Il tuttofare
di
FILIPPO
genere
dominazione
Abito in un residence, un posticino tranquillo, in comune abbiamo il verde, e l'entrata, per il resto, ognuno ha la sua abitazione seppur confinante, molto discreta.
Per mè è il massimo, nessuno che rompe, e che può sbirciare nella mia proprietà, se invito ospiti, non devono passare dal solito antrone di un palazzo, ma arriva direttamente da mè, e io di incontri, ne faccio molti.
Sono omosessuale, e in privato travestito, amo i maschi, e adoro il loro cazzo, non ne ho mai abbastanza, e anche se nella vita sono un irreprensibile maschio, nella vita privata sono una troia pazzesca.
Quando sono a casa, mi trasformo in una donna, intimo vestiti trucco scarpe, e durante l'estate prendo il sole in bikini, adoro vedermi nuda allo specchio, con un bel colore marrone e le parti intime bianche, mi eccito.
Quindi casa mia è come vedere una casa di una donna, in bagno trucchi e profumi femminili, appese ad asciugare quasi sempre intimo, reggicalze calze di naylon ecc, la casa è arredata al femminile, colore rosa, merletti ecc.
Ultimamente, si è deciso di assumere un tuttofare, avevamo una società esterna, ma non si addiceva alle nostre richieste, così, dopo molte ricerche, si è deciso di assumere un uomo sui quarant'anni, meridionale, una brava persona, consigliataci da un conoscente.
Antonio è il suo nome, il classico omone peloso, simpatico, sempre pronto alla risata, e di buon comando.
Eseguiva alla lettera quanto richiesto, e il verde era finalmente in ordine, e pure le piccole riparazioni che spesso dovevano essere fatte.
Circa sei mesi fà, in casa mia si è quastata la doccia, non scaricava più, e anche se avevo provato in mille modi, non ne voleva sapere di sgorgarsi, così chiamo Antonio, io sono al lavoro, mi dice che sarebbe passato nel pomeriggio, le chiavi le aveva in cassaforte, ne lasciamo sempre una copia nel caso succeda qualsiasi cosa.
Alla sera rientro, e mi reco in bagno, mi viene un colpo al cuore, non mi ero ricordato che avevo, la sera prima, lavato dell'intimo e delle calze, e le avevo stese in bagno sullo stendino, e al mio rientro, ho trovato il tuto, ben piegato e posto sul letto, e lo stendino ritirato, era stato Antonio, visto che doveva lavorare nel bagno.
Telefono e lo ringrazio, e chiedo quanto devo, non accenno all'intimo, nulla signorina non mi deve nulla, per un'istante rimango bloccata mi ha chiamata signorina, lo ringrazio e appendo.
Nei giorni successivi, quando lo incontro mi saluta normalmente se c'è qualcuno, altrimenti mi dà della signora o signorina, io arrossisco e lo saluto, ma mi eccita il fatto che lui habbia capito, ma non tenta nessun approccio.
Dopo un paio di settimane, smollo delle lampadine in camera da letto, e sempre al lavoro chiedo se gentilmente poteva controllare il mio impianto elettrico, non prima di aver disseminato il letto di intimo e reggicalze, e aver lasciato ben aperta la gabina armadio, mostrando abiti femminili e scarpe.
Al mio rientro, trovai tutto in ordine, riposto nei cassetti i vari intimi, e trovai sul letto un vestito scollato e cortissimo, un paio delle mie scarpe, e reggicalze e calze, e un biglietto.
Signorina, indossi questi capi e si trucchi per bene, alle ventidue passo a prenderla.
Non capii più nulla, cenai e dopo una bella doccia mi preparai, truccata e messa la parrucca attesi Antonio, che arrìvò puntualissimo, salii velocemente sulla sua auto, e partimmo.
Mi salutò, con fervore, e appena usciti dal residence, si fermò, scendemmo dall'auto, e mi fece fare un paio di giri, mi ammirò, e poi mi strinse a sè, e mi diede un bacio.
Essere bacia lì, in mezzo alla strada, appena fuori casa, con le auto che ci passavano vicino, mi spaventò e mi eccitò allo stesso tempo, ricambiai il bacio, e poi sentii la sua mano accarezzarmi il cazzo durissimo, scostò lo slip e mi segò.
Venni lì, al bordo di una stada trafficatissima, emisi dei gemiti mentre venivo, nella sua mano.
Risalimmo in auto e andammo in un bar poco distante, poco frequentato, e seduti oiniziammo a parlare, Antonio mi eccitava, era un omone, circa un centinaio di kili, io pesavo si è nò sessanta, ed ero una sessantenne, evanche se trav, non sono molto femminile, ma a lui non sembrava desse fastidio.
Il titolare salutò Antonio e dopo aver preso le consumazioni e serviti, ci lasciò in pace, e ad un tratto Antonio estrasse il suo cazzo, un cazzo duro, grosso e lungo, scappellato, lo maneggiò un poco e mi disse, Signorina se ha sete.... io lo imboccai subito, e mi diedi da fare, ogni tanto davo un'occhiata se arrivava iltitolare, e così una decina di minuti dopo, mi venne in gola, e io ingurgitai tutto il suo sperma.
Dopo aver bevuto, andammo a casa mia, e una volta in camera, mi spogliò, e dopo avermi leccato il culetto, mi sfondò con il suo cazzo e mi fece ululare come una cagna.
Il giorno dopo, al mio rientro, trovai sul letto gonna e camicetta, reggiseno slip e autoreggenti, Antonio, ormai aveva le chiavi, e così la sera stessa ritornammo nel bar, ma questa volta, Antonio mi mise dietro il bancone a servire i clienti.
Mi vergognavo, ma grazie al chiaro scuro, proprio non si notava che ero una trav, almeno credevo, ma non fù così.
A fine serata, non fù Antonio a riaccompagnarmi a casa ma bensì il titolare del bar, e finimmo nel mio letto, era un vero toro, mi scopò più volte, lasciandomi addormentata nel letto.
La mattina dopo trovai 50 euro sul comodino, mi aveva scambiata per una prostituta pensai, e poi dopo la doccia mi recai al lavoro.
Alla sera al mio rientro, trovai come il solito indumenti scelti da Antonio e il solito biglietto, quasi non cenai, e alle 22, saltai in auto, e ci recammoal bar.
Io ero al banco, indossavo una gonna cortissima, e una camecetta aperta abbondantemente, senza slip, e mi si intravedeva il cazzo duro, servii da dietro il bancone, e alla chiusura, mi accompagnò a casa un giovane, e chiaramente finimmo nel mio letto, e trà pompini e scopate facemmo le due.
Alla mattina il solito 50 euro, mi divertiva il fatto di essere pagata, e la cosa continuò per una ventina di giorni, cambiando sempre ilpartner sessule.
Un sabato sera Antonio venne a cena da mè, e poi mi inculò alla grande, facendomi godere per bene, e poi mi fece mettere reggicalze, reggiseno, slip, tacchi e una vestaglietta trasparente, e andammo al bar.
Ero nervosa, anche se dietro al bancone sarei sembrata una troia, e al mio arrivo, Beppe il titolare, mi mise a servire ai tavoli.
Fù pazzesco, mi palpavano il culo, mi fecero toglier gli slip, e camminavo, sbattacchiando il cazzo duro, me lo toccavano, qualcuno me lo leccò più volte.
Ero eccitata al punto che sborravo regolarmente senza toccarmi, a fine serata, mi accompagnarono due uomini sulla cinquantina, e chiaramente finirono nel mio letto e dentro di mè.
Capii che Antonio faceva il mio pappone, e ne fui grata a dire il vero, e dopo circa trè mesi, venne ad abitare da mè, trasferì le sue cose, e divenne il mio uomo, anche se quasi tutte le sere mi portava un nuovo cliente, che soddisfavo.
Ora sono una marchettara ricevo regolarmente alla sera e al sabato e alla domenica i miei clienti, ho un sito internet gettonatissimo, e faccio qualunque cosa mi si richieda.
Per mè è il massimo, nessuno che rompe, e che può sbirciare nella mia proprietà, se invito ospiti, non devono passare dal solito antrone di un palazzo, ma arriva direttamente da mè, e io di incontri, ne faccio molti.
Sono omosessuale, e in privato travestito, amo i maschi, e adoro il loro cazzo, non ne ho mai abbastanza, e anche se nella vita sono un irreprensibile maschio, nella vita privata sono una troia pazzesca.
Quando sono a casa, mi trasformo in una donna, intimo vestiti trucco scarpe, e durante l'estate prendo il sole in bikini, adoro vedermi nuda allo specchio, con un bel colore marrone e le parti intime bianche, mi eccito.
Quindi casa mia è come vedere una casa di una donna, in bagno trucchi e profumi femminili, appese ad asciugare quasi sempre intimo, reggicalze calze di naylon ecc, la casa è arredata al femminile, colore rosa, merletti ecc.
Ultimamente, si è deciso di assumere un tuttofare, avevamo una società esterna, ma non si addiceva alle nostre richieste, così, dopo molte ricerche, si è deciso di assumere un uomo sui quarant'anni, meridionale, una brava persona, consigliataci da un conoscente.
Antonio è il suo nome, il classico omone peloso, simpatico, sempre pronto alla risata, e di buon comando.
Eseguiva alla lettera quanto richiesto, e il verde era finalmente in ordine, e pure le piccole riparazioni che spesso dovevano essere fatte.
Circa sei mesi fà, in casa mia si è quastata la doccia, non scaricava più, e anche se avevo provato in mille modi, non ne voleva sapere di sgorgarsi, così chiamo Antonio, io sono al lavoro, mi dice che sarebbe passato nel pomeriggio, le chiavi le aveva in cassaforte, ne lasciamo sempre una copia nel caso succeda qualsiasi cosa.
Alla sera rientro, e mi reco in bagno, mi viene un colpo al cuore, non mi ero ricordato che avevo, la sera prima, lavato dell'intimo e delle calze, e le avevo stese in bagno sullo stendino, e al mio rientro, ho trovato il tuto, ben piegato e posto sul letto, e lo stendino ritirato, era stato Antonio, visto che doveva lavorare nel bagno.
Telefono e lo ringrazio, e chiedo quanto devo, non accenno all'intimo, nulla signorina non mi deve nulla, per un'istante rimango bloccata mi ha chiamata signorina, lo ringrazio e appendo.
Nei giorni successivi, quando lo incontro mi saluta normalmente se c'è qualcuno, altrimenti mi dà della signora o signorina, io arrossisco e lo saluto, ma mi eccita il fatto che lui habbia capito, ma non tenta nessun approccio.
Dopo un paio di settimane, smollo delle lampadine in camera da letto, e sempre al lavoro chiedo se gentilmente poteva controllare il mio impianto elettrico, non prima di aver disseminato il letto di intimo e reggicalze, e aver lasciato ben aperta la gabina armadio, mostrando abiti femminili e scarpe.
Al mio rientro, trovai tutto in ordine, riposto nei cassetti i vari intimi, e trovai sul letto un vestito scollato e cortissimo, un paio delle mie scarpe, e reggicalze e calze, e un biglietto.
Signorina, indossi questi capi e si trucchi per bene, alle ventidue passo a prenderla.
Non capii più nulla, cenai e dopo una bella doccia mi preparai, truccata e messa la parrucca attesi Antonio, che arrìvò puntualissimo, salii velocemente sulla sua auto, e partimmo.
Mi salutò, con fervore, e appena usciti dal residence, si fermò, scendemmo dall'auto, e mi fece fare un paio di giri, mi ammirò, e poi mi strinse a sè, e mi diede un bacio.
Essere bacia lì, in mezzo alla strada, appena fuori casa, con le auto che ci passavano vicino, mi spaventò e mi eccitò allo stesso tempo, ricambiai il bacio, e poi sentii la sua mano accarezzarmi il cazzo durissimo, scostò lo slip e mi segò.
Venni lì, al bordo di una stada trafficatissima, emisi dei gemiti mentre venivo, nella sua mano.
Risalimmo in auto e andammo in un bar poco distante, poco frequentato, e seduti oiniziammo a parlare, Antonio mi eccitava, era un omone, circa un centinaio di kili, io pesavo si è nò sessanta, ed ero una sessantenne, evanche se trav, non sono molto femminile, ma a lui non sembrava desse fastidio.
Il titolare salutò Antonio e dopo aver preso le consumazioni e serviti, ci lasciò in pace, e ad un tratto Antonio estrasse il suo cazzo, un cazzo duro, grosso e lungo, scappellato, lo maneggiò un poco e mi disse, Signorina se ha sete.... io lo imboccai subito, e mi diedi da fare, ogni tanto davo un'occhiata se arrivava iltitolare, e così una decina di minuti dopo, mi venne in gola, e io ingurgitai tutto il suo sperma.
Dopo aver bevuto, andammo a casa mia, e una volta in camera, mi spogliò, e dopo avermi leccato il culetto, mi sfondò con il suo cazzo e mi fece ululare come una cagna.
Il giorno dopo, al mio rientro, trovai sul letto gonna e camicetta, reggiseno slip e autoreggenti, Antonio, ormai aveva le chiavi, e così la sera stessa ritornammo nel bar, ma questa volta, Antonio mi mise dietro il bancone a servire i clienti.
Mi vergognavo, ma grazie al chiaro scuro, proprio non si notava che ero una trav, almeno credevo, ma non fù così.
A fine serata, non fù Antonio a riaccompagnarmi a casa ma bensì il titolare del bar, e finimmo nel mio letto, era un vero toro, mi scopò più volte, lasciandomi addormentata nel letto.
La mattina dopo trovai 50 euro sul comodino, mi aveva scambiata per una prostituta pensai, e poi dopo la doccia mi recai al lavoro.
Alla sera al mio rientro, trovai come il solito indumenti scelti da Antonio e il solito biglietto, quasi non cenai, e alle 22, saltai in auto, e ci recammoal bar.
Io ero al banco, indossavo una gonna cortissima, e una camecetta aperta abbondantemente, senza slip, e mi si intravedeva il cazzo duro, servii da dietro il bancone, e alla chiusura, mi accompagnò a casa un giovane, e chiaramente finimmo nel mio letto, e trà pompini e scopate facemmo le due.
Alla mattina il solito 50 euro, mi divertiva il fatto di essere pagata, e la cosa continuò per una ventina di giorni, cambiando sempre ilpartner sessule.
Un sabato sera Antonio venne a cena da mè, e poi mi inculò alla grande, facendomi godere per bene, e poi mi fece mettere reggicalze, reggiseno, slip, tacchi e una vestaglietta trasparente, e andammo al bar.
Ero nervosa, anche se dietro al bancone sarei sembrata una troia, e al mio arrivo, Beppe il titolare, mi mise a servire ai tavoli.
Fù pazzesco, mi palpavano il culo, mi fecero toglier gli slip, e camminavo, sbattacchiando il cazzo duro, me lo toccavano, qualcuno me lo leccò più volte.
Ero eccitata al punto che sborravo regolarmente senza toccarmi, a fine serata, mi accompagnarono due uomini sulla cinquantina, e chiaramente finirono nel mio letto e dentro di mè.
Capii che Antonio faceva il mio pappone, e ne fui grata a dire il vero, e dopo circa trè mesi, venne ad abitare da mè, trasferì le sue cose, e divenne il mio uomo, anche se quasi tutte le sere mi portava un nuovo cliente, che soddisfavo.
Ora sono una marchettara ricevo regolarmente alla sera e al sabato e alla domenica i miei clienti, ho un sito internet gettonatissimo, e faccio qualunque cosa mi si richieda.
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