16 - La vita di Anna - Vacanza sola - Biker Ranch

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orge

Diciamo che della prima settimana, tutto sommato mi ritenevo soddisfatta, anche se credevo non avessero idee originali, mi avevano sorpresa favorevolmente e speravo che migliorassero ulteriormente.

Un pomeriggio, mentre stavo prendendo il sole nel mio giardino, mi arriva un messaggio:” Stasera, alle 23 devi essere al Biker Ranch, ordinerai un succo di frutta e vestiti da ragazza per bene.”
Cominciavo già a pensare cosa potessi aspettarmi e cercai in rete il sito del bar.
Non aveva nessun sito, nessun profilo sui social, a malapena trovai la posizione attaccato all’ultimo stabilimento sulla spiaggia.
Quella strana invisibilità mi incuriosiva e continuando a cercare mi uscivano solo articoli di giornale dove si descrivevano risse, danni in strada, ecc. e questo abbastanza spesso.

Intanto sentii qualche voce chiamare dal cancello: “Anna! Siamo noi, ci offri qualcosa?”
Sempre con il pensiero al bar, mi alzai per andare ad aprire il cancelletto e mentre aprivo: “Cazzo sono nuda!” per fortuna nessun estraneo, solo quattro ragazzi che erano passati per il loro turno.
- “Ciao, belli vi va una Coca fresca?”
- “Si grazie, ma magari anche qualcos’altro.”
Giusto, l’avevo chiesto io, ma la curiosità sull’appuntamento mi rendeva distratta.
- “Toglietevi tutto che anche io voglio fare merenda.”
La poltrona gonfiabile era ottima per queste cose, stavo giusto in ginocchio sporgendo dallo schienale.
Distratta, ma ligia al dovere ne attirai uno con le mani ed invitai l’altro a venirmi dietro.
- “Ragazzi, per stavolta lasciatemi stare il sedere, che ho un presentimento.”
Ce n’era lo stesso, si divertivano e continuavano a pomparmi a turno per non venire subito, come gli avevo insegnato.
Forse i viaggi che mi facevo in testa, mi avevano eccitata al punto di raggiungere l’orgasmo in meno tempo del solito.
Loro andarono avanti per qualche minuto finché me li feci venire in bocca uno dopo l’altro.
- “Un po’ di Coca anche a me, grazie. Ma lo conoscete il Biker Ranch?”
- “Non ci siamo mai stati, ma li si sentono solo casini, a far da padroni c’è solo un gruppo di motociclisti mezzi delinquenti.”


Dopo cena si avvicinava l’appuntamento e tornavo a pensarci
Ero sempre più curiosa, eccitata, preoccupata ma eccitata e non avendo altre istruzioni pensai di dover improvvisare.
Carina ero carina, solo un vestitino leggero completo con fiori e gonna larga, sembravo uscita dalla Casa nella Prateria.
Non dimentichiamo un po’ di crema nel mio buchino, perché avevo sempre quel presentimento.
Mezz’oretta prima mi incamminai sul lungomare e poi proseguii lungo la battigia.
Sempre meno gente, sempre meno luce, ascoltando il mare mi rilassavo, ma pensando alla meta mi agitavo.
Eccolo li, non sentivo più la musica del centro e tra le vetrate vedevo muoversi poche persone.

Dalla spiaggia entrai nel locale e sotto gli occhi di tutti i presenti mi sedetti ad un tavolo vicino all'uscita ordinando un succo di frutta.
L'attenzione per una ragazza sola come me stava crescendo, sentendosi nel loro territorio non avevano paura di niente così cominciarono a rivolgermi delle proposte pornografiche e dei commenti alquanto pesanti.
Naturalmente dovendo sembrare una ragazza a modo, dovevo far finta di non gradire quelle indecenze.
Uno di loro si avvicinò al mio tavolo e con tono arrogante mi chiese se avevo voglia di spassarmela, ma sempre per farli innervosire risposi seccamente che non ci pensavo neanche.
- “Ma non è quella che ci hanno detto oggi?”
- “Mi pare di si, quella che si lamenta sempre del casino che facciamo.”
Qualcuno li aveva avvisati con delle voci su di me.
Il bestione non demordeva dal suo obiettivo così all’ulteriore proposta di spasso, gli tirai un pugno all’inguine e scappai verso la spiaggia.
Alcuni di loro mi seguirono per farmi pagare quell'affronto al loro amico, e un po’ ci speravo.
Sentivo eccitazione e adrenalina crescermi dentro, la situazione poteva sfuggirmi di mano, ma un po’ sorridevo ed ero anche curiosa.
Dopo circa cento metri, essendo ormai vicino alla riva, finsi di inciampare e caddi a terra per farmi raggiungere dagli infuriati.
E così successe, in un attimo il primo mi era sopra bloccandomi le gambe per aspettare gli amici che all'arrivo mi legarono mani e piedi con le loro cinture di pelle.
C'era solo la luna a rischiarare quella notte, il paesaggio era anche romantico, ma le loro intenzioni no di certo.
Soddisfatti della cattura e dopo aver ripreso fiato, uno di loro, sghignazzando mi alzò il vestito incappucciandomi e lasciando il mio corpo a loro portata di mano.
- “Ma non ha neanche le mutande! Ho capito che cazzo vuole.”
- “Tutti!” Rispose un altro e sghignazzarono.
Sentivo un calore nel petto per il sentirmi indifesa in balia di quelli ed in cuor mio speravo in una vendetta particolarmente accurata da parte loro.
Sentii palparmi e succhiarmi le tette, eccitatissimo della loro consistenza e mentre un altro esplorava tra le cosce sentii l'ultimo che si stava slacciando i pantaloni.
Una volta stancatisi di ciucciarmi e palparmi dappertutto, mi girarono a pancia in giù sulla sabbia, li sentii complottare tra di loro per un attimo e subito dopo sentii aprirsi alcune cerniere lampo intuendo i prossimi fatti.
Dopo essersi slacciati tutti i pantaloni mi girarono a pancia in su, forse per farmi vedere quello che mi aspettava.
Finsi di essere spaventata e per farli arrabbiare ancora di più cominciai a scalciare come potevo da tutte le parti finché uno di loro mi colpì facendomi quasi svenire.
Sentii un cazzo grosso e peso appoggiato sulle tette che mi accarezzava i capezzoli e che poi scendendo sulla pancia si fermò davanti alla mia fica, provai un sussulto quando mi spinse dentro con violenza quel palo di carne e cominciò a scoparmi con sempre più foga.
L’infoiato continuava a scoparmi mentre un altro, prendendomi per le braccia mi intimò di succhiargli l'uccello e di non mordere altrimenti sarebbero stati guai.
Avrei voluto vedere quei guai, ma anch'io volevo un cazzo da succhiare, cosi me lo ritrovai in bocca tutto d'un colpo e siccome data la posizione non avevo molta possibilità di movimento cominciò a fottermi in bocca spingendomelo fino in gola.
Ero estasiata dal prendere due cazzi contemporaneamente, ma non la ritenevo una punizione sufficiente, così quando mi girarono per incularmi, scalciando, colpii uno nei coglioni stendendolo a terra.
Erano veramente furiosi, uno di loro andò a chiamare gli altri, mentre quello rimasto mi trascinò fino ad un moscone di salvataggio che era li vicino e mettendomi con la pancia sullo sgabello mi ritrovai praticamente alla pecorina ad un'altezza ideale sia davanti che dietro.
Quando arrivò l'altro con i rinforzi mi resi conto che erano veramente tanti e che forse avevo esagerato un po’, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro.
Si misero tutti più o meno in gruppo dietro di me, poi il primo mi si avvicinò e dopo aver appoggiato il suo cazzo sul buco del culo lo affondò con forza provocandomi una fitta di dolore.
- “Ah, il mio presentimento e la santa cremina!” Pensai.
Quasi contemporaneamente un altro venendomi davanti cominciò a baciarmi in bocca ed a palparmi le tette che pendevano in una posizione eccitantissima poi, alzatosi, mi schiaffo il suo cazzo in gola muovendosi avanti ed indietro ed usando la mia bocca come un buco qualsiasi.
E lo fece fino in fondo, sborrandomi dentro con un getto caldo ed abbondante quasi assieme al suo amico che nel mio culo stava sfogando la sua voglia.
Una volta saziati questi due, se ne fecero avanti degli altri, uno davanti a me mi sbatté il suo tarello sulla faccia prima di tirarmi su la testa per i capelli e di infilarmelo in bocca, l'altro da dietro mi penetrò in fica e mi sbatté con rabbia finché a loro volta non mi sborrarono dentro e lasciarono il posto ad altri loro amici.
Quello che da dietro me lo mise nel culo ce l'aveva veramente grosso, tanto che faceva fatica ad entrare.
Fortunatamente la sborra precedente lo faceva scivolare permettendo anche a questo stallone di poter montare la sua preda e di contribuire alla vendetta.
Erano veramente molti, credo una dozzina e quando tutti terminarono il loro giro e mi slegarono dalle cinture, restai sfinita sul moscone letteralmente invasa dallo sperma che, non solo mi riempiva il culo, la fica e la bocca, ma ne avevo ricoperte anche le tette, la schiena, le braccia e le gambe.

Alla fine, mentre si tiravano su i pantaloni sentii dirmi:- “Allora, com’è andata? Siamo stati bravi? Abbiamo seguito tutte le regole del tuo video quindi siamo a posto, bella serata, grazie.”
Quei ragazzi non smettevano di stupirmi, avevano organizzato qualcosa di inaspettato, e probabilmente qualcuno conosceva bene quei tipi per essere sicuro stessero ai patti.
Mentre se ne tornavano al bar sentii: - “ Mi sa che verremo a trovarti ogni tanto.”
Ok, non sarà una vacanza noiosa.


Dopo essermi riposata un po’ mi avvicinai al mare, mi feci un bagno per togliermi tutto quel liquido viscido di dosso e dopo essermi rimessa i vestiti, seppure non integri, mi avviai verso casa, sfinita, ma ancora una volta soddisfatta per aver fatto delle nuove esperienze.



Scrivetemi le vostre impressioni.
Mi farebbe piacere se mi mandaste qualche riga su un'ipotetica situazione insolita, da creare o da far creare ai miei ragazzi a scarti@libero.it
scritto il
2024-11-08
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