Io mio marito e Jenny (2a e ultima parte)
di
Bernardo GUY
genere
tradimenti
( DALLA PRIMA PARTE: io e mio marito Giorgio abbiamo avuto, dieci anni fa, una settimana di intensi rapporti sessuali con Jenny ragazza diciottenne disponibile ed alquanto disinibita nel giocare con noi. Non avevamo avuto più contatti con lei, ne con nessuna altra esperienza del genere ma ora fatalità della sorte Jenny si presentava nella veste di futura sposa di mio figlio.)
Sentivo gocce di sudore dalle ascelle scendermi lungo i fianchi. Presa da una sorta di frenesia ho cercato di aumentare il passo per cercare di velocizzare il futuro, ma Giorgio mi ha presa per mano frenando i miei impulsi. Prima di arrivare troppo vicini a mio figlio e Jenny mio marito mi ha detto «Facciamo finta di niente, vediamo come si comporta lei.» Certo non potevamo di certo dire a Leo, nostro figlio, che con la sua futura sposa io e suo padre avevamo avuto una settimana di sesso da migliori film porno, o che suo padre l'aveva sverginata dietro mentre io la leccavo davanti. Con un milione di pensieri sono partita come in un soap opera argentina «Ben arrivati, ciao Leo, allora è questa la ragazza dai mille misteri, quella che non potevamo conoscere perché era un segreto. Piacere di conoscerti io sono Beatrice». Mi sono sentita una stupida dicendo quelle frasi, alle parole 'misteri' e 'segreti' sarei voluta buttarmi sotto un treno ma l'unico che c'era era fermo al binario. «Mamma, papà questa meraviglia della natura è Jennifer. Jenny questi sono Giorgio e Bea». Lei ci ha osservato, bianca in volto ma si è subito ripresa «e' un vero piacere conoscervi».
Avrebbero dormito a casa nostra, in questi anni avevamo comprato un piccolo attico e c'era posto per tutti. Le strade, tra le vie di Milano, erano intasate di traffico tanto quanto le nostre tre menti erano intasate di pensieri. Ogni tanto con uno sguardo perso guardavo Giorgio. L'unico, ovviamente, pieno di vitalità e voglia di parlare era Leo. Solo il pensiero che quella settimana , di dieci anni prima, potesse essere scoperta mi uccideva.
Però lei era bella, più bella, per quanto possibile, di quella di quei tempi la. Era più donna, i jeans stretti vestivano un culetto più rotondo, i seni erano sbocciati e poi quel viso, quegli occhi. Un pensiero demoniaco mi ha pervaso per un attimo la mente: l'avrei voluta. Sì, l'avrei baciata, leccata come quella volta. Avrei voluto essere nei pensieri di Giorgio ma credo che anche lui non la pensasse diversamente. Ma poi razionalmente: ma era proprio la donna giusta per Leo? quella che si era donata con tutta se stessa a due persone adulte?. Cosa aveva fatto negli anni?.
Arrivati a casa, dopo che si erano sistemati e lavati, la cena era trascorsa liscia, qualche bicchiere in più per cercare di dare un senso, o per perderlo del tutto; ma per il resto i soliti discorsi di routine.
Si era laureata Lingue Orientali e faceva la traduttrice. Quando ce l'aveva detto io e Giorgio, mezzi brilli, abbiamo sorriso guardandoci credo pensando simultaneamente alla sua di lingua, a come la muoveva in 'quei momenti'. Un sciocchezza da bimbi immaturi ma ho cercato di arginare lo sguardo fisso di Leo che mi guardava e le sue possibili domande «Io e tuo padre sorridiamo perché c'era un ragazzo che studia quella facoltà.. ma lasciamo perdere era una stupidata.».
Poi siamo andati tutti a dormire. In camera «Sarò anche una madre indegna ma..» mi ha bloccato «Perché io non lo farei? Ma è meglio dimenticare.». Quella notte abbiamo fatto l'amore 'duro', abbiamo fatto 'sesso come da tempo non ci capitava, solitamente eravamo molto dolci e lo facevamo con delicatezza.. Ho goduto molto e senza neppure chiederlo Giorgio mi ha preso anche analmente facendomi ansimare rischiando di fare troppo rumore e di svegliare tutti.
Una domenica pomeriggio, io e Jenny, eravamo sole in casa, Giorgio e Leo erano andati a sciare e sarebbero tornati solo dopo cena. Ero in bagno, dopo la doccia, ed avevo solo il perizoma su e mi stavo pettinando i capelli bagnati davanti allo specchio.
La porta si era aperta e Jenny nuda mi era venuta dietro appoggiandomi il suo seno alla mia schiena e con le mani mi toccava le tette. Non abbiamo detto niente. Io giravo la testa indietro come una gatta e lei mi baciava il collo, ero eccitatissima. Quando la sua mano mi ha toccato la fica ha sentito che ero bagnata ed ha chiaramente capito quanta fosse la mia voglia di lei.
Per mano, nude l'ho portata in camera. l'ho fatta distendere a pancia in su, le ho aperto le gambe e con la bocca ho annusato il suo scuro triangolino di morbidi peli. La sua fica è davvero perfetta, e l'ho leccata così tanto e con così tanto ardore che avevo le mandibole che mi facevano male. Avevo le papille gustative sature del suo dolce succo ed ogni volta che con la lingua toccavo la sua clitoride scuoteva il corpo ed apriva di più le gambe. Ero persa. Mi ha girato, ora toccava a lei giocare con me. Alla fine senza più energie, svuotate di tutta la libido possibile ci siamo stese vicine. «Sai che sei ancora una donna bellissimo Bea, tu sei l'unica donna che ho avuto nella mia vita» iniziavano a macerare dentro me i sensi di colpa «Anche tu sei stata l'unica, mi sento terribilmente in colpa per Leo, ma non è possibile resisterti» e l'ho baciata sulle labbra.
Lei mi ha detto tirandosi su un gomito«Io amo Leo, ho avuto pochi ragazzi, quando andavo a letto con loro non provavo quella completezza che mi manca da dieci anni, è stato meraviglioso poterla vivere quella settimana, ma mi ha fatto provare 'troppo', intendo 'quel tutto' che il sesso può darti.. non riesco a spiegarmi.»
«Io e Giorgio amiamo nostro figlio non devi farlo soffrire, e lo sai che amiamo anche te.. lo capisci questo vero?».
Sarebbero rimasti un paio di settimane in più perché loro vivevano a 60 km da Milano e gli era più comodo per organizzare al meglio il matrimonio.
Ogni tanto mi passava per la mente che Jenny aveva fatto sesso con ogni persona di quella casa, è mi sembrava una cosa strana.
A Giorgio non avevo detto nulla di quel pomeriggio passato ad amarci con Jenny, anche se lei mi aveva chiesto che le sarebbe piaciuto rifarlo in tre. Leo, per tre o quattro giorni, era dovuto andare a Venezia per il Festival del Cinema e siamo rimasti a casa noi tre. Jenny si mostrava disinvolta e serena, stupenda come non mai. Mentre Luca era via ho ricevuto una telefonata in ufficio e Giorgio mi ha detto di tornare a casa.
Quando ho varcato la porta Jenny andava avanti e indietro con il cazzo di Giorgio in bocca. Non ho provato gelosia, quello che si prendeva lei da lui io lo prendevo da entrambi. Mi sono spogliata in un attimo e nudi abbiamo ripercorso quel sentiero di magnifica perdizione che avevamo già conosciuto. E' stato bellissimo, per tre giorni abbiamo fatto di tutto, a volte io sola con lei, o sola con lui, a volte mi perdevo solo a guardarli con la mia mano che giocava con la mia clitoride e con le mie labbra strizzandomi i capezzoli per sentire dolore. Tutto senza regole persi nei nostri corpi nel piacere di godere:di darlo e di riceverlo.
A volte le parole limitano certe sensazioni, bisogna provarle e viverle anche in contesti sbagliati come il nostro. Per noi era il nostro piccolo mondo di perdizione.
Quando la porta di ingresso si era aperta eravamo sul divano io seduta con le gambe aperte con Jenny che mi baciava la fica, mentre Giorgio in piedi dietro di lei gli penetrava la vagina pompando avanti e indietro.
Leo aveva deciso di tornare per fare il cambio di abiti perché a Venezia pioveva sempre. Il mondo mi si è fermato all'istante.
Non c'era nessuna possibilità, nessun appiglio, non c'erano parole a giustificazione di tanto schifo. A quello schifo che si trovato di fronte agli occhi. Crollava tutto intorno a se:noi i genitori, Jenny sua futura moglie tutte le certezze che regnavano in quelle persone spezzate, spazzate come da uno Tsunami. E' andato in camera ha preso dei vestiti e senza proferire una parola è uscito dalla porta. Noi per giorni abbiamo vagato come fantasmi sentendoci sporchi, luridi nel profondo. Non abbiamo mai più recuperato i rapporti con lui, giustamente non ci ha voluto più vedere. Jenny è scomparsa all'estero e la storia tra me e Giorgio si è come crepata, il sesso era da lì in poi un tabù e non l'abbiamo quasi più fatto. «Io e Giorgio amiamo nostro figlio e non devi farlo soffrire» questa era la frase che avevo detto a Jenny ed ora mi scavava dentro come quella vecchia tortura medioevale.
Sentivo gocce di sudore dalle ascelle scendermi lungo i fianchi. Presa da una sorta di frenesia ho cercato di aumentare il passo per cercare di velocizzare il futuro, ma Giorgio mi ha presa per mano frenando i miei impulsi. Prima di arrivare troppo vicini a mio figlio e Jenny mio marito mi ha detto «Facciamo finta di niente, vediamo come si comporta lei.» Certo non potevamo di certo dire a Leo, nostro figlio, che con la sua futura sposa io e suo padre avevamo avuto una settimana di sesso da migliori film porno, o che suo padre l'aveva sverginata dietro mentre io la leccavo davanti. Con un milione di pensieri sono partita come in un soap opera argentina «Ben arrivati, ciao Leo, allora è questa la ragazza dai mille misteri, quella che non potevamo conoscere perché era un segreto. Piacere di conoscerti io sono Beatrice». Mi sono sentita una stupida dicendo quelle frasi, alle parole 'misteri' e 'segreti' sarei voluta buttarmi sotto un treno ma l'unico che c'era era fermo al binario. «Mamma, papà questa meraviglia della natura è Jennifer. Jenny questi sono Giorgio e Bea». Lei ci ha osservato, bianca in volto ma si è subito ripresa «e' un vero piacere conoscervi».
Avrebbero dormito a casa nostra, in questi anni avevamo comprato un piccolo attico e c'era posto per tutti. Le strade, tra le vie di Milano, erano intasate di traffico tanto quanto le nostre tre menti erano intasate di pensieri. Ogni tanto con uno sguardo perso guardavo Giorgio. L'unico, ovviamente, pieno di vitalità e voglia di parlare era Leo. Solo il pensiero che quella settimana , di dieci anni prima, potesse essere scoperta mi uccideva.
Però lei era bella, più bella, per quanto possibile, di quella di quei tempi la. Era più donna, i jeans stretti vestivano un culetto più rotondo, i seni erano sbocciati e poi quel viso, quegli occhi. Un pensiero demoniaco mi ha pervaso per un attimo la mente: l'avrei voluta. Sì, l'avrei baciata, leccata come quella volta. Avrei voluto essere nei pensieri di Giorgio ma credo che anche lui non la pensasse diversamente. Ma poi razionalmente: ma era proprio la donna giusta per Leo? quella che si era donata con tutta se stessa a due persone adulte?. Cosa aveva fatto negli anni?.
Arrivati a casa, dopo che si erano sistemati e lavati, la cena era trascorsa liscia, qualche bicchiere in più per cercare di dare un senso, o per perderlo del tutto; ma per il resto i soliti discorsi di routine.
Si era laureata Lingue Orientali e faceva la traduttrice. Quando ce l'aveva detto io e Giorgio, mezzi brilli, abbiamo sorriso guardandoci credo pensando simultaneamente alla sua di lingua, a come la muoveva in 'quei momenti'. Un sciocchezza da bimbi immaturi ma ho cercato di arginare lo sguardo fisso di Leo che mi guardava e le sue possibili domande «Io e tuo padre sorridiamo perché c'era un ragazzo che studia quella facoltà.. ma lasciamo perdere era una stupidata.».
Poi siamo andati tutti a dormire. In camera «Sarò anche una madre indegna ma..» mi ha bloccato «Perché io non lo farei? Ma è meglio dimenticare.». Quella notte abbiamo fatto l'amore 'duro', abbiamo fatto 'sesso come da tempo non ci capitava, solitamente eravamo molto dolci e lo facevamo con delicatezza.. Ho goduto molto e senza neppure chiederlo Giorgio mi ha preso anche analmente facendomi ansimare rischiando di fare troppo rumore e di svegliare tutti.
Una domenica pomeriggio, io e Jenny, eravamo sole in casa, Giorgio e Leo erano andati a sciare e sarebbero tornati solo dopo cena. Ero in bagno, dopo la doccia, ed avevo solo il perizoma su e mi stavo pettinando i capelli bagnati davanti allo specchio.
La porta si era aperta e Jenny nuda mi era venuta dietro appoggiandomi il suo seno alla mia schiena e con le mani mi toccava le tette. Non abbiamo detto niente. Io giravo la testa indietro come una gatta e lei mi baciava il collo, ero eccitatissima. Quando la sua mano mi ha toccato la fica ha sentito che ero bagnata ed ha chiaramente capito quanta fosse la mia voglia di lei.
Per mano, nude l'ho portata in camera. l'ho fatta distendere a pancia in su, le ho aperto le gambe e con la bocca ho annusato il suo scuro triangolino di morbidi peli. La sua fica è davvero perfetta, e l'ho leccata così tanto e con così tanto ardore che avevo le mandibole che mi facevano male. Avevo le papille gustative sature del suo dolce succo ed ogni volta che con la lingua toccavo la sua clitoride scuoteva il corpo ed apriva di più le gambe. Ero persa. Mi ha girato, ora toccava a lei giocare con me. Alla fine senza più energie, svuotate di tutta la libido possibile ci siamo stese vicine. «Sai che sei ancora una donna bellissimo Bea, tu sei l'unica donna che ho avuto nella mia vita» iniziavano a macerare dentro me i sensi di colpa «Anche tu sei stata l'unica, mi sento terribilmente in colpa per Leo, ma non è possibile resisterti» e l'ho baciata sulle labbra.
Lei mi ha detto tirandosi su un gomito«Io amo Leo, ho avuto pochi ragazzi, quando andavo a letto con loro non provavo quella completezza che mi manca da dieci anni, è stato meraviglioso poterla vivere quella settimana, ma mi ha fatto provare 'troppo', intendo 'quel tutto' che il sesso può darti.. non riesco a spiegarmi.»
«Io e Giorgio amiamo nostro figlio non devi farlo soffrire, e lo sai che amiamo anche te.. lo capisci questo vero?».
Sarebbero rimasti un paio di settimane in più perché loro vivevano a 60 km da Milano e gli era più comodo per organizzare al meglio il matrimonio.
Ogni tanto mi passava per la mente che Jenny aveva fatto sesso con ogni persona di quella casa, è mi sembrava una cosa strana.
A Giorgio non avevo detto nulla di quel pomeriggio passato ad amarci con Jenny, anche se lei mi aveva chiesto che le sarebbe piaciuto rifarlo in tre. Leo, per tre o quattro giorni, era dovuto andare a Venezia per il Festival del Cinema e siamo rimasti a casa noi tre. Jenny si mostrava disinvolta e serena, stupenda come non mai. Mentre Luca era via ho ricevuto una telefonata in ufficio e Giorgio mi ha detto di tornare a casa.
Quando ho varcato la porta Jenny andava avanti e indietro con il cazzo di Giorgio in bocca. Non ho provato gelosia, quello che si prendeva lei da lui io lo prendevo da entrambi. Mi sono spogliata in un attimo e nudi abbiamo ripercorso quel sentiero di magnifica perdizione che avevamo già conosciuto. E' stato bellissimo, per tre giorni abbiamo fatto di tutto, a volte io sola con lei, o sola con lui, a volte mi perdevo solo a guardarli con la mia mano che giocava con la mia clitoride e con le mie labbra strizzandomi i capezzoli per sentire dolore. Tutto senza regole persi nei nostri corpi nel piacere di godere:di darlo e di riceverlo.
A volte le parole limitano certe sensazioni, bisogna provarle e viverle anche in contesti sbagliati come il nostro. Per noi era il nostro piccolo mondo di perdizione.
Quando la porta di ingresso si era aperta eravamo sul divano io seduta con le gambe aperte con Jenny che mi baciava la fica, mentre Giorgio in piedi dietro di lei gli penetrava la vagina pompando avanti e indietro.
Leo aveva deciso di tornare per fare il cambio di abiti perché a Venezia pioveva sempre. Il mondo mi si è fermato all'istante.
Non c'era nessuna possibilità, nessun appiglio, non c'erano parole a giustificazione di tanto schifo. A quello schifo che si trovato di fronte agli occhi. Crollava tutto intorno a se:noi i genitori, Jenny sua futura moglie tutte le certezze che regnavano in quelle persone spezzate, spazzate come da uno Tsunami. E' andato in camera ha preso dei vestiti e senza proferire una parola è uscito dalla porta. Noi per giorni abbiamo vagato come fantasmi sentendoci sporchi, luridi nel profondo. Non abbiamo mai più recuperato i rapporti con lui, giustamente non ci ha voluto più vedere. Jenny è scomparsa all'estero e la storia tra me e Giorgio si è come crepata, il sesso era da lì in poi un tabù e non l'abbiamo quasi più fatto. «Io e Giorgio amiamo nostro figlio e non devi farlo soffrire» questa era la frase che avevo detto a Jenny ed ora mi scavava dentro come quella vecchia tortura medioevale.
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