Gigi e la mamma - 6°- Scopato a candela dopo una intensa giornata di sesso.
di
Andrea inc
genere
incesti
Entrati in camera, la mamma aveva scostato il copriletto lasciando solo le bianche lenzuola di lino ed i doppi guanciali per ogni lato.
Poi aveva abbassato le luci lasciando il letto in penombra in modo da creare un'atmosfera calda e intima.
Quindi, dopo aver accompagnato il figlio a giacere al posto abitualmente occupato dal marito, l'aveva baciato sulla fronte ed era andata in bagno.
Quando ne era uscita dopo diversi minuti, aveva subito riempito la stanza di un penetrante profumo dall'essenza esotica mentre la sua figura, illuminata dalla luce alle sue spalle, appariva diafana, come avvolta da una nube bianca e splendente.
Aveva raccolto i capelli in una semplice coda di cavallo ed indossava una vaporosa e morbida camicia da notte che pareva farla librare leggera nell'aria.
Le gambe erano velate da calze bianche tenute da autoreggenti rosse e dal perizoma dello stesso colore che spiccavano provocanti, sotto il trasparente candore della camicia.
Ai piedi sandali di vernice rosse dal tacco vertiginoso.
A quella apparizione che aveva avuto sul ragazzo l'effetto di una visione onirica, al tonfo del suo cuore, aveva risposto una simultanea erezione che la mamma aveva commentato così "Che meraviglia Gigi!"
-Che meraviglia tu mamma!-
Le aveva risposto il ragazzo incantato da quella visione e con lo sguardo perso sul seno nudo della mamma che, sodo e rigoglioso, spingeva verso l'alto i suoi capezzoli appuntiti come bacche adagiate sulle tonde areole scure ben visibile sotto quelle trasparenze.
Quella figura eterea e carnale al tempo stesso, con movenze sinuose, si era adagiata sul letto accanto al suo giovane amante e, dopo avergli offerto le sue voluttuose labbra per un bacio carico di libidine e di amore, gli aveva sussurrato: " Gigi, amore mio, fai come avevi fatto prima; Sfilami le scarpe e le calze.. poi baciami i piedi e succhiami le dita e poi, accarezzami le gambe e le cosce e baciami.. baciami e lecca ogni lembo di pelle che incontri sotto le tue labbra e poi, sfilami il perizoma e perditi con la lingua sino a lambire il luogo che ti ha custodito e protetto per nove mesi.
Leccami amore, leccami e fammi godere prima che anche tu trovi il tuo posto nel paradiso che da oggi ti appartiene.
Il ragazzo che aveva eseguito alla lettera le indicazioni della mamma, giunto con la lingua a stimolarle la clitoride irta e dura, superato l'accesso delle grandi labbra verso l'eden, si era sentito spingere la testa sin dentro il luogo della perdizione e della lussuria inondato nella bocca dagli umori dell'esplosivo orgasmo e negli orecchi e nel cervello dalle grida di godimento dell'amante incestuosa.
Quando, ripresasi dallo scuotimento dell'orgasmo, la mamma gli aveva chiesto di porgerle l'arnese di cui prendersi cura, il ragazzo le si era subito seduto sul seno offrendo alle sue labbra il cazzo duro, livido e pulsante dal quale fuoruscivano filamenti lucidi come lacrime.
La mamma gli aveva riservato un trattamento speciale che ne aveva prolungato il piacere per molto tempo prima di lasciarlo andare in una incredibile sborrata sulla sua pancia e sul seno.
Poi, mentre il ragazzo era ancora ansimante gli aveva detto: "Amore, vienimi ancora su che te lo voglio succhiare e ripulire con la bocca prima che anche tu ti occupi con la lingua del tuo seme spruzzato sul mio corpo.
Dopo cena, erano tornati a letto dove la mamma, prendendo totalmente l'iniziativa, aveva fatto impazzire di piacere il figlio con le sue mani, le carezze, la bocca e la lingua prima di mettersi su di lui che giaceva supino, e calarsi a candela sul suo cazzo durissimo per cavalcarlo sino a farlo godere e sborrare direttamente sulla cervice uterina.
Quella giornata carica di sorprese e faticosa oltre ogni limite, aveva svuotato il ragazzo di ogni energia e, dopo l'ultimo pompino che lei gli aveva fatto , era caduto di schianto in un sonno profondo in cui la mamma, mentre lui dormendo, aveva assunto una postura fetale, gli teneva la testa tra i suoi seni come quando era bambino e , felice, si era addormentata anche lei.
segue
Poi aveva abbassato le luci lasciando il letto in penombra in modo da creare un'atmosfera calda e intima.
Quindi, dopo aver accompagnato il figlio a giacere al posto abitualmente occupato dal marito, l'aveva baciato sulla fronte ed era andata in bagno.
Quando ne era uscita dopo diversi minuti, aveva subito riempito la stanza di un penetrante profumo dall'essenza esotica mentre la sua figura, illuminata dalla luce alle sue spalle, appariva diafana, come avvolta da una nube bianca e splendente.
Aveva raccolto i capelli in una semplice coda di cavallo ed indossava una vaporosa e morbida camicia da notte che pareva farla librare leggera nell'aria.
Le gambe erano velate da calze bianche tenute da autoreggenti rosse e dal perizoma dello stesso colore che spiccavano provocanti, sotto il trasparente candore della camicia.
Ai piedi sandali di vernice rosse dal tacco vertiginoso.
A quella apparizione che aveva avuto sul ragazzo l'effetto di una visione onirica, al tonfo del suo cuore, aveva risposto una simultanea erezione che la mamma aveva commentato così "Che meraviglia Gigi!"
-Che meraviglia tu mamma!-
Le aveva risposto il ragazzo incantato da quella visione e con lo sguardo perso sul seno nudo della mamma che, sodo e rigoglioso, spingeva verso l'alto i suoi capezzoli appuntiti come bacche adagiate sulle tonde areole scure ben visibile sotto quelle trasparenze.
Quella figura eterea e carnale al tempo stesso, con movenze sinuose, si era adagiata sul letto accanto al suo giovane amante e, dopo avergli offerto le sue voluttuose labbra per un bacio carico di libidine e di amore, gli aveva sussurrato: " Gigi, amore mio, fai come avevi fatto prima; Sfilami le scarpe e le calze.. poi baciami i piedi e succhiami le dita e poi, accarezzami le gambe e le cosce e baciami.. baciami e lecca ogni lembo di pelle che incontri sotto le tue labbra e poi, sfilami il perizoma e perditi con la lingua sino a lambire il luogo che ti ha custodito e protetto per nove mesi.
Leccami amore, leccami e fammi godere prima che anche tu trovi il tuo posto nel paradiso che da oggi ti appartiene.
Il ragazzo che aveva eseguito alla lettera le indicazioni della mamma, giunto con la lingua a stimolarle la clitoride irta e dura, superato l'accesso delle grandi labbra verso l'eden, si era sentito spingere la testa sin dentro il luogo della perdizione e della lussuria inondato nella bocca dagli umori dell'esplosivo orgasmo e negli orecchi e nel cervello dalle grida di godimento dell'amante incestuosa.
Quando, ripresasi dallo scuotimento dell'orgasmo, la mamma gli aveva chiesto di porgerle l'arnese di cui prendersi cura, il ragazzo le si era subito seduto sul seno offrendo alle sue labbra il cazzo duro, livido e pulsante dal quale fuoruscivano filamenti lucidi come lacrime.
La mamma gli aveva riservato un trattamento speciale che ne aveva prolungato il piacere per molto tempo prima di lasciarlo andare in una incredibile sborrata sulla sua pancia e sul seno.
Poi, mentre il ragazzo era ancora ansimante gli aveva detto: "Amore, vienimi ancora su che te lo voglio succhiare e ripulire con la bocca prima che anche tu ti occupi con la lingua del tuo seme spruzzato sul mio corpo.
Dopo cena, erano tornati a letto dove la mamma, prendendo totalmente l'iniziativa, aveva fatto impazzire di piacere il figlio con le sue mani, le carezze, la bocca e la lingua prima di mettersi su di lui che giaceva supino, e calarsi a candela sul suo cazzo durissimo per cavalcarlo sino a farlo godere e sborrare direttamente sulla cervice uterina.
Quella giornata carica di sorprese e faticosa oltre ogni limite, aveva svuotato il ragazzo di ogni energia e, dopo l'ultimo pompino che lei gli aveva fatto , era caduto di schianto in un sonno profondo in cui la mamma, mentre lui dormendo, aveva assunto una postura fetale, gli teneva la testa tra i suoi seni come quando era bambino e , felice, si era addormentata anche lei.
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