Critica della 'troion' pura
di
Bernardo GUY
genere
incesti
Tutti nel palazzo lo sanno e ne parlano, tutti nel quartiere lo intuiscono e ne sparlano, nessuno, o pochi in città lo pensano. La differenza sostanziale tra parlare e sparlare è che si parla quando qualcosa si sa, si sparla quando qualcosa si pensa che sia. Se devo essere del tutto sincera due nel palazzo non lo sanno: uno ha ottantacinque anni è ancora abbastanza autonomo, ma se gli dici qualcosa dopo mezzora se ne è del tutto dimenticato; l'altro è un mio cliente e quindi lo sa, ma non lo ammette. Quando viene da me sembra una spia dell'FBI, non può essere visto da nessun vicino altrimenti quell'obeso rottweiler di sua moglie lo sbranerebbe. Una volta l'ho visto salire le scale con il corpo aderente alla parete, giuro che gli mancava solo la pistola ed il giubbottino antiproiettile. Spesso a lui, Carlo, non lo faccio pagare, perché intanto è bravo e dotato, ma, soprattutto, perché pensarlo a letto tra le cosce grasse dalla moglie mi fa tenerezza. Si è sposato, e questo me l'ha confidato lui, perché sua moglie è ricca, di una famiglia facoltosa milanese. Ma insieme al denaro si è portato a casa 150 kg di massa grassa. Badate bene, non ho assolutamente niente con chi è sovrappeso, ma lei è la mia eccezione. Grassa, antipatica, impicciona la si vede quasi sempre sul pianerottolo con qualche tipo di merendina, con la bocca sporca di crema che rumina. Quando scendo le scale e mi saluta masticando mi vengono i conati di vomito. Per Carlo è terapeutico passare qualche ora da me.
Lavoro a casa, ho separato il mio grande appartamento in due zone, una è dove lavoro e l'altra è casa di Betty, Beatrice il giorno del battesimo, casa mia. L'unica stanza che serve ad entrambe le zone è la cucina, ma chi viene da me oltre un caffè o una bottiglia di vino non ha bisogno d'altro. Io sono una P.S.E una Prestatrice di Soccorso Erotico, insomma, faccio beatamente la puttana.
Diciamo che non ho fatto un percorso didattico per diventarlo, ma a volte il caso ci fa percorrere sentieri che non avremmo mai immaginato.
GLI INIZI:
Il primo passo, i primi insegnamenti verso questo rilassante e giocoso lavoro me li ha dati mio zio Riccardo. Il fratello più giovane di mia madre è un bravo uomo, sposato con figli, timorato da dio, fervente frequentatore della parrocchia e dei vari gruppi di volontariato. L'unico, piccolo problema che ha è che il suo uccello sguscia facilmente dai pantaloni. Il giorno dopo il mio diciottesimo compleanno lui mi ha fatto un bel regalo e mi ha sverginata in cantina mentre lo aiutavo a mettere a posto i barattoli di conserva di pomodori che stavano facendo, in giardino, mia mamma e sua moglie. I suoi figli giocavano felici nel giardino e lui mi cavalcava alla pecorina con un ghigno da predatore della savana. Da quella data non sono più stata Beatrice ma sono diventata Betty. Se devo essere veramente sincera non è che mi abbia stuprato, diciamo che mi ha indirizzato il suo cazzo nella bocca e come tutti i giochi nuovi o possono piacere o non. Se mi fossi messa a gridare sarebbe passato da stupratore, ma siccome quel bel calippo lungo mi ispirava e, ancor peggio, mi scatenava altre voglie da altri buchini del mio corpo. Quando mi sono alzata ed ho abbassato i miei pantaloncini e le mutandine, il suo sguardo è mutato come se i suoi occhi fossero passati rapidamente dal buio alla luce. Il sorriso gli è comparso in viso quando ho messo la mani sul tavolo ed ho inarcato il mio stupendo culetto invitandolo a entrare nel mio buchetto della 'fichetta' già umido di eccitazione. Lui si è piegato su di me e mi ha leccato tutti i buchini e con la sue mani mi strizzava i capezzoli in una sorte di meravigliosa sensazione data dall'alternanza tra dolore e profondo piacere.
Penso che la prima volta gli sono venuta in bocca perché i miei fluidi erano aumentati di brutto, ma ero inesperta e non ero, assolutamente, a conoscenza di cosa volesse dire godere. Spesso sì mi ero pichignata la passerina gratticchiando la mia clitoride fino a che il cuore andava come il Romolus ed il mio respiro arrancava, ma era un'altra cosa. Quando quel bel pezzo di carne, dopo che l'esperto zio mi aveva divaricato le chiappette, è entrato ho capito che mi piaceva troppo e quella sensazione di pienezza mi ha fatto lasciare la mia verginità, tanto difesa a denti stretti con tanti morosetti, senza un dolore in quella umida cantina che sapeva di muffa. Penso che anche zio Riccardo si sia divertito forse perché credeva di trovare una bimba impacciata, invece era come fosse scritto nel mio DNA la via che avrei percorso. Quando l'ho fatto venire nella mia bocca mi sono meravigliata, anch'io, nel sentire che quel gusto e quella consistenza mi piaceva. Di quel giorno nessuno ne aveva mai parlato e mio zio mi stava sempre alla larga, quando per lui il gioco era morto e sepolto, dopo dieci minuti in quella cantina, ed il suo cazzo sembrava un baccello senza piselli, io avrei cominciato a giocare e questo penso l'abbia spaventato. Ed è tornato, credo, nelle più placide cosce dalla perpetua che mentre si faceva scavare la vagina dal pene grosso di Riccardo sgranava il rosario. La prima cosa che ho fatto è stato di andare alla ricerca di quei due ragazzi che ci tenevano tanto a sverginarmi, quelli che volevano spiegarmi che a 19 anni erano i più bravi, i pù esperti del settore ed i più dotati. Ho dato a entrambi un appuntamento in un piccolo casolare abbandonato ad un chilometro dalla città ed ho voluto metterli alla prova. Ho gestito le manovre come un esperto direttore d'orchestra e devo dire che li ho fatti uscire strisciando. Era bello comunque farmi scopare alla pecorina tenendo in bocca un altro cazzo. Da lì il passaggio verso 'il mestiere' è stato breve. Le voci di quei due ragazzi hanno fatto eco e per gestire tutte quelle richieste ho iniziato a darmi un prezzo, almeno così ho smesso di fare turni in fabbrica. Se a uno piace fare il dottore, ad un altro il dentista a me piaceva fare la puttana. Erano ancora cose casuali, poi mi sono organizzata. Premetto che ero una ragazza veramente bella, mora capelli lisci lunghi, occhi blu intenso, un visino delicato. Comunque credo che se avessi avuto un viso da strega, vedendo il mio corpo, nessuno avrebbe detto di no: tette grosse, gonfie e toniche avevo la terza e non usavo mai il reggiseno, il mio culetto era tondo, sodo e quando mi vedevo allo specchio, ogni tanto, mi sfioravo quelle rotondità ed eccitandomi finivo nuda con le gambe aperte, seduta di fronte allo specchio, e guardandomi e la mia mano toccavo piano la mia 'patata'. C'era un cliente che mi lasciava 150 euro solo per vedere quello spettacolo mentre si masturbava un bruttissimo uccello simile ad un piccolo ramo nodoso.
IL CAMPER: 18-23 ANNI
Avevo comprato un camper e con un amico, Paco, stilista in erba l'avevamo trasformato in una suite con le ruote, poi per ripagargli i piaceri e le ore di lavoro l'abbiamo collaudato e visto che ora ero decisa a fare quel passo mi sono fatta penetrare dietro per poter offrire ai clienti una cosa in più. C'è da dire che Paco più che stilista in erba, l'erba se la fumava, infatti se ripenso a lui dietro di me che va su e giù dentro il mio buchetto anale ho ricordi sgranati, ma ripenso anche, che dopo i primi dolori di 'assestamento' era subentrato un piacere morbido che mi ha portata a godere in maniera lenta, lunga e tanto piacevole. Paco è stato il primo che veniva a trovarmi e non pagava (l'altro era Carlo quello citato sopra) perché mi piacevano i suoi 24 cm e ce l'aveva lungo e non grosso, con la pelle che gli copriva la cappella. Ma era anche intelligente, dolce e faceva sesso con passione ma sempre cercando di mettermi in primo piano, voleva farmi godere e toccare i vertici del piacere: farmi provare l'essenza dell'orgasmo. Spesso ci riusciva, non era come quelle bestie che sembravano appena uscite da un carcere di massima sicurezza.
Tornando al lavoro. Parcheggiavo la mia casetta mobile, il mio furgone 'aziendale' lungo la statale in un paese vicino. Le prime volte che andavo a bere un caffè in qualche bar, di quella zona, tutti mi guardavano mi indicavano, ma non ero mai vestita osè o provocante, ho sempre odiato quel genere di mie 'colleghe'. Quello che volevano i miei clienti era quello che c'era sotto e lì ero attrezzata bene. Non avevo bisogno di mettermi con le cosce fuori lungo la statale, io aspettavo dentro il camper leggendo un libro con un gin tonic sul tavolino. Dopo qualche mese quelli che prima mi parlavano alle spalle mi trattavano come l'assessore alle Politiche Sociali, erano tutti miei clienti. Mi davo un budget per ogni serata in base all'estro 100 euro a 'seduta' il culo era vietato era solo di Paco. A pensarci ero proprio innamorata di lui. Cominciavo alle 20.00, di solito lavoravo su appuntamento, quando erano le 23.00 ero a casa lavata e disinfettata. Se uno non mi piaceva o era troppo ubriaco gli facevo capire con le buone che ero già impegnata e che lavoravo solo su appuntamento. Alcuni, ma rari con le cattive ricordando la mia cintura nera di karate che però non facevo più. Lavoravo quattro sere a settimana, il resto andavo al cinema con Paco o facevamo l'amore. Mi sono chiesta spesso come deve essere stato avere una pseudo morosa che faceva la puttana, ma lui, credo, piuttosto di perdermi lasciava correre. Tante volte ero io a dirgli che doveva trovarsi un donna 'normale' non una come me. A me fare soldi così mi piaceva, tanto più che i clienti che ruotavano, erano numerosi sì, ma sempre quelli, e questo mi faceva sentire tranquilla. Poi non per essere veniale ma in dieci giorni guadagnavo la paga della fabbrica di prima. 'L'utile al dilettevole'.
E vorrei conoscere una donna che facendosi pagare o no non si sia comportata da troia nella sua vita, sfiderei chiunque. Dal mettersi una maglietta attillata, una minigonna per uscire con Tizio perché ha i soldi o con Caio perché ti può agevolare a far carriera. Ne conosco a centinaia.
Una volta una vecchia amica, con cui non avevo un rapporto così intimo (ma si sa che e proprio con quelle che ci si sfoga più facilmente) mi aveva detto:
┅ Cara Betty, ha te che mi conosci da tempo voglio dirlo. E da anni che voglio una grossa promozione in banca e ieri mi sono aperta la strada. Mi sono fatta scopare dal direttore, beh era già successo ma ieri gli ho dato il mio culetto, si è vero ho tradito Franco ma l'ho fatto anche per lui. Cosa vuoi che sia se me lo faccio una volta o due al mese o qualche piccolo gioco di bocca in ufficio. Però, oltre all'avanzamento di ruolo, guadagnerò 300 euro in più in busta paga. Pensa cosa potremmo fare io e Franco.
Ero rimasta basita, aveva dato il culo tradendo, marito e figli, per rinchiudersi in un ufficio sette ore per cinque giorni alla settimana per 10 euro in più, al giorno, se il mese aveva 30 giorni, e 9.677 euro se ne aveva 31. E cosa poteva pensare quel direttore di banca?. E con che faccia lei, vestita di tutto punto, guardava quell'uomo che gli aveva aperto ogni orifizio anatomico. Queste io le chiamavo le P.P.I ossia le Puttane Per Interesse. Bisogna però aggiungere che se la mia amica aveva comunque una posizione sociale consolidata e riconosciuta c'era chi faceva la P.P.I per un affitto, per una caldaia, per trovare un lavoro allo sfaccendato figlio.
Ovviamente ho fatto finta di ed essere contenta per lei.
Poi ci sono le P.P.V le Puttane Per Vanità che la danno gratis, che vanno alla cena della ditta vestite come escort ed escono di casa salutano il maritino che le guarda con gli occhi strabuzzanti pensando ― ma dove cazzo va così? ― e tornano all'una di notte con ancora le pieghe del sedile dell'auto ed un lontano retrogusto di sperma e prosecco in bocca. Ed il giorno dopo superando qualche piccolo senso di colpa scrivono nel calendario in cucina, tra le tazze con gattini e cuccioli di cane, la data della nuova cena aziendale. E dentro di loro pensano di aver fatto la cosa più eccitante del mondo, di aver vissuto la trasgressione, superato il rischio che qualcuno li scoprisse. Quasi celando il desiderio che il marito sospetti qualcosa, così da essere pronte ad inventarsi qualche sana bugia, sentendosi desiderate, pregustandosi il sapore in bocca della prossima volta. Non sanno, magari, che il marito le accompagnerebbe sulla strada a fare il 'mestiere', tanto loro sono clienti affezionati di una come me. E non sanno, neppure, che quel collega sta già facendo girare commentando il video fatto col telefonino in cui la nostra amica non può parlare perché ha la bocca occupata.
Ed infine ci sono le P.P.P le Puttane Per Prurito. Questa categoria la divido due sottocategorie.
Una volta, con Ada mia amica d'infanzia, siamo andate a prendere sua figlia a fine lezioni alle scuole medie. Sembrava di essere ad una raffazzonata sfilata di moda. Di uomini solo due nonni che a stento riuscivano a tenere gli occhi all'interno delle orbite oculari. C'era un gregge di mamme che combatteva per i primi posti davanti al cancello come fosse un concerto dagli U2. Vestite con pantaloni talmente aderenti che dovevano non respirare per chiudere il bottone, o con vestitini da aperitivo in spiaggia e scollature esagerate. C'era qualcuna in tuta da ginnastica ma con i pantaloni tirati talmente su che gli si vedeva il culo come fossero nude e se le guardavi davanti era chiaro il taglio dalla 'patata' sicuramente arrossato per lo strofinio dato dal camminare. Quando dal portone della scuola era uscito il nuovo professore di Lettere le tessere del puzzle si sono messe in ordine. Leonardo, 30 anni, capelli lunghi ricci, un gran figo. A quel punto l'odore di feromoni femminili in subbuglio è divampato potente e tutte quelle donne cercavano di mostrare il meglio della loro mercanzia. C'era chi si piegava a 90 per raccogliere proprio in quel momento qualcosa da terra ponendo al prof il lato B, chi apriva le giacche per far 'buttare ' lo sguardo di quell'Adone greco tra le loro calde scollature.
Insomma "chi non mostra non vende". Quel pollaio psichiatrico di galline si ripeteva tutti i pomeriggi a detta di Ada. E per cosa?. Per l'innato spirito di competizione che ogni donna ha?. Forse per togliersi quel prurito di dire "sono io la più bella del reame"?. Tutto questo circo mi faceva ridere e pensavo ai poveri ignari mariti a lavorare per le loro mogliettine. Quando Leonardo mia ha vista mi ha salutata creando lo scompiglio tra l'eccitata folla, molte mi hanno fissato con sguardi pieni di rabbia non sapendo che quel bel pezzo di uomo aveva 11 cm di cazzo ed era un mio cliente da tempo. Anche volendo il mio caro amico avrebbe tolto ben pochi pruriti a quelle vagine sfaldate dal tempo. Queste sono le P.P.P Junior. Non è un fatto d'età ma queste credono ancora di poter vivere l'amore idilliaco, fatto di bellezza e pura passione e si illudono che tutti gli guardino il culo o la parte migliore che hanno da mostrare. Poi a casa con il pigiama, le ciabatte ed i capelli raccolti si chiedono come mai il marito non ha più attenzioni verso di loro. E se quel, povero marito chiede un rapporto orale la moglie si sente trattata da Julia Roberts in "Pretty Woman", ignara del fatto che 11 cm sono come una piccola tavoletta energetica. "L'erba del vicino non è sempre più verde". E anche questi mariti sono potenziali o affezionati clienti della mia più spudorata categoria.
Come ultime, ma non per importanza, ci sono le P.P.P Senior. Quelle che, ho si son sposate troppo giovani, o che han creduto che la verginità fosse un totem della loro vita fino a troppi anni in la e adesso con l'età galoppante verso la quarantina si trovano spasmodicamente ha recuperare il tempo perduto. Sapendo che tra qualche anno anche quello di buono che ancora c'è migrerà verso il basso, culi o tette che siano. Queste sono quelle che non serve portarsele a cena che già verso la strada del ristorante hanno la mano sull'uccello del guidatore. In questo gruppo rientrano anche quelle che non hanno mai dato importanza al sesso nella loro relazione e adesso il marito, piantandole, sta insieme alla segretaria. Queste sono le peggiori di tutte per un uomo, lo spolpano, lo sezionano come fosse la loro ultima scopata. Sono anche le più esigenti loro con la scarsità di tempo a disposizione non possono rimandare, tutto e ora.
Ma chi è la puttana allora?
Io mi dono, mi vendo ma non calpesto nessuno, non infango chi a deciso di vivere con me che, magari, mi sopporta perché sono una stronza colossale. Non sono una di quelle che quando scoperte a tradire dicono ― Scusami io non volevo farlo, perdonami, non credevo potesse succedere è stato un attimo di sbandamento. ― A meno che l'amante non sia un mago le mutandine te le sei tolte e quando lo prendevi nella tua calda bocca non avevi una pistola puntata in testa.
Sei solo un come me ma ti dai gratis, fai la santerellina imprechi dio perché il lavoro ti sfianca e i figli e la casa. Cambia vita fai come me, mi sveglio alle 9.00 faccio colazione, leggo mi rilasso e mi organizzo per la sera sempre se ho voglia di lavorare altrimenti sposto l'appuntamento e vado a mangiarmi un'impepata di cozze con delle bruschettine aglio olio e pomodoro fresco tanto non davo baciare nessuno. E se Paco è con me mangiamo la stesse cose ed il problema alito vola via.
Insomma il mondo e pieno di puttane sante e di troie votate alla beatificazione ma non se ne rendono conto. E quando la domenica vestite come le vedove in meridione prendono l'ostia sembra che abbiano una paralisi facciale, che sia troppo grande per entrare in quella bocca, quando due sere prima avevano un cazzo di 25 cm che gli toccava l'epiglottide. In un modo o nell'altro le donne sono tute come me solo che io lo faccio senza stress e ci guadagno sopra.
A CASA: 23-39 ANNI
Da quando poi lavoro a casa tra le mie comodità tutto è notevolmente migliorato. Subito dopo averlo fatto faccio un bel bagno nella Jacuzzi e mi sento purificata. Insomma sono felice, ovviamente non bado troppo al moralismo esasperante che mi circonda, non sento le voci di corridoio o non ci faccio caso. Quando chiudo la porta di casa mia faccio quello che mi pare sempre nel rispetto degli altri. Se poi uno che viene da me ha i suoi problemi a casa con la moglie io non sono una psicologa, io offro quello che posso o meglio mi faccio pagare per quello che d'ho. Una volta la moglie di un mio cliente è venuta a dirmi di stare alla larga dal marito. Quando poi si sono calmati gli animi e le ho offerto un tè a casa mia le ho chiesto:
― Ma secondo lei perché su marito ha bisogno di queste scappatelle?.― lei mi ha risposto, dopo aver preso confidenza, che si faceva scopare solo nella posizione 'del missionario', zero petting, zero pecore, zero rapporti orali. Dentro di me ho pensato che era il marito il povero 'missionario' e per la signora era meglio prendersi un cucciolo di Labrador piuttosto che sposarsi. Ho promesso alla signora che non avrei più visto più quell'uomo lasciandolo solo alla ricerca di un'altra come me. Invece mi dispiace moltissimo per quelle che sono costrette a farlo, schiacciate dal mercato del sesso che le obbliga tra minacce e botte a prostituirsi lungo le via trafficate.
Una di loro Anuli, "gioia" in nigeriano, l'ho aiutata tramite un sottosegretario mio cliente ha smettere con la strada, liberarsi del pappone ed ora ha un'attività come la mia. Ogni tanto se qualcuno vuole provare la 'pelle scusa' lascio l'indirizzo del suo appartamento. Con lei una notte ho fatto per la prima volta sesso lesbo, era talmente bella che non ho resistito, aveva una pelle odorosa di erbe medicinali, scura ed ha leccarmela era la migliore, lei sapeva quello che le piaceva e lo faceva su di me. Aveva un fica calda e quel rosa chiaro in mezzo a le sue labbra scure erano per me un invito a baciarle. E' stata una esperienza molto sensuale, uno scambio 'alla pari' di due corpi che sapevano godere e far godere. Ogni tanto lo facciamo ancora avvolte in quella tenerezza e dolcezza che esula dalla smania e da quel senso di 'macismo' che ogni uomo vuole dimostrare. In occasioni speciali chiamo anche Paco a questi giochi perché lui sa far l'amore placidamente e rende solo più piccante il nostro incontro. Non permetto però a Paco di vedersi da solo con Anuli, lui è mio!
Poi di certo ci sono anche le donne che sono davvero fortunate, che si innamorano, amano e vivono una relazione stupenda dove tradimenti fisici o mentali non esistono. Avrei voluto essere anch'io così?.
Forse si ma quella cantina, mi ha fatto percorre strade diverse e diventare quello che sono. Se dovessi raccontare a tutte le mogli il perché i loro mariti vengono a scoparmi le farei piangere. C'è Berto che sa che sua moglie gli ha fatto le corna, una volta sola e lui non riesce a lasciarla, ma scopa con quelle come me tre volte a settimana per alleviare il suo 'disprezzo' per quella donna che mantiene tra i lussi e gli ori. Quando viene lui, oltre ad essere una persona di classe ed anche, bello e ben dotato, penso a quella povera stupida moglie che per una scopata ha rischiato di perdere tutto avendo a casa tutto quello che cercava in giro. Le donne sono strane: si sposano con uno che se non fosse loro marito, lo scoperebbero come amante, ma poi se ne dimenticano e scopano l'amante e lo vorrebbero come marito. Discorso complicato da spiegare. in pratica "nessuno è mai contento".
Io si, ho tanti soldi in banca, è vero lavoro in nero, ma con quei due o tre finanzieri di alto grado che vengono a trovarmi non ho problemi. Se nel palazzo sanno, se hanno qualche figlio o nipote per essere svezzato al caldo e con tutti i comfort 13/3 Betty è il mio civico. Del resto mi sono inventata uno pseudo lavoro, sono una blogger, ho un sito di cucina. L'ottantenne infatti quando vede qualche cliente che fa le scale per venire da me gli chiede ― oggi di che ricetta parlate ― secondo me quell'anziano fa finta di dimenticarsi e intanto incassa l'invalidità oltre alla pensione di Colonnello, chiamalo stupido. E penso anche che un po' della sua pensione di invalidità la lascerebbe volentieri sul mio comodino in camera se avesse dieci anni di meno.
Adesso che vado per i 40, devo dire che le 'impalcature' del mio corpo reggono ancora bene e ho solo clienti ricchi, eleganti e riservati. Guadagno meno con la mia 'parcella' che con quello che mi lasciano come extra quando escono con le gambe molli e la testa svuotata dai pensieri. Questa vocazione, devo essere sincera, mi diverte ancora e se guardo il mio conto in banca penso che avrei dovuto lavorare quattro vite a turno in fabbrica. Ma ognuno fa quel che vuole dei suoi giorni, anzi ognuno fa quel che può...
Lavoro a casa, ho separato il mio grande appartamento in due zone, una è dove lavoro e l'altra è casa di Betty, Beatrice il giorno del battesimo, casa mia. L'unica stanza che serve ad entrambe le zone è la cucina, ma chi viene da me oltre un caffè o una bottiglia di vino non ha bisogno d'altro. Io sono una P.S.E una Prestatrice di Soccorso Erotico, insomma, faccio beatamente la puttana.
Diciamo che non ho fatto un percorso didattico per diventarlo, ma a volte il caso ci fa percorrere sentieri che non avremmo mai immaginato.
GLI INIZI:
Il primo passo, i primi insegnamenti verso questo rilassante e giocoso lavoro me li ha dati mio zio Riccardo. Il fratello più giovane di mia madre è un bravo uomo, sposato con figli, timorato da dio, fervente frequentatore della parrocchia e dei vari gruppi di volontariato. L'unico, piccolo problema che ha è che il suo uccello sguscia facilmente dai pantaloni. Il giorno dopo il mio diciottesimo compleanno lui mi ha fatto un bel regalo e mi ha sverginata in cantina mentre lo aiutavo a mettere a posto i barattoli di conserva di pomodori che stavano facendo, in giardino, mia mamma e sua moglie. I suoi figli giocavano felici nel giardino e lui mi cavalcava alla pecorina con un ghigno da predatore della savana. Da quella data non sono più stata Beatrice ma sono diventata Betty. Se devo essere veramente sincera non è che mi abbia stuprato, diciamo che mi ha indirizzato il suo cazzo nella bocca e come tutti i giochi nuovi o possono piacere o non. Se mi fossi messa a gridare sarebbe passato da stupratore, ma siccome quel bel calippo lungo mi ispirava e, ancor peggio, mi scatenava altre voglie da altri buchini del mio corpo. Quando mi sono alzata ed ho abbassato i miei pantaloncini e le mutandine, il suo sguardo è mutato come se i suoi occhi fossero passati rapidamente dal buio alla luce. Il sorriso gli è comparso in viso quando ho messo la mani sul tavolo ed ho inarcato il mio stupendo culetto invitandolo a entrare nel mio buchetto della 'fichetta' già umido di eccitazione. Lui si è piegato su di me e mi ha leccato tutti i buchini e con la sue mani mi strizzava i capezzoli in una sorte di meravigliosa sensazione data dall'alternanza tra dolore e profondo piacere.
Penso che la prima volta gli sono venuta in bocca perché i miei fluidi erano aumentati di brutto, ma ero inesperta e non ero, assolutamente, a conoscenza di cosa volesse dire godere. Spesso sì mi ero pichignata la passerina gratticchiando la mia clitoride fino a che il cuore andava come il Romolus ed il mio respiro arrancava, ma era un'altra cosa. Quando quel bel pezzo di carne, dopo che l'esperto zio mi aveva divaricato le chiappette, è entrato ho capito che mi piaceva troppo e quella sensazione di pienezza mi ha fatto lasciare la mia verginità, tanto difesa a denti stretti con tanti morosetti, senza un dolore in quella umida cantina che sapeva di muffa. Penso che anche zio Riccardo si sia divertito forse perché credeva di trovare una bimba impacciata, invece era come fosse scritto nel mio DNA la via che avrei percorso. Quando l'ho fatto venire nella mia bocca mi sono meravigliata, anch'io, nel sentire che quel gusto e quella consistenza mi piaceva. Di quel giorno nessuno ne aveva mai parlato e mio zio mi stava sempre alla larga, quando per lui il gioco era morto e sepolto, dopo dieci minuti in quella cantina, ed il suo cazzo sembrava un baccello senza piselli, io avrei cominciato a giocare e questo penso l'abbia spaventato. Ed è tornato, credo, nelle più placide cosce dalla perpetua che mentre si faceva scavare la vagina dal pene grosso di Riccardo sgranava il rosario. La prima cosa che ho fatto è stato di andare alla ricerca di quei due ragazzi che ci tenevano tanto a sverginarmi, quelli che volevano spiegarmi che a 19 anni erano i più bravi, i pù esperti del settore ed i più dotati. Ho dato a entrambi un appuntamento in un piccolo casolare abbandonato ad un chilometro dalla città ed ho voluto metterli alla prova. Ho gestito le manovre come un esperto direttore d'orchestra e devo dire che li ho fatti uscire strisciando. Era bello comunque farmi scopare alla pecorina tenendo in bocca un altro cazzo. Da lì il passaggio verso 'il mestiere' è stato breve. Le voci di quei due ragazzi hanno fatto eco e per gestire tutte quelle richieste ho iniziato a darmi un prezzo, almeno così ho smesso di fare turni in fabbrica. Se a uno piace fare il dottore, ad un altro il dentista a me piaceva fare la puttana. Erano ancora cose casuali, poi mi sono organizzata. Premetto che ero una ragazza veramente bella, mora capelli lisci lunghi, occhi blu intenso, un visino delicato. Comunque credo che se avessi avuto un viso da strega, vedendo il mio corpo, nessuno avrebbe detto di no: tette grosse, gonfie e toniche avevo la terza e non usavo mai il reggiseno, il mio culetto era tondo, sodo e quando mi vedevo allo specchio, ogni tanto, mi sfioravo quelle rotondità ed eccitandomi finivo nuda con le gambe aperte, seduta di fronte allo specchio, e guardandomi e la mia mano toccavo piano la mia 'patata'. C'era un cliente che mi lasciava 150 euro solo per vedere quello spettacolo mentre si masturbava un bruttissimo uccello simile ad un piccolo ramo nodoso.
IL CAMPER: 18-23 ANNI
Avevo comprato un camper e con un amico, Paco, stilista in erba l'avevamo trasformato in una suite con le ruote, poi per ripagargli i piaceri e le ore di lavoro l'abbiamo collaudato e visto che ora ero decisa a fare quel passo mi sono fatta penetrare dietro per poter offrire ai clienti una cosa in più. C'è da dire che Paco più che stilista in erba, l'erba se la fumava, infatti se ripenso a lui dietro di me che va su e giù dentro il mio buchetto anale ho ricordi sgranati, ma ripenso anche, che dopo i primi dolori di 'assestamento' era subentrato un piacere morbido che mi ha portata a godere in maniera lenta, lunga e tanto piacevole. Paco è stato il primo che veniva a trovarmi e non pagava (l'altro era Carlo quello citato sopra) perché mi piacevano i suoi 24 cm e ce l'aveva lungo e non grosso, con la pelle che gli copriva la cappella. Ma era anche intelligente, dolce e faceva sesso con passione ma sempre cercando di mettermi in primo piano, voleva farmi godere e toccare i vertici del piacere: farmi provare l'essenza dell'orgasmo. Spesso ci riusciva, non era come quelle bestie che sembravano appena uscite da un carcere di massima sicurezza.
Tornando al lavoro. Parcheggiavo la mia casetta mobile, il mio furgone 'aziendale' lungo la statale in un paese vicino. Le prime volte che andavo a bere un caffè in qualche bar, di quella zona, tutti mi guardavano mi indicavano, ma non ero mai vestita osè o provocante, ho sempre odiato quel genere di mie 'colleghe'. Quello che volevano i miei clienti era quello che c'era sotto e lì ero attrezzata bene. Non avevo bisogno di mettermi con le cosce fuori lungo la statale, io aspettavo dentro il camper leggendo un libro con un gin tonic sul tavolino. Dopo qualche mese quelli che prima mi parlavano alle spalle mi trattavano come l'assessore alle Politiche Sociali, erano tutti miei clienti. Mi davo un budget per ogni serata in base all'estro 100 euro a 'seduta' il culo era vietato era solo di Paco. A pensarci ero proprio innamorata di lui. Cominciavo alle 20.00, di solito lavoravo su appuntamento, quando erano le 23.00 ero a casa lavata e disinfettata. Se uno non mi piaceva o era troppo ubriaco gli facevo capire con le buone che ero già impegnata e che lavoravo solo su appuntamento. Alcuni, ma rari con le cattive ricordando la mia cintura nera di karate che però non facevo più. Lavoravo quattro sere a settimana, il resto andavo al cinema con Paco o facevamo l'amore. Mi sono chiesta spesso come deve essere stato avere una pseudo morosa che faceva la puttana, ma lui, credo, piuttosto di perdermi lasciava correre. Tante volte ero io a dirgli che doveva trovarsi un donna 'normale' non una come me. A me fare soldi così mi piaceva, tanto più che i clienti che ruotavano, erano numerosi sì, ma sempre quelli, e questo mi faceva sentire tranquilla. Poi non per essere veniale ma in dieci giorni guadagnavo la paga della fabbrica di prima. 'L'utile al dilettevole'.
E vorrei conoscere una donna che facendosi pagare o no non si sia comportata da troia nella sua vita, sfiderei chiunque. Dal mettersi una maglietta attillata, una minigonna per uscire con Tizio perché ha i soldi o con Caio perché ti può agevolare a far carriera. Ne conosco a centinaia.
Una volta una vecchia amica, con cui non avevo un rapporto così intimo (ma si sa che e proprio con quelle che ci si sfoga più facilmente) mi aveva detto:
┅ Cara Betty, ha te che mi conosci da tempo voglio dirlo. E da anni che voglio una grossa promozione in banca e ieri mi sono aperta la strada. Mi sono fatta scopare dal direttore, beh era già successo ma ieri gli ho dato il mio culetto, si è vero ho tradito Franco ma l'ho fatto anche per lui. Cosa vuoi che sia se me lo faccio una volta o due al mese o qualche piccolo gioco di bocca in ufficio. Però, oltre all'avanzamento di ruolo, guadagnerò 300 euro in più in busta paga. Pensa cosa potremmo fare io e Franco.
Ero rimasta basita, aveva dato il culo tradendo, marito e figli, per rinchiudersi in un ufficio sette ore per cinque giorni alla settimana per 10 euro in più, al giorno, se il mese aveva 30 giorni, e 9.677 euro se ne aveva 31. E cosa poteva pensare quel direttore di banca?. E con che faccia lei, vestita di tutto punto, guardava quell'uomo che gli aveva aperto ogni orifizio anatomico. Queste io le chiamavo le P.P.I ossia le Puttane Per Interesse. Bisogna però aggiungere che se la mia amica aveva comunque una posizione sociale consolidata e riconosciuta c'era chi faceva la P.P.I per un affitto, per una caldaia, per trovare un lavoro allo sfaccendato figlio.
Ovviamente ho fatto finta di ed essere contenta per lei.
Poi ci sono le P.P.V le Puttane Per Vanità che la danno gratis, che vanno alla cena della ditta vestite come escort ed escono di casa salutano il maritino che le guarda con gli occhi strabuzzanti pensando ― ma dove cazzo va così? ― e tornano all'una di notte con ancora le pieghe del sedile dell'auto ed un lontano retrogusto di sperma e prosecco in bocca. Ed il giorno dopo superando qualche piccolo senso di colpa scrivono nel calendario in cucina, tra le tazze con gattini e cuccioli di cane, la data della nuova cena aziendale. E dentro di loro pensano di aver fatto la cosa più eccitante del mondo, di aver vissuto la trasgressione, superato il rischio che qualcuno li scoprisse. Quasi celando il desiderio che il marito sospetti qualcosa, così da essere pronte ad inventarsi qualche sana bugia, sentendosi desiderate, pregustandosi il sapore in bocca della prossima volta. Non sanno, magari, che il marito le accompagnerebbe sulla strada a fare il 'mestiere', tanto loro sono clienti affezionati di una come me. E non sanno, neppure, che quel collega sta già facendo girare commentando il video fatto col telefonino in cui la nostra amica non può parlare perché ha la bocca occupata.
Ed infine ci sono le P.P.P le Puttane Per Prurito. Questa categoria la divido due sottocategorie.
Una volta, con Ada mia amica d'infanzia, siamo andate a prendere sua figlia a fine lezioni alle scuole medie. Sembrava di essere ad una raffazzonata sfilata di moda. Di uomini solo due nonni che a stento riuscivano a tenere gli occhi all'interno delle orbite oculari. C'era un gregge di mamme che combatteva per i primi posti davanti al cancello come fosse un concerto dagli U2. Vestite con pantaloni talmente aderenti che dovevano non respirare per chiudere il bottone, o con vestitini da aperitivo in spiaggia e scollature esagerate. C'era qualcuna in tuta da ginnastica ma con i pantaloni tirati talmente su che gli si vedeva il culo come fossero nude e se le guardavi davanti era chiaro il taglio dalla 'patata' sicuramente arrossato per lo strofinio dato dal camminare. Quando dal portone della scuola era uscito il nuovo professore di Lettere le tessere del puzzle si sono messe in ordine. Leonardo, 30 anni, capelli lunghi ricci, un gran figo. A quel punto l'odore di feromoni femminili in subbuglio è divampato potente e tutte quelle donne cercavano di mostrare il meglio della loro mercanzia. C'era chi si piegava a 90 per raccogliere proprio in quel momento qualcosa da terra ponendo al prof il lato B, chi apriva le giacche per far 'buttare ' lo sguardo di quell'Adone greco tra le loro calde scollature.
Insomma "chi non mostra non vende". Quel pollaio psichiatrico di galline si ripeteva tutti i pomeriggi a detta di Ada. E per cosa?. Per l'innato spirito di competizione che ogni donna ha?. Forse per togliersi quel prurito di dire "sono io la più bella del reame"?. Tutto questo circo mi faceva ridere e pensavo ai poveri ignari mariti a lavorare per le loro mogliettine. Quando Leonardo mia ha vista mi ha salutata creando lo scompiglio tra l'eccitata folla, molte mi hanno fissato con sguardi pieni di rabbia non sapendo che quel bel pezzo di uomo aveva 11 cm di cazzo ed era un mio cliente da tempo. Anche volendo il mio caro amico avrebbe tolto ben pochi pruriti a quelle vagine sfaldate dal tempo. Queste sono le P.P.P Junior. Non è un fatto d'età ma queste credono ancora di poter vivere l'amore idilliaco, fatto di bellezza e pura passione e si illudono che tutti gli guardino il culo o la parte migliore che hanno da mostrare. Poi a casa con il pigiama, le ciabatte ed i capelli raccolti si chiedono come mai il marito non ha più attenzioni verso di loro. E se quel, povero marito chiede un rapporto orale la moglie si sente trattata da Julia Roberts in "Pretty Woman", ignara del fatto che 11 cm sono come una piccola tavoletta energetica. "L'erba del vicino non è sempre più verde". E anche questi mariti sono potenziali o affezionati clienti della mia più spudorata categoria.
Come ultime, ma non per importanza, ci sono le P.P.P Senior. Quelle che, ho si son sposate troppo giovani, o che han creduto che la verginità fosse un totem della loro vita fino a troppi anni in la e adesso con l'età galoppante verso la quarantina si trovano spasmodicamente ha recuperare il tempo perduto. Sapendo che tra qualche anno anche quello di buono che ancora c'è migrerà verso il basso, culi o tette che siano. Queste sono quelle che non serve portarsele a cena che già verso la strada del ristorante hanno la mano sull'uccello del guidatore. In questo gruppo rientrano anche quelle che non hanno mai dato importanza al sesso nella loro relazione e adesso il marito, piantandole, sta insieme alla segretaria. Queste sono le peggiori di tutte per un uomo, lo spolpano, lo sezionano come fosse la loro ultima scopata. Sono anche le più esigenti loro con la scarsità di tempo a disposizione non possono rimandare, tutto e ora.
Ma chi è la puttana allora?
Io mi dono, mi vendo ma non calpesto nessuno, non infango chi a deciso di vivere con me che, magari, mi sopporta perché sono una stronza colossale. Non sono una di quelle che quando scoperte a tradire dicono ― Scusami io non volevo farlo, perdonami, non credevo potesse succedere è stato un attimo di sbandamento. ― A meno che l'amante non sia un mago le mutandine te le sei tolte e quando lo prendevi nella tua calda bocca non avevi una pistola puntata in testa.
Sei solo un come me ma ti dai gratis, fai la santerellina imprechi dio perché il lavoro ti sfianca e i figli e la casa. Cambia vita fai come me, mi sveglio alle 9.00 faccio colazione, leggo mi rilasso e mi organizzo per la sera sempre se ho voglia di lavorare altrimenti sposto l'appuntamento e vado a mangiarmi un'impepata di cozze con delle bruschettine aglio olio e pomodoro fresco tanto non davo baciare nessuno. E se Paco è con me mangiamo la stesse cose ed il problema alito vola via.
Insomma il mondo e pieno di puttane sante e di troie votate alla beatificazione ma non se ne rendono conto. E quando la domenica vestite come le vedove in meridione prendono l'ostia sembra che abbiano una paralisi facciale, che sia troppo grande per entrare in quella bocca, quando due sere prima avevano un cazzo di 25 cm che gli toccava l'epiglottide. In un modo o nell'altro le donne sono tute come me solo che io lo faccio senza stress e ci guadagno sopra.
A CASA: 23-39 ANNI
Da quando poi lavoro a casa tra le mie comodità tutto è notevolmente migliorato. Subito dopo averlo fatto faccio un bel bagno nella Jacuzzi e mi sento purificata. Insomma sono felice, ovviamente non bado troppo al moralismo esasperante che mi circonda, non sento le voci di corridoio o non ci faccio caso. Quando chiudo la porta di casa mia faccio quello che mi pare sempre nel rispetto degli altri. Se poi uno che viene da me ha i suoi problemi a casa con la moglie io non sono una psicologa, io offro quello che posso o meglio mi faccio pagare per quello che d'ho. Una volta la moglie di un mio cliente è venuta a dirmi di stare alla larga dal marito. Quando poi si sono calmati gli animi e le ho offerto un tè a casa mia le ho chiesto:
― Ma secondo lei perché su marito ha bisogno di queste scappatelle?.― lei mi ha risposto, dopo aver preso confidenza, che si faceva scopare solo nella posizione 'del missionario', zero petting, zero pecore, zero rapporti orali. Dentro di me ho pensato che era il marito il povero 'missionario' e per la signora era meglio prendersi un cucciolo di Labrador piuttosto che sposarsi. Ho promesso alla signora che non avrei più visto più quell'uomo lasciandolo solo alla ricerca di un'altra come me. Invece mi dispiace moltissimo per quelle che sono costrette a farlo, schiacciate dal mercato del sesso che le obbliga tra minacce e botte a prostituirsi lungo le via trafficate.
Una di loro Anuli, "gioia" in nigeriano, l'ho aiutata tramite un sottosegretario mio cliente ha smettere con la strada, liberarsi del pappone ed ora ha un'attività come la mia. Ogni tanto se qualcuno vuole provare la 'pelle scusa' lascio l'indirizzo del suo appartamento. Con lei una notte ho fatto per la prima volta sesso lesbo, era talmente bella che non ho resistito, aveva una pelle odorosa di erbe medicinali, scura ed ha leccarmela era la migliore, lei sapeva quello che le piaceva e lo faceva su di me. Aveva un fica calda e quel rosa chiaro in mezzo a le sue labbra scure erano per me un invito a baciarle. E' stata una esperienza molto sensuale, uno scambio 'alla pari' di due corpi che sapevano godere e far godere. Ogni tanto lo facciamo ancora avvolte in quella tenerezza e dolcezza che esula dalla smania e da quel senso di 'macismo' che ogni uomo vuole dimostrare. In occasioni speciali chiamo anche Paco a questi giochi perché lui sa far l'amore placidamente e rende solo più piccante il nostro incontro. Non permetto però a Paco di vedersi da solo con Anuli, lui è mio!
Poi di certo ci sono anche le donne che sono davvero fortunate, che si innamorano, amano e vivono una relazione stupenda dove tradimenti fisici o mentali non esistono. Avrei voluto essere anch'io così?.
Forse si ma quella cantina, mi ha fatto percorre strade diverse e diventare quello che sono. Se dovessi raccontare a tutte le mogli il perché i loro mariti vengono a scoparmi le farei piangere. C'è Berto che sa che sua moglie gli ha fatto le corna, una volta sola e lui non riesce a lasciarla, ma scopa con quelle come me tre volte a settimana per alleviare il suo 'disprezzo' per quella donna che mantiene tra i lussi e gli ori. Quando viene lui, oltre ad essere una persona di classe ed anche, bello e ben dotato, penso a quella povera stupida moglie che per una scopata ha rischiato di perdere tutto avendo a casa tutto quello che cercava in giro. Le donne sono strane: si sposano con uno che se non fosse loro marito, lo scoperebbero come amante, ma poi se ne dimenticano e scopano l'amante e lo vorrebbero come marito. Discorso complicato da spiegare. in pratica "nessuno è mai contento".
Io si, ho tanti soldi in banca, è vero lavoro in nero, ma con quei due o tre finanzieri di alto grado che vengono a trovarmi non ho problemi. Se nel palazzo sanno, se hanno qualche figlio o nipote per essere svezzato al caldo e con tutti i comfort 13/3 Betty è il mio civico. Del resto mi sono inventata uno pseudo lavoro, sono una blogger, ho un sito di cucina. L'ottantenne infatti quando vede qualche cliente che fa le scale per venire da me gli chiede ― oggi di che ricetta parlate ― secondo me quell'anziano fa finta di dimenticarsi e intanto incassa l'invalidità oltre alla pensione di Colonnello, chiamalo stupido. E penso anche che un po' della sua pensione di invalidità la lascerebbe volentieri sul mio comodino in camera se avesse dieci anni di meno.
Adesso che vado per i 40, devo dire che le 'impalcature' del mio corpo reggono ancora bene e ho solo clienti ricchi, eleganti e riservati. Guadagno meno con la mia 'parcella' che con quello che mi lasciano come extra quando escono con le gambe molli e la testa svuotata dai pensieri. Questa vocazione, devo essere sincera, mi diverte ancora e se guardo il mio conto in banca penso che avrei dovuto lavorare quattro vite a turno in fabbrica. Ma ognuno fa quel che vuole dei suoi giorni, anzi ognuno fa quel che può...
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