Lezioni di fedeltà
di
Bernardo GUY
genere
tradimenti
Sono in un periodo di cambiamento nella mia vita io e mia moglie ci siamo presi un periodo di pausa, la nostra relazione si è logorata con la quotidianità persa in ore di lavoro e nelle nebbie milanesi. Ho sempre creduto che il matrimonio sia una sorta di carcerazione preventiva che uno si auto impone, tutto all'aurora fa pregustare l'arrivo del sole, poi il sole arriva illumina, riscalda.. pian piano con il trascorrere delle ore arriva la sera, arriva il tramonto che ci porta a ricordare quello che di bello c'è stato durante la giornata e poi arriva il buio.
Così nelle relazioni amorose, l'attesa di quel che sarà, la consapevolezza di quel che non sarà. Alla fine il quotidiano, il solito ripetersi di gesti noti e la voglia di essere un altro, in altri luoghi. Io e Betta, mia moglie siamo 'giovani' abbiamo 35 anni siamo belli, lei è veramente una donna favolosa, ma qualcosa ci sta scavando dentro. E come se uno dei due fosse sceso in una stazione e l'altro avesse proseguito. Penso di essermi fermato proprio io, negli ultimi mesi vedevo mia moglie quasi rifiorire, palestra, creme, vestitini nuovi e mi chiedevo il perché di questa nuova 'primavera'. O meglio per chi? E da lì i dubbi, le cose mal capite o mal spiegate, insomma ho varcato la porta di casa e sono due mesi che vivo nel mio monolocale, quello che mi ha visto crescere, dormo su quel letto che se potesse parlare e raccontare quanti corpi femminili hanno trovato attimi di 'felicità' potremmo passare la giornata.
In passato ho avuto molte donne, ma non ho mai tradito, ho sempre pensato che se una storia non poteva andare bene era meglio chiuderla e ricominciare invece di sporcarsi anima e corpo come in una soap argentina.
Chiarezza, non mi vuoi più?, pensavi fossi un'altra persona? Ok, ognuno per la propria strada. L'amore che vogliamo dagli altri spesso non è quello che gli altri vogliono da noi. Come nello scopare, quello che più intimamente e magari perversamente ci piace non è sempre detto che vada bene anche per lei.
Poi con il tempo e con l'amore ci si adatta, ci si veste di ruoli non propriamente nostri ma si va avanti illudendoci di essere il massimo per la nostra partner.
Ho avuto una storia con Giovanna, a me piace molto possedere analmente la 'mia donna', ma ho scoperto che lei odiava quel gioco e che mi detestava quando lo facevamo e magari io nella celebrazione del mio ego credevo di farla godere all'infinito.. come si è stupidi a volte.
Io e Betta ci vediamo spesso, per un caffè, ogni tanto qualche cena nella nostra casa in centro, qualche volta facciamo l'amore, farlo con lei risentire il profumo della sua pelle è bellissimo ma quel tarlo che lei possa avermi tradito mi scava dentro corrodendo anche i bei momenti. Non dormo mai da lei, e quando di notte, passeggio verso il mio monolocale penso a quanto stupido sono a ricadere nelle sue 'diaboliche tentazioni' pur sapendo, magari sbagliandomi, che è stata solo la condivisione di quel corpo con un possibile amante. Quel corpo che per sei anni è stato mio.
― Io non ti ho mai tradito, vuoi mettertelo in quella testa, io ti amo come prima, mi manchi tantissimo mi sento persa senza di te. Devi credermi non c'è stato mai nessuno ―
― Sai Betta che mi piace vivere in pace, ma non riesco a cancellare i dubbi, quelle serate quando ti preparavi per la pizza con le amiche e tornavi a casa a ore inaudite, quei messaggini, quelli squilli a cui non rispondevi. ―
― Tu hai frainteso tutto, volevo un po' provocarti, volevo attirarti a me..―
― Betta così mi hai solo allontanato ed ho perso la fiducia che avevo. Ma non parliamone stasera, se hai un altro risolviamo la cosa in maniera civile, non mi va di passare da cornuto per tutta la città. Io scrivo, sai che non sarebbe proprio positivo per la mia carriera se i miei lettori sapessero che mia moglie, quella con cui insieme formavo la coppia perfetta si scopi un altro uomo. Ti ricordi come scrivevano i giornali di noi: "nessuno potrà scalfire un amore così" "la serenità che traspare dai suoi libri è data dal rapporto puro con sua moglie", prova a capire se il tuo tradimento venisse fuori.
― Matteo io non so più come fartelo capire, io voglio che torni a vivere qui. ―
― Guarda, se penso a quella volta che ti ho visto in quella caffetteria, i tuoi atteggiamenti da gatta morta, quei sorrisini con quel tuo cliente mi disgusti, anzi mi disgusto per aver buttato via sei anni di vita e sicuramente vivrei più felice di come sono adesso ―
― Ma cazzo Matteo era solo un grossissimo cliente a cui dovevo vendere una palazzina in centro a Milano, sai quanti soldi avrei guadagnato da quell'affare?. L'ho rivisto solo per firmare i documenti. Non tutti vivono della loro arte come fai tu, non tutti possono starsene a casa, al parco o al mare e semplicemente con un pc riescono a guadagnarsi da mangiare scrivendo. Matteo ti prego torna da me, ho già mia madre che mi fa tribolare, non voglio più tornare a casa la sera e non trovarti e vedere le nostre fotto, i tuoi vestiti i tuoi libri e tu te ne stai incazzato con me il un buco di monolocale a farti i castelli in aria per quello che non è mai esistito. ―
― E tua mamma come sta? Ricordati di salutarmela ―
― A volte, ti giuro, preferirei che non ci fosse più con la testa, è la sua lucidità di novantenne a stancarmi. Sempre con quel comportamento da grande capo, di quella che ha sempre ragione e di quella che deve avere sempre l'ultima parola. Ti credo che le badanti scappano dopo pochi giorni. Adesso ne abbiamo trovata un'altra è rumena o ucraina non so, sembra sia gentile pensa che dice di essere un medico nel suo paese. Comunque ho anch'io bisogno di stabilità e tu sei importante anche per questo. Mi manca tanto anche 'lui', mi manca sentirti dentro ogni volta che ne ho voglia come era prima. Dai resta un po' con me andiamo in camera, faccio tutto quello che vuoi, dai? ―
― Grazie ma il ricordo della caffetteria mi ha dato il voltastomaco? ―
― Certo che sei proprio uno stronzo se continui così è certo che mi trovo un altro ―
― Basta solo che tu me lo faccia sapere prima. ―
― Vaffanculo Matteo torna nel buco dove vivi ―
A volte mi chiedo il perché, visto il lavoro che faccio, non prendo la macchina e me ne vado al mare o in montagna insomma via da Milano, via da Betta tanto per scrivere oltre al mio pc ed un po' di contanti in tasca non mi serve altro. Ma credo che la risposta sia dentro di me, per 'buttare giù parole' dal nulla bisogna avere una specie di insofferenza d'animo , bisogna contrastare un malessere interiore per pescare più in profondità le parole.
L'altro pomeriggio sono uscito per comprarmi le sigarette. Abito in prossimità della stazione e per attraversare i binari devo prendere un ascensore, una volta arrivato sopra, c'è un lungo corridoio che scavalca i binari che porta ad un'altra cabina per scendere. A volte quando sono più malinconico e ho voglia di farmi trascinare in ricordi persi nel passato, guardo il treno venire veloce avanti e passarmi sotto, pensando a Carlo il mio più grande amico che in un momento brutto della sua vita ha deciso di togliersi la vita così.
Ma quel giorno mentre aspetto l'arrivo a terra dell'ascensore è comparsa dietro di me una ragazza, stava piovigginando così ho spostato il mio ombrello per riparare un po' anche lei. Mi ha risposto in malo modo che non serviva. Siamo saliti, lei mi è passata di fianco superandomi e non ho potuto fare a meno di guardarle il culo. I jeans che indossava le stavano benissimo facendo risaltare tutta la sua rotondità. Un gran bel 'culo farcito'. Passiamo all'altra cabina per scendere e vedendo le sue unghie perfettamente smaltate dico:
― Belle unghie.. ―
Lei ha fatto finta di non capire e si è girata. Ed il mio sguardo continuava a puntare il suo fondo-schiena. Usciti l'ho salutata ed ognuno per la propria strada. Mi è capitato di vederla altre due o tre volte, avrà una trentina d'anni e dovrebbe essere rumena, ci siamo detti qualche parola e mi sembrava che avesse accantonato quel suo modo scorbutico del primo incontro. Alle 23.00 l'ascensore smette di funzionare fino alla mattina successiva, ed una sera dopo una pizza con gli amici arrivo quasi di corsa per cercare di prendere l'ultimo 'viaggio'. Si stanno per chiudere le porte quando una gamba ha bloccato la fotocellula e le ha fatte rimanere aperte. Era lei che aspettava di salire insieme. Quando siamo scesi, dall'altra parte dei binari ci siamo fumati una sigaretta, parlando un po': si chiama Icca è moldava e fa la badante a casa di una signora ma che quella sera era libera. Io in pizzeria avevo bevuto qualche birra più del solito anche perché Betta non era potuta venire per stare con sua madre e quelli erano più amici suoi che miei.
Anche Icca sembrava più euforica del solito abbiamo iniziato a ridere, a scherzare fino che il silenzio, i nostri occhi che si guardavano e ci siamo trovati a baciarci. Aveva un culo morbido, tondo, sodo. Il suo seno era grosso e sentivo attraverso la maglietta i capezzoli duri. Mi ha preso per mano mi ha portato dietro il pilone di quel ascensore mi ha sbottonato i jeans mi ha tirato fuori il cazzo e se l'è messo in bocca. Ero eccitatissimo, lei continuava a dedicarsi con tutta se stessa ai miei 23 cm duri come il marmo.
― E proprio bellissimo ― mi ha detto guardandomi dall'azzurro dei sui occhi. E' andata avanti un bel po' a leccarmi, baciarmi fino che non ho più resistito e gli sono venuto in bocca. Ha continuato a leccarmi fino a che gli spasmi si sono fermati e la mia testa è tornata quasi a ragionare. Era arrivata mezzanotte e come una Cenerentola un po' più smaliziata ― Dalle 23 alle 24 sono sempre libera, ci vediamo domani? ― ed io ho risposto con una vampata di sensi di colpa che mi saliva dentro ― Ok. ― tutto quello che non avrei dovuto dire, ma non riuscivo a resisterle.
La sera dopo ci siamo conosciuti un po' di più devo dire che era proprio bella e molto intelligente, mi affascinava il suo mondo, la Moldova paese che non avevo, quasi, neppure sentito nominare.
Dopo quattro giorni di deliziosi pompini, la domenica suo giorno libero, l'ho portata a casa. Era bellissima, jeans chiari, camicetta bianca con sotto una canotta nera di stoffa lucida, scarpe con il tacco. Sembrava una modella.
Senza quasi accorgerci ci siamo trovati nudi sul divano e vedevo il suo corpo la sua pelle chiara e mi eccitavo sempre più. Le ho aperto le gambe ed ho iniziato il mio gioco preferito, piano piano dalle grandi labbra sono passato alle piccole facendola gemere dal piacere.
― Matteo io sto già per venire ―
Continuavo a passare la mia lingua sulla sua fica gustando i suoi liquidi che uscivano lenti. Leccavo, tiravo di poco indietro la testa e soffiavo aria fredda per farla eccitare di più, Quando sono arrivato al piccolo bottoncino che era duro e rosa lei ha quasi perso i sensi e ha goduto ancora. ― Ti voglio sentire dentro di me ― e così l'ho penetrata a lungo fino a che iniziato a gridare ed io a mugulare e siamo venuti insieme sfiniti dal piacere.
Abbiamo scopato tutto il giorno ci siamo fermati per mangiare e anche quando è andata a farsi la doccia l'ho raggiunta ed abbiamo continuato a giocare con i nostri corpi. Alle 23.30 si è vestita ed è tornata verso casa sua.
I sensi di colpa in quella settimana mi hanno divorato da dentro ma non riuscivo a resistere a quella ragazza, a quelle sue forme piene e quel culo da 'cubana' mi chiamava ed ero schiavo della mia libidine, sentendomi quasi giustificato dalla possibile storia che Betta aveva con un altro. Per un po', io e Icca, non ci siamo visti ed ero quasi convinto di voler tornare a casa da Betta. Poi tutta quell'esplosione di sessualità mi portava a voler scopare mia moglie anche per cercare di togliermi dalla testa il tradimento e quella specie di incantesimo che provavo verso quella ragazza. Una sera, infatti dopo aver fatto sesso con Betta mi ha detto ― Ho capito che lo facciamo poco in questo periodo, per colpa tua che vuoi vivere come un eremita ma stasera eri, indemoniato.. Io ho bisogno di te, ho bisogno del tuo diavoletto. ―
Poi l'epilogo, sono andato, con Betta, da sua madre perché dovevo sistemare la tv, quando siamo entrati mi si è gelato il sangue.
― Questo è mio marito, Matteo questa è l'aiutante della mamma.―
― Piacere Matteo ―
― Piacere Icca ― Lei si è messa a piangere ed è andata in camera.
― Che cavolo succede? ―
― Betta non c'è niente d spiegare. E andata come non doveva andare. Ho sbagliato e non ci sono scuse. Passo a prendermi le cose... ―
Dopo qualche giorno ho ricevuto un lettera di Betta: "Non puoi neppure capire quanto ti disprezzo ma ci tenevo a dirti che non ti ho mai tradito. E per quanto stupida o perdente ti possa sembrare vado fiera di quello che sono. Forse con il tempo riuscirò a perdonarti ma non sarai tu il padre dei miei figli. Ti auguro buona vita."
Era meglio se mi avesse detto che mi aveva tradito, almeno per annacquare quel denso strato di schifo che mi facevo. E tutti i miei falsi moralismi sono volati via insieme a Betta, insieme a sei anni della mia vita.
Così nelle relazioni amorose, l'attesa di quel che sarà, la consapevolezza di quel che non sarà. Alla fine il quotidiano, il solito ripetersi di gesti noti e la voglia di essere un altro, in altri luoghi. Io e Betta, mia moglie siamo 'giovani' abbiamo 35 anni siamo belli, lei è veramente una donna favolosa, ma qualcosa ci sta scavando dentro. E come se uno dei due fosse sceso in una stazione e l'altro avesse proseguito. Penso di essermi fermato proprio io, negli ultimi mesi vedevo mia moglie quasi rifiorire, palestra, creme, vestitini nuovi e mi chiedevo il perché di questa nuova 'primavera'. O meglio per chi? E da lì i dubbi, le cose mal capite o mal spiegate, insomma ho varcato la porta di casa e sono due mesi che vivo nel mio monolocale, quello che mi ha visto crescere, dormo su quel letto che se potesse parlare e raccontare quanti corpi femminili hanno trovato attimi di 'felicità' potremmo passare la giornata.
In passato ho avuto molte donne, ma non ho mai tradito, ho sempre pensato che se una storia non poteva andare bene era meglio chiuderla e ricominciare invece di sporcarsi anima e corpo come in una soap argentina.
Chiarezza, non mi vuoi più?, pensavi fossi un'altra persona? Ok, ognuno per la propria strada. L'amore che vogliamo dagli altri spesso non è quello che gli altri vogliono da noi. Come nello scopare, quello che più intimamente e magari perversamente ci piace non è sempre detto che vada bene anche per lei.
Poi con il tempo e con l'amore ci si adatta, ci si veste di ruoli non propriamente nostri ma si va avanti illudendoci di essere il massimo per la nostra partner.
Ho avuto una storia con Giovanna, a me piace molto possedere analmente la 'mia donna', ma ho scoperto che lei odiava quel gioco e che mi detestava quando lo facevamo e magari io nella celebrazione del mio ego credevo di farla godere all'infinito.. come si è stupidi a volte.
Io e Betta ci vediamo spesso, per un caffè, ogni tanto qualche cena nella nostra casa in centro, qualche volta facciamo l'amore, farlo con lei risentire il profumo della sua pelle è bellissimo ma quel tarlo che lei possa avermi tradito mi scava dentro corrodendo anche i bei momenti. Non dormo mai da lei, e quando di notte, passeggio verso il mio monolocale penso a quanto stupido sono a ricadere nelle sue 'diaboliche tentazioni' pur sapendo, magari sbagliandomi, che è stata solo la condivisione di quel corpo con un possibile amante. Quel corpo che per sei anni è stato mio.
― Io non ti ho mai tradito, vuoi mettertelo in quella testa, io ti amo come prima, mi manchi tantissimo mi sento persa senza di te. Devi credermi non c'è stato mai nessuno ―
― Sai Betta che mi piace vivere in pace, ma non riesco a cancellare i dubbi, quelle serate quando ti preparavi per la pizza con le amiche e tornavi a casa a ore inaudite, quei messaggini, quelli squilli a cui non rispondevi. ―
― Tu hai frainteso tutto, volevo un po' provocarti, volevo attirarti a me..―
― Betta così mi hai solo allontanato ed ho perso la fiducia che avevo. Ma non parliamone stasera, se hai un altro risolviamo la cosa in maniera civile, non mi va di passare da cornuto per tutta la città. Io scrivo, sai che non sarebbe proprio positivo per la mia carriera se i miei lettori sapessero che mia moglie, quella con cui insieme formavo la coppia perfetta si scopi un altro uomo. Ti ricordi come scrivevano i giornali di noi: "nessuno potrà scalfire un amore così" "la serenità che traspare dai suoi libri è data dal rapporto puro con sua moglie", prova a capire se il tuo tradimento venisse fuori.
― Matteo io non so più come fartelo capire, io voglio che torni a vivere qui. ―
― Guarda, se penso a quella volta che ti ho visto in quella caffetteria, i tuoi atteggiamenti da gatta morta, quei sorrisini con quel tuo cliente mi disgusti, anzi mi disgusto per aver buttato via sei anni di vita e sicuramente vivrei più felice di come sono adesso ―
― Ma cazzo Matteo era solo un grossissimo cliente a cui dovevo vendere una palazzina in centro a Milano, sai quanti soldi avrei guadagnato da quell'affare?. L'ho rivisto solo per firmare i documenti. Non tutti vivono della loro arte come fai tu, non tutti possono starsene a casa, al parco o al mare e semplicemente con un pc riescono a guadagnarsi da mangiare scrivendo. Matteo ti prego torna da me, ho già mia madre che mi fa tribolare, non voglio più tornare a casa la sera e non trovarti e vedere le nostre fotto, i tuoi vestiti i tuoi libri e tu te ne stai incazzato con me il un buco di monolocale a farti i castelli in aria per quello che non è mai esistito. ―
― E tua mamma come sta? Ricordati di salutarmela ―
― A volte, ti giuro, preferirei che non ci fosse più con la testa, è la sua lucidità di novantenne a stancarmi. Sempre con quel comportamento da grande capo, di quella che ha sempre ragione e di quella che deve avere sempre l'ultima parola. Ti credo che le badanti scappano dopo pochi giorni. Adesso ne abbiamo trovata un'altra è rumena o ucraina non so, sembra sia gentile pensa che dice di essere un medico nel suo paese. Comunque ho anch'io bisogno di stabilità e tu sei importante anche per questo. Mi manca tanto anche 'lui', mi manca sentirti dentro ogni volta che ne ho voglia come era prima. Dai resta un po' con me andiamo in camera, faccio tutto quello che vuoi, dai? ―
― Grazie ma il ricordo della caffetteria mi ha dato il voltastomaco? ―
― Certo che sei proprio uno stronzo se continui così è certo che mi trovo un altro ―
― Basta solo che tu me lo faccia sapere prima. ―
― Vaffanculo Matteo torna nel buco dove vivi ―
A volte mi chiedo il perché, visto il lavoro che faccio, non prendo la macchina e me ne vado al mare o in montagna insomma via da Milano, via da Betta tanto per scrivere oltre al mio pc ed un po' di contanti in tasca non mi serve altro. Ma credo che la risposta sia dentro di me, per 'buttare giù parole' dal nulla bisogna avere una specie di insofferenza d'animo , bisogna contrastare un malessere interiore per pescare più in profondità le parole.
L'altro pomeriggio sono uscito per comprarmi le sigarette. Abito in prossimità della stazione e per attraversare i binari devo prendere un ascensore, una volta arrivato sopra, c'è un lungo corridoio che scavalca i binari che porta ad un'altra cabina per scendere. A volte quando sono più malinconico e ho voglia di farmi trascinare in ricordi persi nel passato, guardo il treno venire veloce avanti e passarmi sotto, pensando a Carlo il mio più grande amico che in un momento brutto della sua vita ha deciso di togliersi la vita così.
Ma quel giorno mentre aspetto l'arrivo a terra dell'ascensore è comparsa dietro di me una ragazza, stava piovigginando così ho spostato il mio ombrello per riparare un po' anche lei. Mi ha risposto in malo modo che non serviva. Siamo saliti, lei mi è passata di fianco superandomi e non ho potuto fare a meno di guardarle il culo. I jeans che indossava le stavano benissimo facendo risaltare tutta la sua rotondità. Un gran bel 'culo farcito'. Passiamo all'altra cabina per scendere e vedendo le sue unghie perfettamente smaltate dico:
― Belle unghie.. ―
Lei ha fatto finta di non capire e si è girata. Ed il mio sguardo continuava a puntare il suo fondo-schiena. Usciti l'ho salutata ed ognuno per la propria strada. Mi è capitato di vederla altre due o tre volte, avrà una trentina d'anni e dovrebbe essere rumena, ci siamo detti qualche parola e mi sembrava che avesse accantonato quel suo modo scorbutico del primo incontro. Alle 23.00 l'ascensore smette di funzionare fino alla mattina successiva, ed una sera dopo una pizza con gli amici arrivo quasi di corsa per cercare di prendere l'ultimo 'viaggio'. Si stanno per chiudere le porte quando una gamba ha bloccato la fotocellula e le ha fatte rimanere aperte. Era lei che aspettava di salire insieme. Quando siamo scesi, dall'altra parte dei binari ci siamo fumati una sigaretta, parlando un po': si chiama Icca è moldava e fa la badante a casa di una signora ma che quella sera era libera. Io in pizzeria avevo bevuto qualche birra più del solito anche perché Betta non era potuta venire per stare con sua madre e quelli erano più amici suoi che miei.
Anche Icca sembrava più euforica del solito abbiamo iniziato a ridere, a scherzare fino che il silenzio, i nostri occhi che si guardavano e ci siamo trovati a baciarci. Aveva un culo morbido, tondo, sodo. Il suo seno era grosso e sentivo attraverso la maglietta i capezzoli duri. Mi ha preso per mano mi ha portato dietro il pilone di quel ascensore mi ha sbottonato i jeans mi ha tirato fuori il cazzo e se l'è messo in bocca. Ero eccitatissimo, lei continuava a dedicarsi con tutta se stessa ai miei 23 cm duri come il marmo.
― E proprio bellissimo ― mi ha detto guardandomi dall'azzurro dei sui occhi. E' andata avanti un bel po' a leccarmi, baciarmi fino che non ho più resistito e gli sono venuto in bocca. Ha continuato a leccarmi fino a che gli spasmi si sono fermati e la mia testa è tornata quasi a ragionare. Era arrivata mezzanotte e come una Cenerentola un po' più smaliziata ― Dalle 23 alle 24 sono sempre libera, ci vediamo domani? ― ed io ho risposto con una vampata di sensi di colpa che mi saliva dentro ― Ok. ― tutto quello che non avrei dovuto dire, ma non riuscivo a resisterle.
La sera dopo ci siamo conosciuti un po' di più devo dire che era proprio bella e molto intelligente, mi affascinava il suo mondo, la Moldova paese che non avevo, quasi, neppure sentito nominare.
Dopo quattro giorni di deliziosi pompini, la domenica suo giorno libero, l'ho portata a casa. Era bellissima, jeans chiari, camicetta bianca con sotto una canotta nera di stoffa lucida, scarpe con il tacco. Sembrava una modella.
Senza quasi accorgerci ci siamo trovati nudi sul divano e vedevo il suo corpo la sua pelle chiara e mi eccitavo sempre più. Le ho aperto le gambe ed ho iniziato il mio gioco preferito, piano piano dalle grandi labbra sono passato alle piccole facendola gemere dal piacere.
― Matteo io sto già per venire ―
Continuavo a passare la mia lingua sulla sua fica gustando i suoi liquidi che uscivano lenti. Leccavo, tiravo di poco indietro la testa e soffiavo aria fredda per farla eccitare di più, Quando sono arrivato al piccolo bottoncino che era duro e rosa lei ha quasi perso i sensi e ha goduto ancora. ― Ti voglio sentire dentro di me ― e così l'ho penetrata a lungo fino a che iniziato a gridare ed io a mugulare e siamo venuti insieme sfiniti dal piacere.
Abbiamo scopato tutto il giorno ci siamo fermati per mangiare e anche quando è andata a farsi la doccia l'ho raggiunta ed abbiamo continuato a giocare con i nostri corpi. Alle 23.30 si è vestita ed è tornata verso casa sua.
I sensi di colpa in quella settimana mi hanno divorato da dentro ma non riuscivo a resistere a quella ragazza, a quelle sue forme piene e quel culo da 'cubana' mi chiamava ed ero schiavo della mia libidine, sentendomi quasi giustificato dalla possibile storia che Betta aveva con un altro. Per un po', io e Icca, non ci siamo visti ed ero quasi convinto di voler tornare a casa da Betta. Poi tutta quell'esplosione di sessualità mi portava a voler scopare mia moglie anche per cercare di togliermi dalla testa il tradimento e quella specie di incantesimo che provavo verso quella ragazza. Una sera, infatti dopo aver fatto sesso con Betta mi ha detto ― Ho capito che lo facciamo poco in questo periodo, per colpa tua che vuoi vivere come un eremita ma stasera eri, indemoniato.. Io ho bisogno di te, ho bisogno del tuo diavoletto. ―
Poi l'epilogo, sono andato, con Betta, da sua madre perché dovevo sistemare la tv, quando siamo entrati mi si è gelato il sangue.
― Questo è mio marito, Matteo questa è l'aiutante della mamma.―
― Piacere Matteo ―
― Piacere Icca ― Lei si è messa a piangere ed è andata in camera.
― Che cavolo succede? ―
― Betta non c'è niente d spiegare. E andata come non doveva andare. Ho sbagliato e non ci sono scuse. Passo a prendermi le cose... ―
Dopo qualche giorno ho ricevuto un lettera di Betta: "Non puoi neppure capire quanto ti disprezzo ma ci tenevo a dirti che non ti ho mai tradito. E per quanto stupida o perdente ti possa sembrare vado fiera di quello che sono. Forse con il tempo riuscirò a perdonarti ma non sarai tu il padre dei miei figli. Ti auguro buona vita."
Era meglio se mi avesse detto che mi aveva tradito, almeno per annacquare quel denso strato di schifo che mi facevo. E tutti i miei falsi moralismi sono volati via insieme a Betta, insieme a sei anni della mia vita.
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