il corpo.
Un filo freddo di crema sulla schiena, mi fece rabbrividire, e lo sentivo scendere sulle natiche e sulle gambe.
Subito dopo, quattro mani imbarazzate cominciavano a toccarmi dalle caviglie e sempre più su.
Con l’esercizio, fecero pratica, una natica a testa era palpata stirata ed allargata, per scoprire la sorpresa.
Poi ancora più su sulle spalle, ma subito ancora giù sul sedere.
Quando sentii che la crema era stata assorbita, mi girai a pancia in su, chiedendo di ripetere l’operazione.
Un ulteriore freddo filo di crema che esitava sul seno, fece inturgidire i capezzoli, regalandomi piacevoli sensazioni.
Come quelle del successivo massaggio.
Tentennavano sulle spalle e sul petto, fino a decidersi di coccolare un seno a testa e scivolando sul ventre, arrivare alle cosce.
Poi ancora un altro passaggio, e un altro ancora.
- “Ok, avete fatto bene, ora arriviamo al sodo: chi vuol cominciare?”
Vedendoli un po’ imbranati, mi inginocchiai su un piccolo cuscino e li feci posizionare davanti a me.
Una accarezzatina dal petto in giù e arrivata alla cintura, prima uno poi l’altro slacciai ed aprii l’accappatoio.
Erano imbarazzati, ma eccitati e si vedeva , i loro piselli puntavano dritti verso di me.
Alzando la mano verso il primo, accolsi lo scroto per poi afferrare l’asta e maneggiarla avanti e indietro, stessa cosa al fratello.
- “Naturalmente… questa cosa rimane tra di noi, giusto?”
Alla loro risposta affermativa, accennai un sorriso e appoggiai le labbra sul primo cazzo leccandolo dolcemente.
Alternavo a succhiare prima uno e poi l’altro, sempre segandoli e che mi potevo aspettare da dei ragazzini…
Il primo mi venne in bocca, e mentre ingoiavo, l’altro mi schizzò sulla guancia.
Mi fecero tenerezza, erano soddisfatti, ma temevano di avermi delusa.
- “Fa niente, non abbiamo mica fretta… adesso tocca voi leccare.”
Mi sdraiai a bordo letto aprendo bene le gambe.
- “Cominci uno a leccarmi la fichetta che poi, se serve, darò istruzioni.”
Così fu, una lingua si addentrò tra le mie grandi labbra, mentre l’altra girava su un capezzolo.
Era chiaramente piacevole, anche se andava a tentoni, gli indicai col dito la clitoride con cui doveva giocare, e sembrava aver capito.
Qualche minuto e poi cambio postazione, stesso trattamento delicato e piacevole.
Il fatto che fossero giovani ed inesperti, portava ad un rapporto veloce e impacciato, ma allo stesso tempo una ricarica delle forze più rapida.
In breve tempo erano tornati al turgore originale, presi la testa che avevo tra le gambe e la tirai a me, afferrandogli il membro ed infilandomelo tra le cosce.
Il movimento era istintivo, incredulo pompava come meglio poteva, feci avvicinare l’altro prendendolo tra le labbra.
Anche stavolta un paio di cambi per evitare la monotonia e successivamente mi riversarono i loro schizzi nel ventre.
- “Ok, siamo agli inizi, sono sicura che si farà sempre meglio.”
Restarono a fissarmi mentre andavo in bagno a ripulirmi e poi tutti nel proprio letto.
Ero soddisfatta più di testa che di corpo, ma infondo era stata una bella serata.
Per domani penserò a come far evolvere la situazione.
https://www.eroticiracconti.it/racconto/95886-presentazione
Mi farebbe piacere se mi scriveste qualche riga su un'ipotetica situazione insolita, da creare o da far creare ai miei ragazzi a:
scarti@libero.it
1
7
voti
voti
valutazione
6.2
6.2
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
9 - La vita di Anna - Sogno Magrebracconto sucessivo
Il multiverso di Anna - Il collaudo
Commenti dei lettori al racconto erotico