Le 6 buche

di
genere
orge

“Pronto?”
“Chiara, ciao! Carissima, come stai?”
“Benone. E tu?”
“Ti devo raccontare… Sei a Trieste o a Milano?”
“Sono a Milano, ma torno domani”
“Massimo?”
“Come al solito, a casa ad aspettare che gli racconti…”
“Che cocoli che siete”
“Tu? Con Vittorio?”
“Ormai Vittorio si è rassegnato, ci sono più corna in casa nostra che nello zoo degli animali alpini.”
“La solita maialina, la nostra Valentina…”
“Sì, ma ho qualcosa di davvero intrigante da raccontarti, tesoro. Hai un momento?”
“Certo, Vale, dimmi tutto.”
“Allora, ieri sera ho partecipato a un gioco piuttosto insolito. Non è il solito gioco, ti avverto. Si chiama 'Le 6 buche'.”
“Le 6 buche? E che roba è? Una gara di golf?”
“No, no, non è golf, non preoccuparti. È una sorta di gara tra gli uomini. Eravamo cinque uomini e due donne, e la sfida era completare un giro di sei ‘buche’... “
“Cioè?”
“Dai Chiara, ci arrivi da sola…”
”E’ quello che penso, Vale?”
“Bocca, figa e culo. Gli uomini dovevano alternarsi e ogni ‘buca’ doveva essere… completata.”
“Quindi, ogni uomo doveva passare per tutti e tre i ‘buchi’ delle due donne?”
“Esatto. Ogni uomo doveva completare il percorso con entrambe le donne, usando anche mani e oggetti se voleva. La regola era che ogni buca doveva portare a un orgasmo della donna, ma solo con il cazzo inserito.”
“Ossignur. Ma come sei finita coinvolta in tutto questo?”
“Ah, quella è una storia divertente. Un mio amico, Marco, che è abbastanza noto per organizzare eventi del genere, mi ha invitata. E, onestamente, all’inizio pensavo fosse uno scherzo. Poi ho capito che era tutto serio, e sono finita in mezzo a questa avventura.”
“E l’altra donna chi era?”
“Non la conosci. Non la conoscevo nemmeno io. Credo che fosse l’amante del proprietario della villa. Una biondina con le tette rifatte, tutta griffata peggio di te.”
”…”
“Aveva una mini bag di Ferragamo…la Wanda blu”
“Nooo!”
“Sì, sì.”
“Cazzo.”
“Già. E pensa, la cosa curiosa è che quando veniva urlava anche più di te!”
”Daiii, Vale”
”Te lo giuro. Un sirena anti-incendio...”
“E come funzionava il gioco?”
“Beh, Chiara, il contesto era piuttosto... esclusivo. Eravamo in questa villa privata, con stanze preparate appositamente per ogni fase del gioco. Gli uomini si alternavano, e ogni volta che uno iniziava con una delle buche, il cronometro partiva. La competizione era serrata, e c’era Marco che era l’addetto ai punti che annotava su una lavagna ogni orgasmo e il tempo impiegato.”
“Chi erano questi uomini?”
“Tutti di un certo livello. Alcuni palestrati, altri più raffinati. Uno sembrava il classico tipo da rivista di moda, capelli perfetti e un viso da attore di soap opera. Poi c’era quello un po’ più rude, barba incolta e tatuaggi dappertutto. Un altro era più giovane, occhi scuri, labbra carnose, il tipo che ti guarda e ti fa tremare. Tutti diversi, ma tutti competitivi. L’obiettivo era chiaro: farci godere, ma senza perdere il controllo. Se uno di loro veniva prima di noi, doveva fermarsi. Ed è successo parecchie volte. Se raggiungevano l’orgasmo, erano costretti a fermarsi per riprendersi. Era come una pausa obbligatoria.”
“Quindi, dovevano essere bravi a trattenersi?”
“Esatto. La cosa più assurda era vedere come cercavano di trattenere il proprio orgasmo mentre ci spingevano sempre più in là. C’era uno in particolare, quello più giovane, che era disperato. Continuava a fermarsi, respirare profondamente, guardandomi negli occhi come se volesse scusarsi per essere così vicino al limite. Ma poi ripartiva, determinato.”
“E tu, Vale? Come ti sei sentita?”
“All’inizio era eccitante. Cinque uomini concentrati su di me, sul mio corpo. Sentirli alternarsi tra la bocca, la figa e il culo era come un flusso continuo di stimoli. Ogni tocco era calibrato per darmi piacere, e lo facevano in modo che io raggiungessi il picco più e più volte. Un paio di loro avevano portato due piccoli vibratori, pensa Chiara che uno voleva usare pure il succhiaclitoride! Ma anche no! Io mi sono rifiutata. E anche la biondina ha detto di lasciar perdere.
“Wow! Dettagli, Vale, dettagli…”
“Quando avevo un cazzo in bocca capitava che quello, per non dar spazio agli altri, usava il vibratore sulla figa. E quando qualcuno mi inculava, c’era sempre qualcuno che me lo buttava in gola tenendomi la testa. “
“Dev’essere stato estenuante.”
“Lo è stato, ma in quel momento, Chiara, l’adrenalina e l’eccitazione ti fanno dimenticare tutto. A un certo punto, però, la situazione è diventata caotica. C’erano momenti in cui ero riempita in tutti e tre i buchi contemporaneamente. Un cazzo in bocca, uno dietro e l’altro tra le gambe. Ogni volta che raggiungevo l’orgasmo, non sapevo più a chi attribuirlo. “Di chi è? di chi è?”, mi gridava Marco. E che cazzo ne sapevo io di chi era? Secondo lui persa com’era a godere dovevo star lì a capire se era quello che avevo nel culo o nella figa. Marco non sapeva più a chi dare il punto, era nel panico totale. Ogni volta che venivo, doveva cercare di capire chi fosse il 'responsabile'. Non riusciva a stare al passo."
“Cazzo Vale… Cosa mi stai raccontando?…”
“Era una scena comica, ti giuro. Io lì, incapace di capire da dove arrivasse il piacere, mentre lui cercava di tenere tutto sotto controllo. Alla fine, tutto è degenerato in una sorta di performance. Gli uomini erano sudati, ansimanti, ma determinati a non mollare. Però a un certo punto, io e l’altra donna non ce la facevamo più. E devo confessare che abbiamo cominciato a fingere. Ogni volta che ci toccavano, esageravamo, gridavamo, ci dimenavamo, ma era tutto finto. Eravamo sfinite."
“Quindi avete fatto finta per tutto il resto del gioco?”
“Eh si, amica mia. C’è stato un punto in cui il piacere era diventato troppo, e il corpo non riusciva più a reagire. Ma non potevamo fermarci. Gli uomini erano troppo coinvolti, e noi dovevamo mantenere il ritmo. Anche la biondina lo ha ammesso, alla fine. Era un po’ come un circo, uno spettacolo di orgasmi finti per mantenere l’atmosfera bollente.”
“Che scena!”
“Puoi dirlo forte. Era come una commedia erotica. Alla fine del gioco, eravamo distrutte, esauste, ma anche divertite dalla situazione. Gli uomini ci guardavano con ammirazione, come se fossimo le vere vincitrici, e noi ridevamo tra noi due. Nessuno aveva capito che era diventato tutto una farsa. Ma sai, in un certo senso, anche quello fa parte del divertimento.”
“Non so se avrei la forza di partecipare a una cosa del genere.”
“Lo pensavo anch’io, ma una volta che ci sei dentro... beh, è come una sfida personale. E quando ti lasci andare, tutto diventa surreale, intenso e assurdo allo stesso tempo.”
”…”
“Vuoi che chieda a Marco? Sai, lui ha già in mente di organizzare un’altra serata del genere. Mi ha detto che stanno cercando nuove partecipanti, qualcuno di fresco. E tu saresti perfetta.”
“Non lo so… Mi sembra un po’ troppo, onestamente.”
“Ma dai, Chiara. Pensa a tutte le volte che ci siamo dette di voler provare qualcosa di nuovo, di spingerci oltre i nostri limiti. E questo non è solo sesso. È un’esperienza che ti mette alla prova, in cui il tuo corpo e la tua mente devono trovare un equilibrio. Ti senti potente, in controllo, ma allo stesso tempo ti lasci andare completamente.”
“Però cinque uomini… mi sembra esagerato.”
“Lo pensi adesso. Ma ti assicuro, quando sei lì, tutto cambia. Sì, ci sono cinque uomini, ma è come se tutto ruotasse intorno a te. Sei tu il centro del loro mondo, sei tu quella che comanda il gioco. È una sensazione incredibile.”
“Ma l’idea di fingere… non so se riuscirei a gestirla.”
“Ma è proprio questo il punto. Non devi fare nulla che non ti vada. Il fingere è stato un nostro modo di gestire l’intensità. Se arrivi a quel punto, puoi semplicemente goderti lo spettacolo. Non ci sono aspettative, solo piacere.”
“E se non riesco a reggere il ritmo?”
“Allora fai una pausa. Nessuno ti obbliga a niente. Se ti fermi, il gioco continua comunque. Puoi semplicemente guardare, lasciarti andare e poi riprendere quando vuoi. Non è una gara contro di te, è una gara per loro. Tu devi solo goderti il momento.”
“E l’altro ragazzo? Marco… è sicuro che non ci siano problemi?”
“Assolutamente. Marco è un perfezionista. Organizza tutto nei minimi dettagli. C’è sempre rispetto, confini chiari. È come un club esclusivo, ma senza le stranezze che ti immagini. È solo puro, semplice piacere.”
“Lo so, ma…”
“Guarda, ti capisco. È normale avere dubbi, lo avevo anch’io. Ma quando sei lì, ti rendi conto che non c’è nulla di strano. È come vivere in un altro mondo, uno dove i limiti non esistono, dove puoi esplorare il tuo corpo e i tuoi desideri senza giudizi. Non hai niente da perdere.”
“E tu pensi davvero che potrei farcela?”
“Sicuro. Hai più forza di quanto pensi. E se ti va, io sarò lì con te, dall'inizio alla fine. Non sarai da sola.”
“Forse... se ci sei tu... forse potrei pensarci.”
“Pensaci. E se decidi di buttarti, sarà l’esperienza più folle della tua vita. E, Chiara, so che te la godresti.”
“Ok. Facciamo così… Chiedi a Marco. Poi vediamo.”
“Lo sapevo! Lo chiamo subito! Sarà fantastico farlo con te!”
scritto il
2024-11-12
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