Marianna

di
genere
etero

Vivere in Sicilia è bellissimo, io ci sono nata e cresciuta, non riuscirei a vivere altrove, ci ho provato un volta e ho resistito un mese, poi sono tornata a casa mia, vivo in un piccolo paese sul mare, vicino Agrigento, ho una casa quasi sulla spiaggia, era dei genitori di mio marito ed ora è nostra; sono una siciliana DOC, ho i capelli lunghi corvini, anche se oggi li tingo perché qualche capello bianco comincia a vedersi, ho gli occhi verdi, sono alta un metro e sessanta, nonostante due gravidanze sono poco ingrassata e peso 53 kg, ho 45 anni e mi chiamo Marianna, sono felicemente sposata con Salvatore e ho due figli , Luca di 25 anni ed Emanuele di 22, mio marito ed i miei figli lavorano in Germania in un ristorante e, purtroppo, li vedo solo due volte l’anno, ho provato ad andare con loro ma non ho resistito e sono tornata a casa, Salvatore ha capito e non ha avuto nulla da dire. Fino a tre anni fa ero volontaria alla Caritas, oggi lavoro per una cooperativa in un centro di raccolta per immigrati minori non accompagnati, non è un grosso centro ed i ragazzi non si fermano più di tre mesi prima di essere smistati altrove, noi li vestiamo, gli diamo da mangiare, pensiamo alla loro igiene e gli diamo qualche nozione di italiano, abbiamo ragazzi dai14 a 18 anni ma, pur non potendo provarlo, ce ne sono di più grandi.
In totale accogliamo una cinquantina di ragazzi, la struttura è una ex scuola riconvertita, su due piani abbiamo una decina di camere, ex aule, dove dormono, 2 blocchi di bagni con docce allo stesso piano che è il secondo, al piano terra il salone che usiamo anche come refettorio e per proiettare film, un paio di aule per le lezioni, le cucine, una stanza per i dipendenti, la direzione, l’infermeria ed i magazzini, al piano seminterrato la lavanderia ed altri locali di deposito con letti smontati, materassi e biancheria.
Quando mio marito ed i ragazzi tornano a casa faccio sempre in modo da essere libera per loro, soprattutto per Salvatore, il fatto che abbiamo due figli grandi non significa che non ci piace, quando ci ritroviamo di fare l’amore come prima, abbiamo ancora la complicità necessaria, non abbiamo mai avuto inibizioni tra noi, da sposata ho sperimentato e provato solo con lui, il nostro sesso è amore, ci doniamo uno all’altra senza limitazioni, ma il periodo in cui non ci vediamo è lungo e solitario, quando è venuto l’ultima volta l’ho sorpreso perché mi sono fatta trovare completamente rasata, la cosa gli è piaciuta molto, l’ho fatto per lui ed anche per igiene.
Al Paese ci conoscono tutti , me e Salvatore e, nonostante si sappia che Salvo è lontano nessuno si è mai permesso di farmi delle proposte, il fatto che sia una bella donna, a detta di molti, e che sia per undici mesi l’anno sola, non significa che sia disponibile.
Però, una volta, sono impazzita, è successo al lavoro : devo fare una premessa, tutte le sere, estate ed inverno, la caldaia che produce acqua calda al primo piano viene spenta, per evitare sprechi e che qualcuno dei ragazzi, di notte, lasci aperto un rubinetto facendo funzionare la caldaia tutta notte, inoltre è necessario, per regolamento che nella struttura sia sempre presente un operatore, anche di notte; d’estate, da noi in Sicilia, fa molto caldo, noi dobbiamo avere sempre addosso un camice, il nostro è azzurro, quello dei dottori bianco, con il caldo , normalmente , gli uomini sotto il camice portano solo le mutande e la canottiera, noi donne la biancheria, in alcuni casi anche una sottoveste, io non uso sottovesti ma non è questo il punto, nella struttura, a parte la direzione e l’infermeria non abbiamo aria condizionata, la posizione vicino al mare e i finestroni delle aule e del refettorio garantiscono una buona ventilazione, normalmente, quella sera non era così, l’aria sembrava immobile, io sedevo su una panchina in cortile a fumare, un vizio che ho preso da poco anche se un pacchetto mi dura una settimana, perché mi rilassa; alcuni ragazzi passeggiavano cercando frescura anche loro, verso mezzanotte, però, li richiamai perché dovevo chiudere le porte di ingresso per la notte, in caso di emergenza c’erano, comunque, i maniglioni antipanico, quella notte era il mio turno, bene o male mi toccava una volta la settimana, in direzione c’era una poltrona di quelle reclinabili dove dormire, decisi di andare fare una doccia prima di distendermi, il bagno al piano terreno riservato per i dipendenti ha la luce sempre accesa e l’acqua calda è data da un piccolo scaldabagno, quindi mi spoglio, metto la biancheria su una sedia e sopra ci metto il mio camice, apro l’acqua e subito mi rilasso sotto il getto caldo, poi mi insapono e, mentre lo faccio, per non sprecare l’acqua calda chiudo il getto, mi cade la spugna e mi chino a raccoglierla con gli occhi semi chiusi per la schiuma, mi giro ed il getto dell’acqua riparte, sono ancora in ginocchio quando vedo che davanti a me c’è un ragazzo di colore, di quelli grandi con una mano sul rubinetto e nell’altra un asciugamano che stava lanciando sul muretto, stupito quanto me, non pensava qualcuno, a quell’ora stesse usando la doccia e, siccome, come mi spiegò più tardi, di sopra l’acqua era fredda era sceso come faceva ogni tanto, comunque lì per lì non so cosa mi prese, ero in ginocchio, davanti agli occhi un uccello di tutto rispetto, insomma, allungai la mano e lo afferrai, poi cominciai a baciarlo e leccarlo mentre lo segavo, il ragazzo rimase fermo bloccato, con una mano appoggiata al muretto e, solo dopo qualche secondo mise l’altra mano sulla mia testa seguendone il movimento, l’acqua continuava a scorrere, e lavò anche lo sperma che dopo pochi minuti mi schizzò sul viso, poi corsi fuori dalla doccia, raccolsi i miei vestiti al volo e corsi giù in lavanderia;
no avevo neppure calzato i sabot, ero a piedi nudi e bagnata, adesso avevo freddo, entrai nel primo magazzino, presi una coperta me la strinsi addosso e mi rannicchiai su un paio di materassi; come avevo potuto farlo? Che vergogna, come potevo presentarmi ai ragazzi a mensa quando avevo fatto questo a uno di loro? Ed il torto che avevo fatto a Salvatore, ma perché avevo avuto quell’impulso; il ragazzo, bagnato con un asciugamano in vita entrò nel magazzino, avrebbe potuto essere mio figlio, parlava abbastanza italiano, era lì da un paio di mesi “ stai tranquilla, non lo dico a nessuno, però sei bella” intanto sollevò un lembo della coperta sotto la quale ero rannicchiata e, senza aggiungere altro si stese vicino a me togliendosi l'asciugamano ed infilandosi sotto la stessa coperta, non dissi niente, tremavo, avevo i brividi, lui mi stringeva e sentivo il suo sesso sfregare contro le mie cosce, rimanemmo immobili, respirando forte, non riuscivo a parlare e, dopo poco non potei più farlo perché mi baciò, un bacio caldo, la sua lingua cercava la mia e, alla fine, si incontrarono.
Non credevo avrei potuto farlo ma allargai le gambe, sollevai le ginocchia e lasciai che mi penetrasse, era giovane, vigoroso, e resistente ed ebbi più di un orgasmo prima che lui eiaculasse dentro di me, poi rimanemmo abbracciati e recuperammo la coperta rimettendocela addosso, nel seminterrato c’era fresco, quella notte lo facemmo ancora, adesso non pensavo più alle conseguenze, mi svegliai prima che arrivassero i miei colleghi, lui non c’era più, ma era successo davvero o avevo solo sognato? Quando mi lavai prima di rivestirmi vidi che non avevo sognato.
Nelle successive tre settimane feci doppio turno, invece di una volta feci la notte due volte a settimana, chiuse le porte, mandati tutti a letto scendevo in lavanderia e poi nel primo magazzino e lui arrivava, non era come con Salvatore, non era amore, solo sesso, lo facevamo in ogni posizione, usò la mia bocca, la mia figa, il mio seno ed il mio culetto stretto, l’ultima notte che ci vedemmo, il giorno dopo sarebbe partito per un altro centro, mentre mi scopava da dietro entrarono nel magazzino altri due ragazzi del suo gruppo di “anziani”, mi bloccai cercando di staccarmi da lui e coprirmi ma lui mi teneva stretta forte e disse “visto che vado via ho pensato potessi sentirti sola e ne ho parlato ai miei fratelli mussulmani” quella notte godettero tutti e tre del mio corpo, da soli o insieme e diventai, per i due mesi successivi, la loro puttana.
scritto il
2024-10-23
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