4 - La vita di Anna - I cugini

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prime esperienze

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La situazione divertente è stata l'ultima settimana di agosto di qualche anno fa, quando dei miei zii di Varese, che io non vedevo da un po’ di tempo, sono venuti a passare qualche giorno a casa dei miei genitori, con l'intento di puntare per un fine settimana a Venezia.
Il problema che li attanagliava era dove lasciare i loro due gemelli adolescenti,.
I miei genitori, di loro iniziativa, dissero che me ne sarei occupata io, che a casa avevo posto, portandoli in giro a divertire.
Quando me lo dissero, in un primo momento, non ne volli nemmeno sapere, ma pensandoci bene mi sarei potuta divertire "io" un pochino.
Naturalmente non facendomi scopare da loro, ma eccitandoli e scoprendomi un po’ alla volta sotto i loro occhi come piace a me.
Me li portarono la sera del venerdì appena prima di cena, direttamente con tre pizze per alleviarmi il problema del poco preavviso.
Cominciammo con il fare la doccia a turno.
Io che ero l'ultima, mentre guardavano la televisione, di proposito passai davanti a loro con solo un asciugamano che mi copriva.
Entrando in camera da letto, mi raccomandai che non si muovessero di li che mi dovevo vestire (dato che a causa di manutenzione manca la porta della mia camera).
Era come invitarli a curiosare.
Lasciai cadere l'asciugamano e cominciai a frugare nell'armadio.
Sentii dei commenti sottovoce che provenivano dal salotto, sapendo così che stavano guardando il mio culetto ed io cominciavo a divertirmi all'idea di essere osservata.
Indossai solo una bella vestaglia non trasparente, con dei bei fiori grossi come quelli dei divani e poi cominciai a preparare la tavola.
Inutile dire che non sprecai l'occasione di chinarmi mentre li servivo, porgendo loro una generosa vista interno scollatura.
Mentre mangiavamo, mi feci raccontare un po’ di tutto di quello che facevano a Varese ed un po’ più tardi ci siamo messi a vedere un film alla televisione seduti sul divano, io da una parte e loro due alla mia destra.
A metà film volli dare segni di sonnolenza.
Appoggiai la testa alla spalla del cuginetto vicino e la mano che si abbassò addormentata, smosse la vestaglia quel tanto che bastava per poterci guardare agevolmente dentro.
Li sentivo un po’ agitati, ma non bastava, volevo che si ricordassero piacevolmente di me così mi abbassai dall'altra parte raggomitolandomi sul bracciolo del divano e guarda caso il lembo della vestaglia restò infilato tra i cuscini, così mentre mi coricavo mi si scoprì "casualmente" tutta la gamba e la natica destre credo fino alla riga del culo.
Si incitavano a vicenda, sempre sottovoce, ma non capivo per cosa.
Poi una mano si posò dolcemente sul mio sederino e cominciò ad accarezzare così dolcemente che mi faceva venire la pelle d'oca: dovevano avere una paura matta di svegliarmi.
Lo feci in corrispondenza della fine del film, accompagnandoli poi nella loro camera.
Il giorno successivo saremmo andati al mare, così al mattino appena alzata preparai il necessario per un picnic ed andammo ad una spiaggia libera.
Gonfiai il materassino e poco dopo li raggiunsi in acqua.
Ci siamo stati per molto tempo, alternando momenti di relax sul materassino a lotte nell'acqua.
All'ora di pranzo, ristesi gli asciugamani per poi preparare i panini.
Finito di mangiare ed anche di raccogliere i rifiuti, dissi loro che ne avrei approfittato per prendere un po’ di sole e che se volevano potevano andare a passeggiare.
Come pensavo, e speravo, decisero di restare li vicino a me, stretti sotto l'ombrellone.
Mentre mi sdraiavo sul mio materassino, tirai gli slip nella riga del culo e slacciai il reggiseno per poter prendere il sole.
Non avevo neanche una riga bianca sulla pelle, ma questo loro non l'hanno certo apprezzato, troppo presi dal guardarmi le chiappe.
Durante il bagno del pomeriggio, mentre ripetevamo i giochi di lotta, notai che loro si sentivano sempre più autorizzati a toccarmi, visto che non li avevo mai rimproverati.
Fui io però, mentre ci azzuffavamo, a strapparmi il reggiseno e a tenerlo con le dita dei piedi fingendo di averlo perso.
Qualche attimo di finta ricerca e poi, visto che da quelle parti il topless è normale, feci vedere di non scandalizzarmi e mi concessi un po’ di relax volendo che mi scorrazzassero per il mare mentre ero sdraiata sul materassino con le gambe aperte.
Il ritorno dal mare fino alla cena fu tranquillo.
Mentre facevo la doccia per ultima, arrivarono Matteo e Renzo (un paio dei miei "ragazzi della banda"): li avevo chiamati poco prima spiegando loro la situazione e di venire a giocare a Monopoli con noi per preparare una bella sorpresa ai gemelli.
Fecero subito amicizia coi cugini, facendosi raccontare nei minimi particolari la nostra giornata e promettendo loro altro divertimento per la serata.
Uscii dalla doccia ed andai a vestirmi, tutti sbirciarono attraverso la porta e quando fui pronta li raggiunsi in salotto.
Mi proposero di giocare a Monopoli, io facendo finta di non sapere niente stetti al gioco e mi lasciai convincere.
Ci sedemmo sul divano attorno al piccolo tavolino di cristallo.
Cominciammo a giocare e Matteo tenendosi le vie migliori per poter condurre il gioco, distribuì quelle povere a tutti, e le peggiori a me.
Dopo una mezz’oretta di gioco lui aveva qualche albergo, mentre noi tutti non navigavamo certo nell'oro.
Io rimasi con pochissimi soldi e Renzo con ancora meno di me.
Fu lui, quando dovette pagare una bella sommetta, a proporre di integrare i soldi con i vestiti.
Così si tolse la camicia per pagare il passaggio su un albergo.
Poi toccò ad uno dei miei cuginetti togliersi la maglietta e quando capirono come funzionava il gioco, diventarono attentissimi al numero che usciva dai miei dadi.
Gli si illuminarono gli occhi quando cascai anch'io sull'albergo di Matteo e dovetti togliermi la camicetta.
Rimasi con un reggiseno in pizzo bianco e sollecitai per continuare il gioco.
In un paio di giri volarono via un'altra maglia ed un paio di pantaloni e quando fu il mio turno dovetti togliermi la gonna per ripagare la penitenza.
Finsi di insistere per finire il gioco, ma tutti volevano continuare dicendomi che tanto in spiaggia mi avevano già vista in topless e che li non cambiava molto.
Andammo avanti, Matteo e Renzo baravano per mettermi alle strette, i miei cuginetti non si accorgevano di niente, tanto erano fissi a guardarmi.
Un'altra tassa mi mise alle strette, con molto indugio tolsi il reggiseno sotto i complimenti dei presenti.
L'atmosfera si faceva sempre più calda, tutti gli occhi erano puntati su di me, ed io assunsi un'espressione di imbarazzo quando dovetti pagare ancora.
Non mi erano rimasti che gli slip e con non poche insistenze mi convinsero a toglierli.
Presi un cuscino che era sul divano e lo appoggiai in grembo prima di togliermi gli slip, quel cuscino non era molto grande e copriva solo sopra lasciando interamente scoperti i fianchi e tutto il resto.
Erano tutti soddisfatti, anche se Renzo non interamente: andò in bagno a prendere lo spruzzino che usavo in spiaggia ed iniziò a sguazzarmi.
Non sapevo come fare a resistere, non potevo muovermi e non riuscivo a restare li sotto i getti.
Poi mi decisi ad alzarmi coperta dal solo cuscino girare attorno al divano e a rifugiarmi in camera da letto.
Misi la solita vestaglia e tornai in salotto per prendere a cuscinate i ragazzi: ci fu una azzuffata generale, tra risate e cuscinate scappò qualche palpata finché non fummo tutti esausti e ci preparammo per il letto.
Il giorno dopo i miei cuginetti dovettero tornarsene con i genitori, mi dissero che si erano divertiti molto a stare con me e che sarebbero venuti volentieri più spesso.
scritto il
2024-09-05
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