V come Voglia
di
Bernardo GUY
genere
corna
La casetta che avevamo acquistato io e mio fratello Leonardo era poco fuori Udine, quaranta minuti di macchina. Lì non era proprio montagna ma a vedersi intorno la poteva ricordare, alberi e prati a perdita d'occhio. Ci eravamo messi d'accordo che avremmo fatto dei lavoretti per poter passare la vigilia con le nostre mogli respirando aria pulita e rilassandoci un po'. Vicino la casa c'era un laghetto e già ci pregustavamo i bagni di sole e i tuffi nella fresca acqua che veniva direttamente dalle vette.
L'interno era già arredato dai precedenti padroni ma come sempre qualche mestiere si doveva fare. La casa aveva due camere ed un grande salone che fungeva da cucina e salotto e due bagnetti. In cucina la cosa che mi aveva colpito di più era un gradissimo caminetto, in roccia scura, che troneggiava su tutto. Io, sono arrivato il sabato, visto che avevo preso ferie, Leonardo mi avrebbe raggiunto la domenica.
Avevo accompagnato, per aiutarmi, anche la moglie di Leo, una ragazza di 29 anni, che mio fratello aveva conquistato in un viaggio in Brasile. Dopo il burrascoso divorzio da Giulia, la sua ex, aveva passato un brutto periodo e l'arrivo di questa meraviglia carioca gli aveva donato un po' di serenità. Leo aveva 40 anni, era un architetto e guadagnava bene, quindi Jenny poteva fare tranquillamente la casalinga. Se uno chiude gli occhi e pensa ad una brasiliana ti veniva in mente lei. Stupenda, un corpo che neppure Giugiaro o Pininfarina sarebbero riusciti a rifare: alta 1.65, slanciata, le tette rotonde e sode, bastava vederle per capirlo, e il suo culo, 'devastantemente' perfetto, con lei davanti la maratona la finivi senza il fiatone. Insomma, se devo essere sincero ogni tanto il mio cervello era partito in voli pindarici pensandola. Il suo viso era delicato, con occhi scuri. La sua pelle color nocciola scuro era la 'ciliegina sulla torta'. Era venuta con la mia macchina per aiutarmi, lavare un po' di stoviglie, la sera l'avrei accompagnata in stazione per tornare a Udine. Mio fratello, impegnato a dirigere un nuovo progetto mi avrebbe raggiunto l'indomani, la domenica. Tutto doveva essere pronto per la vigilia.
La prima cosa che abbiamo fatto, io e Jenny, è stata quella di accendere il caminetto e arieggiare le camere che erano al piano di sopra. E' una gran lavoratrice e a mezzogiorno le camere erano pulite e i letti rifatti. Sotto in salone c'era un caldo, ma nella parte notte il riscaldamento tirava poco e faceva freddino. Seduti sul rustico tavolone della cucina abbiamo mangiato un panino e ci siamo fatti due, tre bicchieri di vino ridendo rilassati. Vederla girare per casa con quella tuta aderente grigia, quando si piegava mi faceva davvero voglia, soprattutto quando, ha iniziato il salone dove c'era caldissimo ed è rimasta con una canottiera bianca senza il reggiseno. Intravedevo i suoi capezzoli scuri attraverso il cotone e una erezione esplosiva mi ha colto quasi di sorpresa. Lei era praticamente sotto la scala che stavo usando per sistemare le tende, avendo il viso all'altezza del mio cavallo se n'era accorta benissimo. Mi ha sorriso con un'occhiata maliziosa ed ha continuato a lavorare. Subito dopo quel sorriso, però, il suo atteggiamento è cambiato, sembrava cercare di attrarmi a se con posizioni inequivocabili, mettendosi vicina a me e appoggiandomi le tettine sul braccio o toccandomi la schiena. Prima che la accompagnassi in stazione voleva farsi una doccia e ha usato il bagnetto di sotto che era più caldo. Si è tranquillamente tolta la tuta davanti a me, io imbambolato con l'asciugamano in mano pronto per darglielo, non riuscivo a parlare e vedevo il suo perizoma che copriva ben poco di quello spettacolo, lei si è girata l'ha preso ed con la sua terza al vento è andata verso il bagno. Sono andato alla finestra e mi sono versato un bicchiere di bianco che, preso da quelle insane voglie, credevo potesse calmarmi. Avevo il pisello durissimo. Quando mi ha chiamato perché lo scaldabagno faceva i capricci mi ha aperto la porta della doccia ed era nuda completa, e tra le gambe un bel triangolo di peli scuri mi offuscava la mente. Mi ha attirato verso di se con una mano e l'altra, ancora bagnata, l'ha infilata dentro i miei boxer. Ci siamo baciati, lei si è abbassata, tirandomi giù la tuta e i boxer ed ha iniziato a leccarmi la parte esterna del mio cazzo che sembrava di legno da quanto ero voglioso. Un colpo di 'stupida' lucidità mi ha fatto pensare a mia moglie Veronica e a mio fratello Leo :― Jenny, non possiamo.. io vorrei ma è meglio fermarci. ― e sono uscito maledicendo, silenziosamente, tutti i tutti i santi e tutti i cristi al mondo.
Siamo arrivati in stazione e ci hanno detto che non ci sarebbe stato nessun treno per Udine per uno sciopero generale. Erano le 18.00 della sera e il freddo e il buio non aiutavano i nostri pensieri. Ha telefonato a Leo spiegando l'imprevisto e lui le ha consigliato di dormire lì, tanto il giorno dopo ci avrebbe raggiunto. Ho parlato anch'io con lui e siccome con i bicchieri di vino che avevo in corpo non mi andava di perdere la patente ho convenuto con lui che, sebbene, fosse alquanto pericoloso lasciarci da soli una notte, sarebbe stato meglio così. Ovviamente a lui ho detto solo che aveva ragione escludendo l'eventuale, non troppo remota, possibilità che... Ho proposto a Jenny di mangiare qualcosa in osteria e dopo aver bevuto più che mangiato siamo tornati al caldo di quel salone. Sul divano ci siamo messi a bere grappette alla liquirizia guardando la tv ridendo e giocando come due morosetti. Poi ha disteso le gambe sul divano e ha appoggiato la sua testa sulle mie cosce. Quella stanza era una fornace e con l'aiuto della grappa la situazione era davvero incandescente.
Prima che tutti i limiti fossero fuori controllo ho proposto di andare a dormire ognuno in una stanza. Il contrasto tra il caldo sotto e la camera fredda, i miei denti mi battevano anche sotto alle coperte, e avevo la pelle d'oca. Jenny è arrivata dalla sua camera: ― Simone io di la muoio, ho troppo freddo, posso stare qui con te?. ― Si è infilata sotto le lenzuola e mi ha abbracciato cercando calore. Dopo un po' ho avuto un'idea, ho preso un bidone vuoto di pittura e l'ho quasi riempito di braci del caminetto che ancora andava, l'ho portato in camera e l'ho messo sopra due mattoni. Il calore che sprigionava era fantastico, ma Jenny era sempre appiccicata a me e sentivo sul fianco le sue tette sotto la maglietta. Con la mano è scesa dentro i miei boxer prendendomi in mano l'uccello, iniziando a toccarmelo piano, delicatamente. Non riuscivo a parlare per la seconda volta in quel giorno. ― E' tanto duro, ti piace?.― Rapidamente si è tuffata sotto la coltre di coperte e ho sentito che con la lingua mi laccava la cappella e il frenulo e con la mano andava su e giù su tutta l'asta. Quando ho sentito il calore della sua bocca che lo ingoiava e lo sfilava a ritmo ero al massimo della voglia. Poi è salita sulla mia di bocca, con le gambe aperte per farsela leccare, e ho cominciato a giocare con la sue grandi labbra, fino a farla venire la prima volta e tra i suo fremiti i suoi liquidi aromatici che sentivo scendere lenti nelle mie labbra. Ho iniziato a giocare con quel pallino duro della sua clitoride, lo schiacciavo tra le labbra e lo mordicchiavo tra i denti donandogli ormai una sensazione di orgasmo continuo, ogni volta che schiacciavo emetteva gridolini e rumori simili ad una gattina che fa le fusa. Poi si è infilata i miei 23 cm tutti dentro, cavalcandomi da sopra. Si muoveva a ritmo e sentivo le nostre pareti come fossero una sola. Felice di quella posizione passiva per un bel po' siamo rimasti con lei sopra di me, poi l'ho fatta girare a pecorina e mi sono perso nel guardarla con quel culetto scuro in su, pronto, incantato dai suoi buchetti, paralizzato da tanta bellezza. Ho aperto le sue chiappe e ho iniziato a leccarle il buchetto del culo facendo pressione con la lingua. Credevo mi dicesse di no, in effetti sembrava azzardato anche per me: ― Mi vuoi proprio tutta?, non ti rimarrà niente da scoprire la prossima volta?. ― Ho messo un po' di saliva e sono entrato piano nel suo culo, i muscoli erano dilatati dagli orgasmi che l'aveva sconquassata in precedenza, e subito dopo, tutto il mio cazzo era dentro di lei che ansimava e gridava: ― Simo sei meraviglioso, spingi ti voglio tutto dentro. ―, poi il silenzio, mentre continuavo altre tre sole sillabe dalla sua voce: ―Go... do... siii... ― e sono venuto anch'io esplodendo come una bomba, ho sentito tutta la mia foga svuotarsi dentro il suo culo con la testa che aveva perso ogni riferimento logico. Poi nudi ci siamo addormentati.
Alle otto mi sono svegliato con il cazzo nella sua bocca, ci ha giocato con lingua e labbra fino ad ingoiare un'altra spruzzata di 'latte di cocco', diligente mi ha pulito e ci siamo alzati.
― Jenny cos'è quel segno che hai tra la 'patatina' e il culetto?, scusa se sono curioso. ―. ― Simo quella è una macchia chiara, sembra una V.. e quella V sta per 'voglia'. Ce l'ho da quando sono nata. ― si è messa a ridere e abbiamo fatto un caffè, aspettando con un quintale di sensi di colpa Leo. Ho guardato il cellulare e c'era un SMS di Veronica:" Tutto bene montanari?" al quale però non ho risposto.
La vigilia eravamo tutti e quattro lì, intorno alla tavola imbandita con il caldo del caminetto che ci arrossava le guance, e quello del vinello che ci scaldava dentro. Poi un po' avvinazzati sono partiti i discorsi di politica e Veronica e Jenny sono andate in paese per la messa, Io e Leo abbiamo continuato a bere e discutere, quasi mai abbiamo le stesse idee, quando il discorso ha cominciato a prendere una strana piega di rapporti coniugali, corna e affini : ― Simone io non capisco chi perdona la moglie puttana e traditrice. Fuori di casa a calci nel culo. ―, il vino prendeva il sopravvento su ogni frase di Leo al punto che ho pensato che avesse qualche dubbio su quella notte di quel sabato, ho riempito i bicchieri ancora e lui ha continuato ― Non capisco quei finocchi a cui piace vedere la moglie farsi scopare da un altro. Ma che razza di impotenti sterili individui possono essere. Che cazzo ti sposi a fare. Oppure quelli che riconoscono la moglie nei film porno da qualche.. dai da qualche, mi sfugge il termine..― ―Leo forse vuoi di 'segno particolare', coma una vo.. gl..ia?. ―. Mi sono paralizzato al momento, mi son sentito un vero coglione, ma lo sguardo di mio fratello si è fatto riflessivo, pensieroso: ― Perché ti viene in mente una voglia, pensavo a un.. come ti viene in mente una voglia...cosa cazzo hai fatto con mia moglie figlio di puttana...― Era Natale ma io avevo con quella parola spaccato, anzi distrutto l'uovo di Pasqua.. Quella notte il buon Babbo vestito di rosso ha visto me e Jenny piangere in una camera sentendo le grida di Leo e Veronica che scopavano alla grande. Volevano farcela pagare e ci sono riusciti. La mattina dopo neppure il caminetto faceva rumore. "Chi è cagion dei propri mali pianga se stesso"..
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