Via Pellegrino Matteucci 9 int 7
di
Andrea MCMLXXXIV
genere
dominazione
Il condominio di Via Pellegrino Matteucci si trova in una zona signorile della città. Conta di 12 appartamenti suddivisi in quattro piani.
All' interno 7 c'è la famiglia Palma, moglie e marito, sui 40 anni.
Il marito, Antonio, scoprì quasi per caso la sua propensione ad essere umiliato e dominato.
Un giorno, in una lite furibonda con la moglie, Francesca, quest'ultima lo riempí di insulti. Le diceva che non era bravo a fare nulla, che era meglio che non se lo sposava, che in un soprammobile aveva più senso di lui.
Antonio, invece di arrabbiarsi e controbattere sentiva un'eccitazione più intensa. Quando le acque si calmarono confessò alla moglie di questa cosa e così decisero di applicarla nel loro talamo nuziale.
Avevano acquistato un vestito da dominatrice ed una frusta per lei.
A letto lei lo riempiva di insulti ed ordini. Lui rispondeva semplicemente "si padrona". Francesca aveva capito che poteva fargli fare di tutto e così fece.
Un giorno particolarmente stressante per la donna essa decise che il modo migliore per sfogarsi era umiliare il marito. Appena l' uomo rincasò la moglie mise in chiaro fin da subito come si sarebbe svolta la serata.
Vestita da dominatrice, quando ancora il marito era ancora sull'uscio gli ordinò di gattonare fino in cucina e cucinare, lei non aveva voglia.
"Ora, brutto essere inutile, fa' che sia buona, altrimenti".
"Si mia padrona" rispose sottomesso Antonio.
La donna ne prese un pezzo, lo masticò e glielo sputó in faccia.
"Bleah che schifoooo, neanche una frittataa".
Il marito non rispose ma abbassò il capo.
La donna, nel frattempo si era alzata, ordinò all' uomo di spogliarsi e mettersi a pecora, l' uomo stava con le chiappe per aria. Francesca prese la frusta e cominciò a frustarla.
"Sei proprio un pezzo di merda" ed una frustata.
"È riuscito meglio Pinocchio con una sega che te con una scopata" ed una frustata.
"Guarda come ti sei ridotto, a farti frustare quel culo del cazzo" ed una frustata. Il marito ogni volta: "scusi padrona".
Per Francesca ancora non era abbastanza, decise allora di infilare il manico nel culo del marito.
Antonio urlò dal dolore.
"Non fare tante storie, dopo ti piacerà" disse senza mezzi termini la moglie.
Infatti fu così.
"Si, è questo quello che merito mia padronaaaaa".
"Il porco si eccita ad essere inculato vero? Guarda quel cazzetto come è dritto".
Nel frattempo Francesca aveva preso a strizzargli un minimo i testicoli.
Antonio aveva le palle gonfie come mongolfiere. Doveva scopare ma Francesca ritenne che ancora non era ora.
"Adesso, con la frusta nel culo, leccami".
Da sotto Antonio obbedì.
"Che bel cagnolino che sei!". Quel mix di leccate ed umiliazioni al marito le provocò un orgasmo.
"Si dai cagnolino, lecca!".
Antonio eseguì e Francesca venne.
"Giusto con la lingua riesci a farmi venire, perché il cazzo latita, menomale che il mio capufficio me ne fa assaggiare uno serio".
"Si padrona, fa bene, lei ha diritto di godere ed io debbo fare tutto ciò affinché il suo piacere sia anteposto al mio".
"Allora non sei così stupido, qualcosa riesci a capirla".
Detto questo fece distendere il marito e si scopó la fica.
Ad ogni colpo che si dava era un'offesa alla virilità e alla persona di Antonio.
Venne urlando il nome di Giuseppe, il suo capufficio.
Finito l' orgasmo la moglie le disse che aveva urlato il nome del suo capufficio in quanto per venire aveva bisogno di pensare a quel cazzo.
"Si padrona ha ragione".
Per imporre di più la sua autorità Francesca domandò al marito: "chi è il mio schiavo?" Antonio rispose: "Io". "E chi è che comanda?". "Lei" rispose Antonio.
Francesca si incazzò, prese la frusta e lo frustò nuovamente sulle chiappe. "Brutto essere immondo devi rispondere Lei padrona".
Antonio si scusò, la padrona sorrise soddisfatta.
Su preciso ordine di Francesca Antonio cominciò a fotterle il culo, ma durò poco, dopo nemmeno un minuto spruzzó tutto lo sperma che aveva in corpo.
"Poi non ti chiedere perché mi scopi il mio capufficio!" osservò Francesca aggiungendo che era meglio masturbarsi e così fece venendo.
All' interno 7 c'è la famiglia Palma, moglie e marito, sui 40 anni.
Il marito, Antonio, scoprì quasi per caso la sua propensione ad essere umiliato e dominato.
Un giorno, in una lite furibonda con la moglie, Francesca, quest'ultima lo riempí di insulti. Le diceva che non era bravo a fare nulla, che era meglio che non se lo sposava, che in un soprammobile aveva più senso di lui.
Antonio, invece di arrabbiarsi e controbattere sentiva un'eccitazione più intensa. Quando le acque si calmarono confessò alla moglie di questa cosa e così decisero di applicarla nel loro talamo nuziale.
Avevano acquistato un vestito da dominatrice ed una frusta per lei.
A letto lei lo riempiva di insulti ed ordini. Lui rispondeva semplicemente "si padrona". Francesca aveva capito che poteva fargli fare di tutto e così fece.
Un giorno particolarmente stressante per la donna essa decise che il modo migliore per sfogarsi era umiliare il marito. Appena l' uomo rincasò la moglie mise in chiaro fin da subito come si sarebbe svolta la serata.
Vestita da dominatrice, quando ancora il marito era ancora sull'uscio gli ordinò di gattonare fino in cucina e cucinare, lei non aveva voglia.
"Ora, brutto essere inutile, fa' che sia buona, altrimenti".
"Si mia padrona" rispose sottomesso Antonio.
La donna ne prese un pezzo, lo masticò e glielo sputó in faccia.
"Bleah che schifoooo, neanche una frittataa".
Il marito non rispose ma abbassò il capo.
La donna, nel frattempo si era alzata, ordinò all' uomo di spogliarsi e mettersi a pecora, l' uomo stava con le chiappe per aria. Francesca prese la frusta e cominciò a frustarla.
"Sei proprio un pezzo di merda" ed una frustata.
"È riuscito meglio Pinocchio con una sega che te con una scopata" ed una frustata.
"Guarda come ti sei ridotto, a farti frustare quel culo del cazzo" ed una frustata. Il marito ogni volta: "scusi padrona".
Per Francesca ancora non era abbastanza, decise allora di infilare il manico nel culo del marito.
Antonio urlò dal dolore.
"Non fare tante storie, dopo ti piacerà" disse senza mezzi termini la moglie.
Infatti fu così.
"Si, è questo quello che merito mia padronaaaaa".
"Il porco si eccita ad essere inculato vero? Guarda quel cazzetto come è dritto".
Nel frattempo Francesca aveva preso a strizzargli un minimo i testicoli.
Antonio aveva le palle gonfie come mongolfiere. Doveva scopare ma Francesca ritenne che ancora non era ora.
"Adesso, con la frusta nel culo, leccami".
Da sotto Antonio obbedì.
"Che bel cagnolino che sei!". Quel mix di leccate ed umiliazioni al marito le provocò un orgasmo.
"Si dai cagnolino, lecca!".
Antonio eseguì e Francesca venne.
"Giusto con la lingua riesci a farmi venire, perché il cazzo latita, menomale che il mio capufficio me ne fa assaggiare uno serio".
"Si padrona, fa bene, lei ha diritto di godere ed io debbo fare tutto ciò affinché il suo piacere sia anteposto al mio".
"Allora non sei così stupido, qualcosa riesci a capirla".
Detto questo fece distendere il marito e si scopó la fica.
Ad ogni colpo che si dava era un'offesa alla virilità e alla persona di Antonio.
Venne urlando il nome di Giuseppe, il suo capufficio.
Finito l' orgasmo la moglie le disse che aveva urlato il nome del suo capufficio in quanto per venire aveva bisogno di pensare a quel cazzo.
"Si padrona ha ragione".
Per imporre di più la sua autorità Francesca domandò al marito: "chi è il mio schiavo?" Antonio rispose: "Io". "E chi è che comanda?". "Lei" rispose Antonio.
Francesca si incazzò, prese la frusta e lo frustò nuovamente sulle chiappe. "Brutto essere immondo devi rispondere Lei padrona".
Antonio si scusò, la padrona sorrise soddisfatta.
Su preciso ordine di Francesca Antonio cominciò a fotterle il culo, ma durò poco, dopo nemmeno un minuto spruzzó tutto lo sperma che aveva in corpo.
"Poi non ti chiedere perché mi scopi il mio capufficio!" osservò Francesca aggiungendo che era meglio masturbarsi e così fece venendo.
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