Lucrezia Borgia – in posa per i pornodipinti

di
genere
orge

L’appuntamento con il pittore ufficiale della Casata era fissato per le dieci della mattina, orario in cui il salone centrale di Palazzo Borgia era inondato di sole dalle grandi finestre a bifora.
Lucrezia Borgia era emozionata come una fanciulla che aspetta impaziente di cavalcare il suo pony. Ma al posto del pony la Nobildonna trovò ad attenderla 4 uomini nudi.
“CHE DELIZIA!” esclamò “UN SACCO DI BEI CAZZONI DURI PER ME!”.
Il pittore arrivò poco dopo, sistemò cavalletto e tela, prese la matita e chiese a Lucrezia Borgia:
“SUA MAESTA’ SI INGINOCCHI E PRENDA IN MANO IL PISELLONE DEL RAGAZZO PIU’ VICINO A LEI”.
“VOLENTIERI!” disse la Sovrana afferrando l’uccello dell’uomo.
“BENE, ORA LO SEGHI!”
Lucrezia Borgia iniziò a lavorare la minchia guardando verso il pittore. Il problema è che un quadro non è una fotografia, per cui occorre che i soggetti stiano in posa per lungo tempo. Così dopo un po’ di energica segata il ragazzo venne e la Nobildonna, golosa di sborra, si leccò la mano.
“AVANTI IL SECONDO!” ordinò il pittore facendo mettere un ragazzo simile al precedente nella stessa posa a cazzo sguainato.
“DAI BEL MASCHIETTO FATTI SEGARE DA QUESTA TROIA!”.
L’uomo iniziò a grugnire come un maiale e, dopo pochi minuti aveva già eiaculato potenti getti di sborra che Lucrezia con maestria intercettò al volo con la lingua ed inghiottì felice.
“AVANTI IL TERZO!” esclamò il pittore “E CERCA DI DURARE DI PIU’!”.
Intanto, per far rizzare nuovamente i cazzi ai primi tre, furono fatte entrare nel salone sei damigelle tutte nude che si chinarono prendendo subito a spompinare tutte insieme i tre cazzi ormai mosci. Sapientemente, mentre ciucciavano le banane le sei cortigiane erano a gambe larghe e con la mano libera si sditalinavano la figa dicendo oscenità
“FORZA BEI MASCHIONI TORNATE A CAZZO DURO CHE LA NOSTRA SOVRANA VI ASPETTA!”.
A furia di scalipparli i tre cazzi tornarono belli ritti e duri.
“MOLTO BENE! ORA MAESTA’ PRENDETE IN BOCCA DUE DEI CAZZI E SPOMPINATELI COME UNA PUTTANELLA!”.
Lucrezia, che adorava essere trattata come l’ultima delle zoccole, iniziò un furioso pompino prendendo le due cappelle in bocca insieme.
“CIUCCI BENE GLI ARNESI SUA ALTEZZA!” chiese il pittore, Per completare quel quadro fu necessario far nuovamente rizzare i 4 uccelli per ben tre volte e le cortigiane, che erano lì apposta pronte all’uso, allargarono volentieri le gambe prendendo le mazze nelle fighe e nei culetti, oltre che in bocca. Finalmente uno degli uomini riusci’ a sborrare in faccia alla Nobildonna.
“SPALMATEVI BENE LO SPERMA SU TUTTO IL VISO!”.
Lucrezia fu fischiata e applaudita e la sua fama di Nobile Vacca da monta si diffuse in tutto il Regno.


scritto il
2025-01-16
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