Io mio marito e Jenny

di
genere
tradimenti

Quella notte di agosto eravamo in spiaggia aspettando di vedere i fuochi d'artificio che avrebbero coronato la notte di ferragosto. I chioschi erano colmi di gente che rideva e scherzava, c'era un sottile vento che portava una strana forza nell'aria. Lo 'sfarfallio' del fiammelle dei grossi ceri distribuiti dalla sabbia fino al mare, l'odore marino, i profumi di quelle persone festose rendeva la situazione quasi mistica.
Io e mio marito Giorgio non eravamo più giovanissimi, avevamo entrambi 38 anni, ma quell'estate ci sentivamo come adolescenti, pronti a nuove situazioni, come alla ricerca di nuovi modi per eccitarci, come alla ricerca di peccare e di farlo insieme.
Avevamo un figlio di 16 anni e forse quelle sensazioni e quelle possibili voglie erano più adatte alla sua scoperta di sessualità.
Ma quel mese di luglio era tutto per noi, tutto per essere vissuto appieno, visto che per anni impegni lavorativi, riunioni e la crescita di un bambino, quando forse ancora noi stessi lo eravamo, ci aveva tolto un po' di luce avvolgendola nelle nebbie milanesi.
Quella sera con noi c'era anche, Jenny, una ragazza siciliana diciottenne conosciuta perché era vicina del nostro ombrellone in spiaggia. Jenny era stata attratta da noi per il fatto che nelle giornate al mare leggevamo sempre e questo la incuriosiva. Mio marito aveva una casa editrice emergente e quindi leggeva manoscritti, era sempre a caccia di nuovi talenti; e io cercavo conferme dopo tre libri che avevo scritto, con discreto successo, volevo emergere e salire i piani alti nella narrativa italiana. A Jenny piaceva scrivere soprattutto romanzetti erotici. C'è da dire che era una ragazza bellissima, una pura perla mediterranea: occhi scuri penetranti si richiudevano in un viso color caffè latte dell'abbronzatura, una bocca rossa che sembrava disegnata da un artista. Per non parlare del corpo le gambe lunghe, i seni grossi il suo culo era come disegnato sull'argilla.
Alcune volte avevo notato i boxer di Giorgio rigonfiarsi guardando di nascosto quelle delicate e giovanili meraviglie. Poi per Jenny rappresentavamo 'la Milano bene' i ricchi signori di città.
Un pomeriggio nuvoloso siamo andate, solo io e lei, a fare una passeggiata in spiaggia. Non c'era nessuno ma lei voleva farmi leggere qualche suo racconto. Alla lettura dei primi due avevamo riso e scherzato, ma al terzo la descrizione tra due ragazze che facevano sesso mi ha colpito molto. Ho iniziato ad eccitarmi, sentivo nell'interno coscia un leggero calore. Ci siamo guardate e così, quasi in modo naturale ci siamo baciate. Con la sua mano calda è scesa ed ha iniziato ad accarezzarmi trovandomi già umida, mi aveva spostato il costume e insieme guardavamo i lenti movimenti sensuali che faceva su di me. Mi piaceva. Quando le sue dita anno cominciato a girare sulla mia clitoride ho avuto un sussulto ed ho provato un tenero e lungo orgasmo. Ero come spaventata da tanta sua bellezza e non riuscivo a toccarla come avrei voluto. Lei deve esserne accorta e mi ha detto «tranquilla faccio tutto io, sai che sei proprio un bella donna» non sono riuscita a rispondere perché dopo avermi tolto il costume con la bocca stava giocando con la mia 'patatina'. La chiamo così perché, ad un certo punto, tra miei mugolii e rantolii ha detto «sai che mi piace tanto la tua patatina, ti piace come la bacio?» era venti minuti che non parlavo «si, ti prego continua». Quando con la lingua mi ha iniziato a leccare la clitoride muovendo con delicatezza due dita dentro me un senso di beatitudine mi ha colto, un sottile brivido lungo la schiena e mi sono lasciata andare al godimento, è stata una sensazione talmente forte da togliermi il fiato.
Nessuno è venuto a sapere nulla di quello strano pomeriggio ed oltre ad un vago senso di colpa il mio corpo la voleva ancora, volevo io poterla toccare e baciare.

Tornando alla notte di ferragosto il vino bevuto a cena, i gin tonic sulla spiaggia iniziavano ad inebriarmi anche il profumo di Jenny faceva sì che la festa si stava facendo più elettrizzante. Ci siamo spostati in un posto protetto dalle luci forti dei baretti appoggiandoci ad un muretto guardando le onde sulla battigia. Avevamo finito le sigarette e Giorgio è andato a comprarle. Jenny si è messa alle mie spalle e mi ha messo la mano dentro il perizoma baciandomi il collo. Ho messo le mie mani dietro di me e le ho toccato quel morbido culetto. Quando mi sono girata abbracciandoci ci siamo baciate e con la coda dell'occhio ho visto Giorgio che ci guardava con un vassoio di carta e sopra tre gin tonic per noi. Lei ha girato lo sguardo verso il punto dove guardavo, mi ha preso la mano ed insieme siamo andate incontro a mio marito.
Abbiamo raggiunto un posto nascosto nella pineta e lei ha ricominciato a baciarmi, Giorgio guardava stranito. Jenny mi ha guardato come ha chiedere il consenso e ad un mio sorriso ha abbassato i pantaloncini ed i boxer di mio marito.
I suo 22 cm, e la sua forma allungata, con la pelle che gli copriva una rotonda e bella cappella, mi ha fatto voglia di prenderlo tutto in bocca ma Jenny si era inginocchiata e roteando la lingua ci stava giocando già.. Con la mano destra gli toccava la base del pisello e con la sinistra era sulla mia pulsante fica.
Come in un collaudato gioco abbiamo spogliato Jenny e l'abbiamo fatta distendere e mentre io baciavo il suo umido buchino Giorgio gli leccava i capezzoli duri. Poi lei è venuta e copiosamente i suoi liquidi mi sono scivolati in bocca. Ero avida di quei succhi aromatici. Ero eccitatissima, avrei fatto qualsiasi cosa, e quando Giorgio mi ha penetrata è bastato pochissimo che esplodessi in un gigantesco orgasmo. Ero colta da mille tremiti quando mi sono trovata Jenny sopra di me a 69, con lei che mi leccava la mia vagina impazzita di piacere mentre Giorgio la penetrava Jenny a pecorina. Giorgio è uno che sa scopare veramente bene, è delicato ma sa essere vigoroso quando serve e lui sa quando esserlo. Avevo ancora voglia, mi sono messa io in ginocchio mettendo il mio culetto infuori come ad invitare mio marito «Giorgio voglio sentirti dietro, sono così eccitata» mi ha divaricato le chiappe con le mani ed è entrato senza troppa fatica dentro il mio culo i miei muscoli erano rilassati ed il cazzo di mio marito era bagnato 'di Jenny'. Lo sentivo dentro di me fino allo stomaco ed ho avuto un altro orgasmo, ormai bastava sfiorarmi per farmi 'morire'.
Poi la voce di Jenny «Giorgio anch'io voglio provare, ma fai piano» L'ha fatta mettere in ginocchio, ha giocato un po' con il suo buchetto ed è entrato tutto in lei, piano. Jenny si capiva che stava soffrendo ma dopo un po' quando le sue pareti si sono dilatate quella sofferenza si è trasformata in una sfrenata voglia di essere sodomizzata. Alle sue parole «sto goodeendoo, non fermartiii» anche il cazzo di Giorgio è esploso uscendo da lei.
Ci siamo prese gli ultimi schizzi in bocca e ci siamo baciate con la lingua. Per tutta la settimana successiva, la nostra ultima in Sicilia, Jenny a praticamente vissuto con noi condividendo tutti i nostri appetiti sessuali. Ci siamo salutati invitandola a venire a trovarci a Milano.

Dieci anni sono volati e la nostra vita matrimoniale ha preso una stabilità centrata sul nostro amore, sul nostro rispettarci insomma su una condivisione totale. Mai più una settimana come quell'ultima in Sicilia, spesso commentavamo tra noi quello che avevamo fatto con un misto di rammarico per il tempo passato ma anche ricordando che quella pazzia erotica ci aveva regalato emozioni fortissime. Ripensavamo spesso alla bellezza di Jenny.
Il lavoro andava gonfie vele, la casa editrice era diventata nel tempo molto più conosciuta ed apprezzata come la mia vita di scrittrice arrivata ha dodici romanzi scritti. Sono stata in testa alle classifiche di vendita più volte e questo mi dava molto orgoglio. Nostro figlio Leo si era laureato in Lettere e faceva il giornalista. Era sempre in giro ed i nostri contatti erano spesso telefonate o e-mail. Tra cinque mesi si sarebbe sposato con una ragazza, che ha detta sua «è una ragazza meravigliosa, ve l'ho tenuta nascosta per farvi una sorpresa, per stupirvi».
Il giorno delle presentazioni era giunto. In stazione a Milano io e mio marito eravamo in fibrillazione per scoprire quel mistero tanto importante per nostro figlio. Sono scesi per mano con nelle altre due valige. Quando erano ancora distanti ho detto «Cazzo Giorgio ma è, non può essere.. Cazzo è Jenny.»
«Puttana miseria» ha risposto senza respiro Giorgio e gli siamo andati incontro...

(prima di due parti).
scritto il
2024-10-28
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