1 - La vita di Anna - Happy Birthday

di
genere
orge

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NB: una leggera incongruenza della linea temporale con il primo racconto è dovuto alle regole del sito

Questi ultimi 2-3 anni mi sono serviti per gettare un po’ di basi, cioè capire i diversi tipi di ragazzi, individuare quelli da abbandonare subito per evitare problemi, quelli che hanno i miei stessi interessi da coltivare e quelli troppo appiccicosi per evitare problemi.
Un passo atteso da tutti i ragazzi e ragazze è il diventare maggiorenni, che non vuol dire adulti.
Stava finendo l’estate, avevo già compiuto ufficialmente 18 anni qualche settimana prima, ma dato che al mare dove abbiamo la casa per le vacanze, avevo da tempo un bel numero di amici estivi, decidemmo di festeggiare prima di terminare le vacanze, proprio prima di cominciare l’ultimo anno di scuola.
Tutto questo però non mi bastava, cominciavo a diventare grande volevo qualcosa di eccezionale da poter raccontare alle amiche, e siccome non mi piace raccontare balle, doveva essere realmente successo.
I miei genitori avevano cominciato a lavorare e mi avrebbero raggiunto nel fine settimana per festeggiare.
Visto che avevo la casetta libera, decisi di fare una festa con gli amici il venerdì, per non essere obbligata a comportarmi a modo.
Dico amici, perché invitai solamente il lato maschio della compagnia e, naturalmente quelli che erano ancora in vacanza lì, in tutto quattro ragazzi per poter fare una festa a tema: le ragazze sarebbero venute la sera dopo con i miei genitori.
Dopo una giornata tirata tardi in spiaggia, l’appuntamento era per le dieci di sera: anche i miei amici si chiedevano perché non ci fossero le ragazze, ma soprassederono al problema quando mi videro accoglierli sul portoncino.
Abbigliamento estivo, leggero e quasi trasparente, la veste di lino bianco lasciava intravedere il mini slip.
I giovani si accomodarono con entusiasmo e tutti mi guardavano con occhi abbastanza interessati.
Avevo ordinato delle pizze, un po’ di schifezze varie erano già distribuite sul tavolo, musica a mezzo volume e un po’ di birre.
Il piccolo party privato, procedeva nel migliore dei modi: le attenzioni erano tutte su di me, in quanto festeggiata ed unica ragazza della serata.
Fino a quasi mezzanotte stuzzicavo i ragazzi, sedendomi sulle loro ginocchia, infilando le mani sotto la maglietta, baciandoli sul collo qualche strizzata tra le gambe e via così.
All’apertura dei regali, con il morale alle stelle, anche se di poco conto ad ogni pacco che aprivo dimostravo sorpresa e gratitudine, premiando il giovane con un profondo bacio in bocca.
Erano sempre più gasati, ed io provando un’immensa riconoscenza, dicevo di non sapere cosa fare per ricompensarli.
Mentre tutti erano vicini per congratularsi con me, e per chiedermi un discorso, cominciai a mostrare le mie carte dicendo loro che avevo trovato la maniera migliore sia per ringraziarli per il loro affetto, che per passare una serata in festa da ricordare.
Era arrivato il momento dei diciotto anni e come sapevano anche loro era un passo importante con cui si può anche prendere l’occasione per fare qualcosa di speciale.
Alla loro richiesta di spiegazioni, allargai le spalline della veste lasciandola cadere a terra, restando solamente con uno slippino striminzito.
Chiesi a tutti loro di spogliarsi completamente e di sedersi dove potevano.
Eseguirono in fretta, chi sul divano, chi sulle sedie o sul tavolo, tutti con il bozzo che spingeva sotto le mutande.
Non si erano spogliati del tutto, ma era un problema da poco: mi inginocchiai davanti al primo e dopo avergli massaggiato il pacco, gli abbassai le mutande per portarlo alla luce.
Subito lo afferrai e mi abbassai per cominciare a succhiarlo, accompagnata da un’ovazione generale.
Succhiavo quel giovane con ritmo crescente, finché in poco tempo mi riversò dei generosi fiotti di sborra tra le labbra.
Lo sperma che usciva dai lati della bocca mi imbrattava le mani e parte del viso.
Lasciai il mio amico con il sorriso della sua soddisfazione per passare al successivo.
Come il primo, spogliai del tutto anche questo per cominciare un voluttuoso pompino.
Sentendolo al culmine, estrassi il cazzo dalla bocca per puntarmelo sul petto e ricevere gli schizzi direttamente sulle tette, e poi spalmarlo dolcemente.
Continuai quella piccola maratona, soddisfando ognuno dei miei invitati, ricevendo in cambio una dose di sperma che accoglievo in bocca o sul viso.
Alla fine avevo le ginocchia un po’ ammaccate e per sgranchirmi proposi uno spuntino prima di continuare la festa.
Colsi l’occasione per rinfrescarmi e per rifarmi la bocca con qualche bicchierino che girava.
Anche se ancora deliziati per il trattamento ricevuto, dopo un pò di carezze e baci, gli animi si aspettavano il bis.
Decisi così di continuare quella piacevole serata alzando l’asticella.
Attirando la loro attenzione, li avvisai che sarei stata felice di poterli accontentare per un’ulteriore volta, e dicendo così, sfilai il tanga rimanendo completamente nuda davanti a loro.
Li avvertii che nessuno avrebbe potuto gustare la mia fichetta, ma che sarei stata felice di mettere a disposizione il mio secondo buchetto per il continuo della nottata.
Un’ulteriore euforia riempì la stanza, per poi calmarsi di colpo quando li avvertii che stavolta dovevano guadagnarsi il loro premio con la fatica, perché avrei fatto di tutto per rendere loro la vita difficile.
Prendendoli un po’ alla sprovvista, mi rifugiai in bagno dove, tenendo chiusa la porta a chiave, pensavo che avrebbero faticato a raggiungermi.
L’iniziativa dei giovani, li portò invece ad uscire nudi in giardino e raggiungere la finestra del bagno.
Mi trovai due di loro alle spalle, e mentre uno mi tratteneva, anche se a fatica, il secondo aprì la porta per farmi prendere dagli altri.
In un attimo fui alzata di peso e portata sul letto matrimoniale dei miei genitori.
Inginocchiata, con le braccia tenute divaricate da due di loro, non avendo appoggio la testa si abbassò sul materasso.
Il mio culo era alto verso il primo che mi era dietro, mantenendo la parola, cominciai a divincolarmi per rendere loro la cosa eccitante, ottenendo che mi tirassero di più le braccia e mi fermassero in posizione anche le gambe.
Bloccata ed indifesa, sentii le prime mani massaggiarmi le natiche per poi allargarle per puntare il cazzo sul mio secondo canale.
Spinse quasi a volermi far pagare la fatica che gli avevo fatto fare, fortunatamente la crema che mi ero messa prima in bagno aiutava l’entrata.
Cominciò a cavalcarmi sotto l’incitamento di tutti, ogni tanto davo uno scossone perché tornassero a immobilizzarmi per bene.
Impotente, in quella posizione ero al massimo dell’eccitazione e mi godevo fino in fondo quella sodomia.
Sentivo il cazzo entrare interamente finché, accompagnato da gemiti di piacere, mi riversò la sua dose di sperma nelle viscere.
Come prima, gli invitati si succedevano a quel banchetto uno alla volta, chi sborrandomi nel culo, chi schizzandomi sulla schiena.
Alla fine rimasi sdraiata sul letto stanca, ma contenta di quel trattamento.
Dopo un ulteriore spuntino per riacquistare le forze, riordinammo alla meglio l’appartamento e salutai i ragazzi con una vicendevole palpata ciascuno.
La sera dopo, la mia festa non sarebbe certo stata così: nella prima serata di sabato, come previsto, sarebbero arrivati i miei genitori, così impiegai il pomeriggio in spiaggia per organizzare con le mie amiche la mia festa di compleanno regolare.
Adesso, comunque, ero maggiorenne e vaccinata e potevo pian piano allargare i miei orizzonti.

scritto il
2024-08-23
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