14 - La vita di Anna - Vacanza sola - L'intrusione
di
Anna S.
genere
etero
Riguardo gli incontri accordati con i ragazzi, ne sono passati un paio la mattina per una massaggiata e seguente leccata e un altro paio nel pomeriggio per una tranquilla ripassata.
Decisi poi, nel tardo pomeriggio di farmi un bagno in mare e di godermi l’aria di fine giornata sulla spiaggia.
Tornando a casa verso le sette sette e mezza di sera, come il solito andavo dritta a farmi una doccia per togliermi il sale di dosso.
Intanto pensavo al dopo cena, chissà se qualcuno vorrà farmi visita qui a casa o invitarmi da qualche parte, è vero che affidandomi a dei ragazzi non avrei dovuto pretendere chissà che cosa, ma volli lasciare loro un po’ di fiducia.
Come d’accordo, nessuna porta o cancelletto era chiuso a chiave, una sorta di casa sociale aperta a chi volesse farmi visita.
Finita la doccia, infilai l'accappatoio ed uscii con un asciugamano sulla testa per asciugarmi i capelli.
Davanti alla porta della camera da letto mi sentii prendere le braccia da dietro la schiena, legare i polsi con una striscia di pezza e subito dopo coprirmi gli occhi con una specie di foulard.
Qualcuno parlava, nelle loro voci percepivo l’adrenalina che li pervadeva, e sentivo frasi da gasati.
- “Minchia, ce l’abbiamo!”
- “Buttala sul letto e tenetela ferma!”
- “Vedi di non fare scherzi, sennò ti meniamo!”
- “Muovetevi che c’ho il cazzo duro!”
- “Guarda che culetto che c’ha!”
- “Vero! Dopo lo provo!”
- “Lo proveremo tutti, ah, ah, ah!”
Sentivo che erano giovani, e confidavo che fossero i “miei” giovani con una delle loro fantasie da soddisfare, li conoscevo da poco ed ero ancora un poco tesa.
In un primo momento ebbi una paura tremenda per quello che mi stava succedendo, non sapevo della sorpresa e pensai subito a dei delinquenti.
Volevo provare a dire “ROSSO”, la parola di sicurezza che avevo concordato e caso mai si fossero fermati avrei rifatto partire con il “VERDE”.
In questo modo avrei capito se erano i miei ragazzi oppure no, ma probabilmente avrei rotto l’atmosfera e fatto sbollire gli animi di tutti, così decisi di resistere e stare al loro gioco.
Mi dissero di non urlare e che non mi avrebbero fatto del male, così non mi rimase altro da fare che ubbidire alle loro richieste.
Fui buttata sul letto, sentii quei ragazzi spogliarsi e sghignazzare per la preda che avevano davanti.
Le mani di uno di loro si posarono sui miei piedi e lentamente risalirono lungo le gambe accarezzandomi pesantemente.
Arrivato all'accappatoio, mi slacciò la cintura e lo aprì piano per scoprirmi.
Mi sentii spingere di lato, girare a pancia in giù, e alzare i fianchi, non avendo l'appoggio delle mani mi trovai con la testa affossata nel letto ed il bacino alto verso di loro.
Le loro lingue si posarono sulle mie natiche scivolando verso il centro e leccandomi entrambi i buchi lubrificarono dove di lì a poco si sarebbero sfogati.
Infatti uno di loro salì in piedi sul letto, mi prese per i fianchi e mi penetrò tra le cosce scopandomi come più poteva.
La posizione in cui ero, mi faceva sentire tutto, lui non si risparmiava di certo intanto sentivo ridolini e commenti eccitati.
- “Dai che piace anche a lei, non mi sembra che si lamenti. Ah, ah, ah.”
- “Tocca a me adesso, togliti che la infilzo.”
No, non mi lamentavo, al massimo davo qualche scossone perché tornassero a tenermi ferma quando la presa si allentava.
Ricominciavo a sudare, la calda serata, la testa sul letto e quelli che mi tenevano, avevano resa vana la doccia fresca appena fatta.
Poco male, intanto godevo di quel momento, mi eccitava molto essere in quella condizione, indifesa, sottomessa, usata
Mi scoparono a turno, ma l'ultimo, prima di togliersi, volle infilzarmi anche tra le natiche che aveva molto agevoli davanti a sé.
- “E qui? Avevamo detto di provarlo, ok vado io.”
- “Vai! Vai ficcaglielo.”
Ricordai di non essermi data la crema, certo, non pensavo venisse qualcuno all’improvviso.
Di sicuro non aveva molta esperienza, appoggiò il suo arnese sul mio buchino e spinse con convinzione facendomi sospirare per l'entrata vigorosa.
- “Vai così! Alla grande.”
Due, tre,dieci colpi e quando mi strinse a se girandosi su letto per portarmi sopra di lui cercai di divincolarmi come potevo per fare un minimo di scena, tanto avevo capito che erano li solo per sfogarsi un pò.
Cogliendo l’occasione di avermi distesa davanti, sentii una presenza avvicinarsi, alzarmi una gamba e penetrarmi alternativamente all'amico.
Qualcosa mi sbatteva in fronte, subito dopo sul naso e poi sulle labbra, mi girarono la testa di lato, mentre un altro occupò l'ultimo buco libero infilandomelo in bocca e, visto che ero limitata nei movimenti, cominciò a muoversi come gli altri.
Era piacevole, se pensavo al lato fisico, era eccitante se pensavo al lato emotivo, mi godevo quell’infierire su di me senza accorgermi che i tre arrivarono all'orgasmo, riversandomi ognuno nel proprio buco i loro schizzi.
- “Minchia ragazzi! Che scopata!”
- “Vero. Mi è piaciuta proprio.”
- “Però non è giusto! Quel bel culetto lo hai provato solo tu.”
- “Non preoccuparti, per un po’ non scappa mica.”
- “Mi sa che lo rifaremo ogni tanto. Ah, ah, ah!”
Attimi di silenzio, si rivestirono e se ne andarono lasciandomi sul letto con i polsi allentati, ma bendata e piena di sperma.
Mi calmai e tornai a farmi la doccia, era stata una piacevole sorpresa e mi proposi di riuscire a capire quali fossero dei nuovi amici.
Era ora di cena, dato che dare avevo dato e avuto avevo avuto pensai dove andare a mangiare qualcosa da sola.
Mentre mi vestivo arrivarono un paio di ragazzi: - “ Ciao, stasera ci siamo noi per te, ti portiamo a cena e poi vediamo.”
- “Toccava a voi stasera?”
- “Si, stasera possiamo solo noi, mi spiace se siamo solo due. Ah, ah, ah.”
- “Non c’è problema, stasera starò leggera, dove mi portate?
Un attimo di smarrimento: se chi doveva sono venuti ora, chi erano quelli di poco prima?
Erano venuti a prendersi quello che volevano, non sapevo chi fossero e pensai alle loro ultime parole e al fatto che sarebbero ritornati a reclamarmi.
Ci contavo.
Scrivetemi le vostre impressioni.
Mi farebbe piacere se mi mandaste qualche riga su un'ipotetica situazione insolita, da creare o da far creare ai miei ragazzi a scarti@libero.it
Decisi poi, nel tardo pomeriggio di farmi un bagno in mare e di godermi l’aria di fine giornata sulla spiaggia.
Tornando a casa verso le sette sette e mezza di sera, come il solito andavo dritta a farmi una doccia per togliermi il sale di dosso.
Intanto pensavo al dopo cena, chissà se qualcuno vorrà farmi visita qui a casa o invitarmi da qualche parte, è vero che affidandomi a dei ragazzi non avrei dovuto pretendere chissà che cosa, ma volli lasciare loro un po’ di fiducia.
Come d’accordo, nessuna porta o cancelletto era chiuso a chiave, una sorta di casa sociale aperta a chi volesse farmi visita.
Finita la doccia, infilai l'accappatoio ed uscii con un asciugamano sulla testa per asciugarmi i capelli.
Davanti alla porta della camera da letto mi sentii prendere le braccia da dietro la schiena, legare i polsi con una striscia di pezza e subito dopo coprirmi gli occhi con una specie di foulard.
Qualcuno parlava, nelle loro voci percepivo l’adrenalina che li pervadeva, e sentivo frasi da gasati.
- “Minchia, ce l’abbiamo!”
- “Buttala sul letto e tenetela ferma!”
- “Vedi di non fare scherzi, sennò ti meniamo!”
- “Muovetevi che c’ho il cazzo duro!”
- “Guarda che culetto che c’ha!”
- “Vero! Dopo lo provo!”
- “Lo proveremo tutti, ah, ah, ah!”
Sentivo che erano giovani, e confidavo che fossero i “miei” giovani con una delle loro fantasie da soddisfare, li conoscevo da poco ed ero ancora un poco tesa.
In un primo momento ebbi una paura tremenda per quello che mi stava succedendo, non sapevo della sorpresa e pensai subito a dei delinquenti.
Volevo provare a dire “ROSSO”, la parola di sicurezza che avevo concordato e caso mai si fossero fermati avrei rifatto partire con il “VERDE”.
In questo modo avrei capito se erano i miei ragazzi oppure no, ma probabilmente avrei rotto l’atmosfera e fatto sbollire gli animi di tutti, così decisi di resistere e stare al loro gioco.
Mi dissero di non urlare e che non mi avrebbero fatto del male, così non mi rimase altro da fare che ubbidire alle loro richieste.
Fui buttata sul letto, sentii quei ragazzi spogliarsi e sghignazzare per la preda che avevano davanti.
Le mani di uno di loro si posarono sui miei piedi e lentamente risalirono lungo le gambe accarezzandomi pesantemente.
Arrivato all'accappatoio, mi slacciò la cintura e lo aprì piano per scoprirmi.
Mi sentii spingere di lato, girare a pancia in giù, e alzare i fianchi, non avendo l'appoggio delle mani mi trovai con la testa affossata nel letto ed il bacino alto verso di loro.
Le loro lingue si posarono sulle mie natiche scivolando verso il centro e leccandomi entrambi i buchi lubrificarono dove di lì a poco si sarebbero sfogati.
Infatti uno di loro salì in piedi sul letto, mi prese per i fianchi e mi penetrò tra le cosce scopandomi come più poteva.
La posizione in cui ero, mi faceva sentire tutto, lui non si risparmiava di certo intanto sentivo ridolini e commenti eccitati.
- “Dai che piace anche a lei, non mi sembra che si lamenti. Ah, ah, ah.”
- “Tocca a me adesso, togliti che la infilzo.”
No, non mi lamentavo, al massimo davo qualche scossone perché tornassero a tenermi ferma quando la presa si allentava.
Ricominciavo a sudare, la calda serata, la testa sul letto e quelli che mi tenevano, avevano resa vana la doccia fresca appena fatta.
Poco male, intanto godevo di quel momento, mi eccitava molto essere in quella condizione, indifesa, sottomessa, usata
Mi scoparono a turno, ma l'ultimo, prima di togliersi, volle infilzarmi anche tra le natiche che aveva molto agevoli davanti a sé.
- “E qui? Avevamo detto di provarlo, ok vado io.”
- “Vai! Vai ficcaglielo.”
Ricordai di non essermi data la crema, certo, non pensavo venisse qualcuno all’improvviso.
Di sicuro non aveva molta esperienza, appoggiò il suo arnese sul mio buchino e spinse con convinzione facendomi sospirare per l'entrata vigorosa.
- “Vai così! Alla grande.”
Due, tre,dieci colpi e quando mi strinse a se girandosi su letto per portarmi sopra di lui cercai di divincolarmi come potevo per fare un minimo di scena, tanto avevo capito che erano li solo per sfogarsi un pò.
Cogliendo l’occasione di avermi distesa davanti, sentii una presenza avvicinarsi, alzarmi una gamba e penetrarmi alternativamente all'amico.
Qualcosa mi sbatteva in fronte, subito dopo sul naso e poi sulle labbra, mi girarono la testa di lato, mentre un altro occupò l'ultimo buco libero infilandomelo in bocca e, visto che ero limitata nei movimenti, cominciò a muoversi come gli altri.
Era piacevole, se pensavo al lato fisico, era eccitante se pensavo al lato emotivo, mi godevo quell’infierire su di me senza accorgermi che i tre arrivarono all'orgasmo, riversandomi ognuno nel proprio buco i loro schizzi.
- “Minchia ragazzi! Che scopata!”
- “Vero. Mi è piaciuta proprio.”
- “Però non è giusto! Quel bel culetto lo hai provato solo tu.”
- “Non preoccuparti, per un po’ non scappa mica.”
- “Mi sa che lo rifaremo ogni tanto. Ah, ah, ah!”
Attimi di silenzio, si rivestirono e se ne andarono lasciandomi sul letto con i polsi allentati, ma bendata e piena di sperma.
Mi calmai e tornai a farmi la doccia, era stata una piacevole sorpresa e mi proposi di riuscire a capire quali fossero dei nuovi amici.
Era ora di cena, dato che dare avevo dato e avuto avevo avuto pensai dove andare a mangiare qualcosa da sola.
Mentre mi vestivo arrivarono un paio di ragazzi: - “ Ciao, stasera ci siamo noi per te, ti portiamo a cena e poi vediamo.”
- “Toccava a voi stasera?”
- “Si, stasera possiamo solo noi, mi spiace se siamo solo due. Ah, ah, ah.”
- “Non c’è problema, stasera starò leggera, dove mi portate?
Un attimo di smarrimento: se chi doveva sono venuti ora, chi erano quelli di poco prima?
Erano venuti a prendersi quello che volevano, non sapevo chi fossero e pensai alle loro ultime parole e al fatto che sarebbero ritornati a reclamarmi.
Ci contavo.
Scrivetemi le vostre impressioni.
Mi farebbe piacere se mi mandaste qualche riga su un'ipotetica situazione insolita, da creare o da far creare ai miei ragazzi a scarti@libero.it
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