Via Pellegrino Matteucci 9 int 11 (parte terza)

di
genere
scambio di coppia

Il numero 2 su quella porta prendeva solo metà del foglio, l' altra metà era occupata da una scritta a penna: "All' uomo che varcherà quella soglia troverà una stanza buia. Appena entrato dovrà sdraiarsi nudo sul letto e non accendere la luce per nessun motivo".
L' uomo capì subito che l' occupante voleva aggiungere un po' di mistero.
Eseguì gli ordini, si spogliò totalmente nudo al buio. Sdraiato il cazzo svettava. La donna allora uscì dal bagno, completamente nuda si mise sopra l' uomo dandole la vulva a due cm dalla faccia.
L' uomo cominciò a leccarla, la donna godeva ma doveva farlo in silenzio.
Toccandole le cosce l' uomo capì che aveva indossato solo delle giarrettiere.
L' aria si fece più erotica che mai.
Purtroppo la donna rimase vittima della regola da lei stessa ideata perché l' uomo era come un serpente ma voleva aggiungere quel pathos in più.
La femmina stava per venire e dovette mordere il cuscino per poter soffocare i gemiti.
L' uomo ormai era una maschera di umori.
I due si baciarono, quando poi alla donna misteriosa venne l' idea di un 69. Ovviamente non poteva dirlo e l' uomo lo capì solamente da una sagoma non molto delineata delle sue gambe che si approssimava alla sua faccia.
La donna cominciò a leccare quell'asta ed in contemporanea l'uomo tutto quel fiore bagnato di piacere.
Ora anche l' uomo fu preda di quella tortura a mascherare l' orgasmo ma aveva la soluzione a portata di faccia, infatti leccava la patata della donna misteriosa.
Diabolicamente la donna si staccò. Cominciò a leccare, leccava come non aveva mai fatto, sarà l' eccitazione del momento o uno spirito di rivalsa quel cazzo sembrava volesse consumarlo. L' uomo stava facendo le sette fatiche di Ercole per trattenersi e, alla fine, ci riuscí.
La donna prese l'uomo sul cazzo e lo condusse sul letto, a pecora indirizzò il cazzo sulla fica. L' uomo cominciò a scoparla, la donna era una maschera di sudore e si affidò al suo alleato cuscino premendoci contro la bocca. Qualche verso le uscì ma l' uomo ancora non riusciva a scoprire chi fosse.
Pompava sempre più forte finché la donna non venne. Entrambi si sentivano un leone in gabbia perché la patata era bella calda come piaceva all'uomo ma nonostante ciò si trattennero.
Venuta una seconda volta la donna decise che era tempo anche per il suo culo di avere soddisfazione.
Indirizzó la nerchia sul buchetto e se lo infilò. Sapeva che avrebbe provato dolore ma che dopo un po' avrebbe provato piacere. In questo caso no, il dolore persisteva ed il cazzo sembrava non finire mai. Allora le venne l' illuminazione: "Asso di bastoni". Asso di bastoni era il soprannome che Roberto aveva nel gruppo.
"Clara!" esclamò l' uomo riconoscendola dalla voce.
Ormai non aveva più senso trattenersi ed infatti si sfogarono.
Più Clara urlava più Roberto ci dava dentro.
Le interiora di Clara ormai accoglievano quel portento della natura, 26cm per 3 dita di circonferenza.
Le palle sbattevano contro la fica producendo quel caratteristico rumore.
Clara cominciò pure a masturbarsi, non ci volle molto per sentirla urlare che veniva.
Roberto, come amava fare, sfiló il cazzo per vedere il buco che aveva lasciato. Ogni volta si compiaceva.
Clara diede due succhiate a quel cazzone per poi impalarselo. Asso di bastoni le lasciò manate sulle chiappe.
"Siii fammele diventare rosseeeee".
Roberto così fece.
"Oddioooooo vengoooo, che troia che sonooooooo, quanto mi piaceeeee".
Anche Roberto stava per venire ma fece in tempo a sfilarsi il cazzo e spararle tutto il suo liquido in gola.
Le dimensioni notevoli e l' enorme getto fecero tossire la donna.
Roberto, forse resosi conto, chiese se andava tutto bene. Clara non rispose ma l'aver preso tutto lo sperma in eccesso ed esserselo messo in bocca fu inequivocabile.
scritto il
2024-11-11
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