Riti satanici parte I: Elisa decide di partecipare.
di
BANANA JOE
genere
confessioni
Quando chiuse la telefonata Elisa si disse che non era possibile. La sua migliore amica Barbara, 50 anni come lei, le aveva appena proposto di partecipare insieme ad un rito satanico a casa del suo nuovo fidanzato.
“Barbara non può farlo. Lei è di Chiesa e poi si sa cosa succede a questi riti…” pensò, turbata, la donna spazzolandosi allo specchio i lunghi capelli corvini.
“Beh però sono ancora un discreto pezzo di gnocca” si sorrise raddrizzando la schiena. Si sfilò maglioncino, camicetta e reggiseno rimanendo con le tette di fuori ad ammirarsi. “Ma si se fossi un ometto mi sarebbe già venuto bello duro…”. Afferrò dal letto il telefono e selezionò il numero dell’amica.
- CIAO CARA!
- OH COSA E’ SUCCESSO IN QUESTI DIECI MINUTI? HAI UNA VOCE STRANA!ù
- EEHH,,,SAI CI HO RIPENSATO, VENGO ANCH’IO STASERA AL SABBAH DA TE!
- MA BRAVAAA! VEDRAI QUANTO CI DIVERTIREMO! SIAMO DUE DONZELLE E CINQUANTA, DICO CIN QUAN TA TORI!
- WOW MA COSI’ CI INZOCCOLIREMO!
- E ALLORA? NON E’ LA VOCAZIONE DI NOI DONNE DARLA A TUTTI?
- AH AH AH MA CERTO! IL CAZZO E’ IL CAZZO E VA VENERATO!
- DAI VESTITI COME TI HO DETTO E VIENI!
Il cuore di Elisa stava per esplodere. “Io… ma che sto facendo??”. Era molto turbata ma si sentiva irresistibilmente attratta dall’idea di essere al centro dell’attenzione di tutti quegli uomini penemuniti.
Indossò, come suggerito, un soprabito nero lungo con sotto solo lingerie nera di pizzo, giarrettiere in tinta, calze velate e scarpe di vernice con 15 centimetri di tacco. Si truccò più pesantemente che potè e chiamò il taxi. Nonostante la centralinista le avesse detto che il veicolo non sarebbe arrivato prima di 10 minuti, scese di corsa in strada e si mise sul marciapiede con la schiena appoggiata al palo di un cartello stradale. Dopo pochi istanti sentì alle spalle il passo cadenzato di un uomo. Si voltò e si trovò a pochi centimetri da un tipo alto e muscoloso con una folta barba nera.
- EHI BELLA SEI NUOVA?
Ecco. L’aveva scambiata per una prostituta. Si sentì galvanizzata e rispose pronta con un ampio e invitante sorriso.
- MI DISPIACE TESORO MA STASERA SONO FUORI SERVIZIO PER UN FESTINO PRIVATO!
- MMM,,, E POSSO PORTARTI IO IN MACCHINA? STAVO GIUSTO ANDANDO A PRENDERLA…
- OKAY ALLORA ANDIAMO! – rise la donna facendo l’oca. L’uomo, che si chiamava Riccardo, le aprì la portiera della sua Lancia Delta nera e salì a bordo infilando le chiavi nel quadro. Mentre accendeva il motore Elisa si lanciò e, con un gesto deciso, mise una mano sul pacco dei pantaloni di lui. “Però direi che a dotazione ci siamo!” constatò lei tastando spudoratamente l’uccello nei jeans.
Lui sorrise beato.
- DAI TROIETTA, MENTRE ANDIAMO FAMMI UN BEL POMPINO!
La testa bruna di Elisa si chinò e con mani febbrili sbottonò i pantaloni ed estrasse dai boxer il fallo già duro. Senza perdere un istante si gettò affamata su quella minchia che sarebbe stata solo la prima di una lunga serie. Fu un pompino epico, con mugolii, la testa tenuta saldamente per la nuca in modo da far entrare il cazzone in gola fino ai coglioni. Ciucciò come una troia esperta finchè lui non le venì direttamente in gola.
-AAH OK BATTONA SIAMO ARRIVATI!
“Barbara non può farlo. Lei è di Chiesa e poi si sa cosa succede a questi riti…” pensò, turbata, la donna spazzolandosi allo specchio i lunghi capelli corvini.
“Beh però sono ancora un discreto pezzo di gnocca” si sorrise raddrizzando la schiena. Si sfilò maglioncino, camicetta e reggiseno rimanendo con le tette di fuori ad ammirarsi. “Ma si se fossi un ometto mi sarebbe già venuto bello duro…”. Afferrò dal letto il telefono e selezionò il numero dell’amica.
- CIAO CARA!
- OH COSA E’ SUCCESSO IN QUESTI DIECI MINUTI? HAI UNA VOCE STRANA!ù
- EEHH,,,SAI CI HO RIPENSATO, VENGO ANCH’IO STASERA AL SABBAH DA TE!
- MA BRAVAAA! VEDRAI QUANTO CI DIVERTIREMO! SIAMO DUE DONZELLE E CINQUANTA, DICO CIN QUAN TA TORI!
- WOW MA COSI’ CI INZOCCOLIREMO!
- E ALLORA? NON E’ LA VOCAZIONE DI NOI DONNE DARLA A TUTTI?
- AH AH AH MA CERTO! IL CAZZO E’ IL CAZZO E VA VENERATO!
- DAI VESTITI COME TI HO DETTO E VIENI!
Il cuore di Elisa stava per esplodere. “Io… ma che sto facendo??”. Era molto turbata ma si sentiva irresistibilmente attratta dall’idea di essere al centro dell’attenzione di tutti quegli uomini penemuniti.
Indossò, come suggerito, un soprabito nero lungo con sotto solo lingerie nera di pizzo, giarrettiere in tinta, calze velate e scarpe di vernice con 15 centimetri di tacco. Si truccò più pesantemente che potè e chiamò il taxi. Nonostante la centralinista le avesse detto che il veicolo non sarebbe arrivato prima di 10 minuti, scese di corsa in strada e si mise sul marciapiede con la schiena appoggiata al palo di un cartello stradale. Dopo pochi istanti sentì alle spalle il passo cadenzato di un uomo. Si voltò e si trovò a pochi centimetri da un tipo alto e muscoloso con una folta barba nera.
- EHI BELLA SEI NUOVA?
Ecco. L’aveva scambiata per una prostituta. Si sentì galvanizzata e rispose pronta con un ampio e invitante sorriso.
- MI DISPIACE TESORO MA STASERA SONO FUORI SERVIZIO PER UN FESTINO PRIVATO!
- MMM,,, E POSSO PORTARTI IO IN MACCHINA? STAVO GIUSTO ANDANDO A PRENDERLA…
- OKAY ALLORA ANDIAMO! – rise la donna facendo l’oca. L’uomo, che si chiamava Riccardo, le aprì la portiera della sua Lancia Delta nera e salì a bordo infilando le chiavi nel quadro. Mentre accendeva il motore Elisa si lanciò e, con un gesto deciso, mise una mano sul pacco dei pantaloni di lui. “Però direi che a dotazione ci siamo!” constatò lei tastando spudoratamente l’uccello nei jeans.
Lui sorrise beato.
- DAI TROIETTA, MENTRE ANDIAMO FAMMI UN BEL POMPINO!
La testa bruna di Elisa si chinò e con mani febbrili sbottonò i pantaloni ed estrasse dai boxer il fallo già duro. Senza perdere un istante si gettò affamata su quella minchia che sarebbe stata solo la prima di una lunga serie. Fu un pompino epico, con mugolii, la testa tenuta saldamente per la nuca in modo da far entrare il cazzone in gola fino ai coglioni. Ciucciò come una troia esperta finchè lui non le venì direttamente in gola.
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