La verità nascosta 2
di
Bernardo GUY
genere
tradimenti
Passo oltre mia madre e i miei suoceri, non degnandoli di uno sguardo, quasi corro fuori dall'ospedale, certo che lì all'esterno tutto sarebbe ritornato normale, come il risveglio da un incubo. La mia mente è completamente priva di un solo pensiero: sono sconcertato, basito, impietrito. In un barlume di lucida pazzia, mi è venuta in mente la storia biblica della Genesi, dove Sara per essersi voltata verso Sodoma, contravvenendo alle parole di due messaggeri, che le avevano proibito di girarsi mentre Dio faceva piovere sulla città fuoco e zolfo, venne trasformata in una statua di sale. Questo è quello che sono, una statua. Poi mi desto, mi risveglio ed il cervello inizia ad elaborare milioni di cose tutte insieme, senza soluzione di continuità. Penso a te, al tuo viaggio in India, alle date che coincidono, a come hai potuto?, con chi? Cerco di escogitare un modo per uscirne, e come un cancellino spazza via le linee di gesso, elaboro un modo, senza riuscirci, di sopprimere, di rimuovere quell'universo di sofferenza e squallore che ho dentro.
Prendo la macchina, quando vedo sul cellulare il nome di mia madre che mi sta chiamando, schiaccio il tastino verde e le dico: «Non so, non ci credo» e chiudo subito.
Sono arrivato a casa mi siedo in cucina, sento i brividi di freddo, la sensazione che due braccia, da dietro, mi stritolino la cassa toracica; non sono così forte per gestire una cosa del genere, nessuno può esserlo, dovrei chiederti spiegazioni? In un delirio di follia vedo le tue labbra dirmi: «E' stato l'Arcangelo Gabriele, mi ha detto: "Non temere, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo"». Ma io non sono Giuseppe, non faccio il falegname, non c'è neppure una cazzo di grotta, né un asinello né un bue, E tu sei la cosa più distante che possa esserci dalla Madonna, non credi? Ma il problema che mi pongo è un altro e riguarda solo me, non te, che, con il tuo tradimento hai fatto scendere la ghigliottina sulla mia vita per sempre, e mi imponi di decidere tra condanna o perdono, con una creatura appena nata che non sa nulla di tutto questo. Come posso amare il figlio del tuo peccato, il bimbo concepito in un viaggio di lavoro, magari in una stupenda notte, in una spiaggia indiana.
Perché mi hai fatto questo? Ora preparo una piccola valigia, me ne vado al mare, lontano dalla falsità più aberrante di queste stupide foto che ci ritraggono sorridenti e felici, lontano da quel che è stato nostro e che non lo sarà più. Oppure riuscirò a perdonarti? A capirti? A comprenderti? Per ora apro una bottiglia di vino, che spero mi aiuti a spazzare via quell'uragano di meschinità in cui mi hai fatto piombare.
Mi hai scritto due email, le ho cancellate senza leggerle, ogni parola scritta da te, in questo momento mi darebbe solo nausea, voglia di vomitarti tutti i miei malesseri addosso e non devo scendere così in basso, non è nel mio carattere. Meglio trincerarsi ognuno nel proprio silenzio.
Nella mia casa al mare ieri è venuta Anna, la tua amica del cuore, mi ha cercato, non avrei voluto vederla, fino all'ultimo ho cercato una scusa, ma poi preso da un'enfasi insensata e illogica le ho detto di sì. Abbiamo bevuto un po' di vino, prima di cenare insieme, ho saputo che tu e 'lui' siete tornati a casa, che lui è bello, che tu stai bene. Ma quel 'tu' e quel 'lui' non fanno più parte del 'me' di questi giorni, e, sinceramente, credo neanche di quello di domani. Impossibile cicatrizzare una ferita così profonda, amputare è la parola che più rende l'idea di quello che provo. Perché, non mi hai preparato ad un'eventualità del genere? Perché non mi hai detto nulla del tradimento? Perché mi ha concesso tutte quelle ansie e aspettative di curiosità e speranza per un 'nostro' figlio? Cosa speravi, che se fosse nato con la mia pelle ed i miei occhi la tua impura storia indiana non sarebbe mai venuta a galla? Ecco il perché di quel tuo seducente e provocante comportamento di quella sera in cucina. Era come darmi una possibilità che nello spregiudicato gioco della sorte di geni e cromosomi, fossero i miei ad averti fecondata, e non i suoi: quelli di questo uomo fantasma che alberga costantemente in me.
Anna mi ha fatto cenno che non e hai parlato di lui, e di quello che, innegabilmente, è successo portandoci a questo devastante finale. Abbiamo continuato a bere e a parlare, mi ha detto che non ha creduto, finché non ha visto, che tu potessi avermi tradito e portato avanti tutta la gravidanza senza neppure dirmi una sola parola su quello che era successo. La tua amica è stata molto dolce con me, e quando non ho più retto e mi sono messo a piangere mi ha abbracciato con compassione, è stato un contatto molto intenso, e tu lo sai bene che mi è sempre piaciuta. Qualcosa dentro me si è scosso, per qualche istante non ti ho pensato. Poi a fine serata, era troppo brilla per guidare e le ho proposto di dormire lì, con me. Ero sotto la coperta sul matrimoniale, quando uscendo dal bagno della camera, mi sono accorto che non aveva indossato la tuta che gli avevo dato, ma che era in mutandine con una magliettina bianca sopra. Si è stesa vicino a me, c'era un po' di freddo e si è avvicinata con il suo corpo, e sentivo le sue tettine sotto la maglietta appoggiate al mio fianco, una strana e potente tentazione, un sordido sentimento di rivalsa, di fartela pagare, come uno stupido 'voler pareggiare i conti'. Mi sono girato verso lei, respirava piano, la mia mano a accarezzato delicatamente il suo viso e ci siamo baciati, a lungo. Mentre le sfioravo il pancino ha voluto ritrarsi, si è scostata da me. Ma ormai qualcosa era scattato, e ci siamo ritrovati vicini, ero eccitato, e la mia voglia di possedere Anna è sempre stata forte, fin da quel bacio che ci siamo dati prima di cominciare la storia con te. Sono sceso con il viso tra le sue gambe, le ho sfilato il perizoma, lei era immobile e non ha fiatato, ho leccato le sue grandi labbra ed ho sentito la sua fica bagnarsi all'istante, aveva il sapore buono del 'tradirti', del farti quello che tu avevi fatto a me. L'ho baciata a lungo e con enfasi, le poggiavo il mio labbro superiore sul clitoride e con la lingua entravo dentro lentamente, e lei è venuta tra sottili sospiri. Ho continuato e le sue mani mi hanno preso la nuca e mi schiacciavano verso la sua fica, ora ansimava più forte, godeva ad ogni pressione. Poi sono salito, le nostre labbra incollate in un sensuale cercarsi, e l'ho penetrata, ha avuto un sussulto, ma quando la nostre membrane hanno aderito alla perfezione, ho cominciato un movimento ritmico e lei trepidava e mi desiderava, mi voleva. Abbiamo fatto l'amore fino ai primi raggi del sole, quando abbracciati ci siamo addormentati. E' stato meraviglioso, estremamente passionale, altro che tutti quegli assurdi amplessi pre gravidanza con te, quello scopare per concepire un figlio, fatto di leggi fisiche dimenticando la chimica dei corpi. E mi vien da sorridere se penso che tutte quelle performance, sono solo servite ad avere un bimbo da un altro.
Così è cominciata la mia storia con Anna, mi piace stare con lei, è una donna, oltre che bellissima, intelligente ed intraprendente e vista le sua laurea in Lettere e la sua passione per i libri in pochi mesi l'ho assunta nella mia Casa Editrice.
Non ti ho dimenticata, questo è certo, ho fatto come gli struzzi ho messo la testa sotto la sabbia. Non sarei riuscito a perdonarti, non sarei più stato capace di toccarti, di far l'amore con te, in un corpo avuto da un altro e questo lo hai sempre saputo. Vigliaccamente, quasi a pulirmi la coscienza ti mando ogni mese un assegno per quel bimbo, che avrebbe dovuto vederci genitori felici ed invece ci ritrova sconosciuti attori di una storia durata 10 anni.
E' passato un anno, oramai mi sono staccato da quelle sensazioni tanto opprimenti, so che stai bene e che Abram cresce felice, molto di più che se ci fossi io con voi, con tutte le mia contraddizioni ed il mio non accettare la tua colpa ed il suo non essere mio figlio.
Anna aspetta una bambina, e la nostra relazione ha preso una forza, quasi, inaspettata.
Hai mantenuto la mia volontà di non vederci e non sentirci più, ci siamo visti per le carte del divorzio, senza parlarci. Non ho bisogno di sapere cosa è successo laggiù, oramai il calendario della nostra vecchia cucina ha voltato pagina e su quella nuova non si leggono più i tuoi giorni, segnati in grande, delle tue ovulazioni.
Poi una mattina come tante esco a prendere la posta, e trovo una lettera senza mittente, la apro seduto in cucina, sono solo a casa, e leggo:
"Ciao sono io, sono quattordici mesi che devo dirti una cosa, prima mentre aspettavo Adam non ne ho avuto: né la forza né il coraggio. La mia paura di essere abbandonata e lasciata da te sarebbe stata troppo devastante, una cosa a cui non avrei creduto di riprendermi. Ma ora ho Adam che mi illumina le giornate, e mi ruba tutto l'amore che ho. In India una notte sono stata violentata da due uomini... non c'è stato nessun.. meglio lasciar stare..
Ti auguro ogni bene con Anna e con la piccola che presto vedrà il mondo. "
Ho chiuso la lettera e ho iniziato piangere......
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