12 - La vita di Anna - Reticenza non accettata.
di
Anna S.
genere
trio
Nella primavera dello scorso anno, dopo qualche disguido, il mio capo banda Luca ha contattato un paio di ragazzi che ha conosciuto durante le sue “ricerche” e ha organizzato una probabile piacevolissima serata.
Mi diede le istruzioni sommarie, come comportarmi per far loro una sorpresa, e cioè incitarli all'inizio per poi tirarmi indietro all'ultimo momento per vedere la faccia che facevano.
Che aveva già avvertito di questa eventualità i due ragazzi, questo non me lo disse e neanche un'altra cosa che anch’io ho scoperto alla fine.
Risparmio i particolari tecnici, ma come da programma, avevo appuntamento nel pomeriggio di domenica sotto il portico delle Poste e dopo i saluti e qualche attimo di presentazione, andammo a bere qualcosa per approfondire la conoscenza.
Purtroppo non era una bella giornata, ma infondo il programma era di stare al coperto.
Dopo due passi entrammo in un bar di una via trasversale al corso che era quasi vuoto ed io cominciai a fare la mia parte preferita invogliandoli per poi, come d'accordo, far finta di tirarmi indietro.
Mi presentavo sotto i loro sguardi con abiti normali, gonna sopra il ginocchio, normale anche se con lungo spacco, maglia attillata ed un gilè contro il freddo, abbastanza coperta, ma quello che pensavano loro era come se non ci fossero.
Ci sedemmo in una saletta abbastanza appartata ed ordinammo da bere.
Mentre chiacchieravamo, non mi toglievano gli occhi di dosso, e mi raccontavano di dove saremmo andati e di cosa avremmo fatto.
Ero veramente convinta ed intenzionata a fare la porca per un pò.
Allargai le gambe toccando con le ginocchia le loro, e quasi contemporaneamente le mani dei due si posarono sulla mia gamba che avevano vicino.
Le accarezzavano con dolcezza, mi venne la pelle d'oca sentendole scivolare dal ginocchio fin sull'inguine e me le godetti in silenzio.
Dopo che arrivarono le ordinazioni, fui io ad allungare le mani tra le loro gambe.
Abbassai la lampo alla mia destra ed entrai sotto le mutande afferrando il cazzo non totalmente duro e facendo del mio meglio per masturbarlo un pò.
Mi distesi verso di lui, abbassando la testa fino a dare un bacio alla cappella che mi stava aspettando.
Nell'abbassarmi, lo spacco si aprì scoprendomi una natica.
La mano dell’altro spostò la gonna del tutto e mi accarezzò il solco infilandomi due dita tra le cosce.
Mi rialzai di colpo, come se ritenessi che avesse esagerato, e quando lo guardai mi porse quelle stesse due dita davanti al viso.
Io gli afferrai la mano e guardandolo negli occhi succhiai in un sol colpo le due dita umide del mio succo.
Quel gesto li fece diventare impazienti, tanto da bere tutto in fretta per arrivare subito al culmine della serata.
Usciti dal locale, ci avviammo verso la loro macchina per raggiungere il nido dove avremmo consumato il nostro incontro.
Arrivammo nei pressi di un palazzo di quattro o cinque piani e ci dirigemmo verso l'ascensore che partiva dal garage sotterraneo.
Una volta dentro, loro mi guardavano sorridendo, pregustandosi la serata, così per riscaldare la situazione alzai la gonna ed appoggiando le mani alla parete inarcai la schiena offrendo loro culo e fica coperti solamente dal tanga.
Dissi di volere dei baci e loro, non facendoselo ripetere due volte, aggrappandosi ad una gamba ciascuno cominciarono ad accarezzarla e baciarla.
Arrivammo al piano giusto, credo l'ultimo, e ci avviammo verso l'appartamento.
Una volta dentro, ci sedemmo in salotto e chiesi qualcosa da bere.
Cominciai a prendere tempo facendo qualche domanda e notai che si stavano giustamente spazientendo per le premesse che gli avevo proposto e che ora stavo ritardando.
Arrivarono al culmine dell'incazzatura quando dissi loro che non mi sentivo bene e che volevo tornare a casa.
La risposta fu chiara: chiusero la porta a chiave e mi dissero che non potevo comportarmi così non mantenendo le promesse fatte come avevano fatto loro trattandomi bene e visto che mi rimangiavo la parola lo avrebbero fatto anche loro.
Assunsi di colpo un'espressione preoccupata, (anche perché non mi aspettavo proprio una reazione del genere da quello che mi avevano detto) cercando una via d'uscita, da due lati si avvicinarono cercando di bloccarmi, ma visto che spintonavo come potevo, mi spinsero a terra inginocchiandosi su di me ed immobilizzandomi.
Entrambi si tolsero le cinture e mi legarono i polsi e le caviglie lasciandomi poi a terra come una preda appena catturata.
Normalmente, in una situazione del genere sarei stata terrorizzata, ma sapendo di avere le spalle coperte la mia preoccupazione puntava solo sulle reazioni impreviste, ed era quanto bastava per farmi sentire le scariche in corpo.
L'atmosfera si stava scaldando, mentre cercavo di muovermi a terra mi portarono di peso sul grande letto nella camera vicina.
Mi misero una briglia di cuoio (questo per me era un imprevisto, di sicuro non era li per caso, ma il motivo lo seppi dopo) che mi copriva solamente gli occhi, e subito dopo mi tirarono giù gonna e tanga fino alle caviglie ed infagottarono la maglia tra le mani.
Rimasero a contemplarmi un pò, avendo il mio corpo a loro disposizione e per di più indifeso.
Li sentivo toccarmi e baciarmi dappertutto mentre mi contorcevo sotto di loro, ed un pò alla volta i vestiti sparivano facendomi sentire la loro pelle.
Slegarono mani e piedi togliendomi anche le vesti che intralciavano.
Le cinghie della maschera mi impedivano di toglierla, ma sentivo le loro mani toccarmi e sculacciarmi mentre io cercavo di scostarmi come in un gioco al buio.
Mi saltarono addosso mettendomi alla pecorina, uno di loro tenendomi la testa infilò il cazzo in bocca ordinandomi di succhiarglielo, non c'era certo bisogno di dirmelo, ma questa irruenza mi piaceva molto e di sicuro anche a lui.
Da dietro, l'altro mi sculacciava con il suo tarello, sputò un paio di volte, dopo di che me lo infilò tra le natiche spingendo con forza iniziando a fottermi tenendomi per i fianchi per muovermi meglio, proprio come piace a me.
Mi fu tolto il cazzo che avevo in bocca, scivolandomi sotto il corpo si sdraiò sotto di me e senza che l'altro si fermasse mi penetrò in fica, muovendosi alternativamente al suo amico che sembrava non voler smettere.
Quei due cazzi che scivolavano nella mia carne mi riempivano la pancia ed il fatto di non poter vedere niente aumentava il mio piacere.
Mi dissero che non mi avrebbero sborrato addosso per il momento perché ci sarebbe stata una sorpresa.
Non sapevo cosa intendessero, ma aspettavo eccitata che venisse il momento, anche perché prolungavano molto la scopata.
Quasi al culmine si tolsero entrambi da quella posizione, uno si sdraiò sul letto ed io, su loro indicazione, mi ci sedetti sopra inguainando quel cazzo che era li per impalarmi.
Lentamente mi abbassai del tutto, facendomelo sparire tra le gambe, e mentre mi stavo godendo quel salame che mi allargava la fica spostavo piano il bacino avanti ed indietro per sentire il glande muoversi nel mio ventre.
La mia bocca non restò libera per molto, mi fu appoggiato un cazzo sulle labbra che risucchiai in un attimo.
Comunque quella scopata non era ancora finita, ogni paio di minuti si cambiava posizione, mi fecero scendere dal letto, io non vedendo niente rimanevo ferma per paura di inciampare da qualche parte, ma mi furono subito addosso, uno davanti ed uno dietro mi infilzarono in una doppia penetrazione entrando assieme e provocandomi un sussulto di dolore iniziale.
Mi sostenevano entrambi con le gambe divaricate per alzarmi ed abbassarmi facendomi affondare sui loro pali di carne.
Non ti dico il piacere che ho provavo subito dopo, sembrava che quei due andassero avanti per tutto il pomeriggio senza dare segni di stanchezza, avevano la resistenza di dieci.
Il più bello venne alla fine quando mi buttarono sul letto e mi ordinarono di aprire la bocca perché mi avrebbero versato un pò da bere.
Ubbidii, aprendo la bocca e tenendo la lingua dritta verso l'alto.
Mantennero la parola, un filo di sperma mi colava sulla lingua e si raccoglieva in bocca, ma era molta e dovetti ingoiarla.
Quando chiusi la bocca per mandare giù la prima razione quella che continuava a scendere mi bagnò le labbra gocciolando ai lati della bocca e scendendo fino sul collo.
Il resto lo accolsi ancora in bocca e lo ingoiai fino all'ultimo goccio.
Dopo qualche minuto, quando tutti eravamo più calmi, mi tolsero la maschera e li ebbi una sorpresa nel vedere che i monelli che mi avevano strigliata per bene per tutta la sera non erano solo due, ma sei (compreso Luca e Matteo che cercavano di nascondersi dietro di loro) e tutti ragazzi giovani come quelli che avevo conosciuto.
Mi guardavano sorridendo come a voler dire: - “ Ti abbiamo fregata.”
Ma io risposi con uno sguardo che diceva: - “ Me la sono proprio goduta.”
Passammo poi una mezz’oretta sdraiati tutti nudi sul letto a raccontarci i retroscena della storia e altre cose, mentre continuavamo ad accarezzarci a vicenda.
Mi farebbe piacere se mi scriveste qualche riga su un'ipotetica situazione insolita, da creare o da far creare ai miei ragazzi a scarti@libero.it
Mi diede le istruzioni sommarie, come comportarmi per far loro una sorpresa, e cioè incitarli all'inizio per poi tirarmi indietro all'ultimo momento per vedere la faccia che facevano.
Che aveva già avvertito di questa eventualità i due ragazzi, questo non me lo disse e neanche un'altra cosa che anch’io ho scoperto alla fine.
Risparmio i particolari tecnici, ma come da programma, avevo appuntamento nel pomeriggio di domenica sotto il portico delle Poste e dopo i saluti e qualche attimo di presentazione, andammo a bere qualcosa per approfondire la conoscenza.
Purtroppo non era una bella giornata, ma infondo il programma era di stare al coperto.
Dopo due passi entrammo in un bar di una via trasversale al corso che era quasi vuoto ed io cominciai a fare la mia parte preferita invogliandoli per poi, come d'accordo, far finta di tirarmi indietro.
Mi presentavo sotto i loro sguardi con abiti normali, gonna sopra il ginocchio, normale anche se con lungo spacco, maglia attillata ed un gilè contro il freddo, abbastanza coperta, ma quello che pensavano loro era come se non ci fossero.
Ci sedemmo in una saletta abbastanza appartata ed ordinammo da bere.
Mentre chiacchieravamo, non mi toglievano gli occhi di dosso, e mi raccontavano di dove saremmo andati e di cosa avremmo fatto.
Ero veramente convinta ed intenzionata a fare la porca per un pò.
Allargai le gambe toccando con le ginocchia le loro, e quasi contemporaneamente le mani dei due si posarono sulla mia gamba che avevano vicino.
Le accarezzavano con dolcezza, mi venne la pelle d'oca sentendole scivolare dal ginocchio fin sull'inguine e me le godetti in silenzio.
Dopo che arrivarono le ordinazioni, fui io ad allungare le mani tra le loro gambe.
Abbassai la lampo alla mia destra ed entrai sotto le mutande afferrando il cazzo non totalmente duro e facendo del mio meglio per masturbarlo un pò.
Mi distesi verso di lui, abbassando la testa fino a dare un bacio alla cappella che mi stava aspettando.
Nell'abbassarmi, lo spacco si aprì scoprendomi una natica.
La mano dell’altro spostò la gonna del tutto e mi accarezzò il solco infilandomi due dita tra le cosce.
Mi rialzai di colpo, come se ritenessi che avesse esagerato, e quando lo guardai mi porse quelle stesse due dita davanti al viso.
Io gli afferrai la mano e guardandolo negli occhi succhiai in un sol colpo le due dita umide del mio succo.
Quel gesto li fece diventare impazienti, tanto da bere tutto in fretta per arrivare subito al culmine della serata.
Usciti dal locale, ci avviammo verso la loro macchina per raggiungere il nido dove avremmo consumato il nostro incontro.
Arrivammo nei pressi di un palazzo di quattro o cinque piani e ci dirigemmo verso l'ascensore che partiva dal garage sotterraneo.
Una volta dentro, loro mi guardavano sorridendo, pregustandosi la serata, così per riscaldare la situazione alzai la gonna ed appoggiando le mani alla parete inarcai la schiena offrendo loro culo e fica coperti solamente dal tanga.
Dissi di volere dei baci e loro, non facendoselo ripetere due volte, aggrappandosi ad una gamba ciascuno cominciarono ad accarezzarla e baciarla.
Arrivammo al piano giusto, credo l'ultimo, e ci avviammo verso l'appartamento.
Una volta dentro, ci sedemmo in salotto e chiesi qualcosa da bere.
Cominciai a prendere tempo facendo qualche domanda e notai che si stavano giustamente spazientendo per le premesse che gli avevo proposto e che ora stavo ritardando.
Arrivarono al culmine dell'incazzatura quando dissi loro che non mi sentivo bene e che volevo tornare a casa.
La risposta fu chiara: chiusero la porta a chiave e mi dissero che non potevo comportarmi così non mantenendo le promesse fatte come avevano fatto loro trattandomi bene e visto che mi rimangiavo la parola lo avrebbero fatto anche loro.
Assunsi di colpo un'espressione preoccupata, (anche perché non mi aspettavo proprio una reazione del genere da quello che mi avevano detto) cercando una via d'uscita, da due lati si avvicinarono cercando di bloccarmi, ma visto che spintonavo come potevo, mi spinsero a terra inginocchiandosi su di me ed immobilizzandomi.
Entrambi si tolsero le cinture e mi legarono i polsi e le caviglie lasciandomi poi a terra come una preda appena catturata.
Normalmente, in una situazione del genere sarei stata terrorizzata, ma sapendo di avere le spalle coperte la mia preoccupazione puntava solo sulle reazioni impreviste, ed era quanto bastava per farmi sentire le scariche in corpo.
L'atmosfera si stava scaldando, mentre cercavo di muovermi a terra mi portarono di peso sul grande letto nella camera vicina.
Mi misero una briglia di cuoio (questo per me era un imprevisto, di sicuro non era li per caso, ma il motivo lo seppi dopo) che mi copriva solamente gli occhi, e subito dopo mi tirarono giù gonna e tanga fino alle caviglie ed infagottarono la maglia tra le mani.
Rimasero a contemplarmi un pò, avendo il mio corpo a loro disposizione e per di più indifeso.
Li sentivo toccarmi e baciarmi dappertutto mentre mi contorcevo sotto di loro, ed un pò alla volta i vestiti sparivano facendomi sentire la loro pelle.
Slegarono mani e piedi togliendomi anche le vesti che intralciavano.
Le cinghie della maschera mi impedivano di toglierla, ma sentivo le loro mani toccarmi e sculacciarmi mentre io cercavo di scostarmi come in un gioco al buio.
Mi saltarono addosso mettendomi alla pecorina, uno di loro tenendomi la testa infilò il cazzo in bocca ordinandomi di succhiarglielo, non c'era certo bisogno di dirmelo, ma questa irruenza mi piaceva molto e di sicuro anche a lui.
Da dietro, l'altro mi sculacciava con il suo tarello, sputò un paio di volte, dopo di che me lo infilò tra le natiche spingendo con forza iniziando a fottermi tenendomi per i fianchi per muovermi meglio, proprio come piace a me.
Mi fu tolto il cazzo che avevo in bocca, scivolandomi sotto il corpo si sdraiò sotto di me e senza che l'altro si fermasse mi penetrò in fica, muovendosi alternativamente al suo amico che sembrava non voler smettere.
Quei due cazzi che scivolavano nella mia carne mi riempivano la pancia ed il fatto di non poter vedere niente aumentava il mio piacere.
Mi dissero che non mi avrebbero sborrato addosso per il momento perché ci sarebbe stata una sorpresa.
Non sapevo cosa intendessero, ma aspettavo eccitata che venisse il momento, anche perché prolungavano molto la scopata.
Quasi al culmine si tolsero entrambi da quella posizione, uno si sdraiò sul letto ed io, su loro indicazione, mi ci sedetti sopra inguainando quel cazzo che era li per impalarmi.
Lentamente mi abbassai del tutto, facendomelo sparire tra le gambe, e mentre mi stavo godendo quel salame che mi allargava la fica spostavo piano il bacino avanti ed indietro per sentire il glande muoversi nel mio ventre.
La mia bocca non restò libera per molto, mi fu appoggiato un cazzo sulle labbra che risucchiai in un attimo.
Comunque quella scopata non era ancora finita, ogni paio di minuti si cambiava posizione, mi fecero scendere dal letto, io non vedendo niente rimanevo ferma per paura di inciampare da qualche parte, ma mi furono subito addosso, uno davanti ed uno dietro mi infilzarono in una doppia penetrazione entrando assieme e provocandomi un sussulto di dolore iniziale.
Mi sostenevano entrambi con le gambe divaricate per alzarmi ed abbassarmi facendomi affondare sui loro pali di carne.
Non ti dico il piacere che ho provavo subito dopo, sembrava che quei due andassero avanti per tutto il pomeriggio senza dare segni di stanchezza, avevano la resistenza di dieci.
Il più bello venne alla fine quando mi buttarono sul letto e mi ordinarono di aprire la bocca perché mi avrebbero versato un pò da bere.
Ubbidii, aprendo la bocca e tenendo la lingua dritta verso l'alto.
Mantennero la parola, un filo di sperma mi colava sulla lingua e si raccoglieva in bocca, ma era molta e dovetti ingoiarla.
Quando chiusi la bocca per mandare giù la prima razione quella che continuava a scendere mi bagnò le labbra gocciolando ai lati della bocca e scendendo fino sul collo.
Il resto lo accolsi ancora in bocca e lo ingoiai fino all'ultimo goccio.
Dopo qualche minuto, quando tutti eravamo più calmi, mi tolsero la maschera e li ebbi una sorpresa nel vedere che i monelli che mi avevano strigliata per bene per tutta la sera non erano solo due, ma sei (compreso Luca e Matteo che cercavano di nascondersi dietro di loro) e tutti ragazzi giovani come quelli che avevo conosciuto.
Mi guardavano sorridendo come a voler dire: - “ Ti abbiamo fregata.”
Ma io risposi con uno sguardo che diceva: - “ Me la sono proprio goduta.”
Passammo poi una mezz’oretta sdraiati tutti nudi sul letto a raccontarci i retroscena della storia e altre cose, mentre continuavamo ad accarezzarci a vicenda.
Mi farebbe piacere se mi scriveste qualche riga su un'ipotetica situazione insolita, da creare o da far creare ai miei ragazzi a scarti@libero.it
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